NOTIZIARO STAMPA DETTI E SCRITTI 17 MARZO 2020

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NOTIZIARO STAMPA DETTI E SCRITTI

17 MARZO 2020

A cura di Manlio Lo Presti

 

Esergo

Non sarò obbligato a riconoscere virtù dove non posso trovare rinuncia,

o a giudicare dei sentimenti degli uomini dalle loro parole

quando ho la loro vita di fronte.

BERNARD MANDEVILLE, La favola delle api, Laterza, 2008, pag. 100

 

 

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SOMMARIO

 

La distribuzione dei 25 miliardi del “cura Italia”

L’Italia ha bisogno di un 25 luglio per evitare un altro 8 settembre

IL CENTRO MILITARE DEI VIRUS SI È TRASFERITO A SIGONELLA. E POI L’EPIDEMIA.

A SIGONELLA I MILITARI USA CHE MANIPOLANO VIRUS E BREVETTANO ANTIVIRALI

IL PROBLEMA DEL SUD

Prove tecniche di dittatura (in salsa europea)

HEARTLAND: guerra, atto finale

Il cosmopolitismo individualista

Un’emergenza: tre urgenze

IL SUPPLIZIO DELLA SIRIA DEVE CONTINUARE – L’ha decretato Washington

CAMUS/ Così la “peste” azzera i nostri destini e riscrive la nostra storia

MANDEVILLE, LA FAVOLA DELLE API, VIZI PRIVATI E PUBBLICHE VIRTÚ

LE POLITICHE ECONOMICHE DEGLI ANNI 70.

GRECIA, I SEI MESI CHE HANNO CAMBIATO LA NOSTRA VITA

Intervista a Luciano Gallino

Crisi Coronavirus: dov’è la BCE?

Magaldi: tutti buoni, di colpo? Ringraziate Christine Lagarde

L’impatto del coronavirus sull’Italia spa: possibile un danno da 641 miliardi

Mauro Biglino e il “Crack Bersano”

CORONAVIRUS UK/ L’errore di Johnson: prevedere 300mila morti per risparmiare sul Pil

Se lo stato d’assedio viene dichiarato da un premier non eletto

 

 

 

 

EDITORIALE

La distribuzione dei 25 miliardi del “cura Italia”

Manlio Lo Presti – 17 marzo 2020

Questa cifra importante, ma mai paragonabile ai 550 miliardi decisi dalla Germania che nessuno però rimprovera per il titanico sforamento, sarà erogata seguendo (forse) i criteri del decreto “cura Italia” di recente emissione con procedura d’urgenza.

Come nella migliore tradizione italica, non ci saranno controlli seri e soprattutto efficaci sulle assegnazioni dei fondi.

Non sapremo mai quali saranno le zone d’ombra inerenti alla distribuzione: ci sono soldi da spendere!!!

SIGNORI, LA SITUAZIONE È QUESTA:

  • Il sud, dietro pressioni delle mafie, riceverà la parte maggiore ma non certo la distribuzione migliore. La qualità dei presidi farmaceutici già da adesso si mostra di qualità scarsa, carta igienica.
  • Vengono bloccate le esportazioni di società italiane di eccellenza tecnica nel settore immunologico, ponendole così in crisi.
  • La Germania blocca la 3M per impedire la spedizione di mascherine in Italia.
  • Il frizzante e pirotecnico morphing del Colle tace, se non per dire una frase esangue anemica per sollecitare la cooperazione degli Stati membri. Di più non può sia per il suo carattere granitico e decisionista, sia perché rischia l’assassinio dei parenti per incidente stradale E LUI NE SA QUALCOSA SU COME FUNZIONA L’OPERAZIONE!!!
  • I pretoriani non eletti dai popoli europei tacciono.
  • I commissari UE tacciono, eccetto il puerile balbettio in incerto italiano della ex ministro della difesa pangermanica – ma non altro!!!
  • Gli italiani inutili e anzi dannosi ai vertici della UE tacciono.
  • Le anime belle delle falangi cattocomuniste globaliste antifa quadrisex tacciono (De Magistris ipotizza cosa avrebbero detto se il virus fosse partito dal sud e non dal civilissimo, organizzatissimo e tostissimo nord-che-lavora-solo-lui!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!).
  • Le grandi firme dei giornaloni (istruite nelle università straniere di cui ci sbattono quotidianamente sprezzantemente spocchiosamente in faccia i nomi) tacciono e/o dicono il “minimo sindacale”.
  • I giornali, le catene tv il web di regime – di terra di mare e di aria – tacciono fedeli al mandato di martellare e cannoneggiare 76 ore al giorno paura e caos disinformativo con lo sperimentato utilizzo della facile tecnica degli esperti, e non, che duellano tutti-contro-tutti.

Con le difficoltà vediamo emergere ancora una volta i pregiudizi nord-sud.

Le reciproche accuse sono le stesse del periodo di Cavour e dei suoi pretoriani che hanno fatto spacciare per Risorgimento il massacro di intere popolazioni del sud uccise e bruciate vive dentro le loro case.

Il capo del governo Badoglio2 tace traendo un sospiro di sollievo che non è più sull’orlo della crisi, credendo di essere un rinnovato Churchill che gira fra le rovine di una Londra livida e bombardata.

La Lega, a detta di misteriose agenzie di sondaggi di cui nessuno può verificare la fondatezza delle loro ricerche, sta perdendo quota (è l’obiettivo delle legioni del DEEP STATE) grazie all’appoggio mediatico (il famoso endorsement) e monetario dato a piene mani riservatamente ad un altro partito conservatore perché prenda quota a spese dei primi… La solita ripetuta COVERT OPERATION, insomma …

Il Paese è stato totalmente richiuso in casa con coprifuoco totalitario sponsorizzato peraltro da folcloristiche esternazioni di presidenti DI SCHIERAMENTO DEM PERALTRO, di certe regioni del sud che vorrebbero agire come in Cina usando la pena di morte per i disobbedienti.

TUTTO CIO’ PREMESSO

La prosecuzione della reclusione del quarto Paese dell’UE provocherà danni tali da provocarne lo spegnimento, come da ordine diramato dagli alti comandi franco-germanici-USA.

Ogni mese di blocco produttivo di beni e servizi provoca un danno medio pari a 650.000.000.000 (SEICENTOCINQUANTAMILIARDI) di euro!

Se tale stasi dovesse allungarsi sarebbe l’assassinio dell’Italia e il suo rapido saccheggio di case, risparmi, fabbriche e aziende CHE CADRANNO TOTALMENTE NELLE MANI STRANIERE A DUE SOLDI.

La paralisi porterebbe l’Italia ad un punto di:

  • assoluta incapacità di reagire alla sicura votazione del M.E.S.;
  • allo sbarco indiscriminato di c.d. MIGRANTI-PAGANTI-VOTANTI che – A DISPETTO DEI DIVIETI DRACONIANI IMPOSTI AGLI ITALIANI DEMMERDA – continuano ad arrivare alla chetichella sulle coste nazionali, CON IL SILENZIO DEI GIORNALONI GLOBALISTI IMMIGRAZIONISTI CATTOCOMUNISTI MESSIANICI.

L’adesione furtiva e in condizioni di collasso democratico italiano del Meccanismo Europeo di Stabilità avrà l’effetto di una coltellata sulla giugulare della popolazione che comincerà a morire in massa per sovraccarico debitorio come già visto in Grecia.

L’impennata di ondate migratorie di massa non bloccate da nessuna opposizione politica e popolare, farà della ex-italia il campo di raccolta razziale dell’Europa, come più volte ed instancabilmente ripetuto da me e da altre menti pensati ora messe all’angolo.

P.Q.M.

Dovremo prepararci ad una opposizione popolare che vada oltre le chiacchiere da “social” con il perdurare ed il peggioramento di questa situazione da incubo.

Dovremo evitare le secessioni della Sicilia alla Francia e della Sardegna agli Usa e del Nord con la benedizione dei servizi segreti austro-germanici.

Dovremo istituire un TRIBUNALE DI NORIMBERGA II per scalzare e condannare la criminale inerzia e il collaborazionismo servile di questa accolta di gangster criminali seriali ricattati che stanno demolendo il nostro martoriato Paese

Reagire subito prima che sia troppo tardi

 

Ne riparleremo …

 

 

 

 

IN EVIDENZA

L’Italia ha bisogno di un 25 luglio per evitare un altro 8 settembre

Pubblicazione: 13.03.2020 – Stefano Bressani

 

L’Italia odierna sembra per molti versi quella del luglio 1943. Sembra aver bisogno di un 25 luglio. Anche per evitare – stavolta – un altro 8 settembre

In questi giorni, oltre a Caporetto, viene molto evocato l’8 settembre. Il “tutti a casa” decretato dal governo Conte suona certamente grottesco rispetto alla grandezza tragica del film di Luigi Comencini, interpretato da due giganti come Eduardo De Filippo e Alberto Sordi. Però la realtà del 1943 non fu molto diversa da quella che tutti noi stiamo vivendo nell’Italia di 77 anni dopo.

