RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 2 GIUGNO 2024

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 2 GIUGNO 2024

 

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

Rifletti, prima di pensare!

STANISŁAW JERZY LEC, Pensieri spettinati, Bompiani, 2006, pag. 22

 

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SOMMARIO

LA PSYCHOGUERRA CONTINENTALE DELLA EX-EUROPA
La Russia non cede – Con Elena Basile
SEPOLCRI IMBIANCATI
Bambini scomparsi: in Europa ne sparisce uno ogni due minuti, in Italia 22mila minori svaniti nel nulla
Il pericoloso bluff della Nato – Con Gianandrea Gaiani
Via libera di Biden all’Ucraina: dove potrà colpire in Russia con armi Usa
UN ALTRO SCRIVERE DI F. KAFKA E M. BROD
Ucraina, quali sono i Paesi europei che hanno donato più armi a Kiev? I DATI
Spionaggio internazionale, ecco la versione della Cia
Arrestare i giornalisti russi? George, fatti spiegare da Amal che cosa sono i diritti
Stati Uniti, il piano di Joe Biden: “Washington vuole mandare 500 migranti irregolari dell’America Latina in Italia”
Gli italiani continuano a non sognare auto elettriche
VICENDE DELLA APP “IO”

 

 

EDITORIALE

LA PSYCHOGUERRA CONTINENTALE DELLA EX-EUROPA

Manlio Lo Presti (Scrittore ed esperto di banche e finanza) 30 05 2024

https://imgcinemas.it/film/psycho/

La Rete è da tempo un’autostrada con decine di corsie.  Sopra ci transitano notizie di ogni genere e di ogni provenienza. Come avviene nel mondo cosiddetto “cartaceo”, viaggiano molte informazioni false- Camminano notizie manipolate con un testo vero nel quale ci sono innesti di notizie infondate ed elaborate per creare rabbia e reazioni di odio nei lettori. Le notizie parzialmente false sono quelle più difficili da smascherare. I tempi di diffusione condizionano il significato, costituiscono un additivo segnaletico sulle “notizie” diffuse. La scelta del momento è un indizio segnaletico: perché ora e non prima; perché ripetere ora se è stata pubblicata in precedenza? I dubbi che suscitano domande garantiscono un freno alla credulità acritica o condizionata da filtri ideologici.

In particolare, gira da qualche giorno la notizia di “simulazione di guerra mondiale”. Il contenuto è interessante e vorrei diffonderlo ma circola senza la fonte, il link di provenienza.  In ambiente whatsapp leggo la dicitura “inoltrato molte volte”. Mi fermo e faccio una riflessione che ho maturato con l’esperienza di navigazione. Non mi faccio guidare dalle convinzioni personali. Copio e incollo la prima frase del testo sui motori di ricerca. Non trovo niente. Mi fermo. Cestino la notizia.

Mi si conferma il sospetto che le notizie con la dicitura “inoltrato molte volte” siano false al 95% e siano tagliate e manipolate con pezzi falsi o esogeni per far sembrare la notizia più plausibile.

La “simulazione di guerra” è stata diffusa a febbraio del 2024 e localizzata in Sardegna. La regione fu letteralmente devastata – alla faccia della ecologia green inclusiva SOSTENIBILE, ecc. da vari contingenti dei Paesi dell’unione europea. I movimenti ecologisti hanno lanciato proteste di facciata ma nessuno di costoro si è mosso concretamente come fanno quando vogliono buttandosi a terra sul luogo contestato, bandiere, clamori che attirano i giornalisti, filmati lanciati in rete, interviste, ecc. Silenzio totale. Anche questo è un caso di “ecologia ad intermittenza” tipica del bisp-pensiero della sinistra al caviale.

I danni ambientali sono stati pagati dalla ex-italia, ovviamente. Nessuno ha parlato della vastità di questi sfregi nel territorio della Sardegna. Nessuno.

Sorge la domanda: perché questa notizia è rilanciata proprio adesso? Molto vistoso l’uso ossessivo della catena degli spacciatori e diffusori in buona fede (o forse no) che ripetono la condivisione sui propri profili e in particolar modo sui gruppi di discussione in funzione nei canali WhatsApp, Telegram, X (ex Twitter), Facebook.?

Diffondere notizie adulterate con il metodo dell’innesto di falsità dentro un evento vero è una tecnica cinica elaborata da tecnologi della sovversione esperti di media. Ha lo scopo di creare caos per danneggiare progressivamente le capacità cognitive della popolazione. La gente non deve capire nulla! Le informazioni devono essere contrastanti e lanciate a grappolo tematico. Questa informazione viene riproposta a ridosso del clima di guerra che circola e sulla proposta di usare armi europee e Usa in territorio russo.

Ricordate le centinaia di trasmissioni dove venivano intervistati o filmati “esperti virologi” che spiegavano le loro ragioni senza un contraddittorio né un sereno dibattito? Da notare che nessuna opinione coincideva con almeno un esperto fra gli oltre trecento medici consultati. Ognuno di costoro diceva una cosa diversa! Questo sistema delle notizie contrastanti e contraddittorie è usato con ampiezza di mezzi nel narrare la “Guerra Ibrida” in corso nella ex-europa. Le popolazioni devono essere abituate a vivere con l’emergenza militare eterna. Una caratteristica creatasi con la vicenda dello psychovairuss è la presenza di militari usati come coordinatori. Non c’erano civili capaci? Non vi era la disponibilità di organizzatori che potevano essere reclutati nei santuari economici quali la Luiss, la Bocconi, il Politecnico di Torino, la Sant’Anna di Pisa, la Federico II di Napoli. No, non c’erano!

L’arruolamento del generale ha fatto capire che si è trattato di una operazione totalmente militare. Anche la coreografia correlata continuava a confermarlo. 1) segretezza ossessiva: 2) enorme uso di mezzi di trasporto dell’esercito; 3) parlare 24 ore al giorno di morti e non farli vedere alla pietà dei sopravvissuti, con il racconto che erano sigillati nei ridetti mezzi che si muovevano di notte in colonne lunghissime preferendo strade secondarie; 4) la segretezza imposta esecutivamente sull’intera operazione; 5) contemporanea imposizione alla popolazione di “avere fiducia nella scienza” totalmente occulta, ostile e opaca. Non c’è stata alcuna fonte di informazioni che abbia cercato di spiegare perché l’ex presidente del Parlamento europeo è stato portato d’urgenza in un centro clinico di Aviano e non a Bologna, Roma, Torino, Napoli. Perché? La risposta è nella connotazione fortemente militarizzata della vicenda virus?

