RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 20 APRILE 2022
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
L’uomo d’azione non ammira l’uomo dei libri,
qualunque sia il contenuto dei libri.
GIORGIO COLLI, Dopo Nietzsche, Adelphi, 1974, pag. 34
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SOMMARIO
Dal 1 maggio parte il razionamento: nel silenzio della stampa, il governo ha già deciso. Ecco cosa non si potrà più fare
Domande senza risposta
Guido Crosetto, bomba su Zelensky: “Non è l’Occidente ad armare l’Ucraina, ma…”
Consigliere di Putin: la Russia deve prepararsi a una possibile “Azione aggressiva” della NATO
IL PRESIDENTE TRUMP È STATO VITTIMA DI SPIONAGGIO, SIA INTERNO CHE STRANIERO
Gli Stati Uniti e la Germania trasformeranno la Mongolia in un terreno di prova per la guerra biologica contro Russia e Cina?
ARRIVERA’ LA CHIUSURA DEI RUBINETTI DEL GAS.
“Arriva la quinta dose”. Sì, avete capito bene! Ecco quando è previsto il super booster
Il saccheggio dell’Europa (mentre l’Ucraina è praticamente sconfitta)
L’UCRAINA AFFERMA CHE LA FASE 2 RUSSA È INIZIATA
La Libia deve fermare le esportazioni: più grave la crisi, e Draghi abbandona la nave
“L’America si preoccupa solo del sistema finanziario occidentale”
UN MANUALE PER LA RESTAURAZIONE (che verrà)
LEGGERE LE FOGLIE DI TÈ DI PSYOPS
IL PRESIDENTE TRUMP È STATO VITTIMA DI SPIONAGGIO, SIA INTERNO CHE STRANIERO
SÌ, IL BATTAGLIONE AZOV È UN SIMPATIZZANTE NAZISTA
SEMBRA GEORGE FLOYD, NON DEREK CHAUVIN, HA UCCISO GEORGE FLOYD
Il mondo è piatto: presunte atrocità nella città di Bucha come ultima operazione “falsa bandiera” USA-Regno Unito-Ucraina
Esattamente 35 anni fa scompariva nel nulla Federico Caffè
L’utilitarismo si è trasformato in futilitarismo
Chi guadagna dalla guerra in Ucraina: una miniera d’oro per gli appaltatori del Pentagono
Anche i ricchi hanno paura
Sanzioni NATO e il prossimo disastro globale del carburante diesel
Open Arms, Giulia Bongiorno: “Il teste ha smontato le accuse contro Matteo Salvini”
“I poteri centrali EU vogliono fottere i paesi europeriferici”
Lo strano caso del porto scomparso di Beirut
Oms, i fabbricanti pandemie
NELLA LORO BRAMA DI DISTRUGGERE TRUMP, I DEMOCRATICI STANNO DISTRUGGENDO LE VITE NERE E I FUTURI NERI
Mario Draghi, la profezia di Luigi Bisignani: “Farà una figura barbina in Europa. Ecco perché Giorgetti voleva scappare”
COVID-19: UN’ARMA BIOLOGICA CHE PRENDE DI MIRA L’ETNIA E I SISTEMI CORPOREI
IN EVIDENZA
Dal 1 maggio parte il razionamento: nel silenzio della stampa, il governo ha già deciso. Ecco cosa non si potrà più fare
Nel giro di una manciata di giorni gli italiani sono passati dai toni rassicuranti di un governo che predicava calma, sicuro di poter far fronte a qualsiasi complicazione figlia della guerra in Ucraina, alla certezza che nei prossimi mesi serviranno sacrifici. Saremo noi, ancora una volta, a pagare a carissimo prezzo le scelte dell’Unione Europea, a partire dall’embargo sul gas proveniente da Mosca. Con gli Stati Uniti che, d’altro canto, ci chiedono sforzi senza offrirci in cambio aiuti per far fronte all’inevitabile emergenza energetica. E così da maggio prenderà il via “l’operazione termostato”.
Come spiegato dal Corriere della Sera, il piano del governo per tagliare i consumi di elettricità e quindi gas entrerà nel vivo a partire dall’estate, con l’obiettivo di risparmiare 4 miliardi di metri cubi nel 2022. In che modo? “Abbassando la temperatura negli edifici pubblici in una prima fase e riducendo l’uso dei condizionatori. Il tutto dal primo maggio al 31 marzo 2023. Resta però aperto il nodo dei controlli nei singoli edifici e la possibilità di estendere le regole anche ai privati”.
Proviamo a fare il punto: in commissione Ambiente e attività produttive è stato approvato un emendamento del M5S al decreto Energia che impone una stretta su termosifoni e condizionatori delle pubbliche amministrazioni e delle scuole. La media ponderata delle temperature non dovrà superare i 19 gradi centigradi in inverno e dovrà essere inferiore ai 27 d’estate. Una misura che al momento non sarà applicata a ospedali, cliniche e case di cura. In caso di violazione, multe dai 500 ai 3 mila euro, con i controlli che andrebbero fatti, in teoria, di immobile in immobile. Difficile immaginare che questo sia realmente possibile, soprattutto se, come si pensa, in futuro la norma potrebbe dovesse essere estesa anche alle aziene e forse alle case private.
Al momento, nelle abitazioni “non si dovrebbero superare i 20 gradi in inverno con fasce di accensione specifiche dei termosifoni in base alle sei zone in cui è divisa l’Italia”. Si va dal 15 ottobre, a Milano e Bologna per esempio, fino al 1 dicembre a Palermo e Catania. Multe previste, anche in questo caso, fino a 3 mila euro. A breve potrebbe arrivare anche una stretta sui lampioni, con un decreto per diminuire il consumo elettrico dei Comuni e limitare l’accensione a orari specifici.
FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/dal-1-maggio-parte-il-razionamento-nel-silenzio-della-stampa-il-governo-ha-gia-deciso-ecco-cosa-non-si-potra-piu-fare/
Domande senza risposta
Non vengono poste domande sugli irriducibili Mariupol, sulla disponibilità da oggi di prelievi di contanti in euro e dollari presso le banche russe e molto altro ancora
Come ho osservato in precedenti annotazioni del diario, i russi sono molto parsimoniosi nelle informazioni che rilasciano quotidianamente sullo stato dello sforzo bellico. Un paio di giorni fa, ci hanno mostrato i circa 1300 marines ucraini che si sono arresi a Mariupol. Ieri, la televisione russa ha dedicato molto tempo a brevi interviste con alcuni di questi prigionieri di guerra, che tra l’altro erano tutti di lingua russa. Nessuna sorpresa, ovviamente, poiché l’intera regione è fondamentalmente di lingua russa, motivo per cui è in corso una guerra civile contro l’estremo governo nazionalista di Kiev che ha cercato fin dall’inizio di spazzare via la lingua, la cultura e tutto il russo identità etnica.
C’è stata un’altra notizia curiosa ieri alla televisione russa: un servizio video sulla cattura dell’ultimo sistema di difesa aerea mobile prodotto in Ucraina, che è stato abbandonato dal suo equipaggio tecnico in ottime condizioni, con tutti gli opuscoli tecnici del produttore ancora intatti. Anche in questo caso, soprattutto, tutta la documentazione tecnica è in russo! Sarebbe divertente se l’ampio contesto non fosse tragico, insieme al numero di militari ucraini che i russi hanno indicato come uccisi in azione: oltre 23.700. Questo è circa otto volte il numero che Zelensky ha dato alla stampa il giorno prima.
Infine, le notizie russe dell’ultimo giorno hanno raccontato come un aereo merci ucraino carico di rifornimenti militari occidentali sia stato abbattuto dalle forze russe mentre si avvicinava a Odessa dal mare.
A parte questi articoli nelle notizie, le autorità russe continuano a non fornire un quadro generale di come sta procedendo la campagna. Stranamente, le fonti di notizie ucraine dal campo possono essere più informative. Tra gli articoli pubblicati oggi su www.news.google.ru ci sono rapporti dell’amministrazione controllata ucraina su ciò che resta di Lugansk sotto il loro controllo. Si parla degli attacchi dell’artiglieria russa, dei danni arrecati alle case nei borghi, dell’evacuazione dei civili in Occidente in vista dell’avanzata russa sul terreno. Tutto questo è in previsione dell’assalto russo su vasta scala sul Donbas previsto imminente.
I media occidentali hanno presentato oggi la decisione “coraggiosa” delle forze ucraine rimaste a Mariupol, rintanate nella fortezza sotterranea dell’Azovstal, di rifiutare l’offerta russa della loro vita in cambio della resa incondizionata. Ma la copertura occidentale non pone alcuna domanda sulla decisione e su ciò che ci dice sul regime di Kiev che queste migliaia di irriducibili stanno servendo, apparentemente eroicamente. I talk show russi oggi puntano i riflettori proprio su questa domanda e producono alcune interpretazioni interessanti. Ci viene detto che Kiev ha incaricato i capi del battaglione Azov e quelli allineati con loro a Mariupol di combattere fino alla fine e di non negoziare con i russi sulla resa. Dall’interno delle file delle truppe disperate sotterranee, le cui munizioni, cibo e acqua sono tutte esaurite, ci viene detto che chiunque osi esprimersi a favore della resa viene fucilato sul posto. Ci viene anche detto che tra i circa 1.000 resistiti ci sono 400 mercenari stranieri, tra cui un buon numero di istruttori NATO di alto rango. Dal momento che dal punto di vista di Kiev quegli istruttori sono meglio morti che presi vivi, possiamo presumere che provengano da Stati membri inferiori nella gerarchia della coppia britannica di tagliagole presi diversi giorni fa che potrebbero ancora essere salvati dall’intervento di Boris Johnson in uno scambio di prigionieri. Possiamo presumere che gli istruttori della NATO nei tunnel inferiori dell’Azovstal siano polacchi o lituani? Penso che sarebbe una giusta ipotesi. Circa 000 resistenze sono 400 mercenari stranieri, incluso un buon numero di istruttori NATO di alto rango. Dal momento che dal punto di vista di Kiev quegli istruttori sono meglio morti che presi vivi, possiamo presumere che provengano da Stati membri inferiori nella gerarchia della coppia britannica di tagliagole presi diversi giorni fa che potrebbero ancora essere salvati dall’intervento di Boris Johnson in uno scambio di prigionieri. Possiamo presumere che gli istruttori della NATO nei tunnel inferiori dell’Azovstal siano polacchi o lituani? Penso che sarebbe una giusta ipotesi. Circa 000 resistenze sono 400 mercenari stranieri, incluso un buon numero di istruttori NATO di alto rango. Dal momento che dal punto di vista di Kiev quegli istruttori sono meglio morti che presi vivi, possiamo presumere che provengano da Stati membri inferiori nella gerarchia della coppia britannica di tagliagole presi diversi giorni fa che potrebbero ancora essere salvati dall’intervento di Boris Johnson in uno scambio di prigionieri. Possiamo presumere che gli istruttori della NATO nei tunnel inferiori dell’Azovstal siano polacchi o lituani? Penso che sarebbe una giusta ipotesi. Possiamo presumere che gli istruttori della NATO nei tunnel inferiori dell’Azovstal siano polacchi o lituani? Penso che sarebbe una giusta ipotesi. Possiamo presumere che gli istruttori della NATO nei tunnel inferiori dell’Azovstal siano polacchi o lituani? Penso che sarebbe una giusta ipotesi.
Questo per quanto riguarda le domande facili che non vengono poste, per non parlare senza risposta da parte dei media occidentali, dei media russi o di entrambi. Ora solleverò una domanda diversa solo per dimostrare come le notizie e le analisi fluiscono su questa “operazione militare speciale” o guerra, se volete, scorre in una carreggiata ristretta. Il risultato netto è che abbiamo una capacità molto limitata di capire cosa sta succedendo e dove siamo diretti.
Mi limiterò a rivolgere l’attenzione all’annuncio in Russia che da oggi il pubblico può effettuare prelievi in contanti di dollari ed euro in importi sostanziali e può anche ordinare trasferimenti di valuta estera all’estero, fino a $ 5.000 se ho capito bene. Ciò significa che il povero signor Piotr Aven, il banchiere miliardario e commerciante di ruote russo seduto attualmente a Londra con i suoi ingenti beni congelati secondo le regole delle sanzioni, potrebbe ancora essere in grado di pagare il suo autista ordinando un trasferimento dal suo conto Sberbank a Mosca.
Curiosamente nessuno si chiede come e perché la Russia ha riaperto il cambio valuta quasi gratuito e i prelievi di contanti dopo un mese di stretta repressione. Da dove vengono i dollari e le banconote in euro? Sicuramente la domanda è impellente di essere posta. Non arriva dai turisti in Russia poiché al momento non ci sono praticamente turisti stranieri in Russia. Non viene trasportato da visitatori d’affari stranieri per lo stesso motivo. Quindi indovina. Potrebbe essere che la Germania e altri Stati membri dell’UE selezionati stiano consegnando aerei carichi di contanti a Mosca per pagare le consegne di gas, petrolio e carbone? Sì, questo consentirebbe loro di affermare che stanno sfidando Putin per il pagamento in rubli, rispettando i termini dei loro contratti a lungo termine con Gazprom. Ma è una bella foto che non vorrebbero fosse resa pubblica, dal momento che il Parlamento europeo renderebbe la vita di tutti loro abbastanza insopportabile se la voce si diffondesse. Forse i lettori possono offrire spiegazioni migliori.
©Gilbert Doctorow, 2022
Gilbert Doctorow è un analista politico indipendente con sede a Bruxelles. Ha scelto questa terza carriera di “intellettuale pubblico” dopo aver terminato una carriera di 25 anni come dirigente aziendale e consulente esterno per società multinazionali che operavano in Russia e nell’Europa orientale, culminata nella posizione di amministratore delegato, Russia negli anni 1995-2000. Ha pubblicato le sue memorie dei suoi 25 anni di attività in ed intorno all’Unione Sovietica/Russia, dal 1975 al 2000. Memorie di un russo, Volume I: From the Ground Up è stato pubblicato il 10 novembre 2020. Volume II: Russia in the Roaring 1990s è stato pubblicato nel febbraio 2021. Un’edizione in lingua russa in un unico volume di 780 pagine è stata pubblicata da Liki Rossii a San Pietroburgo nel novembre 2021: Россия в бурные 1990е: Дневники, воспоминания, документы.
FONTE: https://gilbertdoctorow.com/2022/04/18/unasked-unanswered-questions/
Guido Crosetto, bomba su Zelensky: “Non è l’Occidente ad armare l’Ucraina, ma…”
Riflessioni da Gigante, così coma da soprannome di Guido Crosetto. Riflessioni a cui il fondatore e padre nobile di Fratelli d’Italia si presta ospite in studio a CartaBianca, il programma condotto da Bianca Berlinguer su Rai 3, la puntata è quella di ieri, martedì 20 aprile.
Al centro di dibattito nel salottino di viale Mazzini, ovviamente la guerra in Ucraina, l’invasione russa che sta per arrivare al sessantesimo giorno. Un conflitto che sta cambiando alla velocità della luce la storia di questo pianeta e gli equilibri geopolitici globali. Si pensi, per esempio, alle indiscrezioni secondo le quali la Svizzera – paese neutrale per antonomasia e definizione – starebbe pensando alla possibilità di entrare nella Nato.
E proprio di Nato Crosetto parla. Concentrandosi sulla Finlandia, caso assai simile a quello della Svizzera. E spiega: “La Finlandia è neutrale dal 1947 e avrebbe continuato a esserlo. Il fatto che improvvisamente decida di voler entrare nella Nato ci fa capire la situazione in cui ci troviamo. È l’atteggiamento di Putin a portare la Finlandia verso l’Alleanza Atlantica”. Dunque, Guido Crosetto si spende anche su Volodymyr Zelensky e il suo rapporto con Occidente, Nato ed Europa. “Non è l’Occidente che arma l’Ucraina, è Zelensky che chiede aiuto all’Occidente. Gli ucraini sono i primi che vorrebbero la pace, ma bisogna capire come arrivare alla pace”, conclude Guido Crosetto.
FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/31280860/guido-crosetto-cartabianca-volodymyr-zelensky-non-occidente-armare-ucraina.html
Consigliere di Putin: la Russia deve prepararsi a una possibile “Azione aggressiva” della NATO
Dopo che la Finlandia e la Svezia hanno mostrato all’inizio di questo mese l’intenzione di aderire alla NATO, lo stretto alleato di Putin e l’ex presidente Dmitry Medvedev, che funge da vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha avvertito che l’alleanza militare occidentale è impegnata in un rafforzamento militare lungo i confini della Russia .
“Un alto funzionario russo ha affermato martedì che il rafforzamento dei confini della NATO con la Russia non è più una figura retorica e che Mosca dovrebbe essere preparata a una possibile azione aggressiva, ha riferito l’agenzia di stampa russa TASS“, secondo Reuters. “L’espansione della NATO vicino ai confini della Russia non è più una figura retorica o una serie di minacce, dobbiamo essere preparati per un’azione aggressiva“.
Le nuove parole seguono le precedenti minacce di Medvedev di posizionare missili nucleari e ipersonici lungo il confine occidentale della Russia nello scenario in cui Finlandia e Svezia aderiscano alla NATO. La prospettiva che la Finlandia, che si dice stia studiando la questione, aderisca all’alleanza è particolarmente allarmante per il Cremlino, dato che la Russia e il suo vicino scandinavo condividono un confine di 810 miglia. La Svezia, anche se un po’ meno importante geograficamente, ha già annunciato l’intenzione di aderire all’alleanza.
“Non si può più parlare di uno status libero dal nucleare per il Baltico: l’equilibrio deve essere ripristinato”, ha affermato in precedenza Medvedev.
Ma ora martedì ha intensificato ulteriormente l’aggressività retorica dicendo: “Stiamo parlando principalmente di un tentativo di espandere la presenza della NATO vicino ai nostri confini“. Medvedev ha affermato ulteriormente secondo TASS statale, sulla base di una traduzione affrettata:
“E questa non è più una figura retorica oggi, questo non è un insieme di minacce standard. Dobbiamo essere preparati per quelle azioni aggressive che potrebbero accadere“.
La spinta delle sue parole è stata quella di incoraggiare il rapido progresso tecnologico delle capacità di difesa del paese in mezzo alla nuova “minaccia NATO”, dato che le osservazioni sono state pronunciate prima di una conferenza nazionale sulla scienza e l’istruzione. Ha sottolineato che “è importante costruire, tra l’altro, un sistema che permetta di fornire al Paese le armi più moderne”.
FONTE: https://scenarieconomici.it/consigliere-di-putin-la-russia-deve-prepararsi-a-una-possibile-azione-aggressiva-dellanato/
IL PRESIDENTE TRUMP È STATO VITTIMA DI SPIONAGGIO, SIA INTERNO CHE STRANIERO
Le recenti rivelazioni di Durham secondo cui le persone che lavorano per Hillary Clinton hanno spiato Donald Trump, la sua campagna e la sua amministrazione sono solo una parte della storia. È una parte molto importante, ma non dovrebbe oscurare il ruolo che l’intelligence straniera, in particolare quella britannica, avrebbe svolto nel tentativo di dissotterrare Donald Trump.
Nel marzo 2017 sono apparso su RT (ovvero Russia Today) per commentare l’ormai comprovata affermazione di Donald Trump secondo cui lui e la sua campagna erano stati spiati. Ecco cosa ho detto domenica 5 marzo 2017:
Fai molta attenzione. Dopo aver rilasciato questa intervista, c’è stata ZERO reazione/risposta da parte dei media negli Stati Uniti. Lo hanno ignorato. Non ha creato un’increspatura sui social media. Diavolo, anche la gente di Trump l’ha ignorato.
Questo è un punto importante. Tre membri della US Intelligence Community – la CIA, l’FBI e la NSA – hanno insistito sul fatto che la Russia stesse interferendo nelle elezioni americane usando piattaforme come RT. Ma un numero minuscolo di americani ha guardato RT. La mancata reazione alla mia intervista lo dimostra.
Due settimane dopo il giudice Andrew Napolitano ha trasmesso in onda la seguente affermazione:
che l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiesto all’agenzia di intelligence britannica GCHQ di monitorare il presidente Donald Trump . . . .
Andrew Napolitano, un commentatore politico ed ex giudice del New Jersey, ha affermato martedì che Obama ha utilizzato GCHQ per “assicurarsi che non ci fossero impronte digitali americane”.
“Tre fonti dell’intelligence hanno informato Fox News che il presidente Obama è uscito dalla catena di comando: non ha usato la NSA, non ha usato la CIA, non ha usato l’FBI e non ha usato il Dipartimento di Giustizia”, ha detto Napolitano. “Ha usato GCHQ.”
I dirigenti della Fox e gli inglesi sono impazziti. GCHQ è arrivato il più vicino ad avere un aneurisma in piena regola come qualsiasi entità burocratica può. E Fox ha sospeso Napolitano.
“Abbiamo chiarito all’amministrazione che queste affermazioni sono ridicole e dovrebbero essere ignorate e abbiamo ricevuto assicurazioni che queste accuse non saranno ripetute”, ha detto ai giornalisti un portavoce di Downing Street.
Una delle fonti del giudice Napolitano a quanto pare era Larry Johnson. Tuttavia, secondo Johnson, il giudice non ha riportato accuratamente ciò che aveva detto Johnson. Secondo il signor Johnson , il presidente Obama non ha ordinato nulla. Invece, le informazioni raccolte dal GCHQ sono state trasmesse a persone della comunità dell’intelligence statunitense e quindi distribuite in modo non autorizzato. Negare che il GCHQ non abbia fatto nulla in risposta a una richiesta del presidente Obama, ma ciò non significa che il GCHQ (aka General Communication’s Headquarters) sia stato passivo e non abbia fatto nulla.
Sulla scia della sospensione del giudice Napolitano dai suoi doveri alla Fox, sono stato invitato a partecipare allo spettacolo della CNN di Brian Stelter, l’esilarante, ironico titolo “Fonti affidabili”.
GCHQ, in virtù del fatto di essere un’entità straniera, può (e fa) raccogliere facilmente e regolarmente informazioni sulle comunicazioni elettroniche negli Stati Uniti. Gli inglesi possono farlo senza doversi preoccupare dei tribunali FISA, della probabile causa, ecc. Vuoi una prova? Ecco l’ articolo del NY Times del 17 marzo 2017 che cita un esempio:
La teoria della cospirazione ha anche messo alla prova quella che viene spesso chiamata la relazione speciale tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Le agenzie di intelligence americane godono di una collaborazione più stretta con le loro controparti britanniche rispetto a qualsiasi altra al mondo. GCHQ è stata la prima agenzia ad avvertire il governo degli Stati Uniti che la Russia stava hackerando le e-mail del Partito Democratico durante la campagna presidenziale
Capito? Stati Uniti e Regno Unito hanno una “relazione speciale” e il GCHQ è stato IL PRIMO (non il secondo o il terzo) ad avvertire Obama che la Russia avrebbe presumibilmente hackerato le e-mail del Partito Democratico. Quando ci hanno avvertito? Prima della scoperta dell’hack DNC o dopo? Se dopo, quanto tempo? Chi ha ricevuto tale avviso e quali misure sono state adottate per adottare contromisure? Molte domande.
Eccone un altro: se gli inglesi sapevano che i russi stavano hackerando le e-mail del DNC, allora come hanno fatto a perdere completamente i russi che passavano quelle informazioni a un certo Julian Assange, che si trova rintanato a Londra nell’ambasciata ecuadoriana? Finora gli inglesi non hanno fornito uno straccio di prova per dimostrare che Assange ha ricevuto le e-mail del DNC dai russi.
Allora perché l’enorme respingimento degli inglesi su Fox News? Se stessimo giocando a poker, definirei la loro reazione un racconto. Gli inglesi, normalmente implacabili, ci hanno permesso di vedere il loro sopracciglio sinistro contrarsi. Il giudice Napolitano lavora per i Murdoch, che hanno anche importanti interessi economici in Gran Bretagna. Ho sentito da un altro amico di Fox News che il governo britannico si è fortemente appoggiato ai Murdoch per fare qualcosa per il giudice. S
Per ricapitolare, abbiamo il GCHQ che raccoglie regolarmente i cittadini statunitensi e li condivide con gli Stati Uniti tramite la NSA. Lasciatemi suggerire un’ulteriore svolta: gli inglesi decisero, incoraggiati dai membri dell’intelligence statunitense (John Brennan, forse? Mike Rogers?) Di intensificare la loro raccolta su Donald Trump e soci e poi passarono quelle informazioni, non filtrate e smascherate, ai loro controparti statunitensi.
