RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
10 GIUGNO 2021
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
La miseria ha sempre un avvenire
LEO LONGANESI, Una vita, Longanesi, 1980, pag. 134
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SOMMARIO
IL DENARO E GLI AFFARI NEL NEOLATINO VATICANO
Lavoro minorile, nel mondo 152 milioni di bambini vittime dello sfruttamento
Triste storia di Saman, ragazza di origini pakistane
Severgnini fa l’apripista nella “guerra” ai non vaccinati
Ecco perchè non farò il vaccino COVID
”I governanti ci vogliono uccidere”
SENZA FORMAZIONE SOCIALE… UNA CLASSE POLITICA INUTILE
Uap, l’inspiegabile: Biglino e l’ultimo show del Pentagono
Candela Sauco y amigos
Burger King donerà una percentuale delle vendite dei panini ad un gruppo che supporta il cambio di sesso per i bambini
Trump, Fort Detrick e il Covid-19
Sulla triste storia di Saman, ragazza di origini pakistane, scomparsa
La propaganda pro vaccino
“LE COSTITUZIONI”: LA COREA DEL NORD (VIDEO)
La Battaglia Finale
Mezz’ora in più, rissa senza precedenti tra Annunziata e Santoro
“Stanare” chi non si è ancora vaccinato: il tremendo allarme nascosto dietro questo specifico verbo
Biden ha revocato l’ordine esecutivo di Trump contro WeChat e TikTok
L’Orizzonte degli Eventi: serve un’intelligence popolare
Le élites e la valuta del futuro
Un ragazzo, un bel ragazzo, aitante, atletico, capelli rasta e colorito bruno, ma nemmeno tanto
Funivia Stresa Mottarone, tolto il fascicolo alla gip Donatella Banci: si oppose alla carcerazione degli indagati
Il primo documentario su Francesco, Benedetto XVI, la Mafia di San Gallo e la massoneria ecclesiastica
L’Ue ha approvato il certificato vaccinale. Ecco come funziona
Viaggiare sicuri col Certificato Covid digitale UE
SANCHO #19 – Fulvio Grimaldi – La maschera antifà del nuovo fascismo globalista
La politica Vogon e l’isteria obbligatoria per legge: Vietato fare Domande (o pensare)
Io Sto con Matteo Gracis
Vaccino, Francesco Paolo Figliuolo: “Potrebbe essere necessaria la terza dose”
Bergoglio è papa?
EDITORIALE
IL DENARO E GLI AFFARI NEL NEOLATINO VATICANO
Nel 1992 la Libreria Editrice Vaticana pubblica Lexicon Recentis latinitatis in due volumi, rispettivamente del 1992 e del 1997, per complessive 732 pagine. Successivamente è stata pubblicata un’edizione in unico volume con aggiornamenti. Si tratta di un’opera di notevole valore culturale che non ha avuto la risonanza che meritava. Il grande scrittore Jorge Luis Borges affermava acutamente che il dizionario è il libro assoluto, il libro dei libri che comprende al suo interno tutti i testi del mondo. Sfogliare questa opera curatissima ed austera è un’avventura intellettuale, che soddisfa qualsiasi curiosità linguistica. I lessicografi vaticani hanno inserito il contenuto (nel sito Vatican.va) austero ma elegante, sfondo color beige, mostra la partizione alfabetica dei lemmi. Si tratta di una traduzione diretta e univoca della parola, ma non comprende la vastità e la accuratezza del testo scritto comprendente le sue forme flesse. La redazione non ha pensato di aggiungere i riferimenti bibliografici del libro e la sua distribuzione diretta o in rete.
Forse per insipienza, il lavoro di ricerca non ha avuto l’esito di porre le basi di una resurrezione del latino quotidiano d’uso, come è accaduto per l’aramaico in Israele dove la fondazione di una lingua comune che non fosse quella parlata dai migranti costituiva il più forte elemento identitario di riconoscimento nazionale. Esplorando i vocaboli riguardanti il denaro e i suoi significati scopriamo che molte parole usate ed abusate da operatori economici e finanziari sono ritenute di origine anglosassone e sono pronunciate all’inglese. Questa pietosa ignoranza ha causato la creazione di un improbabile “itanglish” con un uso eccessivo ed improprio dell’inglese, nel tentativo penoso e comico di apparire istruiti e in linea con i tempi.
L’immaginario popolare sulla ricchezza e la povertà è stato oggetto di attenzione da parte di uno squadrone di esperti e lessicografi vaticani che ha tradotto i termini economici più in uso in un latino “moderno” ma non levigato dall’uso quotidiano della parlata diretta. Sforzandosi di ricostruire un latino modernizzato, fra i linguisti vaticani prevale un atteggiamento “tecnico” dal quale tuttavia emergono combinazioni lessicali spesso involontariamente comiche ma che talvolta offrono spunti di riflessione. La scelta è focalizzata su alcune parole la cui trasposizione latina lascia trasparire la scala di valore degli esperti e ci spiega il significato di alcune parole che ricorrono spesso nei contratti monetari e bancari.
L’Affarismo è definito quaestus aviditas, aviditas in negotiis gerendis ponendo l’accento sull’avidità che muove il meccanismo degli affari. Il protagonista Banchiere è chiamato argentarius e i frutti del suo lavoro definiti anatocismus (sterile moltiplicazione di capitale con capitale), come pure dividendo, cioè usura, portio (la parola “usura” evidenzia un giudizio non troppo positivo). Il beneficiario di tale processo ossessivo è il Capitalista identificato come homo pecuniosus. L’intero processo di accumulazione va protetto nell’arca ferrata, cioè la cassaforte, e soprattutto sottoterra nella crypta argentaria (il caveau).
In realtà, si usano parole latine di uso ricorrente in area finanziaria è index (listino di borsa); il conto corrente è schedula mittendae accipiendaeque pecuniae; il conto in banca è pecuniae cumulatae depositio; accordare un finanziamento è fides contendo; i finanziamenti sono concessi se abbiamo lo sponsor (il garante); l’accreditamento di una somma è creditum acceptum; l’addebito è pecuniae expensae latio; il diffusissimo mutuo è mutuatio; la rata di pagamento è rata pars o anche pensio; per correlazione, la parola pensione è pensio o anche beneficio tributis fruens; Infine, abbiamo l’infausto evento dell’insolvenza che è nulla solvendi potestas.
Interessante il significato che riveste il ruolo del moderator o della moderatrix, cioè del direttore o della direttrice, la cui funzione è intesa come gestione delle tensioni e non come loro esasperazione nella ricerca di obiettivi stressanti.
Viaggiando ancora tra le parole dei due tomi, si può trovare che il denaro transita nel conto corrente pecunia fructuosa; il denaro fermo che non gira è pecunia otiosa. Ai lettori più curiosi ed interessati all’argomento il piacere di esplorare altre parole. In caso di una possibile reviviscenza del latino, questo dizionario fornirebbe tutto l’apparato lessicale per realizzarlo!
FONTE: http://opinione.it/cultura/2021/06/07/manlio-lo-presti_denaro-affari-neolatino-vaticano-borges-traduzione-resurrezione/
IN EVIDENZA
Lavoro minorile, nel mondo 152 milioni di bambini vittime dello sfruttamento
ROMA – Save The Children li defininisce “Piccoli schiavi invisibili”. Nel mondo ci sono ancora oggi 152 milioni i bambini vittime di lavoro minorile. Metà di essi, 73 milioni, sono costretti in attività di lavoro pericolose che mettono a rischio la salute, la sicurezza e il loro sviluppo morale. Sono vittime di sfruttamento sessuale, lavorativo o accattonaggio forzato. Un fenomeno che rimane largamente sommerso, presente nei Paesi più avanzati, come l’Italia.
Nel nostro Paese il lavoro minorile è vietato dal 1967, ma è un fenomeno che non solo non è mai scomparso, ma che la pandemia, le scuole chiuse e l’allargamento delle aree di povertà ad essa dovute, rischia di aggravare. Sullo sfruttamento lavorativo dei minori esistono, poi, anche pochi dati, e soprattutto non esiste un monitoraggio continuo. Ci sono i dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro, relativi alle sanzioni per la violazione della legge (nel 2019 sono state 243, ma a breve uscirà l’aggiornamento sul 2020), ma naturalmente sono la punta di un iceberg che rimane per la gran parte sommerso.
Gli ultimi dati di fonte attendibile risalgono al 2013 e sono quelli di una ricerca condotta dalla Fondazione Di Vittorio e da Save the Children, in collaborazione con l’Istat, che ha mappato in Italia una stima di 340.000 minori al di sotto dei 16 anni occupati illegalmente, vale a dire il 7% della popolazione in età di lavoro. Sono baby sitter, aiuto camerieri, baristi, giovani braccianti o manovali, dice l’indagine dopo la quale non è stato fatto più niente. Un vuoto statistico che andrebbe colmato per dare a questo fenomeno le risposte legislative e sociali che merita.
“La parola chiave per capire il fenomeno del lavoro minorile è ‘sommerso’ – spiega Antonella Inverno, responsabile Policy and Law di Save The Children – perché si riferiscono a pochi accertamenti di violazione, mentre sappiamo che il lavoro minorile è fenomeno più ampio e interessa sia stranieri che italiano”. La scuola è il primo presidio a tutela dei bambini, sostiene Inverno: “Laddove le scuole rimangono aperte contrastano i rischi che i minori in situazione di disagio possono correre: e non si tratta solo di poter essere sfruttati in lavori pesanti, ma anche di finire nelle mani della criminalità”, dice.
I bambini intercettati dall’Ispettorato del lavoro in Italia erano impiegati in maniera illecita per la gran parte nei servizi di alloggio e ristorazione (142 violazioni ), mentre 36 violazioni riguardavano il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, 17 nell’attività artistica, sportiva, di intrattenimento e divertimento, 16 nella manifattura, 13 nel settore agricolo, 4 nell’edilizia (il restante in varie attività). L’emergenza sanitaria ha avuto un impatto significativo sulla gestione della filiera agricola e agroalimentare, facendo emergere con più forza che in passato la condizione di sfruttamento lavorativo a cui sono sottoposti i migranti nelle campagne italiane. Si tratta di persone giovani, che da anni versano in condizioni di sfruttamento nel settore agricolo e sono esposti alle dinamiche di intermediazione illecita (cosiddetto caporalato).
In tutto il mondo del resto la crisi innescata dal Covid ha peggiorato la situazione del lavoro minorile. Per questo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, in collaborazione con il partenariato mondiale dell’Alleanza 8.7, ha lanciato il 2021 Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di incoraggiare azioni legislative e politiche finalizzate a prevenire e contrastare il minorile nel mondo. La risoluzione che proclama il 2021 come Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile è stata adottata all’unanimità dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2019 per sollecitare i governi ad adottare le misure necessarie per promuovere il lavoro dignitoso e raggiungere l’Obiettivo 8.7 previsto dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile. Tale obiettivo chiede agli Stati membri di adottare misure immediate ed efficaci per eliminare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani, garantire la proibizione e l’eliminazione delle forme peggiori di lavoro minorile (compreso il reclutamento e l’uso di bambini-soldato) e di porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025.
FONTE: https://www.repubblica.it/economia/2021/03/01/news/lavoro_minorile_nel_mondo_152_milioni_di_bambini_vittime_dello_sfruttamento-289742007/
Triste storia di Saman, ragazza di origini pakistane
Alessandro Perrone – 9 06 2021
FONTE: https://www.facebook.com/groups/209056506174846/permalink/1213197122427441/
Severgnini fa l’apripista nella “guerra” ai non vaccinati
Nel mio ultimo video, “Covid, le cure proibite”, avevo previsto che in autunno sarebbe iniziata la battaglia contro le persone non vaccinate, nel tentativo di colpevolizzarle per la eventuale persistenza del virus. In altre parole, dicevo, si sarebbe tentato di mettere cittadini gli uni contro gli altri, nella speranza di usare i vaccinati per convincere le ampie sacche di non vaccinati a cedere definitivamente ai desiderata di Big Farma. Invece, a quanto pare, si vogliono accelerare i tempi. Già oggi il “Corriere della Sera” pubblica un video di Beppe Severgnini intitolato “Quanta pazienza con gli attempati no-vax”. Con il solito ditino alzato da maestrino di provincia, il nostro ignorante nazionale si rivolge ai circa 4 milioni di sessantenni che finora non si sono vaccinati, sentenziando: «Cari attempati no-vax, se potete permettervi certe fisime è grazie a noi, alle decine di milioni di italiani che disciplinatamente si vaccinano e vi proteggono, e con voi, diciamolo, hanno una gran pazienza».
Questo, per chi non l’avesse capito, sarà il refrain autunnale. Severgnini viene semplicemente mandato in avanscoperta, “per vedere l’effetto che fa”. Ritengo quindi necessario rispondere immediatamente, in modo categorico, prima che questa diventi la narrativa ufficiale sul mainstream. Caro Severgnini, è veramente tragico vedere mescolate in una sola persona tanta presunzione e tanta ignoranza: 1 – Non esiste ad oggi una sola ricerca scientifica randomizzata in doppio cieco che dimostri in modo irrefutabile quale sia l’efficacia effettiva delle nuove terapie geniche (comunemente, ma erratamente, definite “vaccini”). L’equivalenza automatica vaccino = immunizzazione esiste solo nella testa degli ignoranti. 2 – Per quanto ne sappiamo, dopo sei mesi di campagna vaccinale abbiamo delle percentuali di contagio ed un numero di morti giornalieri molto simili a quelli dell’anno scorso, nello stesso periodo.
Necessitano quindi dati statistici molto più completi prima di poter affermare che le vaccinazioni abbiano avuto un qualunque effetto reale sulla riduzione della diffusione del virus. 3 – Sappiamo anche che i vaccinati possono comunque trasmettere il virus, come portatori asintomatici. Non si può quindi escludere che siano proprio i vaccinati i primi responsabili per la persistenza del virus nel nostro ambiente sociale. 4 – È addirittura lecito sospettare che siano proprio i vaccinati a favorire l’emergenza delle nuove varianti. Senza queste varianti, il virus molto probabilmente sarebbe già scomparso dalla faccia della terra. Quindi, casomai, la persistenza del virus è colpa vostra. Cordialmente, da un “attempato” che si informa ad un altro attempato che, evidentemente, ignora gli elementi più essenziali di questa discussione.
(Massimo Mazzucco, “Quanta pazienza, con gli ignoranti…”, da “Luogo Comune” del 7 giugno 2021).
FONTE: https://www.libreidee.org/2021/06/severgnini-fa-lapripista-nella-guerra-ai-non-vaccinati/
Christian Elliot
articles.mercola.com
Alcuni amici mi hanno chiesto quale fosse la mia opinione sui vaccini COVID, così ho pensato che fosse il momento di scrivere un articolo sull’argomento. Visto che la maggior parte di loro non era a conoscenza di quello che ho condiviso, ho pensato che anche voi avreste potuto apprezzare alcune delle cose che avevo detto. Sapendo quanto sia controverso l’argomento, una parte di me preferirebbe scrivere di qualcos’altro, ma le discussioni e la copertura mediatica sono talmente unilaterali che sento comunque il dovere di parlarne.
Com’è mia abitudine, prometto di fare del mio meglio per essere equilibrato e non farmi prendere dall’isteria. Non sono qui per litigare con nessuno, solo per riportare alcune delle cose che ho letto, le mie continue domande e per spiegare perché non riesco a dare un senso a questi vaccini COVID.
1. I produttori dei vaccini hanno lo scudo penale
L’unica industria al mondo che non ha alcuna responsabilità per le lesioni o le morti derivanti dai suoi prodotti è quella della produzione dei vaccini. In base ad una legge del 1986, il National Childhood Vaccine Injury Act [1], rafforzato poi dal PREP Act [2], i produttori di vaccini non possono essere citati in giudizio, anche se viene dimostrata una loro negligenza.
I produttori di vaccini COVID sono autorizzati a creare un prodotto che va bene per tutti, senza test su sottopopolazioni (cioè, persone con specifiche condizioni di salute) e tuttavia non sono disposti ad accettare alcuna responsabilità per eventuali eventi avversi o decessi causati dai loro prodotti.
Se un’azienda, per prima, non è disposta a sostenere che il suo prodotto è sicuro, specialmente se è stato immesso sul mercato in fretta e senza test sugli animali, non sono disposto a rischiare con il loro prodotto. Nessuna responsabilità. Nessuna fiducia.
2. Il dubbioso passato delle aziende dei vaccini
Le quattro principali aziende che producono questi vaccini COVID:
1. Non hanno mai immesso sul mercato un vaccino prima del COVID (Moderna e Johnson & Johnson).
2. Sono pluricondannate (Pfizer e AstraZeneca).
3. Sono entrambe le cose (Johnson & Johnson).
Moderna ha cercato di “Modernizzare il nostro RNA” [3] (da qui il nome della società) per anni, ma non è mai riuscita a portare sul mercato prodotti di successo, ed è stato molto bello per loro ottenere un grosso finanziamento governativo [4] per continuare a provarci.
Infatti, tutti i maggiori produttori di vaccini (tranne Moderna) avevano pagato decine di miliardi di dollari di danni per altri loro prodotti che avevano immesso sul mercato, pur sapendo che avrebbero causato lesioni e decessi, basta ricordare, per esempio Vioxx [5], Bextra [6], Celebrex [7], Thalidomide [8] e gli oppioidi [9].
Se le aziende farmaceutiche scelgono intenzionalmente di mettere sul mercato prodotti dannosi quando possono essere citate in giudizio, perché dovremmo fidarci di un prodotto su cui non hanno alcuna responsabilità? Nel caso in cui non mi fossi spiegato, permettetemi di ribadirlo: Tre dei quattro produttori di vaccini COVID erano stati citati in giudizio per prodotti che avevano immesso sul mercato, pur sapendo che avrebbero causato danni e decessi.
Johnson & Johnson ha perso cause importanti nel 1995, 1996, 2001, 2010, 2011, 2016 e 2019 [10]. (Per quel che vale, il vaccino della J&J contiene anche tessuti di cellule fetali abortite [11], forse un argomento per un’altra discussione)
* Pfizer ha il record del più grande risarcimento penale della storia. Hanno perso così tante cause che è difficile contarle. Potete controllare la loro fedina penale qui [12]. Forse è per questo che stanno chiedendo che i Paesi in cui non godono ancora dello scudo penale [13] mettano da parte fondi [14] per coprire le cause per danni da vaccino.
*Anche AstraZeneca ha perso così tante cause che è difficile contarle. Eccone una [15]. Eccone un’altra [16], tanto per farvi capire. E, nel caso vi sia sfuggito, l’azienda si è vista sospendere il suo vaccino COVID in almeno 18 paesi [17] per problemi di trombi ematici e hanno anche fatto un gran pasticcio nel corso di un meeting con la FDA [18], fornendo dati sbagliati riguardanti il loro studio.
*Oh, e, apparentemente, J&J (il cui vaccino è approvato per “l’uso di emergenza” [19] negli Stati Uniti) e AstraZeneca (il cui vaccino NON è approvato per “l’uso di emergenza” negli Stati Uniti) hanno fatto una piccola confusione con i loro ingredienti [20], in 15 milioni di dosi. Ops.
Permettetemi di ribadire questo punto: vista la mancanza di responsabilità penale e i dubbi trascorsi di queste aziende, perché dovremmo presumere che i loro vaccini siano sicuri e confezionati a regola d’arte? Perchè mai dovremmo fidarci di gente con questa reputazione?
Per me ha tanto senso quanto aspettarsi che un amante spietato, violento e infedele diventi una persona diversa solo perché un giudice ha detto che, in fondo, ha promesso di non farlo più. No, non mi fido di loro. Nessuna responsabilità. Nessuna fiducia. Ecco un’altra ragione per cui non ho fiducia in loro:
3. La brutta storia dei tentativi di realizzare vaccini contro il coronavirus
In passato ci sono stati molti tentativi di produrre vaccini antivirali che sono poi risultati un totale fallimento ed è per questo che, nel 2020, non avevamo un vaccino contro il coronavirus. Negli anni ’60, gli scienziati avevano tentato di mettere a punto un vaccino RSV (virus respiratorio sinciziale) per i bambini. In quello studio [21] avevano saltato i test sugli animali perché all’epoca non erano ritenuti necessari.
Alla fine, i bambini vaccinati, quando si erano trovati esposti al virus naturale si erano ammalati molto di più di quelli non vaccinati; l’80% dei soggetti vaccinati aveva dovuto essere ospedalizzato e due di loro erano morti [22].
Dal 2000 in poi, gli scienziati hanno fatto molti tentativi per sintetizzare vaccini contro il coronavirus. Quelli degli ultimi 20 anni erano tutti falliti, perché gli animali negli studi clinici si erano ammalati gravemente e molti erano morti, proprio come i bambini negli anni ’60. Potete leggere un riassunto di questi tentativi qui [23]. Oppure, se volete leggere i singoli studi, potete controllare questi link:
* Nel 2004, un tentativo di vaccinazione aveva causato l’epatite nei furetti [24].
* Nel 2005, topi [25] e zibetti [26] si erano ammalati ed erano diventati più suscettibili ai coronavirus dopo essere stati vaccinati.
* Nel 2012, i furetti [27] si erano ammalati ed erano morti. E, in questo studio [28], topi e furetti avevano sviluppato malattie polmonari.
* Nel 2016, anche in questo studio sui topi [29] si erano verificate patologie polmonari
La caratteristica comune degli studi sovramenzionati era che sia i bambini che gli animali avevano avuto un’ottima risposta anticorpale dopo essere stati vaccinati. I produttori avevano pensato di aver fatto centro. Il problema era sopraggiunto quando i bambini e gli animali erano stati esposti al ceppo naturale del virus.
In queste condizioni si verificava un fenomeno inspiegabile [30] chiamato antibody dependent enhancement (ADE), [potenziamento anticorpo-dipendente] noto anche come vaccine enhanced disease [31] (VED), [malattia potenziata dal vaccino] in cui il sistema immunitario produceva una “tempesta di citochine” [32] (attaccando in modo essessivo il suo stesso organismo) e i bambini e gli animali morivano. Ecco il problema di fondo.
I produttori di vaccini non hanno dati che suggeriscano che i loro vaccini, preparati in fretta e furia, abbiano superato questo problema. In altre parole, prima d’ora, nessun tentativo di produrre un vaccino contro il coronavirus aveva avuto successo, né la tecnologia genica alla base dei “vaccini” mRNA era mai stata portata sul mercato in modo sicuro ma, ehi, visto che hanno avuto miliardi di dollari [33] di finanziamenti governativi, sono sicuro che avrebbero dovuto capirlo. Solo che non sanno se l’hanno capito.
4. Le “lacune dati” presentati alla FDA dai produttori di vaccini
Quando i produttori di vaccini avevano presentato la loro documentazione alla FDA per l’autorizzazione all’uso di emergenza [34] (Nota: una EUA non è la stessa cosa di una piena approvazione della FDA), tra le molte “carenze di dati” c’era il fatto che nei loro studi non esisteva nulla che indicasse il superamento del fastidioso problema della malattia potenziata dal vaccino.