Il meccanismo di A.I. di Chrome sulla questione così scrive: “L’aeroporto di Aviano (in inglese: Aviano Air Base o semplicemente Aviano AB) è un’infrastruttura militare italiana utilizzata dall’USAF, l’aeronautica militare statunitense. Si trova nel comune di Aviano, in Friuli-Venezia Giulia, ai piedi delle Prealpi Carniche, circa 15 chilometri a nord di Pordenone1. Nella base ha sede il 31st Fighter Wing dell’aeronautica militare statunitense, a sua volta parte dell’USAFE (United States Air Forces in Europe). Questa base è la più grande base aerea americana del Mediterraneo e ospita cacciabombardieri F-16CM Fighting Falcon2. La sua posizione strategica e la sua importanza militare la rendono un punto chiave per le operazioni aeree degli Stati Uniti in Europa 3.”Opacità totale secondo il principio che le masse devono sapere fatti e cose precedentemente pastorizzate dall’alto.

Fa sorridere la totale assenza di critiche alla nomina di un generale alla coordinazione delle vaccinazioni e ora scomparso dai radar e le critiche isteriche sulla candidatura di un altro generale. Il militare senza penna ha la pecca di essere fuori del “giglio magico” delle sinistre da salotto inclusive genderiste globaliste sostenibili al caviale e, quindi, deve essere sterminato. Teniamo ben presente che stiamo parlando di comparse usa-e-getta che saranno dimenticate dalle ondate della Storia.

Dopo lo psychovairuss, la psychoscimmia, la psychoucraina, la psychoisraele, adesso abbiamo la psychoguerra. Tutta la sarabanda rumorosissima avrà termine con le elezioni Usa. I meccanismi di informazione sono identici a quelli usati nella vicenda virologica. Primo fra questi la militarizzazione, la segretezza, le notizie sparate senza verifica, ecc. Un esempio della opinabilità delle notizie dei conflitti in corso? Non ci sono dati sul numero di morti fra i militari e civili di Israele. Non ci sono dati sul numero di morti degli eserciti ucraini e russi. Come è accaduto nella vicenda virologica, circolano voci sparate con titoli roboanti di giornali o reti televisive tutte in contraddizione fra loro. Anche in questo caso, sono intervistati opinionisti, professorini oppositori che sono alle dipendenze di università private, ambasciatori in servizio, diplomatici in pensione vecchie anticaglie tirate fuori alla bisogna, giornalisti dissenzienti e giornalisti atlantisti, esperti alle dipendenze di strutture Nato, giornali Nato, Istituzioni Nato, allineati Nato, siti Nato palesi e nascosti, professori universitari dal piglio sussiegoso. Generalissimi e generalini,,,

La narrazione delle procedure delle vicende epidemiche sopra descritte in sintesi è la chiave perfetta per “leggere” lo svolgimento della coreografia rutilante e smargiassa della guerra ucraina e di Gaza. Identiche le tecniche di lavaggio del cervello costruite sul falso totale o parziale, sul detto e il non-detto, sulla assenza di fonti certificabili e correlate, sulla diffusione ossessiva di filmati senza data, senza contesto, senza una fonte, sulla paura e sul caos diffuso da provocatori professionali incaricati di diffondere odio e rabbia (contro i quali poi si muovono i controllori umani e robotici dei canali di rete) e contro i quali si creano leggi liberticide nella ex-europa. La garrota va serrata lentamente. La tecnica non è nuova. La legge di Sparta diceva che «la legge non è creata per essere rispettata, ma per colpire coloro che non la rispettano». Tale teorema costituisce la dottrina USA del bombardamento di Stati bersaglio (ricchi di materie prime o amici dei nemici più grandi e pericolosi non attaccabili direttamente) accusati di non rispettare norme internazionali. Il copione è noto.

Ho curato per anni rassegne stampa per alcune istituzioni italiane. Ho sempre filtrato le notizie prima di pubblicarle. Il metodo è quello di porsi sempre cinque domande prima di scrivere: CHI, COME, DOVE, QUANDO, PERCHE’. Se il metodo è applicato bene, cioè senza filtri ideologici e preconcetti di parte, passa solo il 5% della massa di fatti irrilevanti ma propinati come eccezionali usando pratiche linguistiche e mediatiche molto raffinate.

Pertanto, non c’è affatto bisogno di una legge europea repressiva per stare attenti a filtrare la marea collosa di notizie che ci investe ogni giorno. Sarà una ennesima normativa demagogica. Una pezza a colori che non deve risolvere più di tanto, in mancanza del solito “buon senso”.

Corollario del teorema: siamo sicuri che i diffusori seriali del novantacinque percento di falsità lo facciano in buona fede?

Niente è come sembra

Fonte: https://www.lapekoranera.it/2024/05/30/la-psychoguerra-continentale-della-ex-europa/

 

 

 

IN EVIDENZA

La Russia non cede – Con Elena Basile

1 giugno 2024
https://www.youtube.com/watch?v=lRKu2lDpi_I

Nei giorni scorsi, droni ucraini hanno colpito due stazioni radar di cui si compone la rete strategica di allerta precoce della Russia e il suo danneggiamento, anche temporaneo, deteriora la capacità di Mosca di rilevare con il dovuto tempismo minacce atomiche in arrivo.

La dottrina nucleare russa identifica qualsiasi attacco al sistema essenziale di primo allarme nucleare come una ragione sufficiente per legittimare una ritorsione diretta e proporzionale. Parallelamente, il governo di Berlino ha autorizzato l’Ucraina ad avvalersi delle armi tedesche fornite nel corso dei mesi contro obiettivi militari in territorio russo.

Resta per il momento esclusa la fornitura degli ormai ben noti missili da crociera Taurus, dotati di una gittata pari ad oltre 500 km. La svolta di Berlino giunge a coronamento delle pressioni esercitate dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che il 27 maggio aveva invocato la revoca del divieto alle forze ucraine di impiegare armi occidentali per sferrare attacchi in profondità in suolo russo. «L’Ucraina – aveva dichiarato Stoltenberg – non può attaccare obiettivi militari sul territorio russo. Ciò significa che gli ucraini hanno le mani legate. Vengono attaccati dal territorio russo e non possono rispondere perché ci sono restrizioni sull’uso delle armi. Spetta agli alleati decidere sulle restrizioni alle armi che loro forniscono all’Ucraina, e non alla Nato.

Il mio messaggio è di riconsiderare queste restrizioni». In seno all’Alleanza Atlantica si è così venuto a creare un allineamento generalizzato, fatta provvisoriamente eccezione per Italia e Spagna, alla componente più oltranzista, rappresentata da polacchi e baltici che hanno anche manifestato la disponibilità a inviare proprie truppe a combattere in territorio ucraino. Dal canto suo, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato senza mezzi termini che «la Nato deve essere consapevole di ciò con chi sta giocando».