Perché mai gli inglesi dovrebbero fare qualcosa di così rischioso? Penso che la risposta sia piuttosto semplice, diretta e ovvia. Le posizioni politiche di Trump sulla Siria e sulla NATO rappresentavano minacce dirette agli interessi britannici. In Siria, Trump ha espresso la volontà di schierarsi con la Russia nella sconfitta dell’ISIS e nel ritirare gli Stati Uniti dall’attività di costruzione della nazione. Trump ha anche ribaltato il carrello delle mele della politica estera dello status quo affermando chiaramente che la NATO era un anacronismo e doveva essere esaminata bene e con attenzione. Qualcuno vuole sostenere che i nostri cugini britannici erano a proprio agio con questi cambiamenti politici?
Pertanto, non è un treno per una città pazza per suggerire che GCHQ e MI6 fossero più che disposti a dare una mano per aiutare a eliminare Trump. Potrebbe essere una delle rivelazioni chiave che arriveranno nelle prossime settimane.
Non sarebbe uno shock sapere che il governo della Gran Bretagna stava lavorando fianco a fianco con le controparti statunitensi per sbarazzarsi di Donald Trump e della sua Presidenza?
La maggior parte trascura un problema ovvio ma oscuro: GCHQ raccoglie da anni informazioni sui cittadini americani. Soprattutto americani di origine irlandese o quelli con legami con irlandesi nell’Irlanda del Nord. Ciò era particolarmente vero vent’anni fa. Non è necessario possedere autorizzazioni Top Secret per capire questo fatto. Gli inglesi stavano raccogliendo informazioni sugli americani con nomi come Moynihan, O’Keefe, Lang e Kelly. Non commettere errori su questo.
Un ultimo punto. Il cane che non abbaia. Con ciò intendo dire che, nonostante tutte queste macchinazioni, non è stata generata alcuna intelligenza significativa che abbia fornito una pistola fumante che avrebbe potuto segnare la fine di Donald Trump. Se tali informazioni fossero state raccolte, puoi star certo che sarebbero arrivate immediatamente sulle prime pagine del NY Times e del Washington Post. Non è successo. Penso che un’altra storia ancora da raccontare sia cosa sapevano gli inglesi e quando l’hanno saputo? Sospetto che ulteriori indagini su questa questione metteranno un po’ di freno alle relazioni USA/Regno Unito.
FONTE: https://sonar21.com/president-trump-was-a-victim-of-espionage-both-foreign-and-domestic/
Gli Stati Uniti e la Germania trasformeranno la Mongolia in un terreno di prova per la guerra biologica contro Russia e Cina?
Vladimir Platov
I risultati dell’operazione speciale in corso della Russia per denazificare e smilitarizzare l’Ucraina rivelano ogni giorno che passa prove sempre più documentate delle attività criminali degli Stati Uniti e dei loro alleati in quel paese. Una delle sue attività, come hanno dimostrato le informazioni ricevute, è lo sviluppo e la creazione da parte di Washington di armi biologiche in biolab statunitensi chiusi in Ucraina, in stretta collaborazione con Gran Bretagna e Germania.
In particolare, oltre ai fatti dello sviluppo congiunto di armi biologiche da parte di Gran Bretagna e Stati Uniti, che sono già diventati noti a livello internazionale, è emerso anche il coinvolgimento della Germania in attività intensive di armi biologiche in Ucraina, insieme agli Stati Uniti. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharovaquesto, citando documenti ottenuti dal Ministero della Difesa russo durante un’operazione militare speciale per proteggere il Donbass. È stato rivelato che il governo tedesco stava attuando il programma tedesco di biosicurezza (GBP) dal 2013, anche in Ucraina, dove gli Stati Uniti hanno creato una rete di almeno 30 biolab e dove sono state condotte ricerche pericolose, tra le altre cose. Da parte tedesca, il lavoro pratico in questo programma è svolto, analogamente agli Stati Uniti, da specialisti militari, in particolare dall’Istituto di microbiologia delle forze armate tedesche (Monaco di Baviera), nonché dal Friedrich Loeffler Institute (Greifswald – Isola di Riems), Bernhard Nocht Institute for Tropical Medicine (Amburgo) e Robert Koch Institute (Berlino).
È del tutto comprensibile che sia proprio il timore di avere sempre più prove di detta attività criminale in mano russa a seguito dell’operazione speciale di Mosca in Ucraina per denazificarla a motivare le attuali autorità tedesche a mostrare una maggiore disponibilità, rispetto ad altri paesi dell’UE , per rifornire le autorità di Kiev con sempre più armi e incoraggiare Kiev a continuare la sua azione militare contro la Russia. Le stesse ragioni spiegano l’attività delle autorità tedesche nei giorni scorsi nel tentativo di attribuire falsamente alla Russia presunti piani di utilizzo di armi biologiche e chimiche in Ucraina e nel mantenere attiva una fase di guerra dell’informazione contro Mosca.
È anche degno di nota il fatto che le attuali autorità tedesche stiano collaborando attivamente con gli Stati Uniti nello sviluppo di armi biologiche non solo in Ucraina, ma anche in Asia centrale, diventando chiaramente complici di Washington nel confronto sia con la Russia che con la Cina.
Uno studio condotto dai giornalisti del quotidiano russo Izvestia, anche analizzando pubblicazioni scientifiche aperte, ha rivelato che i biologi militari tedeschi hanno svolto ricerche sui vettori di malattie pericolose in Mongolia. In particolare, uccelli selvatici capaci di migrare su lunghe distanze (solitamente da nord a sud e ritorno, quindi è facile intuire il motivo di questo “interesse”). Alla fine del 2012 hanno pubblicato uno studio sulla presenza di Escherichia Coli che produce l’enzima beta-lattamasi a spettro esteso (ESBL) negli uccelli. Questo studio è stato condotto da dipendenti dell’Istituto di Microbiologia ed Epizootica della Facoltà di Medicina Veterinaria della Libera Università di Berlino, dell’Istituto di Biologia dell’Università di Halle-Wittenberg e della società tedesca Vet Med Labor GmbH (Ludwigsburg).
Il crescente interesse degli “esperti” di armi biologiche occidentali in Mongolia può essere spiegato semplicemente: i mongoli sono più vicini ai cinesi, quindi è molto probabile che le malattie che colpiscono i mongoli colpiscano anche i cinesi. Per inciso, non si può escludere che la chiave del genoma asiatico sia già stata trovata dagli USA e dai suoi “alleati”, dal momento che lo Stealth-Omicron che imperversa in Cina ultimamente sembra essere principalmente progettato per attaccare gli asiatici. E, come è noto, questo round di epidemia è iniziato in Corea del Sud, piena anche di biolab americani e dove negli ultimi 3 mesi sono morte più di 70mila persone, il che è molto impressionante per questo Paese.
In Mongolia, che fa raramente notizia ma confina con Russia e Cina, da anni “esperti” di Stati Uniti e Germania raccolgono campioni di biomateriale. Di particolare interesse per gli specialisti militari sono le malattie endemiche diffuse da insetti succhiatori di sangue, nonché le malattie trasmesse dagli animali all’uomo.
Alcuni studi pubblicati condotti in Mongolia riportano spesso la necessità di “ricerche aggiuntive” sulle malattie trasmesse da vettori e zoonotiche in questo paese e raccomandano la formazione del personale delle organizzazioni biologiche locali. E non si può escludere che questa “necessità” possa quindi essere utilizzata come giustificazione per ampliare la cooperazione o costruire laboratori speciali USA/NATO in Mongolia per affrontare pericolose malattie trasmesse da vettori e zoonotiche.
Dato che la Mongolia si posiziona tra gli “avversari nazionali” già designati più volte da Washington e dalla NATO – Russia, Cina e Iran – questo Paese è identificato nei documenti del Pentagono come una meta molto promettente per tagliare questa alleanza geopolitica che è già in divenire . Inoltre, la Mongolia ha molti focolai naturali e molto pericolosi di vari batteri e virus: peste, tularemia, febbre Crimea-Congo, leptospirosi, leishmaniosi, pseudotubercolosi e una dozzina di altri. Inoltre, è già noto che “specialisti” tedeschi in Ucraina hanno collaborato con gli anglosassoni su alcuni di questi virus e batteri, in particolare sulla febbre Crimea-Congo, che, per inciso, era nelle mani del famigerato dott. Mengele al campo di concentramento di Dachau.
Per quanto riguarda l’uso militare delle armi biologiche da parte degli Stati Uniti, vale la pena ricordare come durante la guerra di Corea abbia utilizzato tali armi contro le forze nordcoreane in diverse occasioni, in particolare bombe a palloncino di porcellana piene di pulci portatrici di peste. Così venivano chiamati: “palloncini”, “bombe Ishii”. Ci sono stati diversi focolai gravi lì, che hanno provocato diverse migliaia di morti.
È già stato riportato in numerosi media che gli Stati Uniti, insieme ai loro alleati dell’Europa occidentale, intendono aprire un altro biolab in Mongolia. Il principale cliente per i programmi biologici sarebbe presumibilmente un’unità della direzione medica degli Stati Uniti dell’Istituto di scienze mediche delle forze armate (USAMD-AFRIMS). Il Pentagono prevede di allestire questo laboratorio biologico presso il Centro nazionale per le malattie infettive emergenti e zoonotiche, che ha sede a Ulan Bator e presumibilmente sta pianificando di “ricercare” malattie particolarmente pericolose come peste, colera, malaria, epatite, coronavirus ed encefalite lì . Allo stesso tempo, ci sono state segnalazioni secondo cui le attività di “ricerca” degli Stati Uniti includerebbero la raccolta di materiale biologico dai mongoli in aree vicine alla Russia e alla Cina. Così facendo, gli Stati Uniti ei loro alleati della NATO si aspettano che la Mongolia accetti di studiare agenti patogeni pericolosi in quel paese, che si trovano spesso nelle aree al confine con Russia e Cina. A questo proposito, uno degli obiettivi principali dei biolab statunitensi in Mongolia potrebbe essere quello di studiare gli effetti di virus pericolosi sulle persone di origine asiatica.
Vladimir Platov, esperto di Medio Oriente, in esclusiva per la rivista online “ New Eastern Outlook ”.
FONTE: https://journal-neo.org/2022/04/20/will-the-us-and-germany-turn-mongolia-into-a-biological-warfare-testing-grounds-against-russia-and-china/
BELPAESE DA SALVARE
ARRIVERA’ LA CHIUSURA DEI RUBINETTI DEL GAS.
E’ SICURO. A QUESTO PUNTO CI ASPETTA SOLO L’APOCALISSE
Tonio De Pascali 13 04 2022
E’ sicuro: l’Europa, inclusa l’Italia, bloccherà l’ingresso di gas russo tra pochissimo tempo.
Entro l’estate. Perchè con la bella stagione si potranno sperimentare infinite soluzioni di austerity altrimenti improponibili, ad esempio, con il freddo invernale.
E’ sicuro perchè l’ha appena detto Di Maio (i 5stelle non si opporranno alla soluzione).
A seguito poi della famosa dichiarazione di Draghi se preferivamo i condizionatori o la libertà ucraina spacciata per libertà di tutti proponendo una narrazione di invasione russa dell’Occidente da bloccare “a qualunque costo”.
A seguito inoltre dei sondaggi pubblicati in questi giorni in cui l’80 per cento degli Italiani preferisce i sacrifici alla libertà.
A seguito della proposta di Letta della necessità di chiudere il gabinetto del gas.
Insomma, è sicuro.
Si sta consumando una tragedia nazionale spacciata per salvataggio dell’Ucraina con le due soluzioni che nulla hanno a che vedere tra loro se invece si insiste con le trattative di pace (ma l’Occidente vuole proprio il contrario).
Immaginate lo scenario: Occidente in guerra ed austerity. E pandemia.
Ma cosa vuol dire austerity?
Se il gas russo è il 40 per cento di quello da noi consumato chiudere i rubinetti è una follia con conseguenze così tragiche che chiunque prenda questa decisione dovrà essere davvero processato al Tribunale di Norimberga. Altro che Putin.
Ma vi immaginate il 40 per cento, quasi la metà, di gas in meno?
Altro che spegnere le luci delle strade.
Come funzioneranno le industrie e le piccole aziende? Come funzioneranno scuole e ospedali?
Stiamo parlando quasi della metà.
Ed hai voglia ad andare in Algeria per farsi dare il 3 per cento in più spacciandolo per 9 per cento.
Hai voglia a viaggiare per il mondo a chiedere la carità di gas liquido se non abbiamo i degassificatori.
Hai voglia a chiedere alla Snam di sbrigarsi con la costruzione di degassificatori su nave davanti ai porti quando per costruire una nave ci vogliono anni, figuriamoci per più navi.
Hai voglia a dire che riapriremo le centrali a carbone se già le amministrazioni locali hanno detto che non se ne fa niente perchè inquinano.
L’aria che ci stanno prendendo in giro è palese.
Che poi non sanno più dire neanche le bugie.
Chiuderanno prima i bar e locali pubblici, cinema, etc etc.
Chiuderanno prima i programmi televisivi.
Sicuramente ci saranno le domeniche senza auto come 50 anni fa.
Ma hanno almeno sentore di quello che combineranno?
Perchè se si prevede 1 milioni di disoccupati nelle industrie quanti saranno i locali pubblici che chiuderanno?
E tutto questo dopo due anni di pandemia che già hanno messo in ginocchio il Paese.
E tutto questo dopo che abbiamo il debito pubblico più grosso del mondo, dopo che questo debito è aumentato notevolmente con la pandemia, dopo che la svalutazione degli ultimi mesi ha eroso totalmente stipendi e pensioni, dopo che col famigerato Pnrm, i soldi che stanno arrivando dalla Ue a questo punto non serviranno più a niente e si aggiungeranno ai mostruosi debiti che abbiamo, dove vogliamo arrivare?
Tutto questo se si pensa che in tv già fremono tutti i virologi-star per dirci che sarà necessario il lock down autunnale per lenire la pandemia?
Ma vi immaginate uno scenario simile?
E costoro prima ci dicono con la pandemia che la libertà deve fare sacrifici in nome della salute ed ora che i sacrifici sono necessari per la libertà.
Senza dimenticare che già ne sono arrivati 100mila, di profughi ucraini, e ne arriveranno in poche settimane altri 700mila, tutti a 1000 euro al mese cadauno, tutti con assistenza medica totalmente gratuita, casa ed annessi vari.
Ma dove siamo^ A scherzi a parte?
Come dovremo trascorrere l’inverno?
Almeno durante il lock down c’era la tv e netflix.
Come faremo ora?
Ma loro escono in tv dicendo che l’80 per cento degli Italiani vogliono fare sacrifici per la libertà dell’Ucraina.
Falsi. Bugiardi. Banditi. mascalzoni. Criminali.
Non so più che dire. Davvero.
FONTE: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1190466394824167&id=100015824534248&
“Arriva la quinta dose”. Sì, avete capito bene! Ecco quando è previsto il super booster
Una sola dose e si esce dall’incubo Covid, dicevano. Poi sono diventate due. A distanza di 20 giorni l’una dall’altra. Poi un mese, poi di nuovo 20 giorni. Ma anche due non bastavano, e così si è arrivati alla terza. E mentre si faceva la terza si parlava della quarta. E ora che è stata da poco autorizzata la quarta dose, già iniziano a dire che servirà una quinta! La quarta somministrazione, va detto, è andata praticamente deserta, un flop colossale in tutta Italia, da nord a sud. E mentre sempre più studi scientifici spiegano come i richiami con questo vaccino siano ormai inutili viste le migliaia di mutazioni del virus (fortunatamente ormai indebolito a tal punto da essere un normale raffreddore), da noi si sente echeggiare la formula “quinta dose”.
La platea dei vaccinabili del quarto pizzico, come si diceva, ha risposto con scarso entusiasmo. Il direttore dell’Aifa ha ricordato che “la quarta dose è una spinta in più, offerta a chi resta a rischio, partendo dal dato che dopo 4-5 mesi si ha una graduale perdita di efficacia”. Si era parlato, per le vaccinazioni dell’ipotesi “dell’immune exhaustion, ovvero della mancata produzione di anticorpi per esaurimento immunitario dopo stimoli ripetuti, ma è stata completamente esclusa, se parliamo di intervalli fra le vaccinazioni superiori ai 4 mesi. Con la quarta dose gli anticorpi tornano ad aumentare oltre i livelli della terza”. Nessuno dei vaccinabili però ha abboccato alla quarta puntura.
Per il resto della popolazione non è chiaro ancora quali saranno le decisioni del ministero della Salute. Si legge su Fanpage: “Per il momento non è previsto di allargare la quarta dose anche ad altre fasce d’età. Ma dal prossimo autunno, con il calo delle temperature potrebbe essere necessario prevedere una quarta somministrazione anche per altre categorie”. È il solito giochino, all’inizio dicono solo alcuni, poi via via iniziano ad allargare la platea degli obbligati. E in autunno faranno scattare la mannaia di nuovo per personale scolastico e sanitario, forze dell’ordine e così via. Un film visto e rivisto. Con la sensazione, però, che se ripeteranno questo oltraggio stavolta saranno davvero milioni a riscoprirsi no vax.
Le ipotesi sono due: “Una quarta dose a tutti gli over 50 e over 60, oppure una quarta dose di vaccino per tutti i cittadini. Secondo il consulente del ministro della Salute Speranza Walter Ricciardi questa seconda strada sarebbe preferibile. Ad oggi comunque non ci sono dati che possano giustificare una nuova vaccinazione di massa. È quasi sicura invece una quinta dose in autunno per le categorie per cui in questa fase è stata già autorizzata la quarta dose di vaccino anti Covid”.
FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/quinta-dose-vaccino-in-autunno/
CONFLITTI GEOPOLITICI
Il saccheggio dell’Europa (mentre l’Ucraina è praticamente sconfitta)
dal web.
C’è un solo grande obiettivo dietro la guerra in Ucraina e la costruzione della nuova Cortina di ferro: interrompere le forniture di energia a basso costo, di materie prime e prodotti agricoli importati dalla Russia che servono alla produzione industriale manifatturiera e di trasformazione europea, che la rendono competitiva a livello mondiale.
Affondando in primo luogo Germania ed Italia, le uniche due economie manifatturiere europee con la bilancia commerciale fortemente attiva verso gli Usa, si riequilibrano finalmente i conti.
Si rende artificiosamente competitiva l’industria americana aumentando i costi di produzione di quella europea.
L’Europa, che è già una colonia politico-militare attraverso la Nato, verrà trasformata anche in una colonia di consumo dei prodotti statunitensi.
E dagli Usa, naturalmente, importeremo tanti armamenti: sfameremo così anche il loro vorace warfare system.
Con i proventi del saccheggio, gli Usa azzerano e ribaltano il disavanzo commerciale verso l’Europa e si pagano l’import dalla Cina.
(Guido Salerno Aletta)
E i grafici qui sotto sono eloquentissimi.
E gli europioti che vanno dietro agli yankee sono dei pirli e pure degli idioti.
E nel mentre di tutto ciò i sinistrati si indignano con la Goggia.
https://twitter.com/osamundR/status/1516081232945336321
Un dirigente ucraino dice la dura verità su Azovstal
Un funzionario ucraino ha affermato che la città di Mariupol “non esiste più” dopo che la Russia ha annunciato che l’area urbana della città è libera dalle truppe ucraine.
“La situazione a Mariupol è sia militarmente terribile che straziante. La città non esiste più. Il resto dell’esercito ucraino e un folto gruppo di civili sono fondamentalmente circondati dalle forze russe”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba durante un’intervista con “Face the Nation” della CBS.
Il Cremlino ha annunciato sabato che non c’erano truppe ucraine nell’area urbana di Mariupol, un campo di battaglia chiave nell’est dell’Ucraina.
“L’intero territorio urbano di Mariupol è stato completamente ripulito dai militanti del gruppo nazista ‘Azov’, dai mercenari stranieri e dalle truppe ucraine”, ha scritto il ministero della Difesa russo in un post sui social media.
A circa 2.500 soldati ucraini è stato impedito di lasciare Azovstal, uno dei più grandi stabilimenti metallurgici d’Europa situato a est di Mariupol, dalle truppe russe che hanno circondato l’impianto, ha stimato il ministero della Difesa russo.
Questa immagine mostra il teatro drammatico Mariupol parzialmente distrutto, bombardato lo scorso 16 marzo a Mariupol il 12 aprile 2022, mentre le truppe russe intensificano una campagna per conquistare la città portuale strategica, parte di un massiccio assalto previsto in tutta l’Ucraina orientale, mentre il presidente della Russia fa un caso provocatorio per la guerra al vicino russo. – *NOTA DELL’EDITORE: questa foto è stata scattata durante un viaggio organizzato dall’esercito russo.* (Alexander Nemenov/AFP tramite Getty Images)
Il ministero della Difesa russo ha concesso agli ucraini della gigantesca acciaieria Azovstal di Mariupol fino alle 13 del 17 aprile per arrendersi, affermando che coloro che deporranno le armi saranno “garantiti per salvarsi la vita”.
Le truppe ucraine che si rifiutavano di arrendersi nel porto assediato di Mariupol sarebbero state distrutte, avverte l’esercito russo.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha minacciato di interrompere tutti i colloqui con la Russia se le restanti truppe ucraine a Mariupol fossero state eliminate.
“Più si verificano casi simili a Borodianka, non ci sarà alcuna possibilità che si tengano negoziati, in realtà”, ha detto durante un’intervista con i media ucraini. “La distruzione di tutti i nostri ragazzi a Mariupol – quello che stanno facendo ora – può porre fine a qualsiasi forma di negoziazione”.
Borodianka è un insediamento in stile urbano a circa 37 miglia a nord-ovest della capitale ucraina Kiev da cui le forze russe si sono recentemente ritirate. Zelenskyy ha affermato che più di 300 civili sono stati uccisi dalle forze russe, di cui circa 30 giustiziati.
“L’unico livello di contatto è la squadra negoziale composta da rappresentanti di varie istituzioni e membri del parlamento”, ha affermato.
Ha minimizzato i colloqui di cessate il fuoco e ha etichettato gli sforzi come “consultazioni a livello di esperti”.
Soldati e volontari russi distribuiscono il pane a Mariupol il 12 aprile 2022, mentre le truppe russe intensificano una campagna per conquistare la città portuale strategica, parte di un massiccio assalto previsto in tutta l’Ucraina orientale, mentre il presidente russo fa una causa provocatoria per la guerra al vicino della Russia . – *NOTA DELL’EDITORE: questa foto è stata scattata durante un viaggio organizzato dall’esercito russo.* (Alexander Nemenov/AFP tramite Getty Images)
Il 24 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato un’invasione su vasta scala dell’Ucraina, che il Cremlino definisce “un’operazione militare speciale”.
Le Nazioni Unite hanno affermato che al 15 aprile 1.982 civili erano stati uccisi e 2.651 feriti in Ucraina dall’invasione russa e oltre 4,8 milioni di persone erano fuggite dal paese.
Le forze russe hanno recentemente spostato l’attenzione nel sud e nell’est dell’Ucraina, dove si trovano i territori separatisti o contesi. Apparentemente il Cremlino intende occupare il corridoio che collega la Crimea e il Donbas, essendo Mariupol una città chiave lungo il corridoio.
Una mappa del Ministero della Difesa del Regno Unito mostra le posizioni delle truppe di Russia e Ucraina al 17 aprile. (Ministero della Difesa del Regno Unito)
Tuttavia, un cessate il fuoco su quest’area sembra bloccato, con le due parti che hanno assunto posizioni inconciliabili.
Il divario tra richieste russe e ucraine sembra incolmabile sulla questione della Crimea e del Donbas; entrambe le aree sono state di fatto occupate dalla Russia o da separatisti filo-russi.
Putin ha chiaramente chiesto che l’Ucraina riconoscesse la Crimea come parte della Russia e Donetsk e Luhansk come indipendenti. Nel frattempo, Zelenskyy ha accettato di mettere da parte le controversie per quei territori, ma ha anche promesso di non rinunciarvi.
L’UCRAINA AFFERMA CHE LA FASE 2 RUSSA È INIZIATA
Sembra che i funzionari ucraini non stiano soffiando fumo su questo. Nelle ultime 24 ore le operazioni militari russe nel Donbas e nell’Ucraina occidentale sono notevolmente aumentate.
Voglio condividere con voi alcuni video dal canale Intel Slava Z su Telegram. Sebbene ci sia sempre la possibilità che si tratti di pezzi di propaganda messi in scena, sembrano legittimi.
Il primo è l’abbattimento di un jet da combattimento ucraino. Il filmato termico mostra il jet d’attacco Su-25 ucraino che spara razzi, invano, mentre cerca di sfuggire a un missile russo in arrivo. Il jet è stato abbattuto il 15 aprile dalle unità di difesa aerea russe.