Semplicemente non lo sanno, cioè non hanno la minima idea se anche i loro vaccini produrranno la stessa tempesta di citochine (e i morti) dei precedenti tentativi di realizzare prodotti del genere. Come sottolinea il dottor Joseph Mercola:
“I precedenti tentativi [35] di sviluppare un farmaco basato sull’mRNA usando nanoparticelle lipidiche erano falliti ed avevano dovuto essere abbandonati perché, quando la dose era troppo bassa, il farmaco non aveva effetto e, quando era troppo alta, diventava troppo tossico. Una domanda ovvia è: cos’è attualmente cambiato da rendere questa tecnologia sufficientemente sicura per l’uso di massa?”
Se questo non è abbastanza allarmante, ecco altre lacune nei dati – la mancanza, per esempio, di dati su sicurezza o efficacia riguardo:
Chiunque abbia meno di 18 o più di 55 anni
Donne incinte o madri in allattamento
Condizioni autoimmuni
Individui immunocompromessi
Nessun dato sulla trasmissione della COVID
Nessun dato sulla prevenzione della mortalità da COVID
Nessun dato sulla durata della protezione da COVID
Difficile da credere, vero? Nel caso pensiate che mi stia inventando tutto, o vogliate consultare la documentazione inviata alla FDA da Pfizer e Moderna per le loro richieste di autorizzazione all’uso di emergenza, potete controllare direttamente qui [36] o qui [37]. Le lacune nei dati possono essere trovate a partire da pagina 46 e 48 rispettivamente.
Per ora, diamo un’occhiata ai dati grezzi che i produttori di vaccini hanno usato per richiedere l’autorizzazione all’uso d’emergenza.
5. Nessun accesso ai dati grezzi delle sperimentazioni
Vi piacerebbe vedere i dati grezzi da cui sono scaturite le affermazioni del “90% e 95% di efficacia” pubblicizzate su tutti i media? Anche a me. Ma non ci permettono di vedere quei dati. Come aveva sottolineato il BMJ [38], c’è qualcosa di veramente strano nelle affermazioni di Pfizer e Moderna sull’efficacia dei loro prodotti.
Ci sono stati “3.410 casi totali di sospetta, ma non confermata, COVID-19 nella popolazione complessiva dello studio, 1.594 si sono verificati nel gruppo vaccino e 1.816 nel gruppo placebo.”
Aspettate un momento, cosa? Si sono dimenticati che stavano facendo uno studio scientifico e non hanno verificato una variabile così importante? Non potevano testare quei casi “sospetti ma non confermati” per scoprire se avessero veramente la COVID? Apparentemente no. Perché poi non testare tutti i 3.410 partecipanti per ragioni di correttezza? Possiamo solo indovinare che non abbiano fatto i test perché così avrebbero invalidato le loro affermazioni del “90-95% di efficacia“? Dov’era la FDA?
Non sarebbe prudente per la FDA aspettarsi (esigere) che i produttori di vaccini testino le persone che hanno “sintomi simili alla COVID” e rilascino i loro dati grezzi, in modo che terze parti possano esaminare come i produttori giustificano i loro dati? In fondo è solo tutta la popolazione mondiale che stiamo tentando di vaccinare con questi prodotti sperimentali.
Perché la FDA non l’ha richiesto? Non è questo il senso stesso dell’esistenza della FDA? Bella domanda. Volpi a guardia del pollaio? Sembrerebbe di sì. Nessuna responsabilità. Nessuna fiducia.
6. Nessun test di sicurezza a lungo termine
Ovviamente, con prodotti che sono sul mercato solo da pochi mesi, non abbiamo dati sulla sicurezza a lungo termine. In altre parole, non abbiamo idea di cosa farà questo prodotto, una volta entrato nell’organismo, tra mesi o anni, in QUALSIASI tipo di popolazione. Dati i rischi di cui sopra (rischi che hanno tutti i prodotti farmaceutici), non sarebbe prudente aspettare e vedere se gli scenari peggiori sono stati effettivamente evitati?
Non sarebbe sensato cercare di colmare quelle fastidiose “lacune dati” prima di provare a somministrare questi vaccini ad ogni uomo, donna e bambino sul pianeta? Beh, avrebbe senso, ma, per avere quei dati, devono essere testati sulle persone, il che mi porta al prossimo punto.
7. Nessun consenso informato
Quello che la maggior parte di coloro che stanno prendendo il vaccino non sa è che, poiché questi prodotti sono ancora in fase di sperimentazione clinica, chiunque accetti di farseli somministrare entra automaticamente a far parte della sperimentazione clinica. Sono parte dell’esperimento. Quelli (come me) che non lo prendono, fanno parte del gruppo di controllo.
Il tempo ci dirà come funziona questo esperimento. Ma, vi chiederete, se i vaccini stessero causando danni, non lo dovremmo vedere su tutti i giornali?
Sicuramente la FDA interverrebbe e ne sospenderebbe la distribuzione? Beh, se il sistema di segnalazione degli eventi avversi [39] funzionasse a dovere, forse le cose andrebbero diversamente.
8. Sottostima delle reazioni avverse e dei decessi
Secondo uno studio dell’Università di Harvard [40] (su commissione del nostro stesso governo), meno dell’1% di tutte le reazioni avverse ai vaccini vengono effettivamente riportate dal sistema nazionale di segnalazione, il Vaccine Adverse Events Reports System (VAERS), come si può leggere a pagina 6 dello studio di Harvard [41].
Mentre i problemi del VAERS non sono ancora stati risolti (come si può leggere in questa lettera al CDC [42]), al momento in cui scriviamo, il VAERS riporta [43] più 2.200 morti per gli attuali vaccini COVID, oltre a quasi 60.000 reazioni avverse.
“I dati VAERS rilasciati oggi hanno mostrato 50.861 segnalazioni di eventi avversi in seguito ai vaccini COVID, compresi 2.249 decessi e 7.726 lesioni gravi tra il 14 dicembre 2020 e il 26 marzo 2021.”
E questi numeri non includono i 578 (finora) casi di paralisi di Bell [44]. Se questi numeri fossero anche solo l’1% del totale delle reazioni avverse (o lo 0,8-2% secondo questo studio [45] pubblicato recentemente su JAMA), potete fare i conti, ma, a tutt’oggi, questo equivale a circa 110.000-220.000 morti da vaccino e ad un numero enorme di reazioni avverse.
Scommetto che non ve l’hanno mai detto al telegiornale. Questo numero di morti sarebbe comunque ancora inferiore ai 424.000 decessi per errori medici che avvengono ogni anno (e anche di questi, probabilmente, non avete mai sentito parlare), ma non siamo nemmeno a sei mesi dal lancio di questi vaccini.
Se volete saperne di più dei problemi con il sistema di segnalazione VAERS, potete leggere qui [46], o qui [47].
9. I vaccini non bloccano la trasmissione o l’infezione
Aspettate, cosa? Questi vaccini non dovrebbero essere ciò che stiamo aspettando per “tornare alla normalità“? No. Perché pensate che ci stiano bombardando con tutti questi messaggi contrastanti [48] sulla necessità di praticare il distacco sociale e indossare la mascherina DOPO aver ricevuto il vaccino?
Il motivo è che questi vaccini non sono mai stati progettati per fermare la trasmissione O l’infezione. Se non mi credete, vi rimando di nuovo ai documenti presentati alla FDA a cui facevo riferimento sopra. L’endpoint primario della sperimentazione (la verifica di quello che dovrebbero fare questi vaccini) era la riduzione della sintomatologia.
In fondo è quello che dovrebbero fare tutti i farmaci immessi sul mercato, giusto? Ecco, ridurre i sintomi è la grande ricompensa che stavamo aspettando. È solo a me che sembra una cosa completamente inutile?
1. Non può impedirci di diffondere il virus.
2. Non può impedire al virus di infettarci, una volta penetrato nel nostro organismo.
3. Assumere il vaccino significa accettare tutti i rischi di questi prodotti sperimentali [49] e il meglio che potrebbero fare è ridurre i sintomi?
Diamine, ci sono un sacco di altre cose che posso fare per ridurre i miei sintomi che non implichino l’assunzione di quello che sembra essere un prodotto davvero rischioso. Ora la prossima domanda logica: se siamo preoccupati per i diffusori asintomatici, il vaccino non renderebbe più probabile proprio una diffusione asintomatica?
Se effettivamente riduce i sintomi, i vaccinati non saprebbero nemmeno di essere malati e quindi potrebbero diffondere il virus con più facilità, giusto? Per quello che vale, ho sentito molte persone dire che gli effetti collaterali del vaccino (specialmente la seconda dose) sono peggiori di quelli della COVID. Non riesco a dare un senso neanche a questo.
Assumersi il rischio. Non ottenere alcuna protezione. Soffrire per gli effetti collaterali del vaccino. Continuare ad indossare la mascherina e a mantenere il distanziamento sociale. E continuare a diffondere il virus. Ma c’è di peggio.
10. La gente si ammala di COVID dopo essere stata completamente vaccinata
A proposito di fregature. Ti fai vaccinare e ti becchi comunque la COVID.
Sta succedendo nello Stato di Washington [50]
Sta succedendo a New York [51]
Sta succedendo nel Michigan [52]
Sta succedendo nelle Hawaii [53]
Sta succedendo anche in molti altri stati [54]
Nel Kentucky era successo all’80% di 35 suore che erano state vaccinate [55]. Due di loro erano morte, tra l’altro.
In realtà, questo fenomeno sta probabilmente accadendo ovunque, ma questi sono i casi che, per ora, fanno notizia. Date le ragioni di cui sopra (e quello che c’è sotto), forse questo non vi sorprenderà, ma, che sfiga se pensavate che il vaccino fosse uno scudo per tenervi al sicuro. Non è così.
Non è mai stato questo il punto. Se il 66% degli operatori sanitari di Los Angeles [56] sta facendo carte false per ritardare o saltare il vaccino, significa che forse neanche loro sono entusiasti della scienza raffazzonata. Forse stanno osservando il modo losco in cui vengono riportati i casi e i decessi.
11. Il tasso di mortalità complessivo per la COVID
Secondo i dati dello stesso CDC, la COVID ha un tasso di sopravvivenza del 99,74% [57]. Perché dovrei correre dei rischi con un prodotto che non blocca l’infezione o la trasmissione e che dovrebbe aiutarmi a superare un forte raffreddore che ha lo 0,26% di possibilità di uccidermi (in realtà, nella mia fascia di età, ha circa lo 0,1% di possibilità di uccidermi e lo 0,01% di uccidere i miei figli), ma non spacchiamo il capello in quattro.
E, con un tasso di mortalità così basso, dovremmo stare in isolamento ogni anno, cioè per sempre? Ma aspettate, che mi dite degli oltre 500.000 morti, è allarmante, vero? Sono contento che me lo abbiate chiesto.
12. I numeri gonfiati delle morti da COVID
In questo caso c’è qualcosa che puzza davvero. Mai prima d’ora, nella storia dei certificati di morte, il nostro stesso governo aveva cambiato il modo in cui vengono riportati i decessi. Perché ora riportiamo tutti quelli che muoiono con COVID, come morti di COVID, invece di segnalare le comorbidità effettivamente responsabili della loro morte?
Prima della COVID, tutti i coronavirus (quelli del comune raffreddore) non erano mai stati elencati come causa primaria di morte quando qualcuno moriva di malattie cardiache, cancro, diabete, condizioni autoimmuni o di qualsiasi altra patologia importante. La patologia principale era elencata come causa di morte e una possibile condizione secondaria, come l’influenza o la polmonite, veniva menzionato a parte.
Per gonfiare ancora di più i numeri, sia l’OMS che il CDC hanno cambiato le proprie linee guida, in modo tale che i sospetti o probabili [58] (ma non confermati) decessi da COVID vengono direttamente inclusi nel conteggio delle morti. Seriamente?
Se abbiamo veramente intenzione di continuare con questa metodica, allora dovremmo tornare indietro nel tempo e modificare le statistiche del raffreddore e dell’influenza per le passate stagioni, in modo da poter confrontare mele con mele quando si tratta di tassi di mortalità. Secondo i dati dello stesso CDC [59], (andate alla sezione “Comorbidità e altre condizioni“) solo il 6% delle morti attribuite alla COVID sono casi in cui la COVID sembrerebbe essere l’unico problema in questione.
In altre parole, diminuite del 94% il numero di morti che vedete al telegiornale e avrete quello che probabilmente è il numero reale dei decessi solo per la COVID. Anche se l’ex direttore del CDC [60] avesse ragione e la COVID-19 fosse un virus potenziato in laboratorio [61], (vedere il punto n. 14 più sotto), un tasso di mortalità dello 0,26% è ancora in linea con il tasso di mortalità virale che riappare sul pianeta ad ogni stagione.
Poi c’è questo signor Fauci [62]. Mi piacerebbe tanto fidarmi di lui, ma, a parte il fatto che non ha mai curato un solo paziente di COVID, probabilmente dovreste sapere che:
13. Fauci ed altri 6 al NIAID possiedono brevetti sul vaccino di Moderna
Grazie al Bayh-Dole Act [63], i dipendenti del governo sono autorizzati a depositare brevetti su qualsiasi ricerca che fanno utilizzando i fondi dei contribuenti. Tony Fauci possiede oltre 1.000 brevetti (vedere questo video per maggiori dettagli [64]), compresi quelli per il vaccino di Moderna, per il quale aveva approvato il finanziamento governativo.
Infatti, il NIH (di cui il NIAID fa parte) rivendica la proprietà congiunta [65] del vaccino di Moderna. C’è qualcuno che considera tutto questo come un MAGGIORE conflitto di interessi, o addirittura un fatto criminale? Dico criminale perché c’è anche quest’altro fastidioso problema che mi rende ancora più diffidente di Fauci, del NIAD e del NIH in generale.
14. Fauci è sotto indagine per ricerca illegale sulla Gain-of-Function
Cos’è la ricerca sull’acquisione di funzione, o gain-of-function [66]? È quando gli scienziati tentano di far acquisire ulteriori funzioni ai virus, rendendoli più trasmissibili e più letali. Sembrerebbe un tantino immorale, vero? Come potrebbe mai essere utile una cosa del genere? Il nostro governo era d’accordo e aveva vietato la pratica [67].
Quindi, cosa avevano fatto al NIAID, sotto la guida di Fauci? Avevano fatto una giravolta e avevano esternalizzato la ricerca sulla gain-of-function [68] (sui coronavirus, nientemeno) in Cina, per un importo di 600.000 dollari. Potete vedere maggiori dettagli, compresa l’importante cronologia di questi eventi, in questo fantastico documentario [69].
Dr. Fauci, lei ha delle spiegazioni da dare e spero che le telecamere la inquadreranno quando dovrà difendersi dalle sue azioni. Per adesso, riportiamo la nostra attenzione sul virus.
15. Il virus continua a mutare
Non solo il virus (come tutti i virus) continua a mutare, ma, secondo lo sviluppatore di vaccini di fama mondiale Dr. Geert Vanden Bossche [70] (di cui parlerò ancora) muta circa ogni 10 ore. Come faremo a creare vaccini che stiano al passo con questa velocità di mutazione?
Non ci riusciremo. Potrebbe questo fenomeno spiegare perché persone completamente vaccinate continuano ad ammalarsi di COVID? [71] Dal momento che, in definitiva, l’immunità naturale non ha mai tradito l’umanità, perchè, improvvisamente, non dovremmo più fidarci?
Perché, se faccio domande come queste, o pubblico link come quelli che trovate qui, le mie considerazioni vengono cancellate [72] da tutte le principali piattaforme di social media? Questo mi porta al prossimo, preoccupante problema di questi vaccini.
16. La censura e la completa assenza di dibattito scientifico
Ora non posso fare a meno di essere sarcastico, quindi assecondatemi. Quanto vi sono piaciuti tutti quegli accesi dibattiti a livello nazionale e mondiale tenuti da funzionari della sanità pubblica e trasmessi simultaneamente da tutti i maggiori network televisivi?
Non è stato fantastico ascoltare le migliori menti della medicina, della virologia, dell’epidemiologia, dell’economia e della vaccinologia mondiale discutere con passione e rispetto reciproco di cose come:
Lockdown
Obbligo di mascherina
Distanziamento sociale
Efficacia [73] dei vaccini e prove di sicurezza
Screening per la suscettibilità ai danni da vaccino
Possibilità terapeutiche (opzioni per un trattamento non vaccinale)
Non è stato bello vedere i funzionari della sanità pubblica (che non hanno mai curato nessuno con la COVID) mettere in discussione la loro “scienza“?
Non è stato bello vedere il comitato direttivo della FDA mettere pubblicamente alla gogna i produttori di vaccini in prima serata TV, facendo loro il terzo grado su prodotti di cui non hanno alcuna responsabilità? Oh, aspettate, non avete visto quei dibattiti?
No, non li avete visti, perché non sono mai accaduti. Quello che è successo invece è stata una pesante censura di tutte le narrative, tranne una.
Ironicamente, Mark Zuckerberg può mettere in discussione la sicurezza dei vaccini [74] ma io no. Ipocrita? Da quando il Primo Emendamento è diventato facoltativo?
È il PRIMO Emendamento signor Zuckerberg [75], quello che i nostri fondatori pensavano fosse il più importante. Con così tanto in gioco, perché ci viene data in pasto solo una narrativa, non dovrebbero essere ascoltati e discussi in modo professionale tutti i punti di vista?
Cos’è successo alla scienza? Cos’è successo al metodo scientifico, quello che dovrebbe sempre mettere in dubbio le nostre ipotesi? Che cosa è successo al libero dibattito in questo Paese, o nella società occidentale? Perché chiunque sia in disaccordo con l’OMS o il CDC viene censurato così pesantemente? La scienza della salute pubblica è diventata ormai una religione; o dobbiamo continuare a far finta che sia un dibattito?
Se qualcuno afferma che “la scienza ha detto l’ultima parola,” allora so di aver a che fare con una persona dalla mente ottenebrata. Per definizione la scienza (specialmente la scienza biologica) non ha mai l’ultima parola. Se così fosse, sarebbe dogma, non scienza. Ok, prima che mi agiti troppo, lasciatemi dire questo:
Voglio essere un buon cittadino. Davvero. Se i lockdown funzionassero vorrei fare la mia parte e stare a casa. Se le mascherine funzionassero le indosserei. Se il distanziamento sociale fosse efficace lo rispetterei. Ma, se ci sono prove che non funzionano (le mascherine, per esempio, [76]), voglio valutare anche queste prove.
Se scienziati altamente accreditati hanno opinioni diverse voglio sapere cosa pensano. Voglio avere la possibilità di ascoltare le loro argomentazioni e farmi una mia idea. Non credo di essere la persona più intelligente del mondo, ma so di essere in grado di pensare. Forse sono strano, ma se qualcuno viene censurato, allora voglio VERAMENTE sentire il suo punto di vista.
Non è così? A tutti i miei amici che non hanno problemi con la censura io dico: avrete la stessa opinione quando ciò che pensate sarà stato censurato?
La censura non è forse la tecnica dei dittatori, dei tiranni e delle persone avide e assetate di potere? Non è forse un segno che coloro che stanno operando la censura sanno che è l’unico modo in cui possono vincere?
E come mai un uomo che ha passato tutta la vita a sviluppare vaccini è disposto a mettere in gioco la sua intera reputazione e a chiedere a tutti i leader mondiali di fermare immediatamente i vaccini COVID, proprio perchè non rispettano i criteri della scienza?
E se quest’uomo chiedesse un dibattito scientifico aperto su un palcoscenico globale? Vorreste ascoltare quello che ha da dire? Assistereste al dibattito?
17. Uno dei più famosi vaccinologi mondiali sta lanciando l’allarme
Ecco quella che potrebbe essere la ragione più importante per cui ritengo che questo vaccino COVID non abbia senso. Quando qualcuno assolutamente pro-vax, che ha trascorso la sua intera carriera professionale supervisionando lo sviluppo dei vaccini, inizia a gridare dalla cima della montagna che abbiamo un grosso problema, penso che quest’uomo dovrebbe essere ascoltato.
Nel caso ve lo siate perso, e nel caso vi interessi guardarlo, ecco il dottor Geert Vanden Bossche [77] che spiega:
1. Perché il vaccino COVID può sottoporre il virus a così tanta pressione selettiva da incrementare la sua capacità di mutazione, rendendolo più letale.
2. Perché i vaccini COVID possono creare virus resistenti al vaccino (simili ai batteri resistenti agli antibiotici).
3. Perché, a causa dei problemi già visti con il potenziamento anticorpale, nei prossimi mesi/anni potremmo trovarci di fronte ad una vera e propria strage.
Se volete vedere/leggere una seconda, e più lunga intervista con Vanden Bossche, dove risponde ad alcune domande difficili, potete guardare qui [78].
Se anche solo la metà di ciò che dice si avverasse, questi vaccini potrebbero essere la peggiore invenzione di tutti i tempi. Se non vi piace la sua scienza, prendetevela con lui. Io sono solo il messaggero. Ma posso anche parlare personalmente di COVID
18. Ho già fatto la COVID
Non mi è piaciuto. È stato un brutto raffreddore durato due giorni:
Dolori continui alla parte bassa della schiena
Sfinimento
Qualche linea di febbre
È stato curioso non essere in grado di sentire alcun odore per un paio di giorni. Una settimana dopo il caffè aveva ancora un sapore un po’ “strano.” Ma sono sopravvissuto. Ora sembra (come è sempre stato) che io abbia una bella, naturale, immunità permanente [79], non qualcosa che può svanire in pochi mesi come con il vaccino.
Nel mio corpo e nella mia casa, la COVID è finita. Infatti, ora che l’ho avuta, ci sono prove che il vaccino COVID potrebbe essere più pericoloso per me [80]. Non è un rischio che sono disposto a correre.
In sintesi
Queste sono solo le mie ragioni personali per non volere il vaccino. Forse hanno un senso anche per voi, forse no. Qualunque cosa abbia senso per voi, spero che possiamo ancora essere amici. Penso che abbiamo molte più cose in comune di quelle che ci separano.
Tutti vogliamo vivere in un mondo di libertà.
Tutti vogliamo fare la nostra parte per aiutare gli altri e vivere al meglio.
Tutti vogliamo il diritto di esprimere le nostre opinioni senza temere di essere censurati o attaccati ferocemente.
Tutti meritiamo di avere accesso ai fatti in modo tale da poter prendere decisioni informate.
Che siate d’accordo o no non vi tratterò in modo diverso. Siete esseri umani che meritano amore e rispetto, come chiunque altro. Per questo vi saluto e vi auguro veramente tutto il meglio. Spero che questo vi sia stato utile. Se è così, sentitevi liberi di condividere le vostre convinzioni. In caso contrario, fatemi pure sapere (gentilmente) cosa non ha senso per voi e quello che pensate. Siate curiosi, siate umili.