Parliamo di questa pericolosissima situazione assieme ad Elena Basile, scrittrice, editorialista e diplomatica di lungo corso con all’attivo esperienze in Svezia e Belgio in qualità di ambasciatrice.

Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=lRKu2lDpi_I

 

 

 

SEPOLCRI IMBIANCATI

Francesco Berardino 29 05 2024

Sono quella stronza della Meloni 

 

I radical chic della sinistra si sono scandalizzati ed imbufaliti perché Giorgia ha ricordato a De Luca, sorridendo e “brevi manu”, l’offesa da lui ricevuta.

Il loro livore era evidente a tutti. Sepolcri imbiancati, ipocriti. Non si sono scandalizzati, anzi, quando hanno visto i loro compagni gay sfilare nelle strade oscenamente nudi ed in pose adescatrici. Non si sono scandalizzati, anzi, quando hanno visto i loro discepoli deturpare e vandalizzare il nostro patrimonio artistico e storico.

Non sono arrossiti quando i loro “studenti” hanno impedito al Papa di parlare. Imperturbabilmente hanno promosso lo scempio delle nostre tradizioni culturali e cristiane. Hanno imbavagliato chi cercava di aiutare le donne a non abortire. Non sono arrossiti quando gente loro è andata a chiedere protezione a casa dei mafiosi, e potremmo continuare fino a stasera.

Ipocriti, sepolcri imbiancati, ora si scandalizzano perché Giorgia ha sbattuto in faccia le offese ricevute a colui dal quale erano arrivate. Va bene che il Re di Francia perdona le offese ricevute quand’era Duca di Orleans, ma vorrei vedere se qualcuno offendeva il Re di Francia mentre era già sul trono!

Fonte: https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=2697678007073787

 

 

 

ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME

Bambini scomparsi: in Europa ne sparisce uno ogni due minuti, in Italia 22mila minori svaniti nel nulla

24 maggio 2024 19:53 – di Penelope Corrado

Ogni anno l’Europa è alle prese con 250.000 segnalazioni di bambini scomparsi, che corrisponde alla scomparsa di un bambino ogni due minuti. Nello specifico, solo in Italia nel 2023 sono stati segnalati 21.951 casi di bambini di cui sono state completamente perse le tracce.

Da dati dell’International Centre for Missing Children & Exploited Children è evidente come negli ultimi anni le segnalazioni di bambini scomparsi siano aumentate in modo allarmante in tutto il mondo. Dal 2021 al 2023, migliaia di denunce sono state presentate alla polizia e alle autorità competenti in paesi come Australia, Canada, Francia, Germania, India, Italia, Kenya, Lituania, Russia, Corea del Sud, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.

In occasione della Giornata internazionale dei bambini scomparsi che si celebra sabato 25 maggio, Telefono Azzurro aderisce alla campagna ”Missing Dreams” lanciata da Missing Children Europe, la federazione europea che si occupa di bambini scomparsi e sfruttati sessualmente e che coordina le linee telefoniche 116.000, numero unico Europeo per bambini e minori scomparsi, gestito in Italia da Telefono Azzurro, che permette a chiunque di segnalare la scomparsa di un bambino o fornire informazioni utili al suo ritrovamento.

Nel 2023, le linee telefoniche per i bambini scomparsi 116.000 hanno ricevuto in tutta Europa 67.345 chiamate relative a 7.274 casi di bambini scomparsi.

Dei casi segnalati nel 2023, il 66% riguarda bambini che sono scappati o sono stati allontanati dalle loro case o dagli istituti di assistenza, evidenziando una profonda vulnerabilità. Anche i casi di rapimento da parte dei genitori (18%) e di scomparsa di bambini migranti (6%), segnalati alle linee telefoniche, presentano tendenze preoccupanti che richiedono attenzione e sostegno immediati.

I membri di Missing Children Europe, tra cui Telefono Azzurro, hanno espresso una crescente preoccupazione per l’adescamento, sia online che offline, come fattore significativo che spinge i giovani a scappare. A causa della loro maggiore vulnerabilità, questi bambini rischiano infatti di essere sfruttati sessualmente e diventare vittime di tratta.

Per quanto riguarda i minori italiani, il 55,4% delle denunce riguarda i maschi e il 44,6% le femmine. La maggioranza delle scomparse tra i minori italiani è stata attribuita all’allontanamento volontario (75,6%). La maggior parte di questi casi coinvolge bambini che fuggono a causa di esperienze di abusi, negligenza e violenza.

Una volta in strada, affrontano numerosi rischi per la loro sicurezza. “Il fenomeno dei bambini scomparsi ha assunto proporzioni allarmanti e continua a destare molta preoccupazione in tutto il mondo. I dati raccolti a livello internazionale sono realmente allarmanti. È evidente l’urgenza di affrontare globalmente la crisi delle scomparse di minori e in particolare combattere il fenomeno legato alla tratta e allo sfruttamento dei minori per garantire la sicurezza e il benessere di bambini e adolescenti, proteggendoli dalle gravi violazioni dei diritti umani di cui sono spesso vittime” dichiara Ernesto Caffo, presidente di Fondazione Sos Telefono Azzurro e membro del board dell’International Centre for Missing Children & Exploited Children.

“Molti bambini fuggono da guerre, povertà e catastrofi naturali e, se non accompagnati, rischiano di finire vittime dello sfruttamento e della tratta o di subire abusi durante il viaggio. È necessaria un’opera di concerto tra diversi attori per agire immediatamente nella presa in carico di situazioni ove la tempestività di intervento costituisce un fattore determinante nello scongiurare gli esiti più infausti”.

Secondo i dati della Commissione europea, circa il 15% delle vittime della tratta di esseri umani nell’Ue sono bambini. In base ai dati dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni, i bambini di età compresa tra i 13 e i 17 anni rappresentano la maggioranza delle vittime di tratta (46,6%).

Quello dei minori stranieri non accompagnati rappresenta storicamente un tema di particolare rilevanza all’interno del contesto italiano. L’ultimo rapporto reso del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali indicava a fine 2023 la presenza sul territorio italiano di 23.226 Msna. Ovviamente, rileva Telefono Azzurro, è una categoria estremamente vulnerabile su cui è necessario rafforzare gli strumenti di tutela. Particolarmente preoccupante risulta infatti il numero di sparizioni, e cioè quelle situazioni in cui il minore, pur venendo regolarmente identificato e inserito nel sistema di accoglienza, in un secondo momento diventa completamente irreperibile.

