RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 17 FEBBRAIO 2020

https://www.maurizioblondet.it/il-ministro-degli-esteri-ungherese-la-spinta-delle-nazioni-unite-per-le-migrazioni-di-massa-minaccia-tutta-lumanita/

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI

17 FEBBRAIO 2020

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

La convenzione ONU [sui rifugiati del 1951] è stata messa a punto pensando all’Europa,

e in particolare ai rifugiati della Seconda guerra mondiale e a quanti,

nei primi anni della guerra fredda, scappavano dai Paesi comunisti dell’Est.
La Convenzione non è mai stata progettata per le enormi masse di persone che arrivano in Occidente dall’esterno.
Dopotutto, nel 1951 il mondo era ancora perlopiù costituito dagli imperi europei.

Ivan Krastev, Gli ultimi giorni dell’unione europea. Sulla disintegrazione europea, Luiss Univ. Press, 2019, pag. 38

 

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Tutti i numeri dell’anno 2018 e 2019 della Rassegna sono disponibili sul sito www.dettiescritti.com

 

 Precisazioni

 

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La redazione provvederà doverosamente ed immediatamente alla loro rimozione dal blog.

 

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SOMMARIO

 

Nutzlose Münder e la Conferenza di Wannsee

Consumo di cocaina, Italia primo paese in Europa e terzo al mondo

La violenza dei maschi costruita a “a tavolino”

False accuse (di violenza maschile): un fenomeno emergente, evidenziato da fonti autorevoli 

CORONAVIRUS

Coronavirus, i nostri soldi a rischio?

Gli 8 consigli politicamente scorretti contro l’inquinamento

Non c’è prova scientifica del riscaldamento globale

La scatola nera

Papà era riverso a terra e Battisti lo crivellò di colpi

Ogni 100 morti, 67 nascite.

Tecniche di manipolazione: quelle usate da Benigni a Sanremo per tenerci mediocri e ignoranti

Le agghiaccianti parole di Giorgetti confermano: l’Italia è finita nella trappola europeista

Franco Prodi: Greta, abbaglio mondiale. Non è colpa nostra

Zichichi: falso allarme, non siamo noi ad alterare il clima

PRESCRIZIONE? SOLO UN ” FALSO PANUELO”, SOLO UN TRANELLO AI DANNI DEL POPOLO.

Gregoretti, giustizia politica: oggi Salvini, domani chiunque

ECCO LA CONSULTA DI MARTA CARTABIA, LA GIURISTA DI REGIME

Il ministro degli Esteri ungherese: la spinta delle Nazioni Unite per le migrazioni di massa minaccia “tutta l’umanità”

Tfr(ego) in Busta Paga

Olanda, la sinistra vuole limitare interventi chirurgici per over 70

L’ascesa di Giorgia Meloni

Basta con la fascistizzazione degli avversari!

I nostri leader nani: durano poco perché sono senza storia

Le altre foibe: furono i fascisti a inaugurare l’orrenda strage

“È stato un crimine di guerra”, parla testimone del bombardamento di Dresda del 1945

 

 

 

EDITORIALE

Nutzlose Münder e la Conferenza di Wannsee

Manlio Lo Presti – 17 febbraio 2020

Si sta realizzando il piano di DISBOSCAMENTO DELLE BOCCHE INUTILI (Nutzlose Münder) iniziato con la Conferenza di Wannsee (*): eliminare la spazzatura, cioè i costi degli improduttivi rappresentati da dementi, dissidenti, anziani, malati lungodegenti, handicappati, ecc. ecc. ecc.

Un perimetro da eliminare con l’uso della EUTANASIA NON-TERAPEUTICA DI MASSA.

Una operazione sanificatrice ora sdoganata in Italia con la assoluzione di Cappato passata sotto silenzio, ma le cui conseguenze eugenetiche non sono state ancora comprese …

 

Ogni ulteriore precisazione risulta del tutto inutile …

 

Ne riparleremo, ma quando sarà troppo tardi!

 

Note:

*) https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/article/wannsee-conference-and-the-final-solution-abridged-article

    https://www.magazineitalia.net/20-gennaio-1942-la-conferenza-di-wannsee/

 

 

 

 

 

IN EVIDENZA

Consumo di cocaina, Italia primo paese in Europa e terzo al mondo

Alessandro Cipolla – 12 Novembre 2019 – 11:02

 

Secondo il Global Drug Survey 2018, in rapporto alla popolazione l’Italia è il paese che più fa consumo di cocaina in Europa mentre nel mondo ci battono in questa poco gratificante classifica solo Stati Uniti e Canada.

Un fiume di cocaina sta invadendo l’Europa, con l’Italia al primo posto nel Vecchio Continente per il consumo in rapporto alla popolazione e al centro anche dei traffici per lo smercio delle sostanze stupefacenti.

Questo è quanto emerge dal rapporto 2018 del Global Drug Survey, una delle più importanti compagnie di studi di ricerca nel settore della droga e dell’alcool con sede a Londra. Dalle loro pubblicazioni esce fuori un quadro molto preoccupante per il nostro Paese.

Nel mondo infatti soltanto negli Stati Uniti e in Canada si farebbe in proporzione più consumo di cocaina, con l’Italia quindi che sarebbe la prima nazione in questa speciale classifica per quanto riguarda l’Europa.

In Italia cresce il consumo di cocaina

Ogni anno in tutto il mondo vengono prodotti circa 2.000 tonnellate di cocaina. Di queste, 700 tonnellate sono destinate al mercato europeo mentre il restante va quasi tutto a finire in quello nordamericano con gli Usa in testa.

L’Italia oltre al gran consumo gioca un ruolo centrale anche dal punto di vista del narcotraffico. Da gennaio a ottobre 2019 nel Bel Paese sono stati finora sequestrate oltre 5 tonnellate di cocaina, quasi il triplo in più rispetto all’interno 2018.

A riguardo da record è stato il sequestro effettuato a Genova lo scorso

Continua qui: https://www.money.it/consumo-cocaina-Italia-prima-Europa-classifica-mondo

 

 

 

 

 

La violenza dei maschi costruita a “a tavolino”

 

Gerolamo Cardano – 12 02 2020

 

“Emerge un’operazione di lobbyng antimaschilista, a prescindere dalla fondatezza o meno delle accuse formulate.

 

Alcuni centri antiviolenza pubblicizzano apertamente la propensione del proprio pool legale ad aggirare la legge.

Sul sito differenzadonna.it, nello spazio “Assistenza Legale” si legge:

“…le nostre legali intervengono a favore della donna solo nei casi di separazione decisa per violenza agita nei confronti della donna stessa e dei bambini. Professioniste molto motivate, sempre al corrente delle ultime leggi, molto valide nel sottolinearne le novità negative e trovare il modo di aggirarle…”

Vale a dire: con l’affido condiviso i figli non sono più proprietà esclusiva di un genitore?
E’ una novità negativa, quindi urge studiare una strategia per aggirarla.

L’unico criterio di esclusione del coniuge è la pericolosità dovuta alla violenza.
Ergo:

 

se la violenza c’è si denuncia, se non c’è si trova il modo di costruirla.

Le operatrici del diritto – tutte di genere femminile – testimoniano come tale strategia venga messa in atto in percentuali che oscillano, a seconda delle Procure, tra il 70 ed il 95%”

 

da https://www.senato.it/…/documenti_a…/957%20FENBI%20-%20A.pdf

 

https://www.facebook.com/luce.cassino?__tn__=%2CdC-R-R&eid=ARB-rsv_eWDISiJOI6ZVS1EAeVUQvfAy4YEfyrcpjSGeeEmmzIuqiEw9pjZ0wQTlwCDeH8BhXL2s-fEs&hc_ref=ARRPIO4pJHgAs12GXZdR06buGbISw8pMQOCCq3p3lfFejFtT1J7OoWhSsM6peNzHyCE&fref=nf

 

 

 

 

False accuse (di violenza maschile): un fenomeno emergente, evidenziato da fonti autorevoli 

Allegato A

 

Gli studi sulle problematiche della separazione denunciano, da circa 16 anni, un uso strumentale della carta bollata: l’utilizzo della denuncia per violenza di varia natura, pianificata per raggiungere obiettivi diversi da quelli dichiarati. 

Può essere un’arma di ricatto per ottenere vantaggi economici, uno strumento per allontanare il “nemico” dai figli con accuse costruite ad arte, una rivalsa per il piacere di vedere l’ex in rovina. Quale che sia lo scopo occulto, è ben lontano dall’essere una reale tutela per l’incolumità di chi denuncia. Anche se non esiste una concreta situazione di rischio, è utile costruirla: garantisce risultati certi, da 30 anni, invariabilmente. Gli approfondimenti sulle false accuse in ambito separativo dicono che il soggetto abusante, nella maggior parte dei casi, non esiste affatto.

