NOTIZIARIO STAMPA DETTI E SCRITTI
18 LUGLIO 2019
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Parlarsi vuole dire pensare che si parli,
ma vuol dire parlare ciò che si pensa.
PAUL VALERY, Cattivi pensieri, Adelphi, 2006, pag. 157
https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/
Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.
Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com
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SOMMARIO
Ursula von der Leyen, il pangermanesimo e le operazioni coperte Usa
SVELATO IL PIANO FRANCO-TEDESCO VOTATO DAI GRILLINI: RIAPRIRE I PORTI ITALIANI 1
TRENTA DISARMA L’ITALIA: “BLOCCO NAVALE È ATTO DI GUERRA” 1
TRENTA HA NOSTALGIA DI SOPHIA: HA SCARICATO 50MILA CLANDESTINI IN ITALIA. 1
A BIBBIANO SI È APPLICATO IL PIANO CIRINNÀ: RIEDUCARE I VOSTRI FIGLI DANDOLI AI GAY 1
SERATA ABUSIVA DELLA SINISTRA MILANESE PER FINANZIARE L’ONG MEDITERRANEA. 1
Musk vuole collegare il cervello umano al computer 1
Spendere troppo in vacanza: i sette errori più comuni 1
Scuola: castrare i bambini fin dalla nascita?
Basi USA in Italia: storia di una sottomissione palese 1
Presunte imputazioni penali a carico di Mons. Vincenzo Paglia 1
Ebrei: incontro segreto per pianificare la guerra 1
NATO: “prove” di putsch contro Orban 1
Il movimento
DAGONEWS SUL RUSSIA-GATE DE’ NOANTRI: CHI HA REGISTRATO L’AUDIO? 1
Nuova legge sul sovraindebitamento. 1
Legge sul sovraindebitamento in pdf
L’industria va benissimo, i salari per niente 1
L’ingegno umano: dalla pompa di bicicletta all’aborto secondo Emma Bonino
La sovranità costituzionale, la dissonanza cognitiva e un Concilio di Nicea allo stadio
I robot ci sittuiranoo?
Birago, chie era costui? (Ne va della nostra vita)
EDITORIALE
Ursula von der Leyen, il pangermanesimo e le operazioni coperte Usa
Manlio Lo Presti – 18 luglio 2019
Il nuovo capo della commissione europea Von der Leyden proviene dai ranghi della Merkel. Quindi, non ci sarà alcun cambiamento di rotta delle politiche e sociali ed economiche della ue.
Proseguiranno, perfino inasprite, le politiche anticicliche di austerità che avranno l’effetto di:
- incrementare il titanico esercito di oltre 100.000.000 di disoccupati in Europa,
- aumentare il numero di suicidi,
- la precarietà allargata
- denatalità causata da un futuro buio e pericoloso
- invasione di una prima tornata di 20.000.000 – 50.000.000 di cosiddetti immigrati 1) per sostituire con URGENZA le popolazioni europee; 2) per essere usati come bacino di voti per i dem; 3) per essere sfruttati come schiavi a 3 euro al giorno
- devastare economicamente gli Stati che ancora tentano di opporsi al piano di unificazione (leggi annessione pangermanistica) europea mediante la paura e non con la condivisione.
Tanto per cambiare, la ex responsabile della difesa germanica
è indagata in Germania (1)
Questa è la conferma che il criterio universale di reclutamento dei ranghi alti gira essenzialmente intorno al principio del ricatto diretto frontale ed individuale della persona cooptata che, in questa situazione di sudditanza, può essere controllato con facilità.
La signora in questione è stata servilmente e prontamente reattiva contro la Russia dove ha inviato centinaia di droni di osservazione (2). Il suo allineamento alle politiche germaniche è quindi scontato e provocherà effetti di trascinamento negli eserciti dei Paesi dell’unione, anche in contrasto con i piani geopolitici degli Usa.
Gli stati Uniti intendono pertanto continuare a sviluppare coordinare ed organizzare operazioni coperte come quelle per destabilizzare l’Ungheria usando eserciti privati e gruppi paramilitari finanziati dal riciclaggio di denaro sporco attuato dalle numerose mafie europee il cui commercio della droga è palesemente una copertura di giri di soldi 50 volte superiore ai proventi al volume di spaccio di stupefacenti: NON INTENDONO CONSENTIRE L’ESISTENZA DI STATI CHE NON SI SOTTOMETTONO ALLE FILOSOFIE GENDER NEOMACCARTISTE ANTIFA DEL MOVIMENTO DEM MONDIALE!
La ridetta signora è assurta al ruolo grazie ai giochini da retrobottega e opachi effettuati in sede comunitaria utilizzando maggioranze che sono in netto contrasto con l’attuale situazione elettorale esistente nei singoli Paesi della ue.
Ciò significa che gli equilibri europei seguono logiche estranee e soprattutto contro le risultanze democratiche dei Paesi membri rivelando l’aspetto terroristico del piano di annessione e violenta sottomissione – pena attentati e paramilitari psy ops sanguinosi – degli Stati.
Si tratta pertanto di un assembramento di popoli all’insegna:
- del terrore, con uso di attentati con migliaia di morti fra i civili, stile periodo stalinista in cui si colpiva la popolazione a caso,
- della precarietà e della disoccupazione sempre più vasta,
- dei bassi salari per stremare i lavoratori,
- della speculazione finanziaria che si allarga per pompare sconfinati profitti in breve tempo,
- del riciclaggio di immense somme di danaro per finanziare operazioni militari di teatro soprattutto negli Stati che non hanno ancora filiali bancarie Goldman, Rothschild, ecc.,
- della riduzione dell’Europa in una enorme caserma in ottica antirussa, con gli usa che incitano ma se ne stanno protetti dalla separazione dell’oceano atlantico.
P.Q.M.
Non aspettiamoci nulla di buono.
Avremo spinte autoritarie, attentati sanguinari e secessioni territoriali pilotate contro coloro che non si piegheranno!
Ci sarà una ulteriore spinta alla realizzazione di uno stato totalitario europeo figlio del PANGERMANESIMO che avrà come primo obiettivo quello di trasformare in discarica razziale comunitaria il nostro Paese, la Grecia e la Spagna.
SMETTIAMOLA DI FARE I FINTI TONTI
SARANNO GUAI A VALANGHE
AI DANNI DELLA POPOLAZIONE ITALIANA
Ne riparleremo …
NOTE
1) L’inchiesta a suo carico
In Germania è stata avviata un’inchiesta a carico di von der Leyen che riguarda l’utilizzo di consulenti esterni da parte del ministero della Difesa tedesco che ha guidato dalla fine del 2013. Queste consulenze, molto remunerative, sarebbero state concesse senza i necessari controlli e gestite in modo poco trasparente.
Analizzando 56 contratti su 375 sottoscritti nel periodo 2015-2016 dal ministero della Difesa, la Corte dei Conti federale tedesca ha accertato che la maggioranza delle consulenze non hanno una giustificazione plausibile e più di un terzo sono state assegnate in maniera irregolare.
La maggior beneficiaria di queste consulenze milionarie è stata la compagnia americana Accenture, l’accusa ipotizza che sia stata agevolata dalla rete di amicizie del manager Timo Noetzel, che vantava contatti sia al ministero sia nell’esercito.
Il ruolo di Ursula von der Leyen nello scandalo è tuttora incerto. A novembre aveva ammesso che erano stati commessi degli errori nella procedura di selezione dei consulenti, negando però casi di corruzione, addebitandoli alla fretta, al troppo lavoro e al tentativo di modernizzare in tempi brevi il ministero nel quale al suo arrivo, nel dicembre 2013, l’archivio era ancora cartaceo e gli armamenti si contavano ancora a mano.
Ursula von der Leyen dovrà testimoniare in Germania, anche per rispondere dell’accusa che l’inchiesta interna avviata dal suo ministero sia stata volutamente lenta e improduttiva.
2) Nel 2015 ha inviato truppe e droni in Ucraina orientale durante la crisi con la Russia di Vladimir Putin e nel 2016 ha concluso un importante accordo tra Nato e Unione europea nell’ambito di un’operazione sul contrasto all’immigrazione clandestina.(https://www.open.online/2019/07/16/chi-e-ursula-von-der-leyen-la-nuova-presidente-della-commissione-europea/)
IN EVIDENZA
SVELATO IL PIANO FRANCO-TEDESCO VOTATO DAI GRILLINI: RIAPRIRE I PORTI ITALIANI
“Mentre Francia e Germania continuano a volere l’Italia come uno dei pochissimi Paesi di sbarco, noi stiamo lavorando a un solido asse del Mediterraneo che vuole cambiare le regole e stroncare il traffico organizzato di esseri umani”. Così Salvini abbatte in colpo solo il delirante ‘piano Moavero’ e il tentativo della Juncker in gonnella di riaprire i porti italiani.
E attacca anche il M5s, nato per fare la rivoluzione, e poi finito per votare il candidato di Merkel e Macron:
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TRENTA DISARMA L’ITALIA: “BLOCCO NAVALE È ATTO DI GUERRA”
La missione Sophia “non è decotta e non è morta, è stata un po’ affievolita la sua capacità.
Io l’ho difesa sempre e la difendo, è stata uno strumento eccezionale, ci ha dato il grande vantaggio di lavorare con la Guardia costiera libica”.
E’ il delirio di Elisabetta Trenta, presunto ministro della Difesa italiano. Ecco il vantaggio di Sophia:
Errare è umano, perseverare è grillino.
“Sophia va un po’ cambiata, bisogna cambiare le regole di sbarco con una condivisione europea più ampia, va ampliato il mandato per coprire il traffico del petrolio – ha sottolineato il ministro della Difesa -. Io sono per un potenziamento di Sophia”.
Certo. Ora che abbiamo quasi azzerato gli sbarchi a poco più di 3mila da quai 200mila del 2017, torniamo indietro. Roba da ricovero.
“Il blocco navale non si può fare, è un atto di guerra. Ma ci sono cose che si possono
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https://voxnews.info/2019/07/17/trenta-disarma-litalia-blocco-navale-e-atto-di-guerra/
TRENTA HA NOSTALGIA DI SOPHIA: HA SCARICATO 50MILA CLANDESTINI IN ITALIA
8 luglio 2019
Al ministro della Difesa Trenta, che ha criticato la scelta di uscire dalla missione Sophia, “replicano i numeri”.
Lo ha detto il ministro dell’Interno e vicepremier Salvini.
“La missione Sophia recuperò decine di migliaia di immigrati e li portò tutti in Italia, perché questo prevedevano le regole della missione. Ditemi se il contrasto dell’immigrazione clandestina è recuperare decine di migliaia immigrati nel Mediterraneo e portarli in Italia” ha osservato, annunciando un comitato per l’ordine e la sicurezza
Renzi aveva firmato per scaricare tutti i clandestini raccattati dalla famigerata missione in Italia, infatti:
Lungi dall’essere una lotta al business dei clandestini e alla tratta dei nuovi schiavi – obiettivo dichiarato della missione Sophia – questa era diventata un servizio taxi in sinergia con le Ong.
E, come firmato da Renzi, in cambio di ‘flessibilità sul deficit’,
i clandestini finivano tutti in Italia.
Altra cosa sarebbe se Sophia si unisse al blocco navale italo libico riportando indietro i barconi, ma così, è solo una calamita per i clandestini.
