RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
24 marzo 2020
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Il cielo si rasserena
fino a diventare vuoto.
Canto di detenuti.
(Ogiwara Seisensui, Giappone, 1884-1908)
In: Il grande libro degli Haiku, Castelvecchi, 2010, pag. 374
https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/
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SOMMARIO
Il Mossad e la Guerra Psichica – Versione 65.35.28.15.7.0
LA PRIMA “GUERRA BATTERIOLOGICA MONDIALE”
ECCO A CHI CONTE (e Vito Crimi) STANNO VENDENDOCI
IUS SOLI: I CALCOLI ELETTORALI DI BREVE PERIODO E LA PROSPETTIVA ELISYUM
Ora che la crisi rientra – e lo si sapeva – chi pagherà per gli enormi danni economici del “CHIUDIAMO TUTTO”?
Liberiamoci da questo insensato terrorismo
George Soros: nessuna donazione all’Italia, sorprende il suo silenzio
Veneziani: ci minaccia il pericolo di una dittatura sanitaria
La bellezza del nuovo regime
Magaldi: il Covid-19 puzza di bruciato, come l’11 Settembre
ESERCITAZIONE NATO: L’ITALIA SI RITIRA. GUERINI, ‘UOMINI IMPIEGATI PER L’EMERGENZA SANITARIA’
Il mistero della tomba di Tutankhamon: curiose anomalie
Contro il coronavirus scende in campo anche il Mossad
Un virus artificiale?
Coronavirus – I fallimenti dei governi occidentali e le possibili terapie
Per la Consob non c’è speculazione in Borsa
Il Fiero Pasto ai tempi del coronavirus e del MES
Consob dia più visibilità alla Black e alla Grey List
Jeff Bezos vi chiede di aiutare i dipendenti di Amazon
Tutti in gara per aiutarci, anche Pornhub. Tranne la Chiesa
L’epidemia del neoliberismo
Salvini chiede al premier Conte stop a Mes e tasse
L’uso politico dei parassiti
EDITORIALE
Il Mossad e la Guerra Psichica – Versione 65.35.28.15.7.0
Manlio Lo Presti – 24 marzo 2020
Il terrore corre su tutti i canali informativi web, carta stampata, reti televisive di terra di mare di aria.
Va garantito il caos perché il FATE-PRESTO-NON-CI-SONO-ALTERNATIVE deve essere il parametro principale di ogni decisione. Oltretutto, il criterio d’urgenza permanente ha il pregio di coprire le incompetenze e le inefficienze di gente incapace ma fedele insediata per obbedire e non per risolvere! Come un copione già visto migliaia di volte, gli effetti negativi e direi distruttivi di queste decisioni sbagliate, tardive o insufficienti ricadranno sulla popolazione che doveva tutelare:
- costi eccessivi delle operazioni di gestione della c.d. pandemia;
- disordini e ribellioni, eufemisticamente definiti “tenuta sociale”;
- tassazione brutale da somigliare ad una taglia o ad un saccheggio di risorse;
- disoccupazione di milioni di persone, incoraggiata e soprattutto giustificata dalla positiva diffusione del telelavoro che, di fatto, consentirà l’espulsione di ingenti masse di lavoratori dai cicli produttivi di beni e servizi.Ha iniziato Briatore con un iniziale licenziamento in blocco di 1.200 dipendenti che è passato ipocritamente sotto silenzio ANCHE DEI SINDACATI!!! (1)
- crolli pilotati della borsa, per consentire l’acquisto a poco prezzo di aziende e attività produttive italiane;
- blocco progressivo della rete bancaria di città, per rendere difficoltosi i prelievi bancomat e la probabile CORSA AGLI SPORTELLI;
- colonne militari corazzate in varie città per prevenire tumulti popolari.
La pandemia ha messo in evidenza la cinica inerzia e lentezza dell’unione europea. I peggiori nemici del nostro Paese sono stati gli esponenti italiani, in carica e non, che non fatto nulla dall’inizio della infezione. Per contro, abbiamo in Italia IL COMMISSARIO INVIATO DALL’OMS, italiano anche lui, avente il compito tassativo ed esecutivo di dettare il copione al GOVERNO BADOGLIO 2.0.
Sarebbe interessante sapere se simile COMMISSARIO TECNETRONICO OMS è presente in altri Paesi a dettare le direttive ai governi controllati!
Avrei una serie di domande che ovviamente non non avranno risposta:
- COSA STANNO FACENDO I NOSTRI SERVIZI SEGRETI?
- I RAPPORTI QUOTIDIANI DI AISI E AISE SONO ALMENO SBIRCIATI DAL BADOGLIO 2.0?
- I SERVIZI HANNO DOSSIERATO GLI EVENTUALI UNTORI
- I SERVIZI HANNO CONTROLLATO LE AZIENDE INFEDELI CHE HANNO PREFERITO VENDERE LE MASCHERINE ALL’ESTERO?
- I SERVIZI SANNO TUTTO SUI MOVIMENTI DI DIVISIONI CORAZZATE NEL NOSTRO TERRITORIO NAZIONALE E I NOMI DI COLORO CHE HANNO IMPARTITO TALE ORDINE PER-CONTO-DI-CHI?
- I SERVIZI CONOSCONO I NOMI DEGLI ORGANIZZATORI DELLE RIVOLTE CARCERARIE?
- I SERVIZI STANNO TENENDO A BADA I PROMOTORI (anche e soprattutto quelli originari dell’Africa, dei Balcani, ecc.) DI POSSIBILI ATTENTATI CON MIGLIAIA DI MORTI IN SCUOLE, OSPEDALI, LINEE FERROVIARIE, AEROPORTI, ECC. ECC. ECC. ECC.?
TALI QUESITI, IN PIENO STILE OMERTOSO DECENNALE ITALIANO, NON AVRANNO RISPOSTA.
I giornalisti veri e padroni del proprio mestiere e della propria dignità, dovrebbero trovare risposte o, quantomeno, sollevare questioni di tale importanza. INVECE NIENTE.
INVECE, È IMPORTANTE PARLARE DI ANTIFASCISMO, GENDER MULTISEX, POPULISTI DA STERMINARE, CALCIO, COCAINA, TELECRISTI, TELECULI, PAYTV …
Sono arrivati aiuti dalla Russia, dalla Cina, DA TUTTO IL MONDO – tutti bloccati da vari Paesi europei e poi sbloccati per la universale riprovazione di tali comportamenti cinici – medici da Cuba, dall’Europa, MA NESSUN AIUTO DALLA AMOREVOLE UNIONE EUROPEA.
Per chi ancora fa finta di non capire a causa delle stecche incassate, questa unione europea si è platealmente dimostrata una macchina
repressiva,
depressiva,
pauperistica,
speculativa,
non eletta da nessuno.
RIUSCIREMO A TRARNE UNA LEZIONE PROFICUA PER DELINEARE LE PROSSIME STRATEGIE A TUTELA PRIORITARIA DEGLI INTERESSI NAZIONALI?
TEMO CHE NON CI SARA’ NESSUNA VARIAZIONE DI PROGRAMMA PER ATTUARE VELOCEMENTE LA DISTRUZIONE DELL’ITALIA
P.Q.M.
Saranno pochissimi coloro che risponderanno
perché il 99% della élite italiana è marcia
e A BUSTA PAGA DI POTERI ESTERI .
QUESTA GANG DI SERIAL KILLERS ANTIITALIANI
non potrà fare nulla di diverso da quanto dettato
dai pretoriani commissari tecnetronici presenti in Italia.
Rischierebbero di avere i propri cari assassinati
e loro stessi di “essere suicidati” …
NOTE
1)https://www.ilgiornale.it/news/politica/briatore-decreto-paranoico-e-populista-io-ho-licenziato-pi-1843185.html
IN EVIDENZA
LA PRIMA “GUERRA BATTERIOLOGICA MONDIALE”
di Marco Corno –
La pandemia di coronavirus che dall’inizio dell’anno affligge l’umanità ha alimentato il caos geopolitico del nostro mondo. Lo shock causato da questo nuovo inopinato cataclisma sembra aver bloccato temporaneamente la vita delle persone, incredule e spaesate per l’attacco di un nemico inaspettato. L’onda d’urto rischia di portare indietro le lancette della storia dell’umanità di diversi secoli soprattutto per le conseguenze economiche. Benché ci sia ancora molta diffidenza nell’affermarlo, la crisi attuale è da considerarsi peggiore perfino di quella di Wall Street del 1929, non solo per la sua connotazione economico-finanziaria ma soprattutto per il suo aspetto sanitario e le ripercussioni sulla salute delle persone.
Dal punto di vista dell’ordine internazionale, il coronavirus getta ancora più nel caos il già caotico sistema internazionale. L’epidemia di Covid-19 avrà lo stesso impatto geopolitico della Guerra dei Trent’anni (1618-1648) che diede vita al cosiddetto sistema internazionale vestfaliano degli stati (1648). Già da tempo molti storici e politologi parlano apertamente di disordine internazionale, definendo l’attuale ordine internazionale come post-vestfaliano, perché afflitto da forze centrifughe che frammentano sempre di più il dominus americano, nato dopo la fine della Guerra Fredda (1991), e il cui sviluppo è incerto. Adesso, questa pandemia geopolitica ha dato il definito coup de grace ad un sistema in frantumi e ha accelerato quei processi storici innescatisi dal 11 settembre 2001 che daranno vita veramente ad un nuovo ordine internazionale neo-vestfaliano o post vestfaliano.
I primi ad essere colpiti da questo fenomeno saranno le grandi potenze come Cina e USA.