Oggi, dopo lunghi anni di silenzio, il fenomeno ha ormai raggiunto proporzioni talmente macroscopiche da non essere più sottovalutabili; sul riconoscimento dell’emergenza convergono operatori di diverse aree coinvolte: Polizia, Magistratura, Avvocatura, Neuropsichiatria, Psicologia, Criminologia. 

Una doverosa precisazione: nessuno ha intenzione di sottovalutare la gravità delle ignobili violenze fisiche e sessuali delle quali sono vittime le donne. Quando sono vere. Chi invece le inventa e le utilizza in tribunale per scopi diversi da quelli dichiarati, non nuoce solo ai figli e all’ex coniuge: la falsa denuncia insulta in primis chi una violenza l’ha subita davvero. Mille vittime di stupri e/o percosse non possono essere messe sullo stesso piano della persona che si morde le labbra e corre in ospedale a denunciare l’ignaro ed incolpevole ex partner. Magari con l’avallo di avvocati e servizi sociali conniventi, che hanno costruito un muro di indifferenza sul dramma sociale delle false accuse. Il muro di indifferenza si sta incrinando, per rispetto delle vittime innocenti – adulti e minori coinvolti senza motivo – ma anche delle donne che una violenza l’hanno subita davvero.

 

Estratti

 

«I maltrattamenti in famiglia stanno diventando un’arma di ritorsione per i contenziosi civili durante le separazioni…», «…è appurato che le versioni fornite dalle presunte vittime sono gonfiate ad arte. Solo in 2 casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri, il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione…». «una tiratina d’orecchi ai centri antiviolenza, che istigano a denunciare senza fare la dovuta azione di filtro, ma poi si disinteressano di come va a finire…».  Carmen Pugliese, Sostituto Procuratore c/o Trib. di Bergamo – inaugurazione anno giudiziario 2009, previa autorizzazione del Proc.Gen Addano Galizi, 29/1/2009

«Sempre più spesso si ricorre alla querela del coniuge o del convivente per risolvere a proprio favore i contenziosi civili per l’affidamento dei figli o per l’assegno di mantenimento…».  Barbara Bresci, Sostituto Procuratore c/o Trib. di Sanremo – Il Secolo XIX, 25/11/2009

«Onestà intellettuale vuole che (…) si parli anche dei casi di “false” violenze o meglio di “false” denunce di violenza subita…».., «Inutile dire che per l’esperienza fatta le false denunce provengono quasi nella totalità da donne, spesso madri che in tal modo tentano di allontanare gli ex mariti dai figli…».  Jacqueline Monica Magi, Sostituto Procuratore c/o Trib. di Pistoia – il Sole 24 Ore, 25/10/2009

«L’accusa di violenza sessuale è il modo più facile per estromettere il padre dalla vita dei figli. La donna non solo si libera del partner come coniuge ma anche come padre, facendolo uscire definitivamente dalla sua vita….», «La legge attuale non garantisce né il padre, né il minore. Per quanto riguarda il bambino (…) quando si rivela la falsa accusa, che di solito è fatta su istigazione della madre, la situazione si rivolta proprio contro di lui…».  Maria Carolina Palma,  CTU c/o Trib. di Palermo – Avvenire, 13/4/2009

“Uno dei miti diffusi nella nostra società è che la violenza domestica è qualcosa che gli uomini fanno alle donne […] Le donne istigano la maggior parte delle violenze in ambiente domestico e costruiscono false accuse””. Rossana Alfieri, pedagogista clinica

“Tematiche spesso ignorate e sottaciute…. il concetto di violenza di genere viene inteso come indissolubilmente legato alla vittima femminile, ma la realtà è diversa…

A fronte della violenza cieca, diretta dell’uomo, esiste una violenza subdola, fredda, vendicativa, tipica della donna…

 

L’utilizzo emergente delle false accuse in caso di separazione è solo uno degli aspetti….  Chiara Camerani – docente di Criminologia, Università de L’Aquila

 

“Se ci sono i minori in ballo, si mettono in atto dinamiche crudeli:

le donne costruiscono false denunce di maltrattamenti o molestie sui figli

a scapito del coniuge, per togliere a quest’ultimo la patria potestà”

Cristina Nicolini – avvocato matrimonialista

 

“credo che la tendenza stia crescendo: questo è sintomo di un disagio della mancanza di un punto d’ascolto. […] Ad adottare questi sotterfugi sono sempre le donne: se la separazione è in corso, non ci sono strumenti prima dell’udienza per allontanare uno dei due genitori da casa.

L’ordine di allontanamento giunge solo in caso di violenza fisica,

ed ecco perché arrivano le denunce verso i mariti,

per la maggior parte dei casi inventate”

Clara Cirillo – Presidente AGI (Associazione Giuristi Italiani) 4 febbraio 2010

“…le false accuse di maltrattamenti, percosse, abusi sessuali e violenze di vario genere su donne adulte e figli minori – le querele costruite al solo scopo di eliminare l’ex marito dalla vita dei figli – oscillano nelle procure italiane da un minimo del 70 ad un massimo del 95%…”  Sara Pezzuolo, Psicologa giuridica – Convegno ANFI (Associazione Nazionale Familiaristi Italiani) Firenze, 29 aprile 2010

“…il “vizietto” nostrano di approfittare della legge, quando c’è, proprio non vuole morire. E, spesso si configura un reato, legato al mero interesse (economico) della presunta vittima di molestie. Non è un caso che spesso si ricorra alla querela del coniuge o del convivente per risolvere a proprio favore i contenziosi civili per l’affidamento dei figli o per l’assegno di mantenimento”. Valentina Noseda – giornalista, consulente RAI

“…una ricerca pubblicata dal Prof. Giovanni Camerini della Cattedra di NPI a Modena, relativa ad

una casistica di 60 denunce di abuso sessuale all’interno di separazioni conflittuali,

porta ai seguenti risultati:

3 casi di condanna,

i rimanenti 57 esitati in archiviazione,

proscioglimento in istruttoria o assoluzione perché il fatto non sussiste.

 

Sarebbe utile indagare sulle conseguenze, non solo per gli adulti ma per gli stessi bambini, di questi coinvolgimenti in denunce infondate. Occorre più ricerca sull’uso strumentale delle denunce di abusi, oltre ad un’inchiesta sul modus operandi dei centri che le favoriscono…” Benedetta Priscitelli, neuropsichiatria infantile, Modena

«… false denunce generate nel contesto delle controversie legali della separazione. È quest’ultimo l’ambito nel quale viene evidenziata la maggiore incidenza (…) in letteratura l’accento è stato posto sulle ripercussioni per il minore abusato che non viene creduto, ma anche nel caso di una falsa denuncia ritenuta fondata il bambino è destinato a subire un trauma (…) non solo rimane intrappolato nella spirale dell’iter processuale, ma è avviato a percorsi terapeutici per vittime di abuso (…) invasivi e potenzialmente iatrogeni»

 

Continua qui: https://www.senato.it/…/documenti_a…/957%20FENBI%20-%20A.pdf

 

 

 

 

 

CORONAVIRUS

UNA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE PERFETTA

Fabio Castellucci – 9 febbraio 2020

Almeno 3 scopi:

 

  • isolare la Cina e presentarla come inaffidabile e minacciosa… Cina-Russia sono il blocco di potere contrapposto a quello Usa-Uk, massone e sionista…
  • NON che Cina-Russia siano i “buoni”, affatto! Ma non provo a spiegarlo… Siete bloccati in una logica da stadio. Incapaci di PENSIERO…
  • distrarre europei dalle grandi manovre del golpe finale neoliberista. MES, sistema bancario e crollo del welfare, ormai considerato REATO…

 

CI DISTRAGGONO CON UN RISCHIO INVENTATO (CORONAVIRUS) IN MODO CHE NON CI OPPONIAMO AL MASSACRO REALE!!!

 

BUSINESS in rilancio per big pharma, che inventerà un vaccino per un’epidemia che NON esiste, per un virus brevettato 30 anni fa’ con patent US…

 

https://www.facebook.com/fabio.castellucci?__tn__=%2CdC-R-R&eid=ARD7U_blB4IhNE7lmfIEGU2j6PK5lCv9UFRuWGX2fQFlhRUidDS_HFJYiuJIIgmisgHpiuMk3IQBMXZI&hc_ref=ARQjAWJLP3y-pGPgxM1j1FdDGyc1QrEGywy6mYVIBgCUASZKoKDtl-auJe3Pm-W7Ga8&fref=nf

 

 

 

 

Coronavirus, i nostri soldi a rischio?

di Leopoldo Gasbarro – 16 febbraio 2020

 

15 febbraio. 10.53 del mattino. Ora italiana. La Dashboard di Johns Hopkins fotografa la situazione legata alla diffusione della malattia. Nel Mondo, con grandissima prevalenza cinese, ci sarebbero 67.091 contagiati, 1.526 sono le persone decedute, 8.446 quelle che sarebbero guarite. L’allarme è alto. Io sono uno che viaggia tanto, soprattutto in Italia, particolarmente in aereo. Vedersi controllare la temperatura tre volte nella stessa giornata crea un po’ d’inquietudine. La vita, però, deve andare avanti. E così, salgo senza alcun patema sul volo successivo che da Roma mi riporta verso casa a Milano.