Una calamita che, tra l’altro, ci costa 129mila euro al giorno: escluso il costo di mantenimento dei fancazzisti che ci portano a casa e che finiscono nei centri di accoglienza.
Ricordiamo che i clandestini sbarcati dalla missione Sophia sono il 9% del totale degli arrivi negli ultimi tre anni: parliamo di oltre 50mila clandestini che non sarebbero dovuti finire in Italia.
Eunavformed era nata per schiacciare i trafficanti di esseri umani: in realtà
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A BIBBIANO SI È APPLICATO IL PIANO CIRINNÀ: RIEDUCARE I VOSTRI FIGLI DANDOLI AI GAY
La Cirinnà aveva un programma da portare avanti:
Questo programma era tempo fa applicato al Forteto,
dove la famiglia veniva destrutturata
attraverso meccanismi di rieducazione dei bambini
sottratti ai genitori dal tribunale dei minori di Firenze.
Lo stesso programma svelato in questi giorni a Bibbiano:
Questo è accaduto a Bibbiano. Dove gli assistenti sociali, un branco di pervertiti come questa:
Prendevano bambini da famiglie normali per fare soldi. Ma l’obiettivo, quello vero,
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SERATA ABUSIVA DELLA SINISTRA MILANESE PER FINANZIARE L’ONG MEDITERRANEA
Una cena a pagamento per finanziare i trafficanti umanitari di Mediterranea, l’Ong con due navi sequestrate e diversi membri indagati.
Il tutto avviene al Leoncavallo, centro sociale di Milano, nello stabile che occupa da quasi trent’anni in via Antoine Watteau, a Greco, periferia nord-est della città.
Proprio lì è stata organizzata la ‘cena solidale’: nulla di meglio di un evento illegale per finanziare un’attività illegale di un’organizzazione illegale.
“Giovedì 18 Luglio incontro informativo a partire dalle ore 18 per Mediterranea Saving Humans.
A seguire dalle ore 20 cena benefit servita dalla Cucina Pop, 15€ per sostenere le attività di #Mediterranea mangiando un ottimo piatto unico vegetariano oppure di carne accompagnato da un bicchiere di vino bianco!”, si legge sulla pagina Facebook di Leoncavallo Spa (spazio pubblico autogestito). Pubblico un cazzo, ve lo siete fregato.
Silvia Sardone, consigliere comunale ed europarlamentare della Lega, attacca: “La cena alla modica cifra di 15€ a testa organizzata per domani dal centro sociale abusivo Leoncavallo per raccogliere fondi da destinare ad alcune Ong rappresenta l’ennesimo schiaffo alla città di Milano. Mi piacerebbe capire se il Pd, dopo esser salito a bordo della Sea Watch per portare solidarietà alla capitana
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https://voxnews.info/2019/07/18/serata-abusiva-della-sinistra-milanese-per-finanziare-long-mediterranea/
Musk vuole collegare il cervello umano al computer
Gli scopi possibili sono molteplici: dal trattamento di gravi malattie come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson alla «simbiosi con l’intelligenza artificiale». Chip testato con esiti «molto positivi» sulle scimmie.
17 Luglio 2019
Neuralink, società di neurotecnologia di Elon Musk, ha testato un microhip cerebrale grazie al quale «una scimmia è stata in grado di controllare un computer con il suo cervello». L’annuncio è stato fatto il 17 luglio dallo stesso Musk, che
Continua qui:
https://www.lettera43.it/elon-musk-microchip-cerebrale-scimmie/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Spendere troppo in vacanza: i sette errori più comuni
16 Luglio 2019, di Alessandra Caparello
L’estate è arrivata e le meritate ferie sono dietro l’angolo. È tutto pronto per partire, biglietto aereo, hotel e contanti per pagare le spese. Ma occhio a fare la mossa giusta altrimenti il rischio è di prosciugare tutto il budget a disposizione. Secondo l’indagine Invest in You Spending Survey della CNBC in collaborazione con SurveyMonkey, il 34% degli americani ha dichiarato di voler spendere quest’anno tra 1.000 e 4.999 dollari per le vacanze estive, mentre il 26% scenderà a meno di 1000 dollari. Ecco quali sono i sette errori di spesa più comuni che si commette quando si pianifica una vacanza.
Prenotare un volo all’ultimo minuto
Uno dei primi passi della pianificazione delle vacanze è la prenotazione di un volo. La tempistica è fondamentale quando si cerca di trovare il prezzo giusto. Ovviamente, più si ritarda l’acquisto del biglietto aereo in concomitanza con la data di partenza, più alti sono i prezzi. Non sempre ci sono offerte last minute vantaggiose. È meglio comprare il biglietto tre settimane prima.
Non valutare le opzioni di alloggio
Viaggiate da soli, in coppia o con un gruppo? Una camera d’albergo è la scelta migliore per una o due persone, mentre se si è di più, ha più senso alloggiare in una casa vacanza che in genere è a tariffe più basse.
Prima ancora di uscire dalla porta di casa per partite, regola aurea è avvisare la propria banca se si viaggia all’estero. E’ utile inoltre controllare i costi che il proprio istituto applica alle transazioni all’estero e valutare quindi di aprire una carta di credito o di debito dedicata.
Controllare il passaporto troppo tardi
Avere un passaporto prossimo alla scadenza è un altro grande errore che si commette pianificando il viaggio visto che il rinnovo potrebbe costare molto tempo. Inoltre, anche se il documento è ancora valido durante il periodo di viaggio, alcune località possono non accettare il passaporto prossimo alla scadenza.
Non si approfitta di app e di premi
Per chi prenota il proprio viaggio su una app dedicata potrebbe trovare risparmi
Continua qui:
https://www.wallstreetitalia.com/spendere-troppo-in-vacanza-i-sette-errori-piu-comuni/
Scuola: castrare i bambini fin dalla nascita?
di Santiago Gascó Altaba – 19 giugno 2019
Scuola spagnola IES San Diego de Alcalá a Puerto del Rosario, Fuerteventura, nelle Isole Canarie. Lezione di lingua e letteratura. Alunni di 15-16 anni. Sottostante alcune delle frasi tratte dalle trascrizioni (3) molto lunghe depositate in allegato assieme alla denuncia presentata dal “giudice” Francisco Serrano.
Le registrazioni si possono ascoltare qui: https://youtu.be/TpFl_PNT9YQ
Mi limito a trascrivere in sintesi alcuni dei concetti, quelli che hanno a che fare con il femminismo e la questione maschile (cerco di essere fedele anche nel linguaggio scurrile)
P- Ciò che hanno fatto gli uomini storicamente è dirigerci, controllarci, perfino il nostro pensiero
P- Non si può essere democratico e religioso. Religione e democrazia sono incompatibili
P- Deve essere fantastico (per un ragazzo) sapere che posso scopare tutti i giorni quando voglio, anche se la metto incinta, che il peggio lo subisce lei.
Alunno – Di quale sistema crede che ci sia bisogno (a proposito del sistema sociale migliore)?
P- La matria
Alunno – In cosa consiste?
P- Nel potere delle donne (…) I valori delle donne non sono la guerra, né la distruzione, né l’antiecologismo (…) un mondo ecologico, un mondo non violento, un mondo non imperiale, un mondo in contatto con la natura. Questi sono valori molto femminili. (…)
P- Come la impiantiamo (la matria)? Castrazione selettiva (…) La salvezza del pianeta giustifica di castrare il 25% della popolazione? (…) (proteste degli alunni) Ma se a voi vi tagliano il pisello e non vi succede niente! (…) Bisogna castrare in quanto si nasce (…)
Alunno – Ma così la popolazione scompare
P- Ho detto selettiva (…) Se tagli loro le palle in quanto nascono, non soltanto non potranno avere dei figli, non svilupperanno una serie di ormoni, quelli che sviluppano la loro forza fisica. (…)
P- L’identità degli uomini è il loro cazzo. A me mozzano il cazzo e preferisco che mi taglino il collo, dicono molti uomini. (…) Preferiscono morire piuttosto che farsi mozzare il cazzo. (…)
P- In matria, gli uomini che non avranno le palle saranno felici perché non le avranno conosciute. (…) Metteremo in atto l’eugenetica (…)
P- Ma voi sapete che noi siamo state castrate da loro (gli uomini) per milioni di secoli, soprattutto nella mente (…) gli orgasmi femminili sono comparsi dagli anni ’60 e fino allora noi donne non abbiamo potuto avere orgasmi (…) Noi donne siamo state castrate storicamente dal momento della nascita fino al momento della morte. (…) Perché voi (gli alunni maschi) non ci lasciavate nemmeno pensare che noi avessimo diritto al desiderio e al piacere. Dunque, smettete di lamentarvi (sulla castrazione maschile)
Alunno – Ma allora, Lei cosa vuole vendetta o libertà?
Permettetemi alcune riflessioni
1- La forma mentis dell’insegnante spagnola (anche se estrema) è la stessa identica forma mentis della maggior parte delle donne (e del corpo docente) in Italia e in tutto l’Occidente. Mio figlio, scuola superiore, mi racconta gli argomenti trattati (femminicidio, gap salariale, patriarcato,…) dall’insegnante (donna) d’italiano e il modo partigiano femminista nel quale vengono affrontati. Scuola elementare, due insegnanti (donne), insegnante prevalente e insegnante di sostegno, presenti entrambe in aula. Raccontatomi dall’insegnante che ascoltava, durante la lezione a proposito degli uomini di Neanderthal: “Gli uomini di Neanderthal erano maschilisti, costringevano le donne a rimanere nelle caverne con i piccoli, mentre loro andavano a caccia”. A proposito della bufala dell’incendio doloso della fabbrica a New York l’8 marzo con oltre un centinaio di vittime donne: «Nel 2013, le mie figlie di 10 e 14 anni, mi hanno raccontato la stessa bufala alla ricorrenza dell’8 marzo, insegnata a scuola dalle loro maestre. Entrambe!» (La grande menzogna del femminismo, pag. 195)
2- Qual è questa forma mentis? Dogma principale: La donna è la vittima della storia, l’uomo il suo oppressore. Più in specifico, alcuni punti tratti solo dalla trascrizione soprastante: a) La donna è stata schiavizzata anche nel pensiero (eterno femminino, tesi del libro di Simone de Beauvoir, Il secondo sesso); b) La religione è nemico della donna (“teologia femminista” è un ossimoro, tutte le femministe storiche hanno appellato alla distruzione delle religioni, assieme naturalmente alla famiglia, il matrimonio, l’eterosessualità, ecc.); c) Esiste in ogni femminista un’indicibile invidia della natura maschile (mancanza di mestruazioni, maggiore forza fisica,…), motivo del loro odio inconscio (nel caso della trascrizione la libera sessualità maschile rispetto alla sessualità femminile che non è libera); d) L’esistenza storica o la sua possibilità futura di un sistema sociale chiamato matriarcato; e) La superiorità delle donne nella gestione del potere; f) La superiorità morale delle donne (pacifiche, ecologiche, cooperative,…); g) La pericolosità della mascolinità (tossica) che deve essere limitata (se necessario con la castrazione); h) La donna “salverà” il pianeta (il termine “salvare” riferito alla donna è adoperato in numerose citazioni femministe); i) Gli uomini non possono parlare su come sono fate le donne ma le femministe spiegano di continuo come sono fatti gli uomini (“l’identità degli uomini è il loro cazzo”); k) La sessualità femminile è stata castrata per “milioni di secoli”.