Entrambe le potenze si trovano ora a dover inseguire e affrontare un evento tutt’altro che epifenomenico che potrebbe scombinare i rispettivi piani, specialmente per Pechino. Da un’analisi puramente economica la perdita produttiva della Cina è di ben il 13,5% e la prospettiva di crescita annuale del PIL passata dal 5.8% al 2.9% fanno presagire una debellatio del progetto 2049 di Xi Jinping, sempre più lontano nel tempo. Eppure studiare solamente dal punto di vista economico la situazione cinese è un errore perché non tiene conto della cultura cinese e della loro capacità di reazione alle difficoltà che si trovano ad affrontare, il che fra presagire un possibile ritorno ancora più forte della Cina nella società internazionale. Le cosiddette Via della Seta della salute cinesi inaugurate da Xi Jinping, qualche giorno fa, manifestano la volontà di Pechino di non voler perdere quanto ottenuto finora, suscitando immediatamente le proteste degli USA che hanno accusato Pechino di negligenza nell’affrontare l’epidemia di coronavirus. Questi sono i primi segnali di un possibile inasprimento dei rapporti tra Pechino e Washington che potrebbero portare le élite di ambo i paesi a prendere decisione avventate in un momento di forte debolezza come Sparta contro Atene, prima della guerra del Peloponneso del 431-404 a.C, quando Sparta, potenza egemone, nel tentativo di impedire l’ascesa di Atene decise di intraprendere una guerra che provocò la distruzione di entrambe le polis, sebbene Sparta formalmente ne uscì vincitrice, ponendo fine alla grande civiltà greca.
Questa pandemia sta accelerando processi geopolitici già innescatisi da anni, accorciandone lo sviluppo temporale, come il ritorno prepotente della storia nella società internazionale e con essa la vecchia logica di potenza che ha gli stati come propri protagonisti principali.
Da questa pandemia le istituzioni internazionali, come l’ONU, ne usciranno più indebolite come la Società delle Nazioni, entrata definitivamente in crisi dopo l’invasione nipponica della Manciuria nel 1931.
La stessa Unione Europea è stata messa sottopressione in questi ultimi 13 anni e il coronavirus rischia di distruggerla definitivamente a causa di lunga serie di debolezze ed errori compiuti, ad esempio la mancanza di solidarietà della Ue nei confronti dei paesi più colpiti dall’epidemia come l’Italia, l’ipocrisia degli stati europei sul rispetto dei diritti umani (soprattutto verso i poveri, le minoranze etniche e i migranti), il ripudio delle origini cristiane della stessa comunità europea e l’eccessiva visione economicista della società europea intrappolata in paradigmi rigidi, inadatti a gestire un fenomeno delicato e complesso come la sanità. A tutto ciò si unisce la fragilità delle democrazie europee che a differenza di quelle asiatiche, Giappone e Corea del Sud, e dell’autoritaria Cina hanno sottovalutato in modo irresponsabile il fenomeno, finendo in un vicolo cielo.
La crisi altisonante rischia di riportare l’Europa agli anni’70 del XIX secolo quando non esistevano né Schengen né la moneta unica e nemmeno la bandiera europea, ma rigidi confini che delimitavano i popoli e che spesso diventavano oggetto di dispute territoriali. La sospensione delle stesse democrazie occidentali per contenere l’epidemia potrebbe rappresentare un punto di non ritorno qualora questa “guerra batteriologica” risultasse essere più difficile del previsto da vincere. La debacle europea, o meglio la sua implosione, trasformerebbe l’Europa da “soggetto geopolitico” ad “oggetto geopolitico”, preda delle grandi potenze (USA, Russia, Cina) e di potenze regionali in ascesa (Turchia ad esempio), ambiziose di guadagnarsi il droit de regard della regione.
L’umanità sta vivendo forse inconsciamente il “primo conflitto batteriologico mondiale” della sua storia, una guerra imprevista, senza confini in cui si combatte per la sopravvivenza stessa della razza umana e il cui nemico invisibile risulta essere più difficile da stanare e sconfiggere di qualsiasi organizzazione terroristica, più di Al-Qaeda e dello Stato Islamico.
Esiste una strana forza mistica che corre lungo i secoli: nel 1814-1815 con il Congresso di Vienna si posero definitivamente fine alle guerre napoleoniche, esattamente cent’anni dopo, nel 1914, l’umanità sperimentò la prima vera guerra industriale moderna (la Prima Guerra Mondiale) e 102 anni dopo la sua fine la razza umana sta vivendo la “Prima Guerra Mondiale Batteriologica” che potrebbe o porre le condizioni o evolvere in una Terza Guerra Mondiale tout court.
Di certo questa catastrofica pandemia geopolitica darà direttamente o indirettamente vita ad una nuova era in cui nuove civiltà emergeranno e altre cadranno così come nel 1453 la caduta di Costantinopoli segnò la fine della civiltà bizantina e il passaggio dall’età medievale all’età moderna.
FONTE:https://www.notiziegeopolitiche.net/la-prima-guerra-batteriologica-mondiale/
ECCO A CHI CONTE (e Vito Crimi) STANNO VENDENDOCI: VOGLIO VEDERE SPAGNOLI ED ITALIANI IN GINOCCHIO
24 Marzo, 2020 posted by Guido da Landriano
L’Italia è sotto un ricatto. Uno sporco, vergognoso, ricatto fatto da un paio di personaggi europei, cioè i soliti Regling e Rutte, il primo ministro olandese, con l’appoggio del solito, conosciuto, pugno di venduti nostrarni.
Quindi Italia e Spagna “Dovranno inginocchiarsi” per ottenere l’accesso a MES; quello che tutti coloro che NON vogliono il bene dell’Italia desiderano. Ma dovremo veramente farlo ?
La risposta è semplice: SI
Al contrario di quanto dicono i vari Reichin, Giavazzi, Conte etc, non si accede al MES se non con un Memorandum Condizionale. La colpa non è poi neanche di Mark Rutte, ma proprio del popolo olandese, che esprime la sua volontà tramite il suo parlamento. Infatti Rutte ha detto:
Dutch Premier Mark Rutte was even more skeptical, saying that any changes in the way the ESM operates would struggle to get approval from the Dutch parliament, according to an EU official with knowledge of the discussion.
Il Premier olandese Mark Rutte è stato anche più scettico (sul MES, NdT) affermando che ogni cambiamento sulle modalità operative del MES difficilmente avrebbe l’approvazione del parlamento olandese, secondo quanto detto da un funzionario UE informato sui fatti.
Evidentemente il popolo olandese ha una visione diversa dalla nostra, una mentalità diversa, priorità diverse. Ad esempio per loro l’immunità di massa improvvisa è normale, anche se costa 250 -300 mila morti, ma questo fa parte della loro mentalità, chi siamo noi per cambiarla? Noi abbiamo priorità diverse anche se poi la stupidità del governo sta facendo raggiungere lo stesso brutale risultato al Nord Italia. Noi non abbiamo il diritto di imporre le nostre idee a loro, loro non hanno il diritto di imporre il loro modo di fare a noi. Semplicemente ognuno deve fare la sua strada e governarsi con le proprie idee ed i propri mezzi.
Quindi parlare di “Debito senza condizionalità” come dice Conte e come vuol farci cdere Vito Crimi è solo una balla. L’Olanda lo dice chiaramente, ripresa anche da La Verità
Poi lo mette in luce anche Massimo D’Antoni, docente di Scienze delle Finanze a Siena
Anche senza condizionalità iniziali, quello col #MES sarebbe debito senior. La sua attivazione accelererebbe la necessità di una ristrutturazione del debito esistente e renderebbe inevitabili ulteriori aiuti futuri. A quel punto le condizionalità (= trojka) arriverebbero eccome
Bisogna trovare dei mezzi alternativi, ma assolutamente non il MES, per rifinanziare la crescita dell’Italia dopo la devastazione del COVID-19. Chi appoggia il MES è, parlaimoci chiaro , uno che tradisce il bene dell’Italia. Dovete averlo ben chiaro in mente.
FONTE:https://scenarieconomici.it/ecco-a-chi-conte-e-vito-crimi-stanno-vendendoci-voglio-vedere-spagnoli-ed-italiani-in-ginocchio/
IUS SOLI: I CALCOLI ELETTORALI DI BREVE PERIODO E LA PROSPETTIVA ELISYUM
18 GIUGNO 2017 RILETTURA PER NON DIMENTICARE
“Il criterio per il conferimento della qualità di cittadino è diversamente determinato dai vari diritti positivi, ai quali pertanto è da fare riferimento. In generale può dirsi che criteri possibili sono quelli desunti:a) dal rapporto di discendenza naturale (ius sanguinis) per cui è cittadino colui che è nato, anche all’estero, da un padre (ndr; oggi qualunque genitore) che sia cittadino;b) dal fatto della nascita nel territorio dello Stato, all’infuori di ogni considerazione della cittadinanza dei genitori (ius soli). Criterio questo che, quando è applicato con carattere di assolutezza, (come avviene in Stati a basso livello di natalità e che quindi tendono ad aumentare artificiosamente il numero dei cittadini), conduce a conseguenze aberranti…”
2. A proposito di crisi demografica, cioè del “perchè”, prima (in nome del lovuolel’€uropa) gli italiani siano indotti a non fare figli e, poi, ciò gli venga imputato come colpa giustificatrice dell’obbligo (altamente “etico”?) di accettare l’immigrazione, ci pare giusto, preliminarmente, rammentare che tutto ciò:
Quindi smantellamento progressivo, e intensificabile, dello Stato sociale, mediante tetti al deficit e politiche monetarie deflazioniste, e, inevitabilmente, svuotamento del diritto al lavoro e all’abitazione, nonchè alla piena assistenza sanitaria pubblica, sanciti dalla Costituzione: artt.1, 4, 32, e 47 Cost..