Prima di partire Chiara, mia figlia, mi chiama al telefono e mi chiede se ho prenotato i voli per Londra. Avevo promesso di portare lei ed Arianna (la mia figlia più piccola) a vedere il concerto dei The 1975 in programma sabato della prossima settimana, il 22 febbraio. Le rispondo in fretta dicendole che c’è tutto il tempo, che l’importante era avere a disposizione i biglietti per entrare alla O2Arena. In realtà tutto il rumore attorno al Coronavirus mi sta dando da pensare. Sarà il caso di andare in mezzo a tutta quella gente?

Eppure in realtà, a Chiara non l’ho detto, i biglietti aerei li ho già acquistati al momento di comperare quelli del concerto e contemporaneamente ho prenotato e pagato anche l’hotel. Eppure, anche questo a Chiara non l’ho detto, il dubbio se andare o meno sta crescendo. Le immagini dei telegiornali non aiutano, i titoloni dei giornali non aiutano. E così è facile che decida di non andare. Poi mi viene da pensare: ma se tutti dovessero cominciare a fare come me, a pensare come me, cosa accadrebbe? La gente smetterebbe di andare in aereo, ma allora perché non smettere di prendere anche i treni e di frequentare i luoghi affollati. Cinema, teatri, persino i ristoranti o i negozi nel centro delle città, figuriamoci i mega centri commerciali dove è possibile incontrare chiunque.

La paura frena le nostre azioni. Le nostre azioni impaurite finiranno per frenare l’economia. In realtà fino ad ora per i mercati finanziari il Coronavirus è come se non esistesse. Dopo una piccola oscillazione verso il basso quando la crisi è scoppiata, subito dopo le vacanze natalizie, gli indici finanziari hanno ricominciato a salire ed il mercato principale, gli Usa, dall’inizio dell’anno ha portato a casi quasi un 5%. Cosa vuol dire questo? Che per i mercati finanziari l’allarme è meno importante, anzi inesistente, rispetto a quello riportato dagli organi di stampa? Che i mercati finanziari sanno qualcosa (in chiave positiva) che gli altri, tutti noi, non sanno?

Credo più semplicemente che i mercati finanziari per ora stiano alla finestra analizzando, più che gli allarmi, i numeri sull’epidemia a cominciare da quelli della regione in cui l’epidemia si è sviluppata. Ebbene Hubei (che contiene l’epicentro di Wuhan) è una provincia interna cinese da circa 60 milioni di abitanti, una popolazione quindi pari all’incirca a quella italiana. Whuan (la città in cui tutto sembra essere cominciato) è la città più popolosa della provincia e sfiora quasi i 12 milioni di abitanti. Allora cosa ci dicono i numeri?

In questo momento ci sarebbero 64.500 cinesi infettati che rispetto alla popolazione della cittadina di Whuan rappresenta lo 0,54%. Quindi, se questi fossero i numeri reali i casi di infezione sarebbero davvero

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ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Gli 8 consigli politicamente scorretti contro l’inquinamento

di Franco Battaglia – 15 febbraio 2020

Son lustri che ci riempiamo la bocca promettendoci misure strutturali per migliorare la qualità dell’aria urbana, e lustri che non si conclude nulla se non targhe-alterne-un-giorno-a-settimana, domeniche-a-piedi, blocchi estemporanei e simili palliativi, tanto fastidiosi quanto inutili. Fastidiosi perché la gente prende l’auto per bisogno, inutili perché le auto incidono per appena 1/3 all’inquinamento, e fermarle parzialmente e saltuariamente neanche sfiora il problema, vero o presunto che sia. Un altro terzo abbondante viene dal riscaldamento degli edifici, e il resto da attività industriali alle periferie e poi anche fattori naturali. Cosa fare, allora, per migliorare significativamente la qualità dell’aria cittadina? Ecco alcune misure strutturali.

  1. Riavviare il nucleare. Se a Caorso ci fosse un reattore nucleare in funzione, Milano potrebbe riscaldarsi con l’elettricità, e l’inquinamento dell’aria d’inverno si ridurrebbe di un buon terzo.
  2. Le grandi città italiane non hanno la rete di metropolitane delle compagne europee. Roma ha solo due linee e mezza. Milano è messa meglio, ma la rete non è capillare come dovrebbe. Lo fosse, una consistente frazione d’automobilisti troverebbe più conveniente spostarsi in metrò, e sarebbe come avere targhe alterne H24, 7 giorni su 7. Quindi, avviare grandi opere di ampliamento di reti di metrò.
  3. Molti, clima permettendo, gradirebbero usare la bicicletta. Ma, volendo rientrare vivi a casa, non lo fanno. Nelle città ove ci sono, le piste ciclabili sono state pensate come il balocco della domenica: attraversano parchi o collegano la città con la frazione vicina. Bisognerebbe ripensarle. Esse devono essere: capillari, continue, ovunque protette e devono attraversare il cuore pulsante delle città, cosicché chi crede può sbrigare i propri affari in bici. Ho scritto “chi crede”: ognuno deve essere lasciato libero di usare il mezzo che preferisce, e se usa l’auto avrà i suoi buoni motivi. Non abbiamo bisogno

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Non c’è prova scientifica del riscaldamento globale

di Franco Battaglia – 15 febbraio 2020

Un caro amico ingegnere col quale di tanto in tanto scambiamo quattro chiacchiere al bar, m’ha così lucidamente espresso alcune sue riflessioni sulla questione del clima che, almeno all’osso, val la pena qui riportarle. La scienza, osserva Giuliano (il nome dell’amico ingegnere, un fuoriclasse dal Politecnico di Milano), è fatta di errori che sono ammessi, ma la scienza punisce chi mente.

La strada degli scienziati, anche dei più grandi, è lastricata di sbagli e cantonate. In effetti chi per mestiere fa lo scienziato sa bene quanto una clamorosa cantonata possa assomigliare a un’intuizione geniale. Ma il cuore del metodo galileiano è la verifica sperimentale, che dà agli scienziati la straordinaria libertà di concedersi a ipotesi quanto mai azzardate, ma con la consapevolezza di poterle sottoporre a controllo. Nel caso del riscaldamento globale, della sua origine antropica non esiste alcuna verifica sperimentale, né prova alcuna che possa avvalersi della qualifica “scientifico”. Anzi esistono prove fattuali incontestabili che la contraddicono.

La congettura che addebita all’uomo il riscaldamento globale appartiene così ad una realtà virtuale che è ben diversa dalla realtà reale, ben rappresenta dalle parole della nostra cara Greta seguite a quel famoso “ci avete rubato il futuro”, e cioè: «non avete fatto niente in 25 anni». Greta ha così sancito il de profundis della COP25 di Madrid.

In sostanza, la realtà virtuale va da una parte, con tante, tantissime chiacchiere, proclami, annunci, promesse, una copertura mediatica molto ampia ed una propaganda ossessiva. Il tutto per produrre poco o nulla in termini concreti (da cui il lamento di Greta), mentre la realtà reale va da tutt’altra parte. Paesi come Stai Uniti, Canada, Brasile,

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La scatola nera

di Marco Travaglio – 12 02 2020

Piazza Fontana, delitto Calabresi, delitto Moro, strage di Bologna, Capaci e via D’Amelio, bombe di Roma, Firenze e Milano, trattativa Stato-mafia. A dispetto della visione unitaria di pochi magistrati, giornalisti e storici squalificati come complottisti e acchiappa-teoremi, la narrazione mainstream ha sempre respinto la teoria del “doppio Stato”, spacciando le varie tappe della strategia della tensione di destra e di sinistra come una serie di fatti isolati e slegati, senz’alcuna regìa superiore. Nel 2009 il presidente Giorgio Napolitano, lo stesso che da ministro dell’Interno si era vantato di non “aprire gli armadi” del Viminale, impose urbi et orbi la linea negazionista, intimando di smetterla con il “fantomatico doppio Stato”. Come se il capo di uno Stato democratico potesse mettere la camicia di forza alla ricerca storica e alle indagini giudiziarie e giornalistiche. Infatti, poi tentò di deviare le indagini palermitane sulla Trattativa, colpevoli di smascherare il doppio Stato che combatteva la mafia e intanto trescava con essa. Ora l’inchiesta di Bologna sulla strage spalanca la scatola nera del doppio Stato e dipinge un quadro sconvolgente che, se reggerà al processo, riscriverà gli ultimi 50 anni di storia: le stesse strutture statali, le stesse organizzazioni eversive e gli stessi massoni pilotavano direttamente od orientavano a distanza (anche a loro insaputa) terroristi e mafiosi, usandoli come manovalanza a buon mercato per disegni concepiti altrove: per affogare nel sangue e nella restaurazione ogni vagito di cambiamento. Nel 1969 Piazza Fontana contro il primo centrosinistra e il ’68. Nel 1978-’80 via Fani e Bologna contro l’intesa Moro-Berlinguer. Nel 1992- ’93 le stragi e poi FI contro la rivoluzione legalitaria dei maxiprocessi alla mafia e a Tangentopoli. Gli indagati di Bologna sono impresari della violenza, della paura e del gattopardismo che collegano mezzo secolo di “destabilizzazioni stabilizzanti”, ordite non per rovesciare l’ordine costituito, ma per imbalsamarlo e vaccinarlo da ogni rischio di cambiamento.