Fonte: https://www.secoloditalia.it/2024/05/bambini-scomparsi-in-europa-ne-sparisce-uno-ogni-due-minuti-in-italia-22mila-minori-svaniti-nel-nulla/

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Il pericoloso bluff della Nato – Con Gianandrea Gaiani

https://www.youtube.com/watch?v=_rq47M1aAew

 30 maggio 2024

Lo scorso 23 maggio, le forze armate ucraine hanno preso di mira con uno stormo di droni un Voronezh-Dm, un impianto radar russo situato nell’estremità sud-occidentale del Paese. La struttura costituisce parte integrante della rete strategica di allerta precoce della Russia e il suo danneggiamento, anche temporaneo, deteriora la capacità del Paese di rilevare con il dovuto tempismo minacce atomiche in attivo.

La dottrina nucleare russa identifica qualsiasi attacco al sistema essenziale di primo allarme nucleare come una ragione sufficiente per legittimare una ritorsione diretta e proporzionale. Il senatore russo Dimitrij Rogozin ha dichiarato in proposito che l’attacco ha preso di mira «un elemento chiave dell’ombrello nucleare della Russia», ed aggiunto che «il profondo coinvolgimento di Washington nel conflitto e il controllo totale esercitato dagli americani sulla pianificazione militare di Kiev significa che le affermazioni secondo cui gli Stati Uniti non sono a conoscenza dei piani ucraini per colpire il sistema di difesa missilistico russo possono essere scartate».

Non a caso, riferisce il «Washington Post», gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di autorizzare Kiev ad avvalersi dei sistemi d’armi forniti da Washington per condurre attacchi in territorio russo. Nella stessa direzione sembrano muoversi Finlandia, Polonia, Francia, Canada e Paesi baltici, i quali hanno addirittura manife-stato la propria disponibilità a trasferire le proprie forze armate in Ucraina al di fuori della cornice atlantica.

L’Italia si colloca – per ora – su una posizione contraria di concerto con la Spagna, men-tre in Germania e Repubblica Ceca sono in corso accese discussioni in merito al da farsi. Il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato che i membri della Nato stanno giocando con il fuoco, creando le condizioni per l’innesco di un conflitto globale. Analizziamo questa pericolosa escalation assieme a Gianandrea Gaiani, giornalista, saggista e direttore di «Analisi Difesa».

 

Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=_rq47M1aAew

 

Via libera di Biden all’Ucraina: dove potrà colpire in Russia con armi Usa

Joe Biden ha dato il via libera all’Ucraina per un uso localizzato di armi americane sul suolo russo. Tra i big dell’Alleanza Atlantica, Washington detta la linea sulla proposta di innalzamento dell’asticella prospettata dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e a poche settimane dall’incontro previsto ai margini del G7 italiano di Borgo Egnazia col presidente ucraino Volodymyr Zelensky, invitato come ospite, ove Usa e Ucraina firmeranno un trattato bilaterale di sicurezza.

Secondo l’indiscrezione raccolta da Politico.com, Biden ha dato semaforo verde all’Ucraina per l’uso di Himars, Atacms, proiettili d’artiglieria e missili a stelle e strisce in un dato teatro e con un dato fine: potranno essere bersagliati quegli assetti militari operanti nel quadrante di Kharkiv, nell’Est dell’Ucraina, dagli assembramenti di truppe alla frontiera alle batterie missilistiche e di artiglieria che bombardano la zona della città dal territorio di Mosca.

Come nota Politico, “si tratta di un cambiamento sorprendente che secondo l’amministrazione inizialmente avrebbe intensificato la guerra coinvolgendo più direttamente gli Stati Uniti nella lotta. Ma il peggioramento delle condizioni dell’Ucraina sul campo di battaglia – vale a dire l’avanzata della Russia e il miglioramento della posizione a Kharkiv – ha portato il presidente a cambiare idea”. Vince la linea del segretario di Stato Tony Blinken, da tempo sostenitore di questa misura. Mentre, al contrario, il capo del Pentagono Lloyd Austin riteneva, secondo diverse fonti, difficile fissare delle linee rosse precise all’Ucraina con questa concessione.

Vero è che negli ultimi mesi l’avventurismo ucraino fuori dai confini è aumentato. Dagli attacchi alle forze russe in Africa ai raid su Kursk e Belgorod per arrivare agli attacchi coi droni a raffinerie e impianti energetici che hanno messo a terra il 15% della produzione di petrolio russo l’Ucraina non ha lesinato operazioni oltre confine. Nessuna delle quali ha finora coinvolto però assetti di Stati come Usa, Francia, Regno Unito o una dottrina d’impiego strategicamente compiuta.

Da tempo il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov morde il freno su questo dossier e vista la situazione fattasi sempre più critica sul terreno ormai per l’Ucraina questo semaforo verde è ritenuto un altro passo in avanti nella sua capacità di difesa. Messa gradualmente a repentaglio dalla guerra di logoramento della Russia, che avanza lentamente ma inesorabilmente nella regione di Chasiv Yar. Che succederà? Una svolta ufficiale da parte di Francia e Regno Unito è da attendersi a stretto giro, mentre l’Italia ha, tramite il ministro degli Esteri Antonio Tajani, posto la pregiudiziale del divieto costituzionale dell’Articolo 11 a una mossa del genere. Ma del resto, la lezione Usa è che anche a questa richiesta ucraina si procederà rispondendo con la solita moderatezza: le linee rosse con la Russia sono chiare da tempo, e del resto anche le forniture di mezzi non arrivano più coi ritmi di inizio guerra.

La natura restrittiva del via libera va letto anche in relazione al fatto che localizzare gli spazi e perimetrare i bersagli consente agli Usa di non fare del semaforo verde la base di un’escalation. Difficilmente garantibile come fonte di successo per Kiev nella guerra. Del resto, nota l’analista militare Andrea Gaspardo, “molte delle infrastrutture produttive russe, come ci ricordiamo dalla Seconda guerra mondiale, si trovano ben al di là della capacità di colpire dei sistemi d’arma in mano all’Ucraina e all’Occidente”. Come se Biden interiorizzasse nella sua risposta la necessità di un atto dovuto e la volontà di non irritare Vladimir Putin, anche un salto di qualità nel sostegno all’Ucraina appare, di fatto, come un atto burocratico e vincolato. E una volta di più ciò mostra la natura stagnante, sul fronte strategico, di una guerra che oramai continua per autoperpetrazione. Ma che strategicamente, da tempo, ha ben poco da dire.

