RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 10 AGOSTO 2022
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Tutto cominciò con una bugia. Anzi, con una serie di disinformazioni pilotate dal National Security Council americano…
A. CIPRIANI-G. CIPRIANI, Sovranità limitata, Edizioni Associate, 1991, pag. 11
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SOMMARIO
MANLIO LO PRESTI PARLA DI EFFETTI IMPREVISTI DELLA NORMATIVA SUL SUICIDIO
Il coronavirus è stato creato artificialmente ed è da considerarsi un’arma batteriologica.
Tutto ciò che devi sapere: “La storia di Big Pharma”
Zelenski cerca il disastro nucleare di cui incolpare i russi
“Export di armamenti, l’Italia dei record”
Controcorrente, Toni Capuozzo rivela: “Vi dico cosa è venuto a fare Biden in Europa”
Briefing del tenente generale Igor Kirillov, capo delle truppe di difesa da radiazioni
Risposta della Portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa M.Zakharova
Le cause profonde della guerra in Ucraina: il mondo immaginato da John Lennon circa cinquant’anni fa
Il giudice che ha firmato il mandato di ricerca Mar-A-Lago è stato esposto come associato di Jeffrey Epstein
Il diritto di difesa nelle dispute internazionali. A chi rivolgersi?
Scatologia
La graduale scomparsa dei tempi verbali
DeSantis ingiuria: “agenzie federali armate” per raid su Mar-A-Lago di Trump
La NATO vuole sconfiggere la Russia ma non vuole una guerra su vasta scala
Giorgio Bianchi, lo sfogo contro chi critica la mancata unione di tutti i movimenti che si oppongono al regime
Storia & Matematica: il 25 aprile e i conti che non possono tornare
EDITORIALE
MANLIO LO PRESTI PARLA DI EFFETTI IMPREVISTI DELLA NORMATIVA SUL SUICIDIO
La PekoraNera ha intervistato lo scrittore Manlio Lo Presti che con il suo sito www.dettiescritti.com ha raccolto notizie, stati d’animo e reazioni politiche al primo suicidio assistito italiano, quello del signor Mario. Lo Presti ha scatenato polemiche e ripensamenti, conversioni e dubbi.
Ci spiega la recente autorizzazione al compimento del suicidio assistito di Mario?
“Ad una prima valutazione emotiva, si tratta di un atto che ha rispettato la volontà del malato ridotto ad una condizione di vita priva di dignità. Il significato è tutto qui: accettare che un paziente irreversibile abbia diritto a decidere di interrompere una vita che non è più degna di questo nome”.
Le reazioni all’approvazione del suicidio assistito di Mario ha scatenato polemiche vaste che hanno toccato nervi scoperti di molti settori della società civile e dell’opinione pubblica…
“Dietro le prevedibili reazioni negative provenienti da varie aree della società italiana, fra le quali primeggiano numerose organizzazioni come Pro Vita, il Vaticano, l’elemento prevalente è stato quello dell’emotività che un tema così difficile ha scatenato. Sono state poche le voci che hanno considerato le conseguenze giuridiche che potrebbero insorgere dopo la vicenda umana di Mario. Di valutazioni razionali se ne sono viste poche”.
Va detto che la stampa forse non ha assegnato al tema lo spazio che merita, forse a causa delle operazioni ucraine, della siccità e delle elezioni anticipate, della crisi economica, e via dicendo…
“Perfettamente vero. La presenza di argomenti più spendibili in tema di gestione e controllo dell’emotività della popolazione ha posto in secondo piano il suicidio assistito che, invece, potrebbe aprire le porte di un mondo di cui non sappiamo i contorni e i pericoli”.
Ci spieghiamo meglio?
“Dando per scontato l’aspetto umano della vicenda e delle sofferenze fisiche correlate che spingono una persona a chiedere di terminare la propria vita, dobbiamo ragionare valutando nel lungo termine le conseguenze che tale decisione provoca sia sul piano giuridico che su quello economico e sociale. Esiste in aggiunta, anche l’aspetto etico di tali decisioni che, in una democrazia debole come la nostra, viene sovrastato dalla prepotenza dei motivi ideologici”.
Possiamo tuttavia considerare il suicidio assistito un passo avanti sul piano delle libertà civili?
“È vero se una normativa aiuta ad eliminare una sofferenza personale indicibile ed insopportabile. Purtroppo, il rischio di speculazioni demagogiche esiste ed andrebbe spento con decisione. Non dobbiamo fermarci a questa considerazione condivisibile, dandoci come impegno civile quello di esaminare le conseguenze giuridiche e sociali successive se non viene subito allestita una rete di controlli in ambito parlamentare”.
Allora partiamo dal primo effetto di questa vicenda?
“La conseguenza che mi viene in mente è la possibilità di utilizzare la normativa e le sentenze della Cassazione in ambito penale per estende il campo di applicazione del suicidio assistito ad altre fattispecie, casi che presentano forti analogie ma con scopi diversi. In una democrazia fragile come quella italiana, questo può verificarsi per mancanza di vigilanza democratica soprattutto in ambito parlamentare”.
Si tratterebbe di una deriva pericolosa?
“Direi proprio di si perché gli strumenti giuridici a sostegno di una strisciante mutazione di qualsiasi normativa sono quelli della interpretazione analogica e della interpretazione estensiva. Se ne parla poco di questi strumenti che vengono usati dai giudici in casi di necessità ed urgenza laddove la copertura normativa è insufficiente o addirittura inesistente. Del ricorso a questi artifici tecnico-giuridici se ne parla poco ed in ambiti solo accademici. Il cittadino comune ne sa ben poco”.
Andando in dettaglio, come si realizzerebbe questa deriva?
“Limitandoci al tema del suicidio assistito, sarebbe possibile una sua applicazione di massa grazie alla interpretazione analogica ed alla interpretazione estensiva. Questi strumenti possono essere pericolosamente dei cavalli di Troia. Potrebbe verificarsi laddove la normativa vigente, originariamente utilizzata ad un preciso settore minoritario della popolazione, sia lentamente estesa in un futuro immediato in modo strisciante a tutte le fasce sociali che una società orientata totalmente ‘commerciale’ considera solamente un costo da ridurre. Un effetto ignobile sarebbe quello della eliminazione di bambini affetti da malattie rare che rappresentano un costo. Non a caso, la corte inglese ha recentemente disposto d’ufficio l’interruzione delle cure ad un minore perché costava troppo ai contribuenti! Se non interveniamo, la strada che si sta aprendo è quella della valutazione della vita da un punto di vista mercantile, cioè dei costi”.
La prospettiva appena accennata è a dir poco inquietante. Come sarebbe realizzabile un’operazione simile?
“È possibile subito fare una elencazione rapida dei destinatari di una normativa appositamente allargata. Mi riferisco alle bocche inutili da eliminare, ai pensionati soprattutto; malati di lunga degenza e malati terminali, afflitti da dementia praecox, da Alzheimer e da altre lesioni del cervello. Forse, dietro a queste scelte esiste uno studio certificato dalle solite organizzazioni mondiali dove è previsto che nell’immediato futuro una persona su tre avrà malattie degenerative del cervello, cioè 2.100.000.000 di umani; ultraottantenni, ma anche di età inferiore; volontari da eliminare usati per esperimenti segreti andati male e che si sono infettati: prove da eliminare rapidamente ed alla chetichella, ed infine, una volta aperto il varco, ed indotta la popolazione ad abituarsi al concetto, la legge estesa sarebbe applicata agli oppositori, ai dissenzienti, ai devianti”.
Il quadro delineato è inquietante ma fa riflettere. Sarebbe possibile sintetizzare i passaggi che condurrebbero a questa distopia?
“Il passo è breve e la storia ce lo ha dimostrato! Basta elencare in un disegno di legge che contenga nel testo una asettica lista di requisiti di morte ed il gioco è fatto, con l’approvazione alle camere durante il picco dell’estate o delle feste natalizie, quando il livello di attenzione è scarso o perfino inesistente! Ecco perché continuo a dire che non deve venire meno la vigilanza democratica del Parlamento e della cittadinanza! Diversamente, rischiamo tutti di esporci al rischio di creare una nuova edizione della Conferenza di Wannsee del 1942 che stabilì l’eliminazione delle “lebensunwerte”: Leben, cioè le bocche inutili, i soldati tedeschi feriti gravemente, dementi, prigionieri politici, oppositori, omosessuali, altre etnie, età avanzata, ecc. ecc. ecc.. Aggiungo che tutto questo potrebbe accadere, tra l’indifferenza della popolazione pronta a girare la testa da un’altra parte! E non sarebbe la prima volta”.
La solita domanda che viene in mente in questi casi: cosa dobbiamo fare allora?
“Su temi di tale importanza è necessario riflettere con la testa, analizzare, con calma, ricordale le letture storiche fatte in passato, confrontare i dati raccolti. Insomma, usare il cervello. Siamo sempre noi in prima persona a difendere diritti e doveri, a scovare eventuali abusi e fermarli. L’etica della responsabilità individuale e collettiva ci impone di ricorrere alle istituzioni dopo e non prima di questo processo”.
FONTE: https://www.lapekoranera.it/2022/08/09/manlio-lo-presti-parla-di-effetti-imprevisti-della-normativa-sul-suicidio/
IN EVIDENZA
Il coronavirus è stato creato artificialmente ed è da considerarsi un’arma batteriologica.
(by Filippo)
A scriverlo nero su bianco è una nota del Ministero della Difesa della Federazione Russa tramite il Generale Igor Kirillov capo delle truppe di protezione dalle radiazioni, chimica e biologica (RCBZ) delle forze armate russe. Durante il briefing, i militari hanno ricordato che oltre 16.000 campioni biologici, inclusi campioni di sangue e siero, erano stati precedentemente prelevati dall’Ucraina negli Stati Uniti e nei Paesi europei e hanno richiamato l’attenzione su una recente dichiarazione di Jason Crowe, un membro della Commissione di Intelligence della Camera dei Rappresentanti de gli Stati Uniti. A fine luglio, quest’ultimo ha avvertito gli americani che era pericoloso dare il proprio DNA per il test a società private. “Esiste la possibilità che i risultati dello studio vengano venduti a terzi e le informazioni ottenute possano essere utilizzate per sviluppare armi biologiche mirate a gruppi specifici”.
Fonti: ( qui (https://smotrim.ru/article/2876660) ) e ( qui (https://www.business-gazeta.ru/amp/559236) ).
- Adesso capite le ragioni della missione del 2020, a inizio pandemia, dei militari russi specialiiologica a Bergamo?
- Adesso capite a cosa è servita, tra le altre cose, l’operazione militare in Ucraina che ha messo in modalità panico tutto il deep state internazionale di aschenaziti?
- Adesso capite perché pure fare i tamponi è rischioso poiché qualcuno sta creando una banca dati con il DNA della popolazione con cui poi, eventualmente, è possibile produrre virus mirati a colpire determinati ceppi?
La nota è stata appena battuta in Russia e siamo consapevoli di essere i primi a dare la notizia. Così com’è accaduto per la notizia della presenza di biolab in Ucraina, che demmo nel momento in cui iniziava l’operazione militare russa, perché non potevamo darla prima, e poi fu ripresa da tutta la contro informazione (https://t.me/Giovanni832/4352) -, così ci auspichiamo che la stessa cosa si ripeta questa volta e che questa notizia faccia il giro della contro informazione.
Lo dico sinceramente, a noi non importa che citino questo canale perché non abbiamo velleità giornalistiche né quelle di accrescere follower, ma desideriamo che in questo periodo di inganno universale, la verità che rende liberi si diffonda.
La sensazione è che nelle prossime settimane scoppierà il bubbone anche perché il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha chiesto di aprire ufficialmente un canale di comunicazione con il governo degli Stati Uniti su questa questione
L’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) potrebbe essere coinvolta nell’emergere di un nuovo tipo di coronavirus (COVID-19), secondo il Ministero della Difesa russo. Dal 2009, questa organizzazione ha finanziato il programma “Predict”, che ha studiato nuovi tipi di coronavirus.
Secondo il capo delle truppe di radioterapia, protezione chimica e biologica delle Forze Armate della Federazione Russa, il tenente generale Igor Kirillov, differenze significative nella letalità delle varianti del coronavirus e la disomogeneità della sua diffusione indicano il suo verificarsi artificiale.
Ha ricordato che il principale esperto della rivista medica “Lancet”, professore alla Columbia University Jeffrey Sachs ha precedentemente affermato che gli sviluppi statunitensi nel campo della biotecnologia sono probabilmente correlati all’emergere di una pandemia.
Inoltre, nel 2019 – anche prima della comparsa dei primi casi di coronavirus – gli Stati Uniti hanno tenuto esercitazioni “Event-2019”, durante le quali sono state praticate azioni con la rapida diffusione di un virus sconosciuto.
“L’implementazione dello scenario COVID-19 e la riduzione di emergenza del programma Predict da parte di USAID nel 2019 suggeriscono la natura deliberata della pandemia e il coinvolgimento degli Stati Uniti nel suo verificarsi”, ha detto Kirillov.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/il-coronavirus-e-stato-creato-artificialmente-ed-e-da-considerarsi-unarma-batteriologica/
Tutto ciò che devi sapere: “La storia di Big Pharma”
Dopo essersi laureato alla Columbia University con una laurea in ingegneria chimica, mio nonno ha continuato a lavorare per Pfizer per quasi due decenni, culminando la sua carriera come direttore globale dei nuovi prodotti dell’azienda.
Ero piuttosto orgoglioso di questo fatto crescendo – mi sentivo come se questa figura paterna, che mi ha cresciuto per diversi anni durante la mia infanzia, avesse in qualche modo avuto un ruolo nel salvare vite umane. Ma negli ultimi anni, la mia prospettiva su Pfizer – e altre aziende della sua categoria – è cambiata. Date la colpa all’insidiosa corruzione delle grandi case farmaceutiche messa a nudo dagli informatori negli ultimi anni. Date la colpa alla serie infinita di cause legali di Big Pharma che rivelano frodi, inganni e insabbiamenti. Colpa del fatto che ho visto alcuni dei loro farmaci più redditizi rovinare la vita di coloro che amo di più. Tutto quello che so è che quell’orgoglio che ho provato una volta è stato oscurato da uno scetticismo appiccicoso che non riesco proprio a farmi scivolare addosso.
Nel 1973, mio nonno e i suoi colleghi festeggiarono un traguardo di Pfizer: il miliardo di dollari di vendite. >Adesso Pfizer incassa $ 81 miliardi all’anno, rendendola la 28a azienda più preziosa al mondo. Johnson & Johnson è al 15° posto, con 93,77 miliardi di dollari. Per mettere le cose in prospettiva, ciò rende tali aziende più ricche della maggior parte dei paesi del mondo. E grazie a questi margini di profitto astronomici, l’industria farmaceutica e dei prodotti sanitari è in grado di spendere di più in attività di lobbying rispetto a qualsiasi altra industria in America.
Mentre leattivitàdi lobbying delle grandi case farmaceutiche possono assumere diverse forme, queste aziende tendono a indirizzare i loro contributi ai legislatori senior del Congresso –, quelli che devono tenersi cari, perché hanno il potere di redigere leggi sanitarie. Pfizer ha speso più dei suoi colleghi in sei degli ultimi otto cicli elettorali, sborsando quasi 9,7 milioni di dollari. Durante le elezioni del 2016, le aziende farmaceutiche hanno donato più di $ 7 milioni a 97 senatori con una media di $ 75.000 per membro. Hanno anche contribuito con 6,3 milioni di dollari alla campagna 2020 del presidente Joe Biden. La domanda è: cosa ha ottenuto in cambio Big Pharma?
L’influenza off-the-record di ALEC
Per cogliere veramente il potere di Big Pharma, è necessario capire come funziona l’American Legislative Exchange Council (ALEC). ALEC, che è stata fondata nel 1973 da attivisti conservatori che lavoravano alla campagna di Ronald Reagan, è un’operazione pay-to-play super segreta in cui i lobbisti aziendali – anche nel settore farmaceutico – tengono riunioni riservate su fatture “modello”. Gran parte di questi disegni di legge viene infine approvata e diventa legge.
Una carrellata dei più grandi successi di ALEC vi dirà tutto ciò che dovete sapere sulle motivazioni e le priorità del consiglio. Nel 1995, ALEC ha promosso un disegno di legge che limita i diritti dei consumatori di citare in giudizio per danni derivanti dall’assunzione di un particolare farmaco. Hanno anche approvato lo Statute of Limitation Reduction Act, che ha posto un limite di tempo per citare in giudizio dopo una lesione o morte indotta da farmaci. Nel corso degli anni, ALEC ha promosso molte altre proposte di legge favorevoli al settore farmaceutico che potrebbero: indebolire la supervisione della FDA su nuovi farmaci e terapie, limitare l’autorità della FDA sulla pubblicità dei farmaci e opporsi alle normative sugli incentivi finanziari per i medici a prescrivere farmaci specifici. Ma ciò che rende queste collaborazioni ALEC particolarmente problematiche è che c’è poca trasparenza – tutto questo accade a porte chiuse. I leader del Congresso e gli altri membri del comitato coinvolti nell’ALEC non sono tenuti a pubblicare alcuna registrazione delle loro riunioni e altre comunicazioni con i lobbisti farmaceutici, e l’elenco dei membri dell’ALEC è completamente confidenziale. Tutto quello che sappiamo è che nel 2020, più di due terzi del Congresso – 72 senatori e 302 membri della Camera dei Rappresentanti – hanno incassato un assegno elettorale da una società farmaceutica.
Big Pharma finanzia la ricerca
Il pubblico in genere si affida all’approvazione da parte delle agenzie governative per valutare se un nuovo farmaco, vaccino o dispositivo medico sia sicuro ed efficace. E quelle agenzie, come la FDA, contano sulla ricerca clinica. Come già stabilito, Big Pharma è nota per avere molteplici agganci in influenti funzionari governativi. Ecco un’altra verità che fa riflettere: la maggior parte della ricerca scientifica è pagata dalle aziende farmaceutiche.
Quando il New England Journal of Medicine (NEJM) ha pubblicato 73 studi su nuovi farmaci nel corso di un solo anno, hanno scoperto che ben l’82% di essi era stato finanziato dalla stessa società farmaceutica che commercializzava il prodotto, il 68% aveva autori dipendenti di quella società e il 50% aveva ricercatori leader che accettavano denaro da un’azienda farmaceutica. Secondo una ricerca del 2013 condotta presso l’Università dell’Arizona College of Law, anche quando le aziende farmaceutiche non finanziano direttamente la ricerca, gli azionisti, i consulenti, i direttori e i funzionari della società sono quasi sempre coinvolti nella loro conduzione. Un rapporto del 2017 della rivista peer-reviewed The BMJ ha mostrato che circa la metà degli editori di riviste mediche riceve pagamenti dalle aziende farmaceutiche, con il pagamento medio per editore che si aggira intorno a $ 28.000. Ma queste statistiche sono accurate solo se i ricercatori e gli editori sono trasparenti sui pagamenti da parte del settore farmaceutico. E un’analisi investigativa del 2022 di due delle riviste mediche più influenti ha rilevato che l’81% degli autori dello studio non è riuscito a rivelare milioni di pagamenti da parte delle aziende farmaceutiche, come invece sono tenuti a fare.
Sfortunatamente, questa tendenza non mostra alcun segno di rallentamento. Il numero di studi clinici finanziati dall’industria farmaceutica è aumentato ogni anno dal 2006, secondo un rapporto della John Hopkins University, mentre gli studi indipendenti sono sempre più difficili da trovare. E le conseguenze di questi conflitti di interesse sono molto gravi. Prendete Avandia, ad esempio, un farmaco per il diabete prodotto da GlaxoSmithKline (GSK). Avandia è stato infine collegato a un rischio estremamente aumentato di attacchi di cuore e insufficienza cardiaca. E un rapporto del BMJ ha rivelato che quasi il 90% degli scienziati che inizialmente hanno scritto articoli brillanti su Avandia aveva legami finanziari con GSK.
