RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
21 MAGGIO 2021
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Siamo ostaggi dell’eternità in balia del tempo.
Chiostri, Ingannare il Tempo, Ancora Editrice, 2002, pag.40
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SOMMARIO
Interviste solo da giornalisti di colore. Ecco come nasce il razzismo negli USA
Indiani d’America e parallelismi con la resistenza
LENI RIEFENSTAHL, IL TRIONFO DELLA VOLONTÀ
Vigile quasi assalito per le mascherine: norme assurde portano alla rivolta
Senza mascherina reagisce a Vigili, folla urla contro agenti a Pescara
LA QUARANTENA DEI CATASTROFISTI
La seconda fase delle guerre al terrore
Cosa c’è dietro l’isteria da vaccino?
STRATEGIA COLONIALE DEI PRESTITI CINESI
Rigettati in mare: la via “Spagnola” contro i migranti clandestini
Il Libano non avrà più elettricità dal 22 giugno
22 stati americani sono territorio liberato
Lo schema fraudolento della “lega delle democrazie”
IN EVIDENZA
Interviste solo da giornalisti di colore. Ecco come nasce il razzismo negli USA
Un nuovo grande passo avanti è stato compiuto negli USA governati dai Democratici: ora si giudica una persona SOLO per il colore della pelle.
Il sindaco di Chicago, Lori Lightfoot (DEM), noto per amministrare una città i cui cittadini fuggono a frotte e dove ci sono decine di sparatorie al giorno , ora è accusata di concedere interviste solo a persone di colore, secondo Fox.
A sollevare lo scandalo è stata una giornalista NBC 5 di Chicago Mary Ann Ahern, che ha cercato per mesi di ottenere un’intervista dal sindaco a metà mandato: “Mentre @chicagosmayor raggiunge i suoi due anni a metà strada come sindaco, la sua portavoce dice che Lightfoot concede interviste in persona solo ai giornalisti neri o di colore.”
Le accuse di Ahern sono state supportate da un altro giornalista, l’ancora e corrispondente di TTW Chicago Tonight Paris Schutz, che ha detto; “Mi è stata detta la stessa cosa.” Un terzo giornalista ha fatto eco alle accuse, quando la giornalista politica di Chicago Heather Cherone ha twittato: “Posso confermare”.
Nonostante ciò, Lightfoot ha comunque fatto un’apparizione su MSNBC con Stephanie Ruhle lunedì. Forse le sue convinzioni valgono solo a quando non le viene offerta la possibilità di andare in televisione nazionale.
Lightfoot ha dovuto affrontare un contraccolpo sui social media, affrontando ovvie accuse di razzismo perchè sceglie le persone solo sulla base del colore della pelle. Un atteggiamento evidentemente razzista
Poi, per non farsi mancare nulla , nella sua intervista a MSNBC, Lightfoot si è permessa di incoraggiare i suoi cittadini a continuare a indossare maschere nonostante la nuova guida CDC dica che non sono obbligatorie per le persone che sono vaccinate: “Lo so per me personalmente, vado continuare a indossare una maschera in pubblico e incoraggio gli altri a farlo. Dobbiamo assicurarci che le persone continuino a seguire la guida alla salute pubblica che ci ha portato fin qui e le maschere, credo, sono una parte importante e importante di questo “. Alla fine poi i casi sono di più che in Texas, dove le misure di sicurezza sono state tolte
FONTE: https://scenarieconomici.it/interviste-solo-da-giornalisti-di-colore-ecco-come-nasce-il-razzismo-negli-usa/
Avevo promesso a @LuxIgnis di aprire un post sul tema indiani, per spiegare in dettaglio la citazione (da lui criticata) che facevo in un altro POST circa i rituali di invulnerabilità alle pallottole che certe tribù facevano prima di “scendere in battaglia“, non tratta da fumetti, come mi veniva rinfacciato, ma da libri di antropologia (abbastanza seri).
Era un modo per indicare come la disperazione portata all’estremo può portare a soluzioni estreme, completamente controproducenti rispetto le esigenze in essere. Un po’ come le tribù di un isola vulcanica che buttano periodicamente nella bocca del “dio del fuoco” qualche sfortunato prescelto, al fine di calmarne l’ira funesta.
I meccanismi sottostanti questa “emotività etnicamente incanalata in rituali” sono ben noti e documentati e ne troviamo traccia in tutta l’umanità. Pensiamo ad esempio ai roghi medievali, in cui si bruciava l’eretico di turno dandolo in pasto alle fiamme per purificare la sua anima e gli abitanti dall’influsso del demonio. Se pensiamo poi di esserne immuni perché “la modernità” ci protegge da questi meccanismi… la delusione in merito potrebbe svelarsi cocente. Di fatto non è cambiato niente ad oggi da quel punto di vista e chi è attanto non faticherà a rendersene conto.
Ma quello degli indiani non è semplicemente un caso di “catarsi” che da la stura a follia senza ragione, tipo “dagli all’untore” di medievale memoria, ma un lungo percorso segnato da diverse tappe dove alla fine si può constatare che “la vera debolezza dei pelle rossa fosse nella mancanza di unione“. Come scrive giustamente Mauro Conti in bibliomanie (QUI) da cui prendo spunto per spiegare da dove viene la mia citazione.
Prendo solo qualche estratto che mi sembra esaustivo circa l’argomento, lasciando a chi vuole approfondire l’articolo originale, facendo una raccolta sui massacri più feroci della parte finale della storia indiana, per arrivare al massacro di Wounded Knee e a quella che oggi conosciamo come la Ghosts Dance, la Danza degli Spettri, proposta da Wovoka, un indiano Paiute, che fece un sicretismo tra cristianesimo e la danza del sole indiana, attirando l’attenzione di Sioux, dei Cheyenne, dei Kiowa e degli Arapaho perché prometteva la resurrezione dei guerrieri morti, oltre che di impedire alla povere (delle armi da fuoco) di accendersi, il tutto come “riscatto pacifico degli indiani” dalle persecuzioni subite. Episodio che di fatto concluse tragicamente la lunga controversia con gli indiani d’America, al punto da diventare forse la pagina più nera di sempre della storia delle persecuzioni ai danni di chi resiste all’ingiustizia.
Ma vediamo gli estratti…
“La storia del genocidio dei nativi d’America non è facile da indagare: ogni prospettiva critica, infatti, che desideri analizzare e approfondire questo tema storiografico (ma sarebbe meglio dire disastro dell’umanità), si trova di fronte ad un guazzabuglio di interpretazioni in cui non è sempre facile procedere col lume scientifico e pacato dell’inchiesta razionale, tanto, ancora oggi, essa appare avviluppata in rancori, in ostinati silenzi, disperazione e comportamenti frustrati.
[…]
Nell’inverno del 1838 gli indiani Cherokee e altre tribù furono cacciati dalla Georgia e costretti a una lunga marcia forzata per oltre milleseicento chilometri attraverso il Tennesse, il Kentucky, l’Illinois, il Missuri, l’Arkansas. Il trasferimento avvenne in condizioni eccezionali di gelo e pioggia e oltre 13000 uomini, donne e bambini, furono costretti a marciare in condizioni bestiali, senza cibo da mangiare o coperte per difendersi dai rigori invernali o medicamenti contro le malattie. Quelli che non ce la facevano venivano lasciati ai margini e morivano assiderati. Durante la traversata morirono più di 4000 indiani. Da allora quel tragitto della morte si chiamò: La Trail of Tears, la strada delle lacrime.
[…]
Il negoziatore statunitense aveva palesemente ingannato la nazione indiana; perciò fu inviata una petizione al presidente Jackson, ma non venne presa in considerazione. Temendo una reazione violenta contro i settlers16, una risposta armata dopo le menzogne, il Governo federale mandò delle truppe a disarmarli, ma il generale incaricato, compiuto il suo dovere, osservò che ad aver bisogno di protezione erano gli stessi Cherokee.
La deportazione cominciò nel ’38. Gli indiani venivano prelevati nelle loro abitazioni, poi trasferiti in campi militari, avamposti da cui sarebbero partiti. Secondo le cronache locali, all’inizio gli indiani cercarono di scappare ma poi si rassegnarono. Era una cosa penosa vedere vecchi e donne coi capelli grigi accompagnare in triste corteo le guardie federali. La resistenza dei Cherokee a ciò fu minima. Nei campi di raccolta molti contrassero delle malattie, senza contare la presenza di sciacalli che spillavano loro i pochi soldi con whiskey di qualità scadente.
Il viaggio fu una via crucis orribile. Nei primi tempi molti non ressero alla calura estiva e alle conseguenti malattie. Tra ottobre e novembre circa 13.000 Cherokee furono trasferiti ad Ovest corrispondente all’attuale Oklahoma. Durante il viaggio morirono in più di 4000. Nella lingua Cherokee il viaggio verso occidente prese il nome di Nua-da-ut-sun’y ossia “la pista dove piansero”, e anche oggi quella strada è denominata la Trail of Tears, il sentiero delle lacrime.
Il massacro di Sand Creek (1864) spezzò definitivamente ogni legame tra bianchi e indiani delle pianure. Questa miserabile carneficina compiuta dai bianchi costò la vita a circa trecento pelle rossa, tra Cheyenne e Arapaho. L’antefatto sta in una serie di litigi con i bianchi per via del furto di bestiame che venne punito dall’esercito americano con spietate azioni di rappresaglia ma anche con la scoperta dell’oro, avvenuta verso il 1852, nel Colorado e nel Kansas, territori indiani. Il flusso migratorio dei cercatori e dei settlers dava enorme fastidio alle tribù indiane le quali non erano per niente arrendevoli di fronte a quella avanzata folle e avida e perciò, con la consueta tecnica della guerriglia, cercavano di vendicarsi attaccando le diligenze e le stazioni di posta o incendiando i ranches. Il rappresentante dei Cheyenne di nome Black Kettle era stato a Washington a trattare con il Presidente Lincoln sulle questioni territoriali; ma, dopo aver fatto gli accordi, risultava che erano sempre i bianchi a ignorarli. In un antecedente a Cedar Bluffs, mentre i guerrieri cheyenne erano a caccia del bisonte, l’armata del maggiore Downing aveva sorpreso un accampamento di indiani nascosto in un canyon e lo aveva assalito. Nel giro di poche ore erano state trucidate trenta persone tra vecchi, donne e bambini. Il fine dei colonizzatori era l’annientamento dei nemici.