Christian Elliot
Per i riferimenti cliccare qui
Fonte: articles.mercola.com
Link: https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2021/04/27/reasons-not-to-get-covid-vaccine.aspx
FONTE: https://comedonchisciotte.org/ecco-perche-non-mi-vaccinero/
ARTE MUSICA TEATRO CINEMA
Candela Sauco y amigos
JEAN-ANTOINE HOUDON, Scultore francese
Periodo: 1741-1828, Titolo dell’opera: L ‘ Infanta Louise Brongniart
Cronologia: 1777
Un bel busto francese in terracotta ottocentesca. Tra i numerosi busti che Houdon mostrò nella Sala del 1777 c’erano una coppia di Louise Brongniart e suo fratello Alexandre, entrambi i figli del distinto architetto neoclassico Alexandre-Théodore Brongniart (1739-1813). Gli originali, che ora si ritiene siano le terracotte del Louvre, si trovavano tra le creazioni più popolari dello scultore e quella di Louise, cinque anni, in particolare, si riprodusse fino al XX secolo. Il marmo del Metropolitan Museum, con un copricapo di fazzoletto che elabora il fazzoletto annodato che unisce l’acconciatura di Louise nell’originale, ora si ritiene che sia una delle numerose varianti successive. È anche esclusivo di questo esempio il fichu con volantini che enfatizza il petto esposto semplicemente troncato della bambina.
Una versione di questo modello, anche in terracotta, è attualmente in mostra al Louvre di Parigi.
Una versione variante di questo modello dopo Houdon è attualmente in mostra al Metropolitan Museum di New York.
📌 Nota: l’unico obiettivo della pubblicazione è la divulgazione culturale, quindi la proprietà intellettuale dei testi su cui si basa la pubblicazione spetta al suo autore a chi si accredita a questo link:
https://www.jansantiques.com/Lot/jac1836_3.php
Così come la proprietà intellettuale delle immagini che vengono usate a scopo illustrativo spetta al suo autore e a chi gliele ha cedute a questo link:
https://www.jansantiques.com/Lot/jac1836_3.php
FONTE: https://m.facebook.com/groups/445321269524037/permalink/869321140457379/
Uap, l’inspiegabile: Biglino e l’ultimo show del Pentagono
Si intitola “L’Inspiegabile”, l’ultimo kolossal di Hollywood co-prodotto dal Pentagono: il succulento trailer è appena stato distribuito al Congresso, con anticipazioni-bomba sulla grande stampa. Il noto critico cinematografico Mauro Biglino sottolinea l’inarrivabile humour degli sceneggiatori: i favolosi Uap (eredi dei vecchi Ufo, la cui presenza è stata risolutamente negata per 70 anni) ora finalmente “esistono”, in via ufficiale. Ma li protegge un impenetrabile mistero: cosa sono? Da dove vengono? Non dagli Usa, né dalla Russia o dalla Cina. E dunque? Suspence… La trovata fenomenale – ammette Biglino, autore di spettacolari recensioni di capolavori del passato – consiste in questo: viviamo monitorati da una rete di satelliti che saprebbero indicare anche il numero di targa di ogni veicolo circolante sul pianeta, eppure la prima intelligence militare del mondo non sa proprio dire quale stabilimento, sulla Terra, possa produrre quei velivoli che schizzano nel cielo esattamente come i “carri celesti” della Bibbia, dei poemi omerici e del Ramayana indiano.
Possibile che il sequel sia anticipato dalla sit-com “Aiutiamo il Pentagono”, con anche un reality in cui – ognuno a bordo del proprio Uap televisivo – i concorrenti soccorrano gli sceneggiatori della Space Force, suggerendo la possibile origine (non aliena, forse sacra, eventualmente psico-visionaria) delle apparizioni multidimensionali che visitano lo spazio-tempo. Sarebbe un modo divertente per ispirare i formidabili autori della serie, già ideatori della leggendaria fiction che nel 1969 propose l’indimenticabile Sbarco sulla Luna a bordo di simpatiche scatolette di latta incerottate alla buona, col nastro isolante. Anche il Comitato Grandi Verità (sezione Akasha) conferma la coerenza narrativa delle ultime produzioni worldwide: attraverso Lorenzo Cherubini (in arte Jovanotti, autore della hit “Sono un ragazzo vaccinato”), lo stesso Bilderberg Group approva lo stile narrativo – tra il fantasy e il cartoon per la prima infanzia – proposto al grande pubblico mondiale.
Applausi a scena aperta dal Club Zeta Reticuli, che apprezza infinitamente tutto quello che sta accadendo sul nostro pianeta negli ultimi mesi: l’allusione si riferisce evidentemente all’altro reality, quello in corso sul suolo terrestre, in cui – attraverso un preciso sistema di punteggi – ogni partecipante (oltre 7 miliardi, gli iscritti) fa a gara nel credere a tutto quanto viene raccontato dal Ministero della Verità. Già in odore di Oscar il cast internazionale – da quello statunitense a quello italiano – per le strepitose performance nei ruoli drammatici, specie se interpretate da magistrali attori nei panni di pensosi scienziati. Il grande spettacolo (”Come in cielo, così in terra”) potrebbe essere replicato anche per tutto il 2021, anche se alcuni segnali di stanchezza da parte del pubblico lasciano pensare a colpi di scena. Indizi? Avvertono gli storici osservatori del memorabile Uap apparso a Fatima, in Portogallo: se guardiamo alla fine che hanno fatto i tre show precedenti (”Il Mistero dell’Isis”, “Chi ha paura dello spread” e “My Name Is Greta”, tutti scomparsi dai radar), possiamo immaginare che anche “Il Grande Virus” e il suo sequel, “Il Grande Vaccino”, potrebbero essere rimpiazzati da qualcos’altro, sempre nell’abito della stessa prestigiosa produzione (Great Reset International).
FONTE: https://www.libreidee.org/2021/06/uap-linspiegabile-biglino-e-lultimo-show-del-pentagono/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Burger King donerà una percentuale delle vendite dei panini ad un gruppo che supporta il cambio di sesso per i bambini
neovitruvian.com
Burger King, sotto la guida del CEO Daniel Schwartz, ha iniziato a donare 40 centesimi per ogni vendita del suo nuovo panino al pollo a un gruppo di lobby LGBT radicale che supporta i cambiamenti di sesso per i bambini, attraverso l’uso di farmaci ed ormoni del sesso opposto e le Drag Queen Story Hours.
“Il 3 giugno, Burger King ha twittato dicendo che donerà fino a $ 250.000 dei proventi del suo nuovo sandwich di pollo premium, Ch’King, a The Human Rights Campaign (HRC)”, ha riferito The Hill. “Per ogni pollo impanato a mano venduto, 40 centesimi andranno alla causa”.
“La società ha sottolineato che il Ch’King è disponibile la domenica, quasi un colpo basso a Chick-fil-A che osserva il Sabbath di domenica”.
La campagna per i diritti umani sostiene il cambiamento di sesso per i bambini e ha un manuale sul proprio sito web per aiutare i genitori a guidarli attraverso i farmaci e la mutilazione dei figli adolescenti.
Il manuale afferma falsamente che i bloccanti della pubertà sono “reversibili” anche se il danno che causano può essere permanente. Nel frattempo, avvertono che se i bambini non vengono trattati con bloccanti della pubertà, allora “i cambiamenti fisici, come lo sviluppo del seno, sono irreversibili o richiedono un intervento chirurgico per annullarli”.
HRC pubblica le proprie Drag Queen Story Hours rivolte ai bambini con libri sulla “transizione” dei bambini con titoli come “Quando Aidan è diventato un fratello”.
Spingono le madri (con la sindrome di Munchausen per procura) a far “transizionare” i loro bambini innocenti con i fondi dei contribuenti:
Questo è ciò che stai supportando quando acquisti da Burger King.
Secondo i dati nutrizionali di BK USA tutti i loro prodotti con il pollo fritto sono fritti in olio di soia malsano o altri schifosi oli di semi, che un numero crescente di ricerche indica potrebbe essere responsabile di ogni tipo di malattia.
L’amministratore delegato di Chick-Fil-A Dan Cathy, che ha rilevato l’azienda da suo padre nel 2013, si è inchinato davanti alla lobby LGBT molti anni fa e ha iniziato a fare donazioni al Southern Poverty Law Center e ha escluso l’Esercito della Salvezza per aver sostenuto i valori cristiani.
Fonte originale: https://www.informationliberation.com/?id=62283
Pubblicato il 08.06.2021
FONTE: https://comedonchisciotte.org/burger-king-donera-una-percentuale-delle-vendite-dei-panini-ad-un-gruppo-che-supporta-il-cambio-di-sesso-per-i-bambini/
Trump, Fort Detrick e il Covid-19
05 Giugno 2021
Il colpevole silenzio degli Stati Uniti sulla vera origine del coronavirus
di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli
Tutta una serie di variegate informazioni e di fatti concreti, combinati strettamente tra loro a partire da alcune clamorose anomalie, provano e attestano oltre ogni dubbio che:
1) Il coronavirus ha iniziato a contagiare e devastare il mondo trovando il suo luogo di origine e di propagazione nella base militare e nel laboratorio batteriologico di Fort Detrick, collocato nello stato del Maryland degli Stati Uniti, fin dal luglio del 2019 e quindi più di tre mesi in anticipo rispetto ai casi riportati a Wuhan e in Cina;
2) Il governo Trump, gli apparati statali americani e l’amministrazione Biden in carica dal gennaio del 2021, hanno via via cercato, coscientemente e costantemente, di coprire e nascondere tale gravissimo evento di contaminazione durante il periodo compreso tra il luglio del 2019 e il presente, ossia per due lunghi e sanguinosi anni: una menzogna permanente e perfettamente consapevole di Washington che ha direttamente causato e prodotto il dilagare della paurosa strage di più di tre milioni di esseri umani, insanguinando dall’estate del 2019 quasi tutto il nostro pianeta e provocando circa 600.000 vittime innocenti nella stessa America.
Fin dal 1943 e senza soluzione di continuità uno dei principali siti militari statunitensi per la guerra batteriologica, Fort Detrick, registrò al suo interno una prima e innegabile “fuga” verso il mondo esterno del batterio che causa l’antrace (una gravissima infezione, con sintomi molto simili a quelli creati dalla polmonite) già il 18 settembre 2001, ossia solo una settimana dopo gli attentati dell’11 settembre.1
Dopo questo pessimo precedente, è sicuro e attestato senza ombra di dubbio persino da un articolo dell’insospettabile New York Times del 5 agosto 2019 che durante la seconda metà di luglio del 2019 l’attività di ricerca batteriologica di Fort Detrick venne chiusa: quest’ultima serrò dunque i battenti nel luglio del 2019 in modo improvviso, rimanendo non operativa per molti mesi e riavviando completamente la sua attività solo a fine marzo 2020.2
Al di là delle spiegazioni ufficiali del Pentagono rispetto a tale prolungata serrata, relative a un problema delle acque reflue, si registra dunque un’anomalia made in USA, allo stesso tempo clamorosa e incontrovertibile, fuori discussione e inattaccabile: ma qual era la vera ragione della singolare, eclatante e improvvisa chiusura delle ricerche batteriologiche a Fort Detrick?
Un’embrionale risposta venne fornita quasi subito da un lucido articolo dell’insospettabile e anticomunista quotidiano inglese Indipendent, il quale già il 6 agosto del 2019 notò che «al principale laboratorio di guerra batteriologica dell’America era allora stato ordinato di interrompere tutte le ricerche sui più letali virus e agenti patogeni per il timore che le scorie tossiche potessero uscire dalla struttura. Sin dall’inizio della Guerra Fredda, Fort Detrick in Maryland è stato l’epicentro della ricerca di armi batteriologiche dell’Esercito USA. Il mese scorso [ossia il luglio 2019, ndr] il Centro per il Controllo e la Prevenzione di malattie (l’organismo governativo di salute pubblica) ha privato il laboratorio della sua licenza per gestire “agenti patogeni selezionati” altamente riservati che includono ebola, vaiolo e antrace. L’inusuale mossa è seguita ad una ispezione del CDC a Fort Detrick che ha scoperto gravi problemi nelle nuove procedure utilizzate per decontaminare gli scarti liquidi. Per anni la struttura ha fatto uso di un impianto di sterilizzazione a vapore per trattare l’acqua contaminata, ma lo scorso anno, in seguito a una tempesta che ha allagato e distrutto il macchinario, Fort Detrick ha iniziato a utilizzare un sistema chimico di decontaminazione. Nonostante ciò, gli ispettori del CDC hanno trovato che le nuove procedure non erano sufficienti e che entrambi i guasti meccanici fossero causa di perdite e che i ricercatori avrebbero fallito a seguire propriamente il regolamento. Come risultato l’organizzazione ha mandato un provvedimento di sospensione ordinando a Fort Detrick di sospendere tutte le ricerche sugli agenti selezionati».3
Il mistero della sostanziale chiusura della base di Fort Detrick è stato in ogni caso risolto in modo indiscutibile da una seconda e sicura anomalia, sempre avvenuta in terra statunitense e verificatasi guarda caso a ridosso della serrata estiva della base militare del Maryland: ossia la “misteriosa” epidemia di polmonite acuta che colpì gli Stati Uniti, a partire proprio dal luglio del 2019. Su Internet si poteva tranquillamente leggere, fin dall’inizio di settembre del 2019, pertanto almeno due mesi prima dei primordi dell’epidemia di coronavirus a Wuhan e in Cina, tutta una serie di articoli e notizie eclatanti come quelle che seguono e che riguardavano proprio l’America:
«Da quest’estate [del 2019, ndr] oltre 200 persone, perlopiù giovani, sono finite in ospedale in queste condizioni. Agli esami i polmoni appaiono come colpiti da un’infezione molto aggressiva di cui i dottori non conoscono la causa. Gli Stati Uniti registrano altre due vittime (il totale sale così a tre) di una ancora misteriosa patologia polmonare legata allo svapo. Il secondo decesso – riferisce il New York Times – è avvenuto a luglio, un mese prima della persona che ha perso la vita in Illinois per lo stesso problema. Ma solo giovedì Ann Thomas, funzionario per la sanità dell’Oregon e pediatra, ha reso nota la notizia. Thomas non ha voluto rivelare né il nome, né l’età e il sesso della vittima, ma ha assicurato che la morte è stata causata dalla crisi respiratoria innescata dalla patologia legata allo svapo. “Appena arrivata in ospedale, la persona è stata ricoverata e attaccata al respiratore”. Dopo qualche settimana, i dottori hanno costatato che l’infezione polmonare era arrivata a livelli irreversibili. La vittima aveva acquistato un prodotto per le sigarette elettroniche in un marjuana shop. Il terzo decesso è stato confermato in data 5 settembre dai funzionari sanitari dell’Indiana. Si tratta di “una persona di età superiore ai 18 anni”, ha dichiarato il Dipartimento della Salute dello Stato in una nota. Nello Stato, in particolare, sono in esame 30 casi di gravi lesioni polmonari legate allo svapo [l’inalazione tramite sigarette elettroniche, ndr]. Da quest’estate oltre 200 persone, perlopiù giovani, sono finite in ospedale in queste condizioni. Tutti sono svapatori. Vengono ricoverati per fiato corto, crisi respiratoria, diarrea, vertigini, vomito. Agli esami tomografici i polmoni appaiono come colpiti da un’infezione molto aggressiva di cui i dottori non conoscono la causa».4
Dopo aver notato di sfuggita come agli inizi di settembre del 2019 proprio il Maryland, ossia lo stato federale nel quale è collocato Fort Detrick, stesse valutando se prendere delle misure per frenare l’uso delle peraltro inoffensive (in assenza di Covid-19) sigarette elettroniche, ritenute allora la causa della misteriosa “polmonite” iniziata negli USA nell’estate del 2019, va sottolineato che i sintomi della suddetta epidemia che colpì allora l’America, in concomitanza con la quasi simultanea chiusura della “biologica” Fort Detrick, furono identici alla malattia che in seguito venne identificata, e non certo da Washington, come coronavirus: del resto lo stesso Robert Redfield, in qualità di direttore del centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie, in seguito e all’inizio del 2020 ammise parzialmente che alcuni casi di Covid-19 si erano verificati all’interno degli Stati Uniti già nel corso del 2019, ma vennero diagnosticati come “influenza”, come riferì anche il giornale The Guardian.5
Dopo la chiusura di Fort Detrick a fine luglio del 2019 e l’epidemia misteriosa di “polmonite” nella stessa estate, emerse comunque una terza singolarità in terra statunitense sempre in quel periodo: infatti le autorità governative e sanitarie del paese per alcuni mesi attribuirono, in modo illogico, le morti per le strane polmoniti che si stavano verificando negli Stati Uniti nell’estate del 2019 all’innocuo e ormai decennale consumo di sigarette elettroniche (innocuo, ovviamente, in assenza di coronavirus), creando una colossale e governativa fake news. Si trattò di un’assurdità incredibile visto che per dodici anni, dal lontano 2007, le sigarette elettroniche erano state utilizzate su larga scala da milioni e milioni di cittadini degli Stati Uniti: durante i lunghi mesi che separano il 2007 dal luglio del 2019 tale consumo non ha creato alcun problema sanitario serio, né soprattutto polmoniti gravi, mentre risultava chiaro che il presunto effetto nocivo delle sigarette elettroniche era, in modo incredibile, limitato e circoscritto solo agli USA e non coinvolgeva in alcun modo il resto del mondo, dove pure il fumo elettrico era diffuso da un decennio. Fin dal settembre del 2019 alcuni studi medici hanno mano a mano dimostrato l’assenza di qualunque collegamento diretto tra “svapare”, cioè inalare da sigarette elettroniche, e le “polmoniti” del 2019: ma se il governo Trump e le autorità statunitensi non parlarono in alcun modo di quello che era successo a Fort Detrick, viceversa esse fino all’ottobre 2019 lasciarono tranquillamente che per alcuni mesi si propagassero le false informazioni sull’inesistente legame tra la nuova e “misteriosa” (misteriosa, ma non certo a Fort Detrick) malattia polmonare e le sigarette elettroniche.6
Siamo in presenza di fatti eclatanti e innegabili, che a questo punto vanno collegati con un’ennesima anomalia avente per oggetto questa volta il mistero dei giochi militari di Wuhan: a tal proposito l’insospettabile, filoamericano e anticomunista quotidiano Il Messaggero ha pubblicato nel 2020 un articolo intitolato Primi casi ai giochi mondiali militari di Wuhan 2019:
«Vuoi vedere che il coronavirus era nell’aria di Wuhan già in ottobre, un mese in anticipo rispetto al primo caso ufficiale riscontrato sul suolo cinese e datato 17 novembre? Verso questa possibile conclusione potrebbero condurre alcune testimonianze di atleti recatasi nella località cinese, per prendere parte ai Giochi Mondiali militari, i quali sia in Cina sia al ritorno in patria hanno manifestato i sintomi di quella malattia, che alcuni mesi dopo, avrebbe scombussolato il mondo intero. Alla rassegna degli sportivi in divisa, celebratasi nel capoluogo della provincia di Hubei dal 18 al 27 ottobre, hanno preso parte 10mila atleti provenienti da un centinaio di paesi. Tra di loro c’erano anche due pentatleti francesi, Valentin Belaud e Elodie Clouvel, che al quotidiano l’Equipe, hanno raccontato di essersi ammalati ed essere stati costretti a saltare gli allenamenti in Cina, accusando problemi mai avuti in precedenza. In più la coppia, nel momento in cui ha comunicato il problema allo staff medico, ha appreso che anche altri membri della delegazione transalpina si erano ammalati. Pure sul fronte italiano, i racconti degli azzurri presenti in Cina condurrebbero alla stessa conclusione. Tra gli altri lo spadista Matteo Tagliariol, olimpionico a Pechino 2008, che a Wuhan ha gareggiato nella prova a squadre insieme a Paolo Pizzo e Lorenzo Buzzi, ha ricordato di essere stato malato per diversi giorni, soffrendo soprattutto di una fastidiosissima tosse, e che nel centro medico del villaggio le aspirine erano esaurite, a causa dell’elevato numero di malati. Poi al rientro in Italia, il 37enne Tagliariol ha avuto la febbre e dopo la sua guarigione si sono ammalati pure la compagna, la fiorettista Martina Batini, e il figlio di due anni. “Ai mondiali militari di Wuhan ci siamo ammalati tutti, 6 su 6 nell’appartamento e moltissimi anche di altre delegazioni. Tanto che al presidio medico avevano quasi finito le scorte di medicine”, ha detto Tagliariol».7
Sappiamo con assoluta certezza che i giochi militari mondiali di Wuhan, collegati ovviamente con l’arrivo in Cina di migliaia di militari occidentali e di centinaia di atleti USA, non avvennero nel giugno 2019, ma a partire dal 18 ottobre 2019: dunque a tre mesi di distanza e circa cento giorni dopo i primi casi negli Stati Uniti, verificatisi a partire dal luglio 2019, e tra l’altro sessanta giorni dopo i primi casi di coronavirus a Milano e in Lombardia. Vista la presenza innegabile del Covid-19 negli USA già durante l’estate del 2019, quindi, furono gli atleti statunitensi a esportare involontariamente il coronavirus in Cina a Wuhan, non il contrario, senza comunque che il governo degli Stati Uniti avvertisse in alcun modo le autorità cinesi dell’epidemia di “polmonite” in corso nella nazione americana. Di fronte a questo quadro risulta perfettamente chiaro perché i ricercatori dell’autorevole Organizzazione Mondiale della Sanità, un ente dell’ONU, al termine di una serie di ispezioni effettuate all’inizio del 2021 a Wuhan, abbiano definito chiaramente e senza mezzi termini “altamente improbabile” che il coronavirus sia fuoriuscito dal laboratorio di ricerche di Wuhan.8
La quinta anomalia ha per oggetto la particolare, inquietante e maligna “simulazione di scenario” pubblicato nell’ottobre del 2019 dal John Hopkins Center for Health Security assieme ad altre due organizzazioni statunitensi, relativa allo scoppio di una pandemia di “coronavirus immaginario”, originatasi in un ipotetico allevamento di maiali del Brasile: una simulazione a tavolino che stranamente si stava già trasformando in realtà, in terra statunitense.