3 – Questa forma mentis è assolutamente parziale, dunque infondata e storicamente falsa. Ogni punto può essere facilmente confutato. Gli insegnanti, anche in Italia, non stanno trasmettendo conoscenza ma ideologia. Confutiamo ad esempio l’ultimo punto con qualche accenno storico:
Tesi Femminista: Fino agli anni ’60 le donne non hanno mai potuto avere orgasmi; non hanno mai avuto diritto al desiderio né al piacere.
Confutazione:
A proposito di “castrazione”, quella maschile (fisica e reale) che sveglia il desiderio femminile: “Si narra che sia stata la regina assira Semiramide a usare per prima gli eunuchi per proprio godimento, dopodiché li uccideva. Un’abitudine comune tra le donne romane durante l’Impero, il godimento ovviamente, ma senza cavare gli occhi, come facevano le donne sciite. I castrati svegliavano le passioni delle dame anche in Europa durante l’età moderna.” (La grande menzogna del femminismo, pag. 220, citazioni pagg. 330-331)
A proposito in specifico dell’orgasmo femminile: A Roma, in Ars Amatoria II, Ovidio parla dell’orgasmo femminile e incoraggia a raggiungerlo in contemporanea a quello maschile per il pieno piacere. Il mondo cattolico, in Italia, la “Piccola Bibbia dei giovani sposi” del 1885 incoraggia la ricerca dell’orgasmo simultaneo. Nel cinema il noto film non pornografico “Estasi” del 1933 (30 anni prima degli anni ’60), protagonista Hedy Lamarr, riproduce un orgasmo femminile.
A proposito della libertà sessuale femminile (l’argomento è trattato ampiamente nel II volume
Continua qui:
http://www.uominibeta.org/articoli/scuola-castrare-i-bambini-fin-dalla-nascita/
BELPAESE DA SALVARE
Basi USA in Italia: storia di una sottomissione palese
24 ottobre 2017 Simone Nasazzi
Da Paese uscito sconfitto dal secondo conflitto mondiale, e con una importanza geopolitica rilevante, all’Italia è stata imposta una presenza massiccia di basi militari su tutto il territorio nazionale. Con l’adesione al patto atlantico di difesa miliare NATO del 4 aprile 1949, l’Italia entra e si posiziona ufficialmente all’interno del blocco occidentale contrapposto a quello sovietico e del patto di Varsavia, diventando un’importante base logistico-militare per le truppe alleate, soprattutto per quelle americane.
Basti pensare che dal dopoguerra in poi, la presenza militare americana ha garantito a Washington un controllo capillare nel Mediterraneo, che doveva essere difeso, a detta del Pentagono, dalla minaccia sovietica. Gli americani hanno depositato un cospicuo numero di testate nucleari in Italia, che tutt’oggi rimangono attive.
Ma è soprattutto negli ultimi trent’anni che queste basi, marine, aeree e di terra si sono rivelate di grande importanza: ad esempio per le operazioni di intervento militare contro la Serbia nel conflitto Jugoslavo, nelle missioni di peace keeping nelle neonate repubbliche in quell’area o in Libia e per il rifornimento logistico navale nei due conflitti in Iraq.
La presenza USA nel nostro Paese non si è mai alleggerita, neanche dopo la fine della guerra fredda e il crollo dell’Unione Sovietica. È anzi rimasta ben presente per tre importanti motivi: per supporto logistico alle guerre di “esportazione di democrazia” nel Mediterraneo e nel golfo, per mantenere una pesante “occupazione” militare in Europa e infine per proseguire nell’ottica di una politica di accerchiamento della Russia.
Le basi americane sono disseminate dal Friuli alla Sicilia, e il rapporto del governo italiano con la loro presenza è sempre stato di totale sottomissione. Prendiamo ad esempio la base di Vicenza, Camp Ederle: già caserma dell’esercito italiano, ospitò i primi militari americani già nel 1955, in dislocamento dall’Austria, acquistando nel tempo sempre più importanza e implementando la presenza di truppe fino ad arrivare alle 12000 unità odierne, 2000 in più del periodo della guerra fredda.
L’impatto con la comunità veneta della presenza dei 12000 militari americani a Vicenza
Continua qui:
https://oltrelalinea.news/2017/10/24/basi-usa-in-italia-storia-di-una-sottomissione-palese/
Presunte imputazioni penali a carico di Mons. Vincenzo Paglia
Precisazione e richiesta di rettifica
Maurizio Blondet 13 Luglio 2019
Gentile collega (e per conoscenza all’Avvocato di S.E. Mons Paglia, dr. Manlio Morcella),
In riferimento alla pubblicazione, per mezzo di blog e social network, della notizia di presunte imputazioni penali a carico di Mons. Vincenzo Paglia, chiediamo gentilmente ospitalità al fine di rettificare tale infondata notizia. A questo fine si inoltra testo del decreto di archiviazione, datato Settembre 2015, con il quale la Procura di Terni
Continua qui:
CONFLITTI GEOPOLITICI
Ebrei: incontro segreto per pianificare la guerra
17 Luglio 2019 DI PHILIPH GIRALDI
americanfreepress.net
Il 5 giugno, 16 capi di organizzazioni ebraiche hanno incontrato 25 senatori Democratici in una riunione privata, evento che, a detta del Times of Israel, si verifica annualmente. Tutte le organizzazioni ebraiche, tranne una, si sono apertamente dichiarate a favore di Israele e della sua agenda politica. Tra i gruppi chiave presenti si annoveravano il Consiglio dei Presidenti delle Principali Organizzazioni Ebraiche, la Lega Anti-Diffamazione ed il Comitato per gli Affari Pubblici Israelo-Americani. Alcuni di questi hanno esercitato pressioni sul Congresso e sulla Casa Bianca a sostegno dell’uso della forza contro l’Iran, una posizione sostanzialmente identica alle richieste avanzate dal governo Netanyahu.
La delegazione senatoriale era guidata da Chuck Schumer (D-N.Y.), attuale leader della minoranza al Senato, il quale si è autodefinito ‘shomer’, guardiano di Israele al Senato. I 25 senatori presenti costituiscono un quarto dell’intero corpo deliberativo e più della metà di tutti i Democratici attivi in aula. A presiedere il raduno la senatrice Amy Klobuchar (D-Minn.), che ha enfaticamente collegato la propria candidatura per le presidenziali del 2020 agli interessi ebraici e israeliani.
Dopo l’incontro, Jewish Insider ha fornito un elenco completo dei partecipanti, nonché un diagramma di come si siano posizionati nella sala conferenze di Capitol Hill. I senatori si trovavano su un lato di un tavolo, con i leader ebraici su tutti gli altri tre. Chi esattamente abbia fornito l’ordine del giorno che la Klobuchar ha seguìto non è noto, ma si sospetta che possa esser stato uno sforzo congiunto di Schumer e di alcuni dei più eminenti membri delle organizzazioni ebraiche.
L’incontro non è stato un evento pubblico e, quantomeno fino ad un certo punto, era rimasto segreto. Quando e dove avrebbe avuto luogo, ed i suoi partecipanti, non era stato annunciato, la sua esistenza riportata solo sui media israeliani ed ebraici. Secondo la copertura post-evento a cura di Alison Weir, del sito web “If Americans Knew”, nemmeno gli impiegati degli uffici del Congresso erano a conoscenza del fatto che l’incontro si stesse svolgendo. Nessuna dichiarazione è stata rilasciata in séguito. Si ritiene tuttavia che l’argomento principale in discussione fosse come contenere ed invertire il sentimento propalestinese che sta montando tra gli elettori progressisti Democratici. Questi ultimi, con sommo orrore dei partecipanti, pare abbiano preso in considerazione la possibilità che i palestinesi siano esseri umani, con potenzialmente gli stessi diritti degli israeliani. Un focus particolare sarebbe stato rivolto al movimento nonviolento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), diventato una forza crescente nei campus universitari e nei circoli progressisti.
Altre questioni sollevate sono state menzionate più tardi nel servizio di posta elettronica “The Tell” di Ron Kampeas, della Jewish Telegraphic Agency (JTA). Tra queste, il sostegno ad Israele ed anche una maggior legislazione a livello federale per combattere l”antisemitismo’. Infine, naturalmente, questioni di denaro. Diversi gruppi vogliono che aumentino i finanziamenti da parte del Dipartimento della Sicurezza Nazionale (DHS) volti a garantire maggior sicurezza nelle strutture ebraiche. L’attuale governo sta considerando la possibilità di stanziare 70 milioni di dollari l’anno, ancorché vi siano richieste che l’ammontare venga aumentato a 90 milioni. Un articolo del 2014 di Jewish Forward riportava che le istituzioni ebraiche ricevevano il 94% del finanziamento discrezionale del DHS.
Si potrebbe ragionevolmente sostenere che l’incontro privato coi senatori Democratici rifletta una particolare preoccupazione, ovvero che la base del partito stia diventando notevolmente meno filoisraeliana. Tale motivazione potrebbe essere parzialmente vera, ma la realtà è che il governo federale che fa da lacchè ad Israele è bipartisan, nonché globale nella propria portata. Gli Stati Uniti sono gli unici ad avere un delegato che ha la missione di combattere l’antisemitismo, e tra i suoi poteri vi è anche la proposta di sanzionare quei paesi che sono critici di Israele.
Proprio mentre i Democratici si incontravano con i leader ebraici, i Repubblicani facevano la stessa cosa. Il Segretario di Stato Mike Pompeo ha probabilmente incontrato alcuni di quegli stessi leader, ed ha espresso loro preoccupazione per la possibilità che il leader laburista britannico Jeremy Corbyn possa diventare primo ministro. Corbyn è stato preso di mira dagli ebrei in Gran Bretagna in quanto primo politico nel Regno Unito ad aver parlato con toni empatici della difficile situazione dei palestinesi.
Hanno chiesto a Pompeo, “se Corbyn venisse eletto, sarebbe disposto a lavorare con noi per agire qualora la situazione dovesse farsi difficile per gli ebrei nel Regno Unito?”. La sua risposta: “È possibile che Corbyn riesca ad essere eletto. Dovreste però saperlo, non aspetteremo che agisca per iniziare a reagire. Faremo del nostro meglio. Sarebbe troppo difficile e rischioso farlo una volta salito al governo”.
Gli ebrei americani vogliono dunque unire le forze con le controparti britanniche per abbattere, o quantomeno contenere, un politico di alto livello, democraticamente eletto, sol perché riconosce la sofferenza dei palestinesi. Il Segretario di Stato statunitense incontra quegli stessi attivisti e concorda con loro sul fatto che qualcosa debba essere fatto. Ricordiamo che al momento la Gran Bretagna è l’alleato più stretto degli USA e tecnicamente ancóra una democrazia. Gli ebrei ovviamente occupano uno spazio piuttosto speciale, politicamente parlando, nel cuore degli Stati Uniti. Ci si potrebbe infatti chiedere: dove sono gli incontri privati con i rappresentanti di organizzazioni irlandesi, italiane, polacche o tedesche, ognuna delle quali rappresenta una porzione ben più ampia nel mix etnico americano di quanto non costituiscano gli ebrei? L’ovvia risposta è che questi gruppi non operano in modo coeso e tribale, e non possiedono le risorse finanziarie delle quali invece godono i circa 600 gruppi ebraici che fanno attività di lobbying per Israele. In America, purtroppo, il denaro compra l’accesso al potere e, se c’è n’è abbastanza sul tavolo, può comprare anche politici.