[…]
La mattina del 29 novembre 1864 uno squadrone di 750 cavalieri agli ordini del colonnello Chivington e del maggiore Antony si precipitarono armati di cannoni sull’insediamento di Black Kettle per compiere un massacro. Una sventolante bandiera americana issata sull’accampamento in segno di pace non dissuase gli aggressori i quali, dopo aver aperto il fuoco, scesero da cavallo e si avventarono su chiunque uscisse dalle tende. Fu una carneficina di bambini, di donne sventrate e mutilate orribilmente per portar via dei monili. Gli uomini venivano scotennati per poter prendere loro lo scalpo. Il vecchio capo White Antilope si pose impassibile e orgoglioso davanti alla sua tenda cantando una canzone di guerra che faceva: «niente vive a lungo se non la terra e le montagne», poi venne vigliaccamente abbattuto mentre l’intero campo sprofondava tra le fiamme
[…]
A conclusione di un conflitto secolare che, abbiamo detto, era in primo luogo di natura culturale, troviamo il massacro di Wounded Knee. Attorno al 1890 ormai tutti gli indiani erano stati confinati nelle riserve e avevano modificato il loro stile di vita: da cacciatori erano stati forzati a diventare agricoltori, avevano modificato i loro comportamenti sociali e i bambini venivano mandati a scuola lontano dalle famiglie. La amministrazione federale, al solito, commetteva abusi come nel caso della costruzione di una linea ferroviaria nel territorio dei Sioux o nella soppressione delle pratiche tribali e religiose, retaggio avito e sacro rito del succedersi delle stirpi e delle generazioni.
In quel tempo prese corpo la predicazione di Wovoka, un indiano Paiute, che, in una sorta di sincretismo fatto di spiritualità indigena e cristianesimo, si presentava come inviato del Grande Spirito e parlava di una sorta di risarcimento per la totalità degli indiani dopo secoli di sofferenze. Egli era stato mandato sulla terra per insegnare agli indiani ad amarsi e a celebrare la Ghosts Dance, la Danza degli Spettri, un rituale particolare in cui i danzatori si coprivano di un drappo bianco, fino a che il Messia non fosse ritornato sulla terra in veste di pellerossa per ristabilire i diritti. Se non in patria, la predicazione attrasse l’attenzione degli Sioux, dei Cheyenne, dei Kiowa e degli Arapaho perché prometteva la resurrezione dei guerrieri morti, che, unendosi ai guerrieri vivi, avrebbero finalmente scacciato gli oppressori dal paese.
«Io coprirò la terra con un nuovo sole sotto il quale i bianchi verranno sepolti. La rivestirò di un’erba dolce, di acque limpide e di alberi; mandrie di bisonti e cavalli la percorreranno… Mentre rinnoverò il mondo, i miei figli rossi che danzeranno e pregheranno verranno chiamati tra gli spiriti… Essi non hanno nulla da temere dai bianchi, poiché farò si che la loro polvere non si accenda… e se un uomo rosso muore per mano di un bianco, egli sarà accolto nel regno degli spiriti e ritornerà la primavera seguente…»17.
La Ghosts Dance era una variante della Danza del Sole. Dopo un rito purificatorio che consisteva nell’entrare nella Capanna del Sudore, gli uomini e le donne, tenendosi per mano, ruotavano danzando intorno ad un albero sacro. Nell’incerta luce dei fuochi notturni, le forme in movimento ricoperte di drappi candidi davano l’impressione di fantasmi ondeggianti. Si invocava anche il ritorno del bisonte la cui popolazione, come detto, un tempo era stata numerosa come quella e assai di più degli esseri umani, ed era stata sterminata dalle armi dei bianchi. Così, cantando e ballando, ebbri di stupefacenti e di misticismo, gli adepti crollavano a terra sostenendo di aver incontrato gli spiriti dei trapassati.
Fu la mattina del 29 dicembre che il 7° cavalleggeri del maggiore Forsyth con l’intento di perquisire i tepee degli Sioux che si erano radunati nella zona e disarmare gli indiani innescò la scintilla. L’occasione per vendicare il generale Custer dopo quattordici anni18 era finalmente giunta. Dal fucile di un giovane indiano, insofferente per esser stato brutalmente disarmato, partì un colpo di carabina. L’esercito rispose a cannonate. I fucili e i cannoni facevano fuoco indiscriminatamente sull’accampamento dove erano donne e bambini. Gli Sioux superstiti si difendevano valorosamente con coltelli, tomahawk, archi e frecce ma era tutto inutile e non serviva nemmeno fuggire perché venivano rincorsi dai militari assetati di sangue. La carneficina venne consumata nel giro di qualche ora; poi, una tempesta si scatenò sul campo disperdendo le parti. Quando, dopo qualche giorno, le truppe federali ritornarono, si accorsero del massacro che avevano perpetrato. C’erano corpi di donne e bambini sparsi da tutte le parti, carcasse di guerrieri orrendamente mutilati. Qualcuno di loro era ancora vivo, qualcuno riuscì a fuggire e sarebbe sopravvissuto19. In complesso furono trecento i pellerossa uccisi a Wounded Knee.”
Non credo ci sia altro da aggiungere…
FONTE: https://comedonchisciotte.org/forum/opinioni/indiani-damerica-e-parallelismi-con-la-resistenza/
ARTE MUSICA TEATRO CINEMA
LENI RIEFENSTAHL, IL TRIONFO DELLA VOLONTÀ
Nel 1902 nasce Helene Bertha Amalie Riefenstahl, detta Leni. È sicura di sé. Ha una loquela fluida che denota ampie letture e capacità di riflessioni, ma anche di risposte secche, dure e frontali anche all’uomo più pericoloso del momento: Adolf Hitler. Al Führer questa donna alta, magra e combattiva piace e le affida la creazione di una vasta memoria fotografica e filmata del suo regime del terzo millennio. Lei non si tira indietro impadronendosi dell’area parallela a quella dell’architetto Albert Speer e del tecnologo della propaganda, Joseph Goebbels. Lavorano in parallelo ma in perfetta integrazione che non crea alcuna sovrapposizione!
Leni inizia il suo lungo e straordinario percorso come danzatrice classica prima e moderna poi. Si esibisce in varie città. Subisce molti infortuni a causa della fragilità delle articolazioni, fino al punto di compromettere un ginocchio. Per nulla scoraggiata cambia itinerario. Nel 1915 entra nel mondo del cinema con un ruolo in un film finlandese. Rientra a Berlino per motivi di salute. Inizia a vedere i primi documentari in spazi aperti e di montagna.
Il destino gioca per lei. Incontra un regista altoatesino che la fa lavorare in alcuni suoi film muti. Recita bene. Viene conosciuta dal grande pubblico tedesco e da registi di vario livello. Il sonoro entra nel cinema. Nel 1930 aspira ad avere il ruolo di protagonista del film L’angelo azzurro, ma il regista Josef von Sternberg a lei preferisce Marlene Dietrich. Leni continua il cammino. Apprende la tecnica del montaggio e della fotografia, fa uso di strumenti nuovi. La bella maledetta (Das blaue Licht) è il suo primo film come regista in un mondo totalmente maschile. Ne è coautrice della sceneggiatura, attrice protagonista e produttrice. Nel frattempo, è profondamente impressionata dal Mein Kampf.
L’anno dopo è presente al raduno elettorale della Nsdap, Partito Nazionalsocialista tedesco dei lavoratori. È affascinata dalla energia dialettica di Hitler. Decide di incontrare il Führer che ha già visto con interesse il film La bella maledetta. Nasce subito una fruttuosa collaborazione: lei avrebbe ritratto una Germania eroica, mitica e wagneriana in modo da presentare forte, bella e potente in tutto il mondo. Nel 1933, Hitler chiede a Leni di filmare il Congresso del partito e lo intitola Der Sieg des Glaubens (La vittoria della fede). Per ordine di Hitler l’opera viene distrutta per eliminare la figura dell’avversario Ernst Rohm. Una copia si salva a Londra.
Fonda una casa di produzione con il suon nome e nel 1934 il suo film La bella maledetta è classificato come il migliore. Leni continua a correre! Nel 1933 gira un altro film di montagna, dove recita in una lingua diversa dal tedesco. Rifiuta di trasferirsi a Hollywood. Accompagna il regista Fanck ai giochi olimpici. Si interessa alla cinematografia sportiva. Nel 1934 Adolf Hitler le ordina di girare un altro film del congresso del partito ma lei rifiuta preferendo la regia di un film in Spagna, ma il progetto naufraga a causa della guerra civile. Nonostante il timore di essere troppo identificata con il nazismo, accetta la proposta di Hitler e gira il film Il trionfo della volontà, il primo film compiuto di propaganda a favore di un regime in tutto il mondo.
Applica nuove tecniche di ripresa utilizzando teleobiettivi e grandangoli. Realizza inquadrature panoramiche e riprese dall’aereo con la travolgente musica wagneriana come colonna sonora. Leggendarie le riprese di masse di soldati che marciano sincronizzati mentre si ascoltano in sottofondo i discorsi di Hitler. Le immagini e le riprese valorizzano le sceneggiature elaborate dall’architetto Albert Speer con sapiente gioco di luci ed ombre. Rifiuta di aggiungere al Trionfo della volontà inserimenti suggeriti da Hitler per includere l’esercito e invece gira due film.