Ma ecco la parte snervante: se l’industria farmaceutica sta influenzando con successo la scienza, allora significa che i medici che si affidano alla scienza sono prevenuti nelle loro prescrizioni.
I dirigenti di Big Pharma sanno che i cittadini sono molto più propensi a fidarsi di un rapporto scritto da un medico certificato dal consiglio di amministrazione rispetto a uno dei loro rappresentanti. Ecco perché pagano i medici per apporre i loro nomi come autori – anche se i medici hanno avuto poco o nessun coinvolgimento nella ricerca, e il rapporto è stato effettivamente scritto dalla compagnia farmaceutica. Questa pratica è iniziata negli anni ’50 e ’60 quando i dirigenti del tabacco chiedevano a gran voce di dimostrare che le sigarette non causassero il cancro (spoiler alert: lo fanno!), così hanno pagato medici per inserire il proprio nome sui documenti che negavano i rischi legati al fumo.
È ancora una tattica abbastanza comune oggi: più di un articolo su 10 pubblicato sul NEJM è stato co-scritto da un ghostwriter. Mentre una percentuale molto piccola di riviste mediche ha politiche chiare contro il ghostwriting, è ancora tecnicamente legale, nonostante il fatto che le conseguenze possano essere mortali.
Caso in questione: alla fine degli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000, Merck ha pagato per 73 articoli scritti da ghostwriters per attestare i benefici del suo farmaco per l’artrite Vioxx. In seguito è stato rivelato che Merck non è riuscita a segnalare tutti gli attacchi di cuore sperimentati dai partecipanti allo studio. In effetti, uno studio pubblicato sul NEJM ha rivelato che circa 160.000 americani hanno avuto attacchi di cuore o ictus in seguito all’assunzione di Vioxx. Quella ricerca è stata condotta dal Dr. David Graham, direttore associato dell’Ufficio per la sicurezza dei farmaci della FDA, che comprensibilmente ha concluso che il farmaco non fosse sicuro. Ma l’Office of New Drugs della FDA, che non solo era responsabile dell’approvazione iniziale del Vioxx ma anche della sua regolamentazione, ha cercato di nascondere le sue scoperte sotto il tappeto.
“Sono stato spinto a cambiare le mie conclusioni e raccomandazioni, e fondamentalmente mi hanno minacciato che se non le avessi cambiate, non mi sarebbe stato permesso di presentare il documento alla conferenza”, ha scritto nella sua testimonianza al Senato degli Stati Uniti del 2004 su Vioxx. “Un responsabile della sicurezza dei farmaci mi ha raccomandato di NON di presentare il poster alla riunione”.
Alla fine, la FDA ha emesso un avviso di salute pubblica su Vioxx e Merck ha ritirato questo prodotto. Un po ‘tardi per evitare le ripercussioni: 38.000 dei pazienti che avevano assunto il farmaco e che avevano sofferto di attacchi di cuore erano già morti. Graham definì questa vicenda un “profondo fallimento normativo”, aggiungendo che gli standard scientifici che la FDA applica alla sicurezza dei farmaci “garantiscono che i farmaci non sicuri e mortali rimangano sul mercato statunitense“.
Questo non dovrebbe sorprendere, ma la ricerca ha anche ripetutamente dimostrato che un documento scritto da un’azienda farmaceutica ha maggiori probabilità di enfatizzare i benefici di un farmaco, vaccino o dispositivo minimizzando i pericoli. (Se volete saperne di più su questa pratica, un ex ghostwriter delinea tutte le ragioni etiche per cui ha lasciato questo lavoro in un rapporto di PLOS Medicine.)
Mentre gli effetti avversi dei farmaci compaiono nel 95% della ricerca clinica, solo il 46% dei rapporti pubblicati li rivela. Naturalmente, tutto questo spesso finisce per ingannare i medici nel pensare che un farmaco sia più sicuro di quanto…non lo sia in realtà.
Influenza di Big Pharma sui medici
Le aziende farmaceutiche non stanno solo pagando gli editori e gli autori di riviste mediche per scrivere della bontà dei loro prodotti. C’è una lunga e sordida storia di aziende farmaceutiche che incentivano i medici a prescrivere i loro prodotti attraverso ricompense finanziarie. Ad esempio, Pfizer e AstraZeneca hanno distribuito un totale di $ 100 milioni ai medici nel 2018, con alcuni che hanno guadagnato da $ 6 milioni a $ 29 milioni in un anno. E la ricerca ha dimostrato che questa strategia funziona: quando i medici accettano questi regali e pagamenti, sono significativamente più propensi a prescrivere i farmaci di quelle aziende. Mi viene in mente Novartis: la società ha speso oltre $ 100 milioni pagando per pasti stravaganti dei medici, uscite di golf e altro ancora, il tutto fornendo anche un generoso programma di tangenti che li ha resi più ricchi ogni volta che hanno prescritto determinati farmaci per la pressione sanguigna e il diabete.
Nota a margine: il portale Open Payments contiene un piccolo database ingegnoso in cui è possibile scoprire se qualcuno dei vostri medici ha ricevuto denaro dalle aziende farmaceutiche. Sapendo che mia madre ha ricevuto la prescrizione di una lunga lista di medicine dopo un incidente d’auto quasi fatale, ero curioso – così ho fatto una rapida ricerca. Mentre il suo PCP ha ricevuto solo una modesta somma da Pfizer e AstraZeneca, il suo precedente psichiatra – che ha prescritto un cocktail di farmaci controindicati senza curarla di persona – ha raccolto pagamenti a quattro cifre dalle aziende farmaceutiche. E il suo specialista della cura del dolore, che le ha prescritto dosi sbalorditive di farmaci antidolorifici oppioidi per più di 20 anni (molto più a lungo delle linee guida di sicurezza di 5 giorni), stava rastrellando migliaia di dollari da Purdue Pharma, alias il perno della crisi degli oppioidi.
Purdue è ora famigerata per la sua campagna OxyContin selvaggiamente aggressiva negli anni ’90. All’epoca, la società lo presentava come un farmaco miracoloso e non assuefacente per chi soffrisse di dolore cronico. Le e-mail interne mostrano che i rappresentanti di vendita di Pursue erano stati istruiti a “vendere, vendere, vendere” OxyContin, e più erano in grado di spingere, più venivano ricompensati con promozioni e bonus. La posta in gioco era così alta, che questi rappresentanti non si sono fermati davanti a nulla per far salire a bordo i medici, arrivando persino a inviare scatole di ciambelle con la scritta “OxyContin” a medici non convinti. Purdue si era imbattuto nel sistema perfetto per generare tonnellate di profitto…dal dolore degli altri.
La documentazione in seguito dimostrò che non solo Purdue era consapevole che fosse altamente assuefacente e che molte persone ne stessero abusando, ma che incoraggiavano anche i medici a continuare a prescriverne dosi sempre più elevate (offrendo sontuose vacanze di lusso per qualche motivazione). In una testimonianza al Congresso, il dirigente della Purdue, Paul Goldenheim ha mentito riguardo alla dipendenza da OxyContin e sui tassi di overdose, ma le e-mail che sono state successivamente esposte hanno mostrato che aveva chiesto ai suoi colleghi di rimuovere tutte le menzioni riguardanti la dipendenza dalla loro corrispondenza sul farmaco. Anche dopo che è stato dimostrato in tribunale che Purdue ha commercializzato fraudolentemente OxyContin nascondendo la sua natura di farmaco che crea dipendenza, nessuno della società ha trascorso un solo giorno dietro le sbarre. Invece, la società ha ricevuto un buffetto sulla guancia e una multa di $ 600 milioni , l’equivalente di una multa per eccesso di velocità rispetto ai $ 9 miliardi che hanno guadagnato da OxyContin fino al 2006. Nel frattempo, grazie all’imprudenza di Purdue, più di 247.000 persone sono morte per overdose da oppioidi da prescrizione tra il 1999 e il 2009. E questo non tiene nemmeno conto di tutte le persone che sono morte di overdose di eroina una volta che OxyContin non è stato più disponibile per loro. Il NIH riferisce che l’80% delle persone che fanno uso di eroina ha iniziato abusando di oppioidi da prescrizione.
L’ex rappresentante di vendita Carol Panara mi ha detto in un’intervista che quando ripensa al tempo della Purdue, tutto sembra un “brutto sogno”. Panara ha iniziato a lavorare per Purdue nel 2008, un anno dopo che la società si è dichiarata colpevole di accuse di “misbranding” per OxyContin. A questo punto, Purdue si stava “raggruppando ed espandendo”, dice Panara, e a tal fine, aveva sviluppato un nuovo approccio intelligente per fare soldi con OxyContin: i rappresentanti di vendita si rivolgevano ora a medici generici e medici di famiglia, piuttosto che solo specialisti della gestione del dolore. Inoltre, Purdue aveva introdotto tre nuovi punti di forza per OxyContin: 15, 30 e 60 milligrammi, creando incrementi più piccoli che Panara ritiene fossero volti a far sentire i medici più a loro agio nell’aumentare i dosaggi dei loro pazienti. Secondo Panara, c’erano classifiche aziendali interne per i rappresentanti di vendita in base al numero di prescrizioni per ogni forza di dosaggio di OxyContin nel loro territorio.
Occasionalmente, i medici hanno espresso preoccupazione per qualche paziente che diventava dipendente, ma Purdue aveva già sviluppato un modo per aggirare l’ostacolo. Ai rappresentanti di vendita come Panara era stato insegnato a rassicurare quei medici dicendo che qualche paziente nel dolore, poteva sperimentare sintomi simili alla dipendenza chiamati “pseudoaddizione”, ma ciò non significava che fossero veramente dipendenti. Non ci sono prove scientifiche di alcun tipo a sostegno del fatto che questo concetto sia legittimo, ovviamente. Ma la parte più inquietante? I rappresentanti erano stati addestrati a dire ai medici che la “pseudoaddizione” segnalava che il dolore del paziente non fosse gestito abbastanza bene e la soluzione era semplicemente quella di prescrivere una dose più elevata di OxyContin.
Panara ha finalmente lasciato Purdue nel 2013. Uno dei punti di rottura è stato quando due farmacie nel suo territorio sono state derubate a mano armata appositamente per OxyContin. Nel 2020, Purdue si è dichiarata colpevole di tre accuse penali in un accordo da 8,3 miliardi di dollari, ma la società è ora sotto protezione del tribunale dopo aver presentato istanza di fallimento. Nonostante tutti i danni che sono stati fatti, le politiche della FDA per l’approvazione degli oppioidi rimangono essenzialmente invariate.
Purdue probabilmente non sarebbe stata in grado di farlo se non fosse stato per un esaminatore della FDA di nome Curtis Wright ( un tempo direttore della Food and Drug Administration degli Stati Uniti ) e il suo assistente Douglas Kramer. Wright ha suggerito un approccio completamente abbozzato per la richiesta dell’approvazione del farmaco, istruendo la società a spedire documenti al suo ufficio piuttosto che alla FDA e arruolando dipendenti Purdue per aiutarlo a falsificare le prove sulla sicurezza del farmaco. Il Food, Drug, and Cosmetic Act richiede che la FDA abbia accesso ad almeno due studi randomizzati controllati prima di ritenere un farmaco sicuro ed efficace, ma nel caso di OxyContin, è stato approvato con i dati di un solo misero studio di due settimane – in pazienti con osteoartrite, nientemeno.
Quando sia Wright che Kramer lasciarono la FDA, continuarono a lavorare nientemeno che per Purdue, con Wright che guadagnava tre volte rispetto al suo stipendio all’ FDA. A proposito, questo è solo un esempio del rapporto notoriamente incestuoso della FDA con Big Pharma, spesso indicato come “la porta girevole”. In effetti, un rapporto scientifico del 2018 ha rivelato che 11 revisori della FDA su 16 sono finiti nelle stesse aziende per cui avevano regolamentato i prodotti.
Mentre svolgeva un’indagine indipendente, l’autore di “Empire of Pain” e editorialista del New Yorker Patrick Radden Keefe ha cercato di ottenere l’accesso alla documentazione delle comunicazioni di Wright con Purdue durante il processo di approvazione di OxyContin.
“La FDA ha dichiarato: ‘Oh, è davvero strano, ma non abbiamo nulla. È andato tutto perso o distrutto”, ha dichiarato Keefe a Fortune in un’intervista. “Ma non è solo la FDA. È il Congresso, è il Dipartimento di Giustizia, è una grande parte dell’establishment medico … l’enorme quantità di denaro coinvolta, penso, ha fatto sì che molti dei controlli che dovrebbero essere in atto nella società non solo per ottenere giustizia, ma anche per proteggerci come consumatori, non ci siano”.
Big Pharma può essere la causa della creazione degli oppioidi che hanno causato questa catastrofe per la salute pubblica, ma la FDA merita altrettanto controllo – perché anche i suoi innumerevoli fallimenti hanno avuto un ruolo nel consentirlo. E molti di quei fallimenti più recenti sono avvenuti sotto la supervisione della dottoressa Janet Woodcock. Woodcock è stata nominata commissario ad interim della FDA poche ore dopo che Joe Biden è stato nominato presidente. Sarebbe stata una scelta logica, essendo un veterinario della FDA di 35 anni, ma è impossibile dimenticare che ha avuto un ruolo da protagonista nel perpetuare l’epidemia di oppioidi da parte della FDA. È inoltre nota per aver licenziato i suoi stessi consulenti scientifici quando hanno votato contro l’approvazione di un farmaco.
Non solo Woodcock ha approvato OxyContin per i bambini di 11 anni, ma ha anche dato il via libera a molti altri farmaci oppioidi a rilascio prolungato molto controversi senza prove sufficienti di sicurezza o efficacia. Uno di questi era Zohydro: nel 2011, il comitato consultivo della FDA aveva votato 11: 2 contro l’approvazione a causa di preoccupazioni per la sicurezza sull’uso inappropriato, ma Woodcock è andata avanti e lo ha fatto passare, comunque. Sotto la supervisione di Woodcock, la FDA ha anche approvato Opana, che è due volte più potente di OxyContin – solo per poi implorare il produttore di farmaci di toglierlo dal mercato 10 anni dopo a causa di “abuso e manipolazione”. E poi c’era Dsuvia, un potente antidolorifico 1.000 volte più forte della morfina e 10 volte più potente del fentanil. Secondo un capo di uno dei comitati consultivi della FDA, l’esercito americano aveva contribuito a sviluppare questo particolare farmaco, e Woodcock ha detto che c’era “pressione da parte del Pentagono” per spingerne l’ approvazione. L’FBI, i membri del Congresso, i sostenitori della salute pubblica e gli esperti di sicurezza dei pazienti hanno messo in discussione questa decisione, sottolineando che con centinaia di oppioidi già sul mercato non ci fosse bisogno di un altro, in particolare uno che comportava rischi così elevati.
Più di recente, Woodcock è stata la responsabile terapeutica per l’Operazione Warp Speed, supervisionando lo sviluppo del vaccino COVID-19.
Cause legali, scandali e insabbiamenti di Big Pharma
Mentre la storia di OxyContin è senza dubbio uno degli esempi di più alto profilo dell’inganno di Big Pharma, ci sono dozzine di altre storie come questa. Ecco alcuni punti salienti:
Nel 1980, Bayer ha continuato a vendere prodotti per la coagulazione del sangue ai paesi del terzo mondo, anche se erano pienamente consapevoli che quei prodotti fossero contaminati dall’HIV. Il motivo? “L’investimento finanziario per quel prodotto è stato considerato troppo alto per distruggere l’inventario”. Prevedibilmente, circa 20.000 degli emofiliaci che sono stati infusi con questi prodotti contaminati sono poi risultati positivi all’HIV e alla fine hanno sviluppato l’AIDS, e molti in seguito sono morti.
Nel 2004, Johnson & Johnson è stata al centro di una serie di cause legali per aver promosso illegalmente l’uso off-label del loro farmaco per il bruciore di stomaco Propulsid per i bambini, nonostante le e-mail interne dell’azienda confermassero importanti problemi di sicurezza (come i decessi durante le sperimentazioni farmacologiche). La documentazione delle cause legali ha mostrato che dozzine di studi sponsorizzati da Johnson & Johnson che evidenziano i rischi di questo farmaco non sono mai stati pubblicati.
La FDA stima che Avandia di GSK abbia causato 83.000 attacchi di cuore tra il 1999 e il 2007. I documenti interni di GSK dimostrano che quando hanno iniziato a studiare gli effetti del farmaco già nel 1999, hanno scoperto che causava un rischio più elevato di attacchi di cuore rispetto a un farmaco simile che doveva sostituire. Piuttosto che pubblicare questi risultati, hanno trascorso un decennio nascondendoli illegalmente (e nel frattempo, sprecando $ 3,2 miliardi all’anno per questo farmaco fino al 2006). Infine, uno studio del New England Journal of Medicine del 2007 ha collegato Avandia a un aumento del 43% del rischio di attacchi di cuore e un aumento del 64% del rischio di morte per malattie cardiache. Avandia è ancora approvato dalla FDA e disponibile negli Stati Uniti.
Nel 2009, Pfizer è stata costretta a pagare 2,3 miliardi di dollari, il più grande accordo di frode sanitaria nella storia in quel momento, per aver pagato tangenti illegali ai medici e promosso usi off-label dei suoi farmaci. In particolare, un ex dipendente ha rivelato che i rappresentanti di Pfizer sono stati incoraggiati e incentivati a vendere Bextra e altri 12 farmaci per patologie per le quali non erano mai stati approvati dalla FDA e a dosi fino a otto volte superiori a quelle raccomandate. “Ci si aspettava che si aumentassero i profitti a tutti i costi, anche quando le vendite significavano mettere in pericolo vite umane”, ha detto l’informatore.
Quando è stato scoperto che AstraZeneca stava promuovendo il farmaco antipsicotico Seroquel per usi che non approvati dalla FDA come sicuro ed efficace, la società ha ricevuto una multa di $ 520 milioni nel 2010. Per anni, AstraZeneca ha incoraggiato psichiatri e altri medici a prescrivere Seroquel per una vasta gamma di patologie off-label apparentemente non correlate, tra cui il morbo di Alzheimer, la gestione della rabbia, l’ADHD, la demenza, il disturbo da stress post-traumatico e l’insonnia. AstraZeneca ha anche violato lo Statuto federale anti-tangenti pagando i medici per spargere la voce su questi usi non approvati di Seroquel tramite conferenze promozionali e con viaggi in lussuosi resort.
Nel 2012, GSK ha pagato una multa di 3 miliardi di dollari per aver corrotto i medici facendo volare loro e i loro coniugi in resort a cinque stelle e per promuovere illegalmente farmaci per usi off-label. Quel che è peggio – GSK ha trattenuto i risultati degli studi clinici che hanno dimostrato che il suo antidepressivo Paxil non solo non funzionava per adolescenti e bambini, ma addirittura, che poteva aumentare la probabilità di pensieri suicidi in questo gruppo. Un promemoria interno di GSK del 1998 ha rivelato che la società ha intenzionalmente nascosto questi dati per ridurre al minimo qualsiasi “potenziale impatto commerciale negativo”.
Nel 2021, un ex rappresentante di vendita di AstraZeneca ha citato in giudizio il suo ex datore di lavoro, sostenendo di essere stata licenziata per essersi rifiutata di promuovere farmaci per usi che non erano approvati dalla FDA. La dipendente ha sostenuto che in più occasioni, ha espresso preoccupazioni al suo capo per le informazioni “fuorvianti” e senza supporto scientifico che era costretta a fornire e dalle promozioni off-label di alcuni farmaci. Secondo quanto riferito, il suo supervisore non solo ha ignorato queste preoccupazioni, ma l’ha costretta ad approvare dichiarazioni contro la sua volontà e ha minacciato di rimuoverla dalle posizioni regionali e nazionali se non si fosse conformata. Secondo la querelante, ha perso un aumento e un bonus perché si è rifiutata di infrangere la legge.
