NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI 18 FEBBRAIO 2020

https://www.imolaoggi.it/2020/02/13/globalizzazione-colonizzazione-collettiva-totalitarismo/

NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI

18 FEBBRAIO 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Soltanto i vivi possono essere per noi

causa di dolore duraturo.

GUIDO CERONETTI, Tra pensieri, Adelphi, 1994, pag. 116

 

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Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

 Precisazioni

 

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La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

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SOMMARIO

L’attenzione frenetica al clima. Perché proprio adesso?

Globalizzazione, colonizzazione collettiva per imporre un totalitarismo strisciante

Un sacerdote e un teologo ebreo: “Benigni fa il furbetto con la Bibbia”

FUSARO, “BENIGNI A SANREMO: 300 MILA EURO PER TRASFORMARE IL CRISTIANESIMO IN UN GAY PRIDE”

Le operatrici di giustizia svelano le false accuse (di maltrattamento)

VERA EMANCIPAZIONE DELLA DONNA O DEL CAPITALE?

DENATALITA’ E LEGGI PROGRESSISTE

GUERINI: “NELLA DIFESA È IN GIOCO LA SOVRANITÀ NAZIONALE”

Sogniamo a occhi aperti, viviamo a occhi chiusi

Pubblicato un elenco delle spie della CIA che hanno partecipato al golpe in Bolivia

Dietro il colpo di Stato: i più importanti agenti della CIA in Bolivia

Papa Luciani avvelenato, congiura ordita da Paul Marcinkus

Prof Sinagra: magistratura corrotta, una verità scomoda

IL CASO SALVINI E LA DELEGITTIMAZIONE PER VIA GIUDIZIARIA

Conad-Auchan, chiesta la cassa integrazione per oltre 5 mila dipendenti

Quando il maschilismo è “liberal” il mainstream reagisce così…

Nancy Pelosi strappa il discorso di Trump. Se l’avesse fatto The Donald…

Corso intensivo sul politicamente corretto

VERSO IL LIMITE ESTREMO…DELLA TERRA DI NESSUNO

Cosa si prova a morire? La risposta degli scienziati potrebbe sorprendervi

 

 

EDITORIALE

L’attenzione frenetica al clima. Perché proprio adesso?

Manlio Lo Presti – 18 febbraio 2020

Sulla questione del cambiamento climatico e dell’inquinamento spesso si confondono e se ne accomunano le cause, ovviamente per motivi politici e commerciali non appena intraviste le possibilità di guadagno da parte degli stessi colossi industriali. Gli stessi che hanno provocato danni ambientali per incentivare coltivazioni estensive ed intensive in molte parti del pianeta mediante un forsennato disboscamento di milioni di alberi, deviazioni di corsi d’acqua, assassinio di popolazioni locali che si oppongono, ecc. ecc. ecc.

Ora, le multinazionali che hanno causato il 90 percento dei guasti ambientali, dopo aver utilizzato interi eserciti privati per sterminare migliaia di civili inermi, da tempo hanno assoldato legioni di esperti di marketing manipolatori della realtà con lo scopo di incolpare la popolazione di essere la principale responsabile di un disastro che in massima parte è la conseguenza delle loro ossessive e devastanti politiche industriali.

Adesso, i ridetti colossi multinazionali distruttori ritornano alla carica fiutando l’affare e promuovendo a tappeto una martellante campagna che intende subornare le masse perché si sentano in colpa (gli utili idioti sono quelli che ci cascano, ovviamente) e quindi vediamo filmatini che riprendono individui volontari che ripuliscono le spiagge, i viali, orsi scheletrici sulla banchisa, plastica agglutinata dai vortici marini, bottigliette sulle spiagge. ecc. ecc. ecc. ecc.

Va opportunamente evidenziato che l’inquinamento diretto delle persone incide in maniera del tutto minimale rispetto alla titanica magnitudine dei danni provocati dalle industrie-sciacallo.

Ma questo non si deve dire perché è poco corretto e smaschera giochi e maneggiamenti orientati a guadagnare profitti spropositati sulla eliminazione di danni planetari provocati proprio dai colpevoli!!!

Si tratta di un copione già evidenziato dallo studioso Noam Chomsky quando, nel suo libro “Le dieci leggi del potere” (*) afferma nella quarta legge (Scaricare i costi) che un problema:

  1. va prima creato,
  2. poi fatto marcire,
  3. poi portato all’esasperazione,
  4. poi diffusa l’urgenza per risolverlo,
  5. poi si fornisce la soluzione-fate-presto DA COLORO CHE HANNO PROVOCATO IL DISASTRO,
  6. infine, rastrellare titanici profitti!

Dietro a questa follia isterica totalitaria urgente apocalittica, si nasconde inoltre un aspetto geopolitico.

Stabilire nuovi canoni ambientali ecologici o affermare quelli esistenti, ma mai rispettati da tutti, significa tentare di imporre tali regole – cambiate in corsa e nel momento scelto dall’asse occidentale – ai Paesi in via di sviluppo (**), nel palese tentativo di rallentare o meglio azzoppare la loro potenza produttiva.

La questione, apparentemente ambientale, scopre i suoi VERI RISVOLTI GEOPOLITICI DI DOMINIO E DI STERMINIO DEGLI STATI CANAGLIA CHE NON SI SOTTOMETTONO SPONTANEAMENTE AL NUOVO ORDINE MONDIALE (***) disegnato dagli USA e suoi satelliti onusti di gravoso compito di operare messianicamente-biblicamente “per il bene dell’umanità”.

P.Q.M.

Assistiamo alla recita di copioni di terz’ordine con la proditoria apparizione ex nihilo di personaggi come la bimbetta trecciuta, gruppi sociali di pesci, movimenti “spontanei” di breve durata sorti per aggiungere caos e la ingovernabilità dei Paesi-canaglia-demmerda-da-sterminare.

L’intera sarabanda è immersa e condita da frettolosissimi messaggi brevi su social che nascono come funghi, anche qui per frammentare il flusso di pseudo-informazioni aventi lo scopo di creare una bolla percettiva disinformativa. La velocità e la cronica mancanza di tempo individuale sequestrato da una vita personale, resa appositamente frenetica, fa il resto!

TUTTO CIO PREMESSO

E senza ipocriti infingimenti, non vedo a breve la possibilità di una via d’uscita dignitosa mirante al recupero di capacità percettive equilibrate rispetto ad un caos che sta dirompendo con la sua devastazione senza ostacoli.