Fonte: https://it.insideover.com/guerra/via-libera-di-biden-allucraina-dove-potra-colpire-in-russia-con-armi-usa.html

 

 

 

CULTURA

UN ALTRO SCRIVERE DI F. KAFKA E M. BROD

Neri Pozza

Franz Kafka e Max Brod si conobbero, non ancora ventenni, nel 1902. Da quel primo incontro nacque un’amicizia che durò fino alla morte di Kafka nel 1924. Fu un rapporto asimmetrico: da un lato un intellettuale – Brod – che andava riscuotendo un crescente successo fino ad apparire agli occhi dei suoi contemporanei una figura di prima grandezza nella cultura praghese di lingua tedesca, dall’altro uno scrittore che viveva con un misto di vergogna e orgogliosa consapevolezza il proprio straordinario talento («Io sono incomprensibile a Max» ha scritto Kafka, «e lì dove gli risulto comprensibile, si sbaglia»). Fu, malgrado questo, un rapporto decisivo per la vita e l’esistenza postuma di entrambi. Senza Kafka, il nome di Brod sarebbe oggi noto solo a pochi specialisti. Senza Brod, l’opera di Kafka ci sarebbe giunta dimezzata: fu infatti lui a tradire, con provvida infedeltà, le volontà testamentarie dell’amico, che gli aveva chiesto di distruggere tutte le sue carte. Le lettere qui raccolte insieme per la prima volta non soltanto documentano con insolita vivezza questa amicizia, ma forniscono anche una chiave preziosa per l’opera e per la biografia di uno dei massimi scrittori del XX secolo. La vita di Kafka non ci appare qui, secondo uno stereotipo che lo stesso Brod ha contribuito a diffondere, come quella di un santo, ma sotto il segno dell’ironia e della leggerezza. In un fitto intreccio di confidenze, aneddoti, riflessioni, Kafka condivide con Brod ogni aspetto della sua esistenza, dalla composizione dei romanzi fino alle sue tormentate storie d’amore.

Un altro scrivere (Lettere 1904-1924), il carteggio tra Franz Kafka e Max Brod tradotto da Marco Rispoli e Luca Zenobi, è in libreria e in eBook.

Fonte: www.fazi.it 

 

 

La Germania è il Paese europeo che in termini economici ha donato di più, ovvero armi per un valore di 20 miliardi di euro. Al secondo posto ci sono il Regno Unito – che comunque è a meno di metà del valore (9,9 miliardi) – e la Danimarca (9 miliardi). L’Italia si ferma a 1,1 miliardi, meno di Paesi più piccoli di noi ma che sono più vicini alla Russia e si sentono quindi più minacciati.

È interessante vedere quante armi i Paesi danno all’Ucraina in rapporto al loro Pil: in testa ci sono Estonia, Danimarca e Lituania che hanno fornito l’1% del loro Prodotto interno lordo e oltre, come se l’Italia avesse donato 20 miliardi di armi. Il nostro Paese è fra quelli che danno di meno, insieme a Spagna e Grecia

Guardando a un quadro che comprende anche gli Stati Uniti, emerge che Washington – pur avendo dato moltissimo a Kiev in termini di armamenti – in termini di rapporto al Pil si ferma più indietro rispetto a Germania e Regno Unito.

La Polonia è stato il primo Paese ad aprire all’uso delle sue armi in territorio russo. Ma quali equipaggiamenti ha dato a Kiev? Si va dai sistemi di difesa anti-aerei alle munizioni, da centinaia di carri agli aerei MIG, fino a elicotteri, obici e droni turchi.

Fra le armi principali che sono state invece fornite dall’Italia all’Ucraina c’è il sistema missilistico anti-aereo e anti-missile SAMP7T: 120 km di gittata, che permetterebbero quindi di raggiungere la Russia, ma si tratta di un’arma difensiva. Il sistema è una produzione italofrancese ed è stata data a Kiev una prima volta nel 2023 e forse – ma non ci sono conferme perché i decreti sono secretati – di nuovo nel 2024H.

Poi ci sono gli obici Howitzer da artiglieria da 155 millimetri, che hanno una gittata minore di 30 chilometri: possono essere utilizzati per bombardare la linea del fronte, non tanto per andare a colpire le retrovie russe. L’Italia ne avrebbe donati 46 secondo il Kiel Institute.

Il nostro Paese avrebbe dato all’Ucraina anche alcuni modelli di lanciarazzi multiplo MLRS, che hanno una gittata di 150 km, un sistema GPS montato sui missili e sono stati utilizzati nella controffensiva a Kherson.

Poi c’è il caso dei missili aria-terra Storm Shadow: nemmeno su questi c’è una conferma ufficiale che l’Italia li abbia forniti, ma un mese fa il ministro della Difesa del Regno Unito, Grant Shapps, ha detto che “sono il Regno Unito, la Francia e l’Italia a posizionare queste armi per l’uso, in particolare in Crimea”.

I missili Storm Shadow hanno una gittata molto importante, 250 km, e vengono lanciati da aerei caccia che tuttavia possono essere vulnerabili nel momento in cui si avvicinano troppo al confine con la Federazione russa.

Fonte: https://tg24.sky.it/mondo/2024/05/30/ucraina-armi-europa#10

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

Spionaggio internazionale, ecco la versione della Cia

Dal sostegno nella guerra combattuta da Kiev contro la Russia alla complessità del teatro mediorientale, dall’ascesa della Cina alla minaccia dei “Armed-Non-State Actors”

Spionaggio internazionale, ecco la versione della Cia

Molti spunti d’interesse, come è ovvio che sia, pervengono dal saggio scritto dal capo della Cia – prima agenzia di spionaggio del mondo, non per storia ma per portata operativa – William Burns. Pubblicato da Foreign Affairs con il sottotitolo “Trasformare la Cia per un’era di competizione”.

Nonostante i tempi della Guerra Fredda e della “polarizzazione” dei blocchi siano passati, come passate sono le tecniche di spionaggio, i mezzi e gli uomini che appartenevano a quei tempi, possiamo apprendere senza stupore come non si possa affatto considerare “passata” l’era della competizione nello scacchiare globale; che vede, come è noto, potenze in ascesa e potenze dormienti interconnesse a più livelli da alleanze, rapporti economici, interessi e strategie, mentre nei teatri di eterna frizione come il Medio Oriente rischiano di innescarsi crisi di portata mondiale, e le guerre ibride giungono alla culminazione nei conflitti “convenzionali” e acuiscono il confronto silenzioso e intrecciato sul quale si basa il labile quanto mutevole “equilibrio” mondiale.

In questo scenario, gli Stati Uniti si “trovano ad affrontare uno di quei rari momenti, tanto consequenziali quanto l’alba della Guerra Fredda o il periodo successivo all’11 settembre“, scrive Burns citando l’attuale inquilino della Casa Bianca, il presidente Joe Biden che si appresta a correre alle presidenziali del 2024 come rappresentante del Partito Democratico.

Già nell’introduzione il lettore non può fare a meno di pensare indirettamente all’importanza della continuità nella governance statunitense che, secondo molti osservatori, è soggetta a una sorta di “dualismo” che spesse volte vede l’amministrazione e l’agenzia portare avanti idee apparentemente divergenti e difficilmente conciliabili sul campo.