Al vertice del 2022, un gruppo della Corte d’Appello D.C. ha ripristinato una causa contro Pfizer, AstraZeneca, Johnson & Johnson, Roche e GE Healthcare, che afferma di aver contribuito a finanziare attacchi terroristici contro membri del servizio statunitense e altri americani in Iraq. La causa sostiene che dal 2005 al 2011, queste società hanno regolarmente offerto tangenti (tra cui farmaci e dispositivi medici gratuiti) per un totale di milioni di dollari all’anno al Ministero della Salute iracheno al fine di garantire contratti di farmaci. Con questi pagamenti corrotti avrebbero poi finanziato armi e addestramento per l’esercito del Mahdi, che fino al 2008 era in gran parte considerato uno dei gruppi più pericolosi in Iraq.
Un altro fattore particolarmente preoccupante è che le aziende farmaceutiche stanno conducendo un numero sempre crescente di studi clinici nei paesi del terzo mondo, dove le persone possono essere meno istruite e ci sono anche molte meno norme di sicurezza. Gli studi sperimentali di Pfizer del 1996 con Trovan su bambini nigeriani con meningite – senza consenso informato – ne sono solo un nauseante esempio. Quando un ex direttore medico della divisione di ricerca centrale di Pfizer ha avvertito la società sia prima che dopo lo studio che i loro metodi in questo studio erano “impropri e non sicuri”, è stato prontamente licenziato. Bambini nigeriani sono morti o sono rimasti ciechi, danneggiati al cervello o paralizzati dopo che lo studio ha citato in giudizio Pfizer, e la società alla fine ha risolto in via extragiudiziale. Nel 1998, la FDA ha approvato Trovan solo per gli adulti. Il farmaco è stato successivamente bandito dai mercati europei a causa di segnalazioni di malattie epatiche fatali e limitato alle cure strettamente di emergenza negli Stati Uniti. Pfizer nega ancora qualsiasi illecito.
Ma tutto questo è solo la punta dell’iceberg. Se voleste immergervi un po ‘più in basso nella tana del coniglio – e vi avverto, è profonda – una rapida ricerca su Google per “cause legali big pharma” rivelerà l’oscuro track record del settore di corruzione, disonestà e frode.
In effetti, Big Pharma sembra essere il più grande frodatore del governo federale quando si tratta del False Claims Act, altrimenti noto come “Lincoln Law”. Durante la nostra intervista, Panara mi ha detto che ha amici che lavorano ancora per Big Pharma che sarebbero disposti a parlare dell’attività distorta che hanno osservato, ma hanno troppa paura di essere inseriti nella lista nera dall’industria. Un nuovo aggiornamento proposto per il False Claims Act aiuterebbe a proteggere e sostenere gli informatori nei loro sforzi per ritenere responsabili le aziende farmaceutiche, contribuendo a prevenire questo tipo di ritorsioni e rendendo più difficile per le aziende incaricate archiviare questi casi. Non dovrebbe sorprendere che Pfizer, AstraZeneca, Merck e uno stormo di altre grandi aziende farmaceutiche stiano attualmente facendo pressioni per bloccare l’aggiornamento. Naturalmente, non vorrebbero rendere più facile per gli ex dipendenti esporre le loro malefatte, potenzialmente costando loro miliardi in più di multe.
Qualcosa da tenere a mente: queste sono le stesse persone che hanno prodotto, commercializzato e stanno traendo profitto dai vaccini COVID-19.
Le stesse persone che manipolano la ricerca, pagano i decisori per spingere i loro farmaci, coprono i risultati negativi della ricerca per evitare perdite finanziarie mettendo consapevolmente in pericolo cittadini innocenti. Le stesse persone che hanno detto all’America: “Prendete tutto l’OxyContin che volete tutto il giorno! È molto sicuro e non crea dipendenza!”
Quindi, chiedetevi questo: se un partner, un amico o un familiare vi mentisse ripetutamente – e non solo piccole bugie bianche, ma grandi che mettono a rischio la vostra salute e sicurezza – continuereste a fidarvi di lui?
Sostenere i Big Four: Big Pharma e FDA, OMS, NIH, CDC
So cosa state pensando. Big pharma è amorale e le scivolate devastanti della FDA sono solo vecchie notizie. Ma che dire di agenzie e organizzazioni come il National Institutes of Health (NIH), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e i Centers for Disease Control & Prevention (CDC)? Non hanno l’obbligo di fornire una guida imparziale per proteggere i cittadini? Non vi preoccupate, ci sto arrivando.
La guida dell’OMS è innegabilmente influente in tutto il mondo. All’inizio della storia di questa organizzazione, risalente al 1948, non poteva ricevere donazioni da aziende farmaceutiche – solo stati membri. Ma questo è cambiato nel 2005 quando l’OMS ha aggiornato la sua politica finanziaria per consentire al denaro privato di entrare nel suo sistema. Da allora, l’OMS ha accettato molti contributi finanziari da Big Pharma. In realtà, oggi è finanziato solo per il 20% dagli Stati membri, con un enorme 80% di finanziamenti provenienti da donatori privati. Ad esempio, la Bill and Melinda Gates Foundation (BMGF) è ora uno dei suoi principali contributori, fornendo fino al 13% dei suoi fondi – circa $ 250-300 milioni all’anno. Al giorno d’oggi, il BMGF fornisce più donazioni all’OMS rispetto a tutti gli Stati Uniti.
Il dottor Arata Kochi, ex capo del programma antimalarico dell’OMS, ha espresso preoccupazione al direttore generale Dr. Margaret Chan nel 2007 sul fatto che prendere i soldi del BMGF potesse avere “conseguenze di vasta portata, in gran parte non intenzionali” tra cui “soffocare una diversità di opinioni tra gli scienziati”.
“Le grandi preoccupazioni sono che la Fondazione Gates non è completamente trasparente e responsabile”, ha dichiarato a Devex Lawrence Gostin, direttore del Centro di collaborazione dell’OMS sulla legge sanitaria nazionale e globale. “Esercitando tale influenza, potrebbe guidare le priorità dell’OMS … Consentirebbe a un singolo ricco filantropo di impostare l’agenda sanitaria globale“.
Date un’occhiata all’elenco dei donatori dell’OMS e troverete alcuni altri nomi familiari come AstraZeneca, Bayer, Pfizer, Johnson & Johnson e Merck.
Il NIH ha lo stesso problema, a quanto pare. Il giornalista scientifico Paul Thacker, che in precedenza aveva esaminato i legami finanziari tra medici e aziende farmaceutiche come investigatore principale del Comitato del Senato degli Stati Uniti, ha scritto sul Washington Post che questa agenzia “spesso ignorava” conflitti di interesse molto “ovvi”. Ha anche affermato che “i suoi legami industriali risalgono a decenni fa”. Nel 2018, è stato scoperto che uno studio sul consumo di alcol da $ 100 milioni condotto da scienziati NIH è stato finanziato principalmente da aziende di birra e liquori. Le e-mail hanno dimostrato che i ricercatori NIH erano in frequente contatto con quelle aziende durante la progettazione dello studio – che, ecco uno shock – avevano lo scopo di evidenziare i benefici e non i rischi del bere moderato.
E poi c’è il CDC. Un tempo questa agenzia non poteva accettare contributi dalle aziende farmaceutiche, ma nel 1992 hanno trovato una scappatoia: la nuova legislazione approvata dal Congresso ha permesso loro di accettare finanziamenti privati attraverso un’organizzazione senza scopo di lucro chiamata CDC Foundation. Solo dal 2014 al 2018, la Fondazione CDC ha ricevuto 79,6 milioni di dollari da società come Pfizer, Biogen e Merck.
Naturalmente, se un’azienda farmaceutica vuole ottenere un farmaco, un vaccino o un altro prodotto approvato, ha bisogno di accattivarsi la FDA. Questo spiega perché nel 2017, le aziende farmaceutiche hanno pagato ben il 75% dei budget di revisione scientifica della FDA, rispetto al 27% nel 1993. Non è sempre stato così. Ma nel 1992, un atto del Congresso ha cambiato il flusso di finanziamento della FDA, arruolando aziende farmaceutiche per pagare “tasse utente”, che aiutano la FDA ad accelerare il processo di approvazione per i loro farmaci.
Un’indagine scientifica del 2018 ha rilevato che 40 su 107 consulenti medici nei comitati della FDA hanno ricevuto più di $ 10.000 da grandi aziende farmaceutiche che cercavano di ottenere l’approvazione dei loro farmaci, con alcune banche fino a $ 1 milione o più. La FDA afferma di avere un sistema ben funzionante per identificare e prevenire questi possibili conflitti di interesse. Sfortunatamente, il loro sistema funziona solo per individuare i pagamenti prima che i comitati consultivi si incontrino, e l’indagine scientifica ha mostrato che molti membri del panel FDA ottengono i loro pagamenti dopo il fatto. In pratica le aziende farmaceutiche promettono ai dipendenti della FDA un bonus futuro subordinato al fatto che le cose vadano per il verso giusto.
Ecco perché questa dinamica si rivela problematica: un’indagine del 2000 ha rivelato che quando la FDA ha approvato il vaccino contro il rotavirus nel 1998, non ha esattamente avuto la dovuta diligenza. Ciò probabilmente aveva qualcosa a che fare con il fatto che i membri del comitato avessero legami finanziari con il produttore, Merck – molti possedevano decine di migliaia di dollari di azioni della società, o addirittura detenevano brevetti sul vaccino stesso. Più tardi, l’Adverse Event Reporting System ha rivelato che il vaccino stava causando gravi ostruzioni intestinali in alcuni bambini, ed è stato finalmente ritirato dal mercato statunitense nell’ottobre 1999.
Poi, nel giugno del 2021, la FDA ha ignorato le preoccupazioni sollevate dal proprio comitatoconsultivo scientifico per approvare il farmaco per l’Alzheimer di Biogen Aduhelm – una mossa ampiamente criticata dai medici. Il farmaco non solo ha mostrato pochissima efficacia, ma anche effetti collaterali potenzialmente gravi come sanguinamento cerebrale e gonfiore, negli studi clinici. Il Dr. Aaron Kesselheim, un professore della Harvard Medical School che faceva parte del comitato consultivo scientifico della FDA, lo ha definito la “peggiore approvazione di farmaci” nella storia recente e ha osservato che gli incontri tra la FDA e Biogen avevano una “strana dinamica” che suggeriva una relazione insolitamente stretta. Il Dr. Michael Carome, direttore del Public Citizen’s Health Research Group, ha dichiarato alla CNN che crede che la FDA abbia iniziato a lavorare in “collaborazione inappropriatamente stretta con Biogen” nel 2019. “Non erano regolatori oggettivi e imparziali”, ha aggiunto nell’intervista alla CNN. “Sembrava che la decisione fosse stata preordinata”.
Questo mi porta forse al più grande conflitto di interessi di sempre: il NIAID del Dr. Anthony Fauci è solo uno dei tanti istituti che comprende il NIH – e il NIH possiede metà del brevetto per il vaccino Moderna – così come migliaia di altri brevetti farmaceutici da avviare. Il NIAID è pronto a guadagnare milioni di dollari dalle entrate del vaccino di Moderna, con singoli funzionari che ricevono anche fino a $ 150.000 all’anno.
Operazione Warp Speed
Nel dicembre del 2020, Pfizer è diventata la prima azienda a ricevere un’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA) dalla FDA per un vaccino COVID-19. Le EUA – che consentono la distribuzione di un farmaco o di un altro prodotto non approvato durante un’emergenza sanitaria pubblica dichiarata – sono in realtà una cosa piuttosto nuova: la prima è stata emessa nel 2005 in modo che il personale militare potesse ottenere un vaccino contro l’antrace. Per ottenere una piena approvazione fda, ci devono essere prove sostanziali che il prodotto sia sicuro ed efficace. Ma per un EUA, la FDA deve solo determinare che può essere efficace. Poiché gli EUA sono concessi molto rapidamente, la FDA non ha abbastanza tempo per raccogliere tutte le informazioni di cui di solito avrebbero bisogno per approvare un farmaco o un vaccino.
Il CEO e presidente di Pfizer Albert Bourla disse che la sua azienda stava “operando alla velocità della scienza” per portare un vaccino sul mercato. Tuttavia, un rapporto del 2021 su The BMJ ha rivelato che questa velocità potrebbe essere andata a scapito “dell’integrità dei dati e della sicurezza del paziente”. Brook Jackson, direttore regionale del Ventavia Research Group, che ha condotto questi studi, ha dichiarato al BMJ che la sua ex azienda “ha falsificato dati, i pazienti non erano in cieco e ha impiegato vaccinatori non adeguatamente addestrati” nello studio cardine di fase 3 di Pfizer. Solo alcuni degli altri eventi a cui aveva assistito includevano: eventi avversi non segnalati correttamente o affatto, mancanza di segnalazione sulle deviazioni del protocollo, errori di consenso informato e etichettatura errata di campioni di laboratorio. Una registrazione audio dei dipendenti di Ventavia di settembre 2020 ha rivelato che erano così sopraffatti dai problemi sorti durante lo studio che non sono stati in grado di “quantificare i tipi e il numero di errori” durante la valutazione del controllo di qualità. Un dipendente di Ventavia ha detto al BMJ di non aver mai visto un ambiente di ricerca così disordinato come lo studio del vaccino Pfizer di Ventavia, mentre un altro lo ha definito un “pasticcio folle”.
Nel corso della sua carriera ventennale, Jackson ha lavorato su centinaia di studi clinici e due delle sue aree di competenza sono l’immunologia e le malattie infettive. Mi ha detto che dal suo primo giorno di sperimentazione Pfizer nel settembre del 2020, ha scoperto “una cattiva condotta così eclatante” che ha raccomandato di smettere di arruolare partecipanti allo studio per fare prima un audit interno.
“Con mio completo shock e orrore, Ventavia ha accettato di sospendere l’iscrizione, ma poi ha escogitato un piano per nascondere ciò che avevo scoperto e per tenere ICON e Pfizer all’oscuro”, ha dichiarato Jackson durante la nostra intervista. “Il sito era in modalità di pulizia completa. Quando sono stati scoperti dati mancanti, le informazioni sono state fabbricate ad arte, comprese le firme contraffatte sui moduli di consenso informato.
Uno screenshot che Jackson ha condiviso con me mostra che è stata invitata a un incontro intitolato “COVID 1001 Clean up Call” il 21 settembre 2020. Si rifiutò di partecipare alla chiamata.
Jackson ha ripetutamente avvertito i suoi superiori dei problemi di sicurezza dei pazienti e problemi di integrità dei dati.
“Sapevo che il mondo intero contava sui ricercatori clinici per sviluppare un vaccino sicuro ed efficace e non volevo far parte di quel fallimento non riportando ciò che ho visto”, mi ha detto.
Quando il suo datore di lavoro non ha agito, Jackson ha presentato una denuncia alla FDA il 25 settembre e Ventavia l’ha licenziata ore dopo lo stesso giorno con il pretesto che “non fosse adatta”. Dopo aver ascoltato le sue preoccupazioni al telefono, afferma che la FDA non ha mai seguito o ispezionato il sito di Ventavia. Dieci settimane dopo, la FDA ha autorizzato l’EUA per il vaccino. Nel frattempo, Pfizer ha assunto Ventavia per gestire la ricerca per altri quattro studi clinici sui vaccini, tra cui uno che coinvolge bambini e giovani adulti, uno per le donne incinte e un altro per il richiamo. Non solo, Ventavia ha gestito gli studi clinici per Moderna, Johnson & Johnson e Novavax. Jackson sta attualmente perseguendo una causa false claims act contro Pfizer e Ventavia Research Group.
L’anno scorso, Pfizer ha accumulato quasi $ 37 miliardi dal suo vaccino COVID, rendendolo uno dei prodotti più redditizi nella storia globale. I suoi ricavi complessivi sono raddoppiati nel 2021 per raggiungere $ 81,3 miliardi, ed è previsto che raggiunga un record di $ 98-$ 102 miliardi quest’anno.
“Aziende come Pfizer non avrebbero mai dovuto essere incaricate di un lancio globale della vaccinazione, perché era inevitabile che avrebbero preso decisioni di vita o di morte basate su ciò che è nell’interesse a breve termine dei loro azionisti”, scrive Nick Dearden, direttore di Global Justice Now.
Come accennato in precedenza, è super comune per le aziende farmaceutiche finanziare la ricerca sui propri prodotti. Ecco perché è spaventoso. Una meta-analisi del 1999 ha mostrato che la ricerca finanziata dall’industria ha otto volte meno probabilità di ottenere risultati sfavorevoli rispetto agli studi indipendenti. In altre parole, se un’azienda farmaceutica vuole dimostrare che un farmaco, un integratore, un vaccino o un dispositivo è sicuro ed efficace, troverà un modo.
Con questo in mente, ho recentemente esaminato lo studio del 2020 sul vaccino COVID di Pfizer per vedere se ci fossero conflitti di interesse. Ed ecco, il lungo modulo di divulgazione allegato mostra che dei 29 autori, 18 sono dipendenti di Pfizer e detengono azioni della società, uno ha ricevuto una borsa di ricerca da Pfizer durante lo studio e due hanno riferito di essere stati pagati “onorari personali” da Pfizer. In un altro studio del 2021 sul vaccino Pfizer, sette dei 15 autori sono dipendenti e detengono azioni di Pfizer. Gli altri otto autori hanno ricevuto sostegno finanziario da Pfizer durante lo studio.
A partire dal giorno in cui sto scrivendo questo articolo, circa il 64% degli americani è completamente vaccinato e il 76% ha ricevuto almeno una dose. La FDA ha ripetutamente promesso “piena trasparenza” quando su questi vaccini. Eppure, nel dicembre del 2021, la FDA ha chiesto il permesso di aspettare 75 anni prima di rilasciare informazioni relative al vaccino COVID-19 di Pfizer, inclusi dati sulla sicurezza, dati sull’efficacia e rapporti sulle reazioni avverse. Ciò significa che nessuno avrebbe visto queste informazioni fino all’anno 2096 – convenientemente, dopo che molti di noi avrebbero lasciato questo pazzo mondo. Per ricapitolare: la FDA ha avuto bisogno solo di 10 settimane per rivedere le 329.000 pagine di dati prima di approvare l’EUA per il vaccino – ma a quanto pare, aveva bisogno di tre quarti di secolo per pubblicarle.
In risposta alla ridicola richiesta della FDA, PHMPT – un gruppo di oltre 200 esperti medici e di salute pubblica di Harvard, Yale, Brown, UCLA e altre istituzioni – ha intentato una causa ai sensi del Freedom of Information Act chiedendo che la FDA producesse questi dati prima. E i loro sforzi hanno dato frutti: il giudice distrettuale degli Stati Uniti Mark T. Pittman ha emesso un ordine per la FDA di produrre 12.000 pagine entro il 31 gennaio, e poi almeno 55.000 pagine al mese in seguito. Nella sua dichiarazione alla FDA, Pittman ha citato il defunto John F. Kennedy: “Una nazione che ha paura di lasciare che il suo popolo giudichi la verità e la falsità in un mercato aperto è una nazione che ha paura del suo popolo”.