Licio Gelli debutta nel 1944 come doppiogiochista fra repubblichini, Alleati e partigiani. Nel ’70 è acceleratore e poi frenatore del golpe Borghese. Capo della loggia P2 che raduna il Gotha di politica, 007, magistratura, Arma, Gdf e giornalismo. Estensore del Piano di Rinascita poi copiato da Craxi e B., depistatore del caso Moro e della strage di Bologna (di cui ora risulta il mandante). Nel ’93 è in contatto coi mafiosi e i “neri” che, sotto le bombe, preparano l’entrata in politica di “Leghe meridionali” poi rimpiazzate da Forza Italia del confratello B. e del mafioso Dell’Utri.

Sappiamo molto anche di Federico Umberto D’Amato, capo dell’Ufficio Affari Riservati del Viminale che nel ’69 fabbrica la velina sulla pista anarchica di Piazza Fontana. E, dopo il delitto Calabresi, va più

 

Continua qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/02/12/la-scatola-nera/5703521/

 

 

 

 

 

Papà era riverso a terra e Battisti lo crivellò di colpi

Il racconto di Adriano Sabbadin, figlio del macellaio Lino ucciso il 16 febbraio 1979 nel suo negozio da Battisti e il suo commando: “Crivellarono mio padre senza alcuna pietà”

Giuseppe De Lorenzo – Dom, 15/10/2017

Volete conoscere Cesare Battisti? Volete sapere chi era il “proletario armato per il comunismo” che oggi se ne sta comodamente seduto in una spiaggia brasiliana mentre i parenti delle sue vittime lottano con il dolore di non avere più un padre, un marito, un amico? Era un assassino (lo dicono le condanne): un killer spietato ora trasformatosi in giallista di successo senza scontare neppure un minuto di pena per i delitti commessi durante gli anni di piombo.

Per toccare con mano la ferocia di chi oggi dice che tornare in Italia sarebbe “una condanna a morte” bisogna ascoltare i racconti dei parenti di una delle quattro vittime degli omicidi per cui Battisti è stato condannato all’ergastolo. “Non devo chiedere scusa alle vittime”, ha detto il terrorista dei Pac continuando a dire che “non c’è motivo che chieda scusa per qualcosa che hanno commesso altri”.

Il figlio di Lino Sabbadin raccontò l’omicidio di suo padre in un libro realizzato da Giovanni Fasanella e Antonella Grippo. Una fiume di parole sconcertanti, che ricostruiscono nella memoria di un ragazzo come Battisti abbia crivellato di colpi il macellaio di Santa Maria di Sala (Venezia) mentre questi era già agonizzante a terra. Era l 16 febbraio del 1979. “La mia era una famiglia tranquilla – racconta Adriano Sabbadin, come riportato dal Tempo – Lavoratori seri, persone oneste. Vendevamo carni”. Due mesi esatti prima della morte di Lino Sabbadin (il 16 dicembre) la sua macelleria subì una rapina. O forse dovremmo chiamarlo un “esproprio proletario”, locuzione con cui per anni si sono coperti col velo della politica comunista crimini di tutti i tipi. “Era un sabato sera – ricorda Adriano – la giornata di lavoro era finita e stavamo per chiudere. Quella era un’incombenza che spettava a me e andai nel retro per prendere il grosso catenaccio di ferro con cui bloccavamo la saracinesca. Improvvisamente sentii sparare all’ impazzata, mentre qualcuno urlava: ‘Questa è una rapina! State fermi, non vi muovete! E’ una rapina!”. D’ istinto mi buttai a terra, impaurito. Poi riconobbi la voce di mio padre, che invitava alla calma: “Per favore, state calmi!”, continuava a ripetere ai rapinatori. Ma lo diceva anche a sé stesso e soprattutto a mia sorella, che era alla cassa: la vedeva terrorizzata e voleva tranquillizzarla. Adriana prese i soldi dal cassetto per darli ai rapinatori, erano due giovani incappucciati. Ma uno di loro le sparò, senza colpirla; forse credeva che volesse nascondere una parte dell’incasso della giornata e voleva intimidirla. Mio padre nel frattempo, preoccupato che potesse accadere qualcosa di brutto a mia sorella, approfittò di quegli attimi di concitazione e riuscì a venire nel retro, dove prese un’arma, che teneva nascosta lì. L’ altro rapinatore gli corse dietro e lo colpì in testa con il calcio della pistola. Papà non svenne e reagì. Lottarono. Partì un colpo. Fu mio padre a rialzarsi mentre il ragazzo rimase a terra, riverso in una pozza di sangue. L’ altro rapinatore fu subito immobilizzato dai clienti e rischiò il linciaggio della folla, che quando è stanca di soprusi diventa branco pronto a farsi giustizia da sé. L’ ambulanza arrivò quasi subito. Tentarono di rianimare il ragazzo in terra, poi lo portarono in ospedale. Ma non ce la fece, morì nel giro di qualche ora”.

La morte di quel giovane rapinatore armò la mano dei Pac. I quali decisero di punire il macellaio

 

Continua qui: https://www.ilgiornale.it/news/cronache/pap-era-riverso-terra-e-battisti-crivell-colpi-1452685.html

 

 

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Ogni 100 morti, 67 nascite.

Marco Palladino – 12 02 2020

Dopo Whirlpool, Ilva e migliaia di altre aziende, schiatta pure AirItaly e consociate. Altri 1.200 posti di lavoro al macero.
Dopo il crollo del Pil, frana anche la produzione industriale.
E devi discutere con le capre che i governi, tutti, sono solo i nostri boia.
Dopo la seconda repubblica, dopo Supermario, dopo il Nazareno 1 e 2, abbiamo avuto l’avvocato del popolo, abbiamo avuto quelli del tutti a casa, abbiamo avuto il capitano.
Era stata abolita la povertà, era stata battuta la troika, si parlava di banca pubblica e nuova IRI.
Ma, tolto un cabaret vomitevole, si è solo continuato a morire. Senza fermarsi un attimo, missione portata a termine con ferocia.
Mentre gli uni giurano amore eterno al paese e gli altri manifestano contro il loro stesso governo.
I veri padroni avranno un buon motivo per congratularsi con i nostri liquidatori, di tutti i colori, di tutte le provenienze, di destra, sinistra e figli delle stelle. Sardine, voltagabbana e figli di puttana.
Un paese con qualche neurone funzionante, avrebbe già capito e da tempo. Macché. Ognuno col suo bel piatto di cacca, pronto a scannarsi con gli altri idioti, urlando che si tratta di cioccolato pregiato.
In fondo fanno bene le “cacche”: una mandria che scambia lo sterco per cacao, non può avere altro che questo, non può, ne merita di essere salvato, ma solo fottuto. Anche perché, semmai lo fosse, allora si rivolterebbe contro. Come già successo.
No, guai a dare perle ai porci, questo bestiame merita solo Sanremo, D’Urso, Piazza Pulita e Propaganda Live.
Mentre tutto crolla, mentre tutto frana, mentre tutto muore.
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto che passa, sotto questo cielo amaro e avvelenato, mi vergogno di essere italiano.

 

https://www.facebook.com/marco.palladino.980?__tn__=%2CdC-R-R&eid=ARAt3t7d3TnLSbrbO5–YRbiVyhHdoXIvJZvL5Au0mWINoQzuu2bcjpBpoBUyI9G95bAI26EvRGwtvYx&hc_ref=ARSYBBt5o0OwwvvSvr3nQaF7lEMifkSlO5xgI3wsgHPWr3-Tn31vUleFiSwZH5yiRVE&fref=nf

 

 

 

 

Tecniche di manipolazione: quelle usate da Benigni a Sanremo per tenerci mediocri e ignoranti

Enrica Perucchietti – 11 02 2020

“Siamo stati indottrinati e accompagnati gradualmente ad accettare un cambiamento radicale nelle nostre vite. Per fare questo sono state utilizzate delle tecniche auree della manipolazione di massa che tra l’altro sono ben note, semplicemente non vengono studiate dalle persone che non sono addette ai lavori.
Queste tecniche funzionano su tutti. Per esempio la tecnica della distrazione. Se tieni l’attenzione dell’avversario su un obbiettivo e intanto stai facendo altro, l’avversario, in questo caso l’opinione pubblica, non si accorgerà di quello che in realtà il potere sta facendo o magari sta nascondendo.
E poi, lo abbiamo visto benissimo soprattutto in questo periodo, per esempio con il monologo di Benigni a Sanremo, altre due tecniche: stimolare il pubblico a essere compiacente con la

Continua qui:

https://www.radioradio.it/2020/02/tecniche-di-manipolazione-quelle-usate-da-benigni-a-sanremo-per-tenerci-mediocri-e-ignoranti-perucchietti/?cn-reloaded=1

 

 

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Le agghiaccianti parole di Giorgetti confermano: l’Italia è finita nella trappola europeista

Di Diego Fusaro – 15 Febbraio 2020

 

VIDEO QUI: https://youtu.be/jTjfDNefVGA

 

Al PD sono ben disposto a riconoscere la coerenza sul tema euro e Unione Europea.
I Dem da sempre stoltamente supportano entrambi, rivelandosi con ciò la parte del potere alleata con l’ordine global-capitalistico. La novità è che adesso anche la Lega va affermando apertamente tramite Giorgetti la necessità dell’euro e dell’Unione Europea.