Il primo è I giorni della libertà e l’altro è interamente dedicato all’esercito: Tag der Freiheit: Unsere Wehrmacht (I giorni della libertà: Il nostro esercito). Sono introdotte le leggi razziali nel 1935. Leni cerca di negare l’esistenza del cortometraggio ma se ne trova una copia ne 1971 e questo le procura effetti negativi sull’opinione pubblica. Realizza il primo vero e proprio film sportivo intitolato Olympia sui giochi olimpici di Berlino del 1936. Lo gira in autonomia producendolo direttamente per evitare gli interventi condizionanti di Goebbels con il quale i rapporti si raffreddano. Il film Olympia rimane il migliore film sullo sport ancora oggi.
I temi sono l’esaltazione del regime della nuova Germania come promotrice di valori salutari e educativi. Un viaggio in America blocca i suoi tentativi di diffusione dei suoi film a causa dell’ostilità di cineasti tedeschi in fuga dal nazismo. Vive la sconvolgente esperienza delle sanguinose vittorie delle armate germaniche in Polonia. Rientra subito a Berlino. La sconfitta finale del regime nazista blocca ulteriori progetti. Subisce nel dopoguerra la condanna agli arresti domiciliari per quattro anni. Viene fatta bersaglio di accuse infamanti, fra le quali quella di aver usato prigionieri dei lager come comparse. Negli anni Cinquanta il suo percorso rallenta fino a quasi fermarsi. Negli anni Sessanta inizia viaggi in Africa dove gira vari documentari. Acquisisce il brevetto di operatrice subacquea e gira vari documentari fra il 1972 e il 1992.
Vive momenti di alti e bassi a causa del suo passato filonazista. Si sposa con il suo collaboratore di quaranta anni più giovane di lei. Si spegne all’età di centouno anni! Leni fu prima in varie situazioni: nel cinema sportivo, di montagna, nelle tecniche cinematografiche con le panoramiche dall’aereo, i campi lunghi, il gioco delle ombre, la sincronizzazione della colonna sonora come enfatizzazione emozionale delle scene, la prima a coinvolgere attivamente gli spettatori con canti e battimani (*), la prima ad usare le riprese aeree, a rimodulare lo scorrere del tempo degli eventi filmati con abilissime dissolvenze. Leni Riefenstahl è stata il trionfo della volontà.
(*) Nota
Nella stampa dell’epoca appaiono costantemente trafiletti o lunghi articoli in cui si invita il pubblico, su esplicito desiderio di Hitler, a partecipare in massa alla visione del film. Per fare in modo che il pubblico si sentisse riportato alle atmosfere norimberghesi sin dall’ingresso in sala e vivesse la proiezione come un’estensione dell’“esperienza” del congresso, i cinema in cui si teneva la proiezione, soprattutto nelle prime settimane di programmazione e nelle grandi città, venivano allestiti con bandiere e scenografie simili a quelle dei luoghi del congresso di Norimberga. Una volta dentro, il pubblico seguiva la proiezione in maniera attiva scandendo slogan, sottolineando i passaggi salienti con applausi, rafforzando col saluto nazista e il favore verso il Führer. In tal modo, i riti del congresso venivano esportati alla sala cinematografica e la proiezione diventava un’esperienza rituale. (L. Quaresima, Kino als rituelle Erfahrung, “Triumph des Willens” im Ufa-Palast, in Das Ufa-Buch. Kunst und Krisen, Stars und Regisseure, Wirtschaft und Politik, a cura di von H.-M. Bock, M. Töteborg, Zweitausendeins, Frankfurt a.M. 1992, pagine 250-253) .
FONTE: https://www.opinione.it/cultura/2021/05/20/manlio-lo-presti_leni-riefenstahl-trionfo-volont%C3%A0-hiltler-moderna-danzatrice-film-regime-nazismo/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Vigile quasi assalito per le mascherine: norme assurde portano alla rivolta
Molte norme, come l’obbligo delle mascherine all’aperto, o il coprifuoco, stanno diventando sempre più incomprensibili agli italiani. Purtroppo le forze dell’ordine sono obbligate a far applicare anche le norme assurde. Che senso ha il coprifuoco quando oggi Speranza ha firmato un’ordinanza, valida solo un giorno, per escluderlo perchè la finale di Coppa Italia!.
In una città, probabilmente Roma, RadioSavana ci riporta questo video: una vigile vuol far mettere la mascherina ad una persona all’aperto con una veemenza eccessiva. La situazione degenera e la gente si mette a girdare contro i vigili, anche con veemenza. Persone , anche anziane, gridano ai vigili “Fanatici” ed un inedito “Fanatici delle istituzioni”. I vigili battono in ritirata.
Questo è un pessimo segnale. Magari i vigili non sono stati mai amati, ma comunque sono sempre stati rispettati, ma quando sono obbligati ad applicare delle norme insensate, e qualcuno f fa, magari, con uno zelo immeritevole della causa, allora diventano odiati. Questo è anche il segno evidente di una rottura fra istituzione e popolo sempre più evidente, ma non deve essere il popolo a cambiare: devono essere i governanti.
VIDEO QUI:
FONTE: https://scenarieconomici.it/vigile-quasi-assalito-per-le-mascherine-norme-assurde-portano-alla-rivola/
Senza mascherina reagisce a Vigili, folla urla contro agenti a Pescara
VIDEO QUI: https://youtu.be/bZe14nk9lYY
FONTE: https://www.youtube.com/watch?v=bZe14nk9lYY
BELPAESE DA SALVARE
LA QUARANTENA DEI CATASTROFISTI
“Devo lavorare molto, devo studiare, devo tenere lezioni e seminari. Devo curare malati e sono stufo di ripetere le stesse cose: 15 giorni di riposo totale, niente tv e giornali. Una quarantena televisiva? Assolutamente sì. Farò dei tweet se sarà necessario”.
Così ha dato l’annuncio, ad una inconsolabile Bianca Berlinguer, della sua quarantena volontaria il professor Massimo Galli, il più savonarolesco dei virologi televisivi che stanno terrorizzando il Paese da oltre un anno a questa parte.
Ora, sottolineando che anche noi aperturisti siamo arcistufi di ascoltare le stesse prediche di un signore che ci ricorda ossessivamente che dobbiamo morire, la ritirata strategica dagli schermi televisivi dell’infettivologo somiglia maledettamente a quella del Sars-Cov-2 che, al pari di altri analoghi virus respiratori, nei mesi caldi si prende una lunga pausa.
In questo caso, avendo annunciato sciagure dopo le molto parziali e assolutamente insufficienti riaperture primaverili, sciagure che ovviamente non ci sono state, Galli sembra aver preso la palla al balzo delle polemiche ostili per ritirarsi in buon ordine. Memore probabilmente della colossale topica presa lo scorso anno dai suoi colleghi dell’Istituto superiore di sanità, che in un documento ufficiale prevedevano 151mila ricoveri in terapia intensiva dopo le riaperture del 2020, il nostro eroe avrà ritenuto più prudente sedersi sulla riva del fiume, in attesa di una eventuale nuova ondata autunnale del virus.
Ma dato che, come ha più ricordato Giorgio Palù, virologo di fama mondiale, sul piano storico non si conosce una pandemia che sia durata più di due anni (considerando che ora abbiamo pure il vaccino), è assai probabile che il buon Galli, dopo esserci rientrato per due settimane, nei ranghi dovrà restarci a tempo indeterminato, in attesa della prossima sciagura virale.
Nel frattempo, ci auguriamo che l’illustre direttore del reparto di Malattie infettive del Sacco di Milano, oltre a tutte le belle cose che ha annunciato di voler fare, trovi il tempo per dedicarsi alla raccolta e all’analisi dei numeri riguardanti il Coronavirus. Forse alla fine scoprirà che gli asintomaci o i paucisintomatici rappresentano realmente la stragrande maggioranza delle persone che hanno incontrato il virus. Come ripeteva spesso il grande Alberto Manzi, indimenticabile maestro televisivo degli anni Sessanta, “non è mai troppo tardi” per imparare.
FONTE: https://www.opinione.it/editoriali/2021/05/20/claudio-romiti_quarantena-catastrofisti-massimo-galli-coronavirus-schermi-televisivi-sacco-milano/
CONFLITTI GEOPOLITICI
Edward Curtin
off-guardian.org
“Sapremo che il nostro programma di disinformazione è completo quando tutto ciò che il pubblico americano crede è falso.”
William Casey, direttore della CIA, febbraio 1981
È noto che l’infinita guerra al terrore degli Stati Uniti era ufficialmente stata lanciata dopo la strage dell’11 settembre 2001 e gli attacchi all’antrace ad essa collegati.
L’invasione dell’Afghanistan e il Patriot Act erano stati immediatamente giustificati da quell’auto-attentato, così come le successive guerre contro l’Iraq, la Libia, la Siria, ecc., così come il terrorizzare continuamente il popolo americano con la paura di imminenti attacchi da parte di terroristici islamici, attacchi che non si erano mai materializzati.
È meno noto che l’artefice della narrativa ufficiale americana, il fittizio rapporto della Commissione sull’11 Settembre, era stato Philip Zelikow, che aveva stilato e supervisionato il documento, dalla prima all’ultima pagina
Ed è ancora meno noto che Zelikow, professore all’Università della Virginia, era strettamente associato a Condoleezza Rice, George W. Bush, Dickey Cheney, Paul Wolfowitz, Brent Scowcroft e aveva servito in varie posizioni chiave dell’intelligence in entrambe le amministrazioni Bush, padre e figlio. Nel 2011, il presidente Obama lo aveva voluto nel President’s Intelligence Advisory Board, come si addice ad un governo d’élite bi-partisan e ad una equa suddivisione delle cariche fra i due partiti politici più importanti.