Gli altri gruppi bianchi americani peraltro non sono guidati dal risentimento.
E c’è un’altra significativa differenza: ancorché altri gruppi etnici negli
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NATO: “prove” di putsch contro Orban
Maurizio Blondet 16 Luglio 2019
“L’Ungheria, un tempo all’avanguardia nell’adottare i valori occidentali quando crollò il blocco sovietico, oggi ha preso una diversa rotta da quando Orban è diventato premier nel 2010. Benché membro della NATO, Orban ha messo sotto pressione le organizzazioni non-governative. [Quanto a] Trump, ha dato a Viktor Orban l’autoritario premier d’Ungheria, un caloroso benvenuto a maggio, a dispetto degli allarmi per le istituzioni democratiche che sta riducendo, e il ristabilimento di cordiali relazioni con la Russia. [Del resto] anche Trump ha cordialmente scherzato con Putin durante l’ultimo vertice in Giappone”.
Con queste parole il New York Times, organo del Deep State liberal, ha descritto – con compiacimento sinistro – esercitazioni “segrete per missioni da compiere dietro le linee” russe che 1400 truppe speciali americane (Green Berets e Navy Seals), e commandos ungheresi (oltre che “alleati”) hanno condotto per due settimane “in Ungheria, Bulgaria e Romania”. Si sono simulate “operazioni di supporto a forze di resistenza locali” nell’Europa orientale, destinate ad affrontare “i commandos russi senza insegne come i piccoli uomini verdi che hanno aiutato Mosca a conquistare la Crimea nel 2014”.
In pratica si formano ed addestrano truppe partigiane e irregolari: “una finestra sulle operazioni da attuare nell’ombra, nella “zona grigia”, al disotto dell’innesco del conflitto aperto armato”, una Gladio e Stay Behind in Ungheria per la sovversione, sabotaggio – e putsch, perché no?
Il New York Times lo fa intendere fin troppo chiaramente. Posti di fronte a domande sulle “contraddizioni” (sic) dei loro capo politici (Trump e Orban), colpevoli di avere buone relazioni con la “aggressiva” Mosca che “ha invaso la Crimea”, gli alti gradi che hanno comandati l’esercitazione, sia americani sia magiari, “cercavano di evitare le domande sulla politica interna dei rispettivi paesi e sugli stretti legami con Mosca che i loro comandanti in capo hanno abbracciato”. Insomma, loro i generali, sono contrari alla politica filorussa sia di Trump sia di Orban.
E lo hanno fatto capire, “i migliori alti ufficiali ungheresi ed americani”, “dopo essersi scambiati occhiate sorvegliando attentamente le parole”.
“Sentiamo la musica di fondo, non siamo sordi”, si lascia sfuggire il capitano Mark Schaefer, 47 anni, un Navy Seals, che guida l’esercitazione sia in Ungheria che in Romania e Bulgaria. “I nostri rapporti da soldato a soldato sono molto resistenti rispetto a quello che fanno i politici”, rincara il generale di brigata Tamas Sandor, che comanda mille commandos magiari: 57 anni, è stato formato a Fort Leavenworth (Canada) Fort Bragg e alla Università della Difesa di Washington, ed ha coperto tre dispiegamenti in Afghanistan insieme alle truppe USA: come capita a questo tipo umano, è più americano degli americani.
L’esercitazione delle truppe speciali che simulano la sovversione “dietro le linee”, è avvenuta nel quadro della più vasta esercitazione militare a guida Usa “da quando la Russia ha invaso la Crimea”. Ha impegnato “migliaia” di soldati USA e europei e una cinquantina di navi che hanno simulato uno sbarco sulla costa baltica vicino alla Russia. Nello stesso quadro, forze speciali svedesi e norvegesi “hanno distribuito insegnamenti” per sopravvivere e combattere “nella regione artica sempre più contestata”
“Le potenze autoritarie come la Russia” hanno un vantaggio nelle guerre ibride perché “costruite su inganni e falsità”, giura il quotidiano che ha detto la verità sull’11 Settembre…. Tra queste falsità viene nominata una notizia diffusa dal sito Novorossia il 5 marzo, che rendeva noto che Kiev aveva fornito di passaporti ucraini (con cui si può entrare in Russia) soldati americani di discendenza ucraina alcuni parlanti russo senza accento, e quindi in grado di infiltrarsi in territorio russo.
https://novorosinform.org/762656
Sempre a marzo, molte guardie confinarie ucraine e cittadini civili hanno ricevuto SMS che annunciavano l’arrivo in segreto di truppe speciali Usa a Kiev, per scatenarvi una “Maidan 3.0”
https://en.interfax.com.ua/news/general/575301.html
“I russi stanno tentando di infiltrarsi nei nostri punti deboli”, dicono gli ufficiali Usa. Sia in Ungheria che in Romania e Bulgaria i commandos hanno fatto pratica di una simulazione in cui le loro apparecchiature a guida satellitare venivano neutralizzate da un attacco informatico russo. “Si è tornati a bussola e mappe e nient’altro, vecchia scuola”, ha detto il generale Sandor.
“Piccole squadre di commando di 10 paesi
hanno provato missioni di ricognizione clandestina,
insinuandosi su potenziali obiettivi e trasmettendo informazioni alle forze locali”.
Più interessante l’insieme di esercitazioni in cui “piccole squadre di commandos hanno provato missioni clandestine di ricognizioni, che prevedevano l’infiltrazione dietro le linee nemiche per localizzare obiettivi, e la seguente esfiltrazione senza essere scoperti, “dopo aver trasmesso informazioni alle forze locali” partigiane. Inoltre, in un allenamento all’alba, “una ventina di commandos ungheresi armati con fucili M4 e maschere antigas hanno condotto una finta incursione in un edificio abbandonato dove si
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https://www.maurizioblondet.it/nato-prove-di-putsch-contro-orban/
CULTURA
Il movimento
di Fabrizio Marchi – 29 novembre 2009
Viviamo in una società formalmente ispirata a principi democratici e liberali ma sostanzialmente dominata dalla razionalità strumentale ed utilitaristica e dal dominio assoluto del mercato e della sua ideologia.
La peculiare caratteristica di questa moderna forma di dominio è la sua altissima capacità di condizionare e controllare l’esistenza dei suoi membri a qualsiasi livello, sia nella sfera pubblica che soprattutto in quella privata. In pratica non esiste un solo anfratto della vita umana che sia sottratto al suo controllo, né potrebbe essere altrimenti.
Infatti è la natura stessa di questo genere di dominio, la sua peculiarità e la sua complessità che rendono necessaria questa modalità di controllo così estesa e totale della vita degli individui, soprattutto del loro foro interiore e dei loro aspetti psicologici più profondi.
Questa forma di controllo così sofisticata e altamente pervasiva è la caratteristica delle forme moderne di dominio. Infatti le tirannie e i sistemi dispotici e totalitari della storia passata e recente non avevano la necessità assoluta di controllare ogni angolo, anche il più profondo e remoto, della vita degli individui. E questo perché il contratto sociale, cioè la relazione fra il sovrano e i suoi sudditi, era in ultima istanza fondata sui rapporti di forza, cioè sul tasso di terrore che il primo era in grado di esercitare sui secondi al fine di ottenere la loro obbedienza e il rispetto delle leggi e dell’ordine costituito.
Ma queste forme di organizzazione sociale e politica sono assolutamente inadeguate a governare e a gestire società complesse come quelle capitalistiche occidentali (e non solo occidentali ormai…) contemporanee le quali, per sopravvivere e autoalimentarsi, hanno bisogno di meccanismi sociali, culturali e psicologici estremamente più complessi del semplice esercizio della forza che strutturalmente non può essere sufficiente a promuovere e mobilitare forze e risorse produttive, sia in termini quantitativi che soprattutto qualitativi, necessarie ad alimentare l’intero sistema.
Tali meccanismi non possono quindi poggiare le loro fondamenta tanto sulla coercizione quanto sull’utilizzo puntuale e sapientemente centellinato di ciò che usiamo definire col termine di incentivo che diventa, nell’attuale contesto, lo strumento determinante per la sopravvivenza del sistema stesso. Naturalmente, in questa situazione testé descritta, la più potente e principale forma di incentivo è data dalla possibilità di arricchirsi o dalla speranza di poterlo fare. Arricchirsi diventa tanto più fondamentale soprattutto in una società dove tutto è stato mercificato,
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http://www.uominibeta.org/home2/movimento-degli-uomini-beta/#more
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
DAGONEWS SUL RUSSIA-GATE DE’ NOANTRI: CHI HA REGISTRATO L’AUDIO?
OVVIAMENTE I RUSSI, CHE GIÀ CI PROVARONO CON ‘L’ESPRESSO’ A FAR SCOPPIARE IL CASO, SENZA SUCCESSO. MA DOPO IL VIAGGIO DEL TRUCE A WASHINGTON, PUTIN CI HA TENUTO A RICORDARE AGLI ‘ALLEATI’ LEGHISTI COME SI FA LA POLITICA INTERNAZIONALE. TANTO L’AFFARE NON È ANDATO IN BUCA – IL RUOLO DI FERLENGHI, PIÙ FILO-RUSSO DEI RUSSI, LE DICHIARAZIONI DI SALVINI SU DESCALZI E…
DAGOREPORT
La più importante e decisiva domanda da farsi sul Russia-gate è: chi ha registrato l’audio dell’incontro di Savoini e compagni all’Hotel Metropol di Mosca? E’ nella logica delle cose che a salvare quella traccia in alta e chiarissima qualità siano stati gli amici di Putin, magari per premunirsi per un eventuale voltafaccia futuro di Salvini. Infatti l’audio è stato registrato a dicembre 2018 e ricicciato – visto che l’operazione da 65 milioni di euro non andò in buca – nel momento in cui si comincia a parlare della visita di Salvini a Washington e dei suoi vari incontri con l’ambasciatore Usa in Italia.
Ecco che, cinque mesi fa, una manina russa fa volare l’audio della registrazione in Italia. Ma lo scoop dell’”Espresso” non trova audience e muore lì. Dopodiché il Truce vola negli Stati Uniti e dopo gli incontri con Pence e Pompeo è più felice di una Pasqua: ora mi sento più forte di un toro, l’Italia deve imboccare la via di Trump, e altre entusiaste dichiarazioni subito recapitate a Mosca.
Dopodiché sbarca Putin in Italia e non ottiene dal governo gialloverde una parola contro le sanzioni europee alla Russia, ricevendo in cambio una insostenibile raccomandazione ad alleggerire la posizione in Crimea. Tornando a casa, la delusione dello zar Vlad è in queste parole: “Sono molto contento di aver incontrato il Papa e Silvio Berlusconi …”. Subito dopo Buzzfeed lancia la bomba audio del Metropol.
Ed è ovvio che la manina è russa. Ma il vero problema è un altro: tipini come
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https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagonews-russia-gate-de-39-noantri-chi-ha-registrato-39-audio-208931.htm
GIUSTIZIA E NORME
Nuova legge sul sovraindebitamento
14 Febbraio 2019
Riforma della legge salvasuicidi: il nuovo codice della crisi di impresa contiene sia la vecchia legge fallimentare che la legge n. 3/2012 modificata.