E’ quanto ha sostenuto a chiare lettere ieri in un’intervista apparsa sul Corriere della Sera: “Ora la Lega è a favore dell’euro e della permanenza dell’Unione Europea“.

Il vicesegretario federale della Lega ha garantito apertamente che la Lega è “un elemento di stabilità”, che non vuole quindi perturbare l’ordine dominante.

Al giornalista che lo incalzava sulla presenza di due euroscettici come Borghi e Bagnai nel partito leghista, Giorgetti ha addirittura risposto con un velo di sdegno che sarebbe lui a dettare la linea della Lega in futuro.

Viene da rammemorare ciò che ricorda Orwell in 1984: se tutti i documenti raccontano la stessa favola ecco che la menzogna diventa un fatto storico.
La menzogna in questione riguarda la necessità di non uscire dall’euro

 

Continua qui: https://www.radioradio.it/2020/02/le-agghiaccianti-parole-di-giorgetti/

 

 

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Franco Prodi: Greta, abbaglio mondiale. Non è colpa nostra

Scritto il 13/2/20

 

Con Greta siamo di fronte a un abbaglio mondiale: perché questo movimento incanala nella direzione sbagliata, cioè la lotta al riscaldamento globale, quella che è in realtà un’urgenza giusta, ovvero la salvaguardia del pianeta.

 

Al momento, nessuna ricerca scientifica stabilisce una relazione certa tra le attività dell’uomo e il riscaldamento globale. Perciò, dire che siamo noi i responsabili dei cambiamenti climatici è scientificamente infondato.

 

Io non nego affatto che ci siano i cambiamenti climatici. La storia del nostro pianeta è anche la storia dei cambiamenti climatici che si sono susseguiti nel tempo. Nel tardo medioevo, intorno all’anno 1200, è noto che la temperatura della Terra aumentò significativamente. Così come sappiamo che a metà del diciassettesimo secolo ci fu un fenomeno inverso, ovvero una piccola glaciazione. In entrambi i casi, l’uomo non aveva ancora sviluppato tutte quelle attività industriali che oggi sono considerate responsabili dei cambiamenti climatici. Come si può dire, dunque, che per il 95% è colpa dell’uomo?

I dati che abbiamo a disposizione dicono che, dai primi anni dell’ottocento (quando sono state impiantate le prime stazioni meteorologiche in diverse parti del mondo), la temperatura media globale è cresciuta ogni secolo di un decimo di grado. Questo è innegabile, nessuno lo contesta. Ciò che è in discussione, nella comunità scientifica, è la causa di questa crescita. Per certo si sa che il clima terrestre è il risultato dello scambio di due flussi di fotoni: uno che

Continua qui: https://www.libreidee.org/2020/02/franco-prodi-greta-abbaglio-mondiale-non-e-colpa-nostra/

 

 

 

 

 

Zichichi: falso allarme, non siamo noi ad alterare il clima

Scritto il 03/10/19

 

Per circa 200 studiosi italiani, tra cui Antonino Zichichi, l’attuale riscaldamento globale non è causato dalle emissioni umane di CO2. E il clima sul nostro pianeta è cambiato più volte nel passato per ragioni naturali. Non la pensano così gli esperti reclutati dall’Onu nel gruppo intergovernativo Ipcc: nei prossimi anni, sostengono, si accentuerà l’innalzamento dei livelli del mare, che provocherà catastrofi sulle coste con milioni di persone sfollate. Secondo l’Ipcc, gli eventi climatici estremi colpiranno almeno una volta l’anno entro il 2050. Gli oceani vedranno un aumento senza precedenti della temperatura e della acidificazione, un calo dell’ossigeno, ondate di calore sempre più forti e frequenti, piogge e cicloni devastanti e una costante diminuzione degli animali marini e dei coralli, che peraltro già sta avvenendo. Geologi, fisici e geofisici italiani hanno invece esposto le loro convinzioni – del tutto opposte – in una petizione sul riscaldamento globale antropico.

 

L’appello è stato indirizzato ai presidenti della Repubblica, del Consiglio, della Camera e del Senato. Tra i primi firmatari, Zichichi e Renato Ricci, già presidente della Società Europea di Fisica. La petizione ha raccolto la firma di oltre 500 accademici in tutto il mondo e si è evoluta in una “European Declaration: There is no Climate Emergency”.

 

A partire dal primo firmatario, il geofisico olandese Guus Berkhout, i 500 scienziati negano che sia in corso un’emergenza climatica. Il loro dossier – in controtendenza, rispetto all’allarme ecologista che fa

Continua qui: https://www.libreidee.org/2019/10/zichichi-falso-allarme-non-siamo-noi-ad-alterare-il-clima/

 

 

 

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

PRESCRIZIONE? SOLO UN ” FALSO PANUELO”, SOLO UN TRANELLO AI DANNI DEL POPOLO.

Gaetano Immè e Tanino Da Ortigia – 9 02 20202

 

Nonostante il fazioso livore, a stento represso, di Corrado Formigli e l’arrogante intimidazione dell’avvocato Gian Domenico Caiazza nell’opporgli i non solo uno sprezzante Dottor Sottile , ma anche il lacrimoso finto francescano Padellaro ( insomma che dibattito è con un 2 a 1?), il dibattito sulla prescrizione su “La7″ ha messo in evidenza che, statistiche del mondo giudiziario alla mano, questa Legge Bonafede tenda a soddisfare le pretese di una assoluta minoranza di casi giudiziari, usata come ipocrita bandiera dietro la quale non c’è alcuna voglia di migliorare i processi penali, perché la pretesa di bloccare la prescrizione tende solo a trasformare ogni possibile processo in una prigione per ogni cittadino, destinato ad essere assoggettato ad ogni magistrato come lo schiavo lo era al suo padrone.

Ha ragione G.B. Vico, la storia si ripete, perché così fu anche nel lontano autunno del 1993, quando al posto di Formigli c’erano tutti i Magistrati del Pool di Milano, con Davigo sempre presente, quando, complici un pusillo e tremebondo Presidente della Camera – che non osò aprire bocca , come era suo dovere , in difesa della indipendenza e delle prerogative costituzionali del Parlamento – , un ridicolo Presidente della Repubblica – tenuto appeso stretto per i coglioni dai magistrati perché inquisito per i vergognosi ” fondi neri del Sisde”- e settecento parlamentari intimiditi dal “tintinnar di manette” – solo il liberale Vittorio Sgarbi ed il radicale On Cicciomessere ebbero il coraggio e la capacità per protestare avvertendo che la richiesta modifica dell’articolo 68 non serviva alla magistratura per ” perseguire rei, reati e corruzione”, ma per ” abbandonare il processo, al politico di turno, una volta ottenuta l’autorizzazione, in modo tale da esporre alla gogna mediatica e così eliminare gli avversari politici, come dimostravano tutte le autorizzazioni che erano state rilasciate nell’anno precedente all’autunno del 1993, i cui processi , appena iniziati formalmente, erano tutti inattivi.- permisero ai magistrati alla Davigo di stuprare la democrazia concedendo, a quella banda di razziatori da valico, mascherati da magistrati, la modifica delle guarentigie, dell’unico ” peso e contrappeso” che tenesse in equilibrio la divisione e l’autonomia dei poteri, la base di ogni forma di più elementare democrazia.

Anche se distanti ventisette anni uno dall’altro, questi due assalti alla democrazia da parte di magistrati e di forcaioli alla Padellaro e Travaglio, sono legati fra di loro da un filo rosso di Arianna.

Sono due tappe di una unica strategia progressiva, elaborata dall’allora Pci o Pds fra il 1989 ed il 1991, ormai agli ordini del suo nuovo “Papa esterno”, la lobby imperialista e speculativa dei democratici americani alla Bill Clinton, che l’avrebbe condotto al potere in Italia, non ostante fosse crollata l’Urss, come testimoniano le regalie principesche dispensate ai suoi inviati a Civitavecchia a giungo del 1992 sul panfilo Reale Britannia …

Due mosse del cavallo per dare scacco matto alla democrazia parlamentare italiana ed instaurare, surrettiziamente e fuori dal Parlamento, una oligarchia, il regime etico dei magistrati.