Forse è una notizia sconosciuta o semplicemente dimenticata che il Family Steering Committee per l’11 settembre avesse ripetutamente chiesto la rimozione di Zelikow, sostenendo che la sua nomina rendeva ridicola la pretesa indipendenza della Commissione.
Zelikow aveva detto che la Commissione considerava le teorie alternative alle affermazioni del governo su Osama bin Laden come narrative da stroncare sul nascere (letteralmente “da colpire in testa come talpe uscite dalla tana“). Questo è l’uomo che, su richiesta della collega Condoleezza Rice, era stato il principale responsabile della NSS 2002, la Strategia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti d’America del 2002, secondo cui gli USA non sarebbero più stati tenuti a rispettare il diritto internazionale, ma avrebbero adottato una politica di guerra preventiva, come dichiarato da George W. Bush a West Point nel giugno 2002. Questa strategia rinnegava apertamente la carta delle Nazioni Unite e, nel 2003, sarebbe stata usata come giustificazione per l’attacco all’Iraq.
Così, grazie al lavoro di Zelikow e alla sua magica montagna di bugie, abbiamo avuto in tutto il mondo vent’anni di guerre americane del terrore, in cui le forze armate statunitensi hanno ucciso milioni di persone innocenti. Guerre che continueranno per gli anni a venire, nonostante la retorica statunitense affermi il contrario. Questa retorica è semplicemente propaganda, per coprire la natura sempre più tecnologica e spaziale di queste guerre e l’uso di mercenari e di forze speciali.
Contemporaneamente, con un elegante volteggio, l’amministrazione Biden ha diretto le sue risorse verso i “terroristi interni,” in pratica chiunque sia in disaccordo con le sue politiche. Questo è rivolto in particolare a coloro che mettono in discussione la narrativa ufficiale della COVID-19.
Ora, Zelikow è stato messo a capo di un gruppo di pianificazione della Commissione COVID con sede all’Università della Virginia, che si dice prepari la strada per una Commissione Nazionale COVID. Il gruppo è finanziato dalla Schmidt Futures, dalla Skoll Foundation, dalla Rockefeller Foundation e da Stand Together, e ci si aspetta che altri si uniscano al coro. Zelikow, che fa parte del Global Development Program Advisory Panel della Bill & Melinda Gates Foundation, guiderà il gruppo che lavorerà insieme al Johns Hopkins Center for Health Security e alla Bloomberg School of Public Health. Un bel gruppo davvero: Charles Koch, Bill Gates, Eric Schmidt, i Rockefeller e altri finanziatori della verità disinteressata.
Così, ancora una volta, la volpe è nel pollaio.
Se avevate anche solo una mezza speranza che la crisi COVID stesse per finire, vi suggerisco di modificare le vostre prospettive. Il coinvolgimento di Zelikow, tra le altre cose, suggerisce che siamo entrati nella seconda fase di una lunga guerra del terrore condotta su due fronti, quello militare e quello sanitario, il cui messaggio propagandistico è portato avanti dai media mainstream secondo il copione del Grande Reset messo a punto dal World Economic Forum. La prima parte di questa guerra è durata vent’anni; la seconda potrebbe anche essere più lunga. Potete essere certi che non finirà presto e che i nuovi terroristi saranno i dissidenti interni.
Qualcuno pensava forse che le libertà perse con il Patriot Act sarebbero un giorno ritornate? Qualcuno pensa che le libertà perse con la propaganda sul coronavirus ci saranno ridate? Molte persone probabilmente non sanno neppure quali libertà hanno perso con il Patriot Act e a molte non interessa nemmeno.
E oggi? Lockdown, imposizione delle mascherine, restrizioni di viaggio, obbligo di fare da cavie per vaccini che non sono vaccini, ecc.
Chi si ricorda dei Codici di Norimberga?
E pensavano di essere liberi, come aveva scritto Milton Mayer dei Tedeschi sotto Hitler. Come le rane in una pentola di acqua fredda, abbiamo bisogno di sentire l’aumento della temperatura, prima che sia troppo tardi. Il termostato, ora, è regolato al massimo.
Ma è stato molto tempo fa e lontano da qui, giusto? Non esagerate, direte voi, con Hitler e tutte quelle stronzate.
Siete contenti ora che i portavoce del governo affermano sfacciatamente che ci restituiranno gentilmente alcune libertà, se solo faremo ciò che ci verrà detto detto e ci lasceremo “vaccinare” con un agente biologico sperimentale, indosseremo le mascherine e tutto il resto. Si suppone che le masse saranno grate ai loro padroni, che concederanno loro un po’ di divertimento estivo, prima di sbarrare nuovamente l’uscio.
Pfizer, nel primo trimestre del 2021 (i primi tre mesi dal lancio del suo vaccino) ha rastrellato 3,5 miliardi di dollari e la società ne prevede 26 entro la fine dell’anno. Questa è solo una delle aziende che producono vaccini. Spiccioli? Solo un idiota non ricorderebbe che Pfizer è l’azienda che, nel 2009, aveva pagato 2,3 miliardi di dollari di sanzioni federali (mai un’azienda farmaceutica aveva pagato così tanto) per numerose truffe nella commercializzazione di 13 diversi farmaci.
Nel frattempo, la commissione che avalla le affermazioni governative sulla COVID-19 e invoca le iniezioni (alias “vaccini“) starà sicuramente lavorando sodo per mettere a punto il suo rapporto fittizio, che, a posteriori, giustificherà l’enorme danno provocato, e che continuerà a verificarsi per molti anni. Le censure e le minacce contro i dissidenti aumenteranno. La disinformazione, che attualmente domina i media mainstream, naturalmente, continuerà, ma coinvolgerà anche i media alternativi, che già si allineano e cedono alle pressioni.
Il fatto che ci sia una massiccia censura delle voci dissenzienti da parte di Google/ YouTube, Facebook, Twitter, Wikipedia, ecc. e una altrettanto massiccia disinformazione attiva e passiva su tutte le piattaforme mediatiche, dovrebbe indurre la gente a chiedersi il perché. Perché reprimere il dissenso? La risposta dovrebbe essere ovvia, ma non lo è.
Il fatto che in tanti rifiutino di rendersi conto del significato di questa censura mostra chiaramente gli effetti ipnotici di una massiccia operazione di controllo mentale.
Le nuove definizioni e la censura sono bastate. Persone perfettamente sane ora sono considerate pericolose per gli altri. Quindi, mettetevi la mascherina, fatevi la vostra iniezione sperimentale e tacete!
Il vostro corpo non è più inviolabile. Dovrete sottoporvi alle procedure mediche, che lo vogliate o no. Non potrete obiettare o fare domande. Se lo farete, sarete puniti e diventerete dei paria. Le autorità vi chiameranno pazzi, deviati, egoisti. Vi toglieranno il diritto di viaggiare e di impegnarvi in attività normali, come frequentare l’università, ecc.
Per favore, dimenticate il Codice di Norimberga. Specialmente il punto numero 7:
“Dovrebbero essere fatti congrui preparativi e fornite strutture adeguate per proteggere il soggetto sperimentale contro le possibilità, anche remote, di lesioni, disabilità o morte.”
“Ora è il momento di fare solo quello che vi viene detto,” come Anthony Fauci ci ha benignamente ricordato.
Non sto facendo una previsione. Le autorità ci hanno chiaramente detto cos’hanno in serbo per noi. Fate attenzione. Non fatevi ingannare. È un gioco escogitato da loro.Tenere la gente in bilico. Sul filo del rasoio. Sollevata. Tesa. Rilassata. Scioccata. Confusa. Questo è il gioco. Un giorno una cosa, il giorno dopo un’altra. Sei dentro, sei fuori. Siete dentro, siete fuori. Vi concediamo questa libertà, ma fate i bravi bambini o dovremo togliervela. Se vi comportate male, finirete in castigo. Avrete tutto il tempo per contemplare i vostri peccati.
Se una volta pensavate che la COVID-19 sarebbe stato un ricordo del passato, o che non sarebbe ritornata mai più, cambiate pure idea. Il 3 maggio 2021, il New York Times ha scritto che il virus è qui per restare. Notizia riportata anche il 10 maggio: “Per l’immunità globale di gregge non ci sono più speranze.” Forse ricorderete che ci era stato detto che questa immunità sarebbe stata raggiunta una volta che un numero sufficiente di persone si fosse fatta “vaccinare” o che un numero sufficiente di persone avesse contratto il virus e sviluppato gli anticorpi.
Il 9 maggio, su ABC News, il dottor Fauci, alla domanda se fosse stato possibile un allentamento dell’obbligo di indossare la mascherina al chiuso, aveva risposto: “Penso di sì, e penso che, probabilmente, lo vedrete man mano che andiamo avanti, e man mano che più persone si vaccinano.”
Poi aveva aggiunto: “Abbiamo bisogno di iniziare ad essere più liberali, man mano che più persone vengono vaccinate.”
Ma poi, in quella che la CNN aveva riportato come una previsione per la Festa della Mamma, aveva spostato la data della “normalità” di un altro anno, dicendo:
“Spero che per la prossima Festa della Mamma, vedremo una differenza drammatica rispetto a quello che stiamo vedendo ora. Credo che saremo il più vicino possibile ad un ritorno alla normalità. Dobbiamo fare in modo di vaccinare la stragrande maggioranza della popolazione. Quando avremo ottenuto questo risultato, il virus non avrà davvero nessun posto dove andare. Non vedrete un’impennata. Non vedrete i dati che vediamo ora.”
Lo aveva detto senza battere ciglio, anche se i “vaccini” sperimentali, per ammissione dei loro stessi produttori, non impediscono ai vaccinati di essere infettati dal virus o di trasmetterlo. Dicono solo che mitigheranno la gravità dei sintomi in caso di malattia.