DA NOTARE COME IL RECENTE INCREMENTO “RELATIVO” DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE, cioè NON DEI NATI DI CITTADINANZA ORIGINARIA ITALIANA, SI COLLOCHI IN PIENO IN TEMPI DI EURO, CIOE’ DI VINCOLO ESTERNO €UROPEO INTENSIFICATO, E QUINDI DI ACCELERAZIONE DELLA DE-SOVRANIZZAZIONE DEMOCRATICA ITALIANA.
Le nascite in Italia diminuiscono col minor benessere delle famiglie coincidente con il “più €uropa”.
(grafico su dati Istat elaborati da G.C.):
Come ben possono rendersi conto ad es; i terremotati, nelle varie situazioni di carenza di spesa pubblica per gli interventi di ricostruzione, o le famiglie italiane con genitori disoccupati, rispetto all’assegnazione delle case pubbliche, in cui anziani soli, a seguito della distruzione sistematica e “austera” delle politiche familiari, e famiglie che hanno subito la denatalità indotta da decenni di politiche deflattive, si vedono “stranamente” sfavoriti.
Non porsi il problema generale di come il pareggio di bilancio incida, in stretta connessione con la questione devoluta alla Corte, sui complessivi livelli di diritti, tutti egualmente tutelati dalla Costituzione, porta a comprimerne, o a sopprimerne uno in luogo di un altro, generando un inammissibile conflitto tra posizioni tutelate. Un conflitto che, secondo un prudente apprezzamento della realtà notoria, non può essere risolto scindendo una realtà sociale composta, viceversa, da elementi interdipendenti; tale realtà viene, nel suo complesso, sacrificata illimitatamente, in una progressione di manovre finanziarie di riduzione, portate avanti pressocché annualmente, dall’applicazione del pareggio di bilancio e dalla graduale (o anche talora drastica) situazione di de-finanziamento che esso comporta. La sua logica, propria dell’applicazione fattane agli enti territoriali, è infatti quella di una prioritaria allocazione delle risorse al risanamento del debito pregresso e dei suoi oneri finanziari.
IV.4. Non si tratta dunque di tutelare un “pochino” (meno) tutte queste posizioni costituzionalmente tutelate, comunque comprimendole tutte contemporaneamente, ma di un generale e inscindibile piano di “caduta” (in accelerazione), dovuto alla crisi economica indotta dalla euro-austerità fiscale, con la disoccupazione (effettiva) record che essa determina e, dunque, con l’oggettivo e notorio (e drammatico)ampliarsi della sfera dei cittadini aventi diritto alle prestazioni costituzionalmente garantite, cioè tutelandi (secondo la Costituzione).
Il punto di caduta della legittima comprimibilità di tali diritti dei soggetti socialmente deboli è infatti già ben superato.
La Corte, per parte sua, non sa, e, forse, ancora non pensa di indicarlo univocamente in via astratta e generale, come la Costituzione imporrebbe, in virtù della natura incondizionata delle sue previsioni.
Dovrebbe essere notorio, infatti, che, di fronte alla massa della povertà dilagante, anche solo il mantenimento dei precedenti livelli di spesa assistenziale si rivela inadeguato e drammaticamente insufficiente.
E tutto ciò, grazie all’applicazione del pareggio di bilancio (e prima ancora del limite del 3% al fabbisogno dello Stato, anche a costo di una sua funzione prociclica), pur quando formalmente “mediata” dalla flessibilità, del tutto simbolica, offerta dalla Commissione UE! Si è arrivati ormai in una situazione di scelte dolorose obbligate, per cui o si effettua il trasporto scolastico dei disabili o si hanno decenti e sufficienti asili nidi o un adeguato numero di assistenti sociali (o analoghi operatori) per gli anziani. E via dicendo…”
Ma, per evidenti inerzie determinate dagli effetti sociali di tali politiche sui cittadini italiani, la legislazione “assistenziale” finisce inevitabilmente per privilegiare la povertà importata che, – tanto più in questa situazione di costante recessione o stagnazione €uroindotta-, risulterà (normativamente) ben più “titolata” nella spartizione della ridotta “torta della disperazione”. L’invecchiamento della popolazione, di conserva con la riduzione di retribuzioni e conseguenti prestazioni pensionistiche, e la disincentivazione a fare figli, divengono colpe imperdonabili (attribuite a chi ha subìto le €uropolitiche).
BOOM DI NUOVI CITTADINI IN ITALIA
“Il 2016 è stato un nuovo anno record per quanto riguarda le acquisizioni di cittadinanza in Italia.
Sono state, infatti, 205mila. Un numero che ha registrato continui aumenti: si è passati da 29mila nel 2005, a 66mila nel 2010 e a 100mila nel 2013. Da qui in avanti la crescita è stata ancora maggiore, con un totale di quasi 130mila nel 2014, fino a raggiungere il picco di ben 178mila nel 2015.
I dati sono stati diffusi dalla Fondazione Ismu in occasione della Festa della Repubblica, e segnalano anche che sono diventati italiani soprattutto molti di coloro che appartengono a comunità di antico insediamento e che hanno dunque maturato i requisiti di residenza o naturalizzazione: albanesi e marocchini in testa. Da notare che, invece, sono in significativo calo le cittadinanze concesse a seguito di matrimonio. Le quali, nel 2012, rappresentavano ben 1/3 del totale”.
Razzismo, la Ue bacchetta l’Italia: “Più moschee e subito lo ius soli” – La Commissione anti-razzismo del Consiglio d’Europa punta il dito contro Roma: l’Italia deve affrettarsi per la naturalizzazione degli stranieri e aprire più luoghi di culto islamici.
Si perché, come insegna Chang (pp.8-8.1):
…
I vari Paesi hanno il diritto di decidere quanti immigranti possano accettare e in quali settori del mercato del lavoro (ndr; aspetto quest’ultimo, che i tedeschi, ad es; tendono in grande considerazione).
Costituisce un mito – a un mito necessario ma nondimeno un mito (ndr; rammentiamo che lo dice un emigrato)- che le nazioni abbiano delle identità nazionali immutabili che non possono, e non dovrebbero essere, cambiate. Comunque, se si fanno affluire troppi immigrati contemporaneamente, la società che li riceve avrà problemi nel creare una nuova identità nazionale, senza la quale sarà difficilissimo mantenere la coesione sociale. E ciò significa che la velocità e l’ampiezza dell’immigrazione hanno bisogno di essere controllate”.
Alla svalutazione (salariale) dei tassi di cambio reale, perciò, deve corrispondere la svalutazione del diritto politico: l’indirizzamento idraulico del voto dei “nuovi italiani” viene scontato come sistema di rafforzamento del dominio delle oligarchie, che appunto perciò promuovono i propri futuri, e riconoscenti, sostenitori.13.1. La stessa possibilità numerica di una protesta elettorale che esiga il ripristino della legalità costituzionale, e respinga il vincolo €sterno dei mercati in nome della sovranità del lavoro, viene intanto allontanata.
La coesione socialeche, come ci dice Chang, si lega allaidentità nazionale, e che potrebbe condurre alla rivendicazione di sovranità democratica, in opposizione alle politiche antisolidaristiche imposte dall’€uropa, viene stemperata in un gioco di conflitti sezionali irrisolvibili (all’interno della guerra tra poveri che deriva dalla “scarsità di risorse”): i conflitti sezionali, a base etnico-religiosa, sono poifacilmente proiettabili in incessanti false flags elettorali di rivendicazione di diritti cosmetici.
E, a quanto pare, ESSI, previdenti, già si “avvantaggiano”:
Ce n’è di che spostare l’equilibrio elettorale a favore di chi sostenga e introduca una tale legge.
In pratica, passato l’effetto elettorale iniziale, i nuovi italiani non ci metteranno troppo a realizzare che sono finiti sulla stessa barca di quelli “vecchi” e che, anche per loro, non c’è una speranza di democrazia e benessere. Magari “culturalmente” ci metteranno un po’ a capire che avere i diritti politici non serve a granché, quando sei in uno Stato in cui, votare o meno, non cambia di una virgola le politiche che “devono” essere seguite. Ma ci arriveranno; oh, se ci arriveranno!
Ora che la crisi rientra – e lo si sapeva – chi pagherà per gli enormi danni economici del “CHIUDIAMO TUTTO”? Nessun paese occidentale ha chiuso anche le industrie: perché qualcuno in Lombardia lo voleva? Eppure come andava a finire era chiaro…
Ho aspettato a pubblicare questo video, che spiega plasticamente come sarebbe andata a finire (durante il panico mediatico “alla Burioni” non sarebbe stato compreso, comunque). E’ in rete, pubblico, un video ufficiale, alla nazione: il messaggio del ministro della Difesa – non Sanità – israeliano al proprio popolo. Poche piccole accortezze sul virus, recepite per altro anche dalla Svizzera, la quale si è sottratta alle misure più restrittive per molto tempo, soprattutto la chiusura delle scuole; con la giustificazione – perfettamente esatta, sentirete -, che i bimbi potevano infettare gli anziani. Appunto, gli anziani andavano reclusi, come per altro ha fatto la mia famiglia.
Pensate che il trigger delle mosse di contenimento in Svizzera del sud sono di fatto state imposte dalla Lombardia che si lamentava per essa stessa potesse essere contagiata dalla Svizzera a causa delle misure blande – ma intelligenti – oltre Chiasso: si noti che in Svizzera le industrie NON si sono fermate – vedasi oltre -, è stata infatti l’Italia a minacciare di limitare il trasporto merci e il flusso di frontalieri in assenza di esse. Sembra un mondo al contrario.
Oggi su tutti i giornali della Confederazione campeggia lo scontro tra Governo Federale e Ticino, con la Svizzera interna a criticare le misure ticinesi, troppo dure, anche eccessive, senza considerare che tali misure sono state di fatto imposte dalla Lombardia che minacciava l’interruzione dei flussi commerciali di cui la Confederazione necessita. Diciamo un “danno collaterale lombardo” della giunta di Zorro Fontana (quello con la mascherina, per altro non a norma), che con il suo “Bloccate Tutto” ha fatto finta di non capire i danni economici che avrebbe fatto [ma, come anticipato, temo che il piano leghista fosse un altro , …]
Fra poco avremo il responso, chi avrà detto fesserie… ed avrà fatto danni enormi. E chi no! Coi numeri a supporto.