Ne riparleremo …

 

NOTE

(*) Noam Chomsky, Le dieci leggi del potere, Ponte alle grazie, 2017, pag. 179, € 14,00

(**) Il riferimento è alle nazioni con alto tasso di crescita, giornalisticamente detti BRICS (Cfr https://leg16.camera.it/465?area=2&tema=760&BRICS+%28Brasile%2C+Russia%2C+India%2C+Cina+e+Sudafrica%29 )

(***) Il famoso N.W.O. New World Order, ampiamente trattato dal clan di Henry Kissinger nel suo libro Ordine mondiale, Mondadori e dai suoi epigoni. Il fondamento teorico è lo “stato di eccezione” degli USA che hanno il dovere messianico ebraico-massonico-satanista di agire come gendarmi del mondo “per il bene dell’umanità”, MA SOLO ALLE SUE REGOLE imposte con gli attuali 26 conflitti CHE HANNO PROVOCATO 12.000.000 DI MORTI e con gli embarghi ai danni di Paesi-canaglia-demmerda dove – particolarità che nessuno vuole vedere – non ci sono sussidiarie dirette e/o indirette della banca Rothschild: Russia, Cina, Iran, Siria, Afghanistan, Corea del nord, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.

 

 

 

 

 

IN EVIDENZA

Globalizzazione, colonizzazione collettiva per imporre un totalitarismo strisciante

 

 

di Ornella Mariani – 13 febbraio 2020

 

Guardando al Passato, ci si imbatte in personaggi che, pur estratti da epoche e da contesti geografici diversi e distanti, furono accomunati da Valori ormai in declino e talenti ormai desueti: carisma; cultura; senso dell’onore; rispettabilità intellettuale; coraggio; onestà.

Essi sono nella Storia;
Protagonisti della Storia;
Artefici della Storia, ma paradossalmente fuori dalla Storia.

Viviamo, infatti, un periodo di stravolgimenti etici; ideologici, istituzionali e financo lessicali: neologismi di improbabile origine hanno corrotto il linguaggio e il Politically Correct ha concitato il dibattito fino a svilire la comunicazione, imponendo il Pensiero Unico e consentendo ad una Élite di Nani di pretendersi Giganti.

La mistificazione imperversa e quella visione economica di ispirazione liberista, tesa alla unificazione dei Mercati e alla libertà di iniziativa protette da uno Stato in grado di garantire funzioni pubbliche essenziali, nell’accezione pura della tesi di Friedrich von Hayeck: coincidenza della Democrazia con l’idea liberale, è stata sovvertita e manipolata fino a sottrarre ai Popoli la coesione e l’Unità necessari a restar tali e fino a produrre una Generazione rappresentata da un coacervo di Individui incapaci di obiettivo discernimento.

Sono gli effetti devastanti della Globalizzazione che, mutuata dal termine globale, è in realtà un processo di colonizzazione collettiva fondata su strategie finanziarie disinvolte e ciniche: ricavare il massimo ed immediato profitto massificando le Economie, e con esse le Culture del mondo, sullo sfondo dell’esaurimento delle risorse naturali; dell’inquinamento; delle intollerabili sperequazioni sociali; dell’annientamento delle radici identitarie; della fine delle Religioni e del dramma della sovrappopolazione.

Diverso sarebbe stato il Globalismo, ovvero un percorso di analisi in grado di produrre una illuminata interazione tra Genti decise alla possibile cooperazione verso obiettivi comuni!

Uno sguardo al Passato avvilisce e degrada qualsiasi velleitaria speranza di Futuro, da quando la Sinistra ci ha svenduti ai Poteri Forti ed ha sancito il Sistema dell’artificio; della menzogna; della demolizione sistematica dei valori tradizionali, surrogati da aberranti nuove forme di vita estranee ad ogni possibile legittimazione morale.

 

I nuovi moduli sociali:

 

al di fuori di qualsiasi substrato dottrinale, la Chiesa e la sostituzione di Dio con un Pantheon politeista ancorato alla forza e alla potenza del denaro e della corruzione, per ridurre la Fede cristiana ad

 

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ARTE MUSICA TEATRO CINEMA

Un sacerdote e un teologo ebreo: “Benigni fa il furbetto con la Bibbia”

Alberto Giannoni – 10 febbraio 2020

Roberto Benigni? Un furbetto che ha usato il Cantico dei cantici e distorto il vero significato della Bibbia. Parola di esperti.

Si parla ovviamente della performance di pochi giorni fa al Festival di Sanremo. Il discusso e verboso show del comico toscano, si sa, ha suscitato reazioni contrastanti: ha fatto sbadigliare molti anche fra i suoi estimatori, ha incantato una gran massa di tifosi, ma sembra non aver convinto gli esperti di sacre scritture. Almeno, non ha convinto per niente Ignazio La China, vicario della Curia di Noto, che lo ha definito in pratica “un furbetto che sfrutta l’ignoranza della gente”, e non ha convinto minimamente Vittorio Robiati Bendaud, coordinatore del tribunale rabbinico del Centro-Nord Italia, studioso e docente di teologia e storia dell’ebraismo.

Il verboso monologo sanremese di Benigni non è arrivato inaspettato: l’ex “piccolo diavolo” da anni ha dismesso i panni del comico irriverente e anarchico, per cimentarsi con la poesia e col sacro, con esiti discutibili ma con ottimi riscontri politici e mediatici. Su questo il giornale “Tempi” ha pensato bene di sentire il parere di Bendaud, un intellettuale importante dell’ebraismo italiano, già allievo di Giuseppe Laras, rabbino a lungo figura di riferimento degli ebrei italiani. E Bendaud non si è fatto pregare. Ha definito l’esibizione di Benigni “irritante e nauseante”, e ha parlato di “un uso aggressivo e strumentale del testo biblico contro il testo biblico”, “come se il Cantico fosse la parte bella e buona della Bibbia, in mezzo a tanti racconti brutti e malvagi”. Bendaud, inoltre, ha ricordato all’evidentemente ignaro Benigni che la Bibbia non è “scritta in inglese” e fa riferimento a una semantica e a una storia, quella ebraica passata e presente che “ha una vastissima produzione letteraria erotica in lingua ebraica e araba, scritta sovente in età medioevale e rinascimentale da insigni rabbini che erano al contempo teologi e mistici”. “Sa Benigni – ha chiesto – quante storie d’amore sono raccontate nella Bibbia? Pensi a Isacco e Rebecca, ad Abramo, Agar e Sara, a Giuda e Tamara. Morale: “La sua è stata una ricostruzione ideologica, falsante, trita ed esausta.