Viene riformata la famosa legge salvasuicidi, più tecnicamente chiamata legge sul sovraindebitamento. La vecchia Legge n. 3 del 2012, che fino a ieri costituiva un autonomo corpo normativo, ora è stata trasfusa nel nuovo codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, pubblicato da stamattina sulla Gazzetta Ufficiale (trovi il testo integrale qui). Cosa cambia rispetto al passato? Molto.
Anche se resta inalterata la struttura e la finalità della procedura – volta, come noto, a sottrarre famiglie ed imprese dall’insolvenza, agevolandone la ripresa – la nuova legge sul sovraindebitamento prevede ora un meccanismo di cancellazione dei debiti anche senza pagamento dei creditori. Potrà ottenere l’esdebitazione “a zero incassi” chi non ha nulla da offrire ossia chi non può far fronte ai pagamenti neanche in parte.
Maggiori dettagli nell’articolo Come liberarsi dai debiti senza pagare i creditori. Chiaramente si tratta di un’ipotesi residuale, che si può sfruttare una sola volta nell’arco della propria vita, ma che senza dubbio attirerà l’attenzione di tutti coloro che, sino ad oggi, non hanno potuto accedere al beneficio del sovraindebitamento proprio per l’assenza di redditi o beni intestati da vendere o cedere ai creditori – anche solo in garanzia – pur di vedersi cancellare le passività.
La nuova legge sul sovaindebitamento
Restano immutate le tre procedure per ottenere l’esdebitazione dei soggetti esclusi dalla liquidazione giudiziale (imprenditori commerciali privi dei requisiti dimensionali per poter esservi sottoposti, imprenditori non commerciali, comuni cittadini):
- il piano del consumatore: riservato a chi ha debiti di natura privata, estranei cioè all’attività di impresa. In tale ipotesi, al di là dell’entità del debito e del numero dei creditori (potendo essere anche uno soltanto, come l’Agente della Riscossione esattoriale), il debitore presenta tribunale – coadiuvato da un Organismo di Composizione della Crisi (Occ) – il proprio programma di pagamento e liquidazione. Il nulla osta passa solo dall’autorizzazione del giudice che non tiene conto del parere dei creditori;
- accordo con i creditori: riservato ai casi in cui il debito – o gran parte di esso – deriva dall’esercizio di attività d’impresa, professionale o comunque lavorativa. In tale ipotesi, il programma – redatto sempre con l’aiuto di un Occ – deve ottenere il consenso dei creditori che costituiscono il 60% dei crediti complessivi
- liquidazione del patrimonio: è un’alternativa alla proposta di composizione della crisi da sovraindebitamento. È il debitore in stato di crisi che chiede, sempre tramite l’Occ, non più la ristrutturazione dei debiti attraverso l’accordo o il piano, ma attraverso l’integrale liquidazione del proprio patrimonio.
Le disposizioni del codice della crisi che assorbono la vecchia legge salvasuicidi iniziano a partire dall’articolo 65.
Quanto alla possibilità di cancellare i debiti, la normativa dispone che: «Il consumatore sovraindebitato, con l’ausilio dell’Occ, può proporre ai creditori un piano di ristrutturazione dei debiti che indichi in modo specifico tempi e modalità per superare la crisi da sovraindebitamento. La proposta ha contenuto libero e può prevedere il soddisfacimento, anche parziale, dei crediti in qualsiasi forma».
Viene meno la necessità di pagare integralmente i creditori con privilegio, pegni o ipoteche. Dispone la normativa:
«È possibile prevedere che i crediti muniti di privilegio, pegno o ipoteca possano essere soddisfatti non integralmente, allorché ne sia assicurato il pagamento in misura non inferiore a quella realizzabile, in ragione della collocazione preferenziale sul ricavato in caso di liquidazione, avuto riguardo al valore di mercato attribuibile ai beni o ai diritti oggetto della causa di prelazione, come attestato dall’OCC».
Resta la possibilità di stralciare i debiti chirografari (ovvero i debiti senza ipoteca).
La novità è nelle norme sul sovraindebitamento è la esdebitazione senza utilità, consistente in una forma di liberazione del debitore dai suoi debiti anche in assenza di pagamenti a favore dei creditori. La ratio di questa novità, come spiega la relazione, non è solo quella di restituire il debitore alla piena vita, liberandolo dai debiti, ma anche quella di «reimmettere nel mercato soggetti potenzialmente produttivi». Il che significa guardare alla crisi del debitore non solo come alla crisi personale di un soggetto, ma come alla crisi di un centro di interessi intorno al quale ruotano altri interessi diffusi, diversi da quelli puri e semplici dei creditori.
In pratica, al debitore incapiente e meritevole si concede l’ulteriore possibilità di ottenere il beneficio dell’esdebitazione anche se non è in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno in prospettiva futura,
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https://www.laleggepertutti.it/274951_nuova-legge-sul-sovraindebitamento
Legge sul sovraindebitamento
Testo in pdf qui:
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
L’industria va benissimo, i salari per niente
di Claudio Conti – Contropiano – 17 luglio 2019
Che fanno le imprese? Come al solito, si lamentano. Chiedono sgravi fiscali e contributivi, contratti sempre più precari, salari sempre più da fame (meglio ancora sarebbe il “lavoro gratuito”, ma per ora si può fare solo l’Expo, i concerti di Jovanotti e prossimamente per le Olimpiadi milanesi).
Ma, almeno, si lamentano perché le cose vanno male? Al contrario, da parecchio tempo mai così bene …
I dati di stamattina, resi noti dall’Istat, dicono il contrario rispetto alle meste attese.
A maggio il fatturato dell’industria è aumentato in termini congiunturali (ossia mese su mese) dell’1,6%, mentre era previsto – 0.5%; nella media degli ultimi tre mesi l’indice è cresciuto dell’1,3% rispetto ai tre mesi precedenti.
Anche gli ordinativi registrano a maggio incrementi congiunturali sia su base mensile (+2,5%, ci si aspettava un -1,4%) che, in misura molto più contenuta, su base trimestrale (+0,2%). Il fatturato così recupera ampiamente il calo registrato il mese precedente.
Su base trimestrale, è confermato l’andamento positivo già registrato nei due mesi precedenti sia per la componente interna sia per quella estera.
L’incremento congiunturale è diffuso a quasi tutti i principali raggruppamenti di
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https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lindustria_va_benissimo_i_salari_per_niente/82_29514/
PANORAMA INTERNAZIONALE
Rapporto di un organismo legato alla NATO menziona accidentalmente i siti delle armi nucleari USA in Europa. Italia compresa
Circa 150 bombe atomiche nordamericane stanziano nei depositi di 5 paesi del Vecchio Continente, compresa l’Italia, nelle basi di Aviano e Ghedi, secondo un rapporto di un’agenzia affiliata alla NATO trapelato nella stampa.
17 luglio 2019
Gli Stati Uniti possiedono uno schieramento di bombe nucleari in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia. Lo riporta un rapporto pubblicato e successivamente modificato presentato all’Assemblea parlamentare della NATO.
Un progetto di rapporto pubblicato e successivamente modificato, preparato da un membro di un organismo affiliato alla NATO, ha fornito dettagli precisi sul deterrente nucleare della NATO, rivelando le posizioni e il numero delle armi nucleari statunitensi in Europa.
I dati precisi erano sempre stati un segreto aperto e non erano mai stati messi a nudo in un documento collegato alla NATO.
“Una nuova era per la deterrenza nucleare? Modernizzazione, controllo degli armamenti e forze nucleari alleate “, un documento scritto dal senatore canadese Joseph Day è stato presentato nel Comitato di difesa e sicurezza dell’Assemblea parlamentare della NATO, un organo interparlamentare consultivo del blocco militare. La bozza originale è stata discussa nella sessione dell’Assemblea a Bratislava, in Slovacchia, il 1 ° giugno, per essere ulteriormente riveduta ed eventualmente adottata nella sua sessione annuale a Londra in ottobre.
Il deputato del Partito verde belga Wouter De Vriendt, che ha partecipato alla sessione, ha fornito la copia della bozza al quotidiano De Morgen. Secondo la bozza, la NATO immagazzina circa 150 bombe nucleari B61 in sei basi: Kleine Brogel in Belgio, Büchel in Germania, Aviano e Ghedi-Torre in Italia, Volken nei Paesi Bassi e Incirlik in Turchia.
Secondo il sito del quotidiano belga De Morgen, che ha avuto la bozza dal deputato del Partito verde belga Wouter De Vriendt, presente alla sessione di lavori a Bratislava, il testo fino alla scorsa settimana includeva il seguente passaggio:
“Gli Stati Uniti schierano circa 150 armi nucleari in Europa, in particolare le bombe a caduta libera B61, che possono essere schierate sia dagli Stati Uniti sia dagli aerei alleati. Queste bombe sono immagazzinate in sei basi statunitensi ed europee: Kleine Brogel in Belgio, Büchel in Germania, Aviano e Ghedi-Torre in Italia, Volkel nei Paesi Bassi e Incirlik in Turchia “, come riferisce il media belga.
Nel rapporto non si specifica il numero delle testate nucleari presenti in ciascun paese ma è noto come l’Italia, l’unico paese nella lista con due basi nucleari, mantenga la maggiore scorta di bombe nucleari statunitensi, stimate tra 60 e 70.
Quindi quasi la metà.
L’11 luglio scorso, una versione modificata del report è stata pubblicata ma senza l’ultima frase di quel paragrafo chiave. Adesso le basi militari non sono menzionate, ma quei paesi europei sono “spesso citati” come operatori aerei dotati di capacità nucleare, e si specifica che tali informazioni sono state ottenute da “fonti di libero accesso”.
Come riportato dal Washington Post, successive inchieste hanno portato l’Alleanza a
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Markus 17 Luglio – ISRAEL SHAMIR
La Russia si sta godendo la sua breve e gloriosa estate. La fobia del riscaldamento globale non è riuscita a penetrare i suoi gelidi confini. Mentre il Sud della Francia soffre un‘ondata di caldo, la California brucia e le forze progressiste manifestano contro il clima, i Russi alzano le spalle increduli. A loro un po’ di riscaldamento globale farebbe anche piacere. Qui le temperature raramente superano i confortevoli 22 °C, ed ora, all’inizio di luglio, sono bloccate a circa 15 °C. L’estate è il periodo migliore per una nazione coperta di neve per la maggior parte dell’anno. Ora si può viaggiare all’interno del paese e scoprire antiche chiese e fortezze, senza soffrire troppo.
Se avevate viaggiato in Russia, al di fuori di Mosca, avrete certamente storie orribili da raccontare sulle sue strade atroci, sul cibo e sulle possibilità di alloggio, o piuttosto sulla loro mancanza. Le cose sono cambiate molto e continuano a cambiare. Ora ci sono autostrade moderne, abbondanza di caffè e ristoranti, molti piccoli alberghi, gli impianti idraulici sono agli standard occidentali, le antiche perle dell’architettura sono state sontuosamente restaurate, la gente vive meglio di quanto abbia mai fatto. Si lamenta ancora molto, ma questa è la natura umana. I Russi giovani e di mezza età possiedono o noleggiano barche a motore e navigano lungo i loro numerosissimi fiumi, possiedono case di campagna di proprietà (“dacie”) più che in ogni altro paese al mondo. Fanno le vacanze all’estero, pagano enormi somme di denaro per i concerti delle celebrità straniere, girano in bicicletta nelle città, in breve, la Russia è diventata prospera come una qualsiasi nazione europea.