Per quanto riguarda il motivo per cui la FDA volesse tenere nascosti questi dati, il primo lotto di documentazione ha rivelato che ci sono stati più di 1.200 decessi correlati al vaccino solo nei primi 90 giorni dopo l’introduzione del vaccino Pfizer. Delle 32 gravidanze con esito noto, 28 hanno provocato la morte fetale. Il CDC ha anche recentemente svelato i dati che mostrano un totale di 1.088.560 segnalazioni di eventi avversi da vaccini COVID sono state presentate tra il 14 dicembre 2020 e il 28 gennaio 2022. Tali dati includevano 23.149 segnalazioni di decessi e 183.311 segnalazioni di lesioni gravi. Ci sono stati 4.993 eventi avversi segnalati in donne in gravidanza dopo essere state vaccinate, tra cui 1.597 segnalazioni di aborto spontaneo o parto prematuro. Uno studio del 2022 pubblicato su JAMA, nel frattempo, ha rivelato che ci sono stati più di 1.900 casi segnalati di miocardite – o infiammazione del muscolo cardiaco – per lo più in persone di età pari o inferiore a 30 anni, entro 7 giorni dall’assunzione del vaccino. In questi casi, il 96% delle persone è stato ricoverato in ospedale.
“È comprensibile che la FDA non voglia che scienziati indipendenti rivedano i documenti su cui si è basata per autorizzare il vaccino di Pfizer, dato che non è efficace come originariamente affermato dalla FDA, non impedisce la trasmissione, non protegge da alcune varianti emergenti, può causare gravi infiammazioni cardiache negli individui più giovani e ha numerosi altri problemi di sicurezza indiscussi, ” scrive Aaron Siri, l’avvocato che rappresenta PHMPT nella causa contro la FDA.
Siri mi ha scritto in una e-mail che il suo telefono dell’ufficio ha squillato senza sosta negli ultimi mesi.
“Siamo sopraffatti dalle richieste di persone che chiamano per un infortunio da un vaccino COVID-19”, ha affermato.
A proposito, vale la pena notare che gli effetti avversi causati dalle vaccinazioni COVID-19 non sono ancora coperti dal National Vaccine Injury Compensation Program. Aziende come Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson sono protette dal Public Readiness and Emergency Preparedness (PREP) Act, che garantisce loro l’immunità totale dalla responsabilità per i loro vaccini. E non importa cosa ti succede, non puoi citare in giudizio la FDA per aver autorizzato l’EUA, o il tuo datore di lavoro per averti richiesto di ottenerlo. Miliardi di dollari dei contribuenti sono andati a finanziare la ricerca e lo sviluppo di questi vaccini e, nel caso di Moderna, la concessione in licenza del suo vaccino è stata resa possibile interamente da fondi pubblici. Ma a quanto pare, ciò garantisce ancora ai cittadini l’assenza di tutela. Se qualcosa dovesse andare storto, sei fondamentalmente da solo.
L’ipocrisia della “disinformazione”
Trovo interessante che “disinformazione” sia diventato un termine così pervasivo ultimamente, ma più allarmante, che sia diventato una scusa per una palese censura sui social media e nel giornalismo. È impossibile non chiedersi cosa stia guidando questo movimento per controllare la narrazione. In un mondo in cui chiaramente non abbiamo ancora tutte le risposte, perché non dovremmo essere aperti ad esplorare tutte le possibilità? E mentre siamo sull’argomento, che dire di tutte le falsità legate al COVID che sono state diffuse dai nostri leader e funzionari?
Fauci, il presidente Biden e Rochelle Walensky del CDC ci hanno tutti promesso con totale fiducia che il vaccino ci avrebbe impedito di contrarre o diffondere COVID, qualcosa che ora sappiamo essere una menzogna. (In effetti, il CDC ha recentemente dovuto cambiare la sua stessa definizione di “vaccino” per fargli promettere “protezione” da una malattia piuttosto che “immunità” – una distinzione importante). A un certo punto, il Dipartimento della Salute dello Stato di New York (NYS DOH) e l’ex governatore Andrew Cuomo hanno preparato una campagna sui social media con messaggi fuorvianti che riportavano che il vaccino fosse stato “approvato dalla FDA” e “avesse superato lo stesso rigoroso processo di approvazione che tutti i vaccini affrontano”, quando in realtà la FDA ha autorizzato i vaccini solo sotto un EUA, e i vaccini erano ancora in fase di sperimentazione clinica. Mentre il NYS DOH alla fine ha risposto alle pressioni per rimuovere queste false affermazioni, poche settimane dopo il Dipartimento ha pubblicato su Facebook che “non sono stati segnalati effetti collaterali gravi correlati ai vaccini”, quando in realtà, circa 16.000 segnalazioni di eventi avversi e oltre 3.000 segnalazioni di gravi eventi avversi correlati a una vaccinazione COVID-19 erano state segnalate solo nei primi due mesi di utilizzo.
Le persone al potere dovrebbero avere lo stesso livello di responsabilità – se non di più – di un cittadino medio. Quindi, nell’interesse di evitare ogni ipocrisia, dovremmo “eliminare” anche tutti questi esperti e leader a causa della loro “disinformazione”?
Le persone riluttanti ai vaccini sono state licenziate dal lavoro, rifiutate dai ristoranti, è stato negato loro il diritto di viaggiare e vedere le proprie famiglie, sono state bandite dai canali dei social media e palesemente svergognate e offese dai media. Alcuni hanno persino perso la custodia dei loro figli. Queste persone sono spesso etichettate come “no-vax”, il che è fuorviante dato che molti (come Jonathan Isaac della NBA) hanno ripetutamente chiarito che non sono contro tutti i vaccini, ma semplicemente hanno fatto la scelta personale di non ricevere questo.
Fauci ha ripetutamente affermato che imporre a livello federale il vaccino non sarebbe “appropriato” o “applicabile” e farlo significherebbe “invadere la libertà di una persona di fare la propria scelta”. Quindi è notevole che ancora, alcuni singoli datori di lavoro e stati degli Stati Uniti, come il mio amato Massachusetts, si siano presi la responsabilità di far rispettare alcuni di questi obblighi, comunque. Nel frattempo, un bollettino del 7 febbraio pubblicato dal Dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti indica che se si diffondono informazioni che minano la fiducia del pubblico in un’istituzione governativa (come il CDC o la FDA), si potrebbe essere considerati terroristi. Nel caso in cui vi steste chiedendo a che livello sia attualmente la libertà di parola.
La definizione di oppressione istituzionale è “il maltrattamento sistematico delle persone all’interno di un gruppo sociale, sostenuto e applicato dalla società e dalle sue istituzioni, basato esclusivamente sull’appartenenza della persona al gruppo di identità sociale”.Si verifica quando le leggi e le pratiche stabilite “producono disuguaglianze basate sulla propria appartenenza a gruppi di identità sociale mirati”. Suona familiare?
Mentre continuate a guardare la persecuzione dei non vaccinati svolgersi, ricordate questo. Storicamente, quando la società ha oppresso un particolare gruppo di persone a causa del loro genere, razza, classe sociale, credenze religiose o sessualità, è sempre stato perché rappresentano una sorta di minaccia allo status quo. Lo stesso vale per i non vaccinati di oggi. Dal momento che sappiamo che il vaccino non impedisce la diffusione del COVID, tuttavia, questo è chiaro: i non vaccinati non rappresentano una minaccia per la salute e la sicurezza dei loro concittadini – ma piuttosto, per i potenti giganti farmaceutici e le molte organizzazioni globali che finanziano. E con più di 100 miliardi di dollari in gioco solo nel 2021, posso capire la motivazione per volerli mettere a tacere.
I non vaccinati sono stati definiti egoisti. Stupidi. Fauci ha detto che è “quasi inspiegabile” che stiano ancora resistendo. Ma è così? E se queste persone non fossero pazze o indifferenti, ma piuttosto abbiano– non sorprendentemente – perso la fiducia nelle agenzie che dovrebbero proteggerle? Potete biasimarli?
I cittadini sono vittime di bullismo per essersi rifiutati di ricevere un vaccino che è stato creato, valutato e autorizzato in meno di un anno, senza accesso alla maggior parte dei dati di sicurezza per detto vaccino e senza alcun diritto di perseguire azioni legali se subiscono effetti avversi da esso. Ciò di cui queste persone hanno bisogno in questo momento è sapere che possono contare sui loro concittadini perchè rispettino le loro scelte, che non si alimenti la segregazione con una vera e propria caccia alle streghe. Invece, per qualche inspiegabile ragione che immagino derivi dalla paura, molti continuano a sostenere Big Pharma piuttosto che stringersi l’uno all’altro. Un sondaggio del 2022 dell’Heartland Institute e rasmussen Reports sugli elettori democratici ha rilevato che il 59% degli intervistati sostiene una politica governativa che richiedesse alle persone non vaccinate di rimanere confinate nelle proprie case in ogni momento, il 55% approverebbe una multa a chiunque non ottenga il vaccino e il 48% pensa che il governo dovrebbe imprigionare le persone che mettano pubblicamente in discussione l’efficacia dei vaccini sui social media, TV, o online nelle pubblicazioni digitali. Persino Orwell non è riuscito a inventare questa roba.
Permettetemi di essere molto chiaro. Mentre ci sono molti personaggi pessimi là fuori, ci sono anche molte persone ben intenzionate nelle industrie scientifiche e mediche. Ho la fortuna di conoscerne alcuni. Ci sono medici che respingono l’influenza dei rappresentanti farmaceutici e adottano un approccio estremamente cauto alla prescrizione. Autori di riviste mediche che perseguono ferocemente la trasparenza e la verità – come è evidente in “The Influence of Money on Medical Science”, un rapporto della prima redattrice donna di JAMA. Farmacisti, come Dan Schneider, che si rifiutano di riempire prescrizioni che ritengono rischiose o irresponsabili. Informatori, come Graham e Jackson, che richiamano tenacemente l’attenzione sui problemi di sicurezza per i prodotti farmaceutici in fase di approvazione. E sono certo che ci siano molte persone nell’industria farmaceutica, come Panara e mio nonno, che hanno perseguito questo lavoro con l’obiettivo di aiutare gli altri, non solo per guadagnare uno stipendio a sei o sette cifre. Abbiamo bisogno di più di queste persone.
Non sono qui per dirvi se dovreste o meno ricevere il vaccino o le dosi di richiamo. Ciò che mettete nel vostro corpo non spetta a me decidere – o a chiunque altro. Non è una scelta semplice, ma piuttosto una scelta che può dipendere dalle vostre condizioni fisiche, dalla storia medica, dall’età, dalle credenze religiose e dal livello di tolleranza al rischio. Mio nonno è morto nel 2008 e ultimamente mi ritrovo a sentirne la mancanza più che mai, desiderando potergli parlare della pandemia e sentire cosa penserebbe di tutta questa follia. Non so davvero come si sentirebbe riguardo al vaccino COVID, se lo avrebbe ottenuto o incoraggiato a farlo. Quello che so è che avrebbe ascoltato le mie preoccupazioni e le avrebbe considerate attentamente. Mi ricordava che i miei sentimenti sono importanti. I suoi occhi si illuminavano e sorrideva divertito mentre esprimevo fervidamente la mia frustrazione. Mi diceva sempre di continuare ad andare avanti, scavando più a fondo, facendo domande. Nel suo accattivante accento del Bronx, diceva sempre: “vai a prenderli, ragazzo”. Se smetto di digitare per un momento e ascolto abbastanza forte, posso quasi sentirlo ora.
La gente continua a dire “fidati della scienza”. Ma quando la fiducia è persa, deve essere riguadagnata. E finché il nostro sistema legislativo, le agenzie di sanità pubblica, i medici e le riviste di ricerca continueranno ad accettare denaro farmaceutico (con vincoli) – e il nostro sistema giudiziario continuerà a proteggere queste aziende annche quando la loro negligenza causa danni, non c’è motivo per big pharma di cambiare. Tengono in mano la borsa, e il denaro è potere.
Spetta a te educare te stesso il più possibile e rimanere sempre vigile nel valutare le informazioni prima di crearti un’opinione. Puoi iniziare leggendo tu stesso gli studi clinici, piuttosto che aspettare che i media lo facciano al posto tuo. Scorri fino in fondo a ogni singolo studio fino alla sezione “conflitti di interesse” e scopri chi lo ha finanziato. Guarda quanti soggetti sono stati coinvolti. Puoi anche scegliere di seguire la regola del Public Citizen’s Health Research Group quando possibile: ciò significa evitare un nuovo farmaco fino a cinque anni dopo l’approvazione della FDA (non un EUA, un’approvazione effettiva) – quando ci sono abbastanza dati sulla sicurezza e l’efficacia a lungo termine per stabilire che i benefici superano i rischi. Quando si tratta di notizie, puoi cercare blog indipendenti e senza scopo di lucro, che hanno meno probabilità di essere di parte. E, soprattutto, quando hai l’impressione che un’organizzazione stia facendo sforzi concertati per nasconderti informazioni – come la FDA ha recentemente fatto con il vaccino COVID – devi chiederti: perché? Cosa stanno cercando di nascondere?
Nel film del 2019 “Dark Waters” – che si basa sulla vera storia di uno dei più grandi insabbiamenti aziendali della storia americana – Mark Ruffalo nei panni dell’avvocato Rob Bilott dice: “Il sistema è truccato. Vogliono che pensiamo che ci proteggerà, ma è una bugia. Noi ci proteggiamo. Noi sì. Nessun altro. Non le aziende. Non gli scienziati. Non il governo. Noi.”
FONTE:
Zelenski cerca il disastro nucleare di cui incolpare i russi
Sono gli ucraini quelli che bombardano la centrale nucleare di Zaporozhye e non i russi, come lasciano credere i media occidentali giocano ambiguamente di omissione: i russi hanno occupato la centrale per metterla in sicurezza, non hanno alcun motivo di bombardare se stessi. A rafforzare i peggiori sospetti è il fatto che la AIEA, l’ente dell’ONU che controlla la sicurezza nucleare nel mondo, ha adottato la stessa tattica di omissione nei suoi comunicati: il che fa temere che false flag “atomico” sia stato deciso dal Sistema e sia imminente.
A riprova del fatto che si cerca l’incidente gravissimo.
L’attacco è stato effettuato utilizzando una munizione a grappolo, munizioni sono cadute a circa 400 metri dall’unità di potenza di una delle più grandi centrali nucleari del mondo. È noto che per lo stoccaggio degli elementi nucleari esauriti oggi ci sono circa 156 contenitori con un numero totale di elementi combustibili di 3744 unità. Nel caso in cui le munizioni a grappolo coprissero il sito per lo stoccaggio di elementi esauriti, ciò potrebbe portare al più grande disastro causato dall’uomo: secondo varie stime, in caso di detonazione, l’esplosione distruggerebbe qualsiasi vita entro un raggio di 130 chilometri.
Подробнее на: https://avia.pro/news/vsu-obstrelyali-uraganami-zaporozhskuyu-aes-s-hranilishchami-yadernogo-topliva
“Il bombardamento della centrale nucleare di Zaporozhye da parte delle forze armate ucraine rappresenta una minaccia per il mondo intero”, ha avvertito l’analista militare statunitense Scott Ritter:
“In questo caso non ne risentirà solo il paesaggio fisico dell’Ucraina sul territorio e nelle vicinanze della centrale nucleare, si tratta dell’inquinamento del Mar Nero, che si diffonderà poi al Bosforo e ai Dardanelli e oltre . Le implicazioni saranno regionali e globali.
Quindi l’AIEA sta facendo la cosa giusta esprimendosi, ma perché non nomina il colpevole? Non si tratta di un’azione militare [regolare], si tratta di un attacco delle forze armate ucraine a un impianto nucleare pacifico”.
In precedenza, il ministero della Difesa russo aveva avvertito che gli attacchi alla stazione potrebbero portare a un incidente che supererebbe l’emergenza a Chernobyl e Fukushima”.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/zelenski-cerca-il-disastro-nucleare-di-cui-incolpare-i-russi/
BELPAESE DA SALVARE
C’è un record storico realizzato l’anno scorso dall’Italia di cui nessuno parla. Sono i quasi 4,8 miliardi di euro di esportazioni di armamenti. Nonostante la pandemia per Covid-19, le aziende militari hanno lavorato a pieno ritmo per realizzarlo: è la cifra più alta dal dopoguerra.Ma i destinatari non sono rassicuranti. Il governo Draghi ha fornito armamenti a Qatar (959 milioni di euro), Kuwait (875 milioni), Egitto (773 milioni) e Turkmenistan (378 milioni): tutti regimi che non primeggiano per libertà democratiche e rispetto dei diritti umani. Scorrendo il lungo elenco della Relazione che il governo ha inviato alle Camere, dopo Regno Unito (233 milioni), Stati Uniti (223 milioni) e Francia (148 milioni) troviamo Arabia Saudita (135 milioni) e Emirati Arabi Uniti (122 milioni) di poco preceduti dalla Germania (128 milioni) e seguiti dal Pakistan (88 milioni). Anche le nuove autorizzazioni per esportazioni militari – seppur soggette ad un calo fisiologico dopo le commesse a doppia cifra realizzate negli anni dei governi Renzi e Gentiloni – si attestano su valori simili alle esportazioni (4,6 miliardi di euro) e lo stesso le operazioni bancarie (5 miliardi).C’è quindi un settore industriale che va a gonfie vele all’insaputa di gran parte degli italiani e i cui affari miliardari raramente – di fatto mai – costituiscono motivo di confronto tra blasonati esperti di geopolitica e analisti militari che imperversano nei talk-show. Un’industria, quella militare, di cui invece vengono soprattutto decantate le lodi poiché costituirebbe “un pilastro tecnologico, manifatturiero, occupazionale, economico e di crescita senza eguali per il Sistema Paese”, sostiene il “Libro Bianco” del Ministero della Difesa. Di fatto, dati alla mano, l’industria militare italiana fattura all’incirca l’1 percento del Pil, occupa – anche considerando l’indotto – meno dell’1 percento della forza lavoro e, anche in un anno record come il 2021, ha realizzato esportazioni per meno dell’1 percento dell’export nazionale.L’industria militare è un comparto che, però, può contare sull’ampio appoggio del mondo politico e, a differenza delle piccole e medie imprese che sono la vera eccellenza dell’Italia, gode del sostegno del cosiddetto “Sistema Paese”: Ministeri degli Esteri, della Difesa e delle Finanze con la Cassa depositi e prestiti, agenzia di credito Sace, agenzia Ice e numerosi gruppi bancari.
Esportare armamenti, del resto, è la cosa più facile del mondo. Autocrati e dittatori desiderosi di ammodernare i propri arsenali e ricevere armi in cambio di petrolio o gas si trovano sempre. Basta solo chiudere gli occhi e fingere di non vedere quello che fanno.
Riferimento:
FONTE: https://www.sovranitapopolare.org/2022/07/20/armi-italiane-vendute-in-tutto-il-mondo/
CONFLITTI GEOPOLITICI
Controcorrente, Toni Capuozzo rivela: “Vi dico cosa è venuto a fare Biden in Europa”
26 06 2022
Toni Capuozzo è molto diretto e intervenendo ai microfoni di Controccorrente, il talk show condotto da Veronica Gentili su Rete 4 non usa perifrasi e descrive quale sarà la prossima mossa di Biden impegnato nel G7 di Madrid: “Il presidente Biden viene a Madrid per dare un compito in classe all’Europa”. Insomma, secondo lo storico inviato del Tg5, il numero uno della Casa Bianca è in Europa per dare ordini precisi ai big dell’Ue. “Si sta combattendo per l’Europa tutta – sottolinea Capuozzo rispondendo alla domanda – All’Europa il compito di affrontare la situazione. Gli Stati Uniti hanno messo e metteranno soldi con armamenti ma considerano proprio compito in classe il Pacifico, Taiwan e tutto il resto”.
Insomma Biden darà istruzioni per come affrontare la crisi ucraina, ma di fatto si concentrerà in modo più consistente e più chiaro su Taiwan e gli equilibri fragili del Pacifico dove è in corso una guerra fredda di posizione con la Cina.