Altro problema, sollevato dall’ottimo intervistatore, Emanuele Boffi, “Benigni ha anche detto che il Cantico non doveva essere inserito tra quelli biblici”. La risposta è glaciale. “Sì, ma per la ragione opposta a quella che ha spiegato lui”. “La cosa grandiosa non è che il Cantico sia riducibile e un poemetto erotico, ma che si sia ritenuto, per descrivere il rapporto di Dio con il creato e con il popolo ebraico, che non vi fosse nulla di sufficientemente nobile e ricco oltre all’erotismo e alla fisicità umana. La critica, o l’accusa, è insomma di avere frainteso o manipolato il Cantico, espellendo il sacro, il mistero, Dio, esaltandolo come una sorta di “Bacio perugina scritturale” (virgolettato nostro) in cui conta solo l’amore, “tra uomo e

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http://blog.ilgiornale.it/giannoni/2020/02/10/furbizie-e-manipolazioni-di-benigni-svelate-da-un-sacerdote-e-da-un-teologo-ebreo/?repeat=w3tc#

 

 

 

 

 

 

FUSARO, “BENIGNI A SANREMO: 300 MILA EURO PER TRASFORMARE IL CRISTIANESIMO IN UN GAY PRIDE”

Maurizio Blondet  7 Febbraio 2020

 

VIDEO QUI: https://youtu.be/qvM8p_IsDgc

 

Il Cristianesimo difeso da un filosofo marxista e gramsciano con argomentazioni che sono a pieno titolo integralmente e tradizionalmente cattoliche (salvo quelle un po’ ambigue del suo terzo passaggio sul rapporto religione-potere troppo semplicisticamente ricondotto da un lato alla subordinazione e dall’altro alla contestazione).

Un breve intervento di 20 minuti da vedere per capire molte

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https://www.maurizioblondet.it/fusaro-%e2%96%ba-benigni-a-sanremo-300-mila-euro-per-trasformare-il-cristianesimo-in-un-gay-pride/

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Le operatrici di giustizia svelano le false accuse (di maltrattamento)

 

31 maggio 2013

 

Il testo dell’articolo:

«I maltrattamenti in famiglia stanno diventando un’arma di ritorsione per i contenziosi civili durante le separazioni», avverte Carmen Pugliese, pm del pool della Procura specializzato in reati sessuali e familiari, scorrendo i dati che vedono questo tipo di violenza aumentare in maniera significativa. Nella Bergamasca si è passati dai 278 casi del 2006 ai 306 del 2007, fino ai 382 del 2008, in pratica più di una denuncia al giorno. E se è vero che si riscontra una sempre più diffusa propensione da parte di padri e mariti ad alzare le mani, è altrettanto appurato che molte volte le versioni fornite dalle presunte vittime (quasi sempre donne) sono gonfiate ad arte. «Solo in due casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri – analizza il pm Pugliese -. Il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione. “Se non mi concedi tot benefici, io ti denuncio”, è la minaccia che fanno alcune mogli. Tanto che, una volta ottenuto quello che volevano, tornano in Procura a chiedere di ritirare la denuncia. Non sanno che nel frattempo noi abbiamo speso tempo ed energie per indagare. L’impressione è che alcune mogli tendano a usare pm e polizia giudiziaria come strumento per perseguire i propri interessi economici in fase di separazione».
Poche, in percentuale, le inchieste che sfociano in condanna. «Molte volte – rivela il pm Pugliese – siamo noi stessi a chiedere l’archiviazione. In altri casi, invece, si arriva a un processo dove la presunta vittima ridimensiona il proprio racconto. È successo anche che qualche ex moglie sia finita indagata per calunnia».

Sono per lo più italiane (mogli di italiani e anche di stranieri) le presunte vittime che si rivolgono alla Procura. Più limitata, invece, la percentuale dei genitori (il più delle volte anziani) presi a botte dai figli. Anche papà e mamme tendono a minimizzare i fatti dopo la denuncia, ma in questo caso lo fanno per amore e non per denaro.

Carmen Pugliese una tiratina d’orecchi la riserva anche alle associazioni che operano a tutela delle donne: «Non fanno l’operazione di filtro che dovrebbero fare: incitano le assistite a denunciare, ma poi si disinteressano del percorso giudiziario, di verificare come finirà la vicenda. Mi sembra una difesa indiscriminata della tutela della donna che viene a denunciare i maltrattamenti, senza mettere in conto che questa donna potrebbe sempre cambiare versione».

Ovvio che molte volte le violenze si verificano davvero e in modo pesante: «Da noi arrivano donne col volto tumefatto e in alcuni casi contro i mariti emettiamo misure cautelari». Ma talvolta a patire le conseguenze di denunce enfatizzate sono uomini che cascano dalle nuvole. Come quel bergamasco denunciato dalla ex moglie dell’Est che s’era rifugiata in una comunità protetta. Lei lo aveva dipinto come una sorta di persecutore, lui si presentò in Procura a raccontare che il rapporto non era poi così compromesso: i due continuavano a vedersi ogni fine settimana e per provarlo l’ex marito esibì le ricevute del motel.
Soldi richiesti e rapporti coniugali deteriorati, soprattutto in tempi di recessione, sono l’impasto che spesso porta davanti a un giudice. Lo si può leggere nelle statistiche dei reati consumati nella Bergamasca nel 2008, alla voce del mancato versamento di alimenti fra coppie separate. Un numero passato dai 278 casi denunciati nel 2006 ai 292 del 2007 per giungere ai 315 dello scorso anno.
«E chiaro che separarsi comporta difficoltà economiche – osserva il procuratore Addano Galizzi -. Se poi in famiglia lavora solo il marito, versare gli alimenti alla moglie separata e ai figli diventa un problema quando scatta la cassa integrazione o addirittura il licenziamento, soprattutto in questi periodi di crisi economica diffusa».

A volte sono gli inquirenti stessi a mettersi la mano sul cuore: «Se – confessa il pm Pugliese – un ex marito per uno o due mesi non versa gli alimenti e mi documenta che ha perso l’impiego o parte significativa del reddito, io per la denuncia chiedo l’archiviazione».