Notate il linguaggio e il meme della vaccinazione ripetuto tre volte: “Dovremo vaccinare ancora più persone.” Non che più persone scelgano di farsi vaccinare, ma “dovremo” vaccinare. Grazie Papalone. E ora ci aspetta un altro anno, prima di “essere il più vicino possibile al ritorno alla normalità.” Frase interessante: il più possibile. In altre parole: alla normalità non torneremo mai e dovremo accontentarci della “nuova normalità,” che comporterà meno libertà.
La vita sarà resettata, un grande reset. Bello per pochi e terribile per molti.
Una volta, due dosi di vaccino erano sufficienti; poi, no, forse una sarà sufficiente; no, avrete bisogno di richiami annuali o semestrali per contrastare i nuovi ceppi che, dicono, stiano arrivando. È una storia infinita, con sempre nuovi ceppi in un enorme esperimento medico senza fine. Il virus sta mutando così rapidamente che l’immunità di gregge è ormai un’idea mistica, e ci dicono che non sarà mai raggiunta. Dovremo essere eternamente vigili.
Ma, aspettate. Non disperate. Sembra che, per la prossima estate, nell’emisfero nord, le restrizioni verranno allentate. I lockdown cesseranno. Se, per più di un anno, vi siete sentiti dei prigionieri, ora sarete messi in libertà vigilata per un po’. Ma non disfatevi ancora delle mascherine. Fauci dice che indossare le mascherine potrebbe diventare un fatto stagionale, in linea con la pandemia, perché la gente si è abituata a indossarle ed è per questo che l’influenza è scomparsa. Le mascherine non hanno fermato la COVID-19 ma hanno eliminato l’influenza.
State già ridendo?
La censura e i lockdown, le mascherine e le iniezioni obbligatorie sono come le stanze imbottite di un manicomio, o un mondo/ospedale, dove la libera associazione non porta alla repressione della verità perché la libera associazione non è permessa, né a parole né a fatti. Parlare liberamente e associarsi con gli altri è troppo democratico. Sì, pensavamo di essere liberi. È la falsa coscienza ad essere pandemica. Lo sfruttamento è considerato benevolenza. Il silenzio regna. E gli sguardi velati dalle mascherine simboleggiano un terrore continuo, che si è diffuso come un virus.
Siamo ormai impegnati in una lunga guerra bifronte. Proprio come quella giustificata dagli omicidi di massa dell’11 settembre 2001, questa guerra al virus è qui per restare.
La domanda è: dovremo aspettare altri vent’anni per capire l’ovvio e lottare per le nostre libertà?
Possiamo essere certi che Zelikow e i suoi molti associati alla Covid Collaborative, tra cui il generale Stanley McChrystal, Robert Gates, Arnie Duncan, Deval Patrick, Tom Ridge e tutti gli altri, un’intera schiera di Repubblicani e Democratici sostenuti da grande ricchezza e supporto istituzionale, non “colpiranno le talpe” nella loro ricerca della verità. La loro agenda è molto diversa.
Ma, d’altronde, potreste ricordare da che parte stavano riguardo alla strage dell’11 settembre 2001 e le guerre senza fine che ne sono seguite.
Edward Curtin
Fonte: off-guardian.org
Link: https://off-guardian.org/2021/05/16/second-stage-terror-wars/
16.05.2021
FONTE: https://comedonchisciotte.org/la-seconda-fase-delle-guerre-al-terrore/
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Sally Zelikovsky – American Thinker – 7 maggio 2021
Se siete riluttanti a farvi praticare il vaccino Covid e cominciate a sentirvi invasi da forze che vi spingono a farvi vaccinare, non siete soli e non siete pazzi. C’è una ragione per cui vi sentite così. Siete stati manipolati.
Siamo bombardati da pubblicità che ci spingono ad essere socialmente responsabili. Professionisti medici, celebrità e persone nelle nostre comunità ci ammoniscono a non sottrarci al nostro dovere civico. Improvvisamente, il vaccino è l’unica via per la normalità.
Amici e familiari si vantano apertamente delle loro vaccinazioni e sussultano per lo stupore quando scoprono che non hai deciso o, peggio, che non lo farai. Anche i medici che te lo chiedono hanno quello sguardo di disapprovazione.
Il presidente alimenta abitualmente la paura, condannando recentemente i non vaccinati. Andrew Cuomo ha avuto il coraggio di suggerire che i non vaccinati “potrebbero uccidere la propria nonna”.
In aggiunta all’ammucchiata, siamo ora assediati da programmi di “incentivi” offerti da partenariati pubblico-privati che essenzialmente ci dividono in vaccinati e non-vaccinati…, e sta diventando assolutamente inquietante.
In primo luogo, i semplici incentivi “fatti vaccinare, ricevi un regalo”. Seguendo un programma simile del Connecticut, il governatore del New Jersey ha lanciato il programma “Birretta e punturina“, in cui coloro che si vaccinano a maggio ricevono una birra gratis nelle birrerie partecipanti, dietro presentazione di una “carta di vaccinazione”. Sta anche promuovendo un programma “Grati per l’iniezione” che porta i frequentatori delle chiese dalle funzioni religiose verso i siti di vaccinazione.
Il nightclub D’Jais di Jersey Shore sta ospitando una clinica di vaccinazione che darà agli avventori una Summer 2021 VIP Card. Ooh… i vaccinati sono persone molto importanti che devono essere riconosciute pubblicamente.
Il governatore della Virginia Occidentale Jim Justice sta probabilmente usando i dollari delle tasse per dare titoli di risparmio da 100 dollari a chiunque tra i 16 e i 35 anni si vaccini.
Gli incentivi si intensificano poi con l’esca di un trattamento speciale. Cuomo ha cooptato gli Yankees per offrire biglietti gratuiti ai fan che si vaccinano allo stadio. Lo stesso per i Mets. E, per proteggere i vaccinati dai non vaccinati, saranno seduti separatamente – anche se i vaccinati non possono prendere la Covid dai non vaccinati. Se non capite questo, allora l’intero campo dell’immunologia è capovolto e… il Sole gira intorno alla Terra.
Tutto questo ha i segni odiosi di una società a due livelli dove i vaccinati ricevono un trattamento speciale. Otterranno posti a sedere preferenziali mentre i non vaccinati si ammassano in piccionaia? Non stupitevi se le masse placate – vaccinate, privilegiate e innamorate della propria virtù civica fischieranno le immagini dei non vaccinati quando appaiono sul jumbotron. Ignaro di quanto questo suoni spregevole, Cuomo ha detto, “se sei vaccinato sei in una categoria, se sei non vaccinato, sei in un’altra categoria”. Tu, a destra. Il resto, a sinistra.
L’obiettivo? Far vergognare chiunque scelga di non essere vaccinato fino alla sottomissione.
A New York City, De Blasio ha annunciato l’ingresso gratuito per coloro che si vaccinano sotto la balena blu al Museo di Storia Naturale e ha aggiunto: “Cercheremo di creare incentivi proprio come questo per dare alla gente grandi opportunità quando si vaccinano“. Sconti e omaggi lasceranno il posto a sgravi fiscali, status elevato nella società, preferenze nelle ammissioni al college, lavori e contratti governativi? I non vaccinati dovranno sedersi in fondo all’autobus e bere da fontane diverse?
New York ha già l’Excelsior Pass che fornisce la prova digitale della vaccinazione; Chicago ha in programma un “vax pass” che dà accesso a concerti e altri eventi. Nel frattempo, una persona è già stata arrestata per la contraffazione delle tessere… ma vengono lasciati liberi gli assassini, gli stupratori e i violenti di sinistra.
Il governatore di Washington Jay Inslee ha appena “pubblicato una guida sulle sezioni per soli non vaccinati, quindi [ci sarà] la segregazione per vaccinazione, negli stadi all’aperto, alle cerimonie di diploma delle scuole, persino nella tua chiesa”.
Dal mio punto di vista privilegiato, i “dubbiosi del vaccino” sono molto analitici, molto calmi e molto pazienti. Non sono anti-vaccino per alcun motivo specifico, ma vogliono prendere una decisione informata, basata sui dati, soppesare i costi e i benefici, e fare ciò che ritengono meglio per se stessi e le loro famiglie. Sono disposti ad aspettare più informazioni sugli effetti a lungo termine prima di farsi bucare il braccio.
L’isteria proviene da individui in posizioni di potere che sembrano ignorare la scienza e si comportano in modo altamente irrazionale. Non sembrano afferrare ciò che i non vaccinati capiscono: i vaccini non hanno l’approvazione della FDA, ma solo l’autorizzazione all’uso di emergenza che permette l’uso di vaccini non approvati nelle emergenze di salute pubblica. Mentre i produttori dovevano ancora condurre tutte e tre le fasi degli studi clinici e presentare prove convincenti di sicurezza ed efficacia prima che la FDA rilasciasse l’EUA, il normale processo di approvazione avrebbe richiesto più tempo e prodotto più informazioni sugli effetti collaterali a lungo termine di questa tecnologia mRNA radicalmente nuova e potenzialmente paradigmatica.
Una volta che i più a rischio sono stati vaccinati e le morti e i ricoveri dei più vulnerabili diminuiscono, e il virus è in declino, dovremmo vaccinare l’intera popolazione senza una comprensione approfondita degli effetti collaterali a lungo termine? L’amministrazione Biden sta trasformando l’intero paese in una massiccia sperimentazione di fase clinica?
Più giovane e più sano è l’individuo, più è razionale per quella persona dire: “Il rischio di morire o di subire gravi conseguenze da un’infezione da Covid sono noti e sono bassi. Vaccinarsi presenta molte incognite”.
Gli isterici si affannano a capire come far capitolare gli esitanti. Questa forte spinta sta rendendo la gente diffidente: se è così ovvio che questo vaccino è la risposta, perché state cercando così tanto di convincerci con tutti questi incentivi?