Con la prima “mossa del cavallo del 93″, la magistratura aveva messo solo” la politica”, il Parlamento, sotto il suo tacco. Bastava formulare un’accusa e un eletto dal popolo, era annientato per sempre.

Successivamente, acclarata una certa ribellione del popolo alle sue pretese egemoniche, da regime, ecco l’altra “mossa del cavallo”, quella per dare ” scacco matto” definitivo alla democrazia parlamentare, ossia cancellare o sospendere la prescrizione per mettere ogni semplice cittadino, sotto il tacco del loro arcigno potere per buona parte della sua vita.

Siamo prigionieri di Davigo e di Padellaro, grazie a Salvini – che queste leggi infami e da regime le ha votate – alla sinistra, a Bonafede ed al M5s.

E a chi vota questa ciurmaglia politica.

 

https://www.facebook.com/gaetano.imme?__tn__=%2CdC-R-R&eid=ARBdtxmhXjaCsz6YSmptXDdu6hWFUakjbVuphYEHDx-fhEU0reshL1ETlMgtrpa-cYpkCi5LSZ-G2U9l&hc_ref=ARRpILHBmYOYSx42rBIrhgwebT8I7CPzSRofAz8Xvop1yDPnXCsVqAK9bdO0eRMCRUs&fref=nf

 

 

 

 

 

 

 

 

Gregoretti, giustizia politica: oggi Salvini, domani chiunque

Scritto il 14/2/20

 

Il caso Salvini-Gregoretti? Ne va del principio della separazione dei poteri, garanzia dello Stato di diritto. Tutto nasce da un divieto di sbarco. C’è o no c’è il reato di sequestro di persona? È un’accusa basata su una fattispecie di reato a dir poco incongrua, addirittura bizzarra. Innanzitutto, non è chiaro chi sarebbero stati gli esecutori materiali del sequestro. Chi concretamente ha posto in essere la condotta criminosa? L’equipaggio? Inoltre, il sequestro di persona è un reato di carattere permanente, significa che l’offesa del bene giuridico si protrae nel tempo. Il fatto è avvenuto sotto i riflettori del mondo. Sulla nave salirono anche rappresentanti delle istituzioni. A fronte di un episodio di quella gravità, al quale tutti hanno avuto modo di assistere, perché la polizia giudiziaria ad esempio non è intervenuta? Un sequestro di persona che nessuno avrebbe fatto nulla per impedire o interrompere. Dunque si tratta al massimo di un limitazione della libertà di circolazione, secondo quanto stabilito dall’articolo 16 della Costituzione. Se fosse arrivata per ipotesi un’altra nave disposta a trasferire i migranti altrove, il ministro dell’interno lo avrebbe forse impedito? No di certo. L’ipotesi del sequestro non regge nella maniera più assoluta. E comunque le libertà, tutte le libertà, non sono mai assolute, ma incontrano dei limiti.

Il 20 gennaio scorso l’ex ministro Salvini ha chiesto a tutti componenti della Giunta per le immunità, compresi i senatori della Lega, di essere mandato a processo, nella convinzione di avere difeso l’interesse nazionale. Sul piano politico il messaggio è chiaro: l’ex ministro ritiene di avere agito nell’interesse dell’Italia difendendone i confini, la sovranità, il diritto-dovere del governo di regolare il fenomeno migratorio e di reprimere il traffico di esseri umani da parte di organizzazioni criminali. Il senatore Salvini ritiene pertanto di non avere nulla da temere da un processo. Ma la questione è più complessa. L’autorizzazione a procedere riguarda esattamente un punto specifico: non si entra nella fattispecie del reato di sequestro. Si deve soltanto giudicare se il ministro abbia agito ai sensi della legge costituzionale 1/1989 “per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per

 

Continua qui: https://www.libreidee.org/2020/02/gregoretti-giustizia-politica-oggi-salvini-domani-chiunque/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ECCO LA CONSULTA DI MARTA CARTABIA, LA GIURISTA DI REGIME

Danilo Bonelli 17 01 2020

 

Per prevedere in anticipo la bocciatura del referendum bastava solo guardare la composizione della Corte Costituzionale : 15 componenti dei quali 5 nominati dal Presidente della Repubblica, 5 dalla Magistratura e 5 dal Parlamento….. per caso qualcuno aveva dubbi che la schiacciante maggioranza di loro non fosse di sinistra???

E qui si ritorna a quel colossale pasticcio che è la nostra Costituzione che – ben lungi dall’essere la più bella del mondo – è solo un compromesso frutto del periodo storico nel quale è stata scritta.

La nostra Carta Costituzionale è del biennio 1946-1947, un tempo nel quale in Italia ancora non si sapeva chi avrebbe vinto le successive elezioni politiche dell’aprile 1948 …. in quel tempo il nostro Paese era in bilico tra il blocco rosso PCI-PSI e la Democrazia Cristiana e nessuno sapeva quale dei due l’avrebbe spuntata.

La narrazione vuole che la legge fondamentale della nostra Repubblica sia stata scritta dai “padri” all’interno dell’Assemblea Costituente….una balla, una fake news ante litteram…..la nostra Costituzione è stata scritta dalla paura e dalla conseguente necessità di mettere i bastoni tra le ruote a chi poi avrebbe vinto, introducendo una serie di trabocchetti, di rimandi, di rinvii e di duplicazioni, con l’intento non già di impedire ogni forma di possibile autoritarismo – cosa questa di per sè giusta – ma anche di decisionismo…..e così la nuova Italia nacque bloccata sul nascere, con il freno a mano sempre tirato.

Faccio solo due esempi per me eclatanti: una legislatura dura di norma 5 anni ma il Presidente della Repubblica resta invece in carica per 7 anni e un giudice della Consulta addirittura per 9 …. ti saluto spoils system…..qui da noi abbiamo inventato la regola del compromesso perenne.

La legge elettorale maggioritaria è quella che permette la formazione di un governo stabile e in grado di governare per 5 anni……ed ovviamente è stata stoppata, perché in Italia non conta la volontà popolare ma quella delle segreterie dei partiti, del Quirinale, dei caminetti, delle trame segrete e delle conventicole che si formano nei sottoscala dei palazzi del potere…..insomma lo schifo al quale siamo abituati e del quale siamo altresì disgustati.

Ecco perchè il referendum è stato impedito …. perché in Italia il popolo non deve essere ascoltato ma educato, preso paternamente per mano e condotto laddove vuole la nomenklatura dominante…..e il bello è che questa la chiamano democrazia costituzionale, un sopruso ammantato di legalità istituzionale.

Oggi la priorità nazionale è solo quella di “cancellare Salvini” come ha titolato Repubblica, il manuale delle giovani marmotte della sinistra italiana …. e se per far questo si deve passar sopra alla volontà della maggioranza degli italiani pazienza….per difendere la democrazia bisogna anche saperla calpestare.

 

https://www.facebook.com/100003288967951/posts/2707419776044295/

 

 

 

 

IMMIGRAZIONI

Il ministro degli Esteri ungherese: la spinta delle Nazioni Unite per le migrazioni di massa minaccia “tutta l’umanità”

Maurizio Blondet  14 Febbraio 2020

Il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjárt avverte che le Nazioni Unite stanno spendendo denaro per facilitare un programma di migrazione di massa che minaccia “l’intera umanità”.

Invece di spendere soldi per l’antiterrorismo, le Nazioni Unite stanno finanziando programmi che incoraggiano le persone a lasciare la loro terra natale e dirigersi verso i paesi occidentali, Szijjártó ha detto martedì a una conferenza a Vienna.

Questo processo di migrazione di massa rappresenta “una minaccia molto grave per l’intera umanità”, ha affermato Szijjártó.

Chiediamo alle Nazioni Unite di includere nel suo bilancio antiterrorismo … e di spendere meno per la migrazione “, ha detto il ministro alla conferenza, organizzata dalle Nazioni Unite.

 

Approvato nel 2018, il patto delle Nazioni Unite sulla migrazione non è giuridicamente vincolante, ma i governi sono sotto pressione internazionale per seguire i suoi mandati.

 

VIDEO QUI: https://youtu.be/lPaocISaHOk

 

L’eurodeputata britannica Janice Atkinson ha avvertito che il patto potrebbe portare all’alluvione dell’Europa con 59 milioni di nuovi migranti entro i prossimi 6 anni.  L’eurodeputata olandese Marcel de Graaff ha anche affermato che il patto avrebbe ispirato le leggi che avrebbero criminalizzato le critiche all’immigrazione di massa come “discorsi di odio”

[…]  Nel caso dell’Europa, il documento afferma che almeno 159 milioni di lavoratori migranti dovranno entrare entro il 2025 per “mantenere l’attuale equilibrio da 4 a 5 lavoratori per un pensionato”.

Nel caso degli Stati Uniti, nello scenario più estremo, il rapporto afferma: “Sarebbe necessario avere 593 milioni di immigrati dal 1995 al 2050, una media di 10,8 milioni all’anno”.  Mentre la Gran Bretagna e numerosi altri paesi occidentali hanno firmato il patto di migrazione, gli Stati Uniti hanno rifiutato di farlo.