Stefano Serpellini

L’Eco di Bergamo

 

VIDEO QUI:

https://r2—sn-8vq54voxpu-4jvs.googlevideo.com/videoplayback?expire=1582038009&ei=eItLXs3hNZTigwO9lYHgBg&ip=5.88.248.127&id=7f976d299ce897db&itag=18&source=blogger&mm=31&mn=sn-8vq54voxpu-4jvs&ms=au&mv=m&mvi=1&pcm2cms=yes&pl=24&usequic=no&susc=bl&mime=video/mp4&dur=752.360&lmt=1308156710315272&mt=1582009122&sparams=expire,ei,ip,id,itag,source,susc,mime,dur,lmt&sig=ALgxI2wwRQIhAN68DsJl7q0zJX5I-Iay8CJB6XEexLg6NLy0Se02-r_tAiBgDsgUM2xh8zr5JqdrwpIz_UpKHIEbImjE1Q7Ytsul_A%3D%3D&lsparams=mm,mn,ms,mv,mvi,pcm2cms,pl,usequic&lsig=AHylml4wRAIgeg3zZvA2oN75b4unRYC78YSag8BbU8b_ZYKN7sXg8LsCIGSkPP5Xe1LZ72wRqJ5NQmRFwheStT0m6NE3fSb-fgFJ&cpn=PwoU38inJHTsHe0s&c=WEB_EMBEDDED_PLAYER&cver=20200214

 

Stalking: in aumento le false denunce, solo 2 casi su 10 sarebbero fondati

31 maggio 2013 – (PRIMAPRESS) MILANO – Efferati omicidi, maltrattamenti e altri reati di stalking, le cui vittime sono quasi esclusivamente donne, continuano incessantemente a riempire le pagine di cronaca giudiziaria nazionale. Di fronte a un fenomeno così diffuso c’è però chi se ne approfitta, arrivando a utilizzare la denuncia come arma di ricatto, soprattutto nei confronti dell’ex. Capita sempre più spesso che, al termine dei tre gradi di giudizio, molte

 

Continua qui:http://violenza-donne.blogspot.com/2012/06/le-operatrici-di-giustizia-svelano-le.html

 

 

 

 

 

 

 

VERA EMANCIPAZIONE DELLA DONNA O DEL CAPITALE?

Jacopo Brogi 14 Febbraio 2020

 

LE RIFLESSIONI DELLA FILOSOFA NANCY FRASER

 

Di Nancy Fraser – The Guardian, UK

 

 

Nancy Fraser – filosofa

 

Come femminista ho sempre pensato che, combattendo per l’emancipazione delle donne, stavo anche costruendo un mondo migliore – più egualitario, più giusto, più libero. Ultimamente ho cominciato a temere che gli ideali ai quali le femministe hanno aperto la strada vengano utilizzati per scopi molto diversi. Mi preoccupa, in particolare, che la nostra critica del sessismo fornisca oggi giustificazione a nuove forme di disuguaglianza e di sfruttamento.

Quasi fosse un crudele scherzo del destino, il movimento per la liberazione delle donne sembra essersi avviluppato in una relazione pericolosa con gli sforzi neoliberisti nel costruire la società del libero mercato. Questo potrebbe spiegare perché una serie di idee femministe, che un tempo facevano parte di una visione del mondo radicale, oggi vengono utilizzate a fini individualistici. In passato, le femministe criticavano una società dove si promuoveva il carrierismo, adesso viene consigliato alle donne di “affidarsi”. Il movimento delle donne una volta aveva come priorità la solidarietà sociale, oggi festeggia le imprenditrici. La prospettiva di allora valorizzava la “cura” e l’interdipendenza umana, ora incoraggia il progresso individuale e la meritocrazia.

Ciò che si nasconde dietro tutto questo è un cambiamento di rotta del paradigma capitalista. Il capitalismo stato-assistito del dopoguerra ha lasciato il posto a una forma innovativa di capitalismo, “disorganizzato”, globalizzato, neoliberista. La seconda ondata del femminismo è emersa come critica al capitalismo di prima maniera, ma infine è diventata ancella del capitalismo contemporaneo.

Con il senno di poi, possiamo sostenere che il movimento di liberazione delle donne ha contemporaneamente puntato a due diversi futuri possibili. In un primo scenario, esso ha disegnato un mondo in cui l’emancipazione di genere andava di pari passo con la democrazia partecipativa e la solidarietà sociale; nel secondo, ha promesso nuove forme di liberalismo, in grado di garantire alle donne, così come agli uomini, i “beni” dell’autonomia individuale, un ampliamento delle scelte , l’avanzamento meritocratico . Il femminismo di “seconda generazione” è stato, insomma, ambiguo in questo senso. Compatibile con entrambe le rappresentazioni della società , dunque suscettibile di due diverse concezioni  della storia.

A mio parere, questa ambivalenza del femminismo in questi ultimi anni

Continua qui:https://comedonchisciotte.org/vera-emancipazione-della-donna-o-del-capitale/

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

DENATALITA’ E LEGGI PROGRESSISTE

Maurizio Blondet  14 Febbraio 2020  19 commenti

(Trovato in Twitter: vale un intero articolo di fondo.  Grazie Corvonero)

 

“Dal ’48 ogni 4 anni, 1 milione di abitanti in più.

Poi arrivano ’68 e divorzio, e ci vogliono 5 anni.

La mazzata definitiva è l’aborto, ben 17 anni.

Poi altri 13 per un altro milione in più nel 2006.

Il resto è crisi economica”.

Corvonero@Corvonero75

Le quattro tabelle qui: https://www.maurizioblondet.it/denatalita-e-leggi-progressiste/

 

https://www.maurizioblondet.it/denatalita-e-leggi-progressiste/

 

 

 

 

GUERINI: “NELLA DIFESA È IN GIOCO LA SOVRANITÀ NAZIONALE”

di Lia Faldini – 14 febbraio 2020

 

Lorenzo Guerini evoca la cultura della difesa della sovranità nazionale. “Nella difesa – scrive in una in una lettera al Corriere della Sera – si gioca un pezzo importante della nostra sovranità nazionale. Che ci piaccia o no, la capacità di rappresentare il nostro Paese parte anche da qui. Sta a noi decidere dove vogliamo collocare il Paese in termini di ambizione, come intendiamo tutelare i nostri interessi nazionali e, a partire da questo, approntare lo strumento militare funzionale agli obiettivi che ci prefiggiamo, ammodernandolo e adeguandolo alle nuove esigenze”.