Infine, Capuozzo si lascia andare a una considerazione piuttosto amara che spiazza anche gli ospiti in studio: “Quello che sta succedendo in Ucraina è compito degli europei e in parte, molto entusiasticamente se l’è assunto Boris Johnson e riluttante è l’Europa perché ci siamo spinti fino a dove non dovevamo spingerci”. Insomma la partita a quanto pare è ancora tutta da giocare e di fatto l’Europa, anche questa volta, appare debole davanti alla Storia.
FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/32174457/controcorrente-toni-capuozzo-rivela-vi-dico-cosa-venuto-a-fare-biden-europa.html
Briefing del tenente generale Igor Kirillov, capo delle truppe di difesa da radiazioni, sostanze chimiche e biologiche delle Forze Armate della Federazione Russa
2 AGOSTO 2022
Il Ministero della Difesa della Federazione Russa continua ad analizzare le attività biologiche militari degli Stati Uniti e dei loro alleati in Ucraina e in altre parti del mondo, alla luce delle nuove informazioni ottenute nei territori liberati.
Prosegue l’esame dei campioni biologici prelevati ai militari ucraini che hanno volontariamente deposto le armi. Come abbiamo già sottolineato, nel loro sangue sono state trovate alte concentrazioni di antibiotici, oltre a marcatori immunologici indicativi di un contatto con gli agenti patogeni della febbre da sindrome nefrosica e del Nilo occidentale, studiati dal Pentagono nell’ambito dei progetti ucraini U-PI-4 e U-PI-8.
Particolare attenzione dovrebbe essere prestata al ritrovamento, nelle postazioni abbandonate dal personale militare ucraino, di sostanze stupefacenti, tra cui oppioidi come il metadone, la codepsina, il codeterp, nonché sostanze del genere efedrina: t-fedrina e tri-fedrina.
La droga sintetica metadone viene utilizzata come terapia sostitutiva nel trattamento della tossicodipendenza.
Ricordiamo che nella Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale, soprattutto tra il 1943 e il 1945, per ridurre lo stress psico-emotivo, ai soldati, in particolare alle SS venivano somministrate compresse di Pervitin, un derivato dell’anfetamina.
Questo farmaco è stato utilizzato in massa anche dai soldati statunitensi durante le guerre di Corea e del Vietnam.
Tali droghe, che provocano dipendenza, hanno come effetto collaterale l’eccessiva aggressività, e questo spiega l’estrema brutalità mostrata da alcuni soldati ucraini contro i civili e il bombardamento delle città nel Donbass.
Alla luce delle informazioni disponibili sull’uso di potenti stimolanti da parte dei militari delle Forze Armate Ucraine, stiamo esaminando i campioni in arrivo per individuare questa classe di prodotti, le cui tracce persistono a lungo negli organi e nei tessuti umani, ad esempio nei capelli durano fino a sei mesi.
I risultati delle analisi saranno consegnati al Comitato investigativo e utilizzati come prove nelle indagini sui crimini di guerra commessi dal regime di Kiev.
Qualche settimana fa, nell’ambito dell’operazione militare speciale è stata liberata la città di Rubezhnoe, nella Repubblica Popolare di Lugansk. Nel laboratorio del centro medico “Pharmbiotest”, situato in via Pochaevskaja 9, sono stati trovati documenti che confermano che per diversi anni in Ucraina sono state condotte ricerche nell’interesse delle cosiddette “Big Pharma”. Sperimentazioni cliniche di farmaci non registrati con effetti collaterali potenzialmente gravi sono state condotte sulla popolazione residente.
Abbiamo esaminato i locali del suddetto centro, responsabile delle sperimentazioni cliniche di medicinali su volontari. Abbiamo trovato prove del fatto che committenti occidentali visitavano regolarmente “Pharmbiotest” e potevano accedere a tutte le fasi del processo di ricerca. Per comodità di lavoro, l’etichettatura delle attrezzature, i nomi delle stanze e la documentazione di lavoro erano in doppia lingua, anche in inglese.
Per evitare rischi reputazionali e costi legali in caso di insuccesso della sperimentazione di nuovi farmaci, le aziende statunitensi ed europee hanno condotto test clinici su cittadini ucraini. I volontari venivano pagati pochissimo e i casi mortali potevano essere facilmente nascosti. Inoltre, le autorità locali non svolgevano né ispezioni né controlli seri.
Questo è in linea con l’impostazione dell’Occidente che prevede di allontanare dal territorio nazionale le ricerche più controverse dal punto di vista del diritto internazionale. A questo scopo in Ucraina sono stati utilizzati militari, cittadini a basso reddito e una delle categorie più vulnerabili di cittadini: i pazienti degli ospedali psichiatrici.
Stiamo continuando ad analizzare il materiale documentale trovato nel laboratorio del centro abitato di Rubezhnoe.
Abbiamo già informato che più di 16.000 campioni biologici, tra cui campioni di sangue e di siero, sono stati trasferiti dall’Ucraina agli Stati Uniti e ai Paesi europei.
Alla luce delle assicurazioni dell’amministrazione statunitense sull’utilizzo “…esclusivamente per scopi pacifici…” delle informazioni genetiche ottenute dai cittadini ucraini, vorrei citare una dichiarazione di Jason Crow della Commissione per l’Intelligence della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti alla Conferenza sulla Sicurezza del Nord America di luglio.
Crow ha messo in guardia gli americani sui pericoli di dare il proprio DNA a società private per i test, citando: “… c’è la possibilità che i risultati dei test vengano venduti a terzi… e le informazioni ottenute potrebbero essere usate per sviluppare armi biologiche destinate a gruppi specifici… o a singoli individui”.
Dato l’interesse dell’amministrazione statunitense per lo studio di agenti biologici “a bersaglio ristretto”, tali dichiarazioni di nuovo costringono a rivedere le cause della pandemia di coronavirus e il ruolo dei biologi militari statunitensi nella comparsa e diffusione dell’agente patogeno COVID-19.
Nel maggio 2022, Jeffrey Sachs – uno dei maggiori esperti della prestigiosa rivista medica “The Lancet” e professore alla Columbia University, la principale istituzione accademica per la biosicurezza globale, ha affermato in una conferenza in Spagna che: “… il coronavirus è stato creato artificialmente e con alta probabilità utilizzando i progressi americani nelle biotecnologie…”. (citazione)
Secondo i nostri esperti, ciò è evidenziato dalla insolita variabilità delle varianti genomiche che causano il picco di incidenza della maggior parte dei coronavirus, dalle differenze significative in termini di letalità e contagiosità, dalla diffusione geografica irregolare e dalla natura imprevedibile del processo epidemico nel suo complesso. Nonostante gli sforzi per contenere e isolare i casi, la pandemia sembra essere alimentata artificialmente dall’introduzione di nuove varianti del virus in una regione o in un’altra.
Stiamo valutando la possibilità che l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) sia coinvolta nella comparsa di un nuovo coronavirus. Dal 2009, l’Agenzia ha finanziato il programma “Predict”, che studia nuove specie di coronavirus e cattura i pipistrelli portatori di questi virus. Uno dei partner del progetto era “Metabiota”, una società nota per le sue attività biologiche militari in Ucraina.
Peculiare il fatto che nel 2019 – prima della comparsa dei primi casi di COVID-19 – presso l’Hopkins Institution negli Stati Uniti si sia tenuta un’esercitazione denominata “Event 201” al fine di addestrarsi a gestire un coronavirus precedentemente sconosciuto che, secondo la leggenda dell’esercitazione, si trasmetteva dai pipistrelli all’uomo attraverso un ospite intermedio, i maiali. È così che il “virus dell’influenza spagnola” si diffuse in modo pandemico, mietendo decine di milioni di vittime.
L’attuazione dello scenario COVID-19 e la chiusura d’emergenza del programma “Predict” da parte di USAID nel 2019 suggeriscono la natura deliberata della pandemia e il coinvolgimento degli Stati Uniti nella sua insorgenza.
Durante l’operazione militare speciale, sono stati sequestrati documenti che dimostrano che l’USAID e il suo principale appaltatore, “Labyrinth Ukraine”, dal 2019 partecipano al programma biologico militare statunitense.
Si noti la lettera del capo del Dipartimento sanitario ed epidemiologico delle Forze Armate Ucraine al direttore di “Labyrinth Ukraine”, Karen Saylors, in cui il comando delle Forze armate ucraine si dichiara pronto a collaborare con l’USAID nella somministrazione di vaccini al personale militare e nella raccolta, elaborazione e trasmissione di informazioni di interesse per la parte statunitense.
La scelta dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale di coordinare il lavoro potrebbe essere stata dettata dalla crescente preoccupazione russa per le attività dei laboratori biologici ucraini, un tentativo di “spostare il mirino” dall’agenzia di difesa statunitense ed evitare accuse di sviluppo di armi biologiche.
È stato accertato che “Labyrinth Ukraine” è una divisione della società statunitense “Labyrinth Global Health” e che i suoi fondatori sono ex dipendenti di “Metabiota”, partner chiave del Pentagono nel settore biologico militare.
“Labyrinth Ukraine” è stata coinvolta nei progetti U-PI-9 e -10, che hanno studiato la diffusione della peste suina africana in Ucraina e nell’Europa orientale.
Vorrei segnalare che, nell’ambito del programma di riduzione della minaccia biologica del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, una delle aree di ricerca intraprese da “Labyrinth Global Health” era lo studio dei coronavirus e del virus del vaiolo delle scimmie.
Ricordo che il 23 luglio l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’epidemia di vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria internazionale e ad oggi la malattia è stata segnalata in 76 Paesi, con oltre 26.000 casi.
Vediamo quindi una chiara tendenza: gli agenti infettivi che rientrano nella zona di interesse del Pentagono diventano successivamente pandemici, producendo benefici economici alle aziende farmaceutiche statunitensi e ai loro protettori, i leader del Partito Democratico degli Stati Uniti.
Abbiamo già documentato l’uso di armi biologiche a Cuba da parte degli Stati Uniti. Si trattava della diffusione deliberata della febbre Dengue, della peste suina africana e delle malattie di colture economicamente importanti per l’isola. Vorrei fare un altro esempio tratto dal dossier biologico militare statunitense.
Nel 1997, il governo cubano ha portato all’attenzione della comunità internazionale il fatto che gli Stati Uniti avevano violato la Convenzione sulle armi biologiche e tossiche. L’accusa si basava sulla testimonianza di un pilota cubano che aveva registrato l’irrorazione da parte di un aereo statunitense di un agente biologico quarantenario, il tripide della palma, in grado di danneggiare una delle industrie agricole chiave di Cuba.
Nonostante sia stato possibile avviare una riunione straordinaria degli Stati parte della BWC su questo tema, l’incidente non è stato indagato a causa della mancanza di un meccanismo di verifica della Convenzione, che la Federazione Russa insiste a voler istituire.
Tale impunità ha consentito a Washington di continuare a utilizzare tecnologie biologiche militari in America Latina, anche per eliminare politici indesiderati.
Il 18 luglio 2022, il Presidente della Repubblica del Venezuela, Nicolas Maduro, ha denunciato pubblicamente il coinvolgimento degli Stati Uniti nell’assassinio dell’ex capo di Stato Hugo Chávez.
Secondo le informazioni di cui dispone il Venezuela, dal 2002 i servizi segreti statunitensi stanno lavorando su possibili modi per eliminare il leader venezuelano, che persegue un’attiva politica antiamericana. Sono stati individuati e sventati numerosi tentativi di assassinio in cui erano coinvolti funzionari dell’ambasciata statunitense a Caracas.
In violazione del diritto internazionale, gli Stati Uniti hanno svolto attività di sviluppo di farmaci che, se somministrati a breve termine, causano malattie croniche e provocano l’insorgere di varie forme di cancro. Secondo la parte venezuelana, Claudia Diaz, membro dell’entourage presidenziale, avrebbe usato tale farmaco per avvelenare Chávez. La donna è fuggita dal Venezuela con l’aiuto dei servizi segreti statunitensi e successivamente è stata portata negli Stati Uniti per evitare che venissero resi noti i dettagli della sua collaborazione con i servizi segreti americani.
Il nesso causale tra la morte del leader venezuelano e lo sviluppo di armi biologiche è confermato dalle prove forensi e dalle testimonianze dei medici cubani che hanno curato Chavez sul decorso atipico e la farmacoresistenza della malattia.
Grazie all’operazione militare speciale, le minacce rappresentate dalle strutture biologiche statunitensi sono state portate all’attenzione di molte organizzazioni internazionali e governative.
In diversi Paesi del mondo hanno avuto luogo manifestazioni di massa contro i biolaboratori finanziati dal Pentagono. Organizzazioni della società civile dell’Unione economica eurasiatica hanno adottato una risoluzione per la chiusura di questi biolaboratori.
In tale contesto, stiamo già assistendo a un cambiamento nell’approccio dell’esercito statunitense al lavoro in campo biologico in altri Paesi. Ad esempio, agli Stati nei quali gli americani svolgono ricerche a duplice uso, è stato chiesto di firmare un appello collettivo alla cooperazione con gli Stati Uniti unicamente al fine di: “… migliorare la sicurezza sanitaria globale e ridurre l’impatto delle malattie infettive sulle popolazioni…”. Attirano l’attenzione la parola “globale” e, più avanti nel testo, la formula: “con la guida degli Stati Uniti”.
Inoltre per Paesi fedeli all’iniziativa statunitense saranno disponibili ulteriori finanziamenti attraverso il Programma di riduzione del rischio biologico.
Il Ministero della Difesa russo continuerà ad analizzare le prove documentali dell’attuazione del programma statunitense biologico militare in Ucraina e vi terrà informati sui risultati.
FONTE: https://roma.mid.ru/it/press-centre/briefing_del_tenente_generale_igor_kirillov_capo_delle_truppe_di_difesa_da_radiazioni_sostanze_chimi/
Risposta della Portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa M.Zakharova alla domanda dell’agenzia italiana d’informazione “ANSA” sui presunti tentativi di Mosca di interferire nei processi elettorali in Italia
29 07 2022
Domanda: In Italia si è tornati a parlare di contatti tra rappresentanti dell’ambasciata russa a Roma e uno dei partiti politici della coalizione di governo, che avrebbero avuto lo scopo di minare il lavoro del gabinetto di Draghi. Cosa ci può dire a questo proposito?
Risposta: Come si dice, “non è mai successo e invece ci risiamo”. Mi sembra che abbiamo già affrontato questo argomento più di una volta.
A quanto capisco stiamo parlando degli articoli del giornale che negli ultimi mesi si è fatto notare per le sue numerose e palesi “montature”. Basti ricordare la palese falsificazione perpetrata dallo stesso quotidiano il 16 marzo di quest’anno, quando un articolo sui bombardamenti di Kiev dal titolo “La carneficina” era accompagnato da una fotografia delle conseguenze di un attacco missilistico delle forze armate ucraine nel centro di Donetsk. Sulle pagine di questo organo di informazione si è discusso della possibilità e dell’opportunità di rimuovere fisicamente il Presidente della Federazione Russa Putin. È inutile entrare in polemica o commentare in altro modo le falsificazioni di questo giornale che, purtroppo, può già vantare di essere uno dei principali “falsificatori” dello spazio informativo italiano.
È tutto come in una fiaba: più si va avanti, peggio è. Se prima la capacità di cambiare governi a Roma era attribuita all’ambasciatore russo, ora basta un primo segretario ordinario ponendo una domanda all’assistente di uno dei politici italiani. A quanto pare, in futuro le crisi politiche in Italia saranno causate dalla semplice comparsa di un giovane addetto o addirittura di una segretaria con un cognome russo.
Vorrei sottolineare ancora una volta che consideriamo l’Italia uno Stato sovrano che persegue una politica interna ed estera indipendente. Crediamo che l’Italia sia un Paese forte e autonomo, che occupa giustamente un posto straordinario nella storia del mondo e ha un’influenza positiva sulla vita internazionale. Per questo le relazioni tra Russia e Italia sono sempre state caratterizzate da pragmatismo, comprensione e rispetto reciproci.
È quindi strano vedere come la classe politica e i media italiani dimentichino l’autosufficienza e l’orgoglio nazionale e accettino di andare al guinzaglio di attori esterni, anche copiando le pratiche e i modelli peggiori di campagna elettorale e tentano di giocare la “carta russa” propalando il mito trito e ritrito dell’interferenza di Mosca nei processi elettorali.
Le possibilità di accordi di non confronto tra le nazioni risiedono più nell’ingegneria diplomatica di controlli e contrappesi in grado di legare e reprimere i comportamenti violenti dei paesi che nella reale possibilità di eliminare la religione, la geopolitica e il capitalismo.
I recenti avvenimenti riguardanti alcuni discorsi delle autorità internazionali potrebbero aiutare a comprendere le dinamiche sociali più pesanti riguardo alle ragioni della guerra in Ucraina.
In primo luogo, nel marzo 2022, papa Francesco, capo della Chiesa cattolica, ha affermato che la crisi in Ucraina non è stata una “operazione militare”, ma una guerra che ha innescato “morte, distruzione e miseria”, in contrasto con la narrativa di Mosca. Il pontefice ha inoltre chiesto al presidente russo di “fermare la strage”, attribuendo al leader russo la responsabilità della situazione. D’altra parte, alcuni giorni dopo, ha detto il patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirillche «ogni persona dovrebbe avere il diritto di praticare liberamente la propria fede e di parlare la propria lingua madre, senza subire persecuzioni politiche». In realtà, in risposta a Roma, il Patriarca ha fatto riferimento in particolare alla popolazione del Donbas nel sud-est dell’Ucraina, segnalando le violenze del governo ucraino e dei paesi occidentali, dal 2014, contro coloro che hanno legami storici e culturali con la Russia.
Queste controversie tra le autorità religiose di Roma e di Mosca, e le loro diverse forme di comprensione dello stesso evento, indicano divergenze radicate in tempi abbastanza lontani. Al limite, non sarebbe sbagliato collegare queste contese religiose ai tempi del Grande Scisma del 1054 tra le Chiese cattoliche e ortodosse orientali, quando si inaugurò la disputa tra Roma e Costantinopoli per lo status di vero erede della civiltà cristiana. Alcuni secoli dopo, dopo il Grande Scisma, gli scontri presero una strada diversa a causa dell’indipendenza della Chiesa ortodossa russa da Costantinopoli nel 1448 e della fine dell’impero bizantino nel 1453. In altre parole, per capire i diversi approcci in merito i recenti eventi in Ucraina, bisogna guardare con attenzione a come questi eventi dialogano con altri tempi.
In secondo luogo, nel giugno 2022 si è tenuto un altro discorso per comprendere le dinamiche sociali più pesanti di guerra e pace. Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri del Regno Unito, Liz Truss, ha fornito alcune informazioni alla Commissione Affari Esteri del Parlamento del Regno Unito sulla politica estera. In un momento particolare, il parlamentare laburista Chris Bryant l’ha criticata per rendere conto del sostegno e delle collaborazioni tra il Regno Unito e l’Arabia Saudita, da lui descritto come un regime autoritario, responsabile, ad esempio, di 81 esecuzioni in un solo giorno e dell’omicidio di Jamal Khashoggi, giornalista saudita.
Dopo alcuni tentativi di fornire nient’altro che risposte di protocollo e, forse, a causa del suo evidente disagio con le domande, la segretaria Liz Truss ha rivelato i principali obiettivi e la natura geopolitica della politica estera britannica. Nelle sue parole, “Quello su cui mi concentro è assicurarmi che stiamo affrontando le principali minacce per il mondo. La minaccia numero uno con cui abbiamo a che fare in questo momento è la minaccia proveniente dalla Russia. Per farlo, dobbiamo assicurarci di avere fonti di energia alternative. Una delle principali fonti di energia è la regione del Golfo. Non abbiamo a che fare in un mondo perfetto. Abbiamo a che fare in un mondo in cui dobbiamo prendere decisioni difficili. E penso sia giusto costruire quel rapporto commerciale più stretto con gli stati del Golfo”.