Nello scenario peggiore, entro il 2050 sarebbero necessari 1,4 miliardi di migranti, in media 25,2 milioni all’anno. Ciò significa che entro il 2050 la popolazione europea sarebbe di 2,3 miliardi, di cui 1,7 miliardi,

Continua qui:

https://www.maurizioblondet.it/il-ministro-degli-esteri-ungherese-la-spinta-delle-nazioni-unite-per-le-migrazioni-di-massa-minaccia-tutta-lumanita/

 

 

 

 

 

LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI

Tfr(ego) in Busta Paga

31/03/2015 Massimo Bordin                          RILETTURA

Il TFR in busta paga è come la corazzata Potemkin: una cagata pazzesca! E’ del tutto evidente ai consulenti indipendenti che il tfr in busta paga è l’ennesimo sistema  per fare cassa ai danni dei lavoratori dipendenti ed ora se ancora fai confusione ti spiego per benino il perché.

I sindacati, dopo molti danni fatti propagandando i fondi pensionistici, rimediano ora con una informazione puntuale e corretta sull’anticipo del tfr in busta paga, ma vediamo che chi lavora in aziende di piccole dimensioni e magari è bombardato dall’informazione mainstream ancora fa confusione e nutre più dubbi che certezze.

L’anticipo del tfr, (liquidazione) in busta paga, mese dopo mese, pare essere una buona soluzione per aumentare lo stipendio secondo il vecchio adagio che è meglio un uovo oggi che una gallina domani.

Quello che non viene chiarito dai vari governi che hanno promosso sta cosa (da Renzi e company in giù), tuttavia, è il tema tassazione.

Con l’anticipo del tfr in busta paga alla fine del mese hai più soldi subito, ma paghi più tasse e le paghi subito!

Infatti, il tfr in busta paga lascia il regime della tassazione separata indubbiamente più

Continua qui: http://micidial.it/2015/03/tfrego-in-busta-paga/

 

 

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Olanda, la sinistra vuole limitare interventi chirurgici per over 70

La volontà del paziente di continuare a vivere e combattere le malattie in Olanda potrebbe non avere più un valore determinante, ma diventerebbe fondamentale l’opinione di un geriatra e le sue previsioni sulle “aspettative della qualità della vita dell’anziano”

Matteo Orlando – Lun, 25/03/2019

In Olanda continua a crescere la mentalità eutanasica e un partito di sinistra, la Groenlinks (la Sinistra Verde) vuole adesso limitare la possibilità degli interventi chirurgici per i pazienti di età superiore ai 70 anni, consentendo ai geriatri ospedalieri di decidere se operare o meno e continuare a fornire cure.

 

Corinne Ellemeet, esponente di questo partito di orientamento eco-socialista (fondato nel 1991 dalla fusione del Partito Comunista ‘Nederland’, del Partito Socialista Pacifista, dei Radicali e dell’Evangelische Volkspartij) ha presentato la sua proposta nella camera bassa olandese.

In particolare, come riporta Lifesitenews, Ellemeet ha insistito sul fatto che la sua proposta, promossa come iniziativa per dare agli anziani “la migliore assistenza possibile“, non nascerebbe per “risparmiare denaro“, ma per evitare “overtreatment“, perché le operazioni non sono sempre vantaggiose e possono anche mettere in difficoltà il paziente.

In realtà la logica della sua proposta si baserebbe sul rapporto costo-efficacia. Ha sottolineato che il 70% dei pazienti negli ospedali olandesi ha più di 70 anni, il che suggerisce che non dovrebbero ricevere lo stesso trattamento dei pazienti più giovani. “Un processo di screening dovrebbe essere messo in atto quando si sta prendendo in considerazione un trattamento avanzato e costoso“, ha detto la Ellemeet, comprese le operazioni cardiache, il trattamento del cancro, la dialisi renale e simili.

La questione centrale è questa: cosa stiamo facendo al paziente? Ospedalizzazione, anestesia, dolore e un diluvio di droghe. La ricerca dimostra che il trattamento eccessivo dei pazienti anziani è ancora un evento quotidiano“, ha denunciato la Ellemeet. In altri termini, la volontà del paziente di continuare a vivere e combattere in Olanda non avrà più un valore determinante, ma sarà fondamentale l’opinione di un geriatra e le sue previsioni sulle aspettative della qualità della vita del paziente.

La Ellemeet ha immediatamente ricevuto l’appoggio della presidente

 

Continua qui: https://www.ilgiornale.it/news/mondo/olanda-sinistra-vuole-limitare-interventi-chirurgici-over-70-1668453.html

 

 

 

 

 

POLITICA

L’ascesa di Giorgia Meloni

In passato, per arginare il Movimento 5 Stelle la Lega doveva crescere velocemente, oggi che la Lega ha scavalcato il Movimento 5 Stelle, esiste solo un modo per indebolirla: far crescere Fratelli d’Italia.

di Sebastiano Caputo – 20 Gennaio 2020

Nessuno cresce per caso. O meglio, non basta essere bravi politici per crescere in punti percentuali. Questa è la prima regola delle democrazie occidentali. Per capire l’evoluzione dello scenario partitico italiano occorre leggere tra le righe delle geometrie nazionali e internazionali. Così da non illudersi troppo facilmente per alcuni, o scandalizzarsi troppo istericamente per altri. Facciamo un passo indietro negli anni. Quando Matteo Salvini diventò segretario, era dicembre del 2013, la Lega era al 4 per cento, mentre il Movimento 5 Stelle già rompeva la dicotomia destra/sinistra diventando il partito più votato dagli italiani col 25 per cento di consensi dopo le elezioni di febbraio (sempre del 2013).

Insomma, la cavalcata del “Capitano” – aldilà della sua non ordinaria capacità di calarsi fisicamente nei luoghi, a una velocità supersonica, tra un comizio, una fiera locale o una sagra di Paese – serviva in quel momento storico ad arginare l’ascesa dirompente del M5S ma soprattutto a fermare l’emorragia dei voti di centro-destra. Col tempo Matteo Salvini, sfrutta il vuoto mediatico lasciato dai diktat di Beppe Grillo che costringono i suoi a non andare in televisione, diventa uomo di copertina e da talk show, abbandona la “secessione”, avvia un progetto di architettura “nazionale” e introduce il “sovranismo” nel suo manifesto politico in contrapposizione al “populismo civico pentastellato”. Con questa strategia riesce a portare la Lega dal 4 al 17 (marzo 2018), al 34 per cento (maggio 2019), con una parentesi di governo “nazional-populista” durata 15 mesi che spiazzò tutte le centrali cultural-finanziarie, al punto ora da concorrere per la prima volta della storia repubblicana con il Partito Democratico in Emilia Romagna, e da conquistare in Calabria la prima regione del Sud Italia. Incredibile ma vero.

VIDEO QUI: https://www.facebook.com/salviniofficial/videos/742077206315956/

Matteo Salvini gode di consenso popolare ma è isolato all’estero. Se non

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Basta con la fascistizzazione degli avversari!

14 febbraio 2020

 

Video qui: https://www.nicolaporro.it/basta-con-la-fascistizzazione-degli-avversari/

 

Chi sono i veri odiatori?

Matteo Salvini e Giorgia Meloni o una certa sinistra che cerca sempre di fascistizzare gli avversari politici?

Ne abbiamo parlato durante l’ultima puntata di Quarta Repubblica con Alan Friedman, Daniele Capezzone e Giampiero Mughini.

Dalla puntata del 10 febbraio 2020

https://www.nicolaporro.it/basta-con-la-fascistizzazione-degli-avversari/

 

 

 

 

 

I nostri leader nani: durano poco perché sono senza storia

Scritto il 15/2/20

 

Da una parte Andreotti e Fanfani, Moro e Craxi, La Malfa e Berlinguer, Almirante e Malagodi, Pannella e Spadolini. Dall’altra Berlusconi e Renzi, Grillo e Di Maio, Conte e Monti, Zingaretti e Gentiloni, Salvini e Meloni. Provate a paragonare alla fine di un ventennio cominciato nel duemila, dieci protagonisti della prima repubblica con dieci protagonisti dei nostri ultimi anni. E ditemi, senza nessuna preferenza di natura ideologica o politica, se non provate difficoltà anche solo a stabilire paragoni. Voi direte, ma quelli erano giganti, almeno rispetto a questi, qualunque giudizio abbiamo di ciascuno di loro; ma forse non è neanche così, molti di loro furono duramente criticati nel loro tempo e qualcuno di loro non fu o non parve all’altezza del proprio compito, e furono comunque considerati minori rispetto ai padri. Da De Gasperi a Saragat, da Nenni a Togliatti e indietro nel tempo, incluso L’Escluso per antonomasia, Mussolini. No, non credo alla teoria involutiva, per cui i figli sono sempre minori e peggiori rispetto ai padri. Non è questo. La vera differenza è un’altra. Di tutti quei dieci protagonisti citati a proposito della prima repubblica ti accorgi di una cosa: non erano solo eminenti protagonisti in sé ma erano portatori, rappresentanti, eredi di una tradizione, di una storia, di un movimento.