I veri danni per l’Italia ve li anticipiamo noi: saranno appunto economici. E saranno a dir poco enormi!
Ma con una differenza tra i vari paesi EU: chi ci segue sa dallo scorso novembre che la Germania, avendo raggiunto ed anzi sorpassato al ribassato il 60% del rapporto debito/PIL può mettere molta benzina nel motore dell’economia, facendo deficit. E tale riduzione di debito sotto il 60% è stata fatta sulle spalle di paesi come l’Italia, che piano piano sono stati marginalizzati, comprati, ridicolizzati.
I paesi eurodeboli negli anni sono stati attaccati dall’asse franco-tedesco, fin dal 2011 quando alla Penisola – via risolini di Merkel e Sarkozy – si impose la cura Mario Monti da cui non si è più rialzata. L’Italia, a fronte di un crollo del PIL addirittura superiore alla Germania, non avrà armi restando nell’euro. In quanto, tra le altre cose, le aziende di cui la Germania si serve per la propia manifattura come terziste sono spesso italiane: tradotto, il costo della crisi è stato e sarà scaricato su di loro, sulle PMI nazionali. Già la banca d’affari Morgan Stanley parla di un -5.8% del PIL per l’Italia, ma temo il responso finale sarà assai peggio, anche -7-8% se si ferma tutto ancora per 10 giorni come vogliono Fontana e Salvini.
La differenza nei danni fatti dal virus tra Germania ed Italia è anche imputabile al famoso bloccate tutto di Salvini e Fontana,
due scellerati economici, i danni li vedremo fra poco ed avranno la loro foto in fronte, quella leghista. Notate che se andate a leggere i nostri scritti non abbiamo mai cambiato opinione, fatto salvo l’anomalia di Bergamo e Brescia emersa 15 giorni fa e tutt’ora inspiegabile [più contagiati di Milano sebbene la popolazione si tra un 1/5 ed 1/10, ndr], quasi che in tali zone ci fosse davvero un “altro virus” (o altrimenti, delle due l’una, visto che non credo nella sfiga, la blasonata Lombardia dovrà scoprirsi incompetente ad aver creato un disastro sanitario magari per qualche ragione di protocollo non seguito, ben ricordando che è la Regione – ossia i partiti locali – che governano la sanità in Lombardia, non lo Stato).
Vi anticipiamo cosa succederà ora: la Germania farà ripartire la sua economia con i risparmi ed surplus di bilancio passati, circa 500 miliardi di boost. L’Italia invece non lo potrà fare, restando nell’euro. La commissione EU furbescamente – parole, parole, parole – ha annunciato, per bocca di Ursula von Der Leyen, che permetterà sforamenti infiniti del deficit, sospendendo il patto di stabilità. Vedrete che passata la crisi del virus, la prossima settimana, ritengo la capo commissione EU verrà smentita dai fatti nel voto EU (memento: nelle cose veramente importanti i tedeschi le parole date NON le mantengono, mentre per i francesi vale lo stesso discorso anche per le cose non importanti, ndr):
la sospensione del patto di stabilità annunciata da Ursula Von der Leyen o non ci sarà o sarà vincolata a criteri capestro, soprattutto per i paesi ad alto debito come l’Italia.
Macron desidera, Gentiloni esaudisce?
Parimenti qualcuno in Italia spingerà incredibilmente per il MES, che NON è come sforare il bilancio per sospensione del patto di stabilità, no! Il MES prevede infatti la troika cari miei; dunque la Germania e la Francia faranno i furbi, cercheranno di spingere appunto per tale soluzione capestro. E vedrete i cooptati locali dare loro corda! Ve li cito, costoro: Enrico Letta e Sandro Gozi, più il solito iper-super-filo francese Gentiloni alla Commissione EU, tutti del PD. Giuseppe Conte in tale contesto farà quello che potrà, stretto tra gli incompetenti leghisti che non vorranno ammettere l’errore (forse il loro piano era un altro, …), ma comunque sappiate che resterà superfluo scegliere o meno il MES:
Infatti fra 3-6 mesi capirete la scelta da fare, o restare nell’euro a pena di tasse incredibili, vicine all’esproprio, o decidere di uscire dall’euro.
Certo, francesi e tedeschi, quelli che ci hanno rubato le mascherine durante la crisi del virus spingeranno per una terza via, di mezzo, per prendere tempo e mazzularci il prossimo anno quando magari Trump non sarà più – secondo i loro piani – alla Casa Bianca.
Starà all’Italia ed agli italiani decidere cosa vogliono, ragionando col portafoglio più che col cuore.
Volete stare nella EU dell’euro asimmetrico che ha costretto tutti i governi – di qualsiasi colore – negli ultimi 20 anni a ridurre la sanità, prima ottima, ad un livello di non avere respiratori polmonari a sufficienza? Starà a voi scegliere, tra la morte economica e la possibilità di rinascita inflattiva fuori dall’euro.
E’ un peccato che i leghisti ci abbiano tradito nell’ITALEXIT, ce ne ricorderemo davanti alle urne.
Tanto vi dovevo. E state tranquilli che entro questo fine settimana l’emergenza del virus sarà di fatto terminata.
FONTE:https://www.mittdolcino.com/2020/03/24/ora-che-la-crisi-rientrachi-paghera-per-gli-enormi-danni-economici-del-chiudiamo-tutto/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
VIDEO QUI:https://youtu.be/p18WQSDqjMk
Si sapeva che la campagna “io sto a casa” avrebbe dato i suoi frutti dopo un paio di settimane. Visto il mondo di proliferare di questo virus, ed i suoi tempi di incubazione una volta contagiati.
E che quindi nel frattempo ci si poteva aspettare un ulteriore aumento di contagiati e di vittime. Esattamente come sta avvenendo. Nell’attesa che le misure di contenimento avessero il loro effetto, come sarà nel prossimo futuro.
La prova di questo è che, dove sono state prese prima le misure di contenimento, il virus è finito o sta seriamente regredendo: la Cina, la Corea, Codogno, il lodigiano…
Quindi, visti questi esempi molto chiari… basta osservarli con lucidità, seguirli e aspettare con pazienza che l’onda passi… E non ci vorrà nemmeno molto.
E invece si è data la stura ad una nuova ondata di allarme, di terrorismo puro, che impaurisce ancora di più la gente, con effetti psicologici e psicosomatici ulteriori.
L’apparire del Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres, che parla in termini terrorizzanti di questa vicenda, mi ha convinto ancora di più che siamo al momento del massimo sfruttamento come strategia della tensione. Visto il potere oscuro che rappresenta.
Diciamocelo chiaramente: l’epidemia non è fuori controllo…
Occorre invece aspettare disciplinatamente la sua fine, anche grazie alle misure prese, senza agitarsi troppo.
Lo ripeto, il problema principale sono gli anziani già malati o comunque le persone con un sistema immunitario fortemente indebolito. Ed a questo si somma il fatto che le nostre strutture sanitarie, per incuria politica degli anni passati, non erano pronte a tutti questi ricoveri, tutti insieme, in terapia intensiva.
Questi sono certamente problemi seri. Ma quando l’emergenza sarà finita, si vedrà che questo virus avrà generato non più morti di una normale influenza. In Italia i morti per influenza sono il doppio ogni anno dei morti attuali per coronavirus.
La principale epidemia, lo ripeto, è quella della paura. Ed i principali untori sono i media e le dichiarazioni a volte a dir poco incaute delle autorità.
Certo, viste le caratteristiche di questo virus, ci vuole disciplina da parte della popolazione, e l’adozione di misure appropriate, ma in un contesto di molto minore allarmismo.
Adottiamo con calma e fiducia le misure previste, e serenamente aspettiamo i risultati.
Il panico genera un ulteriore indebolimento del sistema immunitario. E facilita il virus.
Questo dovrebbe essere il messaggio.
Invece di dire “un numero enorme di morti”, si dovrebbe dire “un numero di morti grave, ma ancora inferiore a quello di una normale influenza stagionale. Pazientiamo in modo disciplinato. Se per qualche settimana non possiamo fare delle cose, facciamo finta di essere tutti in casa con una normale malattia, o gli effetti di un normale incidente per qualche settimana…”
Anche perché non si sa quanti di questi morti lo sarebbero stati comunque per le complicazioni della normale influenza stagionale.
Calma… non è la fine del mondo… proprio non lo è.
Non accettiamo le provocazioni terrorizzanti, che cresceranno nelle prossime ore, di chi ci vuole non solo chiusi in casa – dove potremmo starcene anche serenamente, ma soprattutto agitati ed impauriti, ulteriormente indeboliti e più facilmente manipolabili.
Ci sono due tipi di libertà: la libertà interiore e la libertà esteriore.
Anche se segregati, anche se non liberi esteriormente, possiamo essere veramente liberi interiormente di interagire con gli altri – anche via telefono o via web – , di fare cose buone, di ispirarci ad ideali elevati, di ascoltare buona musica, di leggere scritti ispirati, di riflettere finalmente sul senso della nostra vita e sul ruolo dell’Amore nei nostri rapporti interpersonali. Su quanto dobbiamo mollare i nostri egoismi i nostri stress per essere più aperti agli altri. Più buoni…
Questo lo possiamo fare forse anche meglio in una situazione di non libertà esteriore, purché ci rendiamo conto di essere veramente liberi interiormente di volare con il nostro Cuore ed il nostro Pensiero dove vogliamo.