«Eric Toner è uno scienziato americano del John Hopkins Center for Health Security, e a ottobre scorso aveva simulato una pandemia di coronavirus. Tre mesi fa, infatti, il centro di ricerca di New York ha condotto un esperimento insieme al World Economic Forum e la Bill and Melinda Gates Foundation, per dimostrare l’importanza della partnership tra istituzioni pubbliche e enti privati nel far fronte a pandemie globali. Lo studio ha simulato una pandemia di coronavirus immaginario originato negli allevamenti di suini del Brasile e un’espansione in quasi tutti i Paesi del mondo nell’arco di 6 mesi. Secondo l’impressionante simulazione, nell’arco di 18 mesi 65 milioni di persone sarebbero morte. Come ha precisato il John Hopkins Center, l’esperimento e i risultati relativi al numero di vittime non corrispondevano in nessun modo a previsione, ma a una semplice simulazione».9
Questa “semplice simulazione” venne pubblicata guarda caso nell’ottobre del 2019: ossia proprio dopo che negli USA era stata chiusa da circa tre mesi la base militare di Fort Detrick, dopo lo scoppio dell’epidemia di polmoniti e dopo l’allarme per il presunto effetto nocivo delle innocue sigarette elettroniche in terra americana. Un’ultima anomalia, che rafforza ancora di più la “teoria Fort Detrick”, ha per oggetto invece l’enorme numero di vittime purtroppo avvenute sempre negli Stati Uniti a causa dell’“influenza” che colpì il paese dal novembre 2019 (quando a Wuhan stavano iniziando solo i primi sporadici casi…) fino al febbraio 2020, determinando la cifra impressionante di quasi ventimila morti.
Non a caso già nel febbraio 2020, in modo responsabile e onesto, «il Prof. Edward Livingston ed i suoi colleghi, in questa infografica pubblicata il 26 Febbraio su JAMA, sottolineano come, sebbene vi sia una grande attenzione all’epidemia della malattia di coronavirus 2019 (COVID-19), tuttavia questa condizione costituisce un problema rilevante in un’area della Cina e sembra avere ramificazioni cliniche limitate al di fuori di quella regione. Sta di fatto che gli Stati Uniti stanno vivendo una grave stagione influenzale che ha già provocato più di 16.000 morti. L’infografica pubblicata su JAMA mette a confronto i tassi di incidenza e mortalità per le 2 malattie virali delle vie respiratorie. Nel periodo sino al 24 Febbraio 2020, negli Stati Uniti, relativamente al COVID-19, sono stati registrati 14 casi diagnosticati dal sistema sanitario statunitense, 39 casi tra i cittadini statunitensi rimpatriati. Non sono stati segnalati morti, né pazienti critici e non ci sono evidenze di trasmissione, negli Stati Uniti, in una ampia comunità. Analizzando parallelamente i dati sull’influenza, negli Stati Uniti, al 15 Febbraio 2020, i CDC stimano che si siano ammalate almeno 29 milioni di persone, che siano state effettuate almeno 13 milioni di visite mediche, almeno 280.000 ospedalizzazioni e che i morti siano stati almeno 16.000, da sottolineare le 105 morti pediatriche correlate all’influenza. Pertanto gli Autori ritengono che, sulla base di questi dati, da un punto di vista della sanità pubblica le persone dovrebbero focalizzare la loro attenzione sull’influenza ed adottare le misure preventive che includono, nel caso dell’influenza, anche la possibilità del vaccino, oltre a quelle più volte ricordate per tutti i virus respiratori».10
Ma non si trattava certo solo di “influenza”, come ha dimostrato la prima “pistola fumante” in questo particolare intrigo e giallo di portata planetaria: si tratta della scrupolosa attività dell’insospettabile Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che ha attestato e dimostrato nell’ottobre del 2020 come il coronavirus fosse senza alcun dubbio presente in Lombardia e alcune altre regioni di Italia fin dal settembre del 2019, ossia almeno due mesi prima dell’inizio dell’epidemia a Wuhan e in Cina.
«Il virus SarsCov2 circolava in Italia già a settembre 2019, dunque ben prima di quanto si è pensato finora. La conferma arriva da uno studio dell’Istituto dei tumori di Milano e dell’università di Siena, che ha come primo firmatario il direttore scientifico Giovanni Apolone, pubblicato sulla rivista Tumori Journal. Analizzando i campioni di 959 persone, tutte asintomatiche, che avevano partecipato agli screening per il tumore al polmone tra settembre 2019 e marzo 2020, l’11,6% (111 su 959) di queste persone aveva gli anticorpi al coronavirus, di cui il 14% già a settembre, il 30% nella seconda settimana di febbraio 2020, e il maggior numero (53,2%) in Lombardia».11
Si tratta di una notizia clamorosa, oltre che indiscutibile e sicura: essa dimostra che l’allora “misteriosa” epidemia polmonare, sviluppatasi negli Stati Uniti dal luglio del 2019, si era estesa sicuramente dall’America all’Italia trasferendosi di luogo e nazione all’interno del mondo occidentale, e non certo in quello asiatico…
A questo punto va fatta emergere una seconda superprova: uno studio accurato dell’insospettabile ente statunitense denominato “Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie” (CDC), pubblicato purtroppo molto in ritardo (solo alla fine del 2020), ha rilevato come ben 39 campioni di sangue, presi tra il 13 e il 16 dicembre del 2019 in California, Oregon e Washington, fossero risultati positivi agli anticorpi del coronavirus: dimostrando quindi in modo indiscutibile che la quarantina di persone coinvolte era stata infettata dal Covid-19 già nelle settimane precedenti allo scoppio su vasta scala dell’epidemia di Wuhan.12
Si può inoltre congiungere tale elemento indiscutibile a una terza e formidabile superprova, che fa luce definitivamente sul caso in oggetto. Infatti ormai è sicura l’identità del “paziente zero”, anzi dei numerosi pazienti zero del Covid di natura civile: gli sfortunati pensionati di una casa di riposo di Green Spring, in Virginia e nella contea di Fairfax, collocata per loro sfortuna vicino a Fort Belvoir, un ospedale destinato ai militari statunitensi che assiste anche i ricoverandi in arrivo da Fort Detrick.13
La sera dell’11 luglio del 2019, infatti, più di tre mesi prima dei giochi militari di Wuhan, l’insospettabile e anticomunista rete televisiva “ABC” raccontò che in quei giorni, almeno quattro mesi prima dei casi iniziali a Wuhan, «“[…] una malattia mortale in Virginia ha portato due morti e dozzine di residenti infettati di una malattia respiratoria qui nella comunità di pensionamento di Green Spring. Negli ultimi 11 giorni, 54 persone si sono ammalate con sintomi che vanno da una brutta tosse alla polmonite, senza indizi chiave su come sia scoppiata la malattia improvvisa”. Passano due giorni e la strana epidemia compare anche in un’altra casa di riposo li vicino. È sempre il tg [statunitense dell’ABC, ndr] a raccontarlo: “Un misterioso virus respiratorio ha colpito una seconda casa di riposo nella contea di Fairfax”. L’unica cosa chiara al momento è che, due giorni dopo la seconda epidemia a poche decine di miglia di distanza, con un ordine del Cdc, il laboratorio di sicurezza biologica livello 4 di Usamriid, a Fort Detrick nel Maryland, viene chiuso per un incidente di biocontenimento. È sempre il tg a raccontare le paure degli abitanti di quella zona: “Gli abitanti che vivono vicino a Fort Detrick vogliono sapere perché il laboratorio top di Army Germ, uno dei più noti, è stato chiuso così velocemente”».
Era ed è tuttora un’ottima domanda, un eccellente interrogativo.
«A Fort Detrick infatti gli scienziati Usa gestiscono alcuni degli agenti biologici più sensibili e conducono ricerche mediche all’interno di esso. Ricerche anche su cellule virali molto pericolose, come Ebola e Antrace. […] E allora non possiamo che porci una domanda: c’è forse una correlazione tra la fuga di biocontenimento di Fort Detrick e le epidemie anomale dentro le due case di riposo di Green Spring? È sufficiente osservare la mappa per vedere che vicinissima alle due case di riposo c’è Fort Belvoir, un ospedale per i militari che tra gli altri assiste anche quelli di Fort Detrick. Ma come sarebbe arrivato il contagio da Fort Belvoir alle due case di riposo? Il fatto è che proprio questo ospedale assiste anche i veterani di guerra delle forze armate americane, che vivono anche dentro le due case di riposo. Vi mostriamo alcune immagini, nelle quali si vedono i marines festeggiare nella casa di riposo di Burke i numerosi veterani della seconda guerra mondiale per l’anniversario di fondazione del loro corpo. Può dunque esistere un filo che lega l’incidente di biocontenimento di Fort Detrick, l’ospedale militare di Fort Belvoir e le case di riposo in cui si manifesta l’anomala epidemia di luglio?»14
Tra l’altro proprio il sito della contea virginiana di Fairfax, in data 26 luglio 2019, sottolineò che ben 63 residenti della casa di riposo di Green Spring erano stati sottoposti in loco a «numerosi esami», ma anche dopo di essi «nessun specifico agente patogeno era stato identificato come causa dell’epidemia».15 Se si considerano le altre due “pistole fumanti” e le sopracitate anomalie (le “pericolosissime” sigarette elettroniche made in USA, ecc.), il “filo” che lega Fort Detrick e il Covid è indiscutibile.
Tiriamo le conclusioni.
Tutti i fatti riportati escludono, in modo sicuro e categorico, che l’epidemia di coronavirus si sia sviluppata a partire dalla Cina e da Wuhan, dalla fine di ottobre del 2019; essa invece era virulenta e attiva in Virginia e negli Stati Uniti fin dal luglio del 2019, quindi almeno tre mesi prima dell’inizio della pandemia in Cina.
Come andarono realmente le cose, per la genesi della tragedia del Covid?
Fase uno: verso la fine di giugno del 2019 e a Fort Detrick, si verifica una contaminazione di personale militare statunitense attraverso il coronavirus contenuto nei laboratori della base.
Fase due: una parte del personale infettato viene portato all’ospedale militare di Fort Belvoir, in Virginia.
Fase tre: attorno al 4 luglio 2019, festa nazionale degli USA, involontariamente alcuni marines di Fort Belvoir contagiati dal Covid-19 portano e distribuiscono a piene mani la malattia nella casa di riposo di Green Spring, oltre che in giro per il Maryland e la Virginia.
Fase quattro: dopo un’incubazione di una settimana, scoppia purtroppo una prima epidemia nella casa di riposo di Green Spring con i suoi 263 residenti: due muoiono, i primi caduti dei futuri tre milioni di morti per la pandemia di coronavirus, mentre il Covid-19 raggiunge con la sua marcia mortale un’altra casa di riposo vicino a Green Spring.
Fase cinque: dopo alcuni giorni il Pentagono inizia a preoccuparsi, ordinando la chiusura di tutte le attività di ricerca batteriologica a Fort Detrick, a metà luglio.
Fase sei: dalla metà di luglio all’inizio di ottobre del 2019 l’epidemia via via si espande sia negli Stati Uniti che all’estero, arrivando sicuramente a Milano e in Lombardia all’inizio di settembre del 2019, come provato dall’Istituto dei Tumori di Milano.
Fase sette: le olimpiadi militari mondiali di Wuhan. A tal proposito l’insospettabile e anticomunista sito intitolato Le Iene ha riportato che «le autorità cinesi hanno più volte sostenuto che l’epidemia sarebbe arrivata a Wuhan con i militari dell’esercito americano che partecipavano alle gare del “World Military Games 2019”, in programma dal 12 al 28 ottobre. Noi ovviamente non lo sappiamo, ma dal periodico delle forze armate americane scopriamo che alcuni militari di Fort Belvoir hanno partecipato a quei Giochi. Tra questi il sergente di prima classe Maatje Benassi e il capitano dell’esercito Justine Stremick, che serve come medico di medicina di emergenza dell’esercito a Fort Belvoir in Virginia. Quindi almeno due atleti dell’ospedale militare situato vicino alle case di riposo dove c’è stata l’epidemia sospetta di luglio sarebbero andati a Wuhan per le olimpiadi di ottobre 2019».16
La “fase otto”, che seguì l’inizio di novembre del 2019 e che arriva fino a oggi, risulta purtroppo fin troppo ben conosciuta a livello mondiale…
Le conseguenze della tesi in oggetto dimostrata da numerosi fatti testardi sono fin troppo chiare. Chiediamo innanzitutto all’Organizzazione Mondiale della Sanità, ente dell’ONU che del resto ha già effettuato un’ispezione accurata a Wuhan in Cina verso l’inizio del 2021, di compiere celermente un’analoga e altrettanto approfondita inchiesta anche rispetto a Fort Detrick, all’ospedale militare di Fort Belvoir e alla casa di riposo di Green Spring in Virginia, al fine di far luce finalmente sulla reale origine dell’epidemia di coronavirus a partire dall’estate del 2019. Al mondo serve verità, non menzogne a stelle e strisce.
Può sembrare strano ma anche la precedente e famigerata epidemia di “spagnola”, una gravissima forma di influenza che uccise come minimo cinquanta milioni di persone tra il 1918 e il 1920, non nacque e non si sviluppò certo in Spagna, ma viceversa negli Stati Uniti e in Kansas all’inizio del 1918. Non solo: la cosiddetta epidemia “spagnola” inizialmente venne alla luce e si propagò da una base militare statunitense, anche se quella volta non si trattò di Fort Detrick bensì di Fort Reiley, collocato per l’appunto nel Kansas. Anche in quel caso le menzogne furono molte.
È stato notato, in modo lucido e veritiero, che «ogni epidemia ha la sua infodemia, un alone tossico di panzane e disinformazione. Sentite cosa scriveva il quotidiano americano The Washington Times il 6 ottobre 1918: “Anzitutto bisogna dire che il termine ‘influenza spagnola’ è chiaramente un errore, e che il nome dovrebbe essere ‘influenza tedesca’, perché l’indagine prova che la malattia ha avuto inizio nelle trincee germaniche. Dopodiché ha compiuto un giro dell’intero mondo civilizzato, nel corso del quale è esplosa con particolare virulenza in Spagna, a causa di certe condizioni locali”. Sono i giorni di picco dell’infezione che farà 50, forse 100 milioni di morti in tutto il mondo, un numero cinque o dieci volte superiore alle vittime della Grande Guerra che sta per finire, e l’anonimo articolista ha ragione a dire che la Spagna non c’entra. Ma è altrettanto ingiusto buttare la croce addosso agli odiati crucchi. I primi casi, in primavera, non si sono registrati nelle trincee del Kaiser, ma proprio in America, per l’esattezza a Fort Riley nel Kansas, in un campo militare di quasi centomila metri quadri, dove più di mille reclute sono rimaste contagiate. Da quando, nell’aprile del 1917, gli Stati Uniti sono scesi in guerra, il loro esercito è salito di colpo da 190 mila uomini a più di due milioni. E in maggioranza sono ragazzi alle prime armi, come il soldatino Charlot di Shoulder Arms. Molti di loro vengono da zone rurali dove vivevano in stretto contatto con polli o maiali: niente di più facile che il virus sia arrivato da lì, e che abbia fatto il salto dagli animali all’uomo proprio in qualche fattoria del Kansas. Non influenza spagnola, dunque, e nemmeno tedesca: semmai americana. Ma non contento di dare in pasto al pubblico questa fake news, il Washington Times ne lancia anche un’altra, e ben più colossale: “Che i germi dell’influenza siano stati segretamente disseminati in questo Paese da sommergibili tedeschi è un’accusa difficile da provare, ma i loro attacchi coi gas contro gli equipaggi dei nostri fari e navi-faro sono validi indizi contro di loro”. L’epidemia, insomma, non ha nulla di naturale. All’origine di tutto ci sarebbe un complotto criminale, la guerra biologica ordita dai servizi segreti di Guglielmo II ai danni degli Stati Uniti e dei loro alleati europei. È curioso che a propagare questa bufala sia una testata con lo stesso nome (The Washington Times) di quella che un secolo dopo, allo scoppio del Coronavirus Covid-19, ha messo in giro la leggenda del microrganismo ingegnerizzato uscito da un laboratorio militare di Wuhan. Ieri gli elmetti chiodati, oggi gli untori cinesi. Nel 1918 non c’erano Facebook e Whatsapp, e neppure il TgCom24 di Paolo Liguori, pronto a dare per certa la notizia, “confermata da fonte attendibilissima”. In compenso c’era un conflitto mondiale, quel mostruoso mattatoio che abbiamo visto nel film di Sam Mendes, una corsa forsennata all’annientamento reciproco dove tutto sembra ammesso, compreso il cloro per gasare le trincee opposte, ma anche una macchina dell’odio che fabbrica a ciclo continuo le dicerie più assurde, ingigantite dalla cappa di censura sui mezzi di informazione. Un mese prima dell’articolo sul Washington Times era stata un’autorità come il colonnello Philip Doane, responsabile della sezione sanitaria della marina mercantile Usa, ad accreditare le tesi cospirazioniste: “Sarebbe molto facile per uno di questi agenti del Kaiser rilasciare germi dell’influenza in un teatro o in qualche altro posto dove si radunano grandi assembramenti di persone. I tedeschi hanno iniziato le epidemie in Europa, e non c’è motivo per cui debbano essere particolarmente gentili con l’America”». 17
A volte la storia si ripete e a una vecchia tragedia se ne aggiunge una nuova, anche se accompagnata da menzogne abbastanza simili a quelle di un secolo fa.
PETIZIONE ALL’OMS PER INDAGARE
SULL’ORIGINE DEL CORONAVIRUS
Petizione popolare per chiedere all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di aprire un’indagine su Fort Detrick (USA) riguardo l’origine del coronavirus.
Alla luce della ricostruzione complessiva svolta nell’articolo Trump, Fort Detrick e il Covid-19. Il colpevole silenzio degli Stati Uniti sulla vera origine del coronavirus;
viste le informazioni ormai acquisite su un’epidemia di polmonite verificatasi all’inizio di luglio 2019 in una casa di riposo di Green Spring, Virginia (USA);
vista l’anomala chiusura dei laboratori batteriologici di Fort Detrick (USA), proprio nella seconda metà di luglio del 2019 e durata per alcuni mesi;
visto il ritrovamento del coronavirus in Italia, in Lombardia e in altre regioni, fin dall’inizio di settembre del 2019, ossia almeno due mesi prima della genesi dell’epidemia di Covid-19 a Wuhan in Cina;
visto il ritrovamento innegabile del coronavirus anche in un centinaio di cittadini statunitensi già all’inizio di dicembre del 2019;
chiediamo all’Organizzazione Mondiale della Sanità di compiere un’accurata indagine, come quella del resto già avviata a Wuhan all’inizio del 2021, riguardo a Fort Detrick, all’ospedale militare di Fort Belvoir e alla casa di riposo Green Spring, con l’obiettivo di appurare se il coronavirus possa essere stato originato nel territorio degli Stati Uniti d’America.
Aderisci anche tu firmando la petizione su Change.org
Primi Firmatari
– Daniele Burgio, Massimo Leoni, Roberto Sidoli, studiosi di politica internazionale, estensori dell’articolo Trump, Fort Detrick e il Covid-19. Il colpevole silenzio degli Stati Uniti sulla vera origine del coronavirus
– Nunzia Augeri, saggista, Milano
– Laura Baldelli, docente di Letteratura e Storia, Ancona
– Alessandro Belfiore, Comitato No Guerra NO Nato
– Maurizio Belligoni, già Direttore Generale Agenzia Sanitaria Regione Marche; primario di psichiatra
– Fulvio Bellini, ricercatore politico, Milano
– Ascanio Bernardeschi, redazione del giornale comunista on-line “La Città Futura”
– Giambattista Cadoppi, saggista, specialista di politica internazionale
– Domenico Carofiglio, operaio, attivista FIOM Wirlphool Fabriano
– Bruno Casati, Presidente Centro Culturale “Concetto Marchesi” di Milano
– Luigi Cavalli, regista cinematografico (ultimo film, 2019, “Mon cochon et moi”, protagonista Gerard Depardieu)
– Geraldina Colotti, giornalista, corrispondente in Europa di Resumen LatinoAmericano
– Marcello Concialdi, docente ed editore, Torino
– Luigi Curcetti, Esecutivo Regionale Marche Unità Sindacale di Base (USB)
– Manlio Dinucci, geografo e saggista
– Salvatore Distefano, docente di Filosofia e storico del movimento operaio, Catania
– Lorenzo Fascì, avvocato, Reggio Calabria;
– Salvatore Fedele, chirurgo e già responsabile dipartimento Emergenze ospedale Acqui Terme, Alessandria
– Carlo Formenti, giornalista e saggista, già caporedattore di “Alfabeta” e ricercatore presso l’Università di Lecce
– Federico Fioranelli, docente di Economia e Diritto
– Rolando Giai-Levra, direttore di “Gramsci Oggi”
– Fosco Giannini, già Senatore della Repubblica, direttore di “Cumpanis”
– Alberto Lombardo, professore ordinario di Statistica Università di Palermo e direttore de “La Riscossa”
– Mario Marcucci, docente a contratto di Tecnica Farmaceutica all’Università “La Sapienza di Roma”; già primario di Farmacia
– Vladimiro Merlin, delegato RSU FLC- CGIL; già Consigliere Comunale Milano
– Alfredo Novarini, già amministratore del P.C.I; membro del Centro Culturale Concetto Marchesi.
– Alessandro Pascale, insegnante, saggista e direttore di Storiauniversale.it
– Fabio Pasquinelli, avvocato, Osimo (Ancona)
– Marco Pondrelli, direttore di “Marx21”
– Giorgio Racchicini, docente di Letteratura e Storia, Fermo
– Nicola Romana, docente di Diritto Dip. Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche all’Università di Palermo
– Onofrio Romano, professore associato di sociologia generale all’Università di Bari
– Marino Severini, “voce” e chitarra de La Gang;
– Alberto Sgalla, docente di Diritto e scrittore;
– Luca Stocchi, Presidente Centro Culturale “Cumpanis” Genova
– Alessandro Testa, musicista e studioso di estetica musicale
– Roberto Vallepiano, scrittore
– Fabrizio Verde, direttore de “L’AntiDiplomatico”
– Alessandro Visalli, architetto e dottore di ricerca in pianificazione territoriale, esperto scienze del territorio e ambiente
– Alessandro Volponi, docente di filosofia, Fermo
1 “Dall’antrace al coronavirus, le vie di Fort Detrick”, 13 marzo 2020, in piccole note.ilgiornale.it.
2 D. Grady, “Deadly germ research is shut down at Army lab over safety concerns”, 5 agosto 2019, in Nytimes.com; “CDC lift shutdown order on Army biolabs at Fort Detrick”, 1 aprile 2020, in Military.com.
3“Research into deadly viruses and biological weapons at US army lab shut down over fears they could escape”, 6 agosto 2019, in Independent.co.uk.
4S. Montrella, “Altre due persone sono morte negli Usa per la sindrome da svapo”, 6 settembre 2019, in Agi.it.
5“’American coronavirus’: China pushes propaganda, casting doubt on virus origin”, 12 marzo 2020, in Theguardian.com.
6“USA, le patologie ‘da svapo’ non imputabili alle sigarette elettroniche”, 30 ottobre 2019, in Adnkronos.com.
7M. Nicoliello, “Primi casi ai giochi mondiali militari di Wuhan 2019? «Era ottobre, ci siamo ammalati tutti»”, 6 maggio 2020, in Ilmessaggero.it.