Venivano da qualcosa, in loro vedevi riflessa una storia, anche una storia collettiva, che magari era controversa, non ti piaceva, ti urtava o ti spaventava, ma c’era: la storia dei partiti e dei movimenti popolari di massa, la storia dei cristiano-democratici e dei socialisti e dei comunisti, dei missini o neofascisti e dei liberali e dei repubblicani; poi c’era la storia dei socialdemocratici, dei monarchici e di altre famiglie politiche e culturali, altre comunità con altri eroi, autori e simboli. Ciascuno non era giudicato a sé, in sé, ma come proveniente da una storia, ed erede di una cultura politica. Dietro di loro vedevi un simbolo, un tragitto, il riassunto di un albero genealogico. Invece, i dieci protagonisti odierni che abbiamo citato vengono praticamente da se stessi, non hanno storia e movimento politico; fanno parziale eccezione Zingaretti e la Meloni, che derivano quantomeno da tradizioni politiche seppur rifratte, di cui erano rappresentanti giovanili; ma gli altri no, sono parvenu o apolitici,

 

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STORIA

Le altre foibe: furono i fascisti a inaugurare l’orrenda strage

Scritto il 15/2/20

 

Inizio con tre brani di un discorso pronunciato al Teatro Ciscutti di Pola da Benito Mussolini il 20 settembre 1920, dando inizio alle brutali violenze contro le popolazioni della Venezia Giulia: «Qual è la storia dei Fasci? Essa è brillante! Abbiamo incendiato l’Avanti! di Milano, lo abbiamo distrutto a Roma. Abbiamo revolverato i nostri avversari nelle lotte elettorali. Abbiamo incendiato la casa croata di Trieste, l’abbiamo incendiata a Pola …»

«Di fronte a una razza come la slava, inferiore e barbara, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini italiani devono essere il Brennero, il Nevoso e le (Alpi) Dinariche. Dinariche, sì, le Dinariche della Dalmazia dimenticata! Il nostro imperialismo vuole raggiungere i giusti confini segnati da Dio e dalla natura, e vuole espandersi nel Mediterraneo. Basta con le poesie. Basta con le minchionerie evangeliche». Dopo quel discorso, l’Istria fu messa a ferro e fuoco. Venti anni dopo quel discorso le truppe di Mussolini invasero Dalmazia, Slovenia e Montenegro, dando inizio a nuove stragi in nome della civiltà italiana.

Dalle terre annesse all’Italia dopo la prima guerra mondiale – cioè all’ampliamento ad est dei territori di Trieste e di Gorizia, all’Istria intera, alla provincia di Fiume detta del Quarnaro ed all’enclave dalmata di Zara – le violenze fasciste e la snazionalizzazione forzata costrinsero ad andarsene più di 80.000 sloveni, croati, tedeschi e ungheresi, ma anche alcune migliaia di italiani antifascisti. Nel 1939, un anno prima che l’Italia fosse gettata nella seconda guerra mondiale, le autorità fasciste della Venezia Giulia attuarono in segreto un censimento della popolazione di quelle terre annesse venti anni prima, accertando che in esse vivevano 607.000 persone, delle quali 265.000 italiani e cioè il 44%, e 342.000 slavi detti allogeni, ovvero il 56%. Una cifra notevole nonostante l’esodo degli ottantamila, nonostante che agli slavi fossero stati italianizzati i cognomi, fosse stato vietato di parlare la loro lingua, fossero state tolte le scuole e qualsiasi diritto nazionale.

Nonostante le persecuzioni subite, nonostante che migliaia di loro fossero finiti nelle carceri o al confino, e che alcuni dei loro esponenti – Vladimir Gortan, Pino Tomazic ed altri – fossero stati fucilati in seguito a condanne del Tribunale speciale fascista oppure uccisi dalle squadre d’azione fasciste a Pola (Luigi Scalier), a Dignano (Pietro Benussi), a Buie (Papo), a Rovigno (Ive) e in altre località istriane. Emblematici di queste persecuzioni contro slavi e antifascisti italiani in Istria e Venezia Giulia sono i sistemi coercitivi per inviare i contadini al lavoro nelle miniere di carbone di Arsia-Albona dove, per duplicare la produzione senza però adeguate protezioni dei minatori sui posti di lavoro, nel 1938 ci fu una

 

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“È stato un crimine di guerra”, parla testimone del bombardamento di Dresda del 1945

14.02.2020

Questa settimana ricorre il 75° anniversario dell’inizio del bombardamento attuato da Stati Uniti e Gran Bretagna su Dresda e durato dal 13 al 15 febbraio 1945.

Stando ai dati ufficiali, persero la vita 25.000 civili. Christoph Adam è uno dei testimoni di questo bombardamento. Secondo Adam, queste incursioni aeree vanno considerate come un vero e proprio crimine di guerra e non tanto una “vendetta” per i crimini di guerra precedentemente commessi dalla Germania nazista. Adam invita gli attuali dirigenti del Paese al disarmo.

Nel 1945 Christoph Adam aveva 14 anni. Insieme ai suoi genitori e al fratello di 3 anni viveva nel quartiere Johannstadt di Dresda in Dürerplatz 25. La notte del 14 febbraio le forze aeree britanniche e statunitensi cominciarono a bombardare la città. Il 15 febbraio Adam assistette con i propri occhi all’ultima ondata di bombardamenti. In un’intervista rilasciata a Sputnik Deutschland, Adam ha descritto ciò che visse in questi giorni e ha dato una propria valutazione di quegli eventi.

I rifugiati a Dresda

La mattina, come al solito, andai a scuola (il Kreuzgymnasium) e poi andai alla Stazione centrale per prendermi cura dei rifugiati in quanto ero membro di un’organizzazione che prestava loro assistenza. Arrivavano in stazione senza soluzione di continuità sempre più treni che trasportavano rifugiati da Est, di solito dalla Prussia orientale e dalla Slesia. Nella sede dell’organizzazione, che si trovava al centro della stazione, ci venivano forniti gli indirizzi a cui distribuire i rifugiati. Si trattava di luoghi molto diversi all’interno della città, ma solitamente i rifugiati erano collocati presso parenti e amici. Di norma, ci arrivavamo in tram. Come studente avevo un certificato. Gli ultimi rifugiati che riuscii a nascondere furono mandati nel quartiere Klein-Schachwitz sulle rive del fiume Elba.

Il carnevale e la sirena

Una volta a casa, come ogni anno, festeggiammo il Fasching (festa assimilabile al Carnevale, NdR), travestiti da cacciatori e indigeni. Casa nostra in Dürerplatz era decorata con lanterne di cartapesta colorata e ghirlande. La sera ci coricammo per dormire, ma nel cuore della notte all’improvviso cominciò a suonare una sirena. Ci precipitammo in cantina. A Dresda non vi erano rifugi antiaerei, dunque ci nascondemmo in cantina. Per “noi” intendo tutti gli abitanti di quella grande casa, ossia 60 persone.

Dappertutto si sentiva un rumore terribile: quando i bombardieri sorvolavano il nostro quartiere, si sentiva un rumore assordante e insopportabile, qualcosa che non avevamo mai sentito prima.

Quasi contemporaneamente, sentimmo il fischio delle mine antiuomo e di altre bombe che cadevano, sentimmo anche il rumore delle esplosioni mortali. Nel seminterrato, c’era odore di bruciato, nella casa accanto il muro era in parte crollato. Qualche anno prima, le case che si trovano vicine erano state unite mediante una muratura in mattoni ordinari. Infiltrandosi in questa muratura si rifugiarono da noi altre 40 persone. Le pareti tremavano, l’intonaco cadeva dal soffitto, si sentivano urla e gemiti da ogni parte.

Le case erano in fiamme

Dovemmo uscire velocemente dal seminterrato e correre verso Dürerplatz. È lì che vedemmo tutte le case che bruciavano. Ricordo ancora questa immagine: case in fiamme in ogni punto della città. I pompieri erano già arrivati, ma non c’era niente che potessero fare. A nulla valse il bacino idrico di raccolta che i prigionieri di guerra russi costruirono per casi come questo. I pompieri non ebbero alcuna possibilità di spegnere gli incendi. Cercammo di fuggire dalla piazza, ma le strade erano già in parte bloccate dalle macerie delle case distrutte.

Inghiottiti dal fuoco

Volevamo raggiungere il Großer Garten, dunque corremmo verso l’antica Fürstenstraße. Nella piazza Fürstenplatz (ora Fetscherplatz) ci ritrovammo all’interno di una vera e propria tempesta di fuoco. Era così

 

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https://it.sputniknews.com/mondo/202002148729227–stato-un-crimine-di-guerra-parla-testimone-del-bombardamento-di-dresda-del-1945/

 

 

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