L’Italia – oggi isolata dal mondo – si ritrovò allora invasa, occupata, assediata su ogni confine. Era in ginocchio: aveva perso la guerra voluta dal regime fascista. Già prima dello sbarco alleato in Sicilia (il primo nell’Europa nazifascista) molti – soprattutto nella classe dirigente economica – cominciarono a muoversi per evitare al Paese l’annientamento totale, il destino che il fanatismo psicopatico di Hitler inflisse invece alla Germania.

Quello che accadde nella lunga estate del ’43 è noto: è insegnato nella scuola dell’obbligo. Re Vittorio Emanuele III – formalmente Capo dello Stato – era molto esitante a prendere l’iniziativa: capiva che con la conclusione del ventennio fascista segnava anche un capolinea suo personale e per la monarchia sabauda (ciò che avvenne puntualmente alla fine della guerra, non prima che anche una figlia del re morisse in un lager)

Il regista della svolta fu un fascista laico, di cui Mussolini aveva sempre diffidato: Dino Grandi, a lungo ambasciatore a Londra e presidente della Camera (sopravvissuta anche se non più elettiva). Fu lui a promuovere l’anti-colpo di Stato del 25 luglio. Di fronte al rapido precipitare della crisi (Roma venne per la prima volta bombardata) Mussolini non poté più evitare una resa dei conti nel Gran Consiglio del Fascismo, il politburo del regime. Lì il premier-duce fu messo in minoranza da un ordine del giorno che chiedeva al re di ripristinare principi e garanzie dello Statuto albertino. Mussolini fu arrestato e sostituito come premier dal maresciallo Pietro Badoglio. Questo servì a negoziare un armistizio con la coalizione alleata.

Un errore di comunicazione (un leak molto probabilmente voluto dagli alti comandi angloamericani) spinse il re e Badoglio, la mattina dell’8 settembre, a fuggire immediatamente: prima a Pescara e poi a Brindisi. Storici e memoria collettiva sono concordi: rimane quella – almeno finora – la giornata più nera in 159 anni di storia unitaria. Il re e il premier di un’Italia in dissoluzione

Continua qui: https://www.ilsussidiario.net/news/tutti-a-casa-litalia-ha-bisogno-di-un-25-luglio-per-evitare-un-altro-8-settembre/1995752/

 

 

 

 

 

 

 

IL CENTRO MILITARE DEI VIRUS SI È TRASFERITO A SIGONELLA. E POI L’EPIDEMIA.

Maurizio Blondet  17 Marzo 2020  0 commenti

La sigla NAMRU3 … sta per Naval  Medical Resarch Unit. E’ il reparto della Marina USA che  conduce ricerche e sperimentazioni  su virus e batteri  –  ufficialmente, i patogeni che possono infettare le truppe americane sparse nei più sanitariamente discutibili paesi del  mondo.

Le ricerche di base, epidemiologiche e cliniche di NAMRU-3 si rivolgono in particolare alle malattie enteriche, alle infezioni acute respiratorie, alle epatiti, alla tubercolosi, alle meningiti, all’HIV e a varie infezioni da parassiti, batteri e virus che sono endemiche e rappresentano un grave problema pubblico nelle regioni d’intervento”.  Studia” malaria, leishmaniosi,  dengue le altre patologie virali, alle malattie da batteri come la “diarrea del viaggiatore” (ETEC, campylobacter, shigelle), ecc”.

Un potente e multiforme ente sanitario  benefico, che  ha sotto-basi in mezzo mondo,  collabora  con l’OMS in ricerche sull’HIV,  ed oggi per esempio  fornisce al Ghana  i tamponi per i test del coronavirus

Il logo del reparto

 

Fin dal dopoguerra (1946) questo ente filantropico del Pentagono è stato basato in Egitto. Si vorrebbe sapere come mai adesso il NAMRU3 si trova a Sigonella, nella base militare, dove si è trasferito a cominciare dal febbraio 2019: un trasloco gigantesco, visto che è stato completato solo a dicembre; è arrivato qui armi e bagagli, è il caso di dire.

E due mesi dopo l’Italia è 

  1. a) colpita dal coronavirus
  2. b) di un ceppo distinto e indipendente da quello che ha colpito la Cina,
  3. c) così particolarmente virulento, da chiedersi come mai in Italia ci sono più malati e morti, ormai, che in Cina e in Corea.

Ad informarne è stato il solo Antonio Mazzeo, un giornalista ricercatore alternativo siciliano, al cui lungo e densissimo articolo rimando, col consiglio di leggerlo attentamente.

http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/03/a-sigonella-i-militari-usa-che.html

Qui si aggiungono stralci di un articolo del 27 gennaio 2012 del quotidiano  egiziano Al-Wafd  che lanciava sul NAMRU-3 i più pesanti sospetti: gestisce i patogeni capaci di ” sterminare l’intera nazione egiziana”,   conduce ricerche volte a manipolare i geni egiziani per alterarli e causare deformità;  sta conducendo esperimenti su bambini egiziani; che potrebbe essere responsabile di un aumento di infertilità, impotenza, ritardo e disabilità; e che i dati raccolti vengono utilizzati per progettare alimenti, semi e farmaci che sono stati sviluppati in America e poi venduti  agli egiziani.

 

Il nuovo capo  del NAMRU, capt. Marshall Mandeville, è quello a destra. Ora sta a Sigonella.

 

Il giornale definiva questo ente filantropico del Pentagono “un demonio”:

L’unità americana di ricerca medica navale 3 (NAMRU-3) è un diavolo che controlla e indebolisce la salute degli egiziani

Diceva Al-Wafd:

“Quando si passa accanto al grande quartier generale della NAMRU  situato nel quartiere Al-‘Abbasia, nel cuore del Cairo  [e vede] il suo cancello rinforzato con ferro e cemento,  l’ampio spazio di terreno spianato che lo circonda,  le telecamere di sicurezza e le alte mura che lo proteggono, non si può non sospettare la grande importanza di ciò che si trova all’interno di questo edificio.  [..]  “I ricercatori dell’unità e i medici americani godono dell’immunità diplomatica. Alcuni di loro, infatti, appartengono alla CIA”.

“Dalla fondazione dell’unità NAMRU in Egitto, sono state scoperte dozzine di malattie virali nuove e mutate. Ciò può far sospettare che questi agenti patogeni sono importati. Nessun istituto medico di ricerca  si è infiltrato in Egitto

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/il-centro-militare-dei-virus-si-e-trasferito-a-sigonella-e-poi-lepidemia/

 

 

 

 

 

 

A Sigonella i militari Usa che manipolano virus e brevettano antivirali

 

16 marzo 2020 – Antonio Mazzeo

 

Per carità, nessuna intenzione di sostenere qualsivoglia tesi complottista, specie in queste drammatiche settimane dove ognuno di noi è chiamato ad esercitare le proprie funzioni con il massimo senso di responsabilità. Ma proprio per fugare dubbi e perplessità, il governo Conte deve spiegare immediatamente chi, come, quando, perché e in cambio di cosa è stato autorizzato nei mesi scorsi il trasferimento a Sigonella del reparto sanitario d’élite delle forze armate Usa che svolge ricerche e test su virus e batteri e concorre alla produzione di vaccini e farmaci “antivirali”.

Avviato nel febbraio 2019, il 12 dicembre scorso si è concluso nella grande stazione aeronavale siciliana il progetto di “ricollocazione” dalla storica sede del Cairo, Egitto, della Naval Medical Research Unit (NAMRU) 3, con la cerimonia di insediamento al comando dell’unità del capitano Marshall Monteville. “NAMRU-3 non vede l’ora di continuare il suo importante lavoro fuori da Sigonella”, ha dichiarato Monteville.

 

 

“Nessun problema su dove è collocato il nostro quartier generale: noi continueremo a svolgere sempre la nostra missione a supporto della salute e delle capacità operative delle nostre forze dislocate in Europa, Africa e Medio oriente”.