Questa prosperità faticosamente conquistata e la longevità politica consentono al presidente Putin di occuparsi degli affari internazionali. È uno dei pochi, esperti, leader del pianeta con vent’anni di servizio. Ha incontrato tre Papi di Roma, quattro presidenti degli Stati Uniti e molti altri governanti. Questo è importante: il novantatreenne primo ministro Mahathir Mohamad, che ha governato la Malesia per 40 anni (ed è stato nuovamente eletto) aveva detto che i primi dieci anni di un capo di stato, di solito, servono ad apprendere i rudimenti dell’arte del governare e solo dopo i primi venti si diventa esperti in questa disciplina. Il primo nemico che un governante deve combattere è il suo stesso establishment: i media, l’esercito, l’intelligence e l’apparato giudiziario. Mentre Trump sta ancora perdendo in questo conflitto, Putin sta andando bene, con le sue mosse imprevedibili da judoka.
Di recente, sui media russi si è scatenata una piccola tempesta, quando un giovane giornalista è stato arrestato dalla polizia ed una piccola quantità di droghe sarebbe stata scoperta sul suo corpo. La polizia ha commesso molti errori nella gestione del caso. Forse ha messo lei la droga per incastrare il giovane o forse ha commesso questi palesi errori per incastrare il governo. Le ripercussioni sono state enormi, come se l’intero caso fosse stato preparato con largo anticipo dall’opposizione, decisa ad agitare le acque e a sollevare l’ira del popolo contro la polizia e l’amministrazione. Invece di sostenere la polizia, come di solito fa, Putin, in questo caso, ha fatto liberare il giornalista ed arrestare gli alti ufficiali di polizia. Questa pronta azione evasiva, un vero colpo magistrale, ha sparigliato le carte dell’opposizione.
Recentemente, [Putin], in un’intervista al Financial Times, ha apertamente dichiarato il suo disgusto per il liberalismo. Questa è un’eresia enorme, quasi come le novantacinque tesi di Lutero. “I liberali non possono dettar legge … I loro diktat si possono vedere ovunque, nei media come nella vita reale. È considerato disdicevole persino menzionare alcuni argomenti … L’idea liberale è diventata obsoleta. È entrata in conflitto con gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione.” Putin ha condannato la spinta dei liberali per una maggiore immigrazione. Ha definito la decisione di Angela Merkel di accettare milioni di immigrati un “errore fondamentale,” ha “capito” il tentativo di Trump di fermare il flusso di migranti e di droga dal Messico.
Putin non è un nemico del liberalismo. È piuttosto un liberale vecchio stampo del XIX secolo. Non un “liberale” dei giorni nostri, ma un vero liberale, che rifiuta il dogma totalitario del genere, dell’immigrazione, della multiculturalità e delle guerre R2P [responsabilità di proteggere]. “L’idea liberale non può essere distrutta, ha il diritto di esistere e dovrebbe anche essere supportata in certe occasioni. Ma non ha il diritto di essere il fattore dominante assoluto.”
Nella Russia di Putin il liberalismo è non-esclusivo, ma presenta solo una possibile linea di sviluppo. Gli omosessuali non sono discriminati ma neanche favoriti. Non ci sono gay pride, ma neanche persecuzioni di gay. I bambini russi non vengono sottoposti al lavaggio del cervello per far loro odiare il padre, strappati alle famiglie e dati a maniaci dello stesso sesso, come è successo in un recente caso italiano. I bambini non vengono introdotti alle gioie del sesso nelle scuole elementari. Alle persone non è richiesto di giurare amore a transgender e a immigrati. Puoi fare tutto ciò che desideri, ma non costringere gli altri a seguirti, questa è la prima regola di Putin, e questo è il vero liberalismo, secondo me.
C’è poca immigrazione in Russia, nonostante milioni di richieste: gli stranieri possono entrare come lavoratori ospiti, ma questo non comporta residenza permanente o cittadinanza. La polizia controlla frequentemente le persone dall’aspetto straniero e le espelle in modo rapido, se trovate colpevoli di violazioni alle norme sui visti. I nazionalisti russi vorrebbero ancora più fermezza, ma Putin è un vero liberale.
La Russia è uno stato in cui la “mascolinità tossica” e la “colpa di essere bianchi” sono sconosciute. I ragazzi non sono costretti all’omosessualità, le ragazze non devono proclamarsi “MeToo.” Questo atteggiamento ha reso Putin una figura di culto tra gli Europei insoddisfatti delle migrazioni di massa, del totalitarismo di genere, del predominio femminista e delle guerre senza fine. Questo è uno dei motivi per cui è così odiato dai promotori del Nuovo Ordine Mondiale e ammirato dalla gente comune.
Sono certo che questo amore da parte della gente comune d’Europa lo farà sorridere, di tanto in tanto. Ma Putin e la sua amministrazione vogliono essere amichevoli con gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Europa. Questa è la loro priorità più importante. Se l’Occidente non fosse così intransigentemente ostile, la Russia sarebbe il suo gigante amico. Tuttavia, una vasta esperienza ha insegnato a Putin che non può arrendersi in cambio di vuote promesse. Quello che vuole, prima di tutto, è un accordo con gli Stati Uniti. Un accordo che permetta alla Russia di vivere come desidera e di agire come consentito dalla legge internazionale, senza diventare l’oggetto della furia americana.
Perché a Putin interessano gli Stati Uniti? Perché non può semplicemente smettere di prendere dollari? Questo vuol dire che è un fantoccio americano! Esclamerebbe un fanatico dalla testa calda ed avido di azione. La risposta è che gli Stati Uniti hanno guadagnato molto potere; molto più di quanto non fosse avvenuto nel 1988, quando Reagan aveva negoziato con Gorbaciov. Gli anni in cui erano rimasti l’unica superpotenza non sono stati sprecati. La potenza americana non deve essere sottovalutata.
- Gli Stati Uniti possono proibire ai Russi di effettuare transazioni commerciali estere in dollari USA attraverso le banche degli Stati Uniti, e l’economia russa crollerebbe.
- Gli Stati Uniti possono proibire l’esportazione di tecnologia avanzata alla Russia, come era avvenuto in epoca sovietica, e la Russia si fermerebbe.
- Gli Stati Uniti possono utilizzare i propri diritti di copyright e di licenza per bloccare il funzionamento dei computer russi. Hanno già provato a vietare ai Russi l’uso dei computer script, possono bloccare in Russia tutti i sistemi Microsoft ed Apple. Possono vietare l’utilizzo dei loro processori, come hanno fatto ora con Huawei.
- Possono dare alla Russia il trattamento a cui hanno sottoposto l’Iran e la Corea del Nord e vietare le sue esportazioni.
• Possono attaccare la rete elettrica russa e i relativi processi computerizzati con un atto di guerra informatica, come insinuato dal New York Times.
È vero, la Russia è abbastanza grande per sopravvivere anche ad un trattamento del genere, ma i Russi si sono abituati ad una vita decente, e non apprezzerebbero il fatto di dover ritornare all’anno 1956. Hanno fatto qualcosa per prevenire questi scenari peggiori, per esempio, hanno venduto gran parte del loro debito americano e si sono sganciati da Microsoft, ma questi provvedimenti sono lunghi ed onerosi. Putin spera che, alla fine, gli Stati Uniti abbandonino la loro ricerca di predominio e arrivino ad assumere un atteggiamento del tipo vivi e lascia vivere, come richiesto dalla legge internazionale. Fino a quando questo non succederà, è costretto a giocare secondo le regole di Washington e a cercare di limitare l’antagonismo.
Entra ora in scena un broker esperto, con la promessa di concludere l’affare. È lo stato ebraico, che afferma di avere i mezzi per indirizzare gli Stati Uniti nella direzione desiderata. Questa è una tradizionale affermazione ebraica, già usata ai tempi della Prima Guerra Mondiale per convincere il Regno Unito ad aderire all’accordo: voi ci date la Palestina, noi faremo entrare gli Stati Uniti nella guerra europea dalla vostra parte. E aveva funzionato: gli Inglesi e i loro alleati australiani avevano occupato Gaza, assunto il controllo della Terra Santa, firmato la dichiarazione Balfour che prometteva il passaggio della Palestina agli Ebrei e, in cambio, nuove truppe americane fresche si erano riversate nel teatro di guerra europeo, provocando la resa tedesca.
Questa volta, lo stato ebraico aveva proposto che Putin rinunciasse ai suoi legami con l’Iran; in cambio, aveva promesso di promuovere il disgelo generale delle relazioni russo-americane. Putin aveva una controproposta più ampia: se avessero fatto in modo che gli Stati Uniti revocassero le loro sanzioni all’Iran e ritirassero le loro forze armate dalla Siria, la Russia avrebbe cercato, a sua volta, di far uscire dalla Siria le truppe iraniane. I successivi negoziati sull’accordo Iran-Siria avrebbero portato al riconoscimento degli interessi in Siria degli Stati Uniti e di Israele e, in seguito, anche a negoziati in altri settori.
Questa era una proposta in cui tutti avrebbero vinto. L’Iran sarebbe stato liberato dalle sanzioni, Israele e gli Stati Uniti avrebbero avuto riconosciuti i loro interessi in Siria, il tanto necessario dialogo tra la Russia e gli Stati Uniti avrebbe avuto una partenza decisa. Ma ad Israele non piacciono le proposte dove tutti vincono. Lo stato ebraico vuole vittorie nette, preferibilmente con un nemico sconfitto, umiliato ed impiccato. Israele ha respinto la proposta, perché voleva che l’Iran soffrisse sotto le sanzioni.
La proposta russa era stata ventilata per la prima volta a settembre dello scorso anno ed era stata discussa a porte chiuse nella Knesset israeliana (parlamento). Il primo ministro Netanyahu aveva dichiarato: “I Russi ci hanno chiesto di aprire per loro i cancelli di Washington.” Netanyahu aveva respinto le proposte russe perché pensava che la re-imposizione delle sanzioni statunitensi all’Iran potesse essere usata contro gli Iraniani come leva sulla Siria, non viceversa, aveva scritto un giornalista israeliano ben informato, Barak Ravid, di Channel 13. “Netanyahu ha rifiutato di mostrare qualsiasi flessibilità sulla questione delle sanzioni statunitensi,” secondo quanto affermato da un funzionario israeliano.
I Russi avevano accettato la strana proposta di un incontro a Gerusalemme dei consiglieri per la sicurezza russi e americani, sperando che ciò avrebbe potuto portare ad una svolta. I miei lettori ricordano che ero abbastanza preoccupato per questo incontro trilaterale di un rappresentante russo con dei famigerati guerrafondai come John Bolton e Netanyahu. I media israeliani avevano considerato il summit come l’evento epocale per la regione. Avevano previsto che Russia si sarebbe separata dall’Iran e avrebbe fatto perno su Israele e sugli Stati Uniti. Questo sarebbe stato un nuovo Patto Molotov-Ribbentrop, la Russia che viene a patti con l’aggressore. Arrivederci, Iran, benvenuto, Israele.