8“OMS rilascia rapporto sull’origine dei Sars Cov-2, uno schiaffo in faccia per i fabbricatori di fake news occidentali”, 31 marzo 2021, in Italian.cri.cn.
9M. Vigneri, “Alcuni scienziati avevano simulato l’arrivo di un coronavirus e 65 milioni di morti in 18 mesi”, in Tpi.it.
10“Confronto tra influenza ed infezione da COVID-19 negli Stati Uniti”, 3 marzo 2020, in Medicalsystem.it.
11“Ist.Tumori Milano, Covid in Italia già da settembre 2019”, 15 novembre 2020, in Ansa.it; “Istituto Nazionale Tumori: ‘Coronavirus in Italia già a settembre 2019’”, in Quotidianosanita.it.
12“Covid in America prima che in Cina? Lo studio che ribalta tutto”, 3 dicembre 2020, in Quifinanza.it; “Uno studio accerta che il Covid-19 è apparso prima negli USA che in Cina”, 2 dicembre 2020, in it.Sputniknews.com.
13E. Francis, “Respiratory outbreak being investigated at retirement community after 54 residents fall ill”, 12 luglio 2019, in Abcnews.go.com.
14“Coronavirus: il primo focolaio negli USA? VIDEO”, 23 giugno 2020, in Iene.mediaset.it.
15“Outbreak investigation assisted living facility in Springfield”, 26 luglio 2019, in Fairfaxcounty.gov.
16“Coronavirus…”, op .cit.
17R. Chiaberge, “Le bufale e i complotti sull’influenza spagnola del 1918 sono molto simili alle panzane di oggi sul Coronavirus”, in Linkiesta.it.
FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-trump_fort_detrick_e_il_covid19/82_41679/
BELPAESE DA SALVARE
SENZA FORMAZIONE SOCIALE… UNA CLASSE POLITICA INUTILE
Da queste pagine abbiamo già affrontato il problema della morte del contratto sociale, che circa trecento anni fa emendava l’uomo dal servaggio, dando autorevolezza al lavoro. Ma la latitanza della classe dirigente, soprattutto delegata ed elettiva, sul tema del binomio libertà e lavoro, ed in un momento in cui si chiede ai disoccupati di darsi al volontariato, è foriera d’oscuri presagi. Il vuoto su queste tematiche è pressoché totale nell’attuale rappresentanza politica, fatta eccezione per alcune frange estreme politico-sindacali, che da sempre si presentano all’elettorato come paladini dei diritti dei lavoratori.
Di contro nella cosiddetta fascia amorfa e sedicente moderata (più mediocritas che medietas di Orazio) che spazia tra centrosinistra e centrodestra, la maggior parte dei candidati si dichiara “amico del potere”, “in dialogo con i poteri forti”, “mai confliggente con i piani alti”, soprattutto sono spaventati da qualsivoglia richiesta di strale verso la classe dirigente. Quindi ci si domanda se la tutela del contratto sociale (dignità del lavoro e libertà individuali) possa trovare robusta sponda in una rappresentanza fatta di ometti, quote rosa buoniste ed animate da servilismo (mai di più lontano dalle combattenti femministe) e “quote arcobaleno” con robuste velleità nello spettacolo. Al punto che gran parte delle candidature sembrano solo appagare il desiderio fantozziano di tanti esserini per troppo tempo nell’ombra, oggi finalmente in grado di godere dei riflettori d’una temporanea campagna elettorale. La gente si chiede come possano difenderci da soprusi, angherie, prevaricazioni. Perché se il contratto sociale è in coma ed il potere non si fida più del popolo (o dei popoli) potrebbero mai dei culturalmente servi garantirci libertà essenziali, uguaglianza a cospetto della legge e rispetto del lavoro? Il confronto tra le tematiche affrontate dai velleitari di oggi con i discorsi dei vari Pietro Nenni, Amintore Fanfani e Aldo Moro, rivaluta democristiani e socialisti d’un tempo come pericolosi eversori e strenui difensori del “contratto sociale”. Ben si comprende come una debole classe dirigente possa facilmente mettersi a servizio, e per il solo bene del potere, delle varie mafie, camorre e ‘ndranghete.
Qui emerge l’enorme buco formativo dell’attuale classe dirigente che, probabilmente per presunzione spicciola, non ha mai pensato d’indagare sulle ragioni dell’infelicità che alberga nel cittadino di oggi. I partiti dal canto loro ben si guardano da corsi formativi sul problema. Certo la lettura di Impero, indagine sociale dei filosofi Toni Negri e Michael Hardt, farebbe comprendere ai candidati che lo spazio occupato dal lavoro si sarebbe a tal punto dilatato da coincidere con la vita stessa degli individui: è ormai impossibile distinguere tra attività produttive, improduttive e riproduttive; tra occupazione e disoccupazione; tra capitale costante e capitale variabile, tra mezzi di produzione e forze produttive.
Toni Negri spiega la nostra società, il suo nuovo modello di sviluppo post-fordista: oggi il capitale ha assunto sotto il proprio diretto controllo l’intero nostro ambito sociale, la nostra completa prassi vitale. Così la fabbrica si socializza, e l’intera collettività diviene terreno di attività produttive immediatamente soggette al comando capitalistico. Ecco che il capitale diviene “capitale sociale” e si appropria completamente della società, che è tutta alle dirette dipendenze del capitale (Google, Amazon, Facebook, le società di Bill Gates, Black Rock). Il borghese che vediamo oggi candidarsi tra i vari moderati non sa d’essere un “operaio sociale”, ignora che il lavoro non possa più distinguersi dalla vita: si è tutti una “moltitudine bio-politica”, ma si teme di dover fare quest’ammissione di fratellanza.
È troppo comodo sedersi in cattedra e reputarsi classe dirigente, e quindi dividere l’elettorato in operai, piccoli borghesi e borghesia alta e media. La falsata visione della società non permette all’attuale classe dirigente di adempiere ad alcuna delega dell’elettorato. Soprattutto la rappresentanza politica (locale e nazionale) non vuole accettare nemmeno l’idea della ristrutturazione capitalistica che ha cagionato la crisi sociale, economica e politica: il potere ed il capitale hanno congelato ogni anelito antagonista (ogni lotta) trasformando il rapporto tra produzione e territorio. Sono così stati capovolti i valori e le colpe. Per fare un esempio, responsabile dei processi produttivi e dell’inquinamento è oggi la società stessa, e non più il potere (multinazionali, grandi gruppi industriali, speculatori). Di fatto la classe dirigente politica è ormai un vassallo dell’alto potere, un corpo intermedio suffragato dal basso (dal voto) che obbedisce al potere. Ma col tramonto d’un sistema sociale (e del compito storico dei partiti) come un magma la società civile assurge a sempre nuovo referente della rivendicazione e della lotta.
L’evidente vuoto di rappresentanza è riscontrabile da ognuno di noi, e rivolgendo semplici interrogativi a qualsivoglia candidato: la ricerca dello scrivente s’è fermata al concetto di “reddito universale di cittadinanza” e, conseguentemente, al progetto di “povertà sostenibile”. A parte chi ha risposto con battutine (andrebbero registrate e diffuse in campagna elettorale) la maggior parte degli interpellati ha eluso il tema o, peggio, ha chiuso la conversazione. Ne deriva quanto sia difficoltoso ricostruire la comunità umana, e perché la conflittualità è già presente in chi si candida a rappresentarci: quest’ultimo ancora pregno di pregiudizi lavoristici come il “lavoro sommerso” o il fatto che “non si deve essere sempre retribuiti”. Posizioni preconcette che precludono alla reciproca cooperazione nell’ambito della comunità, insomma alla creazione di quell’intangibile valore sociale a cui dovrebbe concorrere la buona politica. Quest’ultima, priva di risposte, finisce per avallare il progetto elitario d’una “povertà sostenibile” (da cui l’individuo non sortisce) tessendo apologie del “terzo settore” o giustificando il volontariato come parco buoi della “disoccupazione strutturale”. Di fatto il pianeta è oggi governato da un unico gruppo di potere, ed i corpi intermedi nazionali e locali non vogliono riconoscerlo o lo ignorano: è la profezia di Karl Marx, oggi gli scenari di guerra non sono più tra popoli o tra nazioni, ma globalmente tra popolo e potere.
Negri e Hardt scrivono che “la politica dovrebbe essere sfera di mediazione tra forze sociali in conflitto”, ed ammettono che oggi per via della rappresentanza non ha più ragion d’essere. Ecco che l’Impero (secondo Negri) rappresenta un “mutamento radicale che finalmente rende possibile il progetto capitalista di riunire potere economico e potere politico… realizzare un ordine propriamente capitalista”, nel quale lo Stato ed il capitale coincidono effettivamente (e lo vediamo nei contratti e nelle logiche di partenariato pubblico-privato). La realtà imperiale è monistica, ha abolito le dualità che innescavano il moderno conflitto sociale. Tutto questo consente al nuovo sovrano “di dominare gli spazi infiniti del pianeta, di penetrare le profondità del mondo bio-politico e di affrontare una temporalità imprevedibile”.
La non presa di coscienza di questa classe politica ci sta conducendo verso normative globali sul lavoro che, sempre più potranno somigliare alle leggi di Roma per fermare la fuga dalle campagne verso le città: il provvedimento aveva imposto ai coloni di trasmettere il proprio mestiere bracciantile ai discendenti. La fissità sociale delle classi di cui parlava Casanova (terminata con la Rivoluzione francese) che aveva legato i poveri non urbanizzati al terreno che coltivavano, al punto da essere venduti insieme ad altri strumenti di produzione anche ai nuovi proprietari dei fondi. Il proprietario del fondo aveva il diritto di reclamare i coloni al suo servizio qualora si fossero allontanati dal podere: poteva infliggere loro pene corporali in caso di disobbedienza, stabilire in quali modi ogni colono potesse utilizzare la propria paga.
Oggi i fondi e le grandi società di speculazione parlano di “povertà sostenibile” di moneta elettronica a fronte di salari e stipendi, di come le banche dovrebbero indirizzare i cittadini sull’acquisto di beni e servizi. È la nuova “servitù della gleba”, ma i novizi della politica fanno finta di nulla e voltano la testa altrove.
FONTE: http://opinione.it/cultura/2021/06/07/manlio-lo-presti_denaro-affari-neolatino-vaticano-borges-traduzione-resurrezione/
Sulla triste storia di Saman, ragazza di origini pakistane, scomparsa perchè probabilmente uccisa per volontà della sua famiglia
CULTURA
“LE COSTITUZIONI”: LA COREA DEL NORD (VIDEO)
“La Repubblica democratica popolare di Corea è uno Stato socialista indipendente che rappresenta gli interessi di tutto il popolo coreano”. Questo il primo articolo della Costituzione della Corea del Nord al centro della puntata odierna de “Le Costituzioni”.
VIDEO QUI: https://youtu.be/BwgpkkdF5To
FONTE: https://www.opinione.it/cultura/2021/06/09/manlio-lo-presti_le-costituzioni-corea-del-nord-primo-articolo-stato-socialista-indipendente/
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
La Battaglia Finale
Giugno 9, 2021 posted by admin
Un ottimo BORGOGNONE spiega in modo perfetto cosa c’è in ballo in questa battaglia finale fra il bene e il male.
VIDEO QUI: https://youtu.be/BHnHWyvGSyg
Concordo pienamente col fatto che da fine estate ci sarà l’attacco finale alle libertà individuali e collettive con tecniche di manipolazione sottili e diaboliche al fine di dividere e bloccare la resistenza che si sta formando al fine di creare un mondo diverso e più funzionale alle reali esigenze umane.
Questa DITTATURA si è potuta instaurare solo grazie all’individualismo spinto e pompato dal 68 in poi, quindi la battaglia è innanzi tutto CULTURALE!
Impressionante la mentalità giovanile dopo oltre 50 anni di NEUROTOSSINE sessantottine, l’assalto agli Hub vaccinali da parte dei giovani fa davvero paura per il livello di “appecorinamento”! Pur di poter fare delle vacanze e avere un piccolo pezzo di libertà ti fai iniettare una TERAPIA GENICA SPERIMENTALE con rischi conclamati a breve termine e ignoti a medio e lungo termine contro un Covid che per loro ha praticamente rischi = a ZERO!
Una totale follia, come portare la mascherina all’aperto, ma….
La mascherina è diventata ormai il simbolo evidente di SOTTOMISSIONE, simbolo di adesione ad una Dittatura sanitaria, un dogma ridicolo e tragico.
Veder passare macchine con persone da sole a bordo che indossano la mascherina crea una PENA INFINITA per la totale demenza raggiunta dalle masse.
Impressionante la falsificazione di massa totale: assembramenti di giovani pigiati uno sull’altro negli Hub vaccinali SI, le masse di tifosi che festeggiano a decine di migliaia SI, le manifestazioni contro questo delirio ASSOLUTAMENTE NO! due pesi e due misure che anche un bambino capisce che “NON TORNANO”
Una regressione totale dell’intelligenza umana spaventosa!
Il male assoluto si è pienamente manifestato con tutti i suoi orrori satanici perpetrati dalle élites globaliste e imposte in parte come DISVALORI ALLE MASSE come viene spiegato in questa ottima sintesi:
Uno stellare SANNINO spiega come viviamo in una società satura di DISVALORI pompati in modo continuo nella collettività che distruggono le FONDAMENTA di una sana e appagante vita individuale e sociale.
Spettacolare la sintesi di come le élites cercano di tenerci “Bassi” come intelligenza, senso critico e anche a livello energetico e spirituale.
Una società in cui tutto è monetizzato e in cui tutti siamo infelici e viviamo come criceti nella ruota, anzi come asini legati al giogo di un mulino gestito da altri, in sostanza siamo schiavi inconsapevoli.
In questo anno ci giochiamo tutto, solo una reazione della parte sana della società può darci di nuovo la vera LIBERTA’ e una vita realizzata e felice.
Splendida la sintesi sul Narcisismo come difesa e diretta conseguenza dei DISVALORI imposti dalle élites! E come la continua esaltazione dell’EGO individuale crea una paurosa SOLITUDINE DI MASSA perfettamente funzionale al “divide et impera” che permette alle élites di schiavizzarci in modo totale.
Il più terribile dei Disvalori imposti è l’IGNORANZA delle masse che deve essere assoluta soprattutto sulle basi economiche e monetarie e ora anche sanitarie!
L’ignoranza imposta è la base per tenerci in catene nella caverna di Platone, in cui i singoli NON SANNO DI NON SAPERE, anzi credono di sapere tutto.
L’esempio più evidente di questa spaventosa ignoranza e “creduloneria” che ci viene imposta è rappresentata dalla corsa smodata a farsi non un vaccino sicuro e sperimentato, ma al contrario una TERAPIA GENICA SPERIMENTALE mai fatta prima sulle masse e di cui non si conoscono gli effetti a breve, ma soprattutto a medio e lungo termine. L’immagine delle PECORE all’inizio rende benissimo il livello di ignoranza in materia che è stato imposto alle masse.
Un ultimo esempio di come ci prendono per il cul…in giro:
Questa è la curva dei casi positivi 2020: notato come da Aprile a giugno i casi crollano? Ma di Terapie geniche chiamate “vaccini” non ce ne erano!!
Quindi anche quest’anno non sono i “vaccini” a far crollare i “contagi” ma il semplice fatto che tutti i Coronavirus, come i raffreddori e le sindromi influenzali con la bella stagione crollano, ma i TG mentono attribuendo la decrescita alle vaccinazioni massive, in modo da stimolare le persone a vaccinarsi in maggior numero!!
Tutto questo è un delirio criminale, anche perché fior di scienziati spiegano che in autunno potremmo avere delle brutte SORPRESE proprio a causa dei vaccini che stimolano lo sviluppo delle varianti ignote!!
FONTE:
https://scenarieconomici.it/la-battaglia-finale-di-marco-santero/#.YMCDU7EwyJU.whatsapp
Mezz’ora in più, rissa senza precedenti tra Annunziata e Santoro
“Domande vietate”, “Vuoi darmi lezioni?”. Volano stracci
07 giugno 2021
Ed è scontro tra Lucia Annunziata e Michele Santoro. L’ospitata dell’ex volto Rai a Mezz’ora in più su Rai 3 si è trasformata in un botta e risposta durissimo. Ad accendere la miccia i vaccini e la mancanza di voci contrarie lamentate da Santoro: “Gli scienziati non sono Dio, devono fornirmi i dati per prendere le decisioni”. “Ma né tu né io siamo in grado di leggerli”, ha prontamente replicato la conduttrice mentre il collega rincarava la dose: “Allora dobbiamo farci governare dagli scienziati? Ci sarà qualcuno che li deve saper leggere. Il rischio per me è metterli sul piedistallo come se fossero degli dei. Pretendo che mi diano quanti più dati possibile per verificare che le loro teorie siano corrette”. Frasi che hanno scatenato la Annunziata, pronta a incalzare nel chiedere se “vuoi criticare la politica, gli scienziati o tutti e due?”.
Ma Santoro non si è arreso e fermo sulle sue posizioni ha rivendicato “più democrazia nel mio Paese”. Nel mirino del giornalista ci sono finiti anche i politici, accusati di aver utilizzato gli esperti del Covid. La situazione è però diventata piano piano più incandescente: “Poi se a te stanno bene i telegiornali che non danno spazio a opinioni critiche che ci sono e che corrisponde al 30 per cento dell’opinione pubblica, dimmi tu se questo è normale”, ha sbottato a quel punto il fu conduttore di AnnoZero.
Presa in contropiede, la Annunziata non ha gradito la stoccata: “Intanto voglio dirti che io sono giornalista e mi assumo la responsabilità di quello che faccio io, credo che sia ingiusto da parte mia criticare i colleghi”. Finita qui? Neanche per sogno perché la Annunziata non ha affatto preso bene la critica del collega: “Scusa ma tu adesso non eserciti nel senso che non hai una tua trasmissione e vieni qui a farci notare queste cose? Vuoi darmi lezioni?”. A sua volta Santoro ha risposto per le rime: “Non si possono fare domande”. E ancora: “Non ho una mia trasmissione ma sono un giornalista”. Poi si è alzato ed è andato via ancora borbottando con ilarità: “Io non esercito…”.
FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/news/spettacoli/televisione/27504887/mezz-ora-in-piu-rissa-lucia-annunziata-michele-santoro-domande-vietate-vuoi-darmi-lezioni.html
Biden ha revocato l’ordine esecutivo di Trump contro WeChat e TikTok
Il dipartimento del Commercio e le altre agenzie federali competenti dovranno sviluppare linee guida per la “protezione dei dati personali e sensibili” da possibili abusi
09 giugno 2021
AGI – Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha revocato l’ordine esecutivo firmato dal predecessore Donald Trump per bloccare le app cinesi TikTok e WeChat sul mercato americano. Lo riferisce la Casa Bianca. Biden ha invece emesso un nuovo ordine esecutivo che prevede lo sviluppo di un quadro normativo “rigoroso” che sulla base di una “analisi incentrata sulle prove” identifichi le applicazioni Internet controllate da entità straniere” che “pongono rischi inaccettabili per la sicurezza nazionale Usa e il popolo americano”, in particolare “le applicazioni possedute, controllate o gestite da persone che sostengono forze armate straniere avversarie o attività di intelligence o siano coinvolte in attività informatiche maligne o includano applicazioni che raccolgono dati personali sensibili”.
Il dipartimento del Commercio e le altre agenzie federali competenti dovranno sviluppare linee guida per la “protezione dei dati personali e sensibili” da possibili abusi. Trump aveva preso di mira TikTok, app popolarissima tra i più giovani, e WeChat, considerandole non sicure. Il tycoon aveva fatto pressioni perché almeno una delle app venisse venduta ad americani, e aveva firmato un ordine con cui si vietava di scaricarle in Usa, un provvedimento mai messo in pratica perché i giudici lo avevano giudicato non legittimo.
FONTE: https://www.agi.it/estero/news/2021-06-09/biden-revoca-ordine-esecutivo-trump-contro-wechat-tiktok-12861041/
L’Orizzonte degli Eventi: serve un’intelligence popolare
Un bel po’ di anni fa, dal grande Giampaolo Pansa udii queste parole: se avete una notizia, datela. Cioè: non stateci a pensare troppo, non abbiate paura dell’impatto che potrà avere. Certo, le notizie vanno prima controllate, verificate. Ma lo sport nazionale – aggiunse l’autore di “Carte false”, brillante pamphlet sulle troppe cialtronerie del giornalismo italiano – consiste nel non darle quasi mai, le vere notizie, se non in dosi omeopatiche e dopo aver sondato con infinita cautela tutti i potentati, anche politici, che potrebbero non gradire l’articolo in uscita. Il corollario del Pansa-pensiero: meglio una notizia imprecisa, piuttosto che il silenzio. Così almeno la lezione fu recepita, allora, dai giovani aspiranti colleghi, che ancora vedevano nella professione del reporter (proprio grazie alla presenza di fuoriclasse come Pansa) la possibilità di fare davvero i “cani da guardia della democrazia”. Con le dovute proporzioni, certo: al netto delle limitate capacità di ciascuno. E ben sapendo che l’errore, lo svarione e la presbiopia ideologica sono sempre dietro l’angolo.
Il mondo di Pansa, come sappiamo, è tramontato con la fine dei grandi partiti, travolti da Mani Pulite, per poi inabissarsi definitivamente dopo l’11 Settembre insieme a tutto il resto (compresi i “cani da guardia” e la stessa democrazia, almeno per come la si era conosciuta e apprezzata negli anni d’oro del libero scrivere e del libero parlare). Dal pianeta delle stragi e delle “guerre al terrorismo” – passando per le tempeste artificiali dello spread – siamo approdati al nuovo universo della Verità Unica Pandemica, nel quale è diventato lecito anche togliere la parola al presidente degli Stati Uniti, sebbene ancora in carica. Banale dirlo, oggi: l’informazione stessa sembra sia stata letteralmente inghiottita da un buco nero, risucchiata nella terra di nessuno che gli astrofisici chiamano “l’orizzonte degli eventi”, oltre il limite misurabile dalla velocità della luce. L’Orizzonte degli Eventi è anche il nome della trasmissione web-streaming condotta il giovedì sera da Tom Bosco con Matt Martini e Nicola Bizzi sul canale YouTube di “Border Nights”. Obiettivo: monitorare gli accadimenti e provare a spiegarli, tentando di decifrarne il significato.