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BELPAESE DA SALVARE
George Soros: nessuna donazione all’Italia, sorprende il suo silenzio
Il silenzio di George Soros sul coronavirus sta facendo insospettire diverse fonti di informazione: come mai non ha donato agli ospedali italiani?
In piena emergenza coronavirus, che fine ha fatto George Soros? Il celeberrimo miliardario e filantropo ungherese è sempre stato in prima fila con la sua Open Society per aiutare i Paesi in difficoltà.
L’Italia è attualmente la prima nazione per numero di morti e secondo per contagi, e in tutto il mondo società, organizzazioni e ricchi benefattori si sono mobilitati con donazioni in denaro o presidi medici sanitari. Come mai, si stanno chiedendo alcuni, non compare alcuna donazione, da parte di George Soros, agli ospedali italiani?
Nessuna donazione da George Soros per l’Italia?
L’ONG Open Society, il cui presidente è George Soros, da anni si mobilita per sostenere i Paesi colpiti da varie difficoltà, ma adesso, nel bel mezzo della pandemia di coronavirus, non sembra aver aperto alcun canale di supporto nei confronti dell’Italia o di nessun altro Stato messo in ginocchio dal virus.
Questo apparente silenzio ha fatto insospettire la stampa e personaggi attivi a livello politico e sociale, che adesso si stanno interrogando su quali possano essere le motivazioni che hanno portato l’economista ungherese a non prendere ancora posizioni.
Secondo alcuni, le donazioni effettuate da Soros nel corso del tempo hanno avuto sempre come unico obiettivo quello di un arricchimento personale basato su altre speculazioni finanziarie simili a quelle che gli hanno permesso di acquisire la sua fortuna agli inizi degli anni ‘90.
Soros e coronavirus: le teorie cospirazioniste sui social
Il silenzio attorno a George Soros in relazione alla pandemia del coronavirus ha causato, come prevedibile, la diffusione di ulteriori teorie complottiste che lo vedono protagonista. Nello specifico, sono iniziate a circolare sui social voci che sostenevano che il miliardario ungherese fosse il proprietario del WuXi PHARMA LAB di Wuhan, in Cina, il laboratorio in cui il COVID-19, secondo i complottisti, sarebbe stato creato e da lì diffuso.
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L’azienda cinese è una società farmaceutica e biotecnologica e si occupa principalmente della produzione e dello sviluppo di dispositivi medici. La notizia è stata prontamente smentita sia da Facebook stesso che ha provveduto a censurare tutti i post contenenti questa notizia, che da altre fonti.
La WuXi Pharna Lab è effettivamente una società che ha sede a Wuhan, ma il proprietario non è Soros, ma Ge Li, il filantropo ungherese, come confermato da una serie di documenti della United States Securities and Exchange Commission (SEC), è stato un azionista nel maggio del 2011.
Veneziani: ci minaccia il pericolo di una dittatura sanitaria
Dopo l’esperienza del virus, sappiamo che l’eventuale minaccia totalitaria che si annida nel futuro potrà essere una dittatura sanitaria. Dittatura globale e/o nazionale, giustificata da norme anticontagio. Vi invito a un viaggio letterario e forse un po’ profetico nel futuro globale, partendo dai nostri giorni. Stiamo sperimentando sulla nostra pelle che nel nome della salute è possibile revocare la libertà, sospendere i diritti elementari e la democrazia, imporre senza se e senza ma norme restrittive, fino al coprifuoco. È possibile mettere un paese agli arresti domiciliari, isolare gli individui, impedire ogni possibile riunione di persone, decomporre la società in molecole, e tenerla insieme solo con le istruzioni a distanza del potere sanitario. Più magari un vago patriottismo ricreativo e consolatorio, da finestra o da balcone… Nessuno mette in discussione la profilassi e la prevenzione adottate, si può dissentire su singoli provvedimenti, su tempi, modi e aree di applicazione; ma nessuno vuol farsi obiettore di coscienza, renitente, se non ribelle, agli imperativi sanitari vigenti.
E comunque tutti li accettiamo col sottinteso che si tratta di un periodo breve, transitorio, uno stato provvisorio d’eccezione. Ma se il rischio dovesse protrarsi, si potrebbe protrarre anche la quarantena e dunque la carcerazione preventiva di un popolo. Disperso, atomizzato, in tante cellule che devono osservare l’obbligo di restare separate (ecco come sterilizzare il populismo). Del resto, anche un’esperienza breve ma traumatica lascia segni destinati a durare e modificare il nostro rapporto col potere, con la vita e con gli altri. Il tema di fondo è antico quanto l’uomo e la politica. Il potere regge sulla paura, lo diceva Hobbes e in modi diversi Machiavelli. E lo dicevano gli antichi prima di loro. E la paura è sempre, alla fine, paura di morire. A volte si affronta e si addomestica quel timore attraverso due grandi rielaborazioni mitiche e sacrali: la visione eroica della vita o la visione religiosa ultraterrena. Se il modo in cui spendi la vita vale più della vita stessa, se l’aspettativa dell’Aldilà supera la difesa della pelle qui e ora, ad ogni costo, allora magari puoi scommettere fino in fondo.
Se sei disposto a rischiare anche la vita hai una libertà che nessuno può toglierti. Ma se tutto è qui e non ci aspetta altro, né la gloria né l’eternità, allora la vita è l’assoluto e per lei siamo disposti a tutto, in balia di chiunque possa minacciarla o proteggerla. La libertà dalla paura ha anche una variante disperata: se vivi nella schiavitù e nella miseria più nera, se non hai nulla da perdere se non il tuo inferno quotidiano, allora forse sei disposto a mettere a repentaglio la tua incolumità e perfino la tua sopravvivenza. Ma se tutto sommato hai la tua casa e i tuoi minimi agi, la tua vita passabile, se non serena, allora no, la salvaguardia della salute è imperativo assoluto, e giustifica ogni rinuncia. E la nostra è una società salutista e in fondo benestante, che ha un solo, umanissimo e unanime imperativo, vivere più a lungo possibile e possibilmente bene. Di conseguenza davanti al terrore di contaminarsi e al rischio di morire, non c’è diritto, libertà, voto, opinione che tenga. Prima di tutto la salute. La voglia di sicurezza, fino a ieri esecrata, diventa una priorità assoluta.
È la biopolitica.
Se riscrivessimo oggi 1984 o “La Fattoria degli animali” di George Orwell, “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley o “Il Padrone del Mondo” di Robert Hugh Benson, se immaginassimo una distopia, cioè un’utopia negativa nel futuro, figureremmo un potere totalitario che usa la sanità, il contagio e la protezione dal contagio come la sua arma di dominazione assoluta. Magari non limitandosi a fronteggiare i casi di contagio ma procurandoli perfino, per esercitare poi il suo potere totalitario sulla società o su paesi che resistono alla sottomissione. Stiamo parlando di letteratura e non di realtà storica, sappiamo distinguere tra i fatti e l’immaginazione, non ci lasciamo prendere da nessuna sindrome del complotto diabolico. Però la letteratura a volte enfatizza, figura, esprime alcune latenti ma reali preoccupazioni della gente e a volte – pur nella sua narrazione fantasiosa – coglie alcune inquietanti tendenze e costeggia perfino alcune profezie. Pensiamoci, pur mantenendo lo scarto tra la realtà e l’immaginazione.
Qualche giorno fa sottolineavo gli aspetti positivi della tremenda situazione che stiamo vivendo, la riscoperta di alcuni principi fino a ieri condannati: l’ordine e la disciplina, l’orgoglio nazionale e il senso della casa, solo per dirne alcuni. Ora sto sottolineando invece le controindicazioni inverse, gli effetti collaterali possibili di un terrore sanitario collettivo. Perché ogni scenario che si apre ha almeno due principali possibilità di sviluppo, oltreché di lettura, più un’infinità di varianti, gradi e sfumature. Nel frattempo patisco come voi queste interminate giornate di prove tecniche di fine umanità, con le metropoli ridotte, come aveva scritto Eugenio Montale riferendosi a Milano, a “enorme conglomerato di eremiti”. Una sera ho passeggiato da solo a Roma tra le rovine della contemporaneità, ben più spettrali e desolanti delle rovine antiche. E mi ha fatto così male che non ci riproverei più, anche se avessi una dispensa speciale per farlo. Non puoi vivere se il mondo intorno è morto. Ma restiamo in attesa di resurrezione.
(Marcello Veneziani, “Il pericolo di una dittatura sanitaria”, da “La Verità” del 15 marzo 2020).
FONTE:https://www.libreidee.org/2020/03/veneziani-ci-minaccia-il-pericolo-di-una-dittatura-sanitaria/
La bellezza del nuovo regime
comedonchisciotte.org
Il coprifuoco e lo stato di polizia temporaneo (temporaneo?) offrono l’occasione per fare il punto
sullo stato di avanzamento dei lavori di coloro che sembrano gradire queste soluzioni, cioè i sostenitori dell’agenda mondialista.
Nelle loro dichiarazioni di intento è sempre una crisi il catalizzatore per la presa di potere, che farà in modo che la popolazione lo consegni loro spontaneamente.
Ecco due citazioni che rendono esplicite queste intenzioni.
La prima, espressa in forma generale, è di Henry Kissinger, già Segretario di Stato, membro del CFR, consigliere anziano del gruppo Bilderberg, cofondatore della Commissione trilaterale e anima nera del miliardario David Rockefeller.
La seconda di Jacques Attali, banchiere, economista e saggista, nonché “eminenza grigia” di Mitterrand e di Macron, dettaglia la versione sanitaria della prima.
La prima, di Kissinger:
Oggi, gli americani si sentirebbero oltraggiati se le truppe dell’ONU entrassero a Los Angeles per ripristinare l’ordine; ma un domani sarebbero loro molto grati! Ciò è specialmente vero se venisse loro detto che c’era una minaccia esterna, reale o fittizia, che mette in pericolo la nostra stessa esistenza. Dopo di che, tutti i popoli del pianeta supplicheranno i leader mondiali di liberarli da questo male. L’unica cosa che l’uomo teme veramente è l’ignoto.