Secondo quanto riportato dai vertici delle forze armate statunitensi, la decisione di “ricollocare” in Sicilia il comando di NAMRU-3 sarebbe stata presa per non meglio specificate “necessità di potenziamento della sicurezza richieste per le facility” dell’unità specializzata. “NAS Sigonella è stata identificata come la migliore location per il quartier generale operativo in quanto è geograficamente al centro dei tre comandi combattenti da essa stessa supportati: U.S. Central Command, U.S. European Command e U.S. Africa Command”, spiega il Pentagono. “NAMRU-3 ha avuto una significativa presenza in Ghana, Gibuti ed Egitto per molti anni e ha dislocato il proprio personale in altre aree. Con il trasferimento del quartier generale a NAS Sigonella, il comando sta mantenendo una presenza in ognuna di queste località. Attualmente i ricercatori e i collaboratori di NAMRU-3 sono impegnati in diverse aree di ricerca di base sulle infermità virali e le malattie tropicali e subtropicali anche in Camerun, Liberia, Nigeria e Giordania”. Inoltre, essi seguono l’evoluzione di eventuali problematiche epidemiologiche di cui potrebbe essere vittima il personale militare e civile del Dipartimento della Difesa dislocato in Turchia, Afghanistan ed Iraq.

Lo staff di comando di NAMRU-3 è composto da una decina di ufficiali di US Navy, a cui si affiancano ricercatori del Dipartimento della Difesa e di alcune aziende private “animate a ottimizzare le capacità di combattimento” delle forze armate degli Stati Uniti e dei paesi partner. L’unità può inoltre contare su un pool di “esperti” di entomologia, microbiologia e infettivologia. Oltre a quella di stanza a Sigonella, esistono altre quattro unità della Naval Medical Research sparse a livello mondiale: NAMRU-San Antonio in Texas; NAMRU-Dayton in Ohio; NAMRU-2 a Singapore e NAMRU-6 a Lima, Perù.

“La missione di NAMRU-3 è quella di studiare, monitore e individuare le emergenti e riemergenti minacce di malattie che interessano i militari e la salute pubblica, così come quella di sviluppare strategie di mitigazione contro di esse”, riporta il Pentagono. “Ciò è svolto in partnership con le nazioni ospitanti e le agenzie Usa come U.S. Centers for Disease Control (CDC). Le ricerche di base, epidemiologiche e cliniche di NAMRU-3 si rivolgono in particolare alle malattie enteriche, alle infezioni acute respiratorie, alle epatiti, alla tubercolosi, alle meningiti, all’HIV e a varie infezioni da parassiti, batteri e virus che sono endemiche e rappresentano un grave problema pubblico nelle regioni d’intervento”. L’unità medico-militare si è specializzata nella ricerca e sperimentazione di “agenti profilattici come vaccini e farmaci contro le infermità e le infezioni tropicali che causano una severa mortalità o morbosità al personale militare Usa

Continua qui: http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/03/a-sigonella-i-militari-usa-che.html

 

 

 

 

 

IL PROBLEMA DEL SUD

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Perché le mascherine continuano a mancare per giorni? Perché la Protezione Civile non riesce  a dare mascherine nemmeno al personale di prima linea, tanto che gli infermieri protestano?  a disporre E ORGANIZZARE la fabbricazione delle mascherine in Italia?

Abbiamo saputo che il fabbricante c’è, ed è la Spasciani di Origgio, Varese. Azienda storica: “La ditta fondata nel 1892 porta il nome della famiglia che ha fornito le maschere antigas e gli occhiali protettivi per i soldati della prima e Seconda guerra mondiale. E adesso produce tutti gli indumenti protettivi per vigili del fuoco, minatori, operai che per tipo di attività ne hanno bisogno”.

Il governo vi avrà subito contattati? chiede Il Giornale ad Alberto Spasciani, il proprietario … Risposta:

“All’alba della crisi epidemica il governo ha cominciato timidamente a chiedere ai fabbricanti italiani, quattro scarsi, quali erano le scorte disponibili. Poi ha bloccato l’export.  …. E adesso hanno addirittura stoppato tutti i dispositivi di protezione individuali, che comprendono elmetti, scarpe, cinture. Nulla a che fare con la lotta al virus. Dei nostri carichi sono fermi in dogana per questo assurdo motivo”.

 

Il governo ha vietato l’export anche di questo oggetto Spasciani. (Per il catalogo dei prodotti:

https://www.directindustry.it/prod/spasciani/product-31870-1215839.html

Inconfondibile stile di governo: c’è una epidemia, e blocca gli elmetti. Danneggiando la ditta necessaria.

La mia ipotesi è che questa ditta non andava bene alla Protezione Civile, perché sta a Varese.  Siccome c’è denaro pubblico da spendere,  colui che Conte ha messo a capo  della PC, Angelo Borrelli, ha cercato prima di dare i soldi a qualche azienda del Sud. Non a caso egli non è un medico con esperienze di soccorsi internazionali come Bertolaso, ma un laureato in Economia e Commercio nella prestigiosa università di Cassino.

Scelta giusta: quando succedono le disgrazie collettive, gli appalti e la pioggia d’oro, vadano al Sud.

Non è un’ipotesi maligna, ma una realtà confermata dall’esperienza.  Terremoto dell’Aquila, con quell’imprenditore che dice all’altro “io ridevo alle 3 del mattino dentr’o letto, bisogna partire in quarta, perché non è che c’è un terremoto al giorno”.

Quando si trattò di trovare i costruttori delle “casette SAE” dove alloggiare i temporaneamente i terremotati, le aziende  del Trentino Alto Adige, notoriamente eccellenti nella costruzione di case prefabbricate, aspettarono invano un gara, un’asta nazionale.

Aumm aumm, i soldi dovevano andare ai prenditori locali. E ci andarono. Risultato: le casette arrivarono con un anno e più di ritardo, appena montate   avevano infissi malmessi, materiali scadenti e bagni che non funzionavano, erano piene di umidità che moltiplicava gli scarafaggi, e per di più costavano 7 mila euro al metro quadro, più – si disse – di quel che costa un metro quadro al quartiere Prati di Roma o a Santa Croce a Firenze.  I prefabbricati dell’Alto Adige te li vendono a 4500 il metro quadro.

Notai allora che i fabbricanti privilegiati delle casette SAE non avevano avuto nemmeno l’accortezza di comprare un prefabbricato dell’Alto Adige, e copiarlo in tanti esemplari quanti richiesti.  Avrebbero almeno imparato qualcosa di utile, e mostrato senso di responsabilità e ambizione del lavoro ben fatto. I giapponesi, cinesi, coreani sono usciti dal sottosviluppo così, inizialmente copiando i prodotti occidentali, imparando con umile orgoglio, e  ora sono all’estremo superiore delle 

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Prove tecniche di dittatura (in salsa europea)

Si prepara un “golpe bianco” per commissariare l’Italia mettendo a tacere qualsiasi opposizione ma – per cominciare – anche Mattarella

14 Marzo 202014 Marzo 2020 di Guido Giraudo

 

È pur vero che tre indizi non fanno una prova ma, negli anni Settanta, hanno creato il mito del “colpo di Stato” per molto meno. La situazione è più che propizia per l’assunzione di pieni poteri e Conte è ormai palesemente in pieno delirio di onnipotenza. Supportato in questa sua follia ed eterodiretto da una serie di poteri e apparati che vedono l’occasione sia di spazzare via alcuni “sassolini” che si stavano depositando nell’ingranaggio (vedi quei poveri illusi di sovranisti) sia di papparsi tutto quel che resta da prendere nel nostro Paese, prima che la banda di politici dementi che lo governa porti tutto al definitivo fallimento.

PRIMO INDIZIO: STATO DI POLIZIA

«Al personale delle forze armate impiegato, previo provvedimento del prefetto competente, per assicurare le misure di contenimento è attribuita la qualifica di agente di pubblica sicurezza». Parola di ministro-prefetto Luciana Lamorgese.

Traduzione: con la scusa che gli italiani sono fessi e vanno in giro lo stesso nonostante i divieti (che non sono chiari, sono contradditori, aggirabili, iniqui) la capa del KGB nostrano avoca a sé anche il controllo delle Forze Armate. Perché quello che i media asserviti non dicono è questo: se il prefetto lo ordina, su richiesta del ministro, le truppe utilizzate per controlli e sicurezza (ci sono anche reparti scelti) saranno equiparate alla PS ed entrano nella catena di comando del ministro dell’Interno e non più di quello della Difesa (che tanto sono sappiamo neppure come si chiami). Per molto, molto, molto meno trent’anni fa ci sarebbe stata una mobilitazione di tutte le “forze democratiche”. Oggi: silenzio.

SECONDO INDIZIO: CONTROLLO E TOTALE CENSURA

«In presenza di un rischio grave ed imminente alla sicurezza nazionale causato dalla vulnerabilità di reti, sistemi informativi e servizi informatici, il Presidente del Consiglio può disporre la disattivazione, totale o parziale, di Internet». Così recita la legge sul “Perimetro nazionale di sicurezza cibernetica”, presentata al Parlamento il 2 marzo nella distrazione generale da Covid-19.