Il secondo video mostra un ceceno a Mariupol all’interno di uno degli edifici dello stabilimento di Ilyich dove si nascondevano elementi del battaglione Azov. Probabilmente è di sabato 16 aprile. Non è andata bene per i teppisti Azov:
I russi sono impegnati su più fronti. Iniziamo dalla costa meridionale dell’Ucraina:
- Mariupol è sotto il controllo della Russia, solo un piccolo elemento del battaglione AZOV è rintanato nell’acciaieria di Avostol con le spalle al mare.
- I russi si sono assicurati Berdyansk, che si trova a 60 miglia a ovest di Mariupol.
- Ci sono esplosioni a Kherson, che si trova a 220 miglia a ovest di Berdyansk.
- Il cielo notturno sopra Nikolaev (aka Mykolaiv) è in fiamme con una raffica di esplosivi aerei. Da Nikolaev sono solo 80 miglia a Odesa.
Attualmente, la Russia controlla la costa meridionale dell’Ucraina con una combinazione di forze navali e di terra. Una volta che Odesa cadrà (e cadrà), la Russia avrà completamente tagliato fuori l’Ucraina dai suoi porti meridionali. (Non c’è attività commerciale ora perché è una zona di guerra.)
Poi c’è l’azione a ovest lungo il confine con la Polonia. La Russia sta distruggendo l’equipaggiamento militare che gli Stati Uniti e la NATO stanno inviando in Ucraina. Ecco un video notevole che mostra tre siti di raccolta di armi colpiti a Leopoli (non credo che provenga da un videogioco perché anche Fox News ha riportato gli scioperi). Secondo Intel Slava Z :
Attacchi aerei con missili ad alta precisione presso il 124° Centro di supporto logistico congiunto del comando logistico delle forze armate ucraine vicino a Leopoli, – Ministero della Difesa
Il centro logistico e le grandi spedizioni di armi straniere che sono state consegnate in Ucraina negli ultimi 6 giorni dagli Stati Uniti e dai paesi europei sono state distrutte.
Ma il centro delle operazioni militari russe è a est, nel Donbas. Popasnaya si trova a metà strada tra Luhansk e Kramatorsk (il sito del missile che ha ucciso i civili alla stazione ferroviaria una settimana fa). Secondo quanto riferito, i carri armati russi stanno bombardando le posizioni ucraine:
Se l’esercito ucraino avesse ancora l’artiglieria intatta, sparerebbe colpi di controbatteria contro i carri armati russi. Questo non sta accadendo. Quando stai combattendo una forza simile, la dottrina impone che i carri armati sparino e poi si muovano. (Il fuoco di controbatteria significa che l’unità che viene bombardata può rispondere al fuoco e colpire la posizione in cui ha avuto origine il proiettile.) Aggiungo l’avvertenza che questo video potrebbe essere un’elaborata produzione di propaganda, ma i commenti di Zelensky e dei suoi leccapiedi indicano che l’offensiva è in corso.
Ci sono anche notizie di stampa secondo cui l’artiglieria russa sta sparando contro unità ucraine intorno a Kharkov (che si trova a 160 miglia a nord-ovest di Popasnaya). La limitata capacità delle forze ucraine di rispondere in modo gentile significa che le unità vengono accucciate e subiscono un brutale pestaggio. Se fanno capolino fuori dai bunker, è probabile che perdano la testa.
Oltre a uccidere fisicamente i soldati ucraini, i bombardamenti sostenuti dalla Russia stanno uccidendo anche la volontà di combattere tra alcune delle unità. Numeri significativi si stanno arrendendo alle unità russe. Il primo video mostra più di 80 ucraini che ora sono sotto il controllo russo:
Ecco un altro gruppo di oltre 300 soldati ucraini che si sono arresi:
Se l’Ucraina avesse successo sul campo, sono sicuro che assisteremmo a briefing quotidiani dei generali ucraini che propagandano il loro ultimo trionfo sulle forze russe. L’assenza di tali rapporti non è il prodotto di qualche astuto complotto ucraino per ingannare i russi fino a farli accontentare. L’incapacità di mantenere solide linee di comunicazione con le unità in prima linea e garantire che siano completamente rifornite di munizioni, armi e cibo è una spirale mortale per qualsiasi organizzazione militare.
Nuovi recenti rapporti in Occidente affermano che ci sono limitazioni su ciò che gli Stati Uniti e la NATO possono fornire. Ecco l’immagine “rosea” di Bloomberg :
L’America sta seguendo una strategia di “arsenale di democrazia” in Ucraina: ha evitato un intervento diretto contro gli invasori russi, mentre lavora con alleati e partner per fornire denaro e armi al governo di Kiev. . . .
Tuttavia, mentre la guerra raggiunge una fase critica, con i russi che si preparano a consolidare la loro presa sull’Ucraina orientale, l’arsenale della democrazia si sta esaurendo. . . .
Il generale Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff degli Stati Uniti, ha detto al Congresso che l’Occidente ha consegnato 60.000 armi anticarro e 25.000 armi antiaeree a Kiev. Il Pentagono sta ora preparando piani per portare in Ucraina ulteriore artiglieria, droni per la difesa costiera e altro materiale. La Casa Bianca ha annunciato mercoledì un nuovo pacchetto da 800 milioni di dollari che include elicotteri e mezzi corazzati per il trasporto di personale. . . .
Funzionari del Pentagono affermano che Kiev sta soffiando attraverso una settimana di consegne di munizioni anticarro ogni giorno. Inoltre, sta esaurendo gli aerei utilizzabili poiché gli attacchi aerei russi e le perdite in combattimento hanno il loro tributo. Le munizioni sono diventate scarse a Mariupol e in altre aree.
Questo sta presentando ai paesi occidentali una netta scelta tra versare più rifornimenti in Ucraina o gestire capacità limitate di cui potrebbero aver bisogno per la propria difesa.
Ciò che il giornalista di Bloomberg ha dimenticato di menzionare è che la Russia sta facendo esplodere molte di quelle munizioni nell’Ucraina occidentale ancor prima che possano essere inviate al fronte.
Nello scrivere questa dura verità sono spesso accusato di trasmettere semplicemente la propaganda russa. Non vero. Se avete i video degli ucraini che devastano i russi, fatemelo sapere. Non l’ho visto. E come ho notato sopra, non dubito per un minuto che i media statunitensi avrebbero mostrato questi video se esistessero. Questa potrebbe essere una settimana decisiva per la continua esistenza di operazioni militari ucraine organizzate. L’esercito russo sembra seguire la direttiva di Putin: smilitarizzare l’Ucraina.
FONTE: https://sonar21.com/ukraine-claims-russian-phase-2-has-begun/
La Libia deve fermare le esportazioni: più grave la crisi, e Draghi abbandona la nave
Una notizia improvvisa-da Bloomberg:
La compagnia petrolifera statale libica National Oil (NOC) avverte di una “dolorosa ondata di chiusure”. Le esportazioni dal porto petrolifero di Zueitina non sono attualmente possibili, ha annunciato lunedì la società.
La ragione di ciò è un blocco della produzione a causa di disordini politici. Ciò significa che il mercato energetico globale, già teso a causa della guerra in Ucraina, è minacciato da nuovi aumenti di prezzo. La Libia produce circa 1,2 milioni di barili di greggio al giorno.
Secondo la compagnia petrolifera, le chiusure sono state causate da un “gruppo di persone” che è entrato nelle strutture. Gruppi nella Libia orientale che protestano contro gli impianti petroliferi chiedono le dimissioni del primo ministro a Tripoli a favore di un rivale di recente nomina.
L’intrusione ha costretto domenica a “un graduale e completo arresto della produzione”, ha affermato la società, riferendosi alle sue strutture che esportano petrolio greggio attraverso il terminal di Zueitina. La loro chiusura influenzerà anche la produzione di energia nelle centrali elettriche di Zueitina e Bengasi settentrionale.
I manifestanti a Zueitina hanno dichiarato domenica in una dichiarazione video che avrebbero interrotto la produzione fino alle dimissioni del primo ministro Abdulhamid al-Dbeibah. Hanno anche chiesto il licenziamento del boss del NOC Mustafa Sanalla.
Il caos ha regnato nel paese nordafricano ricco di petrolio dalla caduta del sovrano di lunga data Muammar al-Gheddafi nel 2011. Nel 2014 si è diviso in un partito di guerra orientale e uno occidentale. Il comandante dell’Eastern Civil War Party, Khalifa Haftar, è stato uno straccio rosso per molti cittadini nell’ovest del Paese da quando ha tentato di impadronirsi di Tripoli nel 2019/20, riducendo in macerie parti della capitale.
Sull’Italia la mancanza di petrolio libico aggraverà tragicamente la fame energetica.
“L’America si preoccupa solo del sistema finanziario occidentale”
Mike Billington dell’Executive Intelligence Review crede che all’America importi solo del sistema finanziario occidentale che sta per crollare e non si preoccupi davvero di Taiwan e dell’Ucraina.
FONTE: http://www.urmedium.com/c/presstv/108499
CULTURA
UN MANUALE PER LA RESTAURAZIONE (che verrà)
Luigi Copertino “Cristianesimo, proprietà e Great Reset”
Ho letto di recente il libro pubblicato dall’amico, nonché collaboratore del sito, Luigi Copertino Cristianesimo, proprietà e Great Reset. Breve esame del “Mondo Nuovo” tra distopia e Tradizione (Edizioni Radio Spada, 160 pagine, 16 euro), che si pregia della prefazione di Francesco Mario Agnoli presidente aggiunto onorario di Corte di Cassazione.
Un libro che merita di essere letto e diffuso in quanto porta il lettore al cuore del problema dei nostri tempi molto particolari. Copertino coglie la nostra come una epoca di passaggio in una direzione ben specifica che egli, utilizzando le note categorie di Bauman, indica come passaggio dalla modernità solida, ormai alle nostre spalle, alla postmodernità liquida. L’umanità è entrata in un oceano ignoto per attraversare il quale le vecchie bussole, ossia razionalismo ed illuminismo, non servono perché sono ormai obsolete. Tuttavia il nostro autore non si limita al solo orizzonte storico e temporale ma tenta una lettura di questo passaggio anche attraverso categorie escatologiche. Quelle purtroppo dimenticate da una Gerarchia ecclesiale molto mondanizzata nel suo approccio alla realtà del nostro tempo. Categorie che mettono in luce la persistenza nella storia dell’antica tentazione dell’uomo ossia l’estromissione di Dio dai propri orizzonti nell’ebrezza della seduzione auto-divinitoria, della hybris luciferina. Si tratta della tentazione menzionata nel Libro del Genesi 3,5 e nel Libro dell’Apocalisse. Che non sono soltanto la Rivelazione dell’Origine e dell’Eschaton, delle “cose prime” e delle “cose ultime”, ma anche, essenzialmente, del dramma sotteso alla vicenda storica dell’uomo ogni qual volta si abbandona alla suadente promessa di autocostruzione del mondo. In tal senso il primo e l’ultimo libro della Scrittura sono attuali e presenti ad ogni generazione ed a ogni epoca storica.
Il cosiddetto Great Reset, annunciato durante la pandemia dai rappresentanti del World Economic Forum, ma già delineato in libri e articoli risalenti al 2015 e 2016 – quindi si tratta di progetti assolutamente pubblici senza alcuna segretezza o complotto – è in qualche modo la fase forse ultima ma sicuramente più recente della costruzione del Nuovo Ordine Mondiale cui aspirano da secoli certe élite culturali e tecno-finanziarie oggi padrone assolute dello scenario, almeno in Occidente. Il Great Reset, sotto il profilo politico-economico, si presenta come una dinamica di concentrazione capitalistica su scala globale, a danno soprattutto delle classi medie destinate a forme di precarizzazione economica insieme a ciò che rimane della working class. In quanto animato da una visione distopica ed ispirato dalla dissimulazione del vero, il Great Reset, come dimostra Copertino, si accredita nei termini di un “capitalismo inclusivo” ma punta in realtà ad una forma di esproprio universale. Copertino infatti fa sua la lezione di Agamben ed altri che vedono nel Great Reset la fusione del peggio del capitalismo con il peggio del comunismo. Infatti l’inclusività propugnata dal World Economic Forum, dietro l’apparente intento di redistribuzione pianificata della ricchezza mondiale, nasconde al contrario la volontà delle élite di sostituire la proprietà privata con forme di leasing e di sharing dei beni prodotti dal grande capitale transnazionale e dei servizi concessi, non certo gratuitamente, dalle multinazionali.
Le inequivoche dichiarazioni di Ida Auken, a suo tempo ministro dell’ambiente in Danimarca, riportate nel libro, la quale, in un saggio pubblicato sul sito del Forum di Davos, immagina la “città futura” iper-tecnologizzata ma priva di proprietà essendo tutto goduto in noleggio o affitto, per la felicità dei cittadini che nulla possedendo gioiranno tuttavia di una vita più piena, sono lì a dimostrare cosa sottende il progetto del Great Reset. Si potrebbero del resto aggiungere anche le parole del “gran maestro” del Forum di Davos, quel Klaus Schwab già collaboratore di Henry Kissinger, che di recente ha asserito che la proprietà della casa è un non senso antieconomico dovendosi invece abituare gli uomini a non possedere immobili se non in affitto onde evitare il loro radicamento territoriale in un mondo fondato sulla mobilità globale.
Un elemento forte nell’accreditamento di questa distopia – la Auken non a caso è una ambientalista della sinistra arcobaleno – è il suo presunto spirito ecologista insieme ad una supposta gratuità, da realizzarsi con una estensione globale del reddito di cittadinanza (la Auken piace molto a Beppe Grillo) mediante creazione ex nihilo di moneta in favore delle grandi masse di disoccupati che la incipiente robotizzazione produrrà. Un paradiso in terra che invece si trasformerà, come è già accaduto per altre utopie, in un inferno. Non esiste bene senza un proprietario, sicché è consequenziale che se non di proprietà dei cittadini, i quali si limiteranno soltanto a goderne in forma di uso temporaneo, i beni saranno di proprietà, e quindi controllati, dalle élite finanziarie che agiscono attraverso le multinazionali produttrici offrendoli in comodato, noleggio, locazione. Non certo, però, gratuitamente. Già oggi quando si “compra” un film da Netflix o un ebook da Amazon, nonostante l’offerta promozionale parla di acquisto, in realtà l’utente non fa altro che noleggiare per un tempo limitato un servizio o un prodotto. La proprietà del video o del libro elettronico resta alla multinazionale che ne concede soltanto la “licenza d’uso”.
Ecco perché Copertino parla di “comunismo delle multinazionali” che agisce contro la piccola e media proprietà. Quando si pensa all’abolizione della proprietà privata l’immediato collegamento concettuale è con il comunismo. In realtà sussiste un medesimo schema filosofico e giuridico che lega la statizzazione comunista alla società anonima di capitali. In entrambi i casi il cittadino ed il socio, ossia il popolo e le persone fisiche dei conferitori di capitale liquido, non sono proprietari dei mezzi di produzione e dei beni che invece sono di titolarità della “persona giuridica”, lo Stato o la Società anomia, dietro il paravento della quale si nasconde il controllo totalizzante della nomenklatura di partito o del consiglio di amministrazione che oggi è composto quasi esclusivamente dai rappresentanti dei fondi azionari transnazionali. Copertino, facendo tesoro della lezione del giurista Giacinto Auriti e di quella dello storico Ernest Kantorowicz, ricostruisce la storia di questo schema filosofico-giuridico a partire dal suo comparire, con l’immagine del “Corpus Misticum” che inizialmente aveva un contenuto personale sia in ambito ecclesiale sia in ambito politico, e della sua degenerazione lungo i secoli man mano che – sulla scorta del processo di secolarizzazione il quale è stato soprattutto un processo di imitazione e falsificazione – avanzava la spersonalizzazione dell’Autorità politica, ossia lo Stato moderno, e la smaterializzazione dell’economia. Ecco perché, oggi, con alle spalle il comunismo, i nemici della proprietà sono i Ceo delle multinazionali ossia quei gruppi elitari che traggono ogni vantaggio dalla finanziarizzazione dell’economia. Copertino può citare, a riprova, alcune significative riflessioni di Giulio Tremonti sulla trasformazione del capitalismo dal vecchio modello solido, ovvero patrimoniale, al nuovo modello finanziario irresponsabile della sorte delle aziende, quindi delle persone che vivono in esse e di esse, perché tutto proteso soltanto al profitto immediato, subitaneo, garantito dal gioco speculativo di Borsa.
La liquefazione ha colpito anche il lavoro da quando le masse sono state convinte a prendere congedo dall’idea del posto fisso in nome della “bellezza” del nomadismo occupazionale, ossia delle flessibilità che è in vero precarietà. Anche il lavoro diventa una “occasione” o una “concessione” che chiede al lavoratore di non radicarsi, di non porre limiti agli orizzonti delle “opportunità”, di abbandonare i vecchi modelli ed anche quelli nuovi quando essi, cosa che avviene di continuo, vengono superati. Formazione continua ed adattamento flessibile: questa la ricetta offerta dai profeti del Nuovo Ordine Mondiale ai lavoratori. Dietro la quale vengono reintrodotti in forme nuove antiche forme di sfruttamento e di dominio funzionali ai profitti degli “illuminati”, gnosticamente, ossia elitariamente, protesi a guidare le masse “non iniziate”.
Il dramma maggiore, che Copertino in quanto cattolico sottolinea accorato, è il cedimento alla narrativa del Great Reset da parte dell’attuale vertice della Chiesa ingannato dall’indoramento superficiale della pillola operato dalla propaganda che esalta del progetto le virtù dell’“inclusività”, dell’“ecosostenibilità”, della “lotta alla fame”, della “sconfitta della povertà”, secondo la menzognera lingua di legno degli iniziati del club di Davos. Facendo leva sulla apparente somiglianza di linguaggio i promotori del Great Reset tentano di accreditarsi inducendo confusione, in tema di proprietà, tra il loro progetto e l’ideale cristiano “distributista” come emerge nella Scrittura (Atti 4,32-35), nel magistero dei Papi e nella riflessione di pensatori cristiani quali Chesterton. Molto opportunamente l’amico Copertino evidenzia che questo ideale cristiano se non approva l’accumulazione non approva neanche l’espropriazione, ossia l’abolizione, della proprietà ma, casomai, addita quale via giusta quella della sua distribuzione più ampia possibile. In questo, provvidenzialmente, il Cristianesimo converge con l’ideale romano della “communio” o “comproprietà”, quindi con la forma comunitaria – ma non comunista! – della proprietà.
Partendo da una ricostruzione storica delle diverse forme di proprietà nel mondo antico e delle loro integrazioni ed interazioni con l’apporto etico cristiano, Copertino giunge infine – e qui torniamo alla prospettiva escatologica – a spiegare le incertezze ecclesiali attuali attraverso le profezie ricorrenti nella storia cristiana, e non solo cristiana, come quella del grande scrittore ortodosso russo Vladimir Solov’ëv, a proposito dell’avvento futuro dell’Ingannatore che, per questa tradizione profetica, sarà un suadente, ma menzognero, Benefattore dell’Umanità cui le masse, salvo il residuale “pusillus grex”, terranno dietro sedotte dalla sua apparenza di bontà ed amore per l’uomo. E come in quelle antiche profezie il “falso Cristo” pretenderà di inaugurare la nuova ed ultima rivelazione, ulteriore a quella di Cristo, così oggi il Great Reset, ovvero il Nuovo Ordine Mondiale, si appoggia ad una sorta di Nuovo Culto Mondiale, che ha al suo centro il ritorno, in salsa ecologista, della Grande Madre – questa pagana deità omni-fagocitante perché spietata contro l’uomo che pretende di essere in quanto Imago Dei al Centro del Cosmo – della quale abbiamo già visto ergersi, sostenuta dagli stessi poteri tecno-finanziari e mediatici che agiscono in nome della Grande Riorganizzazione Mondiale, la sua sacerdotessa nella figura di Greta Thumberg. Una ragazzina manipolata, alquanto arrogante nel suo pretenzioso porsi quale accusatrice universale, ma ottima nel ruolo di utile idiota di propagandista del Great Reset.
Maurizio Blondet
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/un-manuale-per-la-restaurazione/
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
LEGGERE LE FOGLIE DI TÈ DI PSYOPS
Se stai cercando una solida analisi militare della situazione sul campo in Ucraina, metti da parte circa un’ora e guarda l’intervista di Gonzalo Lira a Scott Ritter. Scott ha la migliore conoscenza della strategia e delle tattiche militari in gioco nel Donbas.
Voglio concentrarmi sul disperato tentativo dell’ucraino di inscenare attacchi orribili per fomentare l’odio occidentale nei confronti della Russia. Questa è stata la componente più “efficace” del tentativo fallito dell’Ucraina di combattere la Russia. Ma metto “efficace” tra virgolette perché la propaganda spinta su Bucha e l’attacco missilistico a Kramatorsk non ha costretto la NATO a intervenire con le forze di terra e aeree all’interno dell’Ucraina. Il grande spettacolo dell’invio di carri armati, sistemi di difesa aerea obsoleti e armi in Ucraina non sta cambiando la situazione tattica sul campo. Ci fa solo sentire meglio.
A meno che la NATO non adotti la tattica suicida di entrare in battaglia sul campo, gli Stati Uniti e la NATO guarderanno impotenti nelle prossime settimane (e forse mesi) mentre la capacità militare ucraina si esaurisce. Allo stesso tempo, la situazione economica dell’Ucraina peggiorerà. Cosa voglio dire? Carburante scarso, cure ospedaliere limitate e scarsità di cibo. L’unica strada per le importazioni e le esportazioni è oltre il confine occidentale con la Polonia. Supponendo che alcune importazioni ed esportazioni potrebbero trovare la loro strada oltre quel confine, rappresenta solo una frazione di ciò che l’Ucraina ha spostato attraverso i suoi porti meridionali sul Mar Nero. La vita normale in Ucraina è kaput.
Scott Ritter osserva correttamente che l’esercito ucraino bloccato a est (cioè il Donbas) è trincerato in bunker sotterranei. Sebbene ciò offra ai soldati ucraini una certa protezione, significa anche che questi soldati non sono mobili e mancano dell’armatura e di altri veicoli a motore per organizzare una controffensiva. In effetti, qualsiasi colonna di camion o carri armati è altamente vulnerabile agli attacchi delle risorse aeree russe, dell’artiglieria e dei missili da crociera e sarebbe probabilmente rapidamente sradicata.
Mentre la classe politica a Washington è gonfia di desiderio di aumentare il sostegno all’Ucraina e intraprendere un’azione più forte, la maggior parte dell’opinione pubblica americana non chiede un’azione. Sì, c’è tristezza e rabbia per la sofferenza del popolo ucraino, ma il pubblico americano non si mette in fila per unirsi a una nuova guerra in un paese lontano. Al contrario, l’inflazione, gli immigrati illegali che inondano il confine meridionale e l’aumento della criminalità nelle aree urbane sono la loro preoccupazione e il loro obiettivo. In breve, la guerra di propaganda sta fallendo.
Sono allo stesso tempo divertito e disgustato dallo spettacolo dei generali esperti che popolano i canali di notizie via cavo. Offrono una critica dura e delirante alla mancanza di progressi della Russia sul terreno in Ucraina senza ammettere i propri fallimenti nel pacificare l’Iraq e l’Afghanistan. Nonostante un budget per la difesa di 800 miliardi di dollari, l’esercito americano non è riuscito a sconfiggere i talebani e non è riuscito a proteggere l’Iraq. Spendere molti soldi non garantisce il successo militare. E il buon Dio sa che abbiamo speso un sacco. A che fine?
Mi auguro che la nostra nazione si impegni in una seria riflessione e ripensi le politiche fallite che abbiamo perseguito per quarant’anni. Ad esempio, le sanzioni non funzionano. Se le severe sanzioni economiche sono bastate a provocare un cambio di regime, Cuba, Corea del Nord, Iran, Iraq e Siria non sono riuscite a capire quel messaggio. L’imposizione di sanzioni può giocare bene politicamente negli Stati Uniti, ma non hanno lavorato per produrre i cambiamenti politici che i politici statunitensi speravano si sarebbero verificati.
Le sanzioni che gli Stati Uniti hanno imposto alla Russia hanno messo in luce i limiti del potere statunitense. Il predominio del dollaro un tempo onnipotente nell’economia internazionale è ora in discussione. La Russia non si è raggomitolata in posizione fetale ed è morta. Sta stringendo nuovi legami economici con i due più grandi paesi del mondo: Cina e India. Non possiamo ignorare il nuovo ordine economico emergente che rischia di limitare gravemente la capacità degli Stati Uniti di portare il proprio peso sulla scena mondiale.