Missione rischiosa, naturalmente: si può sempre essere imprecisi, specie in diretta. Ne è consapevole lo stesso Martini, chimico farmaceutico e appassionato studioso dei legami (anche di matrice esoterica) tra passato e presente, con una particolare predilezione per le culture orientali. Martini è anche co-autore e curatore, insieme a Bizzi, dell’instant-book “Operazione Corona”, trasformatosi in bestseller. Un libro editato a tempo di record da Aurora Boreale, con il contributo di personaggi come l’avvocato Marco Della Luna e, tra gli altri, di un medico del calibro di Stefano Scoglio, già candidato al Nobel per la Medicina. Ebbene: di fronte al prevedibile clamore suscitato dalla trasmissione, sempre più seguita, lo stesso Martini si è sentito in dovere di fornire qualche precisazione. Per esempio, questa: non si può pretendere che la nostra diretta del giovedì sera diffonda sempre e solo notizie certificate. A volte si limita, per così dire, a segnalare spunti, indizi, semplici opinioni e possibili tracce di verità eventuali. Siamo una sorta di “intelligence popolare”, dice Martini, spiegando: ve lo immaginate, un servizio segreto che trascurasse qualche pista?
Il menù (proprio come quello degli 007) comprende inevitabilmente anche la possibilità di imbattersi nelle cosiddette bufale, quelle che oggi va di moda chiamare fake news. Per verificarle occorre tempo, e dunque ci si trova di fronte al famoso bivio: tacere (che è la scelta più comoda) o parlare comunque, pur sapendo di poter cadere in errore. La risposta del pubblico (decine di migliaia di visualizzazioni) sta premiando la scelta di immediatezza operata dalla trasmissione: parlare, sempre e comunque. Un “collega” come Massimo Mazzucco, anche lui presente nel circuito di “Border Nights”, è più prudente: sceglie di pronunciarsi solo quando è certo di poter documentare quanto afferma, sapendo benissimo che l’avversario (politici, media, debunker) non aspettano altro che un passo falso, magari su un aspetto secondario, per poter attaccare la fonte – screditandola – allo scopo di squalificare l’intero contenuto, scomodo, che ha presentato.
Esemplare l’ultimo colpo messo a segno dall’inappuntabile Mazzucco: in un video documentatissimo anticipato sul suo canale (”Contro Tv”, fondato insieme a Giulietto Chiesa) ha dimostrato come l’establishment si sia rifiutato di riconoscere le ormai numerose terapie che contrastano il Covid in modo efficace, senza nemmeno dover ricoverare i pazienti. Perché lo hanno fatto? Perché l’abilitazione di una qualunque terapia – spiega Mazzucco – avrebbe reso impossibile la concessione dell’autorizzazione d’emergenza per i “vaccini genici”, ancora sperimentali, presentati (in modo fraudolento, dunque) come unica soluzione possibile. Si domanda Mazzucco: se le terapie messe a punto dai migliori medici italiani a partire dalla tarda primavera 2020 fossero state prontamente adottate, quante vittime in meno avremmo avuto? La risposta “sta soffiando nel vento”, per dirla con Bob Dylan, o magari è stata inghiottita – anche lei – dal grande buco nero nel quale sono finite le principali verità, riguardo allo spettacolo planetario della cosiddetta pandemia.
Il paziente lavoro di Mazzucco – indagini e reportage – è strettamente correlato con quello di molti altri analisti che, a monte, si confrontano ogni giorno con fonti aperte, come ricorda lo stesso Matt Martini: si tratta sempre di notizie (o anche solo di voci e indizi) comunque rintracciabili “in chiaro”, sulla stampa o sul web. Blog, social media, siti ufficiali, web-tv: un “concerto” caotico e contraddittorio, worldwide, dal quale estrarre spunti da approfondire. Il giovedì sera, L’Orizzonte degli Eventi si comporta come una sorta di prima linea: registra dati, selezionandone alcuni. Non sappiamo sempre quanto siano attendibili, ammette Martini, che però spiega: non possiamo permetterci di trascurarne nessuno, di quelli che ci paiono interessanti. E il pubblico – è il caso di ripeterlo – apprezza questa scelta metodologica, che poi (nel caso de L’Orizzonte degli Eventi) viene declinata in base alla sensibilità culturale degli speaker, alla loro esperienza e alla capacità effettiva di proporre analisi coerenti e, spesso, coraggiosamente “eretiche”.
La premessa può apparire scontata: siamo in un mondo in cui una forte minoranza della popolazione ha ormai raggiunto la radicata convinzione che, del mainstream, non ci si possa più fidare. Ed è abbastanza illusorio sperare in una sua prossima “redenzione”, tenendo conto di un fatto basilare: le società che controllano i media sono pochissime, un pugno di operatori, strettamente correlati fra loro e al servizio dei massimi poteri. L’autonomia della singola redazione, in pratica, è come se si fosse estinta. Un giorno la situazione cambierà, come in fondo tutto, sulla Terra, finisce sempre per cambiare, prima o poi? E comunque: nel frattempo, chi si incarica di rilanciare informazioni, analisi e ipotesi che il mainstream tace? Certo, il rischio del manierismo cospirazionistico è evidente: si corre il pericolo di finire in una sorta di ghetto, comodissimo per il “potere” che si dichiara di voler contrastare. Ma l’alternativa quale sarebbe? Tacere? Attendere di avere sottomano tutti gli elementi?
Questo vale soprattutto per chi, come Mazzucco, costruisce solidi reportage giornalistici su argomenti precisamente delimitati. Ma il lavoro dei reporter indipendenti parte comunque da informazioni rilevate e rilanciate dagli operatori di prima linea, quelli che Matt Martini chiama “l’intelligence popolare”, costretti a scovare indizi tra i silenzi, le reticenze e le sfrontate menzogne di chi detiene le leve di comando. In tutto questo, un’ottima bussola può essere quella rappresentata da una parola preziosa e oggi infrequente: libertà. Si può anche diffidare di certi contenuti, a patto che non si pretenda che vengano censurati (come sta avvenendo in modo sistematico). E’ fondamentale poter liberamente pesare tutte le idee che vengono espresse, anche quelle che possono apparire stralunate: fotografano benissimo lo stato emotivo, psicologico, cognitivo e politico della platea odierna, in mezzo a un oceano di colpevoli omissioni e distorsioni. Alla censura, del resto, provvede già il mainstream, maestro innanzitutto di autocensura. Se si è liberi, si può sempre valutare serenamente ogni voce: senza averne paura, e anzi apprezzando la polifonia (anche stridente) dell’insieme. E senza mai dimenticare la lezione del vecchio Pansa, che ai cronisti in erba ripeteva: ascoltate tutto e tutti, ma non fidatevi ciecamente di nessuno – beninteso: nemmeno di me.
(Giorgio Cattaneo, 10 giugno 2021).
FONTE: https://www.libreidee.org/2021/06/lorizzonte-degli-eventi-serve-unintelligence-popolare/
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Le élites e la valuta del futuro
09 Giugno 2021
Mentre il pianeta terra continua ad abbracciare e a sviluppare la “rivoluzione digitale” globale, dietro le quinte, sta emergendo una nuova “corsa allo spazio”, dove lo spazio sarà il dominio del mezzo di scambio utilizzato per vivere da tutti noi, ovvero la valuta.
Con oltre l’80% delle banche centrali di tutto il mondo che stanno saltando sul carro delle criptovalute, ricercando, sviluppando, creando e persino implementando le valute digitali delle banche centrali (CBDC), ci stiamo avvicinando a un clima simile a quello di una “guerra fredda finanziaria” e alla fine scopriremo quale Stato, Nazione o Impero raggiungerà il dominio monetario digitale globale.
Negli Stati Uniti, il presidente della Fed Jerome Powell ha respinto l’idea che la banca centrale americana potrebbe implementare un dollaro digitale, ma poiché il contrario di ciò che dicono i banchieri centrali di solito si avvera, questo ha assicurato il futuro del FedCoin. Poco dopo, in una chiamata su Zoom, infatti, ha dato la sua benedizione al dollaro digitale. Dopo di che, le élite tecnologiche e monetarie del M.I.T e la Fed di Boston hanno avuto tutte le ragioni per continuare con la loro pluriennale Digital Currency Initiative per “sostenere lo sviluppo della moneta digitale e della tecnologia blockchain” in America.
Nel frattempo, in Europa, la BCE deve ancora dare “luce verde” all’euro digitale – collocando la banca centrale mesi dietro la concorrenza. Anche il governo britannico ha istituito una task force per indagare sui sistemi di valuta digitale con il nome in codice “Britcoin” così come la Sveriges riksbank (la banca centrale Svedese) ha completato il suo prototipo di e–krona, annunciando, naturalmente, che i tassi di interesse rimarranno a zero al momento del lancio.
Tra tutte le superpotenze globali, tuttavia, i cinesi sono in testa. La Banca Popolare Cinese ha completato il suo più grande progetto di valuta digitale, avvicinandosi alla realizzazione di uno Yuan digitale o DCEP. Nel loro programma pilota, la banca centrale Cinese ha già distribuito le “buste rosse“, portafogli digitali accreditati con 200 yuan, a 50.000 cittadini prevedendo di emettere altri 6,2 milioni di DCEP durante il Dragon Boat Festival di quest’anno – una festa cinese per commemorare un famoso personaggio cinese Qu Yuan.
Mentre le superpotenze globali hanno continuato a darsi battaglia nell’arena monetaria digitale, tuttavia, le Bahamas sono diventate il primo paese a costruire e implementare una CBDC pienamente funzionate. Battendo tutte le maggiori potenze economiche al traguardo, la banca centrale delle Bahamas ha introdotto il Sand Dollar, permettendo ai consumatori e alle imprese di acquistare e vendere beni e servizi su una qualsiasi delle oltre 700 isole delle Bahamas.
Il modo in cui i governi, le banche centrali e il mondo accademico in tutto il globo hanno abbracciato e accolto le tecnologie monetarie digitali dimostra che le CBDC sono il futuro del denaro e che “non si può tornare indietro”. Ma questa imminente “rivoluzione” monetaria punirà l’ordine finanziario precedente, affronterà gli immensi deficit, i debiti e le passività che tutti si devono e risolverà mai l’enorme disuguaglianza di ricchezza nella società? Niente affatto! Cambierà solo il mezzo di scambio ma non certo l’architettura finanziaria alla base del sistema di approvvigionamento di tale mezzo tramite l’emissione a debito.
Questo, tuttavia, non significa che le superpotenze globali non competeranno l’una contro l’altra per creare una CBDC definitiva. Anche se le Bahamas hanno creato il Sand Dollar, questo non migliorerà la loro posizione sulla scena mondiale. Come al solito, il partito comunista cinese e gli imperialisti statunitensi combatteranno la battaglia più influente, un conflitto monetario che plasmerà il futuro delle valute digitali, definendo le loro regole, gli standard e i protocolli, e decidendo quale potenza guadagnerà il dominio monetario digitale.
Per capire come si svolgerà questa sfida, tuttavia, dobbiamo prima scordare la fantasia che gli Stati sono Stati perché invece è una lotta plutocratica per il potere tra individui assetati di potere che bramano quantità sempre maggiori di ricchezza e di controllo. Se riconosciamo che viviamo in una plutocrazia gestita e non in una democrazia, ci renderemo conto che questa lotta per il potere, con i conseguenti potenziali conflitti e alleanze, tra tre soli attori principali, ovvero: le élite tecnologiche della Silicon Valley, le élite bancarie e finanziarie di Wall Street e le élite monetarie della Fed, che da sole determineranno il futuro del denaro in tutto il mondo occidentale.
Sappiamo che questa lotta di potere modellerà le CBDC del mondo occidentale perché uno scenario simile si è già svolto in Cina. Se conoscete qualcuno che ha vissuto di recente in quel Paese, vi avrà detto che è quasi impossibile fare spese senza AliPay e WeChat: le due “super-app” dominanti, di proprietà dello Stato che hanno rivoluzionato il modo di vivere dei cittadini cinesi. “È il collante che tiene insieme gran parte della mia vita qui”, dice Richard Turrin, esperto di fintech e residente in Cina. “Non ci sono limiti … Si può passare dalla chat con gli amici all’acquisto di biglietti aerei all’ordine di consegna del caffè senza mai lasciare l’app”. Poiché le società dietro queste applicazioni, Alibaba e Tencent, hanno il monopolio sui pagamenti digitali in Cina, troverete le loro piattaforme in ogni negozio, su ogni sito web e su ogni dispositivo. Non avere un portafoglio digitale per i pagamenti significa che alla fine vivrai fuori dalla realtà.
Mentre AliPay e WeChat continuano a conquistare ogni mercato in Cina, le potenze del mondo occidentale hanno iniziato a prendere nota. Ogni fazione dell’élite americana ha lentamente iniziato a comprendere che costruire un monopolio di pagamento digitale è la chiave per ottenere il futuro potere monetario e politico. Chiunque crei il sistema di pagamento più user-friendly vincerà la maggioranza dei cuori degli americani… e i loro soldi.
Se di recente ti sei collegato ai media che trattano di tecnologia, ti sarai imbattuto nella narrazione che la Cina stia “rubando” quantità crescenti di tecnologia dagli Stati Uniti. Anche se questo non era vero c’era comunque un Baidu che copiava Google, un Alibaba che copiava eBay, un Weibo che copiava Twitter e un RenRen che copiava Facebook, negli ultimi anni le élite americane sono rimaste indietro nella corsa tecnologica e si sono impegnate nell’ipocrisia “prendendo in prestito” quantità sempre crescenti di tecnologia, infrastrutture e idee nate in Cina.
Facebook ha copiato le chat di gruppo private, una caratteristica creata da WeChat. Google ha testato le “mini–app”, un’app che gira all’interno di altre app, che rispecchiano il concetto di “miniapp” di WeChat e AliPay. Nel frattempo, PayPal e Apple hanno adottato l’arma segreta del fintech cinese: I QR-Codes. Mentre il mondo occidentale vede i QR-Codes come noiosi espedienti, la Cina li ha usati per aggiungere il supporto offline per i pagamenti in valuta digitale, permettendo ai consumatori non tecnologici di usare i QR-Codes cartacei per interfacciarsi con WeChat e AliPay. Se avevate pensato che le valute digitali avrebbero potuto creare una vera società senza contanti, ripensateci!
Ora, probabilmente state pensando a come l’adozione di massa di AliPay e WeChat non abbia causato il collasso del sistema bancario tradizionale cinese. Anche se la rivoluzione dei pagamenti digitali hanno distrutto circa 400 miliardi di RMB delle entrate delle banche tradizionali cinesi, questo non ha causato una crisi o una corsa agli sportelli. A quanto pare, i cittadini cinesi hanno ancora fiducia nelle banche tradizionali piuttosto che nelle aziende tecnologiche per conservare il loro capitale, il che probabilmente è lo stesso sia in America che in Europa.
Come le mega banche americane, i regolatori e le agenzie di rating sono da sempre in combutta con le élite monetarie della Federal Reserve, anche le mega banche cinesi hanno imparato la lezione dichiarando guerra ad AliPay e WeChat facendo in modo che lo Stato “regolasse” le società di pagamento mobile in circuiti extra bancari. AliPay e WeChat di fatto stavano immagazzinando i depositi dei clienti in fondi nel loro mercato monetario generando ai clienti anche redditi passivi extra ogni anno, ma i regolatori hanno eliminato questo flusso di reddito obbligando le società di pagamento digitale A mantenere i soldi dei clienti cinesi presso la loro banca centrale. Questo a loro dire ha aiutato a “proteggere” i fondi dei clienti ma ha anche permesso alle élite bancarie cinesi di mantenere il dominio finanziario monopolizzando di fatto le grandi aziende tecnologiche cinesi.
Questo ci dà un assaggio della “shit storm” che si svilupperà una volta che l’élite occidentali si sveglieranno e inizieranno a perseguire il potere attraverso i mezzi di pagamento digitali. Se prendiamo quello che è successo in Cina e lo applichiamo agli Stati Uniti, la Silicon Valley fornirà lo stack tecnologico e i sistemi di pagamento dietro lo standard monetario digitale, la Fed fornirà il quadro normativo, e le mega banche sopravviveranno facendo pressione per una maggiore regolamentazione contro i grandi players tecnologici che hanno sviluppato sistemi monetari competitivi. Anche la Fed salirà a bordo creando un’applicazione, forse con l’aiuto della Silicon Valley, che permetterà loro di attuare politiche monetarie in stile MMT. I cittadini, per esempio, scaricheranno semplicemente la “app Fed-Wallet” e otterranno “Free Money”. Stesso discorso avverrà in EU tramite la BCE.
Mentre tutto questo accade, l’alleanza cripto continuerà a reclutare nuovi membri che abbracceranno la finanza decentralizzata (DeFi) e altri movimenti monetari guidati dai cittadini. Anche se questi movimenti popolari sono diventati una via per sfuggire alla repressione e al controllo delle élite finanziarie, la maggioranza delle persone sosterrà le CBDC dell’élite e i sistemi di pagamento della nuova era ma non quelli basati sui principi del denaro decentralizzato.
Anche se molti economisti sottolineano lo stato gravemente difettoso del sistema monetario globale, la maggioranza deve ancora “svegliarsi” e questo fatto non cambierà presto. È spiacevole scriverlo ma è così. La maggior parte delle persone accetta senza consapevolezza che il denaro possa essere inventato, distorto, manipolato in qualsiasi forma e che sia pure senza solidi supporti mentre le élite monetarie mantenendo quella fiducia continuano ad accaparrarsi beni reali in cambio di carta straccia.
Con ulteriore sgomento dei sostenitori delle criptovalute (me compreso), le prime CBDC probabilmente abbandoneranno del tutto la blockchain e agiranno come un aggiornamento dell’attuale sistema finanziario legacy. Siamo semplicemente ancora all’inizio dell’era delle valute digitali prima che il “sistema dollaro” scompaia o che qualcuno possa davvero sfidare la sua egemonia. È impossibile che un’altra valuta fiat prenda il sopravvento, figuriamoci una digitale, perché esiste ancora troppa infrastruttura bancaria e finanziaria per liberarsi in tempi brevi dal potere del biglietto verde.
Dal momento che l’America controlla tutti i sistemi “onshore” che permettono alle aziende e ai Paesi di partecipare al commercio globale, un concorrente deve prima inventare versioni “new-age” di sistemi finanziari complessi come il mercato obbligazionario, il mercato dei futures e il mercato REPO, quindi sostituire le “coperture”, i regolamenti, le aste e le camere di compensazione. E dobbiamo anche ricordare che la maggior parte del commercio globale di oggi non viene eseguito all’interno dei confini del sistema finanziario “onshore”, ma nello strato del sistema bancario ombra “offshore”. I sistemi all’interno di questo strato, come il sistema dell’eurodollaro, sono moderni, digitali e basati su libri contabili, ma non possono ancora comunicare con le tecnologie monetarie della nuova era come le CBDC.
Poiché le élite finanziarie – le mega banche, gli hedge fund e i fondi pensione – dominano questo strato bancario ombra, le élite tecnologiche – Silicon Valley – hanno la capacità di creare una tecnologia superiore, e le élite monetarie – la Federal Reserve, la BCE ecc – detengono il monopolio sugli standard monetari, questo creerà un’interessante dinamica futura.
Quello che abbiamo visto in Cina sta per farsi strada in America e nel resto del mondo occidentale, solo le differenze culturali e strutturali tra le due superpotenze creeranno un sistema diverso in Occidente.
Se scordiamo la visione semplicistica del mondo che gli Stati nazionali, i governi, le banche centrali e le mega corporazioni stanno lavorando per cambiare il mondo “in meglio” e invece capiamo che è sempre stata una lotta costante tra individui affamati di potere per ottenere maggiore potere, ricchezza e controllo, riconosceremo che il prossimo conflitto delle valute digitali sarà la vera forza trainante dietro le strutture e le funzioni delle CBDC.
Si tratterà su come queste valute digitali serviranno gli interessi di ogni tipo di élite, non solo su scala regionale, ma globale, dato che le CBDC di ogni nazione dovranno alla fine interfacciarsi tra loro – con gli sforzi per raggiungere l’obiettivo già in corso.
In questo momento, ad esser onesti, non sappiamo cosa significhi tutto questo per il futuro del denaro, ma sappiamo che chiunque vinca la “corsa allo spazio” del denaro digitale, che sia il TechCoin della Silicon Valley, il FedCoin americano, il DCEP cinese o, per qualche miracolo (stile El Salvador), il Bitcoin di Satoshi o le crypto valute, la prossima guerra delle valute digitali sarà comunque epocale, ed è appena iniziata.
FONTE: https://www.luogocomune.net/26-economia/5792-le-%C3%A9lites-e-la-valuta-del-futuro
IMMIGRAZIONI
Un ragazzo, un bel ragazzo, aitante, atletico, capelli rasta e colorito bruno, ma nemmeno tanto
Alessandro Perrone 8 06 2021
PANORAMA INTERNAZIONALE
Il primo documentario su Francesco, Benedetto XVI, la Mafia di San Gallo e la massoneria ecclesiastica
ecclesiastica
Il video, sconvolgente, affronta anche la rinuncia di Benedetto XVI giudicata invalida da molti canonisti
Due giorni fa, è stato pubblicato il documentario in italiano e inglese “Il messaggio nella bottiglia”: 40 minuti sconvolgenti dove si analizzano, sulla base di oggettivi dati di fatto, temi scottanti come la rinuncia di Papa Ratzinger; la “Mafia di San Gallo”; la genealogia episcopale dei cardinali appartenenti ad essa; l’obiettivo storico della massoneria (ecclesiastica e laica) di demolire la Chiesa cattolica; la mistificazione del personaggio di San Francesco; la svolta materialista della neo-chiesa e l’incredibile potenza di fuoco mediatica che propone un’immagine di Francesco molto diversa da quella che, secondo gli autori, è la realtà.
Tra gli intervistati, il frate italo-americano Alexis Bugnolo, il prof. Francesco Lamendola e lo youtuber Marco Cosmo del canale “Decimo Toro” che ha messo in rete il filmato. L’autore è un ignoto regista che ha preferito celarsi per non essere falciato nella carriera.
Il documentario è visibile su Youtube QUI ma siccome potrebbe essere censurato o bloccato dagli amministratori (come già avvenuto per quelli di Mons. Viganò) è stato pubblicato anche su Rumble QUI
Secondo gli intervistati, esiste una antica gerarchia infedele nella Chiesa, collegata anche all’ordine dei Gesuiti e fortemente ispirata alla Massoneria, che si è impadronita del potere dopo una preparazione di almeno duecento anni, praticamente dalle prime infiltrazioni della Libera muratoria nella Chiesa. Personaggio chiave di questa corrente, il card. Mariano Rampolla del Tindaro, che doveva diventare papa, ma la cui elezione fu bloccata dall’imperatore d’Austria, proprio per le sue aderenze alla Massoneria.
Della Mafia di San Gallo, discendente da Rampolla, ha scritto, del resto, lo stesso primate del Belgio card. Danneels nella sua autobiografia, ammettendo candidamente che il gruppo di cardinali supermodernisti di cui faceva parte voleva deporre Benedetto XVI e che il loro campione era il card. Bergoglio. Citiamo dalla “Biographie” del 2015: “E’ un gesuita confratello di Martini e cardinale arcivescovo di Buenos Aires, si chiama Jorge Mario Bergoglio. L’atteggiamento di Bergoglio si guadagna la fiducia di molti dei partecipanti al Gruppo di San Gallo, compreso Danneels. […] Anche se i cardinali del gruppo di San Gallo presenti a Roma inviano a Ivo Fürer una cartolina con il messaggio: “Siamo qui insieme in spirito di pace”, fu il cardinale Ratzinger ad essere scelto dal conclave come successore quasi ovvio del papa polacco, anche se durante il pre-conclave, il cardinale gesuita Jorge Mario Bergoglio era un’alternativa realistica”.