Traduzione: visto che il rischio attuale è più che grave, Giuseppi può chiudere in tutto o in parte i servizi informatici, anche senza approvazione del Parlamento che, tanto, non potrebbe essere convocato… causa contagio. Ovviamente verranno chiusi solo i servizi informativi (anche questo giornale per intenderci). Già oggi sulla Rai è partita, a reti unificate, una

Continua qui: https://www.orwell.live/2020/03/14/prove-tecniche-di-dittatura-in-salsa-europea/

 

 

 

 

HEARTLAND: guerra, atto finale

16 Marzo 2020

comedonchisciotte.org

Heartland o Heartlands (letteralmente: il Cuore della Terra) è un nome che venne dato alla zona centrale del continente Eurasia da Sir Halford Mackinder, il geografo inglese autore di Democratic Ideals and Reality. L’Eurasia è un supercontinente comprendente i continenti di Europa e Asia.
La frase che riassume l’intera concezione geopolitica di Mackinder è la seguente: «Chi controlla l’Est Europa comanda l’Heartland: chi controlla l’Heartland comanda l’Isola-Mondo: chi controlla l’Isola-Mondo comanda il mondo» (1)

Bene, iniziamo adesso ad analizzare un po’ di dati in nostro possesso:

Nel 2013 il presidente cinese Xi Jinping annuncia il progetto “Via della Seta” che punta a coinvolgere 65 Paesi che raccolgono circa il 65% della popolazione mondiale e il 40% del Pil (2)

Da almeno 10 anni in Europa è aperta una gara per attirare tantissimi soldi in arrivo dalla Cina. In questa gara, l’Italia è sul podio dal 2017 alle spalle di Germania e Francia. Ad inizio 2019 l’export agroalimentare Made in Italy verso la Cina aveva fatto registrare +20%, su base decennale si registra invece un incredibile +254% (3)

In questo quadro geopolitico, logica vuole che l’amministrazione Trump ed i suoi alleati storici (Israele in primis), non possono più permettersi di stare a guardare. La Via della Seta, i rapporti sempre più stretti con la Cina e la Russia, insomma il progetto Eurasia mina le fondamenta dell’egemonia americana in Europa.

“Guardando anche ad occhio nudo una carta geografica diventa di chiara evidenza che la realizzazione di tale ambizioso progetto metterebbe definitivamente fuori gioco gli Stati Uniti a cui, per sventare tale pericolo, non resterebbe altra via che generare il caos.” (4)

Il 3 gennaio 2020 il generale iraniano Qasem Soleimani è rimasto ucciso per rappresaglia in un attacco con drone statunitense sull’aeroporto internazionale di Baghdad, in Iraq. Ma il vero obiettivo di Trump non era l’Iran, ma la Cina e la Russia (5), il vero obiettivo era l’Eurasia.

Sempre ad inizio 2020, in Cina nella città di Wuhan, capoluogo della provincia cinese dell’Hubei, scoppia una epidemia di coronavirus. (6)

Tra Febbraio e Marzo 2020, Cina, Iran ed Italia sono i tre Paesi più colpiti dal coronavirus (guarda tu che coincidenze), una delle spiegazioni che ci viene data è che: “Il coronavirus è il virus della verità, dove appare espone la verità. Nel caso della Cina ha esposto che c’è una dittatura comunista che sopprime la verità. In Iran ha esposto il fanatismo religioso. Nel caso dell’Italia ha esposto la scarsa capacità amministrativa”. (7)

Il 31 Gennaio 2020 alle ore 24:00 CET (ore 23:00 GMT) il Regno Unito cessa ufficialmente di essere uno Stato membro dell’Unione europea e dell’Euratom. (8)

A Marzo 2020, secondo un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino l’origine del coronavirus non sarebbe legate a errori di vigilanza e contenimento delle autorità cinesi nella città del presunto ‘focolaio zero’, ma a una

 

Continua qui: https://www.libreidee.org/2020/03/guerra-usa-cina-per-legemonia-litalia-virus-e-una-preda/

 

 

 

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Il cosmopolitismo individualista

Autore Ruggero Arenella – Pubblicato il 6 marzo 2015

 

Quello che le élites neoliberiste sono riuscite a fare é così grande che non riusciamo neanche ad accorgercene.

La sinistra è morta. Morta. Sopravvive in piccole nicchie, intellettuali o no. Ma dire una goccia nell’oceano forse è dire troppo.

Che cos’è il cosmopolitismo? Ognuno è cittadino del mondo. Che cos’è l’individualismo? L’individuo è al centro del mondo.

Questa sera ad Atene ho avuto una discussione con una ragazza spagnola e un ragazzo greco. Lui 36 anni, di Atene. Lei molti meno, credo meno di 25. Entrambi hanno girato parecchio. Lei molto di più. Fra noi ci si parla in inglese. Tre nazioni del sud Europa per capirsi fra di loro devono parlare una lingua del nord Europa.

Come fare a cambiare il mondo? Lei e lui dicono all’unisono: “per cambiare il mondo bisogna che ognuno di noi cerchi di cambiare se stesso e le persone che gli stanno vicino”. Poi il mondo cambierà. Io le ho detto, mentre lui era in bagno: “Marx diceva che non é la coscienza degli uomini a creare il loro essere sociale, al contrario, é il loro essere sociale che crea la loro coscienza”. Per lei non era giusto.

Lui mi dice: “Se il figlio del padrone della Nike fosse un mio amico, io parlando con lui riuscirei a cambiarlo. E poi quando prenderà il posto del padre non sarà una merda come lui.” E io gli rispondo: “ma lui ha interessi diversi dai tuoi, dai miei. Davvero speri di cambiarlo?”. Lui mi risponde deciso: “Si”. Lei: “non credo nei muri e nelle frontiere”. Lui: “Il cambiamento deve partire da noi stessi”, e poi sparecchia al posto della cameriera.

Perché dei valori buoni finiscono ad asservire gli interessi del grande capitale

Continua qui: https://voxpopuli.xyz/2015/03/06/il-cosmopolitismo-individualista/

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Un’emergenza: tre urgenze

  • Rinviare il MES
  • Cancellare “l’esercitazione” Defender Europe
  • Chiedere i danni alla Cina per disastro doloso

 

13 Marzo 2020 di Guido Giraudo

 

Mentre il coronavirus colpisce la salute e l’economia del nostro Paese ci sono anche altre minacce e altre necessità urgenti a cui dobbiamo guardare con attenzione. Guai a farci distrarre dall’emotività e dalla banalità di cui sono stracolme le televisioni e i media in questi giorni. Infatti, mentre si moltiplicano fino alla nausea i pur giusti appelli a “lavarsi le mani” e a “non uscire di casa… ma”, da una parte si stanno per consumare due gravi infamie internazionali; dall’altra stiamo assistendo quasi alla santificazione di chi, invece, ci ha portato questa pestilenza: la Cina.

FERMARE IL MES… A TUTTI I COSTI

Ne abbiamo già parlato l’altro ieri ma le cose sono ancora peggiorate mentre si avvicina la scadenza di lunedì 16. Gli ultimi eventi danno un’idea della follia da cui siamo circondati. Il ministro antiitaliano Roberto Gualtieri ha già notificato lo sfondamento del tetto del 3% del deficit dichiarando un 3,3%. A questo punto, però, non hanno più importanza i decimali (potremmo anche chiedere di sforare del 12%) perché è quanto basta per essere commissariati, secondo le nuove regole del maledetto Meccanismo.

Secondo aspetto incredibile. Il Parlamento europeo dovrebbe essere chiuso, come tutti i luoghi pubblici. Ci sono anche già stati casi di contagio tra funzionari e parlamentari. I parlamentari italiani, poi, non potrebbero neppure partecipare alla riunione del 16, perché messi in quarantena… Eppure, la riunione dell’Eurogruppo non viene annullata… anzi è stata anticipata ponendo il MES al primissimo punto dell’Ordine del giorno (come da noi rivelato).

Terzo aspetto da non sottovalutare. Si moltiplicano le voci che parlano di dimissioni di Conte subito dopo il fatidico 16. L’Europa vuole un rimpasto “forte” che preluda al commissariamento (a Giuseppe sarebbe riservato un ruolo chiave nella BCE).