È tempo che il popolo americano metta in ordine la propria casa. Piuttosto che inseguire oggetti luccicanti in terre straniere, dovremmo ricostruire le nostre infrastrutture, proteggere i nostri confini, riformare il nostro sistema giudiziario in modo che tutti gli americani siano trattati in modo equo ed equo e chiedere che ai bambini che sono imprigionati nei centri urbani disfunzionali venga effettivamente data una possibilità di essere adeguatamente educati. Preoccuparsi per il benessere dell’Ucraina è pazzesco quando la nostra stessa dimora è in fiamme e marcita con politici corrotti che vanno a Washington e diventano ricchi. Coloro che insistono sul fatto che siamo ancora il paese più libero del mondo dovrebbero chiedere ai prigionieri politici detenuti nelle carceri americane di aver osato protestare contro un’elezione rubata cosa pensano.ù
FONTE: https://sonar21.com/reading-the-psyops-tea-leaves/
IL PRESIDENTE TRUMP È STATO VITTIMA DI SPIONAGGIO, SIA INTERNO CHE STRANIERO
Le recenti rivelazioni di Durham secondo cui le persone che lavorano per Hillary Clinton hanno spiato Donald Trump, la sua campagna e la sua amministrazione sono solo una parte della storia. È una parte molto importante, ma non dovrebbe oscurare il ruolo che l’intelligence straniera, in particolare quella britannica, avrebbe svolto nel tentativo di dissotterrare Donald Trump.
Nel marzo 2017 sono apparso su RT (ovvero Russia Today) per commentare l’ormai comprovata affermazione di Donald Trump secondo cui lui e la sua campagna erano stati spiati. Ecco cosa ho detto domenica 5 marzo 2017:
Fai molta attenzione. Dopo aver rilasciato questa intervista, c’è stata ZERO reazione/risposta da parte dei media negli Stati Uniti. Lo hanno ignorato. Non ha creato un’increspatura sui social media. Diavolo, anche la gente di Trump l’ha ignorato.
Questo è un punto importante. Tre membri della US Intelligence Community – la CIA, l’FBI e la NSA – hanno insistito sul fatto che la Russia stesse interferendo nelle elezioni americane usando piattaforme come RT. Ma un numero minuscolo di americani ha guardato RT. La mancata reazione alla mia intervista lo dimostra.
Due settimane dopo il giudice Andrew Napolitano ha trasmesso in onda la seguente affermazione:
che l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiesto all’agenzia di intelligence britannica GCHQ di monitorare il presidente Donald Trump . . . .
Andrew Napolitano, un commentatore politico ed ex giudice del New Jersey, ha affermato martedì che Obama ha utilizzato GCHQ per “assicurarsi che non ci fossero impronte digitali americane”.
“Tre fonti dell’intelligence hanno informato Fox News che il presidente Obama è uscito dalla catena di comando: non ha usato la NSA, non ha usato la CIA, non ha usato l’FBI e non ha usato il Dipartimento di Giustizia”, ha detto Napolitano. “Ha usato GCHQ.”
I dirigenti della Fox e gli inglesi sono impazziti. GCHQ è arrivato il più vicino ad avere un aneurisma in piena regola come qualsiasi entità burocratica può. E Fox ha sospeso Napolitano.
“Abbiamo chiarito all’amministrazione che queste affermazioni sono ridicole e dovrebbero essere ignorate e abbiamo ricevuto assicurazioni che queste accuse non saranno ripetute”, ha detto ai giornalisti un portavoce di Downing Street.
Una delle fonti del giudice Napolitano a quanto pare era Larry Johnson. Tuttavia, secondo Johnson, il giudice non ha riportato accuratamente ciò che aveva detto Johnson. Secondo il signor Johnson , il presidente Obama non ha ordinato nulla. Invece, le informazioni raccolte dal GCHQ sono state trasmesse a persone della comunità dell’intelligence statunitense e quindi distribuite in modo non autorizzato. Negare che il GCHQ non abbia fatto nulla in risposta a una richiesta del presidente Obama, ma ciò non significa che il GCHQ (aka General Communication’s Headquarters) sia stato passivo e non abbia fatto nulla.
Sulla scia della sospensione del giudice Napolitano dai suoi doveri alla Fox, sono stato invitato a partecipare allo spettacolo della CNN di Brian Stelter, l’esilarante, ironico titolo “Fonti affidabili”.
GCHQ, in virtù del fatto di essere un’entità straniera, può (e fa) raccogliere facilmente e regolarmente informazioni sulle comunicazioni elettroniche negli Stati Uniti. Gli inglesi possono farlo senza doversi preoccupare dei tribunali FISA, della probabile causa, ecc. Vuoi una prova? Ecco l’ articolo del NY Times del 17 marzo 2017 che cita un esempio:
La teoria della cospirazione ha anche messo alla prova quella che viene spesso chiamata la relazione speciale tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Le agenzie di intelligence americane godono di una collaborazione più stretta con le loro controparti britanniche rispetto a qualsiasi altra al mondo. GCHQ è stata la prima agenzia ad avvertire il governo degli Stati Uniti che la Russia stava hackerando le e-mail del Partito Democratico durante la campagna presidenziale
Capito? Stati Uniti e Regno Unito hanno una “relazione speciale” e il GCHQ è stato IL PRIMO (non il secondo o il terzo) ad avvertire Obama che la Russia avrebbe presumibilmente hackerato le e-mail del Partito Democratico. Quando ci hanno avvertito? Prima della scoperta dell’hack DNC o dopo? Se dopo, quanto tempo? Chi ha ricevuto tale avviso e quali misure sono state adottate per adottare contromisure? Molte domande.
Eccone un altro: se gli inglesi sapevano che i russi stavano hackerando le e-mail del DNC, allora come hanno fatto a perdere completamente i russi che passavano quelle informazioni a un certo Julian Assange, che si trova rintanato a Londra nell’ambasciata ecuadoriana? Finora gli inglesi non hanno fornito uno straccio di prova per dimostrare che Assange ha ricevuto le e-mail del DNC dai russi.
Allora perché l’enorme respingimento degli inglesi su Fox News? Se stessimo giocando a poker, definirei la loro reazione un racconto. Gli inglesi, normalmente implacabili, ci hanno permesso di vedere il loro sopracciglio sinistro contrarsi. Il giudice Napolitano lavora per i Murdoch, che hanno anche importanti interessi economici in Gran Bretagna. Ho sentito da un altro amico di Fox News che il governo britannico si è fortemente appoggiato ai Murdoch per fare qualcosa per il giudice. S
Per ricapitolare, abbiamo il GCHQ che raccoglie regolarmente i cittadini statunitensi e li condivide con gli Stati Uniti tramite la NSA. Lasciatemi suggerire un’ulteriore svolta: gli inglesi decisero, incoraggiati dai membri dell’intelligence statunitense (John Brennan, forse? Mike Rogers?) Di intensificare la loro raccolta su Donald Trump e soci e poi passarono quelle informazioni, non filtrate e smascherate, ai loro controparti statunitensi.
Perché mai gli inglesi dovrebbero fare qualcosa di così rischioso? Penso che la risposta sia piuttosto semplice, diretta e ovvia. Le posizioni politiche di Trump sulla Siria e sulla NATO rappresentavano minacce dirette agli interessi britannici. In Siria, Trump ha espresso la volontà di schierarsi con la Russia nella sconfitta dell’ISIS e nel ritirare gli Stati Uniti dall’attività di costruzione della nazione. Trump ha anche ribaltato il carrello delle mele della politica estera dello status quo affermando chiaramente che la NATO era un anacronismo e doveva essere esaminata bene e con attenzione. Qualcuno vuole sostenere che i nostri cugini britannici erano a proprio agio con questi cambiamenti politici?
Pertanto, non è un treno per una città pazza per suggerire che GCHQ e MI6 fossero più che disposti a dare una mano per aiutare a eliminare Trump. Potrebbe essere una delle rivelazioni chiave che arriveranno nelle prossime settimane.
Non sarebbe uno shock sapere che il governo della Gran Bretagna stava lavorando fianco a fianco con le controparti statunitensi per sbarazzarsi di Donald Trump e della sua Presidenza?
La maggior parte trascura un problema ovvio ma oscuro: GCHQ raccoglie da anni informazioni sui cittadini americani. Soprattutto americani di origine irlandese o quelli con legami con irlandesi nell’Irlanda del Nord. Ciò era particolarmente vero vent’anni fa. Non è necessario possedere autorizzazioni Top Secret per capire questo fatto. Gli inglesi stavano raccogliendo informazioni sugli americani con nomi come Moynihan, O’Keefe, Lang e Kelly. Non commettere errori su questo.
Un ultimo punto. Il cane che non abbaia. Con ciò intendo dire che, nonostante tutte queste macchinazioni, non è stata generata alcuna intelligenza significativa che abbia fornito una pistola fumante che avrebbe potuto segnare la fine di Donald Trump. Se tali informazioni fossero state raccolte, puoi star certo che sarebbero arrivate immediatamente sulle prime pagine del NY Times e del Washington Post. Non è successo. Penso che un’altra storia ancora da raccontare sia cosa sapevano gli inglesi e quando l’hanno saputo? Sospetto che ulteriori indagini su questa questione metteranno un po’ di freno alle relazioni USA/Regno Unito.
FONTE: https://sonar21.com/president-trump-was-a-victim-of-espionage-both-foreign-and-domestic/
SÌ, IL BATTAGLIONE AZOV È UN SIMPATIZZANTE NAZISTA
Il Consiglio Atlantico e molti dei suoi membri sono impegnati nel tentativo di riscrivere la storia e imbiancare il Battaglione AZOV (compagni dell’Ucraina occidentale che hanno attaccato gli ucraini di lingua russa nel Donbass negli ultimi 8 anni) come un gruppo di seri nazionalisti.
Una persona che spinge questa bugia è Oleg Atbashian , un emigrato ucraino negli Stati Uniti. Oleg ha scritto un pezzo, Ucraina: la diffamazione nazista del Battaglione Azov è un’operazione di influenza russa di vasta portata : la Russia non può battere i combattenti Azov sul campo di battaglia, quindi usa la propaganda per diffamarli come nazisti. (Finora non ha trovato un posto dove pubblicare il suo pezzo per quanto ne so, ma ho ricevuto una copia del suo pezzo proposto da un amico). Oleg sostiene:
Sfatare la diffamazione del battaglione Azov come organizzazione nazista è stato particolarmente difficile perché gli operatori dell’influenza russa hanno piantato quelle storie diffamatorie contro l’Ucraina così ampiamente in tutto il mondo, fino al Congresso degli Stati Uniti, che ci vorrebbe un intero think tank per spalare attraverso quel mucchio di “prove”. Perché tutto lo sforzo? Azov è estremamente efficace contro l’aggressione russa nell’Ucraina orientale. Il fatto è che l’aggressione russa è stata l’unica ragione per cui si è formato Azov in primo luogo, quindi il Cremlino ha solo se stesso da incolpare per questo.
Il battaglione Azov è stato organizzato nel 2014, quando l’esercito ucraino mal armato e impreparato è stato costretto a combattere una guerra inaspettata contro il “separatismo” orchestrato dal Cremlino nell’Ucraina orientale. Vedendo come l’esercito stava fallendo, uno dei più ricchi industriali ucraini e governatore dell’Oblast di Dnipro, Igo r Kolomoisky, ha speso una grossa fetta del proprio denaro per reclutare e armare un battaglione di volontari per difendere l’Ucraina. L’unità è stata chiamata Azov dopo il piccolo Mar d’Azov nell’Ucraina meridionale. Questo è stato rapidamente seguito da una serie di vittorie ucraine, in cui Azov ha giocato un ruolo.
La diffamazione è assurda come se Hitler diffondesse voci sul fatto che il generale Patton fosse un nazista in modo da ostacolare lo sforzo bellico americano. Il suo sponsor iniziale, Igor Kolomoisky, è ebreo e da allora è diventato cittadino israeliano, vivendo in Israele. Non esattamente materiale neonazista, ma gli influencer opportunamente omettono questo fatto.
Non sono un burattino di Putin. Non sono sul libro paga dei Rooskies. Riesco a leggere e pensare oggettivamente. Non so perché Oleg ignori la vera storia dei neonazisti in Ucraina. Ecco i fatti (grazie a Yaacov Apelbaum per la sua eccellente ricerca):
Gli argomenti di Oleg come i seguenti sono propaganda apologetica (e probabilmente di natura commerciale). Fanno eco ai materiali sviluppati/distribuiti dal Consiglio Atlantico e da altri think tank profittatori dell’Ucraina. Oleg scrive:
“… hanno scelto un emblema bellicoso e minaccioso della lettera Z incrociata che ricorda anche un Tridente ucraino modificato, ma ai critici sembra troppo vicino allo stemma delle SS o alla svastica. Probabilmente segue i tradizionali ornamenti da ricamo e, dopo tutto, non demonizziamo l’intera comunità buddista in Asia per l’uso continuato del loro tradizionale simbolo con la svastica”.
Il problema non sono le scarse scelte di progettazione grafica (cioè l’ uso dell’iconografia delle SS da parte del Battaglione Azove ) o le scarse scelte di risorse umane/PR (cioè che reclutano neo-nazisti irriducibili). Il problema è che un ampio segmento del movimento nazionalista ucraino abbraccia ancora l’ideologia nazista violenta.
Stalin/Russia non ha inventato simpatizzanti nazisti in Ucraina, storicamente c’è sempre stato un elemento nazionalista estremamente violento (e antisemita) nella società ucraina. Ad esempio, dai un’occhiata ai pogrom di Khmelnytsky del 1648 . Nel 20° secolo questo movimento nazionalista ha abbracciato pienamente le ideologie naziste e antisemite che si sono manifestate attraverso Stepan Bandera e il suo movimento. Il pogrom di Kiev del 1941 fu orchestrato ed eseguito da agenti nazionalisti ucraini e il massacro di Babi Yar fu eseguito con la piena partecipazione e collaborazione del movimento nazionalista ucraino.
Come nota a margine, il nazionalismo ucraino del XIX secolo era già altamente razzializzato e precede l’ideologia nazista. Bandera ei suoi seguaci, in modo simile (e indipendentemente) ai nazisti, sostenevano l’allevamento selettivo per creare una razza ucraina “pura” e svilupparono un elaborato discorso antiebraico. Questo è stato anni prima dell’occupazione tedesca dell’Ucraina.
L’argomento secondo cui il battaglione Azov e la sua leadership non sono affiliati all’ideologia nazista, è palesemente falso. Il primo comandante dell’unità era il nazionalista di estrema destra Andriy Biletsky , che guidava l’ Assemblea Social-Nazionale neonazista e il Patriota dell’Ucraina .
Anche l’affermazione che il battaglione Azov sia stato organizzato nel 2014 come forza di volontari e finanziato da Igor Kolomoisky per difendere l’Ucraina è di fatto errata. L’organizzazione è nata come una compagnia di polizia speciale del Ministero degli Affari Interni. Era guidato da Volodymyr Shpara , il leader del Vasylkiv , Kyiv , ramo del Patriot dell’Ucraina e del Settore Destro . Per quanto riguarda la vera motivazione dietro l’investimento di Kolomoisky nell’organizzazione, probabilmente si trattava più di affari di guerra che di patriottismo.
Oltre all’analisi di Yaacov, abbiamo un video della BBC (non esattamente un gruppo pro-Putin) che riporta i neonazisti che hanno svolto un ruolo chiave nel colpo di stato del 2014 che ha estromesso il presidente corrotto ma debitamente eletto Yanukovitch:
Ed ecco un video dello scorso anno con attivisti di estrema destra ucraini che celebrano il 78° anniversario della divisione delle SS ucraine. Avete letto bene: gli ucraini che molti americani ora stanno esultando stavano commemorando la memoria della divisione SS ucraina, che ha combattuto a fianco dei nazisti:
L’ignoranza della maggior parte degli americani sull’Ucraina e sulla sua storia è abbastanza comprensibile. Molti americani hanno difficoltà a identificare George Washington e non sanno chi abbiamo combattuto nella Rivoluzione americana.
Piuttosto che preoccuparsi della sicurezza del confine ucraino, voglio che i nostri politici e cittadini si concentrino sul nostro confine. Il nostro confine meridionale in particolare. L’ondata di immigrati illegali e narcotici attraverso quella frontiera ogni giorno uccide i cittadini americani. Fox ha recentemente riferito della carneficina:
Secondo un’analisi dei dati del governo degli Stati Uniti, le overdose di fentanil sono diventate la principale causa di morte per gli adulti di età compresa tra i 18 ei 45 anni.
Tra il 2020 e il 2021, quasi 79.000 persone tra i 18 e i 45 anni – 37.208 nel 2020 e 41.587 nel 2021 – sono morte per overdose da fentanil, secondo l’ analisi dei dati dell’organizzazione di sensibilizzazione sugli oppiacei Families Against Fentanyl.
Rifletti su quel numero per un momento. Più americani tra i 18 ei 45 anni sono morti per overdose di fentanil di quanti siano morti nei 12 anni in cui abbiamo combattuto in Vietnam. Durante quattro anni di combattimenti in Corea abbiamo perso 36.914 militari. Abbiamo monumenti per coloro che hanno combattuto e sono morti per l’America in Vietnam e Corea. Non sto suggerendo che abbiamo bisogno di un memoriale per coloro che hanno assunto un’overdose di fentanil. Ma dobbiamo fare qualcosa per il confine. Ignoriamo coloro che muoiono in parte perché i nostri politici, repubblicani e democratici, si rifiutano di proteggere i nostri confini dagli invasori. Questa è una vera minaccia con un costo reale per i cittadini americani.
FONTE: https://sonar21.com/yes-the-azov-battalion-is-a-nazi-sympathizer/
DIRITTI UMANI
SEMBRA GEORGE FLOYD, NON DEREK CHAUVIN, HA UCCISO GEORGE FLOYD
La trascrizione della telecamera indossata da J. Alexander Kueng mostra una chiara evidenza che George Floyd soffriva di difficoltà respiratorie prima che la polizia gli mettesse le mani addosso. È morto per un’overdose di fentanil, non per essere stato soffocato dalla polizia di Minneapolis. Questa notizia non porterà gioia alla folle folla di sinistra che urla di mozzare le teste degli agenti di polizia di Minneapolis che sono accusati di aver “assassinato” George Floyd e poca attenzione è stata prestata alla trascrizione dal suo rilascio il 7 luglio. Spero per correggere tale svista.
Prima una nota sull’agente J. Alexander Kueng. Anche lui è un uomo di colore. Fu adottato poco dopo la nascita da una donna bianca e madre single. Non posso avere quella storia là fuori. Semplicemente non promuove il meme secondo cui i bianchi americani sono intrinsecamente e irrimediabilmente razzisti. Come può una donna bianca razzista essere una madre amorevole per un bambino nero? I razzisti non lo fanno.
L’agente Kueng e George Floyd
Una volta letta la trascrizione, capirai perché il procuratore generale del Minnesota ha nascosto le prove video al pubblico e perché gli avvocati della difesa stanno cercando di ottenere le informazioni: scagiona la polizia.
Ecco il link alla trascrizione completa.
L’incidente inizia con un gestore di un negozio che riferisce che George Floyd gli aveva appena dato una banconota contraffatta.
I due agenti (Kueng e Thomas Lane) escono fuori e iniziano le indagini cercando di far scendere George Floyd dalla sua auto:
Floyd non è stato collaborativo. Era disorientato e non agiva razionalmente. Floyd era accompagnato da un altro uomo di colore. A differenza di Floyd, l’altro signore ha seguito le istruzioni della polizia:
A pagina 12 della trascrizione otteniamo la prima prova che Floyd è sballato di qualcosa e sta “schiumando” alla bocca. L’agente Kueng è molto preoccupato per il comportamento irregolare di Floyd:
Il comportamento irregolare di Floyd si intensifica quando l’agente Kueng e Lane cercano di metterlo nell’auto della polizia:
Puoi finire di leggere la trascrizione per te stesso. Ma la conclusione è chiara: la crisi respiratoria di Floyd è stata causata dal Fentanyl che aveva ingerito prima che la polizia si presentasse sulla scena. Questa prova è abbastanza chiara nel rapporto dell’autopsia. Coloro che si sono affrettati a giudicare nel condannare il dipartimento di polizia di Minneapolis dovranno fare alcuni importanti mea culpa.
FONTE: https://sonar21.com/looks-like-george-floyd-not-derek-chauvin-killed-george-floyd-by-larry-c-johnson/
Il mondo è piatto: presunte atrocità nella città di Bucha come ultima operazione “falsa bandiera” USA-Regno Unito-Ucraina
Diverse settimane fa, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha avvertito gravemente che la Russia avrebbe presto compiuto un attacco con armi chimiche in Ucraina, violando così le convenzioni internazionali ed esponendosi alle più severe punizioni della comunità mondiale. In alternativa, i russi organizzerebbero una fuga di radiazioni attaccando l’una o l’altra delle centrali nucleari in Ucraina.
Fortunatamente, nessuno dei due atti vili è stato compiuto dai russi per coprire la loro presunta posizione persa nella guerra condotta contro i coraggiosi ucraini, che godono del sostegno incondizionato dell’alleanza NATO.
Invece, negli ultimi due giorni è stato promosso un tipo molto diverso di scandalo per crimini di guerra per raggiungere lo stesso obiettivo dell’indignazione universale. La conseguenza sono le richieste del presidente francese Macron e del cancelliere tedesco Scholz di misure ancora più draconiane contro i barbari dell’est, vale a dire un embargo completo sugli idrocarburi russi, anche se si tratta di un suicidio per l’industria e le economie europee in generale. Questi due uccelli hanno cantato davanti ai microfoni quasi contemporaneamente ieri pomeriggio denunciando le atrocità presumibilmente commesse dai soldati russi mentre si ritiravano dall’assedio di Kiev.
Sì, il mio commento introduce una nota di sarcasmo nel parlare di un’operazione di propaganda che è ovvia come il giorno a chiunque abbia metà spirito e metà memoria. Tutto ci riporta al 2014 e alla catastrofe dell’MH17 che è stata posta alle porte della Russia in pochi minuti dal suo verificarsi, senza che sia necessaria alcuna indagine.
Per quanto riguarda l’omicidio di civili nella città di Bucha, un sobborgo settentrionale di Kiev, e simili resoconti fotografici di diversi altri insediamenti evacuati dalle truppe russe negli ultimi giorni, la feroce narrativa di propaganda proveniente da Kiev, ma sicuramente sceneggiata a Washington e Londra, nessun campanello d’allarme sui media occidentali. Ma poi di nuovo, non c’è memoria collettiva nei media occidentali di ciò che è successo al Maidan, quando le unità neonaziste sostenute dagli Stati Uniti hanno impiegato cecchini per uccidere i manifestanti di strada pacifici e la polizia a sostegno di una storia totalmente inventata di violenza della polizia dal governo Yanukovich per giustificare la sua cacciata illegale con un colpo di stato. Quegli stessi cinici assassini hanno avuto il controllo della politica ucraina fino ai giorni nostri.
È stato ampiamente riportato dalle troupe televisive russe in viaggio con le forze della repubblica del Donbas come le truppe ucraine in partenza abbiano sparato arbitrariamente sulle città che avevano occupato negli ultimi otto anni ma che ora sono state costrette a rinunciare. È stato ampiamente riportato dai gruppi di stampa russi che hanno intervistato i rifugiati che lasciavano Mariupol attraverso i corridoi umanitari di come il battaglione Azov e altre truppe radicali nazionaliste attaccate all’esercito ucraino stessero sparando a chiunque osasse uscire dagli scantinati per rischiare di unirsi alle vie di fuga fuori città . Niente di tutto questo è stato ripreso dai media occidentali. Ma sicuramente è stato raccolto dai propagandisti di Kiev, che hanno deciso di capovolgerlo e venderlo ulteriormente.
In sintesi, ci sono ragioni per cui le guerre vengono combattute fino alla morte, perché molte controversie cruciali tra nazioni non sono suscettibili di diplomazia finché una delle parti non è stata completamente distrutta. Stiamo vivendo un momento così storico. Ed è molto triste, qui in Europa, vedere leader eletti come Macron, come Scholz giocare insieme ai cattivi per ottenere il favore del signore supremo a Washington, DC Possa la loro codardia e il loro tradimento degli interessi dei loro stessi popoli essere registrati qui e ora per i posteri.
©Gilbert Doctorow, 2022
Gilbert Doctorow è un analista politico indipendente con sede a Bruxelles. Ha scelto questa terza carriera di “intellettuale pubblico” dopo aver terminato una carriera di 25 anni come dirigente aziendale e consulente esterno per società multinazionali che operavano in Russia e nell’Europa orientale, culminata nella posizione di amministratore delegato, Russia negli anni 1995-2000. Ha pubblicato le sue memorie dei suoi 25 anni di attività in ed intorno all’Unione Sovietica/Russia, dal 1975 al 2000. Memorie di un russo, Volume I: From the Ground Up è stato pubblicato il 10 novembre 2020. Volume II: Russia in the Roaring 1990s è stato pubblicato nel febbraio 2021. Un’edizione in lingua russa in un unico volume di 780 pagine è stata pubblicata da Liki Rossii a San Pietroburgo nel novembre 2021: Россия в бурные 1990е: Дневники, воспоминания, документы.