Questa affermazione aiuta a svelare le forze geopolitiche che determinano i rapporti tra le grandi potenze, le loro principali proposte e la loro razionalità strategica. Inoltre, Liz Truss ha anche dimostrato una lunga tradizione di politica estera e geopolitica del Regno Unito. Questa tradizione risiede nella politica imperiale britannica del 19° secolo contro la Russia, come nel Grande Gioco d’Asia, ad esempio, i cui elementi Alfred Mackinder utilizzò per elaborare la sua famosa teoria del cuore nel 1904. Secondo lui, la preoccupazione britannica più rilevante dovrebbe essere la regione del cuore, dove, grosso modo, si è formata la Russia. È una fortezza inaccessibile all’assedio del potere marittimo delle potenze insulari o marginali dell’Eurasia, favorendo al tempo stesso l’espansione del potere di qualunque paese arrivi a conquistarla. Perciò,
Infine, nel giugno 2022, nel parlamento spagnolo, un deputato di Barcelona en Comú, il deputato Gerardo Pisarello si è rivolto al vertice della NATO a Madrid. Secondo lui , “Questo vertice è stato organizzato fondamentalmente per rafforzare le priorità geostrategiche degli Stati Uniti, che non riguardano l’Ucraina o l’Europa, ma soprattutto l’indebolimento della Cina. Signori, è per questo che il signor Marshall [gli Stati Uniti] non è venuto a questo vertice con un pacchetto di investimenti sociali e verdi sotto il braccio. Non è venuto con un Green New Deal sotto il braccio. È venuto a venderci, a caro prezzo, il suo gas di scisto inquinante, i suoi cereali OGM [Organismi Geneticamente Modificati] e, soprattutto, le armi della Lockheed Martin e della sua industria bellica. Ed è venuto a dirci che, più che porre fine alla guerra, quello che dobbiamo fare è alimentarla”.
Il discorso del parlamentare spagnolo si è avvicinato a una delle ragioni storiche delle guerre, gli interessi economici. Un comportamento sociale marcatamente aggravato da un sistema dove l’obiettivo principale è l’accumulazione di capitale. Dall’inizio del consolidamento del sistema capitalistico, la guerra ha avuto una regola centrale. Secondo il famoso storico belga Henri Pirenne, il rapporto tra guerra e accumulazione di capitale si manifesta fin dalle Crociate nel contesto del Rinascimento economico europeo del XII secolo. Nelle sue stesse parole, “Così l’unico risultato duraturo ed essenziale delle crociate fu di dare alle città italiane, e in misura minore, a quelle della Provenza e della Catalogna, il dominio del Mediterraneo. Sebbene non siano riusciti a strappare i luoghi santi all’Islam, e sebbene non più di pochi luoghi sulla costa dell’Asia Minore e nelle isole rimasero delle loro prime conquiste, almeno permisero all’Europa occidentale non solo di monopolizzare l’intero commercio dal Bosforo e della Siria allo Stretto di Gibilterra, ma di svilupparvisi un’attività economica e strettamente capitalistica che si sarebbe progressivamente comunicata a tutte le terre a nord delle Alpi”. (1)
Nel complesso, queste tre situazioni sui recenti discorsi internazionali riguardanti, direttamente o indirettamente, la guerra in Ucraina, legati a controversie religiose, rivalità geopolitiche e accumulazione di capitale, evidenziano profonde e antiche dinamiche sociali riguardo alle cause dei conflitti militari.
Era qualcosa di magnificamente e sublimemente denunciato da John Lennon circa cinquant’anni fa. Più precisamente, il 9 settembre 1971, John Lennon e sua moglie Yoko Ono regalarono al mondo una canzone straordinaria, Imagine, che è diventata l’inno della pace e una delle canzoni più famose della storia. Diversi artisti lo hanno registrato. Si potrebbe ricordare l’esibizione di Gilberto Gil, cantando Immagina come una preghiera, avvenuta il 9 settembre 2003, nella Sala dell’Assemblea Generale, presso la sede delle Nazioni Unite, per onorare la memoria di coloro che avevano perso la vita nell’attacco alle Nazioni Unite composto a Baghdad, Iraq, il 19 agosto 2003. (2)
La morbida melodia della canzone contrasta nettamente con i suoi testi forti. Lo stesso Lennon credeva che la melodia regolare avesse favorito l’accettazione pubblica del messaggio della canzone. Nonostante abbia affrontato la questione della pace come mondo senza guerre, un valore ampiamente condiviso dalla gente comune, Lenon ha evitato la visione generale che definisce la pace come qualcosa che si spiega di per sé, tautologicamente, come un valore in sé. I testi di Lennon, in modo preciso, oltre alla bella melodia, si avvicinano al sogno della pace dalle ragioni della guerra. In questa canzone si potrebbe dire che Lennon ha analizzato la guerra e le sue cause più che pensare alla pace stessa.
Infatti, in tre paragrafi, ha invitato tutti a sognare un mondo: dove non c’erano il paradiso e l’inferno, tutte le persone che vivono nel presente e non si preoccupano di alcun tipo di salvezza futura, cioè un mondo senza religione; dove non c’erano paesi, come diceva lui, niente da uccidere o motivo di morte, società senza nazionalismo e geopolitica; e, terzo, dove non c’erano possedimenti, avidità o fame, al contrario persone che condividevano il mondo, un luogo senza accumulazione di capitale e ricchezza. In breve, il mondo sognato da Lennon era un’umanità senza religioni, nazioni e anche capitalismo.
Così, Lennon ha utilizzato il sogno della pace, un valore condiviso da gran parte dell’umanità, per denunciare le ragioni della guerra: religione, geopolitica e capitalismo. Questioni ancora presenti ai giorni nostri, racchiuse in alcuni discorsi sulla guerra in Ucraina.
Così preciso e brillante nell’individuare le cause della guerra, Lennon finì per evidenziare dinamiche sociali profonde e di straordinario peso se considerate nel quadro temporale della storia del sistema internazionale.
Di certo, Lennon non sarebbe d’accordo con l’idea che, forse, ha rivelato alla gente comune quanto sia difficile (per non dire impossibile) realizzare il sogno della pace, la conquista di un mondo senza guerre. Forse, come scritto da alcuni autori scettici, l’aspetto più imbarazzante dell’attuale sistema internazionale è che ci si rende conto della complessità di porre fine alla pressione sociale che spinge le nazioni alla guerra. In questo mondo, le possibilità di accordi di non confronto tra le nazioni risiedono più nell’ingegneria diplomatica di controlli e contrappesi in grado di legare e reprimere i comportamenti violenti dei paesi che nella reale possibilità di eliminare la religione, la geopolitica e il capitalismo.
Mauricio Metri – Professore Associato presso l’Istituto di Relazioni Internazionali e Difesa dell’Università Federale di Rio de Janeiro (UFRJ), Brasile, e al Graduate Program in International Political Economy (UFRJ).
FONTE: https://www.strategic-culture.org/news/2022/08/06/deep-causes-war-ukraine-world-as-imagined-by-lennon-about-fifty-years-ago/
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Il giudice che ha firmato il mandato di ricerca Mar-A-Lago è stato esposto come associato di Jeffrey Epstein
Di BlueApps
Se ci fossero dubbi sul fatto che il raid dell’FBI sulla residenza di Donald Trump a Mar-A-Lago fosse pieno di corruzione, i dettagli del mandato di perquisizione che lo autorizzano dovrebbero chiarire ogni dubbio. Sebbene le informazioni siano scarse dato che il mandato rimane sotto sigillo, un’informazione che non può essere mantenuta confidenziale getta nuova luce sui motivi dietro il raid.
Il giudice che ha firmato il mandato di perquisizione è stato Bruce E. Reinhart , giudice magistrato degli Stati Uniti per il distretto meridionale della Florida. Prima di assumere la sua carica di giudice federale, Reinhart era un avvocato che rappresentava i soci di Jeffrey Epstein implicati nella sua cospirazione sulla tratta di esseri umani, vale a dire; Sarah Kellen e Nadia Marcinkova.
Kellen ha lavorato per Epstein come suo pianificatore per anni ed è stato citato in una testimonianza di deposizione resa durante il caso di diffamazione tra Virginia Guiffre e Ghislaine Maxwell. Marcinkova era un membro più importante dell’entourage di Epstein mentre prestava servizio come uno dei piloti del suo famigerato aereo soprannominato “The Lolita Express”.
Reinhart ha assunto il ruolo di avvocato di Kellen e Marcinkova una volta che ha creato una società di difesa penale dopo aver rassegnato le dimissioni dal suo incarico di procuratore senior nel distretto meridionale della Florida mentre stava negoziando un accordo di non azione penale per Epstein. Reinhart avrebbe ufficialmente iniziato la sua rappresentanza legale dei complici di Epstein pochi giorni dopo aver lasciato la sua posizione di procuratore senior all’interno del distretto.
Magistrato federale Bruce E. Reinhart
Mentre l’associazione di Reinhart con Epstein non era riemersa fino a quando la sua non era stata ricacciata sotto i riflettori come il magistrato federale che aveva autorizzato il mandato di perquisizione per il raid di Mar-A-Lago , è stata oggetto di notevoli controversie sulla scia delle sue dimissioni nel 2007 Nel 2013, i procuratori degli Stati Uniti affermano che “mentre Bruce E. Reinhart era un assistente procuratore degli Stati Uniti, ha appreso informazioni riservate e non pubbliche sulla questione Epstein”.” in risposta alle sue affermazioni contro qualsiasi scorrettezza. Il rifiuto di Reinhart di qualsiasi accusa da parte sua è stato fatto in una dichiarazione giurata del 2011 come parte di una causa civile intentata da due delle vittime di Epstein nel 2008 che ha nominato l’ex segretario del lavoro Alexander Acosta insieme ad altri due pubblici ministeri federali, uno dei quali era Reinhart.
La rappresentazione di Marcinkova da parte di Reinhart trasmette al meglio i suoi legami con l’impresa di traffico di esseri umani che Epstein e la sua rete hanno assemblato. Marcinkova è attualmente il fondatore e CEO di Aviloop. Il sito web della società afferma che sfrutta l’esperienza di Marcinkova come pilota per l’attenzione della società di consulenza sulle società con sede nel settore dell’aviazione. Tra i servizi offerti sono elencati il marketing, i servizi di social media e la gestione degli eventi. Come è una missione esplicita di “aiutare i datori di lavoro a diversificare i loro equipaggi”.
Sebbene il sito Web di Aviloop sia piuttosto innocuo, a parte il fatto che è gestito da un associato di Jeffrey Epstein, il suo canale YouTube ritrae un’immagine diversa. Il canale YouTube è scarso, contiene solo 4 video, ognuno dei quali è stato pubblicato 8 anni fa dalla data di questo articolo e ha solo 34 iscritti. Eppure, il contenuto dei video è sospetto anche con il basso volume messo a disposizione. Ogni video è un breve monologo di circa 40 secondi di una giovane donna vestita con un abito suggestivo a tema pilota. Le loro voci sensuali tentano di invogliare potenziali clienti a sottoscrivere un abbonamento ad Aviloop sia che stiano cercando offerte su corsi di addestramento per piloti, servizi di aviazione o semplicemente vogliano “vedere più ragazze come me”. Stranamente, gli abbonamenti ad Aviloop sono completamente gratuiti secondo il video promozionale.
Nessuna informazione di contatto diretto per Aviloop è divulgata sul sito Web della società. Tuttavia, il sito web della società sorella di Aviloop, Aviatri , ha elencato un numero di telefono. Tuttavia, dopo che questo è stato portato alla luce in un mio rapporto investigativo di cui Marcinkova e Mark Esptein sono venuti a conoscenza, il numero di telefono è stato rimosso dal sito.
In pochi giorni il sito di Aviatri è stato indicato come “in costruzione”, anche se un semplice reindirizzamento all’URL della sua homepage ha mostrato che era ancora operativo. Quando questo è stato portato all’attenzione di Marcinkova da me, ha rimosso completamente il sito, lasciando solo la sua pagina segnaposto al suo posto. L’indirizzo fisico menzionato sul sito web di Aviloop apparteneva a un edificio gestito da Ossa Properties, una società di gestione immobiliare di proprietà del fratello di Jeffrey, Mark Epstein
La segreteria telefonica automatizzata per Aviatri afferma che i chiamanti hanno raggiunto effettivamente raggiunto Aviloop. Delineare tra le 2 attività è difficile in quanto Aviatri non sembra essere incorporata nella Divisione delle corporazioni del Dipartimento di Stato di New York come lo è Aviloop. Aviatri estende la missione di Aviloop alle aspiranti pilota donne direttamente fungendo da agenzia di reclutamento per loro. Il sito web dell’agenzia afferma che offre corsi online, addestramento al volo e finanziamenti alle aspiranti pilota.
L’altra attività di Marcinkova, Global Girl, LLC, ha avuto la sua incorporazione con la Divisione delle corporazioni del Dipartimento di Stato di New York nel 2005, anni prima della fondazione di Aviloop in un momento in cui Marcinkova era nel mezzo della sua associazione con Epstein. A differenza di Aviloop, Global Girl non sembra gestire attualmente un sito web. Anche i suoi canali social sono stati tutti disattivati. Un vago riferimento a Global Girl è menzionato sul sito web personale di Marcinkova prima di elencarsi come pilota, modella e CEO di Aviloop. Pertanto, non è chiaro se la società sia ancora operativa o anche quali siano le basi delle sue operazioni. Il deposito dell’entità commerciale presso il Dipartimento di Stato di New York è stato inviato a Adam B. Kaufman & Associates, PPLC a 585 Stewart Avenue a Garden City, NY. Kaufman &
Ciò che si sa di Marcinkova è quanto fosse profondamente invischiata con Jeffrey Epstein, Ghislaine Maxwell e i crimini che hanno commesso. Di conseguenza, Reinhart era probabilmente ben consapevole di quei crimini data la sua rappresentazione di Marcinkova e Kellen oltre alla sua posizione di procuratore federale nel distretto che ha offerto a Epstein un accordo di non azione penale. Sebbene la sua decisione di lasciare l’ufficio avrebbe potuto essere interpretata come un rifiuto della sua decisione di nascondere i crimini di Epstein sotto il tappeto, la sua posizione di avvocato di Marcinkova mostra che probabilmente era più interessato a massimizzare il suo vantaggio nel commettere la copertura.
Se l’associazione di Reinhart con artisti del calibro di Marcinkova e Kellen rivela qualcosa, è che le macchinazioni interne della rete di traffico di esseri umani di Jeffrey Epstein sopravvivono, anche se lui non lo fa. Le permutazioni dell’isolamento di coloro che erano coinvolti con Epstein hanno portato le stesse persone che hanno permesso, se non hanno partecipato direttamente ai suoi crimini, essere ricompensate per i loro sforzi essendo collocate ai livelli più alti del governo federale. L’esposizione di questo fatto dovrebbe scuotere quelle istituzioni fino al midollo. Questa è una realtà scoraggiante che coloro che sarebbero stati portati giù con la nave conoscono fin troppo bene. La semplice premessa di quel futuro inquietante è sufficiente per spiegare perché il distretto meridionale della Florida è stato rimossotutte le informazioni di contatto per Reinhart interamente dal suo sito Web, un atto che funge da tacita ammissione della palese corruzione dietro il mandato di perquisizione che ha firmato.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/il-giudice-che-ha-firmato-il-mandato-di-ricerca-mar-a-lago-e-stato-esposto-come-associato-di-jeffrey-epstein/
DIRITTI UMANI
Il diritto di difesa nelle dispute internazionali. A chi rivolgersi?
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Tribunali internazionali quasi inutili
Quando George W. Bush decise, nel 2003, di attaccare l’Iraq, scrisse al Consiglio di Sicurezza ONU tentando di giustificare il suo operato con l’articolo 51 dello Statuto dell’ONU (1). Così fece il Presidente Erdogan quando, ottobre 2019, attaccò la Siria. Lo stesso fece la Russia quando attaccò l’Ucraina. Bush ed Erdogan la fecero franca, la Russia venne punita con sanzioni. Nel contesto della guerra russo/ucraina, i ‘non-giuristi’ parlano spesso di deferire la Russia a un tribunale mondiale. È facile a dirsi, difficile da mettere in pratica. Le alternative sono due: la International Court of Justice (ICJ), organo dell’ONU con sede a L’Aia in Olanda, oppure la International Criminal Court (ICC), un tribunale ad hoc (come furono quelli per la Jugoslavia e il Rwanda).
La ICJ non ha avuto vita facile negli Stati Uniti d’America (2). Ad esempio, il Nicaragua vinse la sua causa in ICJ contro gli Stati Uniti ma questi si rifiutarono di onorare il giudicato anche se, in quanto Membro, erano obbligati a conformarsi (articolo 94 Statuto). Il Nicaragua si rivolse diverse volte al Consiglio di sicurezza per farsi autorizzare l’esecutorietà, con il risultato che ogni tentativo venne bloccato con il veto degli USA. Il Nicaragua chiese infine all’Assemblea Generale dell’ONU di imporre agli USA di soddisfare il giudicato (alla prima interrogazione votarono contro USA, Israele ed El Salvador, alla seconda USA e Israele). La delibera dell’Assemblea Generale non ha valore coercitivo. Stanchi del disturbo, gli USA fecero in modo di sostituire al Presidente nicaraguegno Daniel Ortega la Signora Violeta Chamorro, contraria ai sandinisti e amica degli USA. Rimase in carica quanto necessario per rinunciare ai diritti del Nicaragua nei confronti degli Stati Uniti d’America. In febbraio 2022, l’Ucraina inoltrò ricorso alla ICJ la quale emise provvedimenti interlocutori in favore dell’Ucraina. Tutto si fermerà in un nulla di fatto perché non è pensabile che in Consiglio di sicurezza la Russia non interponga il suo veto alla dichiarazione di esecutorietà.
La ICC, creata nel 1998 con lo Statuto di Roma e operativa dal 2002 venne subito discreditata dall’ex-presidente George W. Bush il quale fece emanare dall’America una legge interna, l’American Service-Members Protection Act of 2002 con la quale proibì alla Corte di catturare e processare americani (e alleati), e minacciò di distruggere con impiego della forza militare la sede della Corte in Olanda se avesse disobbedito al suo ordine (The President is authorized to use all means . . . to bring about the release of any person . . . who is detained or imprisoned . . . by the International Criminal Court). Leggi interne di uno Stato non hanno autorità extraterritoriale, ma l’intimidazione di Bush ebbe l’effetto di terrorizzare la pavida ICC, che si è guardata dal catturare e processare criminali di guerra americani. L’Olanda non reagì con determinazione alla minaccia di violazione della sua sovranità. Usciti gli USA dal Trattato, ne uscì anche la Russia.
La ICC ha aperto un’indagine sulla guerra in Ucraina. Esaminerà probabilmente il comportamento dei belligeranti su un esteso periodo di tempo, sottoporrà a scrutinio le eventuali violazioni dell’una e dell’altra parte degli usi e costumi di guerra (articolo 51, Protocollo I 1977 aggiunto alla Convenzione di Ginevra del 1949, ratificato da Russia e Ucraina) incluse le recenti segnalazioni di Amnesty International. La Russia potrebbe emanare una legge speculare a quella di Bush che renderebbe inutile qualsiasi tentativo operativo della Corte. Se mai la ICC catturasse e processasse un cittadino russo, ci sarebbe da aspettarsi che, non i missili americani ma quelli russi verrebbero lanciati contro la sede della Corte all’Aia: se lo può fare l’America, perché non dovrebbe la Russia, o l’Ucraina, seppure meno potente? Per non correre rischi, la ICC continuerà probabilmente a catturare e giudicare criminali africani, come ha sempre fatto. Sarebbe difficile istituire un tribunale ad hoc, legalmente riconosciuto, contro la Russia.