Il volume non è mai stato tradotto in italiano, né smentito dal Vaticano, nella probabile prospettiva che la questione venisse dimenticata.
Tuttavia, un faro sulla vicenda della Mafia di San Gallo è stato tenuto strenuamente puntato fin dal 2015 dal teologo palermitano Don Alessandro Minutella, QUI scomunicato due volte senza processo canonico (dal bergogliano card. Beniamino Stella) nel 2018 che, dal suo canale Youtube “Radio Domina Nostra”, ripete ogni giorno che Bergoglio non è il papa e che Benedetto XVI non si è mai dimesso. Il canale oggi è seguito da oltre 50.000 persone e le sue dirette, con catechesi o messe in latino, spesso doppiano gli spettatori in diretta della messa di Francesco messa in onda da Vatican News. E’ il prete più seguito in Italia ma i media fanno finta che non esista (ovviamente).
Spiega nel documentario il Prof. Lamendola, docente di Lettere e Filosofia, che l’obiettivo della Massoneria è quello di distruggere la Chiesa cattolica dall’interno per instaurare un Nuovo Ordine Mondiale, che adesso sta prendendo forma.
Tornano in mente le parole di Francesco rilasciate a La Stampa addì 15 marzo 2021: “Sprecheremmo la crisi chiudendoci in noi stessi. Invece, edificando un NUOVO ORDINE MONDIALE basato sulla solidarietà, studiando metodi innovativi per debellare prepotenze, povertà e corruzione, tutti insieme, ognuno per la propria parte, senza delegare e deresponsabilizzarci, potremo risanare le ingiustizie”.
Avevamo riportato lo sconcertante pronunciamento QUI
La Massoneria – spiega sempre Lamendola – persegue obiettivi completamente all’inverso rispetto alla Chiesa di Cristo, obiettivi del tutto materialisti. La Fratellanza umana di cui scrive Bergoglio nell’ultima enciclica non è una fratellanza dovuta al fatto che si è tutti figli di Dio, ma che si è tutti figli della Madre Terra, la Pachamama appunto, di cui abbiamo scritto QUI . Non per nulla, nell’enciclica non si parla mai di Dio, né di Gesù Cristo.
Fra Bugnolo ribadisce come la scomposizione formale dell’incarico papale in munus e ministerium, alla base della trappola giuridica della rinuncia, fosse stata predisposta a suo tempo da Giovanni Paolo II e dallo stesso card. Ratzinger. Emerge un fatto nuovo: Benedetto XVI ha, in effetti, inspiegabilmente nominato cardinali molti membri della Mafia di San Gallo, e/o modernisti e/o suoi nemici giurati. Questo si può spiegare con il fatto per cui la rinuncia invalida al papato fosse stata già programmata da molto tempo per annullare definitivamente questa corrente in seno alla Chiesa. Ospiti del vaticanista Aldo Maria Valli, abbiamo spiegato tutto il senso dell’operazione QUI
Tempo fa avevamo ventilato che il “trucco” potesse essere ispirato al terzo Segreto di Fatima QUI
In ogni caso, Francesco e i suoi possono dormire sonni tranquilli. Nessuno farà niente. Qualche tempo fa avevamo trovato un pronunciamento inequivocabile di Ratzinger in un suo libro intervista QUI
Ha convinto molti, è stato ripreso anche dal più importante quotidiano cattolico tedesco, il Die Tagespost, ma ugualmente non si è smosso niente.
Papa Benedetto potrebbe anche esporre una scritta al neon fuori della sua finestra con scritto “Il papa sono io” e tutti penserebbero a una distrazione, a una coincidenza, a un complottismo. Non interessa a nessuno la questione.
I bergogliani fanno finta di niente, al massimo bullizzano gli interlocutori come fece l’Avvenire, dandoci esplicitamente degli imbecilli QUI
I tradizionalisti, che detestano Benedetto XVI, pensano che, in quanto “modernista” (secondo loro), Ratzinger sia un impreparato e un approssimativo, del tutto inaffidabile, quindi queste “leggerissime” incongruenze non li sfiorano nemmeno. Per loro, il fatto che Ratzinger abbia invertito la parola munus con ministerium è solo una sbadataggine, anche se chiama in causa i canoni 124, 332 § 2, 188, 17 del Diritto canonico che rendono clamorosamente nulla la sua rinuncia, stando a una quantità di canonisti. Ignorano una serie infinita di discrasie che abbiamo evidenziato e ricostruito secondo il disegno del “Piano B” QUI
I conservatori, invece, sono concentrati sulle demolizioni esplosive della Chiesa cattolica che sta attuando Francesco: si disperano perché adesso dovranno rinunciare anche alla Messa in latino, ma non riescono a farsi venire un dubbio: forse qualcosa è andato storto nella rinuncia di Benedetto XVI e quindi magari lo Spirito Santo risulta “non pervenuto”? Forse Francesco non è il vero papa? L’interrogativo non li sfiora.
Molti sperano di sistemare le cose alla dipartita di Bergoglio, dimenticando che se Benedetto non si è dimesso, Francesco è un antipapa e il collegio cardinalizio conta 80 cardinali invalidi: ergo, nella sua linea successoria saranno tutti antipapi. Quindi, il fatto che la Chiesa cattolica sia finita per sempre … è un dettaglio trascurabile QUI
Tranquilli, sono solo coincidenze, distrazioni, complottismi… Anche questo documentario, per quanto ben fatto e fondato su fatti evidenti, sarà ignorato da tutti.
FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/27505999/papa-ratzinger-bergoglio-messaggio-nella-bottiglia-documentario-bugnolo-lamendola-decimo-toro-massoneria-daneels-mafia-san-g.html
L’Ue ha approvato il certificato vaccinale. Ecco come funziona
Secondo l’accordo, il regolamento del Certificato Covid digitale Ue resterà in vigore per 12 mesi. Non sarà una precondizione per esercitare il diritto alla libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio
20 maggio 2021
AGI – I negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio sul Certificato Covid digitale Ue per facilitare la libera circolazione durante la pandemia.
Il certificato sarà disponibile sia in formato digitale che cartaceo. Attesterà se una persona è stata vaccinata contro il coronavirus o ha un risultato recente di test negativo o è guarita dall’infezione. In pratica, si tratta di tre certificati distinti. Il quadro comune dell’UE permetterà agli Stati membri di emettere questi certificati che saranno poi accettati negli altri Paesi dell’Unione.
Secondo l’accordo, il regolamento del Certificato Covid digitale Ue resterà in vigore per 12 mesi. Non sarà una precondizione per esercitare il diritto alla libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio.
VIDEO QUI:
Per sostenere la disponibilità di “test abbordabili e accessibili”, la Commissione europea si è impegnata a mobilitare “almeno 100 milioni di euro” nell’ambito dello Strumento di sostegno di emergenza per l’acquisto di test allo scopo di rilasciare i certificati Ue. Di tale finanziamento dovrebbero beneficiare in particolare le persone che quotidianamente o frequentemente attraversano le frontiere per andare al lavoro o a scuola, visitare parenti stretti, cercare cure mediche, o per prendersi cura dei propri cari, così come i lavoratori essenziali.I negoziatori hanno concordato inoltre che, se necessario, potrebbero essere mobilitati ulteriori finanziamenti oltre i 100 milioni, previa approvazione delle autorità di bilancio.
I Paesi Ue non devono imporre ulteriori restrizioni di viaggio, come la quarantena, l’autoisolamento o i tamponi, “a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica” in risposta alla pandemia di Covid, tenendo conto anche delle prove scientifiche disponibili, “compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)”. Tali misure dovrebbero essere notificate agli altri Stati membri e alla Commissione al più tardi 48 ore prima.
I Paesi Ue devono accettare i certificati di vaccinazione rilasciati in altri Stati membri per le persone che hanno ricevuto un vaccino autorizzato ndall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) (attualmente Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Janssen). Spetterà ai Paesi Ue decidere se accettare anche i certificati delle vaccinazioni effettuate con gli altri vaccini utilizzati in base alle procedure di autorizzazione di emergenza nazionali o con quelli elencati dall’Oms per l’utilizzo di emergenza.
I certificati saranno verificati per prevenire frodi e falsificazioni, così come l’autenticità dei codici elettronici inclusi nel documento. I dati personali ottenuti dai certificati non possono essere immagazzinati negli Paesi Ue di destinazione e non ci sarà una banca dati centrale stabilita a livello Ue. La lista delle entità che tratteranno e riceveranno i dati sarà pubblica, in modo che i cittadini possano esercitare i loro diritti di protezione dei dati in base al regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).
L’accordo politico dovrà ora essere formalmente adottato dal Parlamento europeo, in commissione Libertà sarà calendarizzato per martedì prossimo. Il voto finale della plenaria del Parlamento europeo è invece previsto durante la sessione plenaria dal 7 al 10 giugno. Dev’essere approvato anche dal Consiglio.
Il regolamento entrerà in vigore il primo luglio, con un periodo di introduzione graduale di sei settimane per il rilascio dei certificati per gli Stati membri che necessitano di tempo aggiuntivo.
FONTE: https://www.agi.it/estero/news/2021-05-20/ue-approva-certificato-vaccinale-come-funziona-12621444/
Scoprite come il nuovo certificato covid digitale UE faciliterà il modo di viaggiare in Europa durante la pandemia, già da quest’estate.
Come funzionerà il certificato covid digitale UE ?
Il certificato attesterà se la persona è stata vaccinata contro il coronavirus, si è sottoposta a un test di esito negativo o è guarita dal coronavirus negli ultimi 6 mesi.
La sua emissione sarà di competenza dalle autorità nazionali e sarà disponibile sia in formato digitale (ad esempio per smartphone e tablet) che in formato cartaceo. Entrambi i formati disporrano di un codice QR che permetterà la lettura delle informazioni essenziali al momento del viaggio.
Il certificato dovrebbe essere disponibile dal 1° luglio e sarà gratuito. Questo sistema resterà in vigore per un periodo di 12 mesi e sarà valido nei 27 paesi UE oltre che in Islanda e Liechtenstein (con l’aggiunta di Svizzera e Norvegia attualmente in fase pilota).
Potrà essere utilizzato come documento di viaggio?
No, per poter viaggiare sarà comunque necessario il passaporto o un altro documento d’identità valido.
Il certificato non sarà obbligatorio per poter viaggiare (resteranno in vigore gli attuali requisiti a livello nazionale) ma il suo possesso renderà più agevole il viaggio. Misure come la quarantena, ad esempio, non verranno applicate ai titolari del certificato.
Tuttavia, in caso di circostanze eccezionali quali l’improvvisa comparsa di una nuova variante o la sua diffusione, potrebbero venire introdotte ulteriori misure restrittive .
Quali dati sono inclusi nel Certificato Covid digitale UE?
Test
Il certificato sarà disponibilie in tre versioni:
- Certificato vaccinale
- Certificato test: indicante il tipo di test effettuato dal soggetto (PCR o dell’antigene), la data e il risultato.
- Certificato di guarigione: attestante l’avvenuta guarigione del titolare dall’infezione di tipo SARS-CoV-2 a seguito di un test NAAT positivo.
Per il momento non vengono riconosciuti i test sierologici, ma questo potrebbe cambiare dopo il lancio del sistema.
Attualmente sono riconosciuti i test di amplificazione degli acidi nucleici detti “NAAT” (inclusi tamponi RT-PCR) e i test rapidi dell’antigene.
La Commissione Europea metterá in campo 100 milioni di euro nell’ambito dello strumento per il sostegno di emergenza, per l’acquisto dei test necessari all’emissione dei certificati.
Il 9 Giugno 2021, il Parlamento europeo ha dato il suo via libera al Certificato COVID digitale dell’UE
FONTE: https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20210520STO04404/viaggiare-in-sicurezza-con-il-certificato-covid-digitale-ue
POLITICA
Le grandi campagne di distrazione di massa portate avanti dalla nuova sinistra fucsia in nome del capitalismo globalista
ATTUALITA’
- L’idra a tre teste che governa l’Italia: Massoneria Mafia Vaticano
- Morti ILVA: Vendola condannato ma il governo resta impunito
- BigPharma sguazza nei miliardi e noi la tassiamo al 15%
- Le affermazioni di Letta e le priorità della sinistra
- Serie A spezzatino: così si distrugge la cultura calcistica per il profitto
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- L’ONU umilia l’IRAN: dopo le sanzioni, revocato il diritto di voto
- Per il Papa 150 mila bambini morti non sono un problema
LA MASCHERA ANTIFA DEL NUOVO FASCISMO GLOBALISTA
IL DDL ZAN E IL MONDO CHE VERRA’
- Il coming-out di Fulvio
- Esempi e assurdità del mondo LGBT
- La disgregazione di ciò che unisce
- La fluidità e l’accesso al corpo dei più deboli
- Inghilterra laboratorio per bloccare la pubertà
- L’insegnamento gender arriva nelle scuole italiane
MIGRAZIONI E CULTURE
- La nuova tratta per il nuovo capitalismo
- La deidentificazione delle masse
- Distruzione di culture e disgregazione di popoli
ANTIFASCISMO
- Il velo di Maya della sinistra fucsia
- Le nostre libertà non piacciono al globalismo
- Le proteste per la Palestina smascherano i collaborazionisti
“Sancho. Settimanale d’attualità con Fulvio Grimaldi” da un’idea di Giuseppe Russo. Conduce Massimo Cascone. Videoproduzione Bagony Snikett
Buona Visione!
VIDEO QUI: https://youtu.be/Rsd8xFesflg
FONTE: https://comedonchisciotte.org/sancho-19-fulvio-grimaldi-la-maschera-antifa-del-nuovo-fascismo-globalista/
La politica Vogon e l’isteria obbligatoria per legge: Vietato fare Domande (o pensare)
Di tutta questa vicenda, c’è un aspetto che rimane sconcertante. Fin da quando questa storia è inziata nel marzo del 2020, tutto è andato storto, cioé nel verso opposto rispetto il fine dichiarato. Come se volendo salvare amici e parenti li avessimo invitati a pranzo dai cannibali.
Ad esempio, c’erano protocolli pandemici che erano stati messi a punto negli anni precendenti, ma non sono stati applicati. Anche perché l’OMS ha pronunciato una volta durante una intervista la parola “pandemia“, senza averla mai formalizzata. Quindi non c’erano gli estremi per attivare quei protocolli. Invece sono stati presi nuovi provvedimenti mai sperimentati prima (da quanto l’Uomo ha memoria) su questa scala, ma ogni paese in ordine sparso (dato che mancava un coordinamento unico e la faccenda passava dalle mani della sanità a quelle della politica) con la scusa che avevamo a che fare con un agente patogeno nuovo e pericolosissimo di cui non sapevamo nulla.
Nonostante questo la reazione politica da subito è stata schizofrenica. Ad esempio, fin da gennaio avrebbe avuto senso stare attenti ai folcolai da contenere e indagare da una parte su come affrontare a livello sanitario la minaccia del patogeno, senza escludere nessuna strada e dall’altra proteggere le fasce più deboli.
Invece i provvedimenti sono stati: lasciare che i contagiati circolassero liberamente, anche se provenienti direttamente dall’epicentro della epidemia in corso e poi chiudere tutti in casa, disincentivando cure e autospie, millantando che mascherine e distaziamenti (al chiuso) avrebbero contenuto la curva epidemiologica.
Mentre però passavano i mesi, molti medici si sono accorti (esponendosi) che certe terapie funzionavano, mentre veniva loro “consigliato” di esimersi dal fare autopsia (per capire meglio come morivano i pazienti) e di non usare proprio i farmaci che si stavano dimostrado efficaci. L’obbligo formale della vigile attesa con il paracetamolo che era di fatto dirimente nelle RSA dove obbiettivamente i sanitari avrebbero assunto su di loro una grossa responsabilità se non l’avessero seguita (e questo avesse poi provocato la morte dei degenti comunque anziani e fragili) ci ha fatto assistere a un rovesciamento dei termini del contratto socio-sanitario: stare nelle RSA (o in un qualsiasi ospedale) per un aziano (ma anche per tutti gli altri ) corrispondeva a non essere “al sicuro“. Ovviamente essendo tra le categorie più fragili ed esposte, proprio perché i sanitari che li assistevano vendendo da fuori li esponevano a un rischio superiore che se fossero stati in casa assistiti dai parenti, sono morti a centinaia e non poteva essere diversamente.
Ad esempio, nel mio palazzo, pieno di anziani assistiti solo da parenti, non è mancato nessuno. Neppure tra i parenti di conoscenti o mie conoscenze dirette di altri paesi limitrofi. Eppure la mia zona è tra le più colpite.
Mentre il governo era impegnato, con il ministro della salute in prima fila, a dimostrare come non ci fossero cure e che l’unica speranza era attendere qualche nuovo ritrovato faramcologico, le ospedalizzazioni salivano senza controllo, anche se la maggioranza proveniva tutta da poche zone concentrate per lo più nel centro nord dello stivale, coinvolgendo tutto il paese in una isteria che cresceva con il problema delle funzioni religiose sospese ovunque e l’impossibilità di commemorare i parenti defunti (anche se erano morti cadendo dalle scale) oltre il problema del business delle mascherine che non arrivavano, i medici in prima linea si accorsero che certe medicine (vietate) se venivano usate per tempo evitavano l’ospedalizzazione, cioé “solo” il problema alla base dell’isteria.
Tuttavia non appena è arrivata l’estate, pochi mesi più tardi, la curva si è azzerata da sola, a perscindere un po’ ovunque, anche fuori dal nostro paese dove non erano stati (ancora) presi provvedimenti così drastici come da noi. Ad esempio in Germania o in Francia, anche perché le popolazioni che potevano contare su un ombra di informazione indipendente presso i loro media, non accettavano la passività e l’acquiescenza verso provvedimenti sempre più draconiani e allucinogeni, che da noi venivano presi da un gabinetto guidato da un sedicente avvocato ignoto al pubblico solo qualche anno prima, mai eletto prima da nessuno e messo lì per volontà politica da gente come Mattarella che non ne aveva la facoltà per mandato, ma capace di sfornare a ritmo idustriale (peggio dei Vogon) provvedimenti amministrativi con valore giuridico superiore alla costituzione e ai trattati internazionali. Perché tutti li hanno accettati senza fiatare elogiandolo come il nuovo salvatore.
A curva azzerata avrebbe avuto senso criticare almeno un pochino l’andazzo e invece come un rullo compressore, i media e i governatori delle regioni si sono messi alla testa di un neo-movimento di ispirazione salvifica, manco fossero preti di una nuova religione, per confortare le genti disperate, rendendole ancora molto più disperate. Addirittura lottando ferocemente con il governo in carica, non per fare luce sulla faccenda, ma per cose come “ottenere mascherine” e anticipare campagne martellanti ovunque, che invitavano la gente a stare a casa e mantenere il distaziamento anche se la situazione andava migliorando. Così siamo andati avanti fino a ottobre, cercando di fare finta che l’emergenza “forse” non ci avrebbe di nuovo chiuso in casa, come se non fosse stata la responsabile dei provvedimenti che non avevano dato frutti oggettivamente rivendicabili, se non per partito preso, avendo di fatto dato le chiavi della gestione sanitaria in mano a chi della sanità fino a quel momento non aveva fatto altro che ridurla in briciole, disperdendo in ogni modo possibile gli sforzi del personale per contenere l’epidemia e le risorse finanziarie e farmacologiche utili. Sia legalmente che con la propaganda.
Si è formata così la coscienza (divisa) di una massa crescente di persone, sottoposte a un bombardamento di informazioni contradditorie, continuo, incessante, tsunamico, terrorizzante, la quale prendendo atto che non c’era niente da fare per conoscere la verità su quanto stava accadendo, perché c’era un nuovo nemico mortale invisibile, inconoscibile, inafferabile e in agguato ovunque, non restava che prendere due strade: fidarsi di qualcuno (magari parente) o non fidarsi più di nessuno.
Chi ha preso la strada di findarsi di qualcuno è andato per esclusione. Ad esempio chi aveva parenti o amici nella sanità che poteva vantare conoscenze specifiche in ambito sanitario, dovendosi fidare ha iniziato a credere che questi veicolassero la verità, anche se erano al centro esatto della pressione politico-mediatica che voleva da loro solo una cantilena per non rischiare il posto (o la carriera): il virus è pericolosissimo, le cure non esistono, bisogna mantenere distanziamento, confinamento (in casa) mascherine e pulizia continua delle mani, aspettare e sperare. Banalmente perché chiunque diceva qualcosa di diverso, qualsiasi cosa che minacciasse questa impostazione ideologico-religiosa su come si doveva affrontare l’emergenza, veniva immediatamente isolato e allontanato dall’unica fonte che i provvedimenti rendevano cruciale per fare domande e metterla in discussione: la rete. Anche perché tutti gli altri canali di informazione più importanti erano già da tempo alineati e sotto ricatto di “padroni” che possono esercitare un monopolio delle informazioni e che erano parecchio interessante a mantenere la barra diritta: le agenzie di pubblicità o “inserzionisti” notoriamente in mano alla finanza speculativa.
Anche la rete è in mano agli stessi soggetti, legati alla finanza speculativa, ma essendo la stessa rete alimentata per lo più da contenuti provenienti da gente comune, come nel caso dei social, divenne obbligatorio per le stesse piattaforme operare in modo differente, censurando le voci contrarie, non a tappeto ma a macchia di leopardo e proprio per mezzo di nuove tecnologie a demenza artificiale, per non rendere evidente l’operazione a troppi ma al contempo smorzare l’effetto che spingeva verso il dubbio che la nuova ideologia-religiosa era una forma di fanatismo salvifico e non molto altro. Dubbio che alimentava pericolossissima dissidenza, etichettata subito come “negazionismo” (non a caso) accusata di disinformare anche se per la maggioranza non portava risposte, non forniva soluzioni (chiare) ma faceva continuamente domande “scomode” e su tutte una: perché?
Perché la risposta all’epidemia non era comune in tutti i paesi? Perché nonostante l’ordine sparso, non sembrava che i suddetti provvedimenti avessero un qualche impatto? Perché l’Italia doveva subire le restrizioni più severe se questo la metteva in ginocchio rispetto un economia che era già troppo fragile? Come si poteva sperare di contenere un epidemia senza più soldi per via di una economia di fatto fermata integralmente per decreto? Perché venivano sistematicamente ignorati da media e legislatori i successi delle cure sul campo quando in tanti potevano testimoniare di essere stati salvati?