FONTE: https://gilbertdoctorow.com/2022/04/04/the-world-is-flat-alleged-atrocities-in-the-city-of-bucha-as-latest-us-uk-ukrainian-false-flag-operation/
ECONOMIA
Esattamente 35 anni fa scompariva nel nulla Federico Caffè
Thomas Fazi 13 04 2022
Esattamente 35 anni fa scompariva nel nulla Federico Caffè, uno dei più importanti economisti italiani del secondo Novecento, di cui tutti hanno sentito parlare (e parlano) ma che pochi conoscono veramente. Per molti versi, infatti, a Caffè è toccata la stessa sorte del suo maestro, John Maynard Keynes: quello di vedere il suo pensiero tramandato ai posteri in forma annacquata e addomesticata, reciso dei suoi aspetti più radicali e controversi. Questo è stato possibile anche perché in tutti questi anni non è mai stato scritto un libro divulgativo sul pensiero economico-politico e sulla filosofia sociale di Federico Caffè. Alla fine quindi ci ho pensato io a scriverlo.
In questo libro – in uscita il prossimo mese – ricostruisco, attraverso un’attenta disamina dell’enorme produzione scritta di Caffè, l’evoluzione del pensiero “eretico” di Caffè, restituendolo alla comunità in tutta la sua straordinaria lucidità e radicalità. Ne emerge un Caffè distante anni luce dall’immagine ingessata e “moderata” della narrazione istituzionale; ferocemente critico nei confronti del capitalismo ma anche di un PCI subalterno alla cultura liberista; che denunciò prima di tutti – già nei primi anni Settanta – i pericoli della “controffensiva neoliberista” e che si oppose strenuamente al processo di unificazione monetaria europea e all’ideologia del “vincolismo”, anticipandone gli effetti distruttivi per l’economia italiana.
Un Caffè autore di riflessioni di straordinaria attualità – soprattutto oggi che si ripropongono molti dei problemi economici che caratterizzarono gli anni Settanta, a partire dall’inflazione – su temi quali la finanziarizzazione dell’economia, la deriva tecnocratica della politica, la globalizzazione, i limiti dell’economia di mercato, l’importanza dell’intervento pubblico e della pianificazione democratica, la centralità del lavoro e della piena occupazione, l’insana ossessione per le politiche orientate all’export, l’uso politico dell’“allarmismo economico” e tanto altro ancora.
Un Caffè per molti versi straordinariamente profetico, che anticipò di decenni molti temi del dibattito odierno; basti pensare che già nel 1958 aveva ben chiaro come i processi di integrazione europea avrebbero avuto come risultato “il predominio economico della Germania e un’accresciuta influenza, a livello europeo, di concessioni economiche poco favorevoli al sostegno dell’occupazione”. Ma anche un Caffè militante, protagonista di tutti i principali dibattiti economici dei turbolenti anni Settanta e Ottanta, dal Sistema monetario europeo alla scala mobile, dai cui scritti emerge anche una sorta di “controstoria” di quegli anni così cruciali per l’Italia.
Infine – ed è questa senz’altro la sua lezione più preziosa, quella che la narrazione ufficiale ha cercato di oscurare –, un Caffè che si è battuto tutta la vita per mostrare che un’alternativa è sempre possibile.
FONTE: https://www.facebook.com/thomasfaziofficial/posts/381374797331887
L’utilitarismo si è trasformato in futilitarismo
Thomas Fazi 23 03 2022
Oggi esce per Atlantide Edizioni questo interessantissimo libro che ho avuto il piacere e l’onore di tradurre:
«L’utilitarismo si è trasformato in futilitarismo. Ci indebitiamo per ottenere titoli di studio, solo per scoprire che il lavoro è sempre più scarso, precario e mal pagato; facciamo la raccolta differenziata mentre i grandi colossi industriali distruggono i nostri mari e le nostre foreste a un ritmo senza precedenti; la pandemia ha semplicemente reso evidente ciò che già sapevamo: che gli sforzi globali per massimizzare l’utilità non hanno portato maggiore sicurezza sociale e finanziaria alla maggioranza della popolazione mondiale. La verità è che molti di noi massimizzano l’utilità per fini che hanno nulla a che vedere con il benessere della società, ma che spesso servono solo ad assicurarci una parvenza di sopravvivenza individuale. Nel libro descrivo questa trappola come la condizione futilitaria».
Lo potete acquistare qua: https://www.edizionidiatlantide.it/prodotto/vite-rubate/
FONTE: https://www.facebook.com/thomasfaziofficial/posts/366789575457076
Chi guadagna dalla guerra in Ucraina: una miniera d’oro per gli appaltatori del Pentagono
Aprile 19, 2022 posted by Giuseppina Perlasca
Potremmo riprendere il titolo di un vecchio film di Alberto Sordi: “Finché c’è guerra c’è speranza”, perché questa frase è semplice verità per molti appaltatori del Pentagono che diventeranno ricchi, o meglio ancora più ricchi, con i contratti per le forniture di armi a Kiev secondo il patto Lend Lease concesso da Washington. Facciamo questo discorso in modo realistico, un po’ cinico, perché sappiate chi guadagna, e bene, da questa guerra.
Common Dreams fa una bella analisi di chi vince e chi perde, economicamente.
Ad avvantaggiarsi saranno gruppi del calibro di Raytheon e Lockheed Martin. Prima di tutto, ci sono i contratti per rifornire armi come il missile antiaereo Stinger di Raytheon e il missile anticarro Javelin prodotto da Raytheon/Lockheed Martin, che Washington ha già fornito all’Ucraina in migliaia di pezzi. Il flusso maggiore di profitti, tuttavia, proverrà da un aumento assicurato postbellico della spesa per la sicurezza nazionale negli USA e in Europa, giustificato, almeno in parte, dall’invasione russa e dal disastro che ne è seguito.
In effetti, i trasferimenti diretti di armi all’Ucraina riflettono solo una parte del denaro extra destinato agli appaltatori militari statunitensi. Solo quest’anno fiscale, è garantito che trarranno vantaggi significativi anche dall‘Iniziativa di assistenza alla sicurezza dell’Ucraina (Ukraine Security Assistance Initiative USAI) del Pentagono e dal programma di finanziamento militare estero (FMF) del Dipartimento di Stato, che finanziano entrambi l’acquisizione di armi e altre attrezzature americane, nonché come addestramento militare. Questi sono stati, infatti, i due canali principali per gli aiuti militari all’Ucraina dal momento in cui i russi hanno invaso e sequestrato la Crimea nel 2014. Da allora, gli Stati Uniti hanno impegnato circa 5 miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza per quel paese.
Secondo il Dipartimento di Stato, gli Stati Uniti hanno fornito tale aiuto militare per aiutare l’Ucraina a “preservare la sua integrità territoriale, proteggere i suoi confini e migliorare l’interoperabilità con la NATO”. Così, quando l’anno scorso le truppe russe hanno iniziato ad ammassarsi sul confine ucraino, Washington ha alzato rapidamente la posta. Il 31 marzo 2021, il comando europeo degli Stati Uniti ha dichiarato una “potenziale crisi imminente”, date le stime di 100.000 soldati russi già lungo quel confine e all’interno della Crimea. Alla fine dell’anno scorso, l’amministrazione Biden aveva stanziato 650 milioni di dollari in armi in Ucraina, comprese apparecchiature antiaeree e anti-corazza come il missile anticarro Raytheon/Lockheed Martin Javelin.
Nonostante livelli così elevati di assistenza militare americana, le truppe russe hanno effettivamente invaso l’Ucraina a febbraio. Da allora, secondo i rapporti del Pentagono, gli Stati Uniti si sono impegnati a fornire circa 2,6 miliardi di dollari in aiuti militari a quel paese, portando il totale dell’amministrazione Biden a oltre 3,2 miliardi di dollari e ancora in aumento.
Parte di questa assistenza è stata inclusa in un pacchetto di spesa di emergenza di marzo per l’Ucraina, che richiedeva l’acquisto diretto di armi dall’industria della difesa, inclusi droni, sistemi missilistici a guida laser, mitragliatrici, munizioni e altri rifornimenti. Le principali società militari-industriali cercheranno ora contratti con il Pentagono per fornire quelle armi in più, anche se si stanno attrezzando per ricostituire le scorte del Pentagono già consegnate agli ucraini.
Su questo fronte, infatti, gli appaltatori militari hanno molto da aspettarsi. Più della metà della quota di 6,5 miliardi di dollari del Pentagono del pacchetto di spesa di emergenza per l’Ucraina è destinata semplicemente a ricostituire le scorte del Dipartimento della Difesa. In tutto, i legislatori hanno stanziato 3,5 miliardi di dollari per questo sforzo, 1,75 miliardi di dollari in più rispetto a quanto richiesto dal presidente. Hanno anche aumentato i finanziamenti di 150 milioni di dollari per il programma FMF del Dipartimento di Stato per l’Ucraina. Consideriamo che quelle cifre non includono nemmeno il finanziamento di emergenza per i costi di acquisizione e manutenzione del Pentagono, che sono garantiti per fornire maggiori flussi di entrate per i principali produttori di armi.
Meglio ancora, dal punto di vista di tali società, ci sono ancora molti succosi bocconi da morsicare dalla mela degli aiuti militari ucraini. Il presidente Biden ha già chiarito che “daremo all’Ucraina le armi per combattere e difendersi in tutti i giorni difficili a venire”. Si può solo presumere che siano in arrivo altri impegni.
Un altro effetto collaterale positivo della guerra per Lockheed, Raytheon e altri mercanti di armi come loro è la spinta del presidente della Commissione per i servizi armati della Camera Adam Smith (D-WA) e del repubblicano del comitato di classifica Mike Rogers dell’Alabama per accelerare la produzione di un prossimo missile antiaereo di generazione per sostituire lo Stinger. Nella sua udienza di conferma al Congresso, William LaPlante, l’ultimo candidato a dirigere l’acquisizione al Pentagono, ha affermato che l’America ha bisogno anche di più “linee di produzione attive” per bombe, missili e droni. Considera questo ancora un altro vantaggio in attesa per i principali appaltatori di armi.
Il Pentagono: la miniera d’oro dei produttori di armi
Per i produttori di armi statunitensi, tuttavia, i maggiori vantaggi della guerra in Ucraina non saranno le vendite immediate di armi, per quanto grandi siano, ma la natura mutevole del dibattito in corso sulla spesa del Pentagono stesso. Naturalmente, i rappresentanti di tali società stavano già sfruttando la sfida a lungo termine posta dalla Cina, una minaccia enormemente esagerata, ma l’invasione russa non è altro che una manna dal cielo per loro. Anche prima della guerra, il Pentagono avrebbe ricevuto almeno 7,3 trilioni di dollari nel prossimo decennio, più di quattro volte Il costo del piano domestico Build Back Better del presidente Biden da 1,7 trilioni di dollari, già ostacolato dai membri del Congresso che lo hanno etichettato di gran lunga “troppo costoso”. Ora, data l’attuale impennata della spesa del Pentagono, quei 7300 miliardi.p di dollari potrebbero rivelarsi una cifra minima.
In effetti, funzionari del Pentagono come il vicesegretario alla Difesa Kathleen Hicks hanno prontamente citato l’Ucraina come una delle ragioni della proposta di bilancio record per la sicurezza nazionale proposta dall’amministrazione Biden di 813 miliardi di dollari, definendo l’invasione russa “una grave minaccia per l’ordine mondiale”. In un’altra era quella richiesta di budget per l’anno fiscale 2023 sarebbe stata sbalorditiva, dal momento che è superiore alla spesa al culmine dei conflitti in Corea e Vietnam e oltre $ 100 miliardi in più rispetto a quanto il Pentagono riceveva ogni anno al culmine della Guerra Fredda.
Nonostante le sue dimensioni, tuttavia, i repubblicani del Congresso – affiancati da un numero significativo di loro colleghi democratici – stanno già spingendo per ottenere di più. Quaranta membri repubblicani dei comitati per i servizi armati della Camera e del Senato hanno, infatti, firmato una lettera al presidente Biden chiedendo una crescita del 5% della spesa militare oltre l’inflazione, che potrebbe potenzialmente aggiungere fino a $ 100 miliardi a quella richiesta di budget. In genere, la rappresentante Elaine Luria (D-VA), che rappresenta l’area vicino al cantiere militare Newport News della compagnia di Huntington Ingalls in Virginia, ha accusato l’amministrazione di “sventrare la Marina” perché prevede di dismettere alcune navi più vecchie per far posto a quelle nuove . Insomma quando si parla di soldi non c’è ne destra né sinistra.
Chi beneficia dalla spesa militare USA?
L’aumento pianificato dei fondi per la costruzione navale fa parte di un pool proposto di 276 miliardi di dollari per l’approvvigionamento di armi, nonché per ulteriori attività di ricerca e sviluppo, contenuto nel nuovo budget, che è il luogo in cui i primi cinque appaltatori di produzione di armi: Lockheed Martin, Boeing, Raytheon , General Dynamics e Northrop Grumman — guadagnano la maggior parte dei loro soldi. Quelle aziende hanno già diviso più di 150 miliardi di dollari in contratti del Pentagono all’anno, una cifra che salirà alle stelle se l’amministrazione e il Congresso daranno seguito alle proprie proposte. Per contestualizzare tutto questo, solo una delle prime cinque aziende, Lockheed Martin, ha ricevuto 75 miliardi di dollari in contratti con il Pentagono nel solo anno fiscale 2020. È molto più dell’intero budget per il Dipartimento di Stato, cioè il ministero degli esteri USA, una prova drammatica di quanto siano distorte le priorità di Washington, nonostante l’impegno dell’amministrazione Biden a “mettere la diplomazia al primo posto”.
La lista degli acquisti di armi del Pentagono per l’anno fiscale 2023 è l’elenco delle future fatture dei grandi appaltatori. Ad esempio, il nuovo sottomarino missilistico balistico Columbia Class, costruito dallo stabilimento General Dynamics Electric Boat nel sud-est del Connecticut, vedrà il budget proposto per l’anno fiscale Il 2023 cresce da $ 5,0 miliardi a $ 6,2 miliardi. La spesa per il nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM) di Northrop Grumman, il deterrente strategico a terra, aumenterà di circa un terzo all’anno, raggiungendo i 3,6 miliardi di dollari. La categoria “difesa e protezione missilistica”, una specialità di Boeing, Raytheon e Lockheed Martin, dovrebbe ricevere più di 24 miliardi di dollari. E i sistemi di allarme missilistici spaziali, un punto fermo della Space Force creata dall’amministrazione Trump, passeranno da $ 2,5 miliardi nell’esercizio 2022 a $ 4,7 miliardi nel budget proposto di quest’anno.
Tra tutti gli aumenti, c’è stata una sola sorpresa: una proposta riduzione degli acquisti dei travagliati aerei da combattimento Lockheed Martin F-35, da 85 a 61 aerei nell’esercizio 2023. Il motivo è abbastanza chiaro. Quell’aereo ha più di 800 difetti di progettazione identificati e i suoi problemi di produzione e prestazioni sono stati poco meno che leggendari. Peccato sia anche uno dei pochi progetti che coinvolga Leonardo/Finmeccanica. Fortunatamente per Lockheed Martin, quel calo dei numeri non è stato accompagnato da una riduzione proporzionale dei finanziamenti. Mentre gli aerei di nuova produzione possono essere ridotti di un terzo, l’effettiva dotazione di bilancio per l’F-35 diminuirà di meno del 10%, da $ 12 miliardi a $ 11 miliardi, un importo che è più del budget discrezionale completo dei Centers for Disease Controllo and Prevention. Le armi sono un affare anche migliore del COVID.
FONTE: https://scenarieconomici.it/chi-guadagna-dalla-guerra-in-ucraina-una-miniera-doro-per-gli-appaltatori-del-pentagono/
Anche i ricchi hanno paura
Anna Lombroso per il Simplicissimus – 19 Aprile 2022
Pare proprio che la maggiore preoccupazione non solo delle élite tecnocratiche ma anche dei sacerdoti della geopolitica, sia che il conflitto ucraino segni la conclusione dell’età della globalizzazione dando luogo a incontrastabili destabilizzazioni, determinando, come ha denunciato Visco, “brusco rallentamento o un vero e proprio arretramento dell’apertura dell’interdipendenza” e con il “pericolo” di regredire a contesti più regionalizzati, a un decremento dei movimenti delle persone, delle merci, oltre che di capitali e con il rischio che si riducano gli investimenti produttivi con il conseguente rallentamento della crescita.
Ormai c’è poco da sperare nel pensiero dei ragionieri di governo e di opinione, ancora posseduti dal terrore che tramonti il sole dell’Occidente, che quel delirio di onnipotenza imperialista e colonialista si smonti miseramente con l’irruzione di soggetti sottovalutati, potenze capaci di introdurre modalità e canoni diversi se non alternativi, che potrebbero perfino tradursi in pratiche redistributive, in mutamenti dei consumi e degli stili di vita.
Tutto conferma che consistano in questo i rischi che paventano le oligarchie che dettano ormai i comandamenti cui dobbiamo attenerci per meritare l’accesso limitato al benessere sempre più condizionato dall’obbedienza, minacciato dall’eclissi del dollaro e dall’occupazione del mercato delle intermediazioni da quei soggetti che proprio loro hanno promosso e favorito e dei quali oggi denunciano l’infedeltà ai valori comuni e condivisi.
E è inevitabile ipotizzare che dopo l’uso strumentale dell’emergenza pandemica che ormai mostra perfino ai più renitenti il suo carattere autocratico e repressivo, ora l’intento di chi vuole che la guerra continui e si estenda a vari livelli di intensità, sia quello di condannare alla marginalità e alla definitiva uscita di scena l’Europa in favore di una provincia sottomessa completamente per necessità, percorsa da veleni, carestie, razionamenti, malattie e ignoranza, ricattata e umiliata proprio da quelle sanzioni che ha comminato su commissione e che di rivelano in tutta la loro potenza autolesionista, come era prevedibile succedesse in un conflitto geoeconomico.
Il Putin pazzo, irrazionale, misoneista che a detta dei detrattori a tutti i livelli sragione con lo scolapasta in testa credendosi di volta in volta Ivan i terribile, Pietro il Grande o Josip Stalin, dimostra che i progetti ma anche i riferimenti, i principi, i valori simbolici ai quali veniamo richiamati come abitanti della civiltà arruolati per difenderla, sono superati, che quella superiorità rivendicata di carattere militare, tecnologico, sociale, culturale e etica, segnata da stragi, sopraffazione, sfruttamento, omologazione, inquinamento, non ha la forza di contrastare una potenza antagonista dotata di immense risorse, inattaccabile del punto di vista tecnologico, energeticamente indipendente, un nuovo “continente” politico, produttivo, commerciale, multinazionale, multietnico, composto da Russia, Cina, India.
Dovremmo essere galvanizzati dalla cognizione della paura dell’establishment, di una sinistra che, mascherina, vaccino e elmetto, è fiera paladina della globalizzazione neoliberista, considerata fatale per l’assenza di una ragionevole alternativa e comunque portatrice di “progresso” malgrado le sue “storture”, dovremmo cominciare a legittimare la dimensione populistica del conflitto politico e sociale, come unica possibilità per la lotta di classe, la nostra.
Bisogna ricordarlo agli apostoli della fine della storia che continuano a recitare il de profundis convinti che di storia ce ne fosse una sola coincidente con l’ Occidente, cui leggi naturali, quelli del capitale e del mercato imponevano l’adesione a genti che solo così avrebbero meritato la promozione a popoli, ammessi a approfittare della carattere monopolistico e imperialistico trainante, di potenze che fondavano l’accumulazione di ricchezza sulla sistematica espropriazione delle risorse periferiche.
Ci hanno fatto credere che quel sistema rappresentasse il destino del mondo, che potesse sopravvivere perennemente accumulando spazio di conquista e di sfruttamento, da occupare e percorrere liberamente attraverso la mobilità di capitali, merci, consumi, persone, bisogni e desideri.
Che siamo di fronte a una contrapposizione feroce, con connotati ferini potrebbe essere rappresentato dal duello tra l’orso dell’Est e il toro che campeggia davanti alla sede della borsa di New York, a Wall Street. Non occorre essere putiniani per capire che l’orso è più “moderno” e consapevole di quel toto che incarna gli “spiriti animali” del capitalismo e della controrivoluzione neoliberista.
Spetta alle classi subalterne agitare il panno rosso per infilzarlo e punirlo dell’azione di demolizione del welfare, della precarizzazione del lavoro, delle privatizzazioni sistematiche. E ora della determinazione a farci precipitare in un baratro di miseria, demoralizzazione, perdita di beni, autodeterminazione, dignità.
FONTE: https://ilsimplicissimus2.com/2022/04/19/anche-i-ricchi-hanno-paura-162131/
Sanzioni NATO e il prossimo disastro globale del carburante diesel
F. William Engdahl
Nel mezzo della crisi inflazionistica globale in corso, i capi di stato e i media mainstream della NATO ripetono un mantra secondo cui i prezzi elevati dell’energia sono il risultato diretto delle azioni di Putin in Ucraina dalla fine di febbraio. La realtà è che sono le sanzioni occidentali ad essere responsabili. Tali sanzioni, tra cui il taglio dell’accesso interbancario SWIFT per le principali banche russe e alcune delle sanzioni più severe mai imposte, difficilmente hanno un impatto sulle azioni militari in Ucraina. Ciò che molti trascurano è il fatto che stanno avendo un impatto sempre maggiore sulle economie occidentali, in particolare l’UE e gli Stati Uniti. Uno sguardo più da vicino allo stato della fornitura globale di carburante diesel è allarmante. Ma i pianificatori di sanzioni occidentali presso il Tesoro degli Stati Uniti e l’UE sanno perfettamente cosa stanno facendo. E fa male all’economia mondiale.
Mentre la maggior parte di noi raramente pensa al carburante diesel come a qualcosa di diverso da un inquinante, in realtà è essenziale per l’intera economia mondiale come lo sono poche fonti di energia. Il direttore generale di Fuels Europe, parte della European Petroleum Refiners Association, ha affermato di recente: “… c’è un chiaro legame tra diesel e PIL, perché quasi tutto ciò che entra ed esce da una fabbrica viene alimentato a diesel “.
Alla fine della prima settimana dell’azione militare russa in Ucraina, senza sanzioni ancora specifiche per le esportazioni russe di carburante diesel, il prezzo del diesel europeo era già al massimo degli ultimi trent’anni. Non aveva niente a che fare con la guerra. Ha avuto a che fare con i draconiani blocchi covid globali dal marzo 2020 e il simultaneo disinvestimento da parte di Wall Street e delle società finanziarie globali nelle compagnie petrolifere e del gas, la cosiddetta Green Agenda o ESG. Quasi il primo giorno delle azioni delle truppe russe in Ucraina, due delle più grandi compagnie petrolifere del mondo, BP e Shell, entrambe britanniche, hanno interrotto le consegne di carburante diesel alla Germania, sostenendo il timore di una carenza di approvvigionamento. La Russia ha fornito dal 60 al 70% circa di tutto il diesel dell’UE prima della guerra in Ucraina .
Nel 2020 la Russia è stata il secondo esportatore mondiale di carburante diesel dietro gli Stati Uniti, con una spedizione di oltre 1 milione di barili al giorno. La maggior parte, circa il 70%, è andata all’UE e alla Turchia. La Francia è stato il principale importatore, seguito da Germania e Regno Unito. In Francia circa il 76% di tutti i veicoli stradali (auto, camion) utilizza il diesel. La domanda di diesel nell’UE è molto più alta che negli Stati Uniti poiché la maggior parte delle auto utilizza anche il carburante diesel più economico ed efficiente. Nella prima settimana di aprile la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha annunciato con orgoglio nuove sanzioni contro l’energia russa che inizieranno con il divieto del carbone. L’UE è il più grande importatore di carbone russo. Petrolio e gas, ha detto, sarebbero seguiti in un secondo momento. Quella mossa sciocca non farà che aumentare i costi dell’energia, già a livelli record, per la maggior parte dell’UE, poiché costringerà i prezzi del petrolio e del gas molto più alti.
All’inizio della crisi ucraina le scorte globali di carburante diesel erano già le più basse dal 2008 poiché i blocchi covid avevano danneggiato gravemente la situazione della domanda e dell’offerta di produzione di petrolio e gas. Ora il terreno è pronto per una crisi senza precedenti del diesel. Le conseguenze saranno sbalorditive per l’economia mondiale.