Per il ministro della Difesa dem, “la ‘cultura della difesa’ che ho evocato fin dall’inizio del mio mandato è un tema che dobbiamo alimentare in un dibattito pubblico, anche per superare pregiudizi e luoghi comuni. Dibattito che in fondo ha a che fare – evidenzia Guerini – proprio con il ruolo che come Paese riteniamo di dover

Continua qui:

http://www.opinione.it/politica/2020/02/14/lia-faldini_lorenzo-guerini-cultura-della-difesa-sovranit%C3%A0-nazionale-corriere-della-sera-responsabilit%C3%A0-sicurezza-internazionale/

 

 

 

 

 

 

CULTURA

Sogniamo a occhi aperti, viviamo a occhi chiusi

Marcello Veneziani, Alla luce del mito (Marsilio, 2017)

 

Abbiamo scambiato il giorno con la notte. Sogniamo a occhi aperti, viviamo a occhi chiusi. Non riusciamo a sognare e non riusciamo a vivere la realtà. Due osservazioni di segno opposto, ricorrenti e veritiere per descrivere la vita presente. La chiave per comprendere perché due verità così divergenti hanno un comune fondo di verità è nel loro campo d’applicazione: come succede ai lattanti, abbiamo scambiato il giorno con la notte. Ovvero applichiamo alla veglia le categorie del sogno e al sogno le categorie della veglia. Da un verso cresce la paura della vita e della realtà. Paura della violenza, dello straniero, del razzista, delle malattie, del contagio, del buio, dell’inquinamento. E paura di far figli, di perdere il tenore di vita, paura del futuro ma anche del passato. Allora si cerca rifugio nelle illusioni, nella mitologia secondaria o d’asporto, nel fumo, nelle trasgressioni, nella vacanza, nel video, nella cuffia, nei carrelli della spesa. Non è una novità aggrapparsi alle illusioni: cambiano i veicoli, gli oggetti usati, non gli effetti.

In un passato anche recente, le illusioni furono le utopie rivoluzionarie, le ideologie che promettevano paradisi in terra e società perfette. Le illusioni degli uni erano le paure degli altri, il terrore, la violenza. C’era chi bruciava i sogni dopo aver incendiato la realtà e chi faceva il contrario. I disagi, le violenze, le paure del presente sono passate con gli anni dalla sfera pubblica e storica alla sfera intima e privata, ma rivelano la stessa tendenza a scambiare il sogno con la veglia. Quando dovremmo vivere la realtà quotidiana alla luce del sole, fare i conti con ciò che siamo davvero, con il mondo concreto che ci circonda, con la nostra vita, i suoi limiti e le sue imperfezioni, ci rifugiamo nei desideri, inseguiamo chimere, viviamo di universi fittizi, mondi perfetti, società inesistenti, fughe nella realtà virtuale; incapaci di vivere, ci abbandoniamo ai sogni, compreso il sogno della merce. E quando invece dovremmo sognare, lasciare il campo alla libera immaginazione, all’incanto o all’irruzione del mito, allora ci barrichiamo nelle ferree leggi della ragione, nella contabilità, nella tecnica e nei bisogni materiali. Così l’amore è ridotto alla libido, la religione è ridotta a transfert nei cieli dei nostri bisogni e delle nostre paure, l’arte è ridotta all’audience e alle condizioni socioeconomiche, le idee ai rapporti di produzione e consumo, la cultura al potere culturale. Ci snaturiamo quando dovremmo vivere secondo natura e ci aggrappiamo alla natura quando dovremmo liberare i sogni soprannaturali. Funzionano a pieno regime le fabbriche dei

Continua qui:http://www.marcelloveneziani.com/il-giornalista/sogniamo-a-occhi-aperti-viviamo-a-occhi-chiusi/

 

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Pubblicato un elenco delle spie della CIA che hanno partecipato al golpe in Bolivia

Fonte: Resumen Latino-americano

 

Notizia del: 18/02/2020

 

Il sito di Behind Back Doors ha pubblicato un elenco di spie legate alla CIA che hanno svolto un ruolo importante nell’esecuzione del golpe in Bolivia contro Evo Morales.

 

A novembre Behind Back Doors ha pubblicato un articolo intitolato “L’intervento degli Stati Uniti contro la Bolivia. Prima parte” in cui venivano descritti dettagliatamente i passi che il golpe avrebbe seguito, che si realizzati come se fosse una sceneggiatura.

 

L’articolo “Dopo il colpo di Stato: gli agenti più importanti della CIA a La Paz, in Bolivia. Prima parte” (2) annuncia un elenco di spie, tra cui spiccano i generali boliviani Wiliams Kaliman Romero, Yuri Calderón e Rómulo Delgado.

 

South American Press ha tradotto l’articolo di Behind Back Doors con il titolo “I più importanti agenti della CIA in Bolivia”, disponibile anche su Internet.

 

Il colpo di Stato contro il presidente della Bolivia, Evo Morales,

 

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https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-pubblicato_un_elenco_delle_spie_della_cia_che_hanno_partecipato_al_golpe_in_bolivia/82_33130/

 

 

 

 

 

 

 

 

Dietro il colpo di Stato: i più importanti agenti della CIA in Bolivia

Internationalist 360°, 7 febbraio 2020

Proprio come avevo avvertito, i piani per il golpe contro il presidente della Bolivia Evo Morales furono portati a termine. Tuttavia, si ricordi che questo è solo l’inizio di ciò che Langley ha in serbo per i Paesi dell’America Latina che non gradisce. L’elenco è lungo e ogni cosa indica che Managua è la prossima. Ne parlerò di più nei prossimi articoli. Oggi, tuttavia, vorrei continuare a parlare della Bolivia, con specifico riferimento alle cose pianificate con molta attenzione a Washington. Esporrò l’identità di alcuni dei più importanti agenti della CIA a La Paz, che ebbero ruoli cruciali nel colpo di Stato.