Nicola Walter Palmieri
NOTE
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Immanuel Kant scrisse che, nella condizione naturale degli Stati, la guerra è il modo permesso a uno Stato che si ritiene leso dalle azioni di un altro Stato di perseguire, con potenza armata, i propri diritti, e che il diritto alla guerra si fonda non solo sulla prima aggressione ma anche sulla minaccia costituita dall’allestimento di armamenti (ius praeventionis) e sulla paurosamente incrementale crescita di potere dell’altro Stato (potentia tremenda). Il concetto trovò ingresso nello Statuto delle Nazioni Unite con l’articolo 51: “nessuna disposizione del presente Statuto pregiudica il diritto naturale di autotutela individuale o collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite”.
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Gli USA affermano: realismo (l’autorità coercitiva risiede negli Stati) opposto a istituzionalismo (prevalenza delle decisioni della Corte nelle relazioni fra Stati); eccezionalismo (pretesa dell’America a trattamento differente da tutti gli altri Stati in considerazione della sua pre-eminenza militare ed economica); e difficoltà a includere il diritto internazionale nel proprio sistema e concedere supremazia al diritto internazionale. Burton Yale Pines, vice-presidente della Heritage Foundation, disse: “the World Court is a hollow and rather useless institution” (la ICJ è istituzione vuota e inutile). Non era lontano dal vero.
FONTE: https://www.civica.one/il-diritto-di-difesa-nelle-dispute-internazionali-a-chi-rivolgersi/
LA LINGUA SALVATA
Scatologia
sca-to-lo-gì-a
SIGNIFICATO Discorso riguardo agli escrementi; trattazione triviale, di intento comico, specie riguardo agli escrementi
ETIMOLOGIA dal francese scatologie, composto dagli elementi greci skôr (skatós al genitivo) ‘merda, escrementi’, e -logia ‘discorso’.
«Si produsse in una scatologia che divertì i compagni e lasciò interdetta la professoressa.»
Che gioiello: una parola altissima per significare il bassissimo.
Peraltro un bassissimo quasi caricaturale, quello che ci viene in mente quando pensiamo al bassissimo più farsesco: la scatologia è il discorso scherzoso e triviale che riguarda la cacca.
In effetti il suo nome, se prendiamo gli stretti elementi greci che lo compongono, predica solo un discorso che coinvolge gli escrementi — ma da questo nucleo si allarga. Nel suo bacino c’è perfino una diramazione scientifica di studio biochimico e batteriologico delle feci, ma l’alveo principale è quello del discorso o anche dell’opera che ha delle intenzioni comiche e le persegue giocando su questo peculiare versante; non si stringe fiscalmente sulla cacca ma l’accompagna alla più vasta galassia dell’osceno, del laido, del lordo — teniamo pure la sfocatura del basso.
Possiamo parlare delle amene scatologie che i bambini tirano fuori con nonchalance a tavola, di un brano che nella pura scatologia riesce a trovare inattesi spazi di pensiero, della piega scatologica che prende una barzelletta, o di qualche problema di controllo della scatologia che certe persone mostrano in pubblico.
Già che si possa usare una parola così pulita e ricercata per indicare qualcosa di così sporco e a buon mercato è straordinario: riesce a modificare l’oggetto greve di un’osservazione in modo che sia nominabile senza essere sconveniente (se è una situazione in cui una parola alta non è essa stessa sconveniente). Non lo esilia dal discorso, non lo copre con eufemismi, lo accoglie in panni diversi, che non tolgono un bottone alla sua sostanza. Dopotutto non è solo fatta di greco: è fatta di greco in francese, che ci presta a fine Ottocento il suo scatologie. Una formazione e un passaggio che garantiscono un’accettabilità totale. Ma c’è una coincidenza dissonante che vi echeggia dentro e ne aumenta la scherzosità.
È letteralmente a una lettera di distanza dall’escatologia, ossia l’indagine sui destini ultimi dell’essere umano e dell’universo (dal greco éskata ‘cose estreme’, probabilmente derivato dalla radice di ‘ek-’ fuori). Non c’è niente di concettualmente così tanto distante, no? Forse, o forse no.
Tu dirai «L’è la Natura,
perché nulla si disperda»,
ma una cosa l’è sicura,
che finisce tutto in mer-a fatale illusion.
Riccardo Marasco, ritornello di ‘Vassallo, cavallo, gallo’
Parola pubblicata il 10 Agosto 2022
FONTE: https://unaparolaalgiorno.it/significato/scatologia
La graduale scomparsa dei tempi verbali
Ontologismi – 3 08 2022
PANORAMA INTERNAZIONALE
DeSantis ingiuria: “agenzie federali armate” per raid su Mar-A-Lago di Trump
Aggiornamento (2053ET): il governatore della Florida Ron DeSantis (R) è uscito con una risposta veemente al raid dell’FBI lunedì sulla residenza dell’ex presidente Donald Trump a Mar-a-Lago, secondo quanto riferito in connessione con i materiali che Trump ha portato con sé dopo aver lasciato l’incarico.
” Il raid del MAL è un’altra escalation nell’armamento delle agenzie federali contro gli oppositori politici del regime , mentre persone come Hunter Biden vengono trattate con i guanti”, ha detto DeSantis. “Ora il Regime sta ottenendo altri 87.000 agenti dell’IRS da impugnare contro i suoi avversari? Banana Republic.”
I sostenitori di Trump hanno iniziato a radunarsi fuori Mar-a-Lago .
* * *
Poco fa, Donald Trump – ancora bannato da Twitter – ha pubblicato una dichiarazione su Truth Social in cui affermava che la sua casa in Florida, Mar A Lago, è ” attualmente sotto assedio, perquisita e occupata da un folto gruppo di agenti dell’FBI “, un’aggressione che secondo Trump “potrebbe aver luogo solo in paesi del Terzo Mondo distrutti”. Probabilmente ha ragione. Sostiene inoltre che la presenza della Fed non è stata annunciata e il motivo era politicamente motivato.
La sua dichiarazione completa pubblicata sul suo account Truth Social è di seguito:
Dichiarazione di Donald J. Trump, 45° presidente del
Stati Uniti d’America
Questi sono tempi bui per la nostra nazione, poiché la mia bella casa, Mar-A-Lago a Palm Beach, in Florida, è attualmente sotto assedio, perquisita e occupata da un folto gruppo di agenti dell’FBI. Non era mai successo niente di simile a un presidente degli Stati Uniti prima d’ora. Dopo aver lavorato e collaborato con le agenzie governative competenti, questa incursione senza preavviso nella mia casa non era necessaria o appropriata. È una cattiva condotta dell’accusa, l’armamento del sistema giudiziario e un attacco dei Democratici di sinistra radicale che disperatamente non vogliono che mi candidi alla presidenza nel 2024, soprattutto sulla base dei recenti sondaggi, e che allo stesso modo faranno di tutto per fermare repubblicani e conservatori alle prossime elezioni di medio termine. Un simile assalto potrebbe aver luogo solo in paesi del Terzo Mondo distrutti. Purtroppo, l’America è ora diventata uno di quei Paesi, corrotto a un livello mai visto prima. Hanno anche fatto irruzione nella mia cassaforte! Qual è la differenza tra questo e il Watergate, dove gli agenti hanno fatto irruzione nel Comitato Nazionale Democratico? Qui, al contrario, i Democratici hanno fatto irruzione nella casa del 45° Presidente degli Stati Uniti.
La persecuzione politica del presidente Donald J. Trump va avanti da anni, con la Russia, la Russia, la truffa russa, la truffa dell’impeachment n. 1, la bufala dell’impeachment n. 2 e molto altro ancora completamente sfatati, non finisce mai. È un obiettivo politico al più alto livello!
Hillary Clinton è stata autorizzata a cancellare e lavare con acido 33.000 e-mail DOPO che erano state citate in giudizio dal Congresso. Non è successo assolutamente nulla per ritenerla responsabile. Ha persino preso mobili antichi e altri oggetti dalla Casa Bianca.
Ho resistito alla corruzione burocratica americana, ho ripristinato il potere al popolo e ho veramente consegnato per il nostro Paese, come non abbiamo mai visto prima. L’establishment lo odiava. Ora, mentre guardano i miei candidati approvati vincere grandi vittorie e vedono il mio dominio in tutti i sondaggi, stanno cercando di fermare me e il Partito Repubblicano, ancora una volta. L’illegalità, la persecuzione politica e la caccia alle streghe devono essere smascherate e fermate.
Continuerò a combattere per il Grande Popolo Americano!
I giornalisti locali hanno confermato il raid, dicendo che l’FBI ha eseguito un mandato di perquisizione a Mar-a-Lago. “Se ne sono appena andati”, anche se non è chiaro di cosa trattasse la ricerca.
I social media erano prevedibilmente pieni di reazioni istintive.
Secondo il New York Times :
La ricerca, secondo due persone che hanno familiarità con l’indagine, sembrava essere incentrata sul materiale che Trump aveva portato con sé a Mar-a-Lago, il suo club privato e residenza, dopo aver lasciato la Casa Bianca. Quelle scatole contenevano molte pagine di documenti riservati, secondo una persona che conosceva il loro contenuto.
Il signor Trump ha ritardato per molti mesi la restituzione di 15 scatole di materiale richieste dai funzionari degli archivi nazionali, solo quando è iniziata la minaccia di un’azione per recuperarle.
Come nota Techno Fog , la politica della ricerca non può essere ignorata. Se si deve credere al New York Times, il presunto crimine di Trump – il ritardo nella restituzione dei materiali – avrebbe potuto essere risolto in un altro modo, non prevedendo l’irruzione nella sua casa e la rottura di una cassaforte personale. Senza dubbio la ricerca è un’escalation da parte di un regime disperato di fronte ai propri fallimenti in patria e all’estero.
Questo non significa necessariamente che non ci fosse un altro motivo per la ricerca. Potrebbe avere a che fare con l’indagine del Dipartimento di Giustizia in corso il 6 gennaio (sebbene, data la politicizzazione del Dipartimento di Giustizia di Biden, questa non è una garanzia)? Forse no, ma potrebbe essere troppo presto per dirlo. La scorsa settimana è stato riferito che un gran giurì federale che indagava il 6 gennaio aveva emesso citazioni in giudizio al Trump White House Counsel, Pat Cipollone, e al suo principale vice, Patrick Philbin.
Secondo l’autore, è possibile che la tabella di marcia per il DOJ provenga dal Comitato del 6 gennaio, “che ha versato la sottile pappa di presunte accuse penali contro Trump, sostenendo che lui e altri, incluso l’avvocato John Eastman, potrebbero essere accusati di “:
- Ostruzione di un procedimento ufficiale (18 USC 1512(c)(2)); e
- Cospirazione per frodare gli Stati Uniti (18 USC 371).
Ciascuno di questi conteggi, così come l’inseguimento da parte del Dipartimento di Giustizia di Trump e dei suoi avvocati e consulenti, equivale alla criminalizzazione della politica o, come afferma Technofog, “argomenti di legge che potrebbero fallire nei tribunali sono ora reati perseguibili. Tentativi di ritardare un conteggio dei voti basato su interpretazioni della legge nuove, e non corrotte, può metterti in prigione. Le questioni relative al conteggio dei risultati statali o se il vicepresidente può rifiutarsi di contare i voti elettorali è una questione da decidere in sede civile o politica processo, non attraverso accuse mosse da oppositori vendicativi”.
Nel frattempo, stiamo ancora aspettando un commento ufficiale:
La NATO vuole sconfiggere la Russia ma non vuole una guerra su vasta scala
5 08 2022
I governanti d’élite occidentali ei loro tirapiedi stanno alimentando una guerra contro la Russia che sta mettendo in pericolo l’intero pianeta.
Il capo della NATO Jens Stoltenberg questa settimana ha rivelato la cinica criminalità dell’asse militare guidato dagli Stati Uniti. Sembrando virtuoso, il blocco NATO ha inavvertitamente ammesso di mettere in pericolo deliberatamente la pace mondiale.
Parlando nella sua nativa Norvegia, il segretario generale della NATO ha affermato che l’alleanza militare si è impegnata a sostenere il regime di Kiev per sconfiggere la Russia. Stoltenberg ha anche affermato che il blocco guidato dagli Stati Uniti voleva impedire lo scoppio di una guerra su vasta scala. Questo è delirante doppio pensiero. Riempiendo di armi l’Ucraina, la NATO sta intensificando la guerra in Ucraina e assicurando che il conflitto sfugga al controllo in una guerra su vasta scala tra potenze nucleari.
Proprio questa settimana, gli Stati Uniti hanno annunciato ulteriori 550 milioni di dollari in aiuti militari al regime di Kiev. Ciò porta il supporto militare totale dell’amministrazione Biden finora a quasi 9 miliardi di dollari. Oltre agli Stati Uniti, anche altri stati della NATO hanno incanalato armi sempre più avanzate al regime di Kiev. Come Stoltenberg ammette apertamente, l’obiettivo è sconfiggere la Russia. Politica e diplomazia sono lettere morte. Questa è guerra.
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, in particolare, stanno dirigendo la potenza di fuoco delle forze ucraine contro le truppe russe ei civili russi nella regione del Donbass. In una sinistra eco della storia, la Germania sta assumendo un ruolo di primo piano nel fornire alla milizia nazista ucraina sistemi di artiglieria offensiva. La guerra per procura contro la Russia sta emergendo sempre più come un confronto diretto tra l’asse NATO guidato dagli Stati Uniti e la Federazione Russa.
Stoltenberg lamenta che il conflitto in Ucraina sia la situazione più pericolosa in Europa dalla seconda guerra mondiale. I leader occidentali incolpano la Russia per l’invasione dell’Ucraina e la conseguente insicurezza globale. Il loro presunto lamento è cinico e pieno di inganni. L’asse guidato dagli Stati Uniti ha creato la scatola esca dal colpo di stato a Kiev nel 2014, quando hanno introdotto al potere un rabbioso regime fascista anti-russo. L’alleanza transatlantica ha costruito una macchina da guerra in Ucraina negli ultimi otto anni allo scopo di destabilizzare la Russia. L’invasione dell’Ucraina a febbraio da parte della Russia è stata il culmine della coercizione, una mossa resa necessaria dal regime sempre più minaccioso al confine con la Russia.
Doppio pensiero, illusione e inganno sono i tratti distintivi delle dichiarazioni di Washington e dei suoi portavoce della NATO come Stoltenberg. Questo è palesemente evidente per quanto riguarda altri sviluppi.
Questa settimana il mondo è arrivato sull’orlo della guerra tra Stati Uniti e Cina per Taiwan. Washington e gli alleati europei condannano la Cina per aver reagito in modo eccessivo a una visita nel territorio cinese dell’anziano politico statunitense Nancy Pelosi. Gli Stati Uniti fingono che la visita sia stata “normale” e non una provocazione. Eppure Washington ha inesorabilmente violato la sovranità cinese armando Taiwan con missili e altre armi avanzate. Poi, quando la Cina risponde alla crescente minaccia alle sue porte, gli Stati Uniti e i media occidentali denigrano il “tintinnio della sciabola” cinese.
Gli Stati Uniti e i suoi tirapiedi della NATO stanno spingendo disperatamente Russia e Cina allo scontro. L’Ucraina e Taiwan non sono che due campi di battaglia in una più ampia guerra geopolitica per il dominio globale degli Stati Uniti. L’impero de facto americano si basa sul mantenimento del militarismo e delle tensioni di tipo bellico. L’emergere di un mondo multipolare in cui gli Stati Uniti non sono più la presunta potenza suprema è un anatema per Washington e i suoi lacchè della NATO. Il declino del potere imperiale statunitense in linea con la sua economia capitalista in fallimento è il motore dell’ascesa di un militarismo sconsiderato nei confronti di Russia e Cina.
Il cosiddetto “ordine basato sulle regole” non è che un eufemismo per l’egemonia imperiale statunitense. Tagliare la Russia fuori dall’Europa e dal suo commercio di energia con il continente fa parte di quel gioco geopolitico. Controllare la Cina come se fosse una colonia come ai tempi delle Guerre dell’Oppio è un’altra parte di quel gioco sporco. Il dominio sull’Eurasia è l’obiettivo che i pianificatori imperiali occidentali hanno cercato a lungo. Il percorso verso quel grande obiettivo passa attraverso il conflitto e la conquista. La conquista non avverrà perché Russia e Cina sono troppo potenti per essere ribaltate come auspicato dall’imperialismo occidentale guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, il conflitto sta accadendo perché la potenza imperiale statunitense non conosce altro modo di essere.
Jens Stoltenberg, che presto assumerà un nuovo lucrativo lavoro come capo della banca centrale norvegese, non è una persona. Ma la sua ammissione questa settimana è significativa per la criminalità dell’asse guidato dagli Stati Uniti. Sconfiggere la Russia in Ucraina è un’agenda criminale sconsiderata che fa parte di un più ampio gioco di potere globale che coinvolge anche la Cina.
Inondare l’Ucraina con armi sempre più offensive assicura che il rabbioso regime di Kiev continui a fare la guerra ed eviti qualsiasi tipo di accordo politico con Mosca. Perché, come dice Stoltenberg, si tratta di soggiogare la Russia. I governanti d’élite occidentali ei loro tirapiedi stanno alimentando una guerra contro la Russia che sta mettendo in pericolo l’intero pianeta. Eppure questi criminali in alte cariche hanno l’audacia di dire al mondo che stanno cercando di prevenire una guerra su vasta scala.
FONTE: https://www.strategic-culture.org/news/2022/08/05/so-nato-wants-defeat-russia-but-doesnt-want-full-scale-war/
POLITICA
Giorgio Bianchi, lo sfogo contro chi critica la mancata unione di tutti i movimenti che si oppongono al regime + Export di armamenti, l’Italia dei record
SULLA MANCATA UNIONE DELLE OPPOSIZIONI
di Giorgio Bianchi da Facebook, 2 agosto 2022
Pur non avendo mai fatto parte di alcun partito politico (sono candidato in Italia Sovrana e Popolare come indipendente), sono oramai settimane che ho la casella di posta intasata di appelli all’unione delle forze antisistema.
Chi mi segue da tempo sa perfettamente che non ho mai fatto mancare il mio impegno a chiunque mi abbia chiesto di supportare con la mia presenza le sue iniziative. Non ho mai fatto pubblicamente fuoco amico (anche se come tutti ho le mie idee in merito ad alcune realtà dell’opposizione) e ho sempre cercato di dialogare con tutti alla ricerca di possibili punti in comune tra le parti.
Quando mi è stato chiesto di candidarmi con ISP ho inizialmente declinato l’offerta e questo lo possono testimoniare tutti i leader della coalizione.
Ho rifiutato per ben due volte.
Alla terza chiamata ho accettato.
Quindi mi sono UNITO.
Oggi mi si chiede come mai altri non si siano uniti. Ecco, bisognerebbe chiederlo a chi ha scelto di correre da solo. Io la mia parte l’ho già fatta, di più non posso.
Non è tutto.
Molti mi scrivono: “meno male che Paragone è fuori altrimenti non vi avrei sostenuto”. Altri ancora dicono “peccato non ci sia Paragone”.
“E la Cunial?”
“Meno male che avete tenuto fuori la Cunial”.
Ecco, quello che non si dice, è che la presunta volontà di vedere le forze antisistema unite, nei fatti non sussiste. È un’ennesima narrazione per spingere verso l’astensionismo.
Perché accanto ai tanti che auspicavano un fronte unito, ce ne sono altrettanti che disprezzano alcune formazioni e che di fronte ad un’accozzaglia ritenuta disomogenea, con all’interno formazioni ritenute improponibili, di sicuro non sarebbero andati a votare.
In realtà il bacino del dissenso è talmente ampio che ci sarebbe spazio per far entrare in Parlamento tutte le forze antisistema.
Basterebbe firmare per loro e poi votarle.
Alla fine non cambierebbe nulla.