Diesel sposta il commercio mondiale
I motori diesel hanno la più alta efficienza del motore dei motori convenzionali. Si basano sul principio della compressione sviluppato nel 1897 da Rudolf Diesel. A causa della loro maggiore efficienza e della maggiore percorrenza per gallone, il diesel alimenta quasi tutti i motori dei camion merci. Alimenta la maggior parte delle attrezzature agricole, dai trattori alle macchine da raccolta. È ampiamente utilizzato nell’UE, quasi il 50% per il carburante per auto poiché è molto più efficiente in termini di consumo di carburante rispetto ai motori a benzina. È utilizzato nella maggior parte di tutte le macchine da miniera pesanti come le macchine movimento terra Caterpillar. Viene utilizzato nelle macchine edili. I motori diesel hanno sostituito i motori a vapore su tutte le ferrovie non elettrificate del mondo, in particolare sui treni merci. Il diesel è utilizzato in alcune produzioni di energia elettrica e nella maggior parte dei veicoli militari pesanti.
Una carenza globale di carburante diesel, temporanea oa lungo termine, è quindi un evento catastrofico. Le merci non possono essere spostate dai porti container alle destinazioni interne. Senza carburante diesel i camion non possono consegnare cibo al supermercato, o qualsiasi altra cosa del genere. L’intera filiera è congelata. E non c’è possibilità di sostituire la benzina in un motore diesel senza rovinare il motore.
Fino al blocco globale mal concepito dell’industria e dei trasporti iniziato a marzo 2020, la domanda e l’offerta di carburante diesel erano ben bilanciate. I blocchi improvvisi, tuttavia, hanno fatto crollare la domanda di diesel per il trasporto di camion, automobili, costruzioni e persino agricoltura. Le raffinerie non redditizie sono state chiuse. La capacità è diminuita. Ora che la produzione mondiale torna a una parvenza di normalità pre-covid, le scorte di riserve di diesel in tutto il mondo sono pericolosamente basse, specialmente nell’UE, che è il più grande consumatore di diesel al mondo, ma anche negli Stati Uniti.
Razionamento?
All’inizio di quest’anno le scorte mondiali di diesel erano già pericolosamente basse e ciò ha fatto salire i prezzi alle stelle. A febbraio 2022 prima dell’impatto della guerra in Ucraina, il diesel e le azioni correlate negli Stati Uniti erano inferiori del 21% alla media stagionale pre-covid. Nell’UE le scorte erano dell’8% o 35 milioni di barili al di sotto del livello medio pre-covid. A Singapore, le azioni degli hub asiatici erano inferiori del 32% al normale. Insieme, le scorte di diesel di tutte e tre le regioni erano allarmantemente basse, circa 110 milioni di barili al di sotto dello stesso punto dell’anno scorso .
Tra gennaio 2021 e gennaio 2022 i prezzi del carburante diesel nell’UE erano quasi raddoppiati, e questo prima delle sanzioni ucraine. C’erano diverse ragioni, ma la principale era l’impennata del prezzo del petrolio greggio e le interruzioni dell’offerta a causa del blocco globale del covid e della successiva ripresa dei flussi commerciali mondiali. Per aumentare il problema, all’inizio di marzo il governo centrale cinese ha imposto il divieto di esportazione di carburante diesel, per “garantire la sicurezza energetica” tra le sanzioni occidentali alla Russia. A ciò si aggiunge il recente divieto dell’amministrazione Biden sulle importazioni di tutto il petrolio e gas russi, che nel 2021 includeva circa il 20% di tutte le esportazioni russe di petrolio pesante. Allo stesso tempo, l’UE, nella sua saggezza sempre ideologica, sta finalizzando un divieto alle importazioni di carbone russo a cui seguiranno, secondo quanto riferito, divieti sul petrolio greggio russo, sul carburante diesel e sul gas.
Il 4 aprile il prezzo medio per litro di diesel in Germania era di 2,10 euro. Il 27 dicembre 2021 era di € 1,50, con un aumento del 40% in settimane. A seguito delle sanzioni senza precedenti di USA e UE contro la Russia in seguito alla campagna militare in Ucraina dopo il 24 febbraio, sempre più compagnie petrolifere occidentali e commercianti di petrolio si rifiutano di gestire petrolio greggio o carburante diesel russo per paura di rappresaglie. Questo è certo che aumenterà finché i combattimenti in Ucraina continueranno.
Il 27 marzo l’amministratore delegato della Vitol, con sede a Rotterdam, la più grande società di commercio di energia indipendente al mondo, ha avvertito che il razionamento del carburante diesel nei prossimi mesi a livello globale è sempre più probabile. Ha osservato: “L’Europa importa circa la metà del suo diesel dalla Russia e circa la metà del suo diesel dal Medio Oriente. Quella carenza sistemica di diesel c’è ”.
Il 7 aprile, David McWilliams, uno dei principali economisti irlandesi in precedenza presso la banca nazionale irlandese, ha emesso una nota allarmante. “Non solo il petrolio sta salendo, il diesel sta aumentando e c’è una reale minaccia che il diesel si esaurirà nell’Europa occidentale nel corso delle prossime due o tre settimane, o forse prima… Importiamo una quantità significativa del nostro diesel, proviene da due raffinerie nel Regno Unito dove viene lavorato per la prima volta. Quelle raffinerie non hanno greggio al momento. Quindi fondamentalmente gestiamo l’economia giorno per giorno, ora per ora”. Ha aggiunto: “Non abbiamo solo una crisi petrolifera, abbiamo una crisi energetica che non vedevamo da 50 anni”. Secondo lui, il motivo per cui le scorte di diesel sono così basse è che i paesi dell’UE hanno trovato molto più economico esternalizzare petrolio e diesel alla Russia con la sua enorme fornitura .
La situazione negli USA non è migliore. Per ragioni politiche, il vero stato della crisi del carburante diesel sarebbe stato minimizzato dall’amministrazione Biden e dall’UE. L’inflazione è già ai massimi di 40 anni negli Stati Uniti. Ciò che significherà la crisi globale del carburante diesel in corso, salvo una grande inversione di tendenza, è un impatto drammatico su tutte le forme di trasporto su camion e auto, agricoltura, estrazione mineraria e simili. Significherà una catastrofe per un’economia mondiale già in crisi. Eppure governi come la coalizione tedesca “Ampel” (semaforo), con la loro folle agenda Zero Carbon, e i loro piani per eliminare gradualmente petrolio, carbone e gas, o la cabala di Biden, vedono privatamente l’esplosione dei prezzi dell’energia come un ulteriore argomento per abbandonare gli idrocarburi come il petrolio per l’eolico e il solare inaffidabili e costosi. La vera economia globale interconnessa industriale non è come un gioco di giocattoli lego. È altamente complesso e finemente sintonizzato. Quella sintonizzazione fine viene sistematicamente distrutta e tutte le prove sono che è deliberata. Benvenuti nell’agenda eugenetica di Davos Great Reset.
F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, è laureato in politica all’Università di Princeton ed è un autore di best seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook” .
FONTE: https://journal-neo.org/2022/04/11/nato-sanctions-and-the-coming-global-diesel-fuel-disaster/
GIUSTIZIA E NORME
Open Arms, Giulia Bongiorno: “Il teste ha smontato le accuse contro Matteo Salvini”
“Il teste che è stato sentito è per l’accusa importante ed è emerso che la collaborazione dell’Italia è stata assoluta, mentre il comandante ha rifiutato di redistribuire i migranti e di andare a Malta e in Spagna e credo che il comandante abbia smontato l’accusa”, così l’avvocato di Salvini,
FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/video/giustizia/31149911/open-arms-giulia-bongiorno-teste-smontato-accuse-matteo-salvini.html
PANORAMA INTERNAZIONALE
“I poteri centrali EU vogliono fottere i paesi europeriferici”
MittDolcino:
secondo le fonti di Pepe Escobar, famoso per i suoi legami con l’intelligence sovranazionale (…) , Ursula von der Layen (il cui nonno era nazista, dice Escobar, ndr), hanno già deciso il blocco totale del petrolio russo in EU.
Chiaramente Macron tira le fila, visto che grazie al nucleare di EDF/Engie/Electrabel letteralmente “fottera’ ” le imprese italiane, per poi comprarle per un tozzo di pane.
La notizia verrà annunciata dopo le elezioni francesi, che evidentemente Macron – rappresentante dell’asse fu Vichy – e’ certo di vincere…
Le FFOO/FFAA italiane non fanno nulla? Vogliono diventare francesi?
Patriottismo nada?
L’UE imporrà l’embargo completo sul petrolio russo la prossima settimana, secondo JPMorgan invierà un prezzo superiore a $ 185
UE è pronta a dichiarare un embargo completo sul petrolio russo dopo le elezioni francesi di questo fine settimana:
- IL PREZZO DEL GAS UE AUMENTA COME L’UE DICHIARA EMBARGO SUL PETROLIO RUSSO DOPO LE ELEZIONI FRANCESE LA PROSSIMA SETTIMANA – FONTE
Perché aspettare dopo le elezioni per lanciare l’embargo? Semplice: i burocrati europei sono giustamente terrorizzati dall’imminente aumento del prezzo del petrolio per spingere il voto a favore di Le Pen, motivo per cui l’Europa aspetterà fino a dopo le elezioni (quando Macron sarà presumibilmente il prossimo presidente della Francia, come spera il Belgio) per annunciare pubblicamente.
Chissà cosa s significa questo gesto con le mani…?
MittDolcino, enigmatico come sempre, ccommenta:
I nobili locali di ogni circoscrizione massonica stanno già decidendo quale delle case dei plebei/classe media/sporchi arricchiti da annichilire con siero e crisi economica andranno a Don Rodrigo e quale all’Innominato…
Attaccco anglo alla Germania: importa troppo dalla Russia
L’organizzazione ambientalista (operativa anglo) Greenpeace accusa: somme record per il gas e il petrolio russi saranno trasferiti dalla Germania quest’anno. Come annunciato martedì da Greenpeace, citando la propria analisi , la spesa per il petrolio russo quest’anno rischia di salire dagli 11,4 miliardi di euro dell’anno precedente a 14,3 miliardi di euro.
La bolletta delle importazioni di gas potrebbe raddoppiare dagli 8,8 miliardi di euro dello scorso anno a 17,6 miliardi di euro a causa dell’aumento dei prezzi. Secondo l’analisi, ci sono anche circa due miliardi di euro per il carbone russo. I dati si basano su stime.
Uno stop immediato alle importazioni di energia ridurrebbe significativamente le entrate russe e colpirebbe il margine di manovra finanziario del presidente russo Vladimir Putin, ha affermato in una nota Mauricio Vargas, economista di Greenpeace e autore dell’analisi. Più di un terzo del bilancio statale russo è finanziato dalle entrate del settore energetico.
Se il governo federale evita un embargo sul gas, deve imporre immediatamente sanzioni alternative come un “prelievo di pace” che frena il flusso di denaro verso la Russia, afferma Vargas. Ci sono due alternative a tale tassa sul gas russo: una percentuale di sconto sul prezzo di riferimento concordato nei contratti, ad esempio il 50 per cento, o un tetto massimo al livello prebellico al quale il gas può essere importato dalla Russia.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/i-poteri-centrali-eu-vogliono-fottere-i-paesi-europeriferici/
Lo strano caso del porto scomparso di Beirut
Gordon Duff
Nel pomeriggio del 4 agosto 2020 si sono verificate due esplosioni nell’area portuale di Beirut. Uno era piccolo, l’altro lasciava un cratere largo 550 piedi e, secondo i rapporti più recenti, profondo oltre 100 piedi, forse ben al di sopra.
I resoconti sugli eventi sono stati oggetto di una massiccia campagna di disinformazione, di una massiccia campagna di censura e, come al solito, di riscrivere la storia, la scienza e la fisica per adattarle a “fatti alternativi”. Qui, il presidente Donald Trump ha ragione e si attacca alle sue armi quando viene sfidato.
Durante una conferenza stampa sull’evento, il presidente Donald Trump ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Saremo lì per aiutare. Sembra un terribile attacco”.
È stato immediatamente attaccato dai media, su tutta la linea, e la menzione della sua risposta è stata vietata su Facebook, così come l’osservazione del presidente. Poi il giorno successivo in una conferenza stampa, il presidente Trump ha “raddoppiato” la sua risposta:
Domanda: Hai chiamato questo un attacco, sei sicuro che sia stato un attacco e non un incidente?
Il presidente Trump: “Sembrerebbe basato sull’esplosione. Ho incontrato alcuni dei nostri grandi generali e sembrano pensare che lo fosse. Non è stato un… un tipo di evento tipo esplosione manifatturiera.
Questo era un… sembra essere secondo loro, lo saprebbero meglio di me, ma sembrano pensare che sia stato un attacco.
Era una specie di bomba”.
Quel giorno, il segretario alla Difesa Mike Esper ha dichiarato di “credere” che il presidente Trump si sbagliasse. Nel giro di poche ore il Segretario alla Difesa Esper ha restituito la sua dichiarazione. Dalla CNN:
“Il segretario alla Difesa di Washington (CNN) Mark Esper sta minimizzando le differenze che aveva con la valutazione della Casa Bianca su ciò che ha causato l’esplosione mortale a Beirut dopo aver ipotizzato che l’esplosione fosse probabilmente il risultato di un incidente che ha respinto la Casa Bianca.
Il capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows, è andato ancora oltre quando gli è stato chiesto della valutazione di Esper secondo cui l’esplosione sarebbe stata probabilmente un incidente, dicendo: “Dal punto di vista del segretario Esper, non lo sa”.
Martedì Trump ha detto di aver parlato con alcuni dei “nostri generali” e di aver valutato l’esplosione come un attentato”.
Il giorno successivo, la Casa Bianca ha fatto un breve annuncio secondo cui il Segretario alla Difesa Esper non sarebbe stato invitato a unirsi alla nuova amministrazione se Donald Trump fosse stato rieletto a novembre.
Esaminiamo quindi perché Trump ha detto quello che ha detto, perché Esper ha fatto marcia indietro, ma anche perché i social media e l’MSM stanno portando una narrativa alternativa e ora fanno finta che il presidente, parlando a nome del Pentagono e delle agenzie di intelligence statunitensi, non abbia mai detto quello che ha detto.
Trump non è più attaccato, è stato semplicemente “trascurato” da una campagna di disinformazione orchestrata, ma perché?
Diamo un’occhiata a cosa è successo, su cosa sono tutti d’accordo e partiamo da lì.
La prima esplosione è stata piccola e ha provocato un incendio in un magazzino. La seconda esplosione, in base alle dimensioni del cratere e alla lettura della scala 3,5 Richter, era pari a 6 kilotoni di TNT o almeno 12 kilotoni di esplosivo ANFO, un’ibridazione di nitrato di ammonio e olio combustibile pesante che può essere esplosa solo con un’onda d’urto, tipicamente utilizzando TNT.
Queste cifre provengono da veri esperti di esplosivi che hanno familiarità con i test nucleari. Vedete, solo le esplosioni nucleari in genere emettono esplosioni multiple a livello di kilotoni e solo gli esperti di armi nucleari hanno una qualche esperienza nello studio dei crateri e degli effetti delle esplosioni di tali esplosioni.
Non ci sono “esperti di esplosivi convenzionali” specializzati nell’esplosione di fertilizzanti o piante di razzi. Questa descrizione del lavoro non esiste né esistono i cosiddetti esperti.
La chiave per comprendere la storia è questa, ci sono centinaia di “fatti”, avvistamenti di missili, testimoni oculari e video, avvistamenti di aerei, testimoni oculari e molti video, e una serie di narrazioni che ricordano da vicino la propaganda della “grande bugia”.
Come è il caso, se si guarda tutto, allora nulla è risolto. In poche parole, la campagna di disinformazione si basa sul fatto che si tratta di un’esplosione di 2750 tonnellate di fertilizzante abbandonate in Libano 6 anni fa, una storia che non tutti sono a proprio agio con l’inclusione di fonti all’interno del governo libanese. Iniziamo con il deputato Nohad Machnouk, ex ministro dell’Interno, in un articolo di Mideast Monitor:
“L’ex ministro dell’Interno libanese e attuale parlamentare, Nohad Machnouk, è diventato il primo politico libanese di alto livello ad incolpare Israele per l’esplosione al porto di Beirut la scorsa settimana.
Durante una conferenza stampa, Machnouk ha affermato che Israele è “chiaramente” responsabile dell’enorme esplosione che ha ucciso oltre 200 persone e ne ha ferite migliaia.
“Questa operazione a Beirut è stata condotta da Israele in modo chiaro ed esplicito”, ha detto Machnouk. “È chiaro che stiamo affrontando un crimine contro l’umanità, e quindi nessuno osa rivendicarne la responsabilità.’
Il politico di alto rango è stato ministro degli interni del Libano nel 2014 e di nuovo nel 2016. È membro del Movimento per il futuro dell’ex primo ministro Saad Hariri, il blocco sunnita del paese e si oppone al movimento Hezbollah. All’indomani dell’esplosione, ha detto: “Questa è la prima volta dall’era fenicia che non abbiamo un porto a Beirut”.
In privato, un ex ministro della Difesa ha contattato Veterans Today un’ora dopo l’esplosione e l’ha accreditato a un attacco israeliano, prima con un piccolo missile a base marittima, che ha appiccato un incendio e poi un attacco aereo di un F 16 lanciato, secondo la fonte , un missile con una testata nucleare tattica, proprio come descritto dal presidente Donald Trump, citando le sue fonti del Pentagono.
Allo stesso modo, in risposta alle affermazioni che si trattava di un’esplosione di fertilizzanti, un portavoce di Hezbollah, parlando direttamente con il capo dell’Ufficio VT Nahed al Husaini a Damasco, ha fatto la seguente osservazione.
“Il fertilizzante non può esplodere, brucia”.
Quindi, delineiamo la nostra controversia, e l’unico fatto reale su cui siamo tutti d’accordo e che uno è la scienza dura, il fertilizzante a base di nitrato di ammonio non può esplodere senza uno sforzo estremo e certamente non nelle circostanze viste a Beirut.
I tentativi di “massaggiare” la scienza e la tecnologia per conformarsi alla disinformazione sono in corso, ma non hanno ancora avuto successo. La cosa migliore scritta su questo viene da un ingegnere minerario libanese che scrive in risposta alle affermazioni che Beirut è stata una “esplosione di fertilizzanti”.
“Devo dire che non sono d’accordo con questo signore. Nel momento in cui ha esitato a rispondere alla prima domanda “sì” o “no” che gli è stata posta quando gli è stato chiesto se un fiammifero lanciato su una pila di nitrato di ammoniaca avrebbe innescato un’esplosione catastrofica, ha esitato per alcuni secondi prima di rispondere e ho capito subito che qualunque cosa stesse per dire potrebbe essere un po’ torbida e opaca.
Ho lavorato nel settore minerario a cielo aperto per tutta la vita come geometra e tecnico di sabbiatura. Negli ultimi due anni in una grande operazione di carbone a cielo aperto ai piedi della Columbia Britannica, il mio lavoro è stato progettare i modelli di esplosione e decidere quale prodotto esplosivo caricare nei fori.
Abbiamo utilizzato ANFO, una miscela di nitrato di ammoniaca e gasolio. AN sta per nitrato di ammoniaca e FO sta per olio combustibile o carburante diesel. Abbiamo usato un prodotto chiamato HANFO o quello che viene chiamato anfo pesante. Era chiamato heavy anfo perché aveva una maggiore concentrazione di gasolio nella sua miscela, da qui il termine Heavy anfo. Sia anfo che heavy anfo devono essere utilizzati in buche asciutte. Se i fori sono bagnati, il componente diesel si laverebbe e il nitrato di ammoniaca da solo non si accenderebbe.
In questi casi allineavamo i fori con fodere di plastica e quindi caricavamo l’anfo o l’anfo pesante nelle fodere di plastica. Se si è rivelato ancora troppo bagnato, siamo passati a un prodotto molto costoso chiamato Magnafrac. Era un’emulsione a base di impasto liquido più o meno resistente all’acqua, ma comunque, se lasciata riposare troppo a lungo, l’impasto liquido si decomponeva e non si accendeva.
L’anfo pesante ha un fattore di potenza più elevato rispetto all’anfo normale. Ciò significa più rapporto qualità-prezzo o più energia esplosiva. Il nome del gioco era sempre quello di far esplodere la maggior quantità di roccia con la minor quantità di prodotto effettivo caricato. Questo è chiamato il fattore polvere. Più basso puoi mantenere il fattore polvere e comunque rompere la roccia ospite, minore è il costo. Anfo più economico, hanfo, più costoso, Magnafrac molto costoso che ha fatto aumentare il fattore polvere. L’obiettivo era mantenere l’equilibrio.
Ho maneggiato tutti questi prodotti, li ho caricati, ho aiutato la squadra di esplosione a legare il motivo con il cavo DET e praticamente ho premuto il grilletto. Abbiamo usato filo esplosivo collegato a una macchina granigliatrice come si vede nei vecchi film in cui i cattivi cercano di far saltare in aria i binari della ferrovia. All’inizio degli anni ’90, la macchina per la sabbiatura a filo è stata sostituita con un sistema molto più efficiente che abbiamo chiamato sabbiatura non elettrica. Non è stata prodotta alcuna carica elettrica per far scorrere il filo giallo esplosivo fino al cavo DET e avviare l’esplosione.
Quello che è stato utilizzato è stato un prodotto chiamato ‘tubo d’urto’. Era un tubo di plastica cavo di piccolo diametro di circa 3 o 4 millimetri di diametro che aveva una piccolissima spolverata di polvere di un esplosivo chiamato “pentlandite”, un tipo del tuo TNT di base. Si chiamava shock tube per un motivo perché non era elettrico. È fondamentalmente un generatore di onde d’urto fondamentale, (tubi d’urto) azionato ad aria compressa o a detonazione). Produce una “onda d’urto”. Questa è l’onda d’urto di piombo che a sua volta avvia il cavo DET, quindi l’esplosivo.
Ad avviare la detonazione c’era un piccolo, per mancanza di una parola migliore, dirò clacker, su cui potevi calpestare. L’energia non elettrica rilasciata quando il clacson è stato calpestato è stata sufficiente per accendere la minuscola quantità di esplosivo in polvere nel tubo d’urto che scorreva e ha avviato il cavo DET che ovviamente scorreva in ogni foro perforato riempito con il prodotto esplosivo effettivo utilizzato nel modello di esplosione stesso. Ora qui è dove la gomma incontra la strada. Finora si parla di elementi inerti e componenti che combinati o da soli non potevano far esplodere una scatola di Kleenex.
La chiave di tutto questo erano i detonatori di TNT da 500 grammi posizionati sul fondo di ogni foro sul fondo degli esplosivi. In genere usavamo 2 detonatori TNT da 500 grammi per buca. È lì che è avvenuta l’accensione. Ora ascolta attentamente, ci vuole una detonazione di TNT per avviare o accendere un carico di Anfo, Hanfo o Magnafrac. Quello che voglio dire con questo è che per far esplodere Anfo, ha bisogno della violenza di un’iniziazione di TNT prima che esso stesso esploda effettivamente. Ho visto Anfo prendere fuoco e bruciare numerose volte.
Non esploderà, brucerà e basta. E se non ha la miscela di carburante diesel non lo farà nemmeno. Il nitrato di ammoniaca è un fertilizzante commerciale. Ogni primavera ai dipendenti dell’azienda venivano dati due sacchi da venti chili di nitrato di ammoniaca per fertilizzare i loro prati. Di notte trasformerà letteralmente un prato marrone in un verde vibrante. Quella pratica è stata interrotta intorno al 1993, almeno presso la miniera in cui lavoravo in quel lasso di tempo. Un’automobile o un camion che forse corre a velocità, esplode e va a sbattere contro un cumulo di anfo ecc. Potrebbero essere in grado di fornire la forza esplosiva necessaria per far esplodere il prodotto esplosivo. O l’onda d’urto richiesta. (o un missile o una bomba)
Eravamo abituati a produrre i perline di nitrato di ammoniaca fuori dal sito della miniera in una struttura utilizzata dalla compagnia di esplosivi che ha fornito tutto il prodotto esplosivo al nostro sito. Questa è un’azienda enorme ed esplosiva di portata globale. E aggiungerò che in tutto il tempo che ho lavorato con loro e maneggiando i vari prodotti, loro / abbiamo usato, hanno avuto un record di sicurezza stellare. Probabilmente ho perso molto e/o ho tralasciato alcune informazioni, ma questo è tutto ciò che riesco a ricordare senza dover fare riferimento ai miei vari testi e note.