I seguenti alti ufficiali erano i principali agenti usati dalla stazione della CIA per dividere le Forze Armate boliviane:
GENERALE WILLIAM KALIMAN ROMERO (comandante generale delle Forze Armate boliviane). Aveva piena fiducia di Evo Morales, divenne comandante nel 2018. I suoi compiti principali, come agente della CIA, erano duplici. Uno era fornire informazioni sensibili su Evo e le sue amministrazioni; l’altro doveva disinformarlo su tutto ciò che accadeva nel Paese. La CIA usò Romero per mantenere parte delle informazioni relative al colpo di Stato nascoste a Evo Morales. A loro volta, i servizi d’intelligence delle Forze Armate boliviane erano già ben consapevoli dei piani per realizzare il colpo di Stato. Come parte delle sue responsabilità, il generale Kaliman servì da collegamento tra l’esercito boliviano e il presidente Evo Morales. Era anche responsabile dei servizi di intelligence boliviani. La CIA iniziò a lavorare con tale generale molto prima che diventasse comandante delle Forze Armate boliviane. Fu reclutato una volta che la CIA trovò i suoi punti deboli. Kaliman fu gestito da agenti dalla copertura non ufficiale in Bolivia. Tutti i figli di Kaliman vivono negli Stati Uniti e hanno studiato nelle università nordamericane. Una delle sue figlie è sposata con un militare nordamericano. Prima delle elezioni, Kaliman fece in modo che sua moglie venisse mandata negli Stati Uniti. Era pienamente consapevole che la situazione in Bolivia sarebbe peggiorata solo dopo il golpe. Pochi mesi prima del colpo di Stato, e mentre prestava servizio come agente della CIA, Kaliman convocò il Presidente Evo Morales e alti ufficiali per autorizzare la presenza delle truppe d’intelligence del comando meridionale degli Stati Uniti nel territorio boliviano. Inoltre, riuscì ad integrare la Bolivia nel The South American Net (SURNET), un meccanismo regionale per lo scambio di informazioni militari. Tutto ciò allo scopo di facilitare lo spionaggio nordamericano in Bolivia, nonché per raccogliere informazioni strategiche. Kaliman chiese pubblicamente le dimissioni di Evo Morales il 10 novembre dopo aver ottemperato alle istruzioni di Bruce Williamson, responsabile degli affari statunitensi in Bolivia. Dette istruzioni furono consegnate a Kaliman tramite il presidente dei Comitati Civici della Pro Santa Cruz, Luis Fernando Camacho.

GENERALE VLADIMIR YURI CALDERÓN (comandante generale delle Forze di polizia boliviane). Fu l’addetto militare boliviano negli Stati Uniti per diversi anni e dopo aver completato questo incarico fu nominato comandante generale delle Forze Armate boliviane nel maggio 2019. Il comandante precedente fu retrocesso a causa

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Papa Luciani avvelenato, congiura ordita da Paul Marcinkus

23, ottobre, 2019

 

Papa Giovanni Paolo I voleva denunciare gli illeciti della Santa sede, in particolare un gruppo di truffatori tra cardinali e gangster che falsificavano le azioni delle multinazionali USA come Ibm, Coca Cola e Sunoco e per questo sarebbe stato avvelenato con una dose di cianuro in una congiura di Palazzo ordita da Paul Marcinkus.

 

È questo il terribile scenario descritto nel libro “When the Bullet Hits the Bone” (“Quando il proiettile colpisce l’osso”) uscito oltreoceano nelle librerie statunitensi.

 

 

Un quadro inquietante – scrive antimafiaduemila.com –  che potrebbe attirare l’attenzione di qualche autorità inquirente, quanto meno per verificare le accuse, ma che va preso con la dovuta cautela.

 

L’autore infatti non è un vaticanista, né uno storico ma Anthony Luciano Raimondi, un ex gangster della famiglia mafiosa americana dei Colombo.

 

Luciano vanta un legame di parentela “di tutto rispetto”,

è nipote di Lucky Luciano, il potente boss di Cosa nostra americana,

mentre il cugino è lo stesso Paul Marcinkus,

 

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GIUSTIZIA E NORME

Prof Sinagra: magistratura corrotta, una verità scomoda

13, febbraio, 2020

 

La verità nuda e cruda sullo stato della corruzione in atti giudiziari, svelata in un’intervista esclusiva e senza filtri.

 

Armando Manocchia intervista il professor Augusto Sinagra.

 

InformalTV per ImolaOggi.it

 

Video qui: https://www.informaltv.it/wp-content/uploads/2020/02/MAGISTRATURA-CORROTTA-VF1080.mp4

 

https://www.imolaoggi.it/2020/02/13/prof-sinagra-magistratura-corrotta-una-verita-scomoda/

 

 

 

 

 

 

 

 

IL CASO SALVINI E LA DELEGITTIMAZIONE PER VIA GIUDIZIARIA

di Arturo Diaconale – 13 febbraio 2020

 

Durante gli anni dell’accoglienza indiscriminata suggerita dalla Chiesa di Papa Francesco e realizzata dai governi del Partito Democratico di Enrico LettaMatteo Renzi e Paolo Gentiloni, non c’è stato un solo magistrato che abbia contestato ad un ministro dell’Interno o ad un Presidente del Consiglio il reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina o di qualche altro reato connesso con una fattispecie molto simile alla tratta degli schiavi. L’obbligatorietà dell’azione penale vale per qualsiasi tipo di reato. Ma se, a dispetto della obbligatorietà, non c’è stato un solo magistrato che abbia avviato una qualche iniziativa giudiziaria a carico di quei governanti che hanno favorito l’immigrazione senza alcun tipo di controllo, la ragione è che in ogni Procura domina incontrastata una concezione dell’accoglienza in linea con il pensiero politicamente corretto condiviso da una larga fetta della popolazione italiana.

Questa concezione impone una interpretazione delle leggi contraria ad ogni forma di limitazione e di controllo dei flussi immigratori ed esclude ogni tipo di interpretazione alternativa destinata a far considerare reato il favoreggiamento dell’immigrazione indiscriminata.

Alla luce di tale considerazione c’è un problema di fondo che viene posto dalla vicenda di Matteo Salvini. Se dalle prossime elezioni politiche dovesse scaturire una ampia maggioranza di centrodestra contraria all’accoglienza indiscriminata e favorevole a forme di limitazione dei flussi migratori, il pensiero dominante presente all’interno della magistratura consentirebbe al governo di realizzare il programma di limitazione voluto dagli elettori? Oppure si assisterebbe ad una serie di iniziative giudiziarie dirette a contrastare la volontà popolare applicando la legge secondo la propria

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http://www.opinione.it/editoriali/2020/02/13/arturo-diaconale_salvini-immigrazione-giustizialismo-sinistra-questione-destra-al-governo-riforma-giustizia/

 

 

 

 

 

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

Conad-Auchan, chiesta la cassa integrazione per oltre 5 mila dipendenti

Si tratta del 60% della forza lavoro.