Forse l’esperto di economia comportamentale dell’Università della Pennsylvania David Asch, MD, MBA, può spiegarcelo. Asch studia come le persone prendono decisioni sulla salute. Invece che utilizzare incentivi (birra e biglietti) o regole (vaccini obbligatori per frequentare la scuola), la gente può essere persuasa a prendere il vaccino utilizzando
una varietà di tecniche che sono più leggere delle regole o degli incentivi. Vengono dall’economia comportamentale, sono una forma gentile di paternalismo, eppure sono molto potenti.
C’è qualcosa chiamato ‘normalizzazione sociale’. Per quanto ci piaccia pensare che siamo noi a prendere le nostre decisioni, la verità è che uno dei fattori più motivanti per gli esseri umani è fare quello che pensiamo che tutti gli altri stiano facendo.
Il paternalismo presume che il bersaglio sia stupido e facilmente controllabile. La schiavitù è paternalistica. Il paternalismo è molto potente, ma per niente gentile e dovremmo resistere con tutte le nostre forze.
La messaggistica è progettata per sollecitare le nostre corde del cuore e stuzzicare il nostro desiderio di correre di nuovo con la folla normale; dare il cinque ai compagni di baseball; essere parte di qualcosa di buono, qualcosa di speciale, qualcosa di quasi religioso… per salvare vite. Tutti gli altri lo stanno facendo. Non voglio essere “quel tipo”.
Utilizzando gli ingredienti chiave della propaganda – psicologia e marketing – Asch spiega: “Non cercate di usare regole basate su idee razionali“. Per costringere i “dubbiosi del vaccino” ad abbandonare le loro facoltà ed accettare “la punturina” “dobbiamo sapere come agganciare i nostri programmi [di incentivazione] a quelle prevedibili debolezze psicologiche [prevedibili modi in cui siamo irrazionali]“.
Non con la ragione. O con i fatti. E certamente non con la scienza.
Link: https://www.americanthinker.com/articles/2021/05/whats_behind_vaccine_hysteria.html
FONTE: https://comedonchisciotte.org/cosa-ce-dietro-listeria-da-vaccino/
ECONOMIA
STRATEGIA COLONIALE DEI PRESTITI CINESI
La politica di espansione economica e commerciale cinese a ben vedere è costruita sull’utilizzo anche attraverso l’uso di una politica di favore del credito verso i Paesi con cui, progressivamente, sviluppa la propria influenza. Nella sostanza, grandi infrastrutture realizzate in Paesi terzi e funzionali alle attività commerciali cinesi sono costruite con un forte finanziamento a carico delle stesse istituzioni finanziari cinesi. Tuttavia, sono sconosciute le informazioni sui termini, le condizioni e sugli obblighi dei prestiti che vengono accesi da chi riceve questi prestiti. I contratti tra istituti di credito cinesi e i loro clienti governativi restano avvolti nel mistero, salvo rarissimi casi di cui si è potuto leggere qualche estratto.
Il motivo di tanta segretezza si è rivelato attraverso una serie di Report prodotti dai principali Think Tank e centri di ricerca, che hanno messo insieme un centinaio di contratti e li hanno potuti analizzare con attenzione. In quelli esaminati (riguardanti prevalentemente Istituzioni cinesi con 24 Paesi in via di sviluppo, con l’Africa, l’Asia, l’Europa orientale, l’America Latina e l’Oceania), ciò che si sono rivelate immediatamente anomale, sono state le clausole di riservatezza che impediscono ai mutuatari di rivelare i termini o persino l’esistenza del debito. Una seconda caratteristica, decisamente insolita, è quella degli istituti di credito cinesi che cercano di crearsi un vantaggio quasi assoluto su eventuali altri creditori, utilizzando accordi collaterali come l’istituzione di strumenti di controllo delle entrate governative ma sottoposte a controllo dal prestatore; inoltre, c’è una esplicita dichiarazione, per mantenere il debito fuori da ogni eventuale ristrutturazione collettiva, le cosiddette clausole “no Paris Club”.
Infine, un ulteriore passaggio mostra che le clausole di annullamento, sviluppo e stabilizzazione presenti in questi contratti consentirebbero, potenzialmente, ai prestatori di poter influenzare le politiche interne ed estere dei debitori. Certamente, se anche queste clausole potessero venire impugnate nelle sedi giudiziarie, l’azione cinese potrebbe limitare e complicare la eventuale gestione della crisi del debitore e complicare o addirittura negare la rinegoziazione del debito. E ciò si rappresenta quando, evidentemente, non è complessità di poco conto realizzare che i contratti cinesi consentirebbero agli istituti di credito di Pechino di influenzare le politiche interne – ed estere – dei Paesi debitori.
Nel complesso, i contratti analizzati utilizzano un approccio creativo per la gestione dei rischi di credito e superare mediante garanzie forti eventuali inadempienze, mostrando la Cina come un attore forte e commercialmente esperto. I prestiti emessi dalla Cina negli ultimi venti anni hanno raggiunto cifre impressionanti, superando di molto i 700 miliardi di dollari. Pechino è ufficialmente il più grande creditore al mondo, il doppio della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale messi insieme. Dai Balcani alla Bielorussia, dal porto del Pireo alla costruzione di infrastrutture in Liberia, da una diga in Nepal ai finanziamenti logistici in Cambogia, dai centri culturali in Algeria a una ferrovia in Kenya e fino alle costruzioni del mercato portuale di Gibuti. Diverse Istituzioni internazionali stanno denunciando che i prestiti cinesi non vengono inseriti nelle statistiche ufficiali né sono registrati da istituti di sorveglianza multilaterali o da agenzie di rating. Pechino agisce erogando i prestiti direttamente agli appaltatori cinesi presenti in un dato Paese, ottenendo:
l’azzeramento del rischio che il Governo destinatario del prestito spenda in modo improprio questo patrimonio;
il denaro resta esclusivamente all’interno del Sistema cinese;
i governi in via di sviluppo si illudono di ricevere direttamente questi grandi capitali, ma in realtà i fondi arrivano direttamente agli appaltatori cinesi all’estero mentre al Paese ospitante restano solo i debiti, che ricadono direttamente sulle popolazioni locali.
Non è secondario ricordare che quasi tutti questi “investimenti” sono in realtà prestiti finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche nei settori delle telecomunicazioni o dei trasporti. In maniera più o meno consapevole i Paesi che entrano in questo meccanismo, stanno accettando di indebitarsi e pagare, perché Pechino possa realizzare la propria Via della Seta.
(*) Direttore del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Internazionale per la Pace, delegazione di Roma
FONTE: https://www.opinione.it/economia/2021/05/18/enea-franza_strategia-coloniale-prestiti-cinesi-espansione-economica-commerciale-obblighi-prestiti/
IMMIGRAZIONI
Rigettati in mare: la via “Spagnola” contro i migranti clandestini
La Spagna ha deciso di prendere misure dirette ed immediate contro l’invasione, autorizzata dal Marocco, delle proprie enclave nord -africane da parte di decine di migliaia di immigrati clandestini. Oltre alle pressioni diplomatiche si sono utilizzati metodi forti e decisi. Si sono viste le immagini bellissime del sub spagnolo che salva la bambina di due anni
Però non vi hanno fatto vedere come i militari spagnolo gettino direttamente in mare i migranti, come potete vedere qui, per convincerli a tornare indietro.
In Italia processano Salvini perché ha ritardato l’entrata in porto di una nave, che dovrebbero fare ai militari spagnoli ? Nel frattempo Madrid ha espulso subito, con procedimento immediato, almeno 4 mila degli 8 mila migranti entrati e le procedure funzionano a ritmo serrato per completare le procedure quanto prima. Perché le stesse procedure non sono state applicate anche nel nostro paese, risolvendo in questo modo le tensioni a Lampedusa? Sono gli spagnoli meno “Civili” ed “Europei” degli italiani, o semplicemente Sanchez, pur essendo socialista, non vuole perdere le elezioni.
Una piccola nota sull’Unione Europea: nel caso della Spagna la Germania e la Francia hanno subito esercitato forti pressioni sul Marocco perché arrestasse il flusso migratorio e sono riuscite nell’intento. Perché non fanno lo stesso con l’Italia, anzi la Germania ci manda le sue barche a far da traghettatori fra Libia e Sicilia? Siamo noi meno degni di aiuto , meno “Piegati” a Parigi e Berlino?
Ah a saperlo….
FONTE: https://scenarieconomici.it/rigettati-in-mare-la-via-spagnola-contro-i-migranti-clandestini/
PANORAMA INTERNAZIONALE
Il Libano non avrà più elettricità dal 22 giugno
La società pubblica Elettricità del Libano (EDL) ha iniziato a diminuire la produzione, oggi ridotta a sei ore al giorno. La compagnia ha annunciato che a causa della mancanza di mezzi cesserà ogni attività al più tardi dal 22 giugno 2021.
Venerdì 14 maggio 2021, le navi-centrali turche di Zouk e Jiyé hanno cessato la produzione: non vengono pagate da 18 mesi e il procuratore di Beirut ne aveva bloccato l’attività nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. EDL deve già 180 milioni di dollari alla società turca Karpowership.
Le centrali libanesi non hanno più mezzi per acquistare carburante. Il parlamento ha annullato la legge 215/2021, che permetteva di attingere ai fondi della Banca Centrale per acquistarne.
Il 22 giugno gli ascensori smetteranno di funzionare. Anche i climatizzatori. Sarà impossibile ricaricare i telefoni portatili e lavorare con i computer.
Una piccola riserva di elettricità sarà tuttavia a disposizione di alcuni ospedali.
Dei privilegiati potranno ancora acquistare benzina e produrre elettricità con gruppi elettrogeni. Ma il terzo della popolazione, che già non mangia a sufficienza, non potrà mai permetterselo.