Quindi c’erano pompe, in questo impianto di stoccaggio, c’era olio combustibile che saturava il nitrato di ammoniaca che veniva gradualmente assorbito nel tempo?
La risposta è semplice, se il nitrato di ammonio fosse immagazzinato nel magazzino 12, come alcuni sostengono, sarebbe stato un fertilizzante e non potrebbe mai esplodere.
Il motivo per portare questa ampia spiegazione con più di un minimo di dettagli inutili è semplice, può essere verificato in qualsiasi università che abbia un programma per ingegneri minerari, esaminato da qualsiasi chimico e certamente da qualsiasi esperto di esplosivi, anche quelli che non hanno familiarità con il nucleare Armi.
Beirut ha un buco grande quanto un cratere nucleare e distruzione a livelli inimmaginabili.
Un presidente americano ha detto che Beirut è stata colpita da una bomba che ha lasciato un cratere di 500 piedi. Gli Stati Uniti non hanno armi così convenzionali. Il penetratore Mark 84 lascerà un cratere largo 50 piedi e profondo 36 piedi, circa 6200 piedi quadrati.
Il cratere di Beirut ha un’area di circa 70.000 piedi quadrati.
Quindi, lo ribadiamo, Trump ha detto bomba, Esper ha detto incidente poi Esper ha annunciato ufficialmente che non ha davvero la più pallida idea di cosa stia parlando.
Cosa possiamo dimostrare? Il fertilizzante, come tante persone hanno nei loro garage e capannoni, non ci farà saltare tutti nel regno.
Possiamo provare che solo uno sciocco ascolterebbe i media mainstream.
Possiamo anche provare che è successo qualcosa che è impossibile. Cosa ci direbbe il rasoio di Akum?
Gordon Duff è un veterano della guerra del Vietnam che ha lavorato per decenni su problemi di veterani e prigionieri di guerra e si è consultato con i governi sfidati da problemi di sicurezza. È un redattore senior e presidente del consiglio di Veterans Today , in particolare per la rivista online ” New Eastern Outlook “.
FONTE: https://journal-neo.org/2020/08/18/the-strange-case-of-beirut-s-missing-port/
Oms, i fabbricanti pandemie
Nella foto che vedete sopra compare il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus con in mano un libro di Bill Gates che tratta dei piani per la future pandemie, ineffabile testo che egli ha ufficialmente presentato tessendone ovviamente le lodi. Non ci si dovrebbe stupire di questa accoppiata visto che Gates attraverso la propria fondazione e la Gavi, l’alleanza per i vaccini, è il principale finanziatore dell’Oms stesso nonché lo sponsor della sua elezione al timone di comando. In altri tempi si sarebbe potuto fare un po’ di ironia, ma oggi questa situazione tossica merita il massimo dell’allarme perché l”Organizzazione Mondiale della Sanità sta attualmente pianificando un accordo sulla preparazione globale alla pandemia che andrebbe a sostituirsi alle costituzioni dei Paesi membri: dunque se l’Oms dichiarasse una nuova “pandemia”, le nostre libertà e i nostri diritti fondamentali potranno essere limitati o soppressi in qualsiasi momento e peraltro senza alcuna ragione. Vorrei ricordare che secondo la nuova definizione creata appunto per il covid 19 una pandemia non ha più bisogno di morti e nemmeno di malati, ma solo di test pcr che mostrino la presenza di una qualunque sequenza virale scelta ad hoc.
Tutto questo è ancora più sconcertante perché né Ghebreyesus né Gates sono stati mai eletti da nessuno eppure i loro regolamenti dovrebbero essere vincolanti in tutto il mondo. In più entrambi sono del tutto ignari degli argomenti di cui parlano: Bill Gates ha più volte dimostrato di essere un mediocre dilettante e di non capire minimamente la logica della biologia: i morti che hanno accompagnato le sue campagne vaccinali lo dimostrano. Ghebreyesus dal canto suo è uno che esibisce una falsa laurea in medicina ottenuta presso una università che di fatto non esisteva e come ministro della sanità dell’Etiopia, oltre a fare parte di un governo stragista mentì per ben tre volte sulle epidemie di malaria che non sapeva come fermare e per fronteggiare le quali sbagliò tutto. Fu allora che ebbe i contatti con la Fondazione Gates che di fatto lo salvò chiamandolo a dirigere l’Oms. In cambio ovviamente di ubbidienza totale. Insomma questo è il contesto umano che guida la sanità mondiale: non medici, non ricercatori o scienziati di fama, men che meno gente eletta da qualche consesso rappresentativo dei governi, ma un miliardario ignorante e senza scrupoli e un opaco politicante, incapace, ma ammanigliato con la farmaceutica.
Costoro sono semplicemente i secondini destinati ad far rimanere in piedi strumenti come il green pass che naturalmente potrà esser applicato ad altri virus veri o inventati dai test che dovrebbero riconoscerli sulla base di un semplice genoma, ma anche di tantissime altre condizioni. Non hai il sesto booster? Non guidi un’auto elettrica? Riscaldi a gas? La tua azienda non è abbastanza inclusiva? Fai opposizione sui social o militi in un partito che non piace alla cupola? Allora sei fuori, i tuoi diritti vengono annullati e sei allontanato dal lavoro, dalla vita sociale o intellettuale o privato dei mezzi di sussistenza con il blocco del conto corrente che sarà esclusivamente digitale. Ovviamente nei primi tempi la chiave più sensibile, quella sanitaria, continuerà ad essere usata come apripista verso questa sorta di dittatura.
Ecco perché è estremamente importante continuare la battaglia di verità e soprattutto quella sugli effetti avversi dei vaccini in maniera da mettere sotto accusa chi li ha prodotti e presentati con studi clinici approssimativi e manipolati, le burocrazie sanitarie che ne hanno approvato l’uso fingendo di non vedere i falsi che essi contenevano e di organi costituzionali che di fatto nell’emettere i loro giudizi tengono conto solo di numeri ufficiali, spesso del tutto privi di senso e appunto soltanto “politici”. La creazione di forze di opporsi alla dittatura richiederà tempo ed ecco perché bisogna tenere alzate le barricate specie quando il nemico finge di ritirarsi.
FONTE: https://ilsimplicissimus2.com/2022/04/19/oms-i-fabbricanti-pandemie/
NELLA LORO BRAMA DI DISTRUGGERE TRUMP, I DEMOCRATICI STANNO DISTRUGGENDO LE VITE NERE E I FUTURI NERI
Il vetriolo e l’odio ossessivo che consumano i leader democratici e i loro sostenitori servili li sta spingendo a perseguire politiche volte a danneggiare Donald Trump. Ma la legge delle conseguenze non intenzionali regna sovrana e i Democratici stanno effettivamente ferocendo la comunità afroamericana. Si scopre che con il calcolo democratico, Black Lives non ha davvero importanza.
La diffusione della paura del Covid, in tandem con l’isteria del BLM, sta cambiando radicalmente il panorama dell’istruzione, dalla scuola primaria a quella post-laurea. Fino al 1 marzo 2020, frequentare una lezione e socializzare con altri studenti era la norma negli Stati Uniti, ma quel modello sembra seguire la strada della scuola a un’aula che governava le Grandi Pianure durante il 19° secolo.
I bambini neri hanno molte più probabilità rispetto ai bambini bianchi di abitare in una casa con una madre single che non è laureata. È molto più probabile che i bambini neri abitino in una casa senza accesso a Internet o addirittura a un computer. E i bambini neri hanno molte più probabilità rispetto alle loro controparti bianche, asiatiche e latine di aver bisogno del cibo fornito a scuola.
Allora, qual è la soluzione democratica? Tieni i ragazzi neri fuori dalla scuola. Dai la colpa al Covid e spera che la colpa sia di Trump. Ma i ragazzi più danneggiati dallo sforzo coordinato dei governatori/sindaci democratici e dei sindacati degli insegnanti democratici per mantenere le scuole chiuse in autunno non provocheranno una rivolta contro Trump. Non è la chiamata di Trump.
I bambini neri nelle moderne piantagioni democratiche, alias centri urbani, sono già scarsamente serviti e non istruiti. È probabile che un bambino nero a Baltimora superi 12 classi e sia ancora tristemente incapace di leggere, scrivere o cifrare a livello di scuola. La soluzione dei Democratici? Tienili a casa.
Il tumulto e il disastro nelle scuole elementari e secondarie saranno ora visitati in un’ampia fascia di college e università. Harvard e MIT hanno già annunciato niente lezioni e niente sport per la stagione autunnale. Chi fa più male? Atleti neri con borsa di studio.
La brutta verità del nostro sistema attuale è che i programmi di atletica universitaria sono stati un veicolo fondamentale per garantire agli studenti neri, principalmente maschi, un’istruzione universitaria. Questi programmi forniscono alloggio, pasti, tasse scolastiche, tutor e una disciplina. Se non segui le regole potresti non giocare. L’incentivo di dover mantenere una media minima dei voti ha aiutato a “ispirare” gli atleti desiderosi di rimanere nelle grazie dei loro allenatori ad adottare la disciplina dello studio e della frequenza alle lezioni. Se non fai il lavoro non puoi giocare. Cosa succede ora quando quell’incentivo viene cancellato? Inoltre, cosa succede a quegli atleti neri provenienti da famiglie monoparentali che ancora non hanno computer o Internet? Come funzionano le lezioni “on-line” per loro?
Non credo che i danni si limiteranno alla cosiddetta atletica amatoriale. È probabile che ci siano ripercussioni sul mondo professionale. L’XFL è la vittima più importante. È una delle prime vittime del Covid e con la scomparsa dei lavori per più di 1000 atleti neri sono scomparsi. Puf. Andato.
Quando mescoli Covid con la bufala di Black Lies Matter, ottieni una miscela tossica che probabilmente avvelenerà gli sport professionistici, in particolare il calcio e il basket. I fan vogliono andare alle partite. Non vogliono essere stropicciati il naso in politica di nessun tipo. Vogliono fare il tifo per i loro compagni di casa e inveire contro avversari da qualche altra parte d’America. Questo è andato per quest’anno.
Il calcio non è uno sport in cui puoi socializzare. È un contatto completo, sia in campo che sugli spalti. Chiunque abbia mai assistito a una partita dei Philadelphia Eagles può attestarlo. Un fan dei Washington Redskin, un uomo di colore, che si è presentato alle partite vestito da Souix Chief l’ha imparato a proprie spese. È stato aggredito e sputato addosso. Non perché fosse nero, ma perché rappresentava una squadra tradizionalmente disprezzata dagli Eagles.
La maggior parte dei tifosi di calcio che assistono alle partite di calcio professionistiche e collegiali sono bianchi. Non tollerano e non tollereranno di essere chiamati razzisti. Sono particolarmente irritati dall’essere etichettati come razzisti da ventenni che guadagnano più soldi in un anno di quanti di questi fan guadagnano in dieci anni. I fan indignati voteranno con i loro piedi e dollari. E mentre le ultime ricchezze che un tempo scorrevano liberamente attraverso la NFL si prosciugheranno, chi pensi che sopporterà il peso di nessun denaro? Atleti neri. Diavolo, Helen Keller può vedere che sta arrivando.
La famiglia di mia moglie ha gli abbonamenti dei Chiefs dal 1964, quando la squadra iniziò a giocare a Kansas City. Ma le nuove regole per la prossima stagione lasciano mio cognato senza scelta. Rinuncia al tesoro di famiglia dopo 56 anni. Come mai? Gli è stato detto che non sarà in grado di sedersi ai suoi posti a venti file dal campo sulla linea delle 45 yard proprio dietro la panchina dei Chiefs. A quanto pare la NFL ha deciso di lasciare le prime dieci file in tutti gli stadi. E ogni squadra sta inventando un sistema diverso che consentirà al massimo solo il 50% dei fan di partecipare. Mi è stato detto che i Baltimore Ravens, che normalmente riempiono il loro stadio da 81.000 posti, consentiranno solo 14.000 tifosi a partita.
L’ultima, ma la più critica, è la carneficina che ha colpito i quartieri neri e le comunità nei principali centri urbani. Tutti sono sotto lo stivale dei Democratici. Con la minoranza vocale che insiste nell’eliminare la polizia – che nonostante le bugie dei media e la propaganda, opera secondo le regole e sotto il potere della legge – e sostituire le forze dell’ordine con squadre di vigilanti abilitate nient’altro che dalla forza capricciosa. La maggior parte dei neri americani in queste comunità è inorridita da questa prospettiva. Vengono lasciati a se stessi e le prime prove indicano un’ondata di violenza e caos.
La farsa che Black Lives Matter sarà completamente smascherata come una frode nelle prossime settimane. Tutte le vite contano. Il colore della propria pelle non dovrebbe e non può determinare se si può vivere o meno in un quartiere sicuro. Al momento, i genitori neri responsabili non possono lasciare che i loro figli giochino all’aperto senza preoccuparsi legittimamente di essere uccisi a colpi di arma da fuoco da qualche pazzo gang banger. E sì, molto probabilmente quel gang banger è nero.
I democratici e la folla dei media insistono nel diffondere la menzogna secondo cui la polizia rappresenta la principale minaccia per gli uomini neri, le donne nere e i bambini neri. No. Una polizia efficace protegge quelle comunità nere, o almeno cerca di farlo.
La soluzione sta nel combattere la menzogna secondo cui l’America è intrinsecamente razzista. Non siamo. I nostri valori fondamentali forniscono speranza per tutti, non solo per alcuni. Qui è dove deve essere tracciata la linea di battaglia e dove deve svolgersi il combattimento.
FONTE: https://sonar21.com/dems-eager-to-destroy-trump-are-destroying-black-lives-and-black-futures-by-larry-c-johnson/
POLITICA
Mario Draghi, la profezia di Luigi Bisignani: “Farà una figura barbina in Europa. Ecco perché Giorgetti voleva scappare”
“Mario Draghi ha messo tutte le sue forze per scappare da Palazzo Chigi e andare al Quirinale”. Ne è convinto Luigi Bisignani, che ha concesso ad Alberto Maggi una lunga intervista per affaritaliani.it. L’ex faccendiere ha offerto la sua chiave di lettura per spiegare quanto accaduto nella settimana che si è conclusa con la rielezione di Sergio Mattarella.
Secondo Bisignani, Draghi “non ne può più di fare il presidente del Consiglio, con il Pnrr che in estate farà una figura barbina in Europa”. La causa sarebbe da ricercare in “una squadra di governo totalmente inadeguata da Colao a Giovannini, da Franco a Cingolani. È stato anche Giorgetti a convincere Draghi perché il ministro leghista non vuole metterci la faccia e scapperà dal suo ministero, visto che soprattutto Colao e Cingolani massacrano ogni giorno il suo lavoro. Draghi – ha proseguito Bisignani – si era convinto di essere una specie di Madonna Pellegrina acclamata da Nord a Sud, ma se ci avesse provato sul serio avrebbe avuto 250 franchi tiratori in Parlamento”.
Quando il premier ha compreso che non sarebbe riuscito a salire al Quirinale, nonostante il lavoro nell’ombra dei cosiddetti “draghiani”, allora ha parlato con Sergio Mattarella: “Chiamandolo prima, e lo ha pregato di restare dando la colpa ai politici dilettanti. E Mattarella? Non aspettava altro – è la convinzione di Bisignani – come ho scritto il 2 febbraio 2020 in un editoriale su Il Tempo, da allora era partita l’operazione della sinistra Dc per arrivare al Mattarella bis. Da grandissimo e fine politico – ha chiosato – ha lasciato fare i suoi e si è messo da parte”.
FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/30320077/mario-draghi-luigi-bisignani-figura-barbina-europa-perche-giorgetti-voleva-scappare.html
SCIENZE TECNOLOGIE
COVID-19: UN’ARMA BIOLOGICA CHE PRENDE DI MIRA L’ETNIA E I SISTEMI CORPOREI
Larry Romanoff
bluemoonofshanghai.com
Gran parte di questo saggio si basa sulla testimonianza di un lungo elenco di eminenti medici e scienziati davanti al Gran Giurì della Corte dell’Opinione Pubblica sul COVID-19, presieduto dal Dr. Reiner Fuellmich [1], [2]. Il contenuto dell’articolo segue da vicino quello del mio precedente saggio, “A COVID-19 Theory I Cannot Prove” [3].
Innanzitutto, pensiamo.
In un articolo (parte 4) di una serie intitolata “Propaganda e Media” che avevo scritto per The Saker, avevo esordito con questa osservazione:
“Se fossi un dittatore, uno dei miei primi dettami sarebbe che ogni adulto debba seguire almeno un corso universitario di logica. Nel mondo di oggi, governato da quello che è essenzialmente un organismo criminale internazionale, che gestisce efficacemente la percezione pubblica attraverso la sua influenza sui mass media, i lettori trarrebbero enormi benefici da una certa esposizione ai principi della logica.” [4]
Consideriamo per un momento il “virus cinese”: la teoria della fuga dai laboratori di Wuhan, la miriade di altre affermazioni secondo cui la Cina avrebbe contaminato il mondo con la COVID-19, tanto che alcuni gruppi americani hanno persino intentato futili procedimenti legali contro la Cina. Eppure, questa è sempre stata una sciocchezza.
Esaminiamo qualcosa di molto semplice.
La COVID-19 era esplosa a Wuhan e aveva iniziato a diffondersi, quindi, le autorità sanitarie avevano prima isolato Wuhan e poi bloccato l’intera provincia di Hubei. L’agente patogeno era sfuggito a Wuhan, ma non a Hubei. Quasi tutte le infezioni e quasi tutti i decessi si erano verificati a Wuhan o nell’Hubei. Il virus non era riuscito a infettare nessun’altra città o provincia della Cina. La vicina Shanghai aveva avuto solo poche infezioni e decessi mentre molte città e province non ne avevano avute e [l’epidemia] era rapidamente terminata.
Ma la COVID era così determinata a distribuire i suoi benefici ad una parte ancor più ampia dell’umanità che aveva deciso di bypassare la Cina e attaccare invece gli Stati Uniti, seguiti da Europa, Africa, il resto dell’Asia e così via. Bene, come avrebbe funzionato esattamente? Se il virus non era riuscito a sfuggire dall’Hubei per attaccare la Cina, come – esattamente – sarebbe riuscito a fuggire ed infettare gli Stati Uniti? IN CHE MODO la COVID avrebbe superato con un sol balzo Wuhan, aggirando del tutto la Cina continentale per atterrare nelle strade di New York, Roma, Amburgo e Tokyo? Se il virus fosse progressivamente fuoriuscito da Wuhan – la “prigione dittatoriale e draconiana” – per infettare ogni altro continente e Paese, come avrebbe potuto, nel frattempo, evitare di contaminare tutta la Cina?
Non importa che la COVID fosse una perdita di laboratorio verificatasi a Wuhan, perché non era andata oltre Wuhan. Abbiamo da tempo le prove che i ceppi virali in altri Paesi erano molto diversi da quelli in Cina e quindi dovevano provenire da un’altra fonte, ma resta la convinzione occidentale che si trattasse di un virus “cinese” diffusosi in tutto il mondo.
Quasi nessuno sembra avere la lucidità di pensiero per rendersi conto che ciò sarebbe stato impossibile e che gli incessanti attacchi dei media sono stati semplicemente un’operazione psicologica per deviare i sospetti e incolpare la vittima.
Eppure, non ho dubbi che la maggior parte dei lettori di questo articolo non sarà in grado di riconoscere la logica e continuerà ostinatamente a credere che ci sia stato un modo perché il virus della “Cina” abbia potuto infettare il mondo. E non solo infettare il mondo, ma infettare quasi la metà dei Paesi nello stesso giorno. L’impossibilità logica di ciò sembra non avere alcun effetto apparente su menti nate già morte.
Pechino non era stata affatto contenta quando gli Stati Uniti avevano ridotto tutti i voli dalla Cina agli USA, perché i voli provenivano da aree libere da infezioni e quell’azione era stata generalmente considerata solo come un altro attacco di una guerra economica alla Cina. E sì, c’erano alcuni cittadini cinesi che viaggiavano per il mondo e che avevano prodotto un test PCR positivo (molto probabilmente un falso positivo), ma questi erano stati scoperti in città straniere e si trattava di una o due persone, di certo non sufficienti per scatenate all’improvviso una pandemia mondiale simultanea in 200 Paesi.
La diffusione incredibilmente rapida della COVID-19 avrebbe dovuto suscitare enormi sospetti in tutto il mondo perché le pandemie naturali non agiscono in questo modo senza aiuti consistenti. Il SARS-Cov-1 aveva interessato solo 24 Paesi in 8 mesi mentre il SARS-Cov-2 aveva colpito 196 Paesi in 1 mese ed è un fatto confermato che nessuno di questi Paesi ha mai trovato un paziente zero. Perché ciò non fa scattare un campanello d’allarme?
Dove stiamo andando?
In grandi questioni internazionali come queste niente succede per caso. Il risultato finale, qualunque esso sia e per quanto strano possa sembrare, è il risultato pianificato. Vi rimando a ZIKA, la malattia che non c’è mai stata. Se ricordate, tutto il clamore mediatico si era rapidamente trasformato in un’ampia copertura della microcefalia, che si era rivelata non correlata ma che era stata utilizzata come arma psicologica da letteralmente decine di ONG (tutte finanziate dagli Americani e quasi tutte gestite da Ebrei) [unite] in un sorprendente sforzo per rimuovere la legislazione sull’aborto in tutta l’America Latina. E questo era stato il risultato: finora, tre nazioni avevano revocato la loro legislazione sull’aborto in quella che è stata l’ultima resistenza.
In tutti i grandi eventi internazionali, la “narrazione ufficiale” diffusa dai mass media ci rivela solitamente lo scopo principale. Con l’11 settembre, è diventato subito chiaro che l’Iraq era lo scopo e l’obiettivo. Con ZIKA è diventato subito chiaro che lo scopo era la rimozione delle restrizioni all’aborto in tutta l’America Latina. Con l’Ucraina è stato subito evidente che lo scopo era la ricolonizzazione dell’Europa. Tutto ciò era evidente dal contenuto del flusso mediatico, con letteralmente centinaia di articoli ogni giorno sulla stampa occidentale e non, tutti a spingere il nostro pensiero in una certa direzione.
Gran parte delle ricadute della COVID deve ancora arrivare. Saranno sicuramente importanti, dal momento che la maggior parte delle economie avanzate ha subito un duro colpo. Sembra chiaro che uno dei risultati pianificati era la distruzione dell’economia cinese e, forse, anche di quella russa, ma si può dire che nemmeno le nazioni occidentali siano state risparmiate, quindi, questo suggerisce [che il risultato] è qualcosa che vale il prezzo da pagare.
Alcune persone erano molto preoccupate per il fatto che fossimo diretti verso una società mondiale ID-2020 in cui i passaporti vaccinali sarebbero diventati universali e poi si sarebbero trasformati in un sistema di controllo sociale assoluto in tutto il mondo. Sono d’accordo che i segnali c’erano tutti, ma ora, improvvisamente, sembra che il piano sia stato abbandonato e le restrizioni vengono rimosse ovunque, nonostante il fatto che molti Paesi stiano ancora registrando tassi elevati di infezione. Questo ci dice che l’obiettivo è già stato raggiunto, che la COVID ha ottenuto il suo scopo e le può essere consentito di morire tranquillamente, per essere sostituita, ancora una volta, dall’influenza stagionale.
Nel caso della COVID, tutta la spinta mediatica era stata terrorizzante, tesa all’esaltazione dell’estrema letalità del virus e dell’assoluta necessità di vaccinare tutte le persone. Chiunque offrisse una visione contraria o addirittura cautelativa era stato schiacciato ed anche la reputazione di medici molto qualificati era stata orribilmente distrutta e persino Facebook e Twitter avevano censurato tutti coloro che si erano espressi [sull’argomento]. Questo ci conferma quale fosse il punto principale.
Quindi la domanda è: PERCHÉ i responsabili volevano che tutti fossero vaccinati con un vaccino mRNA che si è dimostrato ampiamente inefficace, visto che in molti Paesi quasi tutte le nuove infezioni si verificano nei vaccinati? Ciò solleva naturalmente il sospetto che il vaccino non fosse inteso principalmente (o forse anche secondariamente) per controllare il virus.
La COVID-19 come arma biologica
Il dottor Shankara Chetty
Possiamo iniziare con il dottor Shankara Chetty, un medico e biologo in Sud Africa profondamente impegnato nel trattamento della COVID-19 nel suo Paese. La sua testimonianza è simile a quella di molti altri in posizioni analoghe ed è forte e diretta [5].