Si fa da più parti il nome di Marta Cartabia (attuale presidente della Corte

Continua qui: https://www.orwell.live/2020/03/13/un-emergenza-tre-urgenze/

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

IL SUPPLIZIO DELLA SIRIA DEVE CONTINUARE – L’ha decretato Washington

Maurizio Blondet 16 Marzo 2020

Non bastano dieci anni di guerra. Non bastano 345 mila morti, e 11 milioni di profughi. La Siria deve essere tormentata ancora, il suo popolo versare altro sangue; gli Stati Uniti hanno annunciato ormai apertamente di sostenere i jihadisti di Idlib per impedire a Russia e Assad   di “ottenere una vittoria militare in tutta la Siria”.

Lo ha spiegato l’ambasciatore James Jeffrey, interessante perché è, ufficialmente, il plenipotenziario della   pomposamente denominata “Coalizione Mondiale per combattere lo Stato Islamico dell’Irak e Levante” o ISIS (sic) che l’ISIS ha creato ed armato e pagato,

ed ora ammette apertamente che 

l’ISIS è una delle formazioni che sono servite agli Usa per abbattere  Assad e destabilizzare il Levante.

 

Jeffrey è anche membro del CFR (Council on Foreign Relations) e pensatore nel WINEP, Washington Institute for Near East Policy , un “pensatoio” il cui scopo è di condurre la politica estera Usa dove vuole Israele, tant’è vero che il WINEP è stato fondato e finanziato dal noto AIPAC, American Israeli Public Affairs Committe).

Ora che il malagevole cessate il fuoco negoziato da Putin con Erdogan rischia di avere successo, Jeffrey e David Satterfield, ambasciatore degli Stati Uniti in Turchia, David Satterfield, si sono incontrati a Bruxelles con Erdogan   dopo la visita del presidente turco agli europei, per vedere come la NATO può  aiutare Ankara a proteggere i suoi militanti nella ultima   enclave jihadista,  la provincia siriana di Idlib.

Jeffrey  e  Satterfield  hanno detto  apertamente  – in una conferenza stampa  –   che una vera vittoria siriana su questi terroristi negherebbe alla “comunità internazionale” –  (cioè loro e i loro satelliti nella Coalizione Mondiale contro l’ISIS)  la leva per insistere sul cambio di regime a Damasco (“Assad must go” : da dieci anni la direttiva non è cambiata).  Jeffrey ha ricordato che truppe statunitensi che sono in Siria (occupano i giacimenti petroliferi siriani, come si sa) e  la loro presenza è “una complicazione” per   Damasco e Mosca, come  dev’essere. Altre truppe Usa non servono, perché “la Turchia ha dimostrato  che essa e le sue forze di opposizione sono più

Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/il-supplizio-della-siria-deve-continuare-lha-decretato-washington/

 

 

 

 

CULTURA

CAMUS/ Così la “peste” azzera i nostri destini e riscrive la nostra storia

Pubblicazione: 10.03.2020 – Giacomo Scanzi

 

Il capolavoro di Albert Camus “La peste”, ovvero la struttura originaria e il mutamento del carattere degli uomini dentro un’epidemia contemporanea

Albert Camus a Torino nel 1954 (LaPresse)

 

Il virus non è solo una questione medica ed epidemiologica. È un fattore di rimodulazione antropologica. E questo lo racconta bene, ancor prima che il cronista o il sociologo, la grande letteratura. A partire dal grande capolavoro di Albert Camus, “La peste”, attento a individuare la struttura originaria e il mutamento del carattere degli uomini dentro un’epidemia contemporanea.

Si sa, già la malattia di per sé introduce cambiamenti significativi nell’umanità del singolo. Ma quando ci si trova di fronte a un’epidemia, la questione assume caratteristiche affatto differenti. Fuori dalla solitudine connotata dalle esigenze inesorabili del destino, è nella moltitudine che i rivolgimenti dell’umano si ridefiniscono in un magmatico contagio. Così, nel prima, nel durante e nel dopo, le società si ritrovano contaminate e cicatrizzate in una nuova identità.

Orano, la cittadina algerina di cui la peste prende possesso, diviene così una sorta di laboratorio antropologico, in cui si possono osservare i mutamenti, le sfumature, i contorcimenti non solo delle carni, ma anche degli spiriti degli uomini.

La paura e la negazione

Da quel momento ebbe inizio la paura e, con essa, la riflessione

La paura si radica nell’incertezza. La paura è goffa, produce fantasmi, ma anche auto–giustificazioni. In una prima fase, quando ancora tutto è poco chiaro, la paura diviene innanzitutto un elemento di negazione. La paura, insomma, tenta di cancellare, di ridicolizzare, di ridimensionare, di incolpare. Perché in una società razionale si è sempre pronti a ritenere che la realtà sia governabile con azioni pertinenti. Così, semplicemente, chi deve fare faccia. “La cronaca locale, abitualmente molto varia, adesso è tutta dedicata a una campagna contro il comune. I nostri amministratori si rendono conto del pericolo costituito dai corpi putrefatti di questi roditori?.

Nella sua intrinseca contraddittorietà, la paura da una parte accusa e dall’altra nega: “Ma di sicuro non è contagiosa”; “E comunque, cosa le dice che sia contagiosa?. Eppoi, l’epidemia è questione che riguarda i Paesi sottosviluppati. Quante volte l’abbiamo sentito al telegiornale mentre tranquilli consumavamo la nostra cena.

È impossibile, lo sanno tutti che in Occidente è scomparsa”; “Sono anni che è scomparsa dai paesi temperatiInsomma, “benché un flagello sia infatti un accadimento frequente, tutti stentiamo a credere ai flagelli quando ci piombano addosso. Nel mondo ci sono state tante epidemie di peste quanto guerreQuando scoppia una guerra tutti dicono ‘È una follia, non durerà’. E forse una guerra è davvero una follia, ma ciò non le impedisce di durare. La follia è ostinata, chiunque se ne accorgerebbe se non fossimo sempre presi da noi stessi. A questo riguardo i nostri concittadini erano come tutti gli altri, erano presi da se stessi, in altre parole erano umanisti: non credevano ai flagelli. Dal momento che il flagello non è a misura dell’uomo, pensiamo che sia irreale, soltanto un brutto sogno che passerà. Invece non sempre

 

Continua qui: https://www.ilsussidiario.net/news/camus-cosi-la-peste-azzera-i-nostri-destini-e-riscrive-la-nostra-storia/1994670

 

 

 

 

 

 

 

MANDEVILLE, LA FAVOLA DELLE API, VIZI PRIVATI E PUBBLICHE VIRTÚ

  1. de Mandeville, La favola delle api

 

Un numeroso sciame di api abitava un alveare spazioso. Là, in una felice abbondanza, esse vivevano tranquille. Questi insetti, celebri per le loro leggi, non lo erano meno per il successo delle loro armi e per il modo in cui si moltiplicavano. La loro dimora era un perfetto seminario di scienza e d’industria. Mai api vissero sotto un governo più saggio; tuttavia mai ve ne furono di più incostanti e di meno soddisfatte. Esse non erano né schiave infelici di una dura tirannia, né erano esposte ai crudeli disordini della feroce democrazia. Esse erano condotte da re che non potevano errare, perché il loro potere era saggiamente vincolato dalle leggi.

Questi insetti, imitando ciò che si fa in città, nell’esercito e nel foro, vivevano perfettamente come gli uomini ed eseguivano, per quanto in piccolo, tutte le loro azioni. Le opere meravigliose compiute dall’abilità incomparabile delle loro piccole membra sfuggivano alla debole vista degli uomini; tuttavia non vi sono presso di noi né macchine, né operai, né mestieri, né navi, né cittadelle, né armate, né artigiani, né astuzie, né scienza, né negozi, né strumenti, insomma non v’è nulla di ciò che si vede presso gli uomini di cui questi operosi animali pure non si servissero. E siccome il loro linguaggio ci è sconosciuto, non possiamo parlare di ciò che le riguarda se non impiegando le nostre impressioni. Si ritiene generalmente che tra le cose degne d’esser notate, questi animali non conoscevano affatto l’uso né dei bossoli né dei dadi; ma, poiché avevano dei re, e conseguentemente delle guardie, si può naturalmente presumere che conoscessero qualche specie di giochi. Si vedono mai, infatti, degli ufficiali e dei soldati che si astengono da questo divertimento?

Il fertile alveare era pieno di una moltitudine prodigiosa di abitanti, il cui grande numero contribuiva pure alla prosperità comune. Milioni di api erano occupate a soddisfare la vanità e le ambizioni di altre api, che erano impiegate unicamente a consumare i prodotti del lavoro delle prime. Malgrado una cosí grande quantità di operaie, i desideri di queste api non erano soddisfatti. Tante operaie e tanto lavoro potevano a mala pena mantenere il lusso della metà della popolazione.