Di fronte a questo scenario, i diritti individuali verranno soppressi di buon grado purché venga loro garantito l’ordine e la pace garantiti da parte di un Governo Mondiale.
(nota inviata al Club Bilderberg il 21 maggio 1992 – riunione di Evian- )
La seconda, di Attali, già ripresa con opportuna tempistica da questo sito:
La storia ci insegna che l’umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura allora essa inizialmente sviluppa meccanismi di difesa; … a volte efficaci (misure terapeutiche, che scartano se necessario tutti i principi morali precedenti).
La pandemia che sta iniziando potrebbe far scatenare una di queste paure strutturanti… che mettano in atto meccanismi di prevenzione e di controllo … Si dovrà per questo, organizzare: una polizia mondiale, un sistema mondiale di stoccaggio (delle risorse) e quindi una fiscalità mondiale. Si arriverebbe allora, molto più rapidamente di quanto avrebbe permesso la sola ragione economica, a mettere le basi di un vero governo mondiale.
(intervista pubblicata da L’Express, maggio 2009)
Il fattore determinante, per questi signori è la paura, la nostra paura, su cui si regge la gran parte del loro potere.
Nessuna sorpresa dunque, che la gestione della comunicazione riguardante il corona virus sia stata fatta in modo da massimizzare la paura del pubblico.
Ho sottolineato con un grassetto l’idea di Kissinger, secondo cui la minaccia che provocherebbe la capitolazione della sovranità e della libertà dei popoli, possa essere reale, ma funzioni egualmente bene se non lo è per niente.Con questo non voglio affermare che l’epidemia in corso sia fasulla, quasi certamente è vera così come lo sono le ricorrenti epidemie influenzali stagionali, e la sua gravità potremo davvero valutarla solo a fenomeno concluso.
Si discute sul tasso di mortalità che la malattia provocherebbe, forse il 2%, forse il 4%, forse il 6%…
Ci dimentichiamo però che la vita ha un tasso di mortalità del 100% ed è contagiosissima (anche se questa morbillità è stata vittoriosamente ridotta, come dimostrano i dati demografici) e se di fronte a questa rivelazione ci comportassimo come per il corona virus, dovremmo rinchiuderci per sempre in un bunker antiatomico, oppure spararci direttamente un colpo in testa.
Non voglio spingere per conclusioni affrettate, secondo cui non sarebbe giusto cercare di far qualcosa per salvaguardare la salute delle persone più deboli, non tratto di temi medici, ma mi interesso del tema dell’allarme e delle sue conseguenze.
Perché in realtà, virus o non virus, qualche allarme dovrebbero suscitarlo le dichiarazioni di cui sopra, in particolare se si considera quale genere di governo mondiale vorrebbero instaurare i suoi fautori.
Per capire che tipo di regime ci vorrebbero preparare, propongo altre due citazioni.
Una è di David Rockefeller (1915-2017), miliardario, banchiere, patron dell’associazione Planned Parenthood per lo spopolamento del pianeta, cofondatore del Bilderberg, della Trilaterale e molto altro (è anche Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, onorificenza conferitagli dal presidente Leone). La seconda del già citato Jacques Attali, ricavata accostando due periodi tratti da due libri differenti, pubblicati rispettivamente nel 1981 e nel 1999.
Il mondo ora è più sofisticato e più preparato a marciare verso un Governo Mondiale. L’autorità sovranazionale di un’élite intellettuale e di banchieri internazionali è certamente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati.
(David Rockefeller, giugno 1991 a BadenBaden)
Quando si sorpassano i 60-65 anni, l’uomo vive più a lungo di quanto non produca e costa caro alla società. L’eutanasia sarà uno degli strumenti essenziali delle nostre società future. Alcune delle democrazie più avanzate sceglieranno di fare della morte un atto di libertà e di legalizzare l’eutanasia. Altre fisseranno dei limiti precisi alle proprie spese per la sanità, calcolando anche una spesa media, un “diritto di vita” che ognuno potrà utilizzare a suo piacimento fino ad esaurimento. Si creerà, allora, un mercato dei “diritti di vita” supplementari, in cui ognuno potrà vendere il proprio, in caso sia affetto da una malattia incurabile o sia troppo povero.
(Jacques Attali, “La médicine en accusation“, sommato a “Dictionnaire du XXIe siècle”)
Ho notato che spesso la gente fatica a comprendere il senso di queste frasi, sono sicuro che tale senso diventerebbe più evidente se le attribuissimo, con un adattamento analogico, a Giorgio Augusto Pellegrini e Luca Dalle Carbonare.
Molti mi chiederanno chi sono costoro e io non voglio fare misteri, ma portare tutto bellamente alla luce del sole.
Giorgio Augusto Pellegrini è titolare della macelleria equina Pellegrini, negozio milanese d’eccellenza, che ha lanciato il format innovativo del “pranzo e aperitivo in macelleria” nonché presidente dell’associazione macellai per Milano e Provincia.
Luca Dalle Carbonare vanta una folgorante carriera in Esselunga, dove, dopo aver ricoperto i ruoli di macellaio specializzato e capo reparto macelleria, è assurto al rango di Ispettore reparto macelleria e reparto latticini e salumi, per tutta la catena di negozi.
Evidentemente sono due pezzi grossi del settore, due autorità indiscusse.
Ed ecco come suonerebbero le loro frasi.
Il mondo ora è più sofisticato e più preparato a marciare verso un Governo Mondiale. L’autorità sovranazionale di un’élite intellettuale e di macellai internazionali è certamente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati.
(Giorgio Augusto Pellegrini)
Quando si sorpassano i 60-65 anni, l’uomo vive più a lungo di quanto non produca e costa caro alla società. L’eutanasia sarà uno degli strumenti essenziali delle nostre società future. Alcune delle democrazie più avanzate sceglieranno di fare della morte un atto di libertà e di legalizzare l’eutanasia. Altre fisseranno dei limiti precisi alle proprie spese per la sanità, calcolando anche una spesa media, un “diritto di vita” che ognuno potrà utilizzare a suo piacimento fino ad esaurimento. Si creerà, allora, un mercato dei “diritti di vita” supplementari, riscattabili con una adeguata contropartita in libbre di lombata di vitello.
(Luca Dalle Carbonare)
Credo che chiunque potrebbe lasciar passare l’idea di un governo mondiale di intellettuali (in fondo è la vecchia idea di Platone), ma tutti chiederebbero: “e perché di macellai?” evidenziando l’arbitrarietà di questa scelta selettiva.
Ancor peggio con i diritti alla vita pagabili in lombata di vitello, perché tutti protesterebbero che una tale merce è fabbricata dai soli macellai (che già governano) e per procurarsela dovrebbero dipendere dalla loro benevolenza; in pratica sarebbero soggetti a una schiavitù con diritto di vita e di morte.
Ma in effetti i banchieri non possono vantare nessuna legittimazione a governare che superi quella dei macellai, non esiste al mondo un motivo per cui questa assurda pretesa debba essere presa in considerazione.
E tanto meno si dovrebbe prendere in considerazione l’idea di pagare in soldi, cioè la merce prodotta dai banchieri, i diritti a vivere.
(Per chi fosse così ignorante da dubitare che i soldi siano merce prodotta dai banchieri, suggerisco di consultare il Quarterly Bulletin, primo trimestre 2014, della Bank of England).
Dunque che fare?
Sembra che il genio italico abbia prodotto un vaccino contro il virus della paura, che ci rende soggetti alla cupidigia di potere di un manipolo di malati psichiatrici, i quali ovviamente cercano di diffondere in tutti i modi tale agente patogeno.
È stato ricavato con le innovative tecniche di copia-incolla utilizzate sulla sequenza genomica.
Bisogna sostituire il pattern –lavoratori- col pattern -capitalisti-
VIDEO QUI:https://youtu.be/cFAFHXyOw1U
Alberto Sordi ne I VITELLONI di Fellini
FONTE:https://comedonchisciotte.org/la-bellezza-del-nuovo-regime/
CONFLITTI GEOPOLITICI
Magaldi: il Covid-19 puzza di bruciato, come l’11 Settembre
Ancora loro? Prima il terrorismo finto-islamico progettato a Washington, e adesso il virus da laboratorio travestito da pipistrello cinese? Attenti: «Stiamo acquisendo elementi inquietanti», avverte Gioele Magaldi, il 23 marzo su YouTube. Ipotesi: “qualcuno” potrebbe aver usato la Cina come cavia, ben sapendo che avrebbe reagito in modo autoritario: tutti sprangati in casa, panico obbligatorio, militari nelle strade. Obiettivo: produrre a tavolino una crisi mondiale, capace di paralizzare il pianeta, tenendolo in ostaggio di un’élite di vampiri finanziari psicopatici, stavolta al riparo dell’alibi sanitario. Un incubo orwelliano: addio libertà, e fine della democrazia. «Se davvero saranno accertate le informazioni che stiamo componendo», dice il presidente del Movimento Roosevelt, ci troveremmo di fronte a un piano mostruoso. Sta per avverarsi il sogno degli oligarchi? Se lo tolgano dalla testa: «Così come l’11 Settembre alla fine non ha prodotto i risultati sperati – dice Magaldi – sappiano, lorsignori, che non andrà a segno nemmeno questa ulteriore mossa da apprendisti stregoni, questo creare i “Frankestein” da gettare in mezzo a noi, in danno della collettività, per perseguire fini spregevoli e inconfessabili».