Tuttavia, il dono della profezia era stato tolto al popolo di Israele e dato agli stolti, dice l’onnisciente Talmud (Baba Batra 12b). Il rappresentante russo al vertice, Nikolai Patrushev, pur essendo amico di Israele, non ha abbandonato l’Iran. Ha negato che Teheran sia la principale minaccia alla sicurezza regionale. “Nel vertice trilaterale di Gerusalemme, la Russia si è schierata con l’Iran, contro Israele e gli Stati Uniti. L’alto funzionario russo ha sostenuto l’affermazione di Teheran secondo cui il drone statunitense sarebbe stato abbattuto nello spazio aereo iraniano, ha difeso il diritto delle truppe straniere di rimanere in Siria nonostante l’opposizione israeliana,” ha concluso un quotidiano israeliano.
La Russia ha rapporti amichevoli con Israele, perché molti Israeliani sono legati alla Russia per nascita, loro o dei loro genitori. Una ragione ancora più forte è che gli Ebrei sono molto ben rappresentati nella dirigenza degli Stati Uniti, e lo stato ebraico può aprire molte porte a Washington. Gli Ebrei e lo stato ebraico sarebbero tanto importanti quanto, ad esempio, i Curdi, se non avessero tutta l’influenza che hanno sugli Stati Uniti.
La Russia vuole certamente vivere in pace con gli Stati Uniti, ma non al prezzo chiesto da Netanyahu. Patrushev ha condannato le sanzioni statunitensi contro l’Iran. Ha detto che l’Iran ha abbattuto il gigantesco drone americano RQ-4A Global Hawk, del valore di oltre cento milioni di dollari, sul territorio iraniano, non nello spazio aereo internazionale, come sostenuto dal Pentagono. Ha affermato che le “prove” americane secondo cui l’Iran avrebbe sabotato le petroliere nel Golfo Persico erano inconclusive. La Russia ha chiesto agli Stati Uniti di fermare la guerra economica contro l’Iran, di riconoscere la legittima autorità siriana, con al vertice il presidente Bashar Assad, e di ritirare le sue truppe dalla Siria. La Russia ha espresso il suo sostegno al legittimo governo del Venezuela. Così, la Russia si è mostrata, in questo momento difficile, un’alleata e un partner affidabile e, allo stesso tempo, ha rassicurato della propria amicizia la sbalordita leadership israeliana.
Il problema è che la spinta alla guerra contro l’Iran è ancora presente. Qualche
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https://comedonchisciotte.org/il-liberalismo-e-finito/
POLITICA
L’INGEGNO UMANO: DALLA POMPA DI BICICLETTA ALL’ABORTO SECONDO EMMA BONINO
11 febbraio 2019 di Carmelo Maria Carlizzi
Emma Bonino intenta nell’applicazione del metodo della “pompa di bicicletta”
La sera di domenica 3 febbraio scorso guardavo per la prima volta un programma su Rai3, “Le ragazze”, che condotto da Gloria Guida narrava esperienze di vita di varie donne, note e meno note. Così assieme alla storia di Suor Paola conosciuta al pubblico quale tifosa sfegatata della Lazio e ben più meritoriamente perché impegnatissima nel recupero di giovani in difficoltà, scoprivo che Isa Barzizza, una famosissima attrice e soubrette che fece furore con Totò e Macario negli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, alla morte del marito rimasto vittima di un incidente d’auto benché ancora molto giovane e nel pieno del successo aveva abbandonato le scene per dedicarsi esclusivamente alla figlia e ad un lavoro che poco aveva a che vedere con il precedente, salvo tornare molti anni dopo a recitare.
Ma oltre a Suor Paola e ad Isa Barzizza, il programma della Guida raccontava tra le altre anche la storia di una impegnata femminista che negli anni Settanta era in prima linea nella lotta per l’emancipazione della donna. Ricordava questa mia coetanea, come in quegli anni Settanta, assieme ad altre compagne di lotta aiutasse ad abortire quelle donne che non volevano portare avanti gravidanze indesiderate utilizzando un metodo rudimentale, ma a suo dire assai efficace e innocuo: una pompa di bicicletta!
Incuriosito e, lo confesso, nel contempo inorridito da questa notizia che appariva incredibile, l’indomani sono andato a documentarmi sul web scoprendo a riguardo un’infinità di articoli. Quanto avevo appreso era vero: a partire dal 1975 e sino ad oggi di tanto in tanto in varie occasioni i giornali tornavano a parlare di questa “tecnica”, tutti accompagnando gli articoli con una vecchia foto in b/n che ritrae una giovane Emma Bonino nell’atto di “operare” su una donna in posizione ginecologica distesa su di un comune tavolo all’interno di uno “studio” che non appare certo un ambulatorio medico, avendo accanto una terza donna in qualità di assistente con in mano una comunissima pompa di bicicletta, strumento indispensabile per applicare tale tecnica.
Scioccante questa vecchia foto oggi come quarantaquattro anni fa, e altrettanto scioccanti i titoli dei relativi articoli che facevano tutti riferimento alla pompa di bicicletta che, di per sé innocua e innocente, faceva ora davvero paura e un po’ ribrezzo visto l’uso a cui era stata adattata per manovre che comunque avrebbero richiesto procedure sterili e codificate secondo precisi protocolli, non certo tecniche squallide da mammane improvvisate quali effettivamente apparivano quelle applicate dalle suddette femministe.
Nei tanti articoli sul tema che sono riuscito a trovare sulla rete, tutti riportavano le parole della Bonino che allora in tal modo assieme ad Adele Faccio nei locali del Cisa (centro informazioni per la sterilizzazione e l’aborto) o facendo riferimento a tale struttura affrontando incriminazioni e campagne di stampa pare avesse praticato, aloro stesso dire, in quegli anni oltre diecimila aborti! Un bel numero di trofei prima che il referendum e poi la legge 194 giungessero a rendere l’aborto legale, libero e praticabile negli ambulatori sanitari pubblici e senza più dover ricorrere alla famigerata pompa di bicicletta.
Ho 72 anni e ora, dopo questa mia lettura così tardiva rispetto a quel 1975 in cui la sulfurea politica radicale lottava per tale conquista, finalmente posso dire di conoscere tutto sull’aborto procurato, una pratica fortemente voluta, incredibile a dirsi, proprio da gran parte delle donne.
Dovete sapere che sono sufficienti per praticare un aborto con il “metodo Bonino” un divaricatore di plastica, un barattolo di vetro come quelli per la marmellata, una cannula di plastica Karman e … come appunto già anticipato, l’indispensabile importantissima pompa di bicicletta.
Ecco come la stessa Bonino in un’intervista di quegli anni rilasciata a Neera Fallaci per Oggi, descriveva il modo con cui diceva di aver praticato e fatto praticare molti dei 10.141 aborti clandestini portati a termine in quegli anni nel Cisa:
«Volendo fare le cose ad arte, si usa l’aspiratore elettrico a cui mediante un tubo si attacca la cannula di Karman in plastica trasparente. Senonché l’aspiratore elettrico costa un mucchio di quattrini – mi pare 400 mila lire –, a parte che pesa trasportarlo per fare aborti nelle case. Per risparmiare usiamo un’attrezzatura per l’aspirazione più rudimentale, ma che funziona benissimo lo stesso. Prima di tutto occorre un vaso, ermeticamente chiuso, dove si crea il vuoto e dove finisce il contenuto dell’utero che viene aspirato con la cannula. Io uso un barattolo da un chilo che aveva contenuto marmellata. Il barattolo viene chiuso con un tappo di gomma che ha tre fori:
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La sovranità costituzionale, la dissonanza cognitiva e un concilio di Nicea allo stadio.
«Diffidate di quei cosmopoliti che vanno a cercare lontano nei loro libri i doveri che trascurano di svolgere nel loro ambiente.
Quel tale filosofo ama i tartari per non essere costretto ad amare i suoi vicini.»
Jean-Jacques Rousseau, Émile
Mentre l’Unione Europea – espressione del capitalismo delle potenze egemoniche occidentali, lentamente, come un boa, stritola l’Italia e gli italiani – fenomeni macroscopici, per le dimensioni dell’impatto sociale o mediatico, dividono, spaccano, l’opinione pubblica in due.
La polarizzazione, nonostante gli sforzi dei media per creare dialettiche falsate, tesi e antitesi solo fintamente contrappositive che lasciano al governo materiale delle forze economiche proseguire la propria agenda politica al di là degli interessi generali e «al riparo del processo elettorale», si articola da un lato in un pubblico più o meno incosciente che però resiste – e che si ritiene, per ironia farsesca della Storia, perlopiù “conservatore” – e un pubblico che, a questa agenda politica, presta invece direttamente o indirettamente sostegno. Quest’ultimo si ritiene perlopiù progressista, e sulla sua “consapevolezza” sarà interessante riflettere.
Entrambe le fazioni portano avanti ideologicamente, di fatto, un pensiero (neo)liberale, nonostante la stragrande maggioranza delle persone, in particolar modo nella fazione resistente e conservatrice, rivendichi politiche e necessità di chiara matrice socialista: intervento dello Stato al fine di aumentare le assunzioni nel pubblico impiego, ripresa della crescita salariale nell’amministrazione pubblica, espansione della servizio sanitario nazionale, diminuzione dell’età pensionabile, supporto dello Stato alla famiglia e altre, sacrosante, battaglie socialiste i cui obiettivi furono perentoriamente iscritti in Costituzione e che questa inderogabilmente prescrive.
Dall’altra parte della barricata c’è quel blocco sociale guidato dalla borghesia che vive nelle zone urbane centrali, tendenzialmente di area liberal e progressista, che ha avuto perlopiù vantaggi dall’agenda politica eurounionista, o che ancora non ha subito le conseguenze di quello che è a tutti gli effetti uno strangolamento finanziario volto alla deindustrializzazione dell’Italia, alla grande espropriazione dei patrimoni dei ceti medi e alla definitiva mezzogiornificazione della penisola. Nota: all’espropriazione economica consegue l’esproprio della sovranità democratica.
Mentre i dati macroeconomici sono chiari nel descrivere il progressivo impoverimento degli italiani e nel delineare l’impressionante area di sofferenza sociale dovute alla disoccupazione e alla privatizzazione dello Stato sociale, l’interpretazione tra le due fazioni che abbiamo individuato è completamente opposta: ciascuna è preoccupata come fosse in gioco la propria vita (e giustamente, perché lo è), ma interpreta in modo diametralmente opposto i fatti sociali. E, fin qui, nulla di anormale. In definitiva, l’area progressista è identificabile da chiari interessi di classe (antinomicamente “conservatori”, in quanto difendono un privilegio) mentre i resistenti, i “conservatori”, appartengono alle classi tendenzialmente disagiate (e quindi in ricerca di “progresso” nella sicurezza sociale ed economica).
Grosso modo questi raggruppamenti delineano politicamente, ma anche a livello di dibattito extraparlamentare, la destra conservatrice dalla sinistra progressista: quindi abbiamo conservatori che rivendicano progressismo sociale, e progressisti che rivendicano posizioni socialmente conservatrici. Una complexio oppositorum che non mette in discussioni i dogmi (neo)liberali e la cui contraddittorietà logica e dissonanza cognitiva si risolvono nel bipensiero o in forme di misticismo da curva sud.