Alcuni, con grandi capitali e pochi affanni, facevano dei guadagni molto considerevoli. Altri, condannati a maneggiare la falce e la vanga, non potevano guadagnarsi la vita se non col sudore della fronte e consumando le loro forze nei mestieri più penosi. Si vedevano poi degli altri applicarsi a dei lavori del tutto misteriosi, che non richiedevano né apprendistato, né sostanze, né travagli. Tali erano i cavalieri d’industria, i parassiti, i mezzani, i giocatori, i ladri, i falsari, i maghi, i preti, e in generale tutti coloro che, odiando la luce, sfruttavano con pratiche losche a loro vantaggio il lavoro dei loro vicini, che non essendo essi stessi capaci d’ingannare, erano meno diffidenti. Costoro erano chiamati furfanti; ma coloro i cui traffici erano piú rispettati, anche se in sostanza poco differenti dai primi, ricevevano un nome piú onorevole. Gli artigiani di qualsiasi professione, tutti coloro che esercitavano qualche impiego o che ricoprivano qualche carica, avevano tutti qualche sorta di furfanteria che era loro propria. Erano le sottigliezze dell’arte e l’abilità di mano.

Come se le api non avessero potuto, senza istruire un processo, distinguere il legittimo dall’illegittimo, esse avevano dei giureconsulti, occupati a mantenere le animosità e a suscitare malefici cavilli: questo era lo scopo della loro arte. Le leggi fornivano loro i mezzi per rovinare i loro clienti e per approfittare destramente dei beni in questione. Preoccupati, soltanto di ricavare degli elevati onorari, non trascuravano nulla al fine d’impedire che si appianassero le difficoltà attraverso un accomodamento. Per difendere una cattiva causa, essi analizzavano le leggi con la stessa meticolosità con cui i ladri esaminano i palazzi e i negozi. Ciò soltanto allo scopo di scoprire il punto debole in cui potessero prevalere.

I medici preferivano la reputazione alla scienza e le ricchezze alla guarigione dei loro malati. La maggior parte, anziché applicarsi allo studio dei princípi della loro disciplina, cercavano di acquistarsi una pratica fittizia. Sguardi gravi e un’aria pensosa erano tutto quello ch’essi possedevano per darsi la reputazione di uomini dotti. Non preoccupandosi della salute dei pazienti, essi lavoravano soltanto per acquistarsi il favore dei farmacisti, e per conquistarsi le lodi delle levatrici, dei preti e di tutti coloro che vivevano dei proventi tratti dalle nascite o dai funerali. Preoccupati di acquistarsi il favore del sesso loquace, essi ascoltavano con compiacenza le vecchie ricette della

 

Continua qui: http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaM/MANDEVILLE_%20LA%20FAVOLA%20DELLE%20API_.htm

 

 

 

 

 

 

 

ECONOMIA

LE POLITICHE ECONOMICHE DEGLI ANNI 70.

Discussione a Canale Sovranista con Fabio Lugano

17 Marzo, 2020 posted by admin

 

Vi presentiamo una discussione fra Fabio Lugano e Canale Sovranista sulle politiche economiche e monetarie degli anni Settanta, quando il Governo e la Banca d’Italia si trovarono ad affrontare dei fortissimi shock esterni, per molti versi simili a quelli che stiamo affrontando ora.

Dopo un primo momento in cui cercarono di opporsi ad una svalutazione della lira, le autorità, Banca d’Italia in testa, decisero di lasciar fluttuare la valuta, rilanciando l’economia

Buon ascolto

VIDEO QUI: https://youtu.be/qFRll93C7GI

https://scenarieconomici.it/le-politiche-economiche-degli-anni-70-discussione-a-canale-sovranista-con-fabio-lugano/

 

 

 

 

 

 

 

GRECIA, I SEI MESI CHE HANNO CAMBIATO LA NOSTRA VITA

(di Jacopo Brogi – greecelab@gmail.com)

 

Vigliamo rilanciarvi quest’articolo che presenta un famoso documentario sulla tragedia della crisi greca

 

AdChoicesCosì è nato il “Laboratorio Grecia“(*). Così è nata la nostra crisi.

Cosa è davvero successo tra l’Ottobre 2009 e l’Aprile 2010?

di Jacopo BrogiUnited Photo Press – greecelab@gmail.com

 

Il 4 ottobre 2009, sembra un giorno come tutti gli altri, una vittoria come tante altre: l’ennesimo Papandreou succede all’ennesimo Karamanlis. Due famiglie, svariate decadi di una nazione: la Grecia. E il continente a nord di Creta non sarà più lo stesso: Europa, principessa fenicia amata e venerata da Zeus.

Oltre 2.555 giorni di “crisi”, da”krino”. “Separare”, la granella di frumento dalla paglia e dalla pula. “Scegliere”, “decidere”. E il 18 ottobre, il governo Papandreou denuncia che i conti dello Stato sono stati truccati: il deficit nazionale è in realtà il doppio di quanto previsto dal governo Karamanlis: il 12,7% del Pil, quando il limite europeo è il 3%. A fine anno viene addirittura rivisto al rialzo: 15,8%, con una economia nazionale già in recessione. La bomba è innescata: la culla del Pensiero, della Lingua e della Democrazia e specchio d’occidente, finisce sotto il bersaglio delle agenzie di rating, ormai ostaggio delle grandi banche internazionali.

Durante i primi mesi del 2010, i titoli decennali decollano arrivando ad oltrepassare il 12%,

le assicurazioni a 5 anni contro il fallimento dello Stato (cds) schizzano oltre 1000 punti;

il rapporto debito/Pil viene corretto al rialzo (115,1%) e lo spread oltrepassa quota 800.

Lo Stato greco è una zattera alla deriva, ormai nel vortice dei tassi di interesse sempre più elevati, che lo portano sul baratro finanziario. La Grecia deve chiedere aiuto.

23 aprile 2010, pochi giorni dopo il congelamento delle pensioni e il taglio agli stipendi dei dipendenti pubblici, George Papandreou annuncia dal porto dell’isola di Megisti la richiesta di sostegno internazionale. Con la firma del primo memorandum arriveranno 110 miliardi di euro (80 dai Paesi dell’Unione Europea, 30 dal Fondo Monetario Internazionale) per tre anni: “abbiamo scelto di salvare il Paese“, dichiara il Ministro delle Finanze George Papaconstantinou.

Ci penserà la troika, non certo la Croce Rossa: una struttura mobile che verificherà, in periodiche missioni, la realizzazione effettiva dei programmi di aggiustamenti economici concordati (1).

Per sopravvivere, allo Stato arriverà la paghetta ogni tre mesi, ma una volta controllati i compiti a casa.

Le decisioni definitive per quanto riguarda l’assistenza finanziaria e la condizionalità sono prese dall’Eurogruppo (Coordinamento dei Ministri delle finanze dei paesi che adottano l’euro, ndr), che si assume pertanto la responsabilità politica dei programmi. (2)

La Grecia è di fatto commissariata e ormai avviata nel tunnel dell’austerità. Il contagio si estende rapidamente all’Irlanda e al Portogallo: altri piani di sostegno. Poi la speculazione investirà Spagna e Italia. Cipro capitolerà nel 2013: l’epidemia scoppiata in Grecia arriverà sull’isola assieme ai medici della Banca Centrale Europea, della Commissione Europea e del Fondo Monetario Internazionale.

I sacrifici, le cure spacciate ai popoli d’Europa come risolutive contro il virus della crisi, sono costate almeno 21 milioni di disoccupati (3).

Ma cosa è successo veramente tra l’ottobre 2009 e l’aprile 2010?

La Commissione parlamentare per la verità sul debito pubblico (4), fortemente voluta dall’ex Presidente del Parlamento Zoe Konstantopoulou, composta da economisti, giuristi, giornalisti ed altri tecnici e professionisti di caratura nazionale ed internazionale, lo spiega nel suo rapporto preliminare reso pubblico nel Giugno 2015 a pochi giorni dal referendum: “Il neoeletto governo di Georgios Papandreou ha revisionato verso l’alto, in modo illegale, sia il deficit pubblico che il debito pubblico.” (5)

Appena prima delle elezioni, il 2 ottobre 2009, l’Istituto Nazionale di Statistica della Grecia invia all’Istituto Europeo di Statistica Eurostat i dati del debito e del deficit pubblico che includono le spese ospedaliere: 2,3 miliardi euro. Come per magia, il 21 ottobre viene pubblicata una cifra gonfiata di 2,5 miliardi. Ecco che il dato complessivo sale a 4,8 miliardi su mandato esplicito del Ministero dell’Economia, ora targato Pasok. Nell’aprile 2010, basandosi sul “Rapporto tecnico inerente alla revisione degli oneri ospedalieri” del governo, Eurostat include un’altra somma aggiuntiva di 1,8 miliardi di euro. Incredibile: il deficit iniziale contabilizzato prima delle elezioni, arriva addirittura a 6,6 miliardi, nonostante la Corte dei Conti ne abbia approvato solo una parte (1,2 miliardi). “I 5,4 miliardi di euro degli ipotizzati e non verificati oneri, hanno proiettato in alto il deficit pubblico del 2009 e anche quello degli anni precedenti(6), scrive la Commissione.