Se veramente si tratta di forze dell’opposizione, sarà per loro naturale in futuro fare muro contro i partiti della NATO, ciascuna con la propria forza e la propria sensibilità politica. Se viceversa alcune di loro, su alcuni temi, si schierenanno con il futuro governo, allora sarà stata giusta la scelta di concorrere separatamente.
Il vero problema è l’astensionismo non la frammentazione. Anzi, a dir la verità, l’astensionismo si sta configurando come un alibi, legittimo per carità, per non esporsi a nuove delusioni modello 5Stelle.
Ecco, un buon motivo per non votare è questo, non la presunta frammentarietà.
Per qualsiasi informazione riguardo al progetto “Italia Sovrana e Popolare”, non esitate a contattare il nostro coordinatore nella Vostra regione.
https://www.ancoraitalia.it/organ…/coordinatori-regionali/
FONTE:
SCIENZE TECNOLOGIE
STORIA
E’ la storia, bellezza…
Storia & Matematica: il 25 aprile e i conti che non possono tornare
Nell’immediato dopoguerra ci fu la caccia al “diploma di partigiano”: lo richiesero in 650 mila, lo ottennero in 137.344. Questa cifra – comprensiva oltretutto delle varie anime della Resistenza – è la base per capire come la festa del 25 aprile non abbia mai attecchito in un paese di oltre 40 milioni di abitanti dove, comunque la si voglia pensare, dall’altra parte si schierò un numero decisamente maggiore di italiani. Ai quali non si è mai offerto nulla se non una “resa senza condizioni” ad una “vulgata storica” fragile e faziosa, anche a distanza di decenni
(articolo pubblicato su Storia In Rete n. 171, marzo-aprile 2020)
Il 25 aprile non è mai riuscito ad imporsi davvero come festa nazionale unificante e condivisa. Eppure di sforzi ne sono stati fatti e se ne fanno. Ma ogni tentativo di affermare l’anniversario della Liberazione come momento di celebrazione dell’unità tra tutti gli italiani è sostanzialmente fallito. Come mai? Una possibile spiegazione è arrivata giusto 12 mesi fa, quando è stato presentato ufficialmente il portale “Partigiani d’Italia” nato dalla collaborazione di vari enti e fondazioni coordinate dalla Direzione Generale Archivi del Ministero dei Beni Culturali. «Il progetto – spiegava il comunicato di presentazione – ha l’obiettivo di rendere accessibili attraverso un portale dedicato le circa 650 mila schede relative alle richieste di riconoscimento delle qualifiche partigiane conservate presso l’Archivio centrale dello Stato nel fondo Servizio per il Riconoscimento Qualifiche e per le Ricompense ai Partigiani (Ricompart) del Ministero della Difesa, delineando così un primo quadro complessivo documentato della composizione quantitativa delle formazioni partigiane».
Un’iniziativa meritoria anche se, forse, ad un’impresa del genere si sarebbe dovuto metter mano molto prima visto che i dati erano già tutti lì fin dal 1946/1947. La cosa interessante – ma che tuttavia, “stranamente”, non ha avuto il rilievo dovuto in questi mesi – è quanto che emerge da quelle 650 mila schede, già studiate anche se il portale sarà on line non prima di qualche mese. I dati emersi sono molto significativi e forse proprio per questo son stati lasciati allo stato grezzo e nell’ombra per così tanto tempo. Meritoriamente, una prima analisi l’ha tentata sulle pagine de “La Stampa” (14 aprile 2019) Giovanni De Luna, storico di sicuro orientamento antifascista, il quale ha però provato a girare “in positivo” quello che ad occhi più disincantati può legittimamente apparire come un panorama desolante, sconfortante. Per vedere in rosa quello che a occhi normali potrebbe sembrare virare sul grigio “fumo di Londra”, De Luna ha scelto di puntare, tanto per cambiare, sulla carta della “superiorità morale” dei pochi partigiani che seppero non “liberare” ma “riscattare” una massa apatica e in buona parte compromessa col Fascismo: «Furono comunque una minoranza; nei numeri e nella loro stessa autorappresentazione si percepirono come tali, ed ebbero ben chiaro il compito di riscattare, con il loro coraggio, l’ignavia delle maggioranze che avevano supinamente accettato la cancellazione della libertà e della democrazia».
Primo dato: come già indicato da De Felice ormai molti anni fa, l’Italia del dopo 8 settembre 1943 si ritrovò divisa in tre: due minoranze attive – fascisti e partigiani – e in mezzo la grande maggioranza degli italiani – la “zona grigia” – desiderosi soprattutto di veder finire alla svelta la guerra. All’interno di quella massa ci furono ovviamente anche vari movimenti, ora a favore di una parte ora a favore dell’altra. Ma il dato delle due minoranze contrapposte resta a fronte di una grande maggioranza indecisa, confusa, pressata da mille parti e quindi bollarla di “ignavia” e di “supina accettazione” appare francamente ingeneroso. Soprattutto quando poi se ne è sollecitato per decenni l’attiva partecipazione, ad esempio, alle celebrazioni del 25 aprile…
Abbiamo quindi la certificazione di una minoranza che “disprezza” una maggioranza che vuole comunque “liberare” e portare dalla sua parte. Operazione riuscita o fallita? Giudicate voi dai numeri: 650 mila domande di riconoscimento di attività partigiana presentate e solo 137.344 accolte: poco più del 21% di tutte le domande avanzate, lo 0,3% circa degli italiani. Una elite a tutti gli effetti: che per essere definita esattamente richiese un duro lavoro nel dopoguerra. Scrive De Luna: «Subito dopo la fine della guerra, per vagliare quelle richieste si insediarono apposite Commissioni regionali e nazionali. Il loro lavoro si presentò subito irto di difficoltà. Si trattava di “normare” una guerra che era stata soprattutto una guerriglia e di stabilire delle regole da applicare in un mondo partigiano che era nato contro le regole, per sua natura fluido, spesso incline più alla spontaneità che all’ organizzazione. Anche le cifre erano tutt’altro che certe e risentivano delle varie fasi che avevano scandito le operazioni militari. Così, si può concordare con Guido Quazza che parlò di 9-10 mila combattenti nel dicembre 1943, 20-30 mila nel febbraio-marzo 1944, 70-80 mila uomini nell’estate del 1944, 120-130 mila nei giorni immediatamente precedenti l’insurrezione del 25 aprile, fino ai 250 mila finali, dei quali “150.000, colorita e non sempre utile retroguardia”». «Le Commissioni – continua De Luna – operarono sulla base di criteri che erano il più vicino possibile alla realtà, che però non riuscivano a intercettare nella sua interezza. Furono introdotte distinzioni che riguardavano chi aveva operato al Sud della Linea Gotica; ci si limitò a riconoscere solo le formazioni indicate dal Cvl (Corpo Volontari della Libertà), penalizzando quelle che avevano operato spontaneamente; si privilegiò l’aspetto militare della Resistenza, così che al Sud si prese in considerazione come titolo di merito solo la partecipazione alle quattro giornate insurrezionali di Napoli. Si stabilirono diverse categorie di partigiani (combattente, patriota, benemerito ecc.) e per ognuna si richiedevano requisiti diversi (a partire dalla presenza continuativa in banda di almeno tre mesi)».
Notare l’escalation, scontata, dell’incremento delle cifre del movimento partigiano man mano che la guerra volgeva al termine. Più le cose andavano male per Rsi e tedeschi più i partigiani aumentavano: 10 mila nel dicembre 1943, 80 mila 7/8 mesi dopo, 130 mila ad esser buoni nell’aprile 1945, quasi il doppio a cose finite o quasi. Specie in quest’ultimo dato non è difficile vedere tracce di opportunismo (spesso venato di ferocia come dimostrano i vari eccidi dell’aprile-maggio 1945 ai danni dei vinti), cosa non nobilissima ma umana. Un aspetto che in questo caso De Luna non stigmatizza ma semplicemente ignora salvo poi ricredersi davanti alla gran mole di domande presentate nel dopoguerra: già 250 mila sarebbero state tante da accogliere, 650 mila poi… Che ne sarebbe stato in quel caso del «…magistero di apostolato civile, interprete di uno spirito che la Resistenza riuscì a trasfondere anche nella Costituzione»?
Ecco perché la stessa elite (le commissioni esaminatrici erano composte ovviamente da uomini della Resistenza) decise di stringere le maglie e filtrare al massimo le richieste, dietro le quali si nascondeva spesso un’inaccettabile debolezza morale: «A sollecitare le richieste di riconoscimento c’era anche un interesse economico, la possibilità di percepire un “premio di solidarietà” che oscillava tra le mille e le cinquemila lire, più o meno lo stipendio mensile di un impiegato. Cifre irrisorie che però, in un’Italia stremata dalla guerra, erano molto appetibili. A questo “opportunismo della miseria” se ne aggiungeva un altro, che trovava le Commissioni particolarmente vigili: in un’Italia perennemente sedotta dalla corsa sul carro dei vincitori, ottenere la qualifica di partigiano fu visto anche come una scorciatoia trasformistica per lavarsi la coscienza e rifarsi una verginità democratica».
Secondo dato: quel popolo “perennemente sedotto dalla corsa al carro del vincitore” nel tempo non ha però mai fatto veramente suo l’appuntamento del 25 aprile che è, di fatto, pur sempre la festa dei vincitori. Curioso no? Ma c’è dell’altro. E cioè che quell’elite non era compatta e non poteva esserlo viste le tante anime dell’antifascismo: comunisti, azionisti, socialisti di vario orientamento (tra Pertini e Saragat, tanto per fare un esempio, c’era un abisso già prima della scissione dei socialdemocratici saragattiani), liberali, cattolici, monarchici ecc. ecc. E già a pochi anni dalla fine della guerra l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, cioè l’Anpi, aveva già subito due scissioni entrambe motivate dalla tendenza di comunisti e socialisti di egemonizzare l’organizzazione e appiattirla su posizioni filo-sovietiche. Come si vede una tendenza, mutatis mutandis, rimasta costante nel tempo. Nel 1948 se ne andarono i cattolici e gli autonomi che fondarono la FIVL (Federazione italiana Volontari della Libertà) imitati pochi mesi dopo da socialisti democratici, mazziniani e azionisti che si raccolsero nella FIAP (Federazione italiana delle Associazioni Partigiane). Ne consegue che, col passare del tempo, nell’Anpi – oggi egemone almeno a livello di immagine e comunicazione – si andarono a riconoscere solo alcune frange estreme della elite partigiana, frange spesso divise dalle altre componenti oltre che dagli orientamenti politici imposti dalla nascente “guerra fredda” anche da rancori che risalivano agli stessi anni della guerra civile. Un caso su tutti: la commemorazione dell’eccidio di Porzus (febbraio 1945: 17 partigiani cattolici e socialisti massacrati dai partigiani comunisti) che per decenni ha visto gli ex resistenti radicalmente divisi.
Terzo dato: i partigiani erano divisi tra loro, durante e dopo la guerra. Possibile che le celebrazioni del 25 aprile, con i soliti tentativi di egemonizzarne significato e manifestazioni, non ne abbiano risentito spesso e volentieri? Senza contare che l’inevitabile retorica che accompagna questa festa nazionale tende a mettere la sordina ad un aspetto invece ben presente nella memoria popolare: e cioè che la Resistenza non ha fatto tutto da sola, anzi. A ben vedere, l’apporto degli alleati (soprattutto anglo-americani) alla conclusione vittoriosa della Seconda guerra mondiale non è stato negato da certa storiografia ma semplicemente ignorato: in occidente i partigiani, in apparenza, avevano lottato da soli con nazisti e fascisti. Una tendenza questa non solo italiana però… Come ha osservato Paolo Mieli sul “Corriere della Sera” del 2 aprile 2018 recensendo il libro dello storico francese Olivier Wiewiorka “Storia della Resistenza nell’Europa occidentale 1940-1945” (Einaudi): «Finita la guerra, dappertutto nei Paesi che avevano resistito fu promossa una politica della memoria che “minimizzava il contributo degli Alleati quando addirittura non lo passava sotto un indifferente silenzio”. Lo stesso De Gaulle nel discorso che tenne a Parigi il 25 agosto 1944 rese omaggio al proprio Paese liberato “con le proprie mani”, dal suo popolo “con l’aiuto degli eserciti della Francia, con l’appoggio e il concorso della Francia tutta, della Francia che lotta, dell’unica Francia, della vera Francia, della Francia eterna!”. Limitandosi a salutare “con un fugace e striminzito omaggio” i “nostri cari e ammirevoli alleati”. In Danimarca la Resistenza fu considerata come qualcosa a cui i britannici si erano limitati a “fornire i mezzi”. E fu così dappertutto. Lì per lì la cosa parve naturale. Del resto, come ha osservato lo storico Pieter Lagrou, “esaltare il contributo dei movimenti di resistenza endogeni era l’unico modo che quei Paesi avevano a disposizione per costruire un mito nazionale”».
L’esperienza sembra dirci che “fondare un mito nazionale” basandosi sull’azione (e qui certo non ha rilievo il numero, la qualità o l’efficacia di quelle azioni) di meno di 140 mila persone sperando che questo mito sia poi condiviso da 40 prima, 50 poi e oggi ormai circa 60 milioni di persone, non è facile per niente. Tanto è vero che in 75 anni in Italia, di fatto, non ci si è riusciti…
Ai motivi della mancata affermazione del 25 aprile come momento di unità accettato da tutti gli italiani se ne può aggiungere anche un ultimo, tutt’altro che trascurabile. De Luna, nell’articolo già citato, per sottolineare il valore e il coraggio di chi scelse, durante la Guerra civile, di “andare in montagna” ha osservato: «Al 25 aprile 1945, il numero dei partigiani ammontava, secondo alcune ricostruzioni, a circa 250 mila. Pochi rispetto ai milioni di italiani che si erano iscritti al Pnf e che avevano affollato le piazze di Mussolini; molti rispetto alla scelta che furono chiamati ad affrontare dopo l’8 settembre, rifiutando sia le lusinghe del “tutti a casa”, sia l’obbedienza ai bandi di arruolamento nell’esercito di Salò. Nel primo caso, sarebbero comodamente sprofondati nel ventre delle loro case e delle loro famiglie, limitandosi ad aspettare che passasse “’a nuttata”; nel secondo, si sarebbero messi al sicuro dall’ incubo degli arresti, delle deportazioni, delle rappresaglie, rifugiati sotto l’ombrello protettivo della Wehrmacht e della sua poderosa forza armata. Scelsero invece di impugnare le armi contro i tedeschi e i fascisti, di ritrovare, in quel gesto, la pienezza di una sovranità individuale smarrita in venti anni di dittatura, di obbedienza passiva a un regime claustrofobico e soffocante».
La notizia è di quelle che vanno sottolineate: aderire all’esercito della Rsi sarebbe stata quindi una scelta comoda perché voleva dire mettersi «al sicuro dall’ incubo degli arresti, delle deportazioni, delle rappresaglie, rifugiati sotto l’ombrello protettivo della Wehrmacht e della sua poderosa forza armata». Le molte migliaia di caduti dell’esercito repubblicano – caduti al fronte ma anche per mano partigiana, spesso anche in agguati o in eccidi perpetrati a fine guerra – dovrebbero consigliare qualche riflessione supplementare a De Luna. Una riflessione scomoda perché se ne porta appresso un’altra, che ruota intorno alla domanda: “ma quanti sono stati quelli che fecero la scelta opposta ai partigiani?”. La risposta è semplice e non contestabile: sono stati molti di più, decisamente di più. E fecero tutti una scelta non meno difficile di quella dei partigiani perché scelsero la parte sicuramente sconfitta, un alleato tedesco arrogante e ingombrante, andando ad affrontare un nemico immensamente più potente, numeroso e armato. E in più, visto il rapido divampare anche della Guerra civile, a tutti era chiaro cosa si rischiava quando sarebbe, inevitabilmente, arrivata la fine. Eppure, quella scelta di campo fu fatta e spesso con intenzioni nobili. E’ vero anche che molti non ressero alla prova e disertarono, andando magari ad ingrossare le fila delle formazioni partigiane. Chissà quanti dei titolari dell’attestato partigiano hanno prima vestito per qualche tempo anche la divisa della Rsi? Capitò, tra i tanti, anche ad un certo Dario Fo…
Sulla consistenza di quanti si schierarono con la Repubblica Sociale di Mussolini dopo l’8 settembre ci sono da tempo dati abbastanza certi. Ad esempio, fondato nel settembre 1943, il Partito Fascista Repubblicano raccolse in poco tempo, e con un territorio nazionale ormai per circa un terzo ormai in mano al nemico, circa 900 mila iscritti. Tra quei 900 mila furono circa 40 mila quelli che, nell’estate 1944, quando la prospettiva del disastro finale era ancora più evidente e incombente, chiesero di essere inquadrati nelle Brigate Nere, le formazioni armate del PFR. Alla vigilia del 25 aprile, i brigatisti neri erano ancora più di ventimila. Ovviamente sono poi da considerare i membri delle Forze Armate della Rsi che sfiorarono la cifra complessiva di 800 mila unità tra Esercito, Marina e Aviazione oltre alla Guardia Nazionale Repubblicana (che da sola assommava circa 150 mila effettivi, cioè più dei partigiani effettivi) e altri reparti minori tra i quali vanno sicuramente ricordate le oltre cinquemila ausiliarie. La morte violenta di molti di questi uomini, così come è stato del resto per i partigiani, ha ovviamente lasciato un ricordo pesante nelle famiglie, un ricordo tenace nel tempo così come è emerso dopo la pubblicazione del libro di Giampaolo Pansa “Il Sangue dei Vinti” nel 2003. A distanza di decenni dai fatti, il giornalista ricevette centinaia e centinaia di lettere di figli e nipoti di vittime della Guerra civile, segno che certe ferite non si erano rimarginate anche a causa del silenzio che nel dopoguerra ha coperto molti eccidi nel centro nord d’Italia.
Lasciamo ad altri, più competenti, il compito di aggregare i dati e fare delle proiezioni statistiche. Qui possiamo tenere il dato certo e cioè che, piaccia o no, giusto o sbagliato che sia, durante la Guerra civile furono molti di più gli italiani che si schierarono con il Fascismo di Salò rispetto a quanti scelsero la Resistenza. E ancora nel 1948, a tre anni dalla fine della guerra, nelle prime elezioni politiche della Repubblica Italiana, il partito che si richiamava apertamente all’eredità del Fascismo, il Movimento Sociale italiano, raccolse in condizioni tutt’altro che favorevoli e a poco più di un anno dalla sua fondazione, 526.670 voti alla Camera e 200.241 al Senato. Un consenso destinato a crescere anche di 4 o 5 volte nelle tornate successive. Segno di una presenza tra gli italiani, generazione dopo generazione, che ha resistito ad ogni sorta di demonizzazione ed emarginazione e che, ancora pochi or sono, si è concretizzata in un sondaggio che accredita un giudizio positivo su Mussolini in quasi il 20% degli italiani.
Tutti fascisti? Sicuramente no. Casomai, certe statistiche sono l’indice, vago e incerto, di un “post fascismo”, poco ideologico ma diffuso nella società italiana perché ha riguardato gran parte delle famiglie ma anche la società civile, l’arte e lo spettacolo, la pubblica amministrazione, lo sport, le professioni dove dal 1945 gli ex fascisti hanno fatto la loro parte nella ricostruzione e nel rilancio dell’Italia. Ma, al tempo stesso, hanno sicuramente faticato a riconoscersi (al pari di non pochi ex partigiani così come di molti “non schierati”) nei modi in cui si è voluto celebrare il 25 aprile in tutti questi anni. E il problema è ben lontano dall’essere risolto…
Fabio Andriola
FONTE: https://storiainrete.com/storia-matematica-il-25-aprile-e-i-conti-che-non-possono-tornare/
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