Il gruppo ha già mandato la richiesta al ministero. E spiega: «Ammortizzatori per dare continuità di reddito nei periodi di ristrutturazione dei negozi». Sindacati preoccupati.

13 Febbraio 2020

Dopo aver acquisito AuchanConad chiede la cassa integrazione per 5.323 dipendenti su un totale di 8.873, pari al 60% della forza lavoro complessiva. La richiesta è già stata inoltrata al ministero del Lavoro e i sindacati sono molto preoccupati: «Speriamo solo che si tratti di un passaggio per il rilancio, non dell’anticamera del licenziamento».

Margherita distribuzione, nuova ragione sociale di tutte le attività

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PANORAMA INTERNAZIONALE

Quando il maschilismo è “liberal” il mainstream reagisce così…

Francesco Santoianni

Notizia del: 17/02/2020

 

Ma perché nessuno (e nessuna) si sta mobilitando per Alexandra de Taddeo? Una campagna mediatica in favore di Benjamin Griveaux?

Intanto, chi è Benjamin Griveaux. Ex “socialista”, diventa deputato, poi Segretario di Stato e, infine, portavoce del governo Macron. Nel febbraio 2019 denuncia di “antisemitismo” (per una frase mai detta da un manifestante) i gilet gialli i quali, in risposta ad una sua sbruffonata (“venitemi a cercare, se avete coraggio”) gli sfondano con una ruspa il portone dell’ufficio. Da quel momento, Griveaux, martire del populismo si conquista con le sue iperliberiste posizioni le prime pagine di tutti i giornali europei.

Giorni fa, colpo di scena. Viene diffuso in Rete un video di Griveaux che si masturba. Video inviato da Griveaux nel 2018 (quando era portavoce del governo) ad una ventinovenne, Alexandra de Taddeo, fidanzata allora con l’artista russo Petr Pavlenskij, esule in Francia. Video che distrugge la campagna elettorale (intrisa di moralismo!) di Griveaux che, pertanto, è costretto a ritirarsi dalla corsa alla carica di Sindaco di Parigi.

Una pochade a lieto fine questa storia del video? Purtroppo, no. Perché i media, pur di salvare la corte di Macron, cambiano le carte in tavola. Le Monde, ad esempio, auspica un “sussulto dell’opinione pubblica contro la barbarie della delazione online”, mentre Libération, condanna “la ghigliottina digitale e la regressione della civiltà“. In Italia, Repubblica fa serpeggiare l’ipotesi che dietro possa esserci un complotto. Ordito da chi? “A destare sospetti sono personaggi come il giovane avvocato Juan Branco, già legale di Julian Assange, che l’anno scorso ha firmato un violento pamphlet

 

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Nancy Pelosi strappa il discorso di Trump. Se l’avesse fatto The Donald…

di Vito de Luca5 FEBBRAIO 2020    PER RICORDARE UNA NOTIZIA “SUBITO DIMENTICATA”

 

 

«Disrespectuful stunt». Bravata irrispettosa, l’hanno definita alcuni media americani, la trovata di Nancy Pelosi di strappare, in tempo reale, i fogli riportanti il discorso del presidente Trump, sullo Stato dell’Unione.

Intervistata all’uscita del Congresso, la presidente della Camera dei Rappresentanti, ad una domanda specifica, ha risposto, mentre camminava, «trovate un’alternativa». Insomma, Pelosi, la speaker di origini abruzzesi, non chiede scusa, ma anzi rivendica il gesto plateale, non certamente il primo, visto che in un’altra occasione aveva ironicamente applaudito The Donald, irridendolo. Impassibili il vicepresidente Mike Pence, alle spalle di Trump, e a fianco di Pelosi, mentre taglia a metà le pagine del documento trumpiano, come risposta al fatto che immediatamente dopo il suo ingresso, Trump non le aveva stretta la mano. Pence non guarda neanche Pelosi, rimane indifferente, mentre la leader democratica compie uno dei gesti che più

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POLITICA

Corso intensivo sul politicamente corretto

MARCELLO VENEZIANI, La Verità 16 febbraio 2020

Ma cos’è esattamente il politically correct? Lo citiamo ogni giorno senza magari coglierne tutto il significato. Provo a offrire una breve guida, un sunto critico e un succo concentrato.

Per cominciare, il politicamente corretto è un canone ideologico e un codice etico che monopolizza la memoria storica, il racconto globale del presente e prescrive come comportarsi. Nasce dalle ceneri del ’68, cresce negli Usa e nel nord Europa, si sviluppa sostituendo il comunismo con lo spirito radical (o radical chic secondo Tom Wolfe) e sostituendo l’egemonia marxista e gramsciana col “bigottismo progressista” (come lo definisce Robert Hughes). Rompe i ponti col sentire popolare, non rappresenta più il proletariato, almeno quello delle nostre società; separa i diritti dai doveri e li lega ai desideri, rigetta i limiti e i confini personali, sociali, sessuali e territoriali, nel nome di una libertà sconfinata, sostituisce la natura col volere dei soggetti.

E sostituisce l’anticapitalismo con l’antifascismo, aderendo all’establishment tecno-finanziario di cui intende accreditarsi come il precettore.

Il politically correct è una forma di riduzionismo ideologico che produce le seguenti fratture: a) riduce la storia, l’arte, il pensiero e la letteratura al presente, nel senso che tutto quel che è avvenuto va letto, riscritto e giudicato alla luce del presente, in base ai canoni corretti e ai generi; b) riduce la realtà al moralismo, nel senso che rifiuta le cose come sono e le riscrive come dovrebbero essere in base al suo codice etico e gender; c) riduce la rivoluzione vanamente sognata nel Novecento e nel ’68 alla mutazione lessicale, nel senso che non potendo cambiare la realtà delle cose e l’imperfezione del mondo si cambiano le parole per indicarle, adottando un linguaggio ipocrita e rococò; d) riduce le differenze ideologiche a una superideologia globale o pensiero unico, che se si nega come tale.

Alle quattro riduzioni di cui sopra, il politically correct aggiunge una serie di sostituzioni:

1) sostituisce il sentire comune, l’interesse popolare, il legame famigliare e comunitario con la priorità assegnata ad alcune diversità e minoranze, ritenute discriminate o emarginate. E adotta uno schema vittimistico: non sono i grandi, gli eroi, i geni a meritare onori, strade, elogi unanimi ma le vittime (retaggio cristiano, notava René Girard).