L’inosservato elefante nel corridoio è che le rivendicazioni socialiste non hanno praticamente rappresentanti e interlocutori politici, i quali, salve limitate eccezioni, abbracciano un pensiero politico che va dal liberalismo conservatore a un liberalismo progressista, entrambi col minimo comun denominatore del liberismo economico e di uno Stato se non minimo non più che supplente (“i posti di lavoro mica li può creare lo Stato” e slogan analoghi): Keynes e Marx non pervenuti.
Quello però che ci incuriosisce è il dato socio-ideologico: ovvero quella insanabile e inconciliabile spaccatura in seno alla società, non solo italiana, per cui su qualsiasi tema il dibattito si divide tra una sinistra progressista e una destra conservatrice, senza che la vera posta in gioco, ossia le sottostanti dinamiche socioeconomiche, riesca mai ad essere messa a fuoco in modo chiaro. Quest’appiattimento e omologazione, ossia il mancato radicamento della discussione nella specifica storia politica delle comunità, rappresenta di per sé una netta vittoria di chi sta imponendo la mondializzazione.
La capacità di coordinamento di cui hanno dato prova i media occidentali, e le scelte ideologico-linguistiche-normative “calate dall’alto” dalle organizzazioni internazionali, fanno la differenza. E questo significa che il “progressismo” della sinistra globalista ha vinto parecchie battaglie politiche.
Sicuramente è stupefacente come su qualsiasi tema – qualsiasi – questa inconciliabile contrapposizione si manifesti, escludendo a priori qualsiasi possibilità dialogica sui temi che una fondazione materiale del divenire storico imporrebbe come primari.
Il problema si presenta in questi termini: se nei temi che riguardano la morale è normale che la sensibilità di ognuno vari profondamente, e, quindi, si manifesti una simmetrica polarizzazione del tipo SÌ-NO su proposte di legge, o intorno a giudizi sul comportamento di personaggi mediatici (o “mediatizzati” dalla cronaca), in merito agli interessi materiali, sociali ed economici, questa simmetrica distribuzione non c’è: chi è più ricco – ovvero la minoranza –vuole conservare la propria posizione di privilegio e, in generale, è materialmente interessato a ciò che sente come esigenza di classe. Chi è povero – ovvero la stragrande maggioranza – ha come priorità far quadrare i conti famigliari o, se è in età fertile, sarà preoccupato di avere la stabilità economica necessaria per avere figli e mettere su famiglia.
Tutto il resto viene dopo. È cosa, se si vuole, abbastanza banale e intuitiva, comune esperienza di tutti noi.
Eppure, come si può facilmente constatare, questa solidarietà di preoccupazioni, che rende
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http://orizzonte48.blogspot.com/2019/07/agostiniani-e-paolini.html
SCIENZE TECNOLOGIE
I robot ci sostituiranno?
Dal controllo elettronico al “disboscamento” degli umani.
di Enrica Perucchietti 13 Febbraio 2018
«I robot uccideranno un sacco di posti di lavoro, perché in futuro queste mansioni verranno svolte dalle macchine». L’allarme viene da Davos, dove Jack Ma, fondatore e principale azionista del sito di commercio on line Alibaba, ha denunciato il fatto che l’Intelligenza Artificiale è una “minaccia” per gli esseri umani e che presto i robot cancelleranno milioni di posti di lavoro, «perché in futuro queste mansioni verranno svolte dalle macchine». Macchine che, a differenza dei lavoratori umani, non devono essere pagate, non soffrono la stanchezza, la fame o la depressione.
Si tratta dell’ennesimo allarme sui pericoli dell’automazione che proviene da un uomo d’affari e pioniere nel campo delle nuove tecnologie: Ma, come molti nomi illustri prima di lui, si è detto preoccupato per il futuro dell’umanità. «La tecnologia», ha spiegato, «dovrebbe sempre fare qualcosa per potenziare le capacità della gente, non diminuirle».
Le parole di Ma risuonano in tutto il mondo negli stessi giorni in cui è scoppiata la polemica riguardante il braccialetto elettronico in grado di monitorare i movimenti dei dipendenti e di controllarne la produttività brevettato da Amazon nel 2016 ma riconosciuto ufficialmente soltanto la scorsa settimana. La multinazionale di Jeff Bezos si è difesa dalle accese polemiche e ha risposto al clamore suscitato parlando di “speculazioni” e sostenendo che «la sicurezza e il benessere dei dipendenti sono la nostra priorità».
Per chi volesse approfondire la questione rimando al libro inchiesta di Jean-Baptiste Malet En Amazonie, dove il giornalista racconta la sua esperienza di “infiltrato” come lavoratore interinale all’interno di un magazzino francese di Amazon per circa un mese, testimoniando i ritmi di lavoro frenetici e massacranti, le pause cronometrate, un sistema di controllo che esaspera la competitività tra gli stessi lavoratori, ecc. Situazioni che si possono ritrovare in molti altri posti di lavoro, dove le condizioni dei dipendenti sono a dir poco alienanti.
Sempre più spesso sentiamo parlare della stretta sul controllo elettronico, di “innovazioni tecnologiche” per rendere i processi produttivi più semplici ed efficaci che si rivelano però, a uno sguardo più attento dei mezzi per de-umanizzare il lavoro e schiavizzare i dipendenti. Si tratta di una nuova forma di “capolarato digitale” che, grazie al controllo sempre più pervasivo, sta rendendo i lavoratori degli “uomini di vetro”, trasparenti e sotto costante sorveglianza. Ciò non può che causare ulteriore stress, competitività e depressione nei dipendenti registrando preoccupanti ripercussioni nell’intero tessuto sociale.
Riccardo Staglianò nel suo libro “Al posto tuo”, parla di “disboscamento dagli umani” in quanto il supercapitalismo digitale, in particolare in settori come la logistica, non solo ha «assunto magazzinieri, pagandoli poco e facendoli trottare tanto», ma ora punta alla progressiva sostituzione dei lavoratori umani con le macchine, come confermato oltreoceano dallo stesso Ma.
Invece di “progredire”, di evolverci e di migliorare non solo la produttività ma anche le condizioni e i diritti dei lavoratori, siamo ripiombati indietro nel tempo, registrando ritmi di lavoro frenetici, terrorismo psicologico e condizioni al limite della schiavitù.
A ciò si aggiunge la questione del controllo sul luogo di lavoro, tematica di certo non è nuova che ho ampiamente trattato in precedenza nei miei articoli e saggi (si veda: http://www.interessenazionale.net/blog/tutti-controllati-col-chip-sottopelle). Pensiamo per esempio alla nuova moda di impiantare chip dermali per “comodità”, sui luoghi di lavoro senza minimamente pensare alle conseguenze sociali del gesto (ho già citato in un precedente articolo il caso della Three Square Market i cui manager avevano proposto ai propri dipendenti l’innesto di un microchip RFID in grado di contenere tutte le informazioni utili alla vita in azienda e il caso della svedese Epicenter). Già nel 2015 Fincantieri aveva provato a introdurre una
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STORIA
Birago, chi era costui? (ne va della nostra vita)
Di Francesco Lamendola – 16 luglio 2019
La parola e l’immagine modellano il nostro immaginario. Chi controlla le parole e le immagini controlla il nostro immaginario. Ecco perché giornali, cinema e televisioni sono sostanzialmente nelle mani delle stesse persone: queste poche persone stanno facendo in modo di manipolare il nostro immaginario, quindi di farci pensare e perfino sentire come vogliono loro, secondo i loro interessi e non certo in base ai nostri. Ora, la parola non è solo quella dei giornali e della televisione; è anche quella dello stradario e dei nomi dei locali pubblici. Senza che ce ne accorgiamo, fin da bambini noi familiarizziamo con quei nomi, con quegli eventi cui sono dedicate le strade cittadine, le piazze, le scuole, talvolta i cinema, i bar o le trattorie; e il risultato è che, senza avvedercene, respiriamo una certa atmosfera che influenza, sia pure indirettamente, la nostra sensibilità e il nostro modo di pensare. Per spiegarci meglio, facciamo un esempio tratto dalla nostra esperienza, quello della città di Udine, che è quella che conosciamo meglio, anche se ce ne siamo andati tanti anni fa, ma che è sempre rimasta in fondo al nostro cuore. Senza dubbio si potrebbe scegliere qualsiasi altra città d’Italia, piccola o grande: il discorso non cambia, è sempre lo stesso. Dopo il 1945, nel clima della epurazione e del vento del Nord, i nomi delle strade e dei locali pubblici sono stati sottoposti a una radicale revisione: via quelli compromessi col fascismo, ma anche con la guerra e con la sconfitta; dentro, quelli dell’antifascismo, della resistenza, espressione faziosa e altisonante per non dover dire guerra civile, e delle ideologie uscite vittoriose: liberalismo, democrazia, cattolicesimo liberale, socialismo, comunismo.
La parola e l’immagine modellano il nostro immaginario. Chi controlla le parole e le immagini controlla anche il nostro immaginario. E il nome delle nostre piazze e delle nostre vie non sfugge a questa manipolazione!
In viale Venezia c’è un bar denominato Birago, di fronte a un chiosco dei giornali, dal nome della strada secondaria che s’immette sulla destra, andando dal centro verso Santa Caterina. Il personaggio cui si riferisce è Dalmazio Giovanni Birago, piemontese, nato a San Michele di Alessandria l’11 aprile 1908, morto all’Asmara il 20 novembre 1935. Chi era costui? Senza dubbio la stragrande maggioranza dei cittadini udinesi lo ignora; e nei libri di storia non si parla di lui, benché poi, andando a verificare sulle enciclopedie (anche Wilkipedia gli dedica una voce abbastanza corposa) si scopra che non è per nulla uno sconosciuto, o meglio, che non lo era. Si tratta, quindi, di un personaggio volutamente dimenticato per ragioni politiche: uno dei tanti rimossi, non solo dalla memoria collettiva, ma dalla coscienza nazionale. Dopo il 1945, bisognava che gli italiani credessero che nella loro storia ci sono solo i fratelli Bandiera, i Menotti, Mazzini, i Garibaldi, i Bixio, i Cavour, i Giolitti, i Cadorna, i Diaz, i Battisti, i Toti, i D’Annunzio, e poi gli Einaudi, i De Gasperi, i Nenni, i Togliatti, saltando quello scomodo ventennio che va dal 1922 al 1943, e che, come disse autorevolmente il massimo filosofo di allora, don Benedetto Croce, pontefice massimo dalla cultura italiana (e che era stato tale, guarda caso, anche durante il famigerato ventennio, durante il quale non era espatriato sul pianeta Marte per amore della libertà, ma era rimasto tranquillamente nella sua Napoli, ossequiato e riverito in tutto l’ambiente culturale; consigliando a sua volta i professori universitari a giurare fedeltà al regime), si poteva paragonare all’invasione degli Hiksos, popolo misterioso uscito dal nulla e sparito altrettanto misteriosamente nel nulla.
Dunque, vediamo. Dalmazio Birago è stato un soldato, per la precisione un aviatore della Regia aeronautica; ed è stato anche un eroe di guerra, caduto in azione e decorato con medaglia d’oro alla memoria. Fece parte d’una squadriglia celebre, la Disperata, comandata personalmente da Galeazzo Ciano. Morì per le conseguenze di una ferita alla gamba prodotta da una pallottola dum-dum: quelle proibite dalle convenzioni internazionali, che esplodevano dopo essere penetrate nella carne, e trasformavano in ferita
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