FONTE: https://www.voltairenet.org/article213137.html
22 stati americani sono territorio liberato
di Michael Hauke
In 22 stati degli Stati Uniti non ci sono state misure corona per mesi … e ancora nessun sistema sanitario sovraccarico
Tutte le misure della corona sono state revocate nello stato americano della Florida nel settembre dello scorso anno. Non c’è stato alcun obbligo di maschera lì per oltre sette mesi, nessuna regola sulla distanziamento e certamente non più lockdown.
Il governatore della Florida, Ron DeSantis, aveva un coprifuoco di un mese all’inizio del periodo Corona, nell’aprile 2020. Ora si è scusato con i suoi cittadini per questa decisione.
Con la decisione di revocare tutte le misure, l’anno scorso si è guadagnato molto scetticismo. È stato accusato di una politica irresponsabile che avrebbe provocato decine di migliaia di morti corona. Tuttavia, è diventato subito evidente che i numeri si stavano sviluppando in modo non diverso, in alcuni casi anche migliore, rispetto agli Stati che hanno continuato ad attuare misure molto restrittive. In termini di tasso di mortalità, la Florida è ora ben al di sotto della media degli Stati Uniti.
Il Texas ha seguito l’esempio della Florida come prossimo stato all’inizio di quest’anno. Anche qui non c’è stato un sovraccarico del sistema sanitario – e non sono morte più persone del solito. Sempre più Stati si sono uniti, ora ci sono 22 Stati USA che non hanno più misure corona.
E negli ospedali? Tutto è normale! I video di questi stati mostrano ristoranti affollati, feste chiassose, arene sportive esaurite, concerti, ecc. L’economia è in pieno svolgimento. Una vita che non puoi più immaginare in questo paese.
Queste immagini da sole sono così incredibili per un normale tedesco che non vengono mostrate nei soliti media. Non è più una rotta speciale, perché gli stati senza misure corona ora costituiscono ben più della metà dell’area degli Stati Uniti. Ne avevo già parlato nel numero 05/21 del 10 marzo 2021. In Germania non sarà più possibile occultare la revoca totale delle misure nei molti Stati americani.
Probabilmente allora la completa libertà negli Stati Uniti sarà giustificata da un’elevata quota di vaccinazioni. Ma questo è sbagliato da due punti di vista, perché in primo luogo, la Florida ha revocato tutte le misure prima dell’inizio della campagna di vaccinazione, e il tasso di vaccinazione completa negli Stati Uniti era inferiore al 10% all’inizio di marzo, quando la maggior parte degli stati ha revocato le misure. Ma c’è anche una seconda circostanza: in dodici Stati federali è vietato il certificato di vaccinazione digitale, che presto deciderà sui diritti fondamentali e sulla partecipazione alla vita sociale. Avete letto bene: Dodici stati degli Stati Uniti hanno reso questo tipo di discriminazione un reato penale. Quindi la vaccinazione non ha avuto alcun ruolo nella revoca delle misure.
Immaginate che in Germania si saprebbe effettivamente che gli stati americani senza misure hanno esattamente gli stessi – in alcuni casi anche significativamente migliori – valori Corona rispetto agli stati con maschera obbligatoria, regole sulla distanza e blocchi. Si potrebbe cominciare a mettere in discussione il significato di tutto ciò. O peggio, potresti scoprire che sono state fornite prove che maschere, spazi e blocchi non hanno alcun effetto su ciò che accade. Un mondo sarebbe davvero crollato.
Gli Stati in cui i governatori locali non solo non obbligano, ma spesso hanno positivamente vietato le mascherine e/o le vaccinazioni. Ancora una vbolta dovreno attendere la liberazione dagli USA?
La Croce Rossa americana: i vaccinati non possono donare il sangue, perchè il vaccino distrugge completamente i loro anticorpi naturali…
Lo avevamo anticipato con i nostri studi, ora la conferma ufficiale. INVECE IN ITALIA LI VOGLIONO VACCINATI I DONATORI DI SANGUE !!!!!!
www.rinascimentoitalia.it
Vaccini per i 12-15enni, Speranza: “Il 28 maggio l’ok dell’Ema per utilizzare Pfizer”
Il ministro della Salute: “In arrivo 20 milioni di dosi, immunizzare i giovani è altamente strategico ed è essenziale per la riapertura in sicurezza del prossimo anno scolastico”
Pfizer, ok vaccino bimbi 6 mesi-11 anni a inizi 2022
ROMA, 20 MAG – I risultati della sperimentazione del vaccino anti-Covid Pfizer-BioNTech nei bambini tra 6 mesi e 11 anni “prevediamo saranno disponibili nella seconda metà del 2021. Se la sicurezza e immunogenicità saranno confermate, speriamo di ricevere l’autorizzazione per la vaccinazione di questi bambini più piccoli entro l’inizio del 2022”. Lo afferma l’azienda Pfizer all’ANSA. Lo scorso marzo, Pfizer e BioNTech hanno inoculato il proprio vaccino ai primi bambini sani in uno studio globale di fase 1/2/3 per valutarne ulteriormente sicurezza, tollerabilità e immunogenicità nei bimbi. (ANSA).
REGNO UNITO – SOMMINISTRAZIONE DEI VACCINI AI BAMBINI INCONTRA RESISTENZE
Decine di medici e scienziati hanno scritto all’MHRA (omologo dell’AIFA italiana) per esprimere la loro “grave preoccupazione” per le proposte del governo in merito alla vaccinazione dei bambini. Alcuni esperti mettono in dubbio i benefici della misura proposta. In una lettera congiunta, hanno avvertito che è “irresponsabile, non etico e non necessario” colpire i bambini e hanno esortato il supervisore dei farmaci a non “ripetere gli errori della storia”. Il loro intervento è avvenuto mentre il Segretario di Stato per la salute e l’assistenza sociale del Regno Unito, Matt Hancock, annunciava che la Gran Bretagna ha acquistato abbastanza vaccini Pfizer da poter vaccinare tutti i bambini di età superiore ai 12 anni.
(Fonte: The Telegraph (https://www.telegraph.co.uk/news/2021/05/18/vaccine-roll-children-faces-backlash/))
Anche in Italia c’è chi si oppone:
Perché diciamo no alla vaccinazione Covid per i bambini (quotidianosanita.it)
18 MAG – Gentile Direttore,
la Rete Sostenibilità e Salute ha lanciato un appello, già sottoscritto da Associazioni mediche italiane e da circa mille medici e operatori sanitari impegnati nella ricerca di base e universitaria, prevenzione e cura dei malati di COVID-19, per una moratoria delle vaccinazioni COVID-19 ai bambini. In base alle attuali conoscenze i motiviper vaccinare in massa i bambini sono scarsi.
I vaccini contro la COVID-19 stanno riducendo casi gravi e mortalità negli anziani; hanno soprattutto senso nelle popolazioni a rischio, dove la Covid-19 può essere grave e letale. Invece i bambini hanno incidenza bassa, spesso asintomatica, di malattia, o manifestazioni lievi o moderate: vaccinarli non offre loro sostanziali benefici diretti.Il rapporto costi-benefici di ogni campagna di vaccinazione dipende dal peso della malattia nella popolazione bersaglio, dalle risorse disponibili, dalla valutazione di effetti indiretti e dall’impatto nel tempo. La gravità della Covid-19 nei bambini è simile a quella dell’influenza, vaccinarli non è prioritario neanche in paesi ad alto reddito, né per l’OMS.
Né vi sono benefici di rilievo per la comunità, perché i bambini hanno un ruolo minore nella trasmissione. Bambini e adolescenti hanno più contatti sociali rispetto agli anziani, e immunizzarli potrebbe far circolare meno il virus e proteggere anziani e fragili. I bambini però sono meno suscettibili degli adulti all’infezione e alla trasmissione. Paesi che hanno tenuto aperte le scuole primarie, come la Norvegia, mostrano il ruolo limitato dei bambini nel sostenere le trasmissioni e che vaccinarli darebbe riduzioni di rischio marginali per la comunità. Invece, se la circolazione del virus diminuisce, aumenta l’età dell’infezione primaria, direttamente associata alla patogenicità: vaccinare i bambini porterebbe forse meno infezioni, ma di maggior gravitàe letalità.
A fronte di benefici minimi o trascurabili non ci pare opportuno esporre i bambini a rischi di a breve di eventi avversi noti e comuni, benché in gran parte reversibili, e a lungo termine ancora non individuati ma possibili. Vaccini con tecniche innovative possono avere effetti anche diversi da quelli oggi noti. C’è la teorica possibilità di ADE (antibody-dependent enhancement), con rischi di malattie polmonari più gravi quando un vaccinato incontra i virus circolanti.
L’incidenza, oggi modestissima, della sindrome infiammatoria multisistemica correlata a COVID-19 (MIS-C) nei bambini potrebbe aumentare dopo le vaccinazioni, com’è stato per la VAED (vaccine-associated immune-mediated enhanced disease), per interazione tra anticorpi indotti dal vaccino contro la Dengue e ceppi diversi del virus selvaggio, o della VAERD (vaccine-associated enhanced respiratory disease), reazione respiratoria grave comparsa nel 1967 con il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale. La sorveglianza post-marketing è iniziata da poco: informazioni su eventi rari ma seri si possono presentare negli anni, soprattutto con ampi e prolungati programmi di sorveglianza attiva, oggi carenti o assenti.
L’immunità di gregge con la vaccinazione di massa è implausibile, perché:
- questi vaccini riducono ma non azzerano la trasmissione, e sono meno efficaci su alcune varianti già emerse
- nuove varianti, anche resistenti ai vaccini, si diffondono velocemente con i movimenti delle popolazioni. Alti tassi d’immunizzazione potrebbero creare pressioni selettive con vantaggi per varianti che potrebbero attaccare anche i vaccinati
- non è ancora nota l’entità e durata della protezione da vaccino. Ad oggi non è stabilita la necessità e frequenza di dosi di richiamo per mantenere l’immunità (ma già si parla con insistenza di rivaccinazioni almeno annuali), ed è sconosciuto l’effetto di rivaccinazioni periodiche
- le campagne vaccinali procedono a ritmi diversi nei diversi paesi e nelle regioni, e comunque i problemi per vaccinare/rivaccinare 8 miliardi di persone non sembrano gestibili
- i vaccinati possono tendere a comportamenti meno attenti
- diverse specie animali sono già noti serbatoi del virus.