Rimandando al possibile avvento della nuova amministrazione Trump che sta già sobillando i bookmaker e potrebbe contrastare molte ferme convinzioni dell’intelligence: a partire dal sostegno senza limite di tempo a Kiev.

Accanto a Kiev fino alla “fine”

Per gli Stati Uniti abbandonare il conflitto in Ucraina in questo momento cruciale e tagliare il sostegno a Kiev sarebbe un autogol di proporzioni storiche“. Questa l’idea cardine del saggio di Burns, che vale anche come “risposta” al timore diffuso che gli americani intendano sganciarsi dal sostegno militare ed economico che di fatto sta controbilanciando il conflitto ucraino da due anni; anche adesso che il Cremlino sembra essere favorito sul campo di battaglia grazia alla sua strategia del “tempo”. La stretta connessione con le altri scenari viene argomentata in seguito.

Su Vladimir Putin il capo della Cia spende parole che suonano scelte “appositamente” per tratteggiare un avversario tornato dal passato: “Ho trascorso gran parte degli ultimi due decenni cercando di comprendere la combinazione infiammabile di risentimento, ambizione e insicurezza che il presidente russo Vladimir Putin incarna“, scrive Burns, che considera conclusa l’era post-Guerra Fredda da quando la Federazione Russa ha deciso di invadere l’Ucraina nel febbraio 2022; un’operazione che la Cia aveva annunciato per tempo ai partner dell’Alleanza Atlantica senza perdere occasione di “imbeccare” la stampa internazionale che inizialmente aveva sotto pesato l’informazione, considerandola la “paranoia” di uno vecchio stato guerrafondaio nostalgico della Guerra fredda. “Prima dell’invasione, l’amministrazione, insieme al governo britannico, smascherò i piani russi per operazioni “false flag” progettate per attribuire la colpa agli ucraini e fornire un pretesto per un’azione militare russa“. Dopo due anni di conflitto possiamo concludere con l’ammissione dell’errore e una visione diametralmente diversa di quella nostalgia.

Per il capo della Cia la guerra di Putin rappresenta un “fallimento della Russia” su molti livelli. “L’obiettivo originale di conquistare Kiev e sottomettere l’Ucraina si è rivelato sciocco e illusorio”. Anche dopo il fallimento della controffensiva ucraina, che ha portato alla fase di impasse del conflitto che riscuote limitati successi solo e attraverso l’impiego dei sistemi missilistici più sofisticati – da un lato forniti dalla Nato, dall’altro ancora presenti in discreto numero nonostante fosse circolata la convinzione che forze di Mosca fossero ridotte all’uso di antiquate armi d’epoca sovietica.

Secondo le analisi della Cia la guerra voluta da Putin sta erodendo il consenso interno nonostante i progressi ostentati sul campo. E da questo dettaglio si potrebbe dedurre come oltre alla necessità di continuare a sostenere Kiev per evitare all’Ucraina di soccombere e impedire a Mosca di vincere, ci sia una strategia che, nel lungo periodo e in assenza di negoziati, contempla la caduta dello zar per questioni interne. Questo mente l’economia russa subisce “battute d’arresto a lungo termine, e il paese segna il suo destino di vassallo economico della Cina“. Le “esagerate ambizioni di Putin” secondo Burns “si sono ritorte contro anche in un altro modo: hanno spinto la Nato a crescere e rafforzarsi” mentre Mosca deve fare i conti non enormi perdite di uomini e mezzi.

Una “rivoluzione” interna mossa dal malcontento generalizzato sembra ancora prematura. Abbiamo assistito al risultato del fallito golpe del capo della gruppo mercenario Wagner Yevgeny Prigozhin che secondo Burns ha scoperchiato un vaso di pandora in Russia. Mantenere in auge il flusso di armi e mezzi – uno sforzo che viene quantificato come inferiore al 5% del bilancio della Difesa statunitense – secondo la Cia può quindi garantire all’Ucraina una posizione negoziale migliore nel momento in cui il Cremlino deciderà di trattare una pace. Offrendo allo stesso tempo a Kiev, ipotesi ormai remota ma comunque considerata da Burns, una “possibilità di garantirsi una vittoria a lungo termine e una perdita strategica per la Russia“.

La Cina unica vera rivale

La Cina rimane l’unico rivale degli Stati Uniti” annuncia Burns nel suo saggio. Guardando con particolare attenzione alla missione del leader Xi Jinping, che è al suo terzo mandato presidenziale e mantenendo il potere “più di qualsiasi predecessore dai tempi di Mao Zedong”, sembra inteso a rimodellare l’ordine internazionale attraverso il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico del nuovo Dragone.

Il problema non è l’ascesa della Cina in sé, ma le azioni minacciose che sempre più l’accompagnano”, spiega il capo della Cia, preoccupato per quella che definisce una “crescente repressione di Xi in patria” contemporanea ad una “aggressività all’estero” che vede il suo culmine nelle provocazioni registrate nello stretto di Taiwan. “Uno dei modi più sicuri per riaccendere la percezione cinese dell’imprudenza americana e alimentare l’aggressività cinese sarebbe quello di abbandonare il sostegno all’Ucraina”, scrive Burns collegando i punti sullo scacchiere e ricordando ancora una volta il nuovo paternariato che lega Pechino a Mosca. Non si può qui ignorare il messaggio in cifra, ambasciatore della ferma volontà degli Stati Uniti di sostenere i propri alleati strategici.

Il direttore della Cia non perde occasione per ricordare come l’agenzia sia impegnata nell’addestrare molti dei suoi operatori alla conoscenza del mandarino, focalizzando l’analisi dei flussi di informazioni, molte processate dall’intelligenze artificiale, sulla regione dell’Indo-Pacifico.

In Medio Oriente amici, nemici e interessi permanenti

“A volte è più conveniente per gli agenti dell’intelligence trattare con nemici storici in situazioni in cui il contatto diplomatico potrebbe connotare un riconoscimento formale” afferma il capo della Cia, rivelando come i contatti e le relazione che l’agenzia di spionaggio mantiene in quelle che vengono definite le “parti complicate del mondo” possono “offrire possibilità pratiche”. Portando ad esempio i nei negoziati in corso tra Egitto, Israele, Qatar e Hamas per ottenere il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi da Gaza.

La Cia è una delle principali artefici di questo negoziato. “A volte, tali legami possono fornire una zavorra discreta in relazioni piene di alti e bassi politici. E a volte, la diplomazia dell’intelligence può incoraggiare una convergenza di interessi e sostenere silenziosamente gli sforzi dei diplomatici e dei politici statunitensi”. Di qui spiegato anche quel “dualismo” che spesso sembra dividere il pensiero dall’azione. Ma altrettanto spesso confluisce in quella che alla Cia chiamano “declassificazione strategica“: la divulgazione intenzionale di segreti e dati sensibili con il fine di indebolire gli avversari e “radunare gli alleati”.