2) sostituisce la preferenza per ciò che è nostrano – la nostra identità, le nostre tradizioni, il nostro modo di vedere, la nostra civiltà e religione, i nostri legami e le nostre appartenenze – con la preferenza per tutto ciò che è remoto – le culture e i costumi altrui, i migranti, i mondi lontani, le ragioni di chi viene da fuori (quella che Roger Scruton chiamava oicofobia);

3) sostituisce l’antica dicotomia tra il compatriota e lo straniero, o

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VERSO IL LIMITE ESTREMO…DELLA TERRA DI NESSUNO

EFFETTI DILAGANTI DELLA SOLUZIONE ALLA “QUESTIONE SOCIALE” E ALLA “QUESTIONE FINANZIARIA”

13 febbraio 2020

Vi chiederete: cosa ha a che vedere questo con la questione indicata dal titolo e dal contenuto del post…dopo averlo letto con attenzione vi parrà evidente … (consiglio: leggersi il brano in inglese riportato in immagine fino alle sue battute finali).

  1. Abbiamo visto come non esista il mero “pericolo” ma, piuttosto, la presa d’attoche, – a forza di propugnare la de-sovranizzazione (cioè la cessione unilaterale della sovranità, incondizionata rispetto a ogni esplicita, eppur doverosa, considerazione della “giustizia fra le Nazioni” e della “parità di condizioni“), e di giustificarla come conseguenza inevitabile, e dichiarata, dell’inadeguatezza della Repubblica italiana, quale Stato indipendente, a provvedere ai bisogni del popolo italiano e a governarlo -, si sia varcata la soglia in cui si ritorna “allo stato di fatto, allo stato meramente politico in cui le forze politiche sarebbero di nuovo in libertà senza avere più nessuna costrizione di carattere legalitario” (ho sottolineato le diverse declinazioni logiche compiute da Calamandrei, citato, della qualificazione di “politico” perché c’è chi non lo capisce e storce il naso, pensando che siano reiterazioni ridondanti…).

    2. Questo “ritorno allo stato di fatto” è spiegato molto bene da Calamandrei (qui, pp. 2-3) come conseguenza della “negazione dei diritti fondamentali“, cioè della effettiva realizzabilità delle norme sostanziali della nostra Costituzione che prevedono, in particolare, i diritti sociali, quelli che impongono l’intervento dello Stato e non la sua mera astensione (sul punto, v. infra lo stesso Calamandrei).
    Orbene, la negazione dei diritti sociali – distruttiva della Costituzione e appunto instaurativa dello “stato meramente politico in cui le forze politiche sarebbero di nuovo in libertà senza avere più nessuna costrizione di carattere legalitario” (sempre usando alla lettera le parole di Calamandrei in Assemblea Costituente) – discende oggettivamente proprio dalla “questione finanziaria” (v. ancora infra sempre Calamandrei), cioè dalla privazione simultanea del potere di emissione monetaria e del potere di effettiva manovra economico-fiscale, che si connette alla unilaterale cessione di sovranità.

    3. Ma dal superamento, sempre più pronunciato e reclamato come irreversibile, di questo ancoraggio alla legalità costituzionale in senso sostanziale, discendono conseguenze non indifferenti.
    La prima di esse è che la politica tornata allo stato libero privo di ogni costrizione di carattere legalitario (costituzionale) ben può proseguire ad agire in un quadro di regole procedurali e organizzative riconducibile alle previsioni costituzionali; ma si tratterebbe di una legalità costituzionale solo apparentein quanto si muoverebbe solo sul piano ritual-procedurale e, quindi, dettata da uno “spirito pratico ordinativo” di forze politiche scisse da responsabilità legali-costituzionali e indifferenti alla legalità costituzionale sostanziale.
    Questa legalità oltre che “apparente“, cioè delimitata alla forma dell’azione politica, sarebbe anche però “occasionale“, cioè discendente dall’inerzia determinata dalle contingenti esigenze di funzionalità degli organi tipizzati in Costituzione (in teoria…legati all’esito del processo elettorale): sarebbe cioè la conseguenza della normale esigenza di continua operatività degli organi pubblici, che esige una predeterminazione delle norme sul loro funzionamento in ogni tempo e in ogni regime.
    In altri termini, la permanenza dell’azione di tali organi “di governo” nell’alveo della legalità costituzionale non è ritraibile da quella sua parte normativa organizzativamente necessitata, e quindi ordinativa delle fasi istitutive e deliberative della vita di tali organi: la fonte costituzionale, in tal caso, non è necessariamente prescelta come manifestazione di volontà di aderire all’assetto socio-economico da essa prefigurato, ma in base alla necessità, storicamente occasionale, di preservare la propria funzionalità procedurale e organizzativa anche sentendosi, coscientemente, liberi nei fini rispetto alla legalità costituzionale sostanziale.

    4. Dunque, questi due ordini di norme, da un lato, procedurali-organizzative – relative alla funzionalità in sé degli organi elettivi, e dando per scontato che la democrazia costituzionale italiana non è certamente esauribile nello svolgimento delle elezioni (qui, la chiara distinzione operata da Lelio Basso; p.6.4) -,  e dall’altro

ordinamento giuridico nazionale.

 

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SCIENZE TECNOLOGIE

Cosa si prova a morire? La risposta degli scienziati potrebbe sorprendervi

12.02.2020

 

Numerosi soggetti che hanno vissuto esperienze ai confini della morte sembrerebbero associare tali momenti con sensazioni positive quali gioia ed euforia.

Da tempo immemore il genere umano ha ingaggiato una lotta senza quartiere con la morte nel tentativo di sconfiggerla o, perlomeno, di prolungare la durata della nostra vita.

Nel corso dei secoli e dei millenni l’avanzamento tecnologico della civiltà umana ha permesso di raggiungere risultati poco tempo prima neanche lontanamente immaginabili, con la medicina che, al giorno d’oggi, permette di curare mali un tempo mortali, rendendoli inoffensivi.

Ebbene, secondo uno studio portato avanti da un equipe di scienziati della Western University, in Canada, e dell’Università di Liegi, in Belgio, la morte non sarebbe poi così male come ce la immaginiamo e, anzi, riuscirebbe a regalare sensazioni decisamente positive.

Studiando una serie di casi di persone che hanno vissuto esperienze

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