Il sospetto: «Qualcuno potrebbe aver “gettato i dadi” di questa situazione per portarci – attraverso varie giravolte e diverse azioni spericolate e tortuose – verso un tipo di mondo differente, nel segno di un nuovo 11 Settembre». Nel qual caso, aggiunge Magaldi, non sarebbe corretto parlare di 11 Settembre “di matrice cinese”, visto che il sistema-Cina «sarebbe stato semplicemente utilizzato per giungere allo scopo», cioè la confisca planetaria della democrazia. La Cina, spiega l’analista, «è stata utilizzata come volano, fin dall’inizio, per l’operazione progettata dalle menti che nel 1975 hanno prodotto il manifesto “The crisis of democracy”», sollecitato dalla Commissione Trilaterale allo scopo di fermare l’avanzata dei diritti e della democrazia sociale in Occidente. «Dietro la crescita della Cina come superpotenza inserita nel mondo globale, per un verso capitalistica ma non democratica, c’era un progetto: che coinvolgeva attori non cinesi, sovranazionali, apolidi».
Anche in questo caso, quindi, la regia dell’operazione Covid-19 (che sta rapidamente schiantando il globo, paralizzando miliardi di persone) sarebbe affidata a un network-ombra senza patria e con tanti passaporti, in grado di condizionare i governi di ogni continente attraverso tentacoli che infiltrano ministeri, intelligence, militari, multinazionali e istituzioni internazionali come l’Oms. Ieri il terrorismo, oggi il contagio? Se la paura è altrettanta e la risposta è identica – meno libertà, in cambio della sicurezza – sorge il peggiore dei sospetti: siamo di fronte a un’altra gigantesca operazione di strategia della tensione, a livello internazionale, come già fu per l’attentato alle Torri Gemelle? Evidente: la stessa élite oligarchica che controlla gran parte delle leve mondiali della finanza, ricattando gli Stati, potrebbe aver deliberamente immesso il coronavirus a Wuhan, per poi usare la prevedibile reazione cinese, rigidamente securitaria, come modello per il mondo intero. Obiettivo: militarizzare la crisi e – con l’alibi del Covid – estendere finalmente anche all’Occidente lo standard cinese, dove libertà e democrazia non esistono.
Massone progressista di ispirazione socialista-liberale, Magaldi (già inziato alla superloggia “Thomas Paine” e oggi leader del Grande Oriente Democratico), è il frontman italiano del circuito massonico progressista sovranazionale che si oppone alle politiche di austerity. Nel saggio “Massoni”, bestseller pubblicato da Chiarelettere e uscito nel 2014, ha denunciato le trame delle superlogge “neoaristocratiche”: svuotare la nostra democrazia, per instaurare un regime economicamente neoliberista e politicamente post-democratico. Un sistema in cui le elezioni non contano più, visto che poi i governi devono sottostare ai diktat dei “mercati”. Quanto all’11 Settembre, il libro di Magaldi demolisce la versione ufficiale degli Usa, spiazzando però anche le narrazioni complottistiche: a progettare il crollo delle Twin Towers, sostiene, fu la superloggia “Hathor Pentalpha”, creata dai Bush nel 1980 per accelerare ulteriormente – anche con il ricorso al terrorismo “fatto in casa” – questa globalizzazione senza diritti. Un film dell’orrore, che ha proposto prima Al-Qaeda e poi l’Isis, due “Frankestein” prodotti dalle stesse “menti raffinatissime”. Ora siamo alla terza variante, il Covid-19?
Per ora, Magaldi parla di «indizi, voci insistenti e strane coincidenze», riservandosi di formulare una denuncia precisa, nei prossimi giorni, non appena il quadro sarà più chiaro. Era stato il primo, settimane fa, a prendere nota: «Fateci caso: la crisi di Wuhan sta rafforzando politicamente la dirigenza cinese, che – prima dell’esplosione dell’epidemia – non sapeva come presentare ai cinesi la grande frenata dell’economia, ampiamente attesa». Cioè: il coronavirus avrebbe “salvato” Xi Jinping, appena umiliato dai dazi brutalmente imposti da Trump? «Ora la Cina appare vincente: dichiara di aver sconfitto trionfalmente il virus. E come? Sigillando Wuhan». Occhio: solo Wuhan, non tutto il paese. «Il resto della Cina ha limitato i danni, continuando a produrre: noi, invece, abbiamo sprangato l’Italia intera». Su Conte e colleghi, Magaldi è impietoso: prima il premier ha minimizzato, poi «ha permesso a migliaia di potenziali “untori” di lasciare la Lombardia per infettare il Sud», salvo poi «mettere agli arresti domiciliari 60 milioni di italiani, devastando l’economia del nostro paese», con il pieno consenso dei governatori delle Regioni del Nord, «in preda al panico perché consapevoli di non disporre di una sanità all’altezza della situazione».
Ecco il bilancio dei tagli criminali alla sanità imposti dall’ideologia neoliberista: lo pagano, sulla loro pelle, gli anziani che muoiono per crisi respiratoria, in ospedali dove mancano posti letto in terapia intensiva. Una verità spietata, che forse gli italiani – grazie anche alle denunce dei medici – stanno finalmente mettendo a fuoco. Sarebbe l’occasione giusta, meglio tardi che mai, per ribaltare il tavolo. «Il coronavirus toglie la maschera al neoliberismo: i miliardi che fino a ieri sembravano irraggiungibili ora vengono concessi da un giorno all’altro, a riprova del fatto che finora eravamo stati presi in giro dai professori del rigore». Ma non è possibile cantare vittoria, sottolinea Magaldi: se dovesse emergere che il caos-coronavirus è un’operazione pianificata, allora c’è da temere il peggio. Ovvero: nemmeno la strage in corso servirà a restituire allo Stato il suo potere finanziario, che nel caso della sanità equivale alla scelta tra la vita e la morte. Ancora una volta – se le peggiori ipotesi saranno confermate – saranno le solite “menti raffinatissime” a dosare il denaro col contagocce, decidendo a chi somministrarlo, e in quali dosi. Sconcerta, a maggior ragione, il destino dell’Italia: perché siamo il paese più colpito, al mondo, da questo virus ancora abbastanza misterioso?
«Possibile che i “soloni della scienza” che sfilano in televisione non sappiano spiegarci perché a essere travolta è proprio la Lombardia, cioè il cuore economico del paese?». Non solo: «Colpisce la lentezza esasperante della crisi: come se qualcuno pensasse di protrarla all’infinito, anche indugiando stranamente sull’adozione di farmaci salva-vita». C’è qualcosa che non quadra, dice Magaldi, a partire dal ruolo anomalo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Italia come “cavia numero due”, dopo la Cina? Un paese-test – il primo, nell’Occidente democratico – per sperimentare l’incarceramento di massa collaudato a Wuhan? E attenti: il secondo round (la mazzata economica) è dietro l’angolo: se Conte si copre di ridicolo coi suoi 25 miliardi, «quanto tempo impiegheranno, le scimmiette ammaestrate sui balconi, a smettere di cantare l’inno nazionale?». Tra quanto esploderà la rabbia di un popolo condannato alla peggiore crisi della sua storia, dopo la Seconda Guerra Mondiale? E soprattutto: fa parte di un piano? «Vigileremo, continueremo ad acquisire dati e scopriremo presto cosa sta davvero avvenendo». Nel caso, «ciascuno muoverà le sue pedine», avverte Magaldi: «La lotta sarà dura: ma noi la combatteremo in modo costante, forte e sapiente».
FONTE:https://www.libreidee.org/2020/03/magaldi-il-covid-19-puzza-di-bruciato-come-l11-settembre/
ESERCITAZIONE NATO: L’ITALIA SI RITIRA. GUERINI, ‘UOMINI IMPIEGATI PER L’EMERGENZA SANITARIA’
di Guido Keller –
Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini ha reso noto oggi che l’Italia non prenderà parte all’esercitazione Nato “Defender Europe 20” a causa dell’emergenza coronavirus, dal momento che “Gli uomini e le donne della Difesa sono in campo senza sosta per fronteggiare, in questo delicato momento, l’emergenza sanitaria e per garantire l’attuazione delle importanti delibere decise del governo”.
La “Defender Europe 20”, in programma dal 27 aprile al 22 maggio, stando al programma avrebbe dovuto comportare l’impiego di 37mila militari di cui 20mila statunitensi da aggiungersi ai 9mila già presenti in Europa, migliaia di mezzi tra cui carri armati, aerei di ogni genere, navi e sottomarini, ed oltre all’Italia sarebbero stati interessati anche Germania, Belgio, Polonia e i paesi scandinavi.
Con il peggiorarsi dell’emergenza Covid-19, che proprio ieri è stata portata dall’Oms al livello di pandemia, Finlandia e Norvegia si sono ritirate, ma anche il Pentagono ha annunciato una drastica riduzione del personale militare e quindi un depotenziamento dell’esercitazione stessa.
Il tutto dopo l’annullamento avvenuto qualche giorno fa di un’altra esercitazione Nato, la “Exercise Cold Response 20”, che nei piani avrebbe comportato la presenza di 15mila uomini si sarebbero sopra il Circolo polare artico, anche per mandare un chiaro segnale alla Russia che si è attivata per tutelare i propri interessi nell’area.