Non c’è dunque giustificazione altruistica o etica nel vaccinare i bambini per proteggere gruppi a rischio, già oggetto di intense campagne vaccinali.
La popolazione pediatrica è eterogenea, con caratteri fisiologici distinti anche nelle varie fasce d’età. I bambini sono più suscettibili a effetti avversi dei farmaci rispetto agli adulti, reagiscono in modo molto diverso nelle diverse età. Nuove vaccinazioni nei calendari vaccinali potrebbero dare interazioni sconosciute anche con le vaccinazioni di routine.
Con riferimento alle prove scientifiche disponibili, senza rinunciare a discutere delle strategie più efficaci contro la pandemia e rifiutando strumentalizzazioni antivacciniste, rivendichiamo l’imperativo ippocratico primum non nocere come principio base per ogni medico e misura di sanità pubblica. I bambini sono meno colpiti dalla pandemia, ma rischiano di essere le sue più grandi vittime.
Continueremo a impegnarci per promuovere alimentazione sana e stili di vita adeguati a preservare le fisiologiche capacità difensive contro tutte le infezioni e le malattie cronico-degenerative.
Per la Rete Sostenibilità e Salute:
- Associazione Salute Pubblica
- AsSIS – Associazione di Studi e Informazione sulla Salute
- Comitato Giù le mani dai Bambini ONLUS
- Fondazione Allineare Sanità e Salute
- Fondazione per la Salutogenesi ONLUS
- Gruppo No Grazie
- LUMEN APS
- Medicina Democratica ONLUS
- Rete Euromediterranea per l’Umanizzazione della Medicina
- Saluteglobale.it
18 maggio 2021
POLITICA
Lo schema fraudolento della “lega delle democrazie”
Ted Galen Carpenter – AntiWar.com – 18 maggio 2021
Continuano circolare rapporti affidabili che il presidente Biden intenda convocare un “summit delle democrazie” per quest’estate, anche se le preoccupazioni che un raduno del genere possa diventare un evento di super-diffusione del coronavirus, potrebbero far ritardare questo incontro. L’obiettivo implicito è quello di creare un blocco politico e diplomatico (e forse anche militare) di paesi “democratici” con lo scopo di contenere il potere e l’influenza dei due principali stati “autoritari”, Russia e Cina, e per contrastare la presunta crescita dell’autoritarismo a livello globale. Si tratta di un concetto profondamente viziato sia concettualmente che in termini di esecuzione. Infatti, il perseguimento di questa perniciosa chimera ha il potenziale di colpire le già fragili relazioni dell’America con diversi paesi importanti e di aumentare i rischi per la sicurezza e il benessere del popolo americano.
Biden e i suoi consiglieri chiave avevano espresso il proprio desiderio di creare una lega di democrazie (naturalmente sotto la benevola guida di Washington) anche prima che l’amministrazione entrasse in carica. Lo stesso presidente Biden aveva dato notevole risalto a questa proposta durante la campagna elettorale del 2020. Lui e altri funzionari avevano anche esortato gli attuali partner dell’alleanza democratica di Washington a creare un fronte comune contro Mosca e Pechino.
Nei commenti rilasciati il 28 dicembre, l’odierno presidente americano ha dichiarato che “poiché competiamo con la Cina e riteniamo il governo di Pechino responsabile di suoi abusi nel campo del commercio, della tecnologia, dei diritti umani e su altri fronti, la nostra posizione sarà molto più forte quando stabiliremo coalizioni con partner e alleati che la pensano come noi per fare causa comune in difesa dei nostri interessi e valori condivisi”. Biden ha aggiunto che “per quanto riguarda qualsiasi questione importante per le relazioni tra Stati Uniti e Cina, noi siamo più forti ed efficaci quando siamo affiancati da nazioni che condividono la nostra visione per il futuro del nostro mondo”.
Il discorso del presidente alla conferenza annuale sulla sicurezza di Monaco nel febbraio 2021 ha trasmesso ancora più enfaticamente la sua convinzione sia nella solidarietà democratica che in una presunta minaccia autoritaria globale. “Siamo nel mezzo di un fondamentale dibattito sul futuro e sulla direzione del nostro mondo. Siamo ad un punto di flessione tra coloro che ritengono che, date tutte le sfide che abbiamo davanti… l’autocrazia sia il modo migliore per andare avanti e coloro che comprendono che la democrazia è essenziale, essenziale per affrontare queste sfide”. Una più intensa cooperazione tra le democrazie del mondo è imperativa, ha sottolineato. “Spero che le vostre democrazie si uniranno a noi in questo impegno di vitale importanza”.
Biden non ha lasciato dubbi sui due principali paesi che rappresentano una “minaccia” ai valori democratici. “Dobbiamo prepararci insieme per una competizione strategica a lungo termine con la Cina. Il modo in cui gli Stati Uniti, l’Europa e l’Asia lavorano insieme per assicurare la pace e difendere i nostri valori condivisi e far progredire la nostra prosperità in tutto il Pacifico sarà tra gli sforzi più importantiche intraprenderemo“. La sua animosità nei confronti di a Pechino era chiara, ma la sua ostilità verso Mosca sembrava ancora più pronunciata. Biden ha sostenuto che la solidarietà democratica “è anche il modo in cui saremo in grado di affrontare la minaccia della Russia. Il Cremlino attacca le nostre democrazie e supporta la corruzione per cercare di minare il nostro sistema di governo”. Le sfide con la Russia “possono essere diverse da quelle con la Cina, ma sono altrettanto reali”.
Il mese successivo, il segretario di Stato Antony Blinken ha anche esortato le democrazie europee a “contrastare” sia la Russia che la Cina. Per tutta la retorica sui valori democratici condivisi, nelle varie esortazioni dell’amministrazione Biden c’era il tono inconfondibile di un desiderio sottostante di un’alleanza anti-Russia e anti-Cina basata su calcoli geostrategici e geopolitici a sangue freddo.
Parlando di un summit delle democrazie e, ancor meno, di una creazione di una lega organizzata delle democrazie, sorgono molteplici problemi. Ci sono già speculazioni su quali paesi saranno o non saranno inclusi nell’elenco degli invitati al conclave. A quanto sembra, sarà Washington a decidere quali paesi hanno i requisiti necessari per qualificarsi come “democratici”. Alcuni degli alleati della NATO potrebbero scoprire che i loro inviti si sono persi nella posta – a meno che l’amministrazione Biden non voglia praticare un’ipocrisia di alto livello. Nessuna persona seria può sostenere che il regime di Recey Tayyip Erdogan in Turchia sia ancora una vera democrazia – non con migliaia di oppositori politici che languono in prigione e con i media indipendenti che vengono trasferiti con la forza ai compari di Erdogan.
Altri membri della NATO, in particolare l’Ungheria e la Polonia, non sono lontani dalla Turchia nella scala dell’autocrazia. Ma gli Stati Uniti snobberanno ostentatamente alcuni dei loro stessi partner dell’Alleanza? O i funzionari degli Stati Uniti sorvoleranno convenientemente su tali difetti, anche se così facendo si indebolirebbe la causa morale contro una Russia autocratica? Washington affronta un problema simile con alcuni dei suoi altri regimi preferiti in Europa orientale, in particolare quelli in Kosovo e Ucraina. La tensione tra le richieste statunitensi di purezza democratica e le considerazioni strategiche può diventare ancora più acuta rispetto al governo sempre più autoritario del primo ministro Narendra Modi in India.
Anche se i funzionari dell’amministrazione Biden sembrano credere che stabilire una lega di democrazie e creare un’alleanza strategica contro la Russia e la Cina siano obiettivi pienamente compatibili, in realtà non lo sono. Alcuni paesi genuinamente democratici, come il Giappone e la Corea del Sud, sono cauti nell’unirsi a una crociata guidata dagli Stati Uniti contro i loro potenti vicini. Altri paesi che potrebbero essere interessati a far parte di un fronte comune contro una o entrambe queste potenze non sono in grado di gabellarsi come stati democratici.
Data la sua storia di ipocrisia sulla questione della democrazia, l’amministrazione Biden potrebbe optare per una flagrante ipocrisia. Dopo tutto, i funzionari statunitensi durante la Guerra Fredda non hanno avuto problemi a presentare alcuni dei regimi più criminali del pianeta come membri del “Mondo Libero” – purché seguissero la guida di Washington e si opponessero all’Unione Sovietica. Anche durante l’era post-Guerra Fredda, le amministrazioni statunitensi hanno mantenuto buone relazioni con nazioni come l’Arabia Saudita e l’Egitto.
La probabile ipocrisia che avvolgerà i piani per una lega delle democrazie è abbastanza brutta, ma la nozione di una crociata democratica contro la Russia e la Cina è potenzialmente molto pericolosa. Le dure politiche di Washington stanno già creando tensioni allarmanti sia con Mosca che con Pechino, e queste politiche stanno spingendo i due paesi insieme per difendere i loro interessi fondamentali. L’amministrazione Biden deve cercare modi per ridurre, non esacerbare, queste tensioni. Invece, i funzionari statunitensi sembrano intenzionati a perseguire una serie di misure che potrebbero provocare una crisi con una conseguente alleanza russo-cinese. Il vertice delle democrazie proposto da Biden e il suo piano più ampio per un’alleanza democratica globale è un’ulteriore copertura retorica per una doppia politica di contenimento che potrebbe facilmente esplodere in faccia a Washington. Prima questo schema viene abbandonato, meglio è.
FONTE: https://comedonchisciotte.org/lo-schema-fraudolento-della-lega-delle-democrazie/
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