“La crisi innescata dal massacro di Hamas in Israele il 7 ottobre 2023 ricorda dolorosamente la complessità delle scelte che il Medio Oriente continua a porre agli Stati Uniti”. Per Burns concludere l’intensa operazione di terra israeliana nella Striscia di Gaza, soddisfare i profondi bisogni umanitari dei civili palestinesi sofferenti, liberare ostaggi, prevenire la diffusione del conflitto su altri fronti nella regione e definire un approccio praticabile per il giorno dopo” sono tutti obiettivi di difficile realizzazione ma perseguibili nella chiave che garantisca la sicurezza di Israele, della regione Medio Oriente; monitorando attentamente il ruolo dell’Iran: specialmente in seguito alla crisi che sta interessando il Mar Rosso.

E poi ci sono gli “Alleati”

Quella che viene definita come una “impareggiabile rete di partnership di intelligence della CIA in tutto il mondo” rimanda alla capacità della Central Intelligence Agency – non la più antica ma sicuramente l’agenzia di spionaggio più inserita nel mondo – è senza dubbio la “risorsa che attualmente manca ai rivali solitari degli Stati Uniti”, conviene Burns.

Fin dalla sua nascita come diretta discendente dell’Oss – il servizio segreto americano che prese in mano le redini dello spionaggio al termine della Seconda guerra mondiale, proprio agli albori della “polarizzazione” – la Cia si è occupata di fronteggiare ovunque e a qualsiasi livello il comunismo, anche influendo nella politica interna di molte realtà extraterritoriali che ancora oggi dipendono strettamente dalle agende degli Stati Uniti e dalle analisi approfondite prodotte dai vertici della sua intelligence; ma allo stesso tempo confermano le loro relazioni in virtù di alleanze, trattati e obiettivi comuni.

È proprio la “capacità di trarre vantaggio dai suoi partner “ che concede fin dal pieno della Guerra Fredda un primato agli

 

 

 

DIRITTI UMANI IMMIGRAZIONI 

Arrestare i giornalisti russi? George, fatti spiegare da Amal che cosa sono i diritti

Ma guarda fin dove arriva Hollywood. In pratica nelle stesse ore, l’attore Steven Segal, un tempo noto come ammazzasette a base di arti marziali, riceveva in pompa magna da Vladimir Putin, al Cremlino, l’Ordine dell’Amicizia. Mentre il suo più illustre collega George Clooney, insieme con la moglie Amal Ramzi Alamuddin, si prendeva del “demente” da Dmitrij Peskov, portavoce del presidente russo. E il bello è che l’una e l’altra cosa avvenivano in nome della “propaganda”: Segal al Cremlino, sfoggiando la fresca decorazione, ha tenuto un breve discorso in cui invitava a “istruirsi per imparare a distinguere la verità dalla propaganda”; mentre Clooney e signora (lei, peraltro, è una rispettabilissima specialista del diritto internazionale e umanitario), attraverso la George Clooney Foundation for Justice, proponevano di arrestare i giornalisti russi che operano fuori dalla Russia perché colpevoli di “propaganda di guerra”.

Ma andiamo con ordine. La proposta è stata diffusa da Anna Neistat, direttrice degli affari legali della Fondazione, in un’intervista a Voice of America (a proposito di propaganda…), che ha detto tra l’altro: “Il nostro obiettivo è assicurare alla giustizia i propagandisti russi più visibili, che non nomino deliberatamente perché chiederemo ai pubblici ministeri di emettere una restrizione… Allo stesso tempo, un modo più pratico è quello di sporgere denuncia per propaganda di guerra. Si tratta di un reato tuttora presente nei codici penali di diversi Paesi europei. La costruzione degli articoli è piuttosto interessante, ma il reato in sé è molto semplice, più semplice dell’incitamento al genocidio: è letteralmente propaganda di guerra”. La Neistat ha aggiunto che l’obiettivo del progetto è di portare i giornalisti russi (che a differenza dei militari, dei politici e in generale dei personaggi russi sanzionati, possono lavorare fuori dalla Russia) davanti ai tribunali ordinari o alla Corte penale internazionale dell’Aja.

Non è la prima volta che la Fondazione Clooney si occupa della Russia, sempre per iniziative di advocacy dei diritti umani e civili. Aveva chiesto la liberazione di Mikhail Benyash, un avvocato specializzato nella difesa dei manifestanti anti-guerra e dei soldati che non volevano partire per il fronte, condannato al carcere per (diceva l’accusa) aver aggredito due poliziotti. O la liberazione di sette tatari di Crimea, condannati a lunghe detenzioni con l’accusa di militare in Hizb ut-Tahrir, un movimento fondamentalista islamico di stampo Isis, nato in Uzbekistan e bandito in Russia. In entrambi i casi, sostenendo che i processi non erano in linea con le norme del diritto internazionale. Cosa che, nella Russia militarizzata di oggi, non sarebbe sorprendente.

Quest’ultima iniziativa, invece, corrisponde perfettamente al clima di ordinaria isteria in cui l’Europa e i Paesi occidentali in genere si stanno adagiando. La paural’idea che il nemico sia alle porte, sono da sempre un ottimo sistema di governo e di controllo delle masse. Verrebbe da chiedere alla Neistat, e ancor più a “what else” George e alla signora Amal, se si sono mai accorti che anche da noi esistono “propagandisti di guerra”, giornalisti e operatori dei media che agitano in ogni modo la causa della guerra. Se sanno che le autorità dell’Unione Europea hanno finora bloccato una dozzina di media russi (nell’ultima tornata IzvestiaRossiyskaya GazetaRIA Novosti ) e che il 14° pacchetto di sanzioni prevede anche il divieto di qualunque forma di finanziamento russo a partiti e Ong, proprio mentre ministri e politici europei di varia estrazione corrono in Georgia a sostenere chi manifesta contro la “legge sulla trasparenza”, quella che vorrebbe registrare le Ong che ricevono il 20% dei loro fondi dall’estero.