Ma non è finita qui: in una sola notte, il debito pubblico si alza addirittura di altri

18,2 miliardi. In quelle ore viene sciolto il consiglio d’amministrazione dell’Istituto Nazionale di Statistica, così il suo presidente è libero di riclassificare – con l’avallo di Eurostat – le 17 Deko (imprese pubbliche e organizzazioni) e trasferire le loro passività dal settore delle aziende non finanziarie al settore pubblico, “violando i criteri normativi per la classificazione delle entità economiche nel settore della pubblica amministrazione”. (7)

Secondo il comitato di esperti, grazie ai contratti swap stipulati a suo tempo con la banca d’affari americana Goldman Sachs, l’Istituto Nazionale di Statistica ha aumentato il debito pubblico di 21 miliardi di euro, distribuiti fra il 2006 al 2009. Ecco come il debito pubblico viene incrementato in modo retroattivo, violando le regole della Comunità Europea.

Si stima che il deficit del bilancio di previsione 2009 sia balzato da 6 a 8 punti percentuali in totale e che il debito pubblico sia salito di 28 miliardi di euro.

Conclude la Commissione: “l’alterazione dei dati statistici era strettamente legata alla drammatizzazione della situazione del bilancio di previsione e del debito pubblico, in modo tale che l’opinione pubblica greca, europea e quella del resto del mondo venisse convinta ad appoggiare le “misure di salvataggio” del 2010 dell’economia greca, alle severe condizioni

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Intervista a Luciano Gallino

Autore voxadmin Pubblicato il 8 gennaio 2020

 

Uno dei più importanti sociologi del ‘900. A 87 anni ha aperto le porte di casa sua per concedere un’intervista a un blog d’informazione indipendente semisconosciuto. Un intellettuale, quando è un vero intellettuale, sente il bisogno di dire le sue idee a tutti. Lo fa per le sue idee, non per se. Luciano Gallino era un grande intellettuale, e un combattente. Laddove combattere significa essere sempre integri, fino alla fine.

Negli ultimi anni della sua vita Luciano Gallino iniziò a criticare l’Unione Europea, uscendo dai confini della narrazione europeista, quella dell’ambiente politico a cui apparteneva. La cosiddetta “sinistra”, sostenendo l’Unione Europea, sosteneva l’ordine neoliberale, gli interessi del grande capitale transnazionale. Luciano Gallino l’aveva capito, e doveva dirlo. Come un vero intellettuale deve fare.

Per uscire dai confini ideologici del tuo ambiente politico, devi essere una mente libera. Uscire da questi confini significa innanzitutto informarti in modo indipendente, non solo dalle fonti interne al tuo ambiente. Gli chiesi se avesse letto Paolo Barnard, mi rispose di si, e nel suo sguardo capì come fosse stato importante. Ciò che conta sono le idee. Anche se le leggi in un blog, invece che su

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Crisi Coronavirus: dov’è la BCE?

16 Marzo, 2020 posted by Giuseppina Perlasca

 

Lo scorso lunedì 9 marzo 2020, sarà ricordato nella storia del mercato azionario come una delle peggiori sessioni di mercato che si siano mai viste. I cali dei mercati azionari sono stati diffusi, come si evince nelle varie analisi tecniche effettuate questi giorni.

In un momento in cui il Coronavirus continua a devastare l’Europa, soprattutto in Italia e, a poco a poco, sempre più in Spagna, Francia e Germania, si aggiunge la delicata situazione del petrolio.

La promessa di stimoli fiscali è stata accolta con ottimismo facendo salire il prezzo del barile sopra i 35 dollari lo scorso martedì, ma è ovvio che sono necessarie ulteriori misure per rendere sostenibile questa ripresa. Anche i prezzi delle azioni stanno prendendo una pausa da questa situazione e il FMI è stato sollecitato ad agire con urgenza. Detto questo, la BCE sembra invece essere di nuovo in vacanza.

In un momento di tale incertezza per il petrolio, una scelta che sembrerebbe maggiormente ragionevole in ottica investimenti a lungo potrebbe essere quella di investire in oro. Anche se negli ultimi giorni il prezzo dell’oro ha sofferto delle cadute consistenti, dobbiamo ricordare che si tratta del bene rifugio per eccellenza e che solitamente reagisce a crisi e recessioni con lieve ritardo.

Dopo la riduzione del tasso della Fed di 50 punti base e l’aumento del 50% dell’entità delle iniezioni di liquidità giornaliere (a 150 miliardi di dollari) in primis la Fed ha poi lanciato nella notte di Domenica 15 marzo un massiccio programma di Quantitative Easing da 700 miliardi di dollari al fine di sostenere l’economia statunitense e proteggerla dall’impatto del coronavirus, mentre

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Magaldi: tutti buoni, di colpo? Ringraziate Christine Lagarde

Scritto il 17/3/20

 

Christine Lagarde, istruzioni per l’uso: da leggere esattamente al contrario. Tradotto: voglio far crollare l’infame dogma dell’austerity? Bene, allora devo fingere di rafforzarlo. E in modo spietato, di fronte al panico e alle vittime del coronavirus, devo pronunciare la più impopolare delle frasi. E cioè: arrangiatevi, e scordatevi che la Bce vi possa dare una mano, calmando i vostri spread. Ha funzionato? Eccome. Nessuno, infatti, si è accorto del trucco. Mattarella indignato con la Strega del Nord, pronto a invocare solidarietà da parte dell’Ue. E poi la Merkel e Ursula von der Leyen, improvvisamente tramutate in dame caritatevoli: «Siamo tutti italiani», eccetera. Missione compiuta? Precisamente: è crollato il Muro del Rigore, il grande tabù europeo che ha demonizzato la spesa sociale (ieri lasciando crepare, senza medicine, i bambini greci). Tutto “merito” di Christine Lagarde, che ha indossato la maschera dell’orrore: la stessa che indossò Mario Draghi dieci anni fa, lasciando che lo spread divorasse Grecia, Spagna e Italia, per la gioia degli speculatori. Come dire: ricordate? E vi sembra giusto che la Bce (per statuto, ossessionata solo dall’inflazione) non possa spendere un centesimo per salvare vite umane?

Magistrale performance, quella della grande attrice Christine Lagarde, oggi anche socia in incognito dello stesso Draghi, l’altro grande “pentito” dell’euro-rigore. Chi lo dice? Gioele Magaldi, in modo esplicito: siamo stati “noi”, sostiene, a chiedere alla Lagarde di fare quella parte orrenda, di proposito: per suscitare sdegnate reazioni contrarie. Scusi, Magaldi: “noi” chi? Se si è letto il saggio “Massoni”, uscito a fine 2014 per Chiarelettere, si capisce esattamente di cosa parli, il presidente del Movimento Roosevelt: in quel libro – bestseller italiano amato dai lettori e snobbato dai media, nonostante sia ormai un long-seller di cui a novembre uscirà il sequel – si denunciano, per la prima volta, le malefatte delle superlogge reazionarie che gestirebbero il super-potere alle spalle delle istituzioni europee. In prima linea proprio loro, Draghi e Lagarde: grandi burattinai, in grembiulino, dell’oligarchia neoliberista che ha rottamato la democrazia, annullando la sovranità degli Stati.

Sul fronte opposto: superlogge progressiste come la “Thomas Paine”, a cui lo stesso Magaldi è stato “iniziato”, prima di fondare il Grande Oriente Democratico. Missione: demolire il dogma neoliberale e tornare a Keynes. Se lo Stato torna a spendere a deficit senza paura, l’economia si salva. E la gente non ci rimette la pelle, se c’è in giro il coronavirus, perché non mancheranno ospedali e medici, infermieri e respiratori. La grande novità, rispetto ai decenni di piombo, è che Draghi & Lagarde hanno cambiato casacca. Illuminanti avvisaglie già alla vigilia del loro avvicendamento alla Bce. Lui ha evocato il ricorso alla Mmt, la teoria monetaria moderna: liquidità illimitata a costo zero, il contrario dello strozzinaggio somministrato col contagocce dall’Eurozona. Lei, a sua volta, si è spinta ad auspicare l’avvento degli eurobond per supportare i debiti sovrani, cancellando gli spread, e ricordando che «la moneta appartiene al popolo». Davvero? Non certo l’euro, gestito da una banca centrale (privata) che si rifiuta di agire come “prestatore di ultima istanza”. Cos’è successo, ora, se il quadro sembra capovolgersi?