Il dottor Chetty ha affermato che quasi tutto ciò che riguardava la COVID-19 gli era sembrato sospetto fin dall’inizio. Ha affermato che i medici avevano subito forti pressioni affinchè utilizzassero un test PCR, quando “questo tipo di test non viene mai utilizzato come strumento diagnostico”. E lo preoccupava il fatto che i risultati di questo test inappropriato venissero utilizzati per determinare misure di salute pubblica. C’erano due elementi di particolare interesse per lui. Uno era che il governo stava dicendo alla gente di non andare dal medico ma di rimanere a casa e, se si ammalavano seriamente o gravemente, di andare in ospedale; allo stesso modo, ai medici era stato detto di non curare i pazienti perché non c’era alcun trattamento. In particolare, il governo stava imponendo a medici ed ospedali di non utilizzare l’idrossiclorochina e l’Ivermectina, che, normalmente, sarebbero stati il trattamento di scelta.
La sua seconda preoccupazione era che i cosiddetti esperti che consigliavano il governo non mettevano in dubbio nessuno degli elementi che sapevano essere sbagliati o sospetti e il governo stava seguendo il loro consiglio. Il dottor Chetty ha affermato di aver avuto subito forti sospetti su ciò che gli veniva detto perché gli esperti del governo “stavano puntando su questa narrativa,” quando non esistevano prove che la supportassero e alcune delle affermazioni degli esperti si erano dimostrate false.
Così, quando il virus aveva raggiunto per la prima volta il Sud Africa (la prima ondata), aveva ignorato i test PCR e aveva diagnosticato la malattia in base ai sintomi, la perdita dell’olfatto e del gusto, sebbene anche ciò fosse sospetto, perché quei sintomi non si verificavano normalmente con un virus. Chetty ha detto che ciò che i pazienti sembravano avere era solo un’influenza comune e che la maggior parte di loro si era ripresa rapidamente con poco più di un mal di gola [come effetto secondario].
Chetty ha detto che il primo farmaco terapeutico che gli era venuto in mente era stata l’idrossiclorochina (HCQ) perché era stata usata per decenni, era ben nota e aveva notevoli proprietà antivirali. Per 30 anni aveva curato pazienti con questo farmaco e non aveva mai avuto effetti collaterali. Per cautelarsi, ne aveva comprato una grossa fornitura, tutto quello che era riuscito a trovare e, due giorni dopo, il governo l’aveva ritirata dagli scaffali.
In tutti i casi con sintomi di una certa gravità, Chetty aveva curato i suoi pazienti con l’idrossiclorochina e tutti si erano ripresi completamente in pochi giorni o, al massimo, una settimana. Non c’erano state recidive o infezioni secondarie, il che significa che si era stabilita una solida immunità. Questo è molto diverso dall’esperienza dei Paesi occidentali, dove molti si erano reinfettati, specialmente quelli che avevano ricevuto diverse iniezioni (vaccinazioni).
Ma c’era un sintomo secondario, una dispnea, che si verificava in un secondo tempo “in un piccolo sottogruppo” di pazienti, con effetti potenzialmente gravi o addirittura mortali. Alcuni casi erano di scarsa entità, altri più gravi e duravano più a lungo, ma alcuni erano [davvero] gravi, si verificavano improvvisamente e progredivano molto rapidamente, con i pazienti che necessitavano di ventilazione polmonare già dopo un solo giorno. Sembrava che l’affanno si verificasse sempre ed esattamente una settimana dopo la comparsa dei primi sintomi, mentre, il giorno precedente, i pazienti stavano perfettamente bene e si erano completamente ripresi dal virus.
Chetty aveva notato che la stessa cosa stava accadendo anche in Italia, il che indicava che i due Paesi stavano affrontando lo stesso ceppo virale.
Il dottor Chetty ha detto che non c’era alcuna relazione tra la gravità dei sintomi iniziali (dal virus) e l’inizio dell’affanno all’ottavo giorno. Si trattava quindi di una malattia non lineare, bifasica e priva di correlazione tra le fasi, ovvero di due diverse patologie non correlate, non influenzate da problemi di salute preesistenti. Aveva concluso che aveva a che fare con una sorta di ipersensibilità, che queste persone stavano avendo una sorta di reazione allergica. La polmonite (causata dal virus) era scomparsa e quello che ora si aveva di fronte era un altro agente patogeno.
La grande scoperta del dottor Chetty e la sua conclusione erano state che il virus della COVID non era l’agente patogeno: causava un’infezione, ma il sistema immunitario era abbastanza forte da combatterla. Ma, in seguito, i detriti lasciati [dall’infezione virale] provocavano reazioni allergiche in ottava giornata ed era questo che uccideva le persone.
La proteina spike era l’agente patogeno principale ed era responsabile della malattia, dei ricoveri e dei decessi. La proteina spike [secondo Chetty] verrebbe eliminata dall’organismo di coloro che non sono allergici alla proteina stessa, ma potrebbe causare la morte di coloro che hanno un’allergia (grave) per la spike. È lo stesso di una puntura d’ape: la maggior parte delle persone avrà solo un po’ di prurito, mentre alcuni avranno un’eruzione cutanea che richiederà del tempo per ridursi. Ma, se la vostra allergia è grave, senza un trattamento immediato potreste morire. Chetty aveva anche notato che uno studio fatto in Cina aveva trovato una correlazione molto alta tra i marcatori allergici e la proteina spike, a conferma che la sua diagnosi era corretta e che non era il virus ma una grave allergia alla proteina spike la causa delle lesioni e dei decessi.
Chetty aveva somministrato a questi pazienti steroidi e antistaminici e tutti si erano completamente ripresi, senza bisogno di ossigeno o ventilazione supplementare. Il dottor Chetty ha detto di aver curato circa 10.000 pazienti, nessuno dei quali aveva subito lesioni, e senza un solo decesso.
Sospettando fin dal’inizio di aver a che fare con un virus prodotto in laboratorio, Chetty aveva scritto un articolo su ciò che aveva appreso sul trattamento del virus ed “è lì che erano iniziati i problemi”. Nel suo articolo, aveva affermato che, se le persone avessero seguito il trattamento precoce, non sarebbe stato necessario l’uso di un vaccino mRNA sviluppato in fretta e immediatamente lanciato sul mercato. Il dottor Chetty aveva condiviso le sue scoperte con tutti coloro che gli erano venuti in mente, a cominciare dal Presidente del Sud Africa, vari membri del governo e i sistemi sanitari del Paese. Tutti lo avevano ignorato. Aveva inviato i suoi risultati a tutti gli ospedali e a tutti i laboratori, con lo stesso risultato. Aveva anche contattato tutti i medici di sua conoscenza, con risultati leggermente migliori.
Nel tentativo di suscitare più interesse su ciò che aveva appreso sulla COVID, il dottor Chetty aveva sottoposto il suo articolo ad “ogni pubblicazione che ero riuscito a trovare”. Tutte si erano rifiutate di pubblicarlo, con il pretesto che avevano bisogno del copyright o che accettavano lavori solo dai sottoscrittori. Chetty ha affermato che quando il suo governo e i funzionari sanitari lo avevano ignorato e le riviste mediche avevano deciso di “scegliere con cura” le conoscenze sanitarie scientifiche vitali, aveva capito di avere a che fare con una vasta “cospirazione”. E, quando aveva preso in considerazione il teatrino politico relativo all’idrossiclorochina, le misure igienico-sanitarie, tutto il clamore mediatico, la disinformazione, i cosiddetti “esperti medici” che consigliavano il suo governo, e l’incredibile spinta a vaccinarsi, si era reso conto che c’era in ballo “un piano più grande” e che il virus doveva essere una creazione di laboratorio rilasciata deliberatamente.
È interessante notare che il dottor Chetty aveva condiviso le sue scoperte con alcuni suoi colleghi in India, dove aveva ricevuto un’accoglienza più attenta. A quel tempo, una provincia dell’India stava subendo un enorme attacco COVID, che sarebbe stato risolto a tempo di record e con pochi decessi seguendo le raccomandazioni terapeutiche del dottor Chetty.
Ancora più interessanti erano state le telefonate tra Biden e il presidente indiano Modi, con l’assicurazione verbale che l’India non avrebbe rivelato i propri metodi per curare il coronavirus in cambio dei favori degli Stati Uniti.
Ma c’è molto di più. Il Sudafrica ha vissuto quattro “ondate” del virus della COVID ed erano tutte diverse. Durante la prima ondata, i sintomi erano perdita del gusto e dell’olfatto, ma questi erano scomparsi nella seconda ondata ed erano stati sostituiti da nuovi sintomi. Nella seconda ondata l’allergia e l’affanno, erano scomparsi, sostituiti da problemi gastrointestinali e da reazioni molto più gravi rispetto alla prima ondata. C’era ancora una reazione allergica in ottava giornata, ma ora nel tratto gastrointestinale invece che a livello polmonare.
Il dottor Chetty era convinto che il colpevole fosse la proteina spike e che fosse cambiata in un modo che le conferiva una nuova affinità per i recettori nel sistema gastrointestinale, il che rafforzava la sua convinzione di avere a che fare con un virus prodotto in laboratorio. Chetty aveva scoperto che era mutata solo la proteina spike, non il resto del virus, cosa che, secondo lui, era molto strana perché in natura cose simili non accadono. Cosa assai importante, il dottor Chetty aveva notato che, quando si progetta un virus in un laboratorio, è anche possibile progettare le mutazioni che esso subirà.
Con la terza ondata, i sintomi dell’ottavo giorno non erano dispnea o gastroenterite, perchè ora la proteina spike mutata attaccava il sistema cardiovascolare (circolatorio). Chetty ha affermato che si aspettava che Omicron, con 50 nuove mutazioni nella proteina spike, fosse un altro nuovo virus ingegnerizzato. Era quindi diventato evidente evidente che Omicron era neurotossico e colpiva il sistema nervoso.
Quindi, le quattro ondate del Sud Africa hanno presentato sintomi iniziali completamente diversi e la proteina spike mutata ha attaccato quattro diversi sistemi organici principali: respiratorio, gastrointestinale, cardiovascolare e nervoso.
C’è qualcosa di ancora più sorprendente. Nella prima ondata, il dottor Chetty aveva avuto come pazienti solo persone di colore. Nella seconda ondata erano stati per lo più pazienti di origine indiana a venire da lui: “Niente più pazienti neri, tutti indiani”. Era stata la seconda ondata a devastare l’India e, nella seconda ondata, il dottor Chetty aveva avuto per lo più pazienti indiani, presumibilmente tutti con lo stesso ceppo. Nella terza ondata, non c’erano quasi pazienti neri o indiani, erano invece “tutti bianchi e musulmani”. Ricorderete che, negli Stati Uniti, la prima ondata aveva colpito soprattutto i neri. Per quanto riguarda la Cina, la COVID era inizialmente specifica per la Cina al 100%, fino a quando il virus non era mutato. Questa tossicità della proteina spike per un particolare sistema corporeo può essere universale.
Alcuni Paesi sono stati esposti a più ceppi di altri, non tutti con lo stesso numero di ceppi (ondate) e in altri Paesi sono stati colpiti altri importanti sistemi corporei, uno dei quali è il sistema riproduttivo. Inoltre, la specificità etnica delle diverse ondate nei diversi Paesi può essere universale, ma non abbiamo informazioni perché i media controllano la narrativa e questi argomenti sono soggetti ad una censura pressochè completa.
Il dottor Chetty ha detto che queste scoperte gli avevano fatto pensare a “qualcosa di molto più sinistro”. Ha detto di aver sempre rimuginato sul fatto che la COVID fosse un rilascio deliberato pre-pianificato e che ora ha finalmente capito che doveva essere stato fatto secondo un piano prestabilito. Il dottor Chetty ha affermato di aver ripetutamente pensato al fatto che il virus della COVID fosse stato ingegnerizzato e che, nel caso fosse in grado di colpire diversi sistemi organici e diverse etnie, “la cosa sarebbe stata un pessimo presagio”. Ha affermato: “Questo è un preambolo alla pulizia etnica. È stata una lezione pratica su come interferire con sistemi e gruppi di popolazione diversi tramite mutazioni progettate ad arte in un virus”. Aveva capito non solo di aver a che fare con un’arma biologica, ma che Pfizer e gli altri avrebbero esposto l’intero pianeta alla proteina spike tossica:
“Se dimostri che la proteina spike è l’agente patogeno principale [e lo rendi noto], ciò pone i vaccini in una luce molto pericolosa.”
La dottoressa Soňa Peková
Successivamente, abbiamo la testimonianza della dottoressa Soňa Peková [6], una biologa molecolare della Repubblica Ceca, le cui osservazioni e conclusioni sono quasi identiche a quelle del dottor Chetty. Anche la Peková ha osservato che tutte le ondate successive contenevano molte mutazioni genomicamente diverse l’una dall’altra. Ha scoperto che ogni “ondata” era stata creata da un diverso ceppo del virus, ma anche che i vari ceppi non erano direttamente correlati. Ciò significava che una nuova ondata non era una discendente diretta, una rinascita mutata, dall’ondata precedente, ma l’introduzione nella popolazione di un ceppo virale completamente nuovo.
La dottoressa Peková ha osservato che, nel passaggio da una “ondata” all’altra, il virus ha perso molte delle mutazioni dell’ondata precedente, cosa che non è evolutivamente possibile. Un virus non è in grado di cancellare le mutazioni occorse e tornare al progetto originale. Un virus non può “perdere” le proprie mutazioni, continua semplicemente ad aggiungere nuovi cambiamenti, il che, ancora una volta, significa che ogni nuova ondata era un nuovo ceppo di virus, ingegnerizzato e poi introdotto nella popolazione.
Va notato che è stato solo grazie agli strumenti molto aggiornati di questo laboratorio che è stato possibile realizzare queste scoperte. È stato possibile solo utilizzando un sequenziamento di “nuova generazione”: gli strumenti più comuni non l’avrebbero mai scoperto. Il laboratorio della dottoressa Peková ha analizzato più di 30.000 campioni, utilizzando questo nuovo strumento per il sequenziamento completo dell’intero genoma, delle singole ondate e dei singoli virus. È stato solo grazie al sequenziamento di nuova generazione che si è potuto effettivamente identificare la diversità genetica tra le diverse ondate.
Il sequenziamento di nuova generazione (NGS) è una tecnologia di sequenziamento del DNA che ha rivoluzionato la ricerca genomica. Utilizzando l’NGS, un intero genoma umano può essere sequenziato in un solo giorno. Al contrario, la precedente tecnologia di sequenziamento Sanger, utilizzata per decifrare il genoma umano, aveva richiesto più di un decennio per fornire la bozza finale. Sebbene nella ricerca sul genoma il sistema NGS abbia per lo più sostituito il sequenziamento Sanger convenzionale, non è ancora entrato nella pratica clinica di routine.
La dottoressa Peková ha affermato che le ondate di COVID “avevano colpito il Paese” in “modo orchestrato”, al punto che era stato persino annunciato con mesi di anticipo che sarebbe successo, che sarebbe arrivata una nuova ondata. Ha detto che era così strano… nell’estate del 2020 il suo Paese era tranquillo, non era presente alcun virus in quel momento, quindi come poteva il governo sapere che sarebbe arrivata presto una nuova ondata, rapida ed improvvisa?
“Come potevano prevedere che ci sarebbe stata un’altra ondata in arrivo a settembre? Era stato annunciato in anticipo e le ondate erano apparse come previsto.”
La Peková ha inoltre aggiunto, “avere una malattia respiratoria alla fine di agosto è impossibile: non lo vediamo mai nelle estati calde, ma solo più avanti nell’anno, con il freddo e la pioggia.”
L’ondata che circolava in Cechia nel novembre 2020 era genomicamente abbastanza diversa da quella della primavera, ma la Cechia aveva chiuso i suoi confini e l’apparizione di un nuovo agente patogeno in una popolazione confinata era ritenuta impossibile. Quindi la domanda è: “quale o dov’era la fonte di quelle nuove forme virali?”. La dottoressa Peková ha ribadito che anche i mass media avevano ammesso “che non esisteva un’origine nota della variante Omicron”, quindi, “secondo me, proveniva da un laboratorio ed era stata deliberatamente diffusa. Tutti gli indizi parlano di un gesto intenzionale.”
Il dottor Luc Montagnier
All’inizio del 2020, il dottor Luc Montagnier, insignito del premio Nobel per la scoperta del virus che causa l’AIDS, aveva dichiarato:
“Abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus a RNA. Non siamo stati i primi, un gruppo di ricercatori indiani ha cercato di pubblicare uno studio che dimostra che il genoma completo di questo virus ha all’interno le sequenze di un altro virus: quello dell’Hiv.”
[NOTA: il gruppo indiano ha pubblicato la sua scoperta ma sembra sia stato sottoposto a forti pressioni per ritirarla; i media hanno rapidamente insinuato che il ritiro fosse dovuto a inesattezze, ma il quadro non era affatto chiaro e la pressione sembra essere stata più politica che scientifica.]
Il punto del dottor Montagnier era che il genoma COVID contenesse effettivamente sequenze di RNA HIV, un qualcosa che non può essere una coincidenza e che potrebbe essersi verificata solo in un laboratorio. Credo che abbia anche affermato che la presenza di queste sequenze dell’HIV non potrebbe essere il risultato di alcun processo evolutivo naturale [7].
Epilogo
Le ondate nei diversi Paesi non erano tutte uguali e non tutti i Paesi avevano ricevuto lo stesso numero di ondate. Alcuni, come il Sud Africa, ne avevano avute quattro mentre altri fino a sei, ed ora sembra che tutte le ondate fossero di virus diversi, ognuno dei quali attaccava un diverso sistema corporeo specifico e molti di essi erano anche specifici per un particolare gruppo etnico. Quando si combina questo con il fatto che i focolai si erano verificati in più località e dovevano essere stati causati da un’enorme quantità di agenti patogeni per creare modelli di infezione quasi verticali e in numero così elevato e il fatto che nessun Paese abbia mai segnalato di aver trovato un “paziente zero”, non c’è modo di negare che tutta questa avventura sia stata deliberatamente inflitta ai popoli del mondo.
La COVID-19 sembra effettivamente essere un’arma biologica, ma con una portata molto più ampia di un semplice attacco di guerra biologica statunitense alla Cina. Questo è stato un attacco di guerra biologica a tutte le persone del mondo.
Gli Americani erano assolutamente conniventi, ma non era il loro piano; stavano “solo eseguendo gli ordini”, quasi certamente usando i loro laboratori di armi biologiche come fonte e le loro basi militari come sistema di distribuzione. Non c’è nient’altro che si adatti ai fatti noti. Certo, sarebbe stato tecnicamente possibile farlo con mezzi diversi, ma sarebbe stato molto più difficile e macchinoso. Non esiste un altro sistema pratico di distribuzione adatto allo scopo.
E questo, basato solo su prove circostanziali, deve essere stato un programma ebraico. La prova più schiacciante è quella più ovvia: i mass media in tutto il mondo sono quasi interamente controllati dagli Ebrei. Tutti i media occidentali, e anche in gran parte del resto del mondo, erano tutti dalla stessa parte, tutti a promuovere la stessa agenda, con le stesse valanghe quotidiane di notizie da giorno del giudizio, di incredibili falsità, storie di morte e depressione ovunque, con intense manipolazioni psicologiche per le quali queste persone sono famose e l’immane spinta a condizionare tutti per far accettare le iniezioni di proteina spike. Non esiste al mondo nessuna organizzazione di gentili con il potere di riunire e dare energia ai media ebrei come gruppo d’azione e certamente non su questa scala. La sola logica ci dice che questa doveva essere un’agenda ebraica. Non c’è altra possibilità che si adatti a tutti i fatti. E, naturalmente, Pfizer e Moderna, entrambe società ebraiche, erano in prima linea negli schemi di vaccinazione. Gilead è un’altra, con il suo Remdesivir.
In tutti i Paesi di cui abbiamo informazioni, “esperti medici” davano consigli incredibilmente sbagliati ai governi, che li accettavano all’unanimità, scavalcando le numerose e rumorose obiezioni del proprio personale sanitario. È particolarmente grave che, sempre nella maggior parte dei Paesi in cui disponiamo di informazioni, i governi abbiano ordinato alle persone di non andare dal medico se erano malate, ma di rimanere a casa ad aspettare e di andare in ospedale se si aggravavano. E ai medici di molti Paesi era stato detto a muso duro di non vedere o curare i pazienti COVID e che non era possibile alcun trattamento. Eppure, il trattamento era disponibile e tutte quelle vite avrebbero potuto essere salvate poiché ora sembra vero che l’idrossiclorochina e l’Ivermectina sono effettivamente efficaci. Apparentemente, tutto questo era stato fatto allo scopo di spingere le iniezioni di proteina spike. E ancora non sappiamo perché.
Non va ignorato che solo in Cina il contenimento del virus era stato l’obiettivo principale. In tutto l’Occidente, il contenimento era stato, nella migliore delle ipotesi, tiepido e manchevole, i lockdown e le quarantene erano destinati a fallire. Se avete una stalla a tre porte e volete evitare che i vostri cavalli scappino, chiudete tutte le porte a chiave, non ne lasciate una spalancata. In Occidente, le cosiddette “restrizioni” avevano lo scopo solo di fornire un’immagine pubblica del “fare qualcosa,” senza in realtà fare nulla di consequenziale. E ciò significa che il virus doveva diffondersi nelle popolazioni occidentali per alimentare il terrorismo vaccinatorio.
La prospettiva delle iniezioni forzate è particolarmente inquietante perché la maggior parte delle nazioni occidentali sono state condizionate e la cosa si ripeterà. Ricordo di aver letto una dichiarazione di un sosia di Robert Kagan che diceva che l’unico modo per ottenere il pieno controllo della popolazione mondiale sarebbe stato “mettere tutti in fila e vaccinarli”. Accadrà di nuovo. Bill Gates ha detto “la prossima volta, lo faremo in 6 mesi”.
Questa volta non è andata alla perfezione, ma potrebbe aver funzionato abbastanza bene: in molti Paesi una percentuale molto alta della popolazione è stata vaccinata con i vaccini mRNA, molte persone con più dosi e ancora non sappiamo cosa contenessero le fiale. L’istinto mi dice che i programmi di vaccinazione contengono la maggior parte del segreto di tutto ciò.
Costringere effettivamente le persone a farsi vaccinare minacciandole con multe e pene detentive, rifiutando loro l’accesso alla maggior parte delle strutture pubbliche, negando ai genitori la possibilità di stare con i propri figli, solo per il bene della vaccinazione, significa che vaccinare tutti era di estrema importanza per il piano. E gli attacchi estremi ai presunti “anti-vax” non sono stati un incidente. Chiunque parlasse contro i vaccini COVID non testati è stato deriso, attaccato, de-platformato, criticato come feccia e teorico della cospirazione mentalmente tarato. Raramente ho visto attacchi così feroci a persone sincere e con preoccupazioni autentiche.
Ci sono altri capitoli in questa storia – tutti terribili – che trattano del test PCR, delle terapie e dei farmaci e, naturalmente, delle iniezioni (vaccinazioni). Li tratterò negli articoli successivi. Con tutti i pezzi al loro posto, sembra impossibile evitare la conclusione che quello della COVID-19 sia stato [davvero] un virus creato in laboratorio e rilasciato nel mondo secondo un piano ben preciso. Sembra anche impossibile spiegare perché così tanti governi avrebbero partecipato a questa massiccia frode, apparentemente volentieri. Tuttavia, qualunque sia lo scopo finale o la motivazione, questo non fa ben sperare per la gente comune, tranne forse in Cina e Russia e forse in uno o due altri Paesi che non hanno preso parte a tutto questo.
[1] https://odysee.com/@GrandJury:f/Grand-Jury-Day-3-en-online:7
[2] https://www.grand-jury.net/
[3] https://www.unz.com/lromanoff/a-covid-19-theory-i-cannot-prove/
[4] http://sakeritalia.it/uncategorized/propaganda-e-media-parte-4-tutto-quello-che-dovete-fare-e-pensare/
[5] Timeline 3:44:00; Dr. Shankara Chetty
https://odysee.com/@GrandJury:f/Grand-Jury-Day-3-en-online:7
[6] Timeline 1:33:00; Dr. Soňa Peková
https://odysee.com/@GrandJury:f/Grand-Jury-Day-3-en-online:7
[7] Attenti a Big Pharma: il Dr. Montagnier fa luce sul COVID-19 e sul futuro della medicina
https://www.strategic-culture.org/news/2020/04/30/big-pharma-beware-dr-montagnier-shines-new-light-on-covid-19-and-the-future-of-medicine/
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Articolo originale di Larry Romanoff:
Link: https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/6371/
Traduzione di Costantino Ceoldo
Revisione di Markus per comedonchisciotte.org
FONTE: https://comedonchisciotte.org/covid-19-unarma-biologica-che-prende-di-mira-letnia-e-i-sistemi-corporei/
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