Per carità, nessuna volontà di paragonare sic et simpliciter la Russia della censura e della stretta repressiva all’Europa dove, per fare un esempio, si può serenamente scrivere un articolo come questo. Ma alla fin fine ritorna sempre a bomba: noi vogliamo permetterci cose che agli altri vogliamo negare. Ed è un atteggiamento che una gran parte del mondo non accetta più. Se poi Amal e George vogliono davvero fare un bel lavoro, possono sempre occuparsi di certi giornali di Israele (ah già, non l’avevamo detto: il progetto cui fa cenno la Neistat è attivo in Ucraina, Iraq e Venezuela, per combinazione), di quei giornalisti che hanno raccontato la bufala dei 40 bambini israeliani decapitati. O della loro connazionale Nikki Haley, che va in Israele a firmare la bombe, scrivendoci sopra “Finiteli!”. Perché, raga, vi sveliamo un segreto: i diritti umani sono diritti umani ovunque, non solo dove gli Usa hanno interessi politici. E la signora Amal, consulente della Corte penale internazionale nella richiesta di arresto per gli sterminatori Netanyahu e Sinwar, lo sa bene.

Fonte: https://it.insideover.com/media-e-potere/arrestare-i-giornalisti-russi-george-fatti-spiegare-da-amal-che-cosa-sono-i-diritti.html

 

 

Stati Uniti, il piano di Joe Biden: “Washington vuole mandare 500 migranti irregolari dell’America Latina in Italia”

Intanto, però, alla notizia che rimbalza dagli Stati Uniti, fonti di Palazzo Chigi riferiscono che la ricostruzione della Cbs, secondo la quale l’Italia avrebbe dato l’assenso alla ricollocazione sul proprio territorio di rifugiati sudamericani, è del tutto fuorviante

31 Maggio 2024

Usa, Biden si ricandida: annunciata la corsa per un secondo mandato alla Casa Bianca

Joe Biden, fonte: Imagoeconomica

L’America rilancia, l’Italia rigetta. Stando a quanto riportato dagli organi di informazione statunitensi, l’Amministrazione Biden intende inviare in Italia e in Grecia circa un migliaio di migranti sudamericani, 500 per ciascun Paese, nell’ambito della politica di reinsediamento e con l’obiettivo di scoraggiare le persone a varcare illegalmente il confine tra Messico e Stati Uniti. Stando a quanto affermato da alcune fonti anonime, Italia e Grecia probabilmente accetterebbero un numero relativamente piccolo di migranti, circa 500 o meno ciascuna.

Stati Uniti, il piano di Joe Biden: “Washington vuole mandare 500 migranti irregolari dell’America Latina in Italia” – RUMORS

Intanto, però, alla notizia che rimbalza dagli Stati Uniti, fonti di Palazzo Chigi riferiscono che la ricostruzione della Cbs, secondo la quale l’Italia avrebbe dato l’assenso alla ricollocazione sul proprio territorio di rifugiati sudamericani, è del tutto fuorviante. È attualmente allo studio, spiegano le stesse fonti, un’ipotesi di reciprocità, secondo la quale gli Usa ospiterebbero rifugiati presenti in Libia con la volontà di recarsi in Europa, mentre alcuni Stati europei del Mediterraneo ospiterebbero poche decine di profughi sudamericani. Per quanto riguarda la nostra nazione, si tratterebbe di circa 20 rifugiati venezuelani di origine italiana per avviare percorsi lavorativi in Italia. Discussione al momento solo allo studio e che risulterebbe, in ogni caso, molto vantaggiosa proprio per Italia e Stati europei di primo approdo, precisano le fonti di Palazzo Chigi.

Il rumors Cbs

Secondo Cbs News, i migranti da inviare in Italia e Grecia verrebbero selezionati negli uffici che lo scorso anno l’Amministrazione Biden ha istituito in Colombia, Costa Rica, Ecuador e Guatemala. Sono i cosiddetti ‘Uffici per la mobilità sicura’ introdotti a maggio 2023 dove le persone possono presentare legalmente la domanda per poter emigrare negli Stati Uniti o altrove. E grazie ai quali gli Stati Uniti hanno già reinsediato circa 10mila migranti.

In base ai nuovi accordi, Grecia e Italia si unirebbero a Canada e Spagna nel reinsediare alcuni migranti sudamericani. Una delle fonti citate dalla Cbs News ha affermato che Italia e Grecia probabilmente accetterebbero un numero relativamente piccolo di migranti, circa 500 o meno ciascuna. Gli ‘Uffici per la mobilità sicura’ rientrano in una strategia più ampia dell’Amministrazione Biden per ridurre l’immigrazione illegale. Rispetto al record segnalato a dicembre, gli ingressi illegali al confine tra Stati Uniti e Messico sono diminuiti di oltre il 50 per cento.

Fonte: https://www.ilgiornaleditalia.it/news/esteri/615657/stati-uniti-piano-biden-migranti-irregolari.html

 

 

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Gli italiani continuano a non sognare auto elettriche

ANTONIO SILEO  
Fonte: https://www.ilfoglio.it/economia/2024/05/30/news/gli-italiani-continuano-a-non-sognare-auto-elettriche-6593394/

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

VICENDE DELLA APP “IO”

Fabio_riggio – dicembre 2020

Salve, vi racconto quanto successo con l’app IO, la utilizzo ormai da tempo per il pagamento di bolli auto ecc., tutto ha funzionato sempre regolarmente, in previsione dell’avvio del cashback ho registrato anche altri metodi di pagamento e fin qui tutto ok.
Mio padre ha lo spid, quindi una sua identità associata al suo codice fiscale, installo l’app nel suo smartphone ed effettuo il login con le sue credenziali, con mia sorpresa scopro che tra i suoi metodi di pagamento ci sono tutte le mie carte, stupito da ciò decido di eliminarle dalla sua applicazione, una volta effettuata l’operazione apro l’app dal mio smartphone con le mie credenziali e anche lì i metodi di pagamento spariti.
Armato di tanta pazienza inserisco nuovamente le carte nella mia applicazione, una volta terminato riapro l’app dallo smartphone di mio padre e come per magia ricomparse anche lì, a questo punto decido di non eliminarle ma di inserire la sua carta nella sua applicazione, una volta terminato riapro la mia applicazione, sempre con le mie credenziali sul mio smartphone, e nuovamente le carte sono sparite.
A questo punto riapro l’applicazione di mio padre e noto che la sua carta è regolarmente registrata, ci sono anche le mie però con il messaggio che non possono essere utilizzate per il cashback in quanto utilizzate già da qualcun altro, ovvero da me.
Naturalmente a me è toccato reinserire nuovamente tutte le carte sulla mia applicazione.
Ma non finisce qui, nella sezione portafoglio è possibile visualizzare lo storico di tutti i pagamenti effettuati nei confronti della pubblica amministrazione, da me sono spariti del tutto e adesso li ritrovo nell’applicazione di mio padre, ricordo che sono due smartphone diversi con credenziali spid diverse.
Sto valutando di intraprendere azioni legali per questa grave violazione della privacy, è successo ad altri?
A chi mi consigliate di rivolgermi per eventuale causa legale?

Fonte: https://forum.italia.it/t/grave-violazione-della-privacy/19919

 

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