Quando a ottobre sono ricominciate le chiusure e si sono inventate nuove strategie isterico-fantastiche, sempre imposte legalmente per decreti amministrativi di fatto illegali, come i colori per decretare se una regione era o meno accessibile che richiamano i semafori o i cartelloni che si fanno fare ai bambini dell’asilo, iniziava a consumarsi la vera violenza, che non era più verso i troppo vecchi stavolta, ma verso i troppo giovani che nella prima tornata erano tutto sommato rimasti in secondo piano. Cioé non erano stati messi al centro come gli anzianti per fare da scudo alla retorica ideologico-religiosa, gli ormai famigerati ennemila morti cumulati nel frattempo, anche se già la propaganda li aveva etichettati come “fonte di contagio inconsapevole” in quando era stata inventata dalla nuova religione sanitaria emergenziale la categoria mai esistita prima in ambito medico: l’asintomatico. Il bambino (si diceva) essendo che non corre alcun rischio da questo tipo di patogeno, può però infettarsi e poi spargere l’infenzione senza accorgersi perché potrebbe manifestarsi in lui senza sintomi o con sintomi troppo lievi. Quindi bisogna tenere i bambini lontani dagli anziani (per lasciarli morire in massa più soli e abbandonati di prima). Peccato che non c’era nemmeno uno straccio di prova che ciò avesse anche solo senso considerarlo, solo che “suonava bene” alle orecchie di chi non ne poteva più di non sapere come affrontare il pericoloso e invisibile nemico da cui non c’era scampo (se te lo prendevi dovevi per forza morire “in vigile attesa“) che si nascondeva ovunque (anche dentro di te) minacciando di morte chiunque (avesse più di ottant’anni, ma questo non veniva mai ricordato).
Il piano era semplice: forzare la mano perché si considerassero nuovi ritrovati farmacologici come l’arma che avrebbe sconfitto il patogeno incurable.
Ritrovati che (ma guarda un po’ che strano!) nessuno in nessun’altro caso avrebbe accettato, nemmeno su scala regionale, figuriamoci poi quella globale e per il già folle prezzo di un miliardo di miliardi. Si lo so che la salute non ha prezzo e allora perché non rendere queste “miracolose terapie” aperte in modo che tutti possano prodursele per proprio conto? The business must go on? La follia più totale. Perché avevano dimostrato non solo di essere inefficaci contro patogeni simili (altri coronavirus) negli anni precedenti e ci voleva poco a scoprirlo, ma erano del tutto nuovi anche nel principio stesso con cui funzionavano. Erano cioè un combinato di farmacopea e terapia mai sperimentata prima sull’Uomo i cui effetti a breve, medio e lungo termine erano del tutto ignoti.
Ancora una volta avrebbe avuto senso “fermare le macchine” della burocrazia e farsi delle domande. Ad esempio: come poteva una nuova terapia essere l’unica arma se non poteva garantire praticamente niente perché nuova? Ma la tiratura globale dell’informazione (sempre contradditoria ma ferma sulla tesi del “pericoloso agente patogeno, mortale per tutti, ignoto e incontrollabile verso cui non abbiamo difese“) era già tutta concentrata sull’informazione tecnica: il nuovo ritrovato, si diceva, stimola la risposta immunitaria al nuovo patogeno (ignoto anche se studiato da vent’anni e forse creato in laboratorio tramite il GoF) in modo generico così siamo protetti da questo e tutte le sue varianti (che tutt’ora falcidiano anche chi si è vaccinato) e ci consente di raggiungere l’immunità di gregge (ma non si sa quanto tempo dura e se si possono sviluppare proprio per la risposta immunitaria varianti più resistenti e pericolose ancora). Lo fa grazie a una nuova tecnologia che stimola le nostre cellule a produrre una proteina che è quella espressa sulla guaina del patogeno e che il nostro sistema immunitario usa per identificarlo. Peccato che esprima solo la proteina e che non c’è modo di sapere per quanto tempo la cosa va avanti (nel nostro corpo) e quindi di fatto “quale terapia” seguiremo. Un po’ come dare in mano a qualcuno dell’antibiotico e dire: “lo prenda a caso nella quantità che gli viene di prendere al momento“. Poi iniziano le reazioni avverse, la gente muore o ha conseguenze etremamente spiacevoli subito dopo aver fatto questa nuova terapia genica e di nuovo la santa inquisizione della nuova religione interviene: nessuna correlazione. Semplicemente delirante. Come se un vecchio ultraottantenne che muore per essere caduto a casa sua e avere battuto la testa, positivo a un test che non può essere usato per effettuare diagnosi secondo il suo stesso inventore, sia per forza morto per causa di un patogeno incurabile pericolossisimo, mentre chi si sottopone a una terapia genica sperimentale di cui nessuno sa gli effetti è certo che non può avere effetti collaterali dalla stessa.
Ca%%o questo non è solo doppiopesismo, ma paraculismo astrale!!! Chiunque sostenga una roba del genere ha dei problemi seri. Eppure…
Ecco, volevo solo ricordare un po’ queste cose, bisognerebbe rimetterle insieme, perché se guardiamo il quadro generale, secondo me, nemmeno i più scettici possono continuare a perseverare con il sostegno dell’insostenibile religione (grottesca) di sta “terapia genica che ci salva” dal “pericolosissimo patogeno incurabile“. Ma non è necessario sciorinare dati e conoscenze scientifiche o testimonianze “col pedigree” accademico per alimentare il dubbio che si venga presi per il culo dai soliti furbacchioni, basta tornare al buon vecchio ragionamento che a tutti madre natura ha donato e osservare un poco meglio quello che è accaduto. Con occhi appena un poco più distaccati e meno prevenuti.
Insieme, guardando il panorama intiero per il bene di tutti.
FONTE: https://comedonchisciotte.org/forum/opinioni/la-politica-vogon-e-listeria-obbligatoria-per-legge-vietato-fare-domande-o-pensare/
Io Sto con Matteo Gracis
Autostrade e Benetton. Travaglio e Draghi. Cure negate. Coda Bologna vaccini e anticorpi. San Marino
VIDEO QUI: https://youtu.be/k4XSdoeX9HE
FONTE: https://comedonchisciotte.org/forum/notizie-dallitalia/io-sto-con-matteo-gracis/
STORIA
Bergoglio è papa?
Storicamente, per il singolo, può essere dubbio; Teologicamente, per la Chiesa, è certoPrologo
Verso la fine del Trecento vi fu uno scisma in Europa, che turbò la pace della Chiesa e si ebbe, allora, la coesistenza di un Papa con uno o persino due antipapi.
Infatti, dopo il Pontificato di Gregorio XI (1370 – 1378), fu eletto Urbano VI (1378 – 1389), al quale fu contrapposto un antipapa: Clemente VII, che fu eletto da molti Cardinali francesi a Fondi vicino a Latina, il 20 settembre del 1378.
Dubbio storico, certezza canonico/teologica
A – “Storicamente”
Il grande studioso germanico vissuto verso la fine dell’Ottocento, Franz Xaver Funk, ha scritto che a) dal punto di vista storico non è certo, ed è ancora disputabile, se il Papa validamente eletto fosse stato Urbano VI (dell’obbedienza romana/urbaniana) oppure Clemente VII (dell’obbedienza avignonese/clementina). Secondo lui e molti altri studiosi (L. Salvatorelli, J. Köheler, K. A. Fink,) una decisione storica totalmente sicura non sarebbe possibile e una minima incertezza permarrebbe ancora oggi.
Si pensi che, con Clemente VII si schierò persino il grande ecclesiologo San Vincenzo Ferreri (1350 – 1419) che, nel 1380, scrisse anche un trattato teologico/canonico (De moderno schismate), di notevole spessore dottrinale, per dimostrare la validità dell’elezione di Clemente VII.
Mentre, con Urbano VI si schierò Santa Caterina da Siena (1347 – 1380), la cui azione a pro dell’obbedienza romana è nota a tutti, almeno in Italia.
B – “Teologicamente”
Tuttavia, se storicamente è lecito – al singolo Cristiano – studiare ancora la questione per ottenere maggiori luci e consultare nuovi documenti, ritenendola ancora aperta e disputata; b) teologicamente, giuridicamente o canonicamente, è certo – per la Chiesa – che il Papa validamente eletto è Urbano VI e non Clemente VII.
Ora, Urbano VI fu eletto, sotto la minaccia da parte del popolo romano inferocito, dai Cardinali riuniti in Conclave in Vaticano e terrorizzati.
Tuttavia, l’elezione di Urbano VI è considerata dalla Chiesa, come legittima (“Papa indubitatus”) e legittima è stata riconosciuta pure la successione romana dei Papi, che son succeduti a lui. Mentre, la successione avignonese dalle cronotassi ufficiali non è riconosciuta come valida, anche se qualche singolo storico studia ancora la questione come se fosse aperta e disputata.
Clemente VII pose la sua residenza ad Avignone e aprì una nuova Curia formata da 13 cardinali francesi. Così, la Cristianità (non la Chiesa) si divise in due parti: la romana o urbaniana contro l’avignonese o clementina.
Papa Urbano VI rispose scomunicando l’antipapa Clemente VII, cosicché “nominalmente tutta la Cristianità si trovava scomunicata!” (K. Bihlmeyer – H. Tuechle, Storia della Chiesa, vol. 3, L’epoca delle riforme, Brescia, Morcelliana, VII ed., 1983, p. 62), “nihil sub sole novi”, anche oggi le sentenze d’invalidità, le scomuniche e le deposizioni fioccano da una parte e dall’altra.
Nasceva così il Grande Scisma d’Occidente che sarebbe durato quasi 40 anni (1378-1417).
I “Fatti dogmatici” e i “Dogmi rivelati”
La Teologia cattolica insegna che vi sono alcuni fatti (ad esempio, la legittimità e la validità di un Pontificato) i quali pur non essendo oggetto di Rivelazione divina diretta, ossia un Dogma divinamente Rivelato – come, per esempio, la Natività di Gesù a Betlemme – tuttavia, sono connessi strettamente con il Dogma rivelato (cfr. Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1950, V vol., coll. 1058-160, voce “Fatti dogmatici”, a cura di Gabriele De Rosa).
I fatti dogmatici possono definirsi: “Fatti storici, che non sono direttamente rivelati ma sono strettamente connessi con la Rivelazione divina; per esempio, la legittimità di un Papa. […]. Ora, se la Chiesa potesse sbagliare nel suo giudizio su questi fatti o verità, che sono indirettamente connesse con la Rivelazione; ne deriverebbero conseguenze inconciliabili con la sua Istituzione divina e con la sua Santità” (L. Ott, Compendio di Teologia Dogmatica, Torino, Marietti, IV ed., 1969, p. 20-21 e 502).
Esempi storici concreti
Per esempio: non è un fatto rivelato direttamente da Dio che, dopo le dimissioni di papa San Celestino V (dicembre 1294)[1], Bonifacio VIII (1294 – 1303) sia stato il Sommo Pontefice legittimo; tuttavia, il suo essere Papa è un fatto connesso strettamente con il Dogma rivelato e, perciò, per la Chiesa è infallibilmente certo che Bonifacio fosse Papa, poiché questo fatto (la sua elezione canonica al Sommo Pontificato esercitato validamente) è richiesto teologicamente per la formulazione, la difesa e l’applicazione di un Dogma rivelato e definito: la Chiesa è stata fondata da Gesù su Pietro e i suoi successori (i Papi), i quali sono il fondamento e i Pastori o i Capi universali di Essa; per cui da questo principio dogmatico direttamente rivelato (di Fede divino/cattolica), ne segue il fatto dogmatico (di Fede ecclesiastica), che è connesso indirettamente con la Rivelazione divina diretta e formale, secondo cui il Papa regnante ed accettato, in maniera moralmente unanime[2], dalla Chiesa (gerarchica e discente) è veramente Papa, infatti, se non lo fosse vi sarebbero enormi conseguenze teologiche e dottrinali, che annullerebbero praticamente e indirettamente i Dogmi a) dell’istituzione divina della Chiesa su Pietro, b) del Primato di Pietro e, infine, c) dell’Apostolicità della Chiesa: ecco perché da un principio dogmatico ne segue immancabilmente un fatto dogmatico, che è indispensabile per illustrare il principio, calarlo nella pratica, farlo vivere ai Cristiani, rendendo possibile la vita ecclesiale.
Per esempio, papa Urbano VI (1378 – 1389) che è stato eletto, il 7 aprile 1378, sotto una certa pressione popolare esercitata sui Cardinali riuniti in Conclave, o Alessandro VI (1492 – 1503) che ha comprato, l’11 agosto 1492, in maniera simoniaca (quindi ereticamente atea e, dunque, con una scomunica conseguente) l’elezione al Sommo Pontificato, è stato veramente Papa oppure solo apparentemente? Oppure, Giovanni XXIII (1958 – 1963), che è subentrato al cardinal Giuseppe Siri (1906 – 1989), il quale dovette rinunciare all’elezione già avvenuta da parte del Collegio cardinalizio[3], perché quasi tutta l’altra metà dei Cardinali minacciava uno scisma, qualora fosse stato eletto Papa l’Arcivescovo di Genova, ritenuto troppo tradizionalista (Benny Lay, Il Papa non eletto: Giuseppe Siri, cardinale di Santa Romana Chiesa, Roma-Bari, Laterza, 1993); è stato realmente Papa?
Se costoro non fossero stati “veri” Papi (fatto dogmatico e giudizio storico), che non significa “buoni” Papi (giudizio di valore), che fine avrebbe fatto il Dogma dell’Apostolicità della Chiesa; ossia la successione ininterrotta di un Papa da un altro, da San Pietro sino alla fine del mondo? Inoltre, in pratica, tutti i loro atti (apertura del Concilio, Canonizzazioni, nomine di Cardinali…) sarebbero invalidi, perciò come si potrebbe rimediare a tanto danno? Sembrerebbe umanamente impossibile …
Ora, a) se – da una parte – il Dogma rivelato e definito: “Cristo ha fondato la Sua Chiesa su Pietro e i Papi suoi successori” è chiaro e netto; b) dall’altra parte, occorre anche sapere – in concreto e nelle contingenze storiche – se il fatto dell’elezione di “Tizio” (Celestino V o Bonifazio VIII), “Caio” (Urbano VI o Alessandro VI) o “Sempronio” (Giovanni XXIII oppure Francesco) al Sommo Pontificato sia stato valido e se costoro siano stati veramente Papi oppure no.
Tutto ciò non è stato rivelato direttamente da Dio, ma, è un fatto dogmatico connesso con la Rivelazione divina riguardo ai principi dogmatici a) della fondazione divina della Chiesa su Kefa, b) del Primato di Pietro e dei Papi, quali successori di San Pietro e, infine, c) dell’Apostolicità della Chiesa di Cristo. Infatti, la spiegazione, la difesa e l’applicazione del Dogma rivelato è legata strettamente, anche se solo indirettamente ed estrinsecamente, con il fatto dogmatico che Bonifacio VIII (Urbano VI / Alessandro VI / Giovanni XXIII / Francesco…) sono stati veramente Papi; altrimenti, nella pratica della vita ecclesiale, non solamente tutti i loro atti sarebbero invalidi, ma, nella teoria dogmatica, la successione apostolica (o Apostolicità della Chiesa, che è un Dogma di Fede rivelata e definita: “Credo la Chiesa; una, santa cattolica e apostolica”), si sarebbe interrotta e avrebbe cessato di esistere e, dunque, le “porte degli inferi” avrebbero prevalso contro la Chiesa e la promessa di Gesù (“portae inferi non praevalebunt adversus eam”, Mt., XVI, 18) sarebbe stata vana… Ma ciò – secondo la Rivelazione e la Fede cattolica per le quali Gesù è Dio e, dunque, non può né sbagliarsi, né ingannarci – è impossibile.
“Papa dubius, Papa nullus”?
I teologi si chiedono se si dubitasse dell’elezione di un Papa (per esempio l’elezione del cardinal Bergoglio dopo le dimissioni di Benedetto XVI) o del fatto che sia veramente Papa poiché non ortodosso (come i neo-modernisti: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco), come bisognerebbe risolvere questa questione? Ebbene, la soluzione data comunemente dalla sana Teologia è che “l’accettazione pacifica di un Papa, da parte di tutta la Chiesa moralmente unanime (non solo docente, ma anche discente), è il segno e l’effetto infallibile di un’elezione e di un Pontificato validi”[4]. Quindi, nel caso nostro, l’accettazione di Francesco – da parte della maggioranza dell’Episcopato, dei Cardinali, dei Sacerdoti e dei fedeli – rende praticamente e teologicamente certa, da parte della Chiesa, la sua elezione; anche se il singolo Cristiano può studiare il problema da un punto di vista puramente storico.
Il cardinal Louis Billot (1846 – 1931), uno dei massimi teologi ed ecclesiologi del Novecento, insegna: “Nel caso dell’ipotesi della possibilità di un Papa ritenuto eretico[5], l’adesione, moralmente unanime, della Chiesa universale sarà sempre, in sé stessa, il segno infallibile della legittimità di tale o tal altro Pontefice” (De Ecclesia Christi, Roma, Gregoriana, 1903, vol. I, pp. 612 – 613). Quindi, la questione viene risolta dalla Chiesa, canonicamente e dogmaticamente, con la “sanatio in radice” di un eventuale Papato dubbio.
Infatti, se la Chiesa, nella sua totalità morale non matematica o assoluta, aderisse a un falso Sommo Pontefice, “le porte dell’inferno” avrebbero prevalso contro di Essa, poiché l’erronea adesione ad un falso Pontefice sarebbe la stessa cosa di un’erronea adesione ad un falsa regola della Fede. Infatti, il Papa e il Magistero vivente nel Papa regnante sono la regola prossima (“Credo, tutto ciò… e che la Santa Chiesa mi propone a credere”) dell’atto di Fede; mentre l’Autorità di Dio che rivela (“Credo tutto ciò che Dio ha rivelato…”) è la regola remota di esso per cui, se si aderisse a un falso Papa, si obbedirebbe implicitamente a una falsa Fede.
Dio può permette un dubbio storico da parte di singoli fedeli, Sacerdoti o Prelati sull’elezione di un determinato Pontefice, ma non potrebbe permettere che la Chiesa intera (Episcopato, Collegio cardinalizio, Sacerdoti e fedeli) accetti come vero Papa colui che non lo è realmente. Perciò, oggi il singolo Cristiano (sia fedele, sacerdote, Vescovo o Cardinale) può dubitare se Bergoglio sia Papa, ma la Chiesa nel suo insieme, moralmente unanime, non può aderire a un falso Papa.
Ora, oggi, il problema dibattuto, in modo più molto acceso e pungente, è proprio quello se Bergoglio sia veramente Papa, oppure no.
Perciò, per quanto riguarda questo tema, occorre dire che, non tanto le dimissioni di Benedetto XVI (28 febbraio 2013), quanto la sua invenzione della figura (inesistente sino al 2013 nella Teologia e nella prassi della Chiesa) del “Papa emerito”, hanno creato nell’ambiente ecclesiale una certa confusione, la quale rende ipotizzabile, da parte del singolo Cristiano, il dubbio storicamente positivo e puramente ipotetico e speculativo sulla possibilità remota che il Papa regnante sia ancor oggi Benedetto XVI; tuttavia, questo dubbio lecito storicamente e speculativamente viene risolto, a livello ecclesiale, dal Diritto canonico e dalla Teologia che ci dà la certezza (di Fede ecclesiastica) della valida elezione del cardinal Bergoglio al Sommo Pontificato, non senza dimenticare che Anna e Caifa erano reputati da Gesù e dagli Apostoli “Sommi Sacerdoti”, come pura Giuda Iscariota era stato chiamato da Gesù come Suo Apostolo, pur essendo un “diavolo” (Giov., VI, 71).
Da quanto esposto sopra, si evince chiaramente che questo fatto (“Francesco è Papa?”) non è solo un fatto puramente umano o storico, non è neppure un Dogma rivelato direttamente o di Fede divina, ma è, tuttavia, un fatto dogmatico e di Fede ecclesiastica ed ecclesiologicamente infallibile, ossia strettamente correlato al Dogma del Primato del Papa, dell’Apostolicità della Chiesa romana e della subordinazione dell’Episcopato al Pontefice romano.
Infatti, è un “fatto ecclesiastico” (o ecclesiologicamente e giuridicamente rilevante) se esista un Papa che governi la Chiesa (se “bene o male”, non è questo il problema in questione qui), se Essa possa sussistere senza un Papa in atto ma solo in potenza o materialiter; oppure se non sia restato assolutamente nulla della gerarchia ecclesiastica (Papa, Cardinali e Vescovi con giurisdizione): cioè se la Chiesa sia rimasta oggi senza un fondamento su cui poggiare (totalmente o solo formalmente).
Tutti i Trattati di Ecclesiologia o di Teologia dogmatica che trattano il tema della Chiesa fondata da Cristo[6], ammettono che il fatto dogmatico fa parte dell’oggetto secondario dell’Infallibilità della Chiesa, la quale – nel Fatto dogmatico – è indirettamente scevra da errore e ci dà (indirettamente) un’infallibile certezza (di Fede ecclesiastica) fattuale (il fatto o l’avvenimento che Francesco è veramente e non solo apparentemente Papa), ma, Essa non si pronuncia sulla bontà e rettitudine dottrinale o meno di essi. Si limita a enunciare un fatto e “contro il fatto non vale l’argomento”.
d. Curzio Nitoglia
[1] Da un punto di vista storico e giuridico/canonico, alcuni singoli esperti ancor oggi studiano (teoreticamente), se le dimissioni di papa Celestino V, allora (13 dicembre 1294), furono legittime e spontanee oppure forzate e illegittime; oppure se l’elezione di Urbano VI (1378) sia avvenuta validamente.
[2] L’unanimità è matematica o totale quando assolutamente tutti, nessuno escluso, sono in accordo; mentre è morale quando solo la maggior parte si trova in accordo.
[3] Come lui stesso rivelò, sotto registrazione, al giornalista vaticanista Benny Lai, nel 1987, a condizione che fosse pubblicato solo dopo la sua morte (Genova, 2 maggio 1989).
[4] F. X. Wernz – P. Vidal, Jus canonicum, Roma, Gregoriana, 3 voll. 1923-1938, tomo II, p. 437, nota 170; cfr. F. Suarez, De Fide, disp. X. Sez., V, n. 8, p. 315.
[5] Anche se l’Ecclesiologia reputa tale opinione una pura ipotesi possibile, ossia non ripugnante, poco probabile e non certa.
[6] Cfr. A. Piolanti, Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1953, vol. X, coll. 6-19, voce “Primato di San Pietro e del Romano Pontefice”; inoltre cfr. San Tommaso d’Aquino, S. Th., III, q. 8; Id., In Symbolum Apostolorum expositio, aa. 7-8.
FONTE: http_www.effedieffe.com/?url=http%3A%2F%2Fwww.effedieffe.com%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D564993%3Abergoglio-e-papa%26catid%3D83%3Afree%26Itemid%3D100021
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