Semplice: una parte dell’élite massonica fino a ieri “neoaristocratica”, dice Magaldi, si è accorta che l’ordoliberismo Ue (”guai a chi osa spendere”) avrebbe aggravato la crisi ed esasperato masse sempre maggiori di cittadini. Di qui il clamoroso “pentimento” di Draghi e Lagarde, che si sono “messi a disposizione” del fronte massonico progressista, smentendo la loro stessa storia professionale degli ultimi decenni. Tutto vero? Sì, conferma Magaldi: «Sono state filiere massoniche progressiste a chiedere espressamente alla “sorella” Lagarde di fare quelle improvvide dichiarazioni, non certo dovute, e che – come lei stessa sapeva – le sarebbero costate l’ostilità generale». Magaldi parla di tecniche raffinate, da intelligence, appannaggio di chi – nel grande potere – conosce la portata, epocale, della partita sotterranea in corso, a livello

Continua qui: https://www.libreidee.org/2020/03/magaldi-tutti-buoni-di-colpo-ringraziate-christine-lagarde/

 

 

 

 

 

L’impatto del coronavirus sull’Italia spa: possibile un danno da 641 miliardi

A tanto potrebbe ammontare la perdita di fatturato delle aziende, se l’emergenza sanitaria volgesse al peggio. Se invece a maggio tornasse la normalità, le imprese tricolori potrebbero già nel 2021 raggiungere un livello di ricavi dell’1,5% superiore a quello dell’anno scorso. La crisi è anche un’occasione da non perdere per uno scatto verso la digitalizzazione

di LUCA PIANA – 16 marzo 2020

MILANO – Gli scenari sono due. Il primo è durissimo ma lascia spazio a una ripresa, che arriverebbe comunque l’anno prossimo. Il secondo è una catastrofe. Il primo ipotizza che l’emergenza del Coronavirus finisca a maggio e dice che, mettendo insieme il 2020 e il 2021, per le imprese italiane verrà bruciato un giro d’affari complessivo di 275 miliardi di euro, rispetto all’evoluzione che era prevedibile fino all’arrivo dell’epidemia.

Le stime del secondo scenario sono ovviamente più drammatiche: mostrano che, se l’emergenza durerà fino a dicembre, si arriverà a una completa chiusura delle frontiere dei mercati europei e il ritorno alla normalità richiederà altri sei mesi, la botta sarà pesantissima. Nel biennio se ne andranno in fumo ricavi complessivi per 641 miliardi, tra gli oltre 469 miliardi di questo 2020 e i quasi 172 dell’anno prossimo. “Quale dei due scenari si concretizzerà? Non siamo epidemiologi, non è facile rispondere. Fino a qualche giorno

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https://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2020/03/16/news/l_impatto_del_coronavirus_sull_italia_spa_possibile_un_danno_da_641_miliardi-251367463/?ref=RHPPTP-BH-I251389742-C12-P2-S4.3-T1&refresh_ce

 

 

 

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

Mauro Biglino e il “Crack Bersano”

Autore Ruggero Arenella – Pubblicato il 2 agosto 2019                   RILETTURA NECESSARIA

 

Nel 1993 Mauro Biglino è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di prigione a seguito del processo sul “Crack Bersano”, un buco da 180 miliardi, il patrimonio complessivo di circa 4000 piccoli risparmiatori piemontesi che hanno perso tutto quello avevano.

Biglino, insieme a Roberto Procopio erano i due broker principali della Fiduciaria Mercurio di Aldo Bersano. Avrebbe stipulato personalmente numerosi contratti, e formato (con tanto di un meticoloso manuale di istruzioni) una rete di agenti che copriva tutto il Piemonte.

In questo articolo della Stampa del 9 Ottobre 1991 viene descritto il suo modo di agire, e vengono riportate le testimonianze di alcune delle persone truffate, insieme a un triste resoconto di tragedie che colpirono alcune delle vittime.

Per chi negli ultimi anni ha seguito dal vivo o su Youtube, ha letto i suoi libri, è uno shock. La sua credibilità potrebbe venire seriamente compromessa. Sebbene le sue tesi siano ricche di argomentazioni, e seguano un approccio logico e metodico.

È una storia strana.

La domanda che

 

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PANORAMA INTERNAZIONALE

CORONAVIRUS UK/ L’errore di Johnson: prevedere 300mila morti per risparmiare sul Pil

Pubblicazione: 16.03.2020 – Tommaso Gabrieli

L’azzardo di Johnson per combattere il coronavirus è contro ogni sana regola sanitaria ed economica. Ma è anche politicamente miope

“È l’economia, stupido”. Lo slogan coniato da James Carville, grande stratega del Partito democratico, che sintetizza la strategia vincente del candidato presidenziale Clinton nel 1992, è diventato una delle pietre miliari del linguaggio politico. Ma questa volta è proprio da stupidi partire dall’economia.

Tradotto in italiano su Tempi, un ottimo articolo di Giorgio Gilestro – professore associato di neurobiologia dei sistemi complessi all’Imperial College di Londra – spiega la “scommessa” del Governo britannico guidato da Boris Johnson. Il ricercatore sintetizza e commenta il lungo intervento davanti alla commissione parlamentare per la salute di Chris Whitty, l’esperto medico (Cmo) del governo per la lotta al coronavirus.

Non sono un esperto di medicina, ma un economista che da ormai 20 anni insegna e fa ricerca in Inghilterra. Rimando all’articolo di Gilestro per i dettagli medici, ma in sostanza il governo britannico ha fondato la sua linea su due calcoli approssimativi.

Succede spesso che nelle situazioni di emergenza i governi debbano decidere interventi importanti in mancanza di dati precisi; gli economisti definiscono queste stime approssimative come “back-of-the-envelope”, letteralmente calcoli fatti in fretta sulle buste delle lettere che una volta mai mancavano sulle scrivanie.

Ecco i due calcoli fatti dal governo Johnson.

1) In media il 50% della popolazione verrà infettato, si va da un 20% minimo ad un 80% massimo, e ci si aspetta un tasso di mortalità non superiore all’1% degli infettati. In molti stanno già criticando queste stime come ottimiste, in ogni caso il dato sostanziale qui è che il governo UK ha messo in conto 300mila-400mila decessi per il Covid-19. Su molti quotidiani italiani è apparso lo shock di fronte a questo tipo di annuncio.

2) Il secondo calcolo è ancora più approssimativo e infatti non è nemmeno riassunto

 

Continua qui: https://www.ilsussidiario.net/news/coronavirus-uk-lerrore-di-johnson-prevedere-300mila-morti-per-risparmiare-sul-pil/1996937/

 

 

 

 

 

 

POLITICA

Se lo stato d’assedio viene dichiarato da un premier non eletto

Pubblicazione: 14.03.2020 – Stefano Bressani

Lo stato di emergenza, che permette a Conte (premier non eletto) di firmare decreti a raffica, è rischioso per la democrazia

Caro direttore,

è vero che “non è tempo di discussioni” eccetera (questo spillo è infatti eccezionalmente breve in dovuto ossequio all’attuale e dovuto spirito patriottico).

Sarà vero – come scrive oggi l’editoriale del Corriere della Sera – che “il governo Conte sembra aver imboccato la strada giusta” eccetera (ma non l’avrebbe mai imboccata in assenza di un’opposizione democratica a Roma, al governo nelle Regioni del Nord colpito dal coronavirus).

 

È nel frattempo inconfutabile che un virtuale stato d’assedio nel Paese è stato dichiarato da sette successivi decreti del presidente del Consiglio dei ministri (il primo del 23 febbraio, l’ultimo dell’11 marzo).

 

Questi traggono legittimità da una delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio e da un decreto-legge del 6 febbraio. Il Dpcm resta, nella nostra architettura legale, un “decreto ministeriale”: un atto amministrativo senza forza di legge: tipico veicolo di emanazione di regolamenti.

I Dpcm sul coronavirus sono invece giunti via via a disporre di libertà costituzionali: e avverrà probabilmente per più di due settimane.

E soprattutto:

 

il premier che li ha firmati è legittimato sì dal voto di fiducia del Parlamento

ma non è mai stato

 

Continua qui: https://www.ilsussidiario.net/news/spillo-se-lo-stato-dassedio-viene-dichiarato-da-un-premier-non-eletto/1996716/

 

 

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