La partecipazione dell’Italia alla “Defender Europe 20” avrebbe visto l’impiego di un gruppo della brigata Folgore e di uno della Garibaldi (Esercito italiano), ma il ministro Guerini ha comunicato oggi in una nota di “aver valutato congiuntamente con lo Stato maggiore della Difesa e informando il Comando Nato, di non confermare il nostro contributo all’esercitazione Defender 2020. Pur sostenendo il valore strategico dell’esercitazione, ho ritenuto opportuno mantenere massimo l’apporto delle Forze armate in questa situazione”. “L’Italia – ha continuato Guerini – è tra i principali contributori delle missioni Nato, Ue e Onu, e l’operato delle sue Forze armate è riconosciuto in tutto il mondo. La Nato è il pilastro fondamentale, insieme all’Unione Europea, per la nostra difesa e l’Italia continuerà a fornire il suo prezioso contributo nelle missioni internazionali per la stabilizzazione delle aree di crisi da dove provengono le minacce per la nostra sicurezza”. “Gli uomini e le donne della Difesa sono in campo senza sosta per fronteggiare, in questo delicato momento, l’emergenza sanitaria e per garantire l’attuazione delle importanti delibere decise del Governo. Per questo ho valutato, congiuntamente con lo Stato Maggiore della Difesa e informando il Comando NATO, di non confermare il nostro contributo all’esercitazione Defender 2020. Pur sostenendo il valore strategico dell’esercitazione, ho ritenuto opportuno mantenere massimo l’apporto delle Forze Armate in questa situazione”, ha spiegato il ministro.
FONTE:https://www.notiziegeopolitiche.net/esercitazione-nato-litalia-si-ritira-guerini-uomini-impiegati-per-lemergenza-sanitaria/
CULTURA
Il mistero della tomba di Tutankhamon: curiose anomalie
Mediante geo-radar gli archeologi sono riusciti a rilevare aree segrete accanto alla tomba del re egizio Tutankhamon, secondo quanto ha riferito la rivista Nature.
Forse la risposta a una delle questioni egittologiche più interessanti circa il luogo in cui giace Nefertiti potrebbe essere nascosta proprio lì. Sputnik vi spiega quanto sono affidabili i risultati delle rilevazioni.
Due porte segrete
All’inizio del XX secolo i principali egittologi ammisero che la Valle dei Re non avrebbe avuto in serbo altre sorprese. Tuttavia, l’archeologo britannico Howard Carter non la pensava così. Infatti, scelto con cura il luogo, iniziò a cercare la tomba di Tutankhamon, il re che regnò tra il 1332 e il 1323 a.C.
Passarono cinque anni e quando tutti, tranne l’archeologo stesso, persero la speranza, nel novembre 1922 fu scoperto l’ingresso della tomba. Questa scoperta scosse il mondo intero.
La tomba di Tutankhamon è composta da piccoli locali e un corridoio. Gli esperti hanno osservato che le dimensioni di questi spazi sono troppo piccole per un re di quell’epoca. Innumerevoli ricchezze sono raccolte in solo quattro camere e le pareti sono dipinte solo nella camera sepolcrale. Forse questa è parte di una struttura più grandiosa?
Nei cento anni dalla sua scoperta gli scienziati hanno esplorato ogni centimetro della tomba (tecnicamente chiamata KV 62). La questione sembrava aver smesso di interessare gli esperti. Tuttavia, i dati ottenuti mediante le nuove tecnologie hanno fomentato la curiosità nei confronti della questione.
Nel 2014 esperti spagnoli del progetto Factum Arte hanno analizzato le pareti della camera sepolcrale del faraone. In Rete sono state pubblicate immagini di affreschi e superfici murali ad alta risoluzione. Una volta studiate le immagini, l’egittologo britannico.
Sono state messe in rete immagini di affreschi e superfici murali ad alta risoluzione. Dopo aver studiato le “immagini”, l’egittologo britannico Nicholas Reeves ha richiamato l’attenzione su alcune linee rette. A suo avviso, queste porterebbero a due portali collocati nelle pareti nord e ovest della camera e condurrebbero a stanze segrete. Lì si ipotizza che ci siano tombe a noi ignote, rimaste intatte dall’antichità.
Reeves ha ipotizzato che Nefertiti, la leggendaria regina che governò l’Egitto per un breve periodo mentre Tutankhamon era bambino, sia stata sepolta in una delle camere nascoste. Qualora questa teoria venga confermata, si tratterebbe della più grande scoperta archeologica dai tempi degli scavi di Carter.
Due anomalie geofisiche
L’ipotesi di Reeves ha indotto le autorità egiziane ad iniziare le ricerche. Il ministro delle Antichità, Mamduh El-Damati, ha invitato a collaborare due gruppi scientifici specializzati nell’utilizzo di georadar.
Il georadar emette onde elettromagnetiche nella gamma radio e poi ne registra la riflessione ad opera di vari ostacoli e superfici situati all’interno di un corpo solido, nel sottosuolo, nel mare. Questi strumenti vengono utilizzati, ad esempio, per la ricerca di giacimenti minerari e la verifica della qualità di strutture ingegneristiche. Gli archeologi hanno iniziato ad usare georadar relativamente di recente.
Nel novembre 2015 l’esperto giapponese Hirokatsu Watanabe ha analizzato dall’interno la camera sepolcrale di Tutankhamon e ha confermato l’ipotesi di Reeves. Tuttavia, uno studio commissionato dalla rivista National Geographic ha smentito queste teorie.
Due anni dopo, un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino, guidato da Francesco Porcelli, ha condotto un’elettrotomografia dell’area circostante la tomba e ha rilevato due anomalie, ma non nell’area oggetto delle supposizioni di Reeves.
Nel febbraio 2018 lo scienziato italiano insieme alla società britannica Terravision Exploration ha nuovamente analizzato l’area ed è giunto a conclusioni deludenti: la teoria dell’esistenza di camere nascoste nella tomba di Tutankhamon non è supportata dai dati ottenuti mediante georadar.
Quanto alle due anomalie individuate in precedenza, gli scienziati non sono stati in grado di rilevare alcun collegamento con la KV 62.
Il corridoio a Est
Secondo Porcelli i risultati contradditori ottenuti sono da imputare alle caratteristiche specifiche dei georadar. A suo parere, spesso si sottovaluta la complessità di questa tecnologica. In particolare, una interferenza avrebbe potuto generare una errata interpretazione dei dati ad opera di Watanabe.
La situazione di incertezza non ha soddisfatto gli egittologi. Come riporta Nature, l’ormai ministro dimissionario Mamduh El-Damati ha deciso di mettere i puntini sulle “i” e ha invitato nuovamente Terravision Exploration a sondare le rocce circostanti la tomba di Tutankhamon assieme agli scienziati della Ayn Shams University de Il Cairo. A pochi metri in direzione est, questo gruppo ha rilevato qualcosa di simile a un corridoio lungo 10 metri e alto 2.
Uno studio effettuato dall’interno della camera sepolcrale non ha sortito risultati certi: infatti, sono state registrate interferenze con il sistema di condizionamento. Sarebbe stato necessario interromperne il funzionamento per tutta la durata delle rilevazioni oppure aggiornare il georadar.
Molte altre questioni riguardando questa storia affascinante. Alcuni scienziati dubitano dei dati ottenuti mediante georadar e sperano di confermare la teoria con altri metodi; altri credono che nelle camere segrete sia sepolta non Nefertiti, ma sua figlia Ankhesenamon, la moglie di Tutankhamon. Intanto Nature invita a non tenere nascosti i dettagli della ricerca in corso, affinché l’intera comunità scientifica di concerto possa decidere in che modo penetrare attraverso i secoli senza danneggiare un monumento unico.
FONTE:https://it.sputniknews.com/scienza-e-tech/202003228887951-il-mistero-della-tomba-di-tutankhamon-curiose-anomalie/
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Contro il coronavirus scende in campo anche il Mossad
Aperto un canale clandestino per portare in Israele kit medici. Mentre lo Shin Bet avvia un (discusso) programma di monitoraggio dei cittadini. Con tanto di sms di avvertimento.
IL PROGRAMMA DI MONITORAGGIO DELLO SHIN BET
A confermare l’intervento del Mossad è stato anche l’ufficio del primo ministro, di solito piuttosto reticente su questi argomenti. Del resto l’uso dei servizi segreti da parte di Israele nella lotta al Covid-19 è ormai cosa nota. Lo Shin Bet – il servizio interno di sicurezza – è stato incaricato con i suoi potenti mezzi informatici di tracciare i cellulari degli israeliani e di scandagliare i social. L’obiettivo non è solo controllare chi viola la quarantena e mette in pericolo tutti gli altri ma anche seguire passo passo i positivi al virus nei loro comportamenti sociali pregressi in modo da avvisare tutti quelli che sono entrati in contatto. La disposizione – presa dal governo di transizione di Benjamin Netanyahu e non discussa dalla Knesset – ha suscitato un vespaio di polemiche da parte dell’opposizione, in primis Blu-Bianco di Benny Gantz, che ci vede una profonda violazione della privacy, per di più disposta da un governo che non ha i pieni poteri.
GLI SMS DI AVVERTIMENTO AI CITTADINI
Per questo è stata presentato un ricorso urgente alla Corte Suprema. Nel frattempo, però, il programma è partito. Secondo quanto ha riferito la emittente pubblica Kan, il 18 marzo sono stati emessi 400 primi messaggi di avvertimento. Sui cellulari di altrettante persone è comparso un testo del ministero della Sanità che informa: «Secondo nostre indagini epidemiologiche ti sei trovato nelle immediate vicinanze di un malato di coronavirus. Devi entrare subito in quarantena». Attualmente, al 19 marzo, il numero complessivo dei casi positivi di coronavirus in Israele è di 529 contagiati, quasi 100 in più rispetto a quelli registrati il 18 marzo. Lo ha reso noto il ministero della sanità. Il ministero ha precisato che 498 contagiati sono in condizioni relativamente buone, 13 in condizioni medie mentre altri sei sono giudicati malati gravi. Dodici dei primi contagiati sono nel frattempo guariti.
FONTE:https://www.lettera43.it/coronavirus-israele-mossad/
Un virus artificiale?
Il Vaticano afferma che il coronavirus è stato creato in un “laboratorio di un Paese potente e ricco”
Vladimir Malyshev, Stalker Zone, 22 marzo 2020
Il cardinale e arcivescovo di Colombo Malcolm Ranjith, è convinto che il coronavirus Covid-19 sia stato creato dall’uomo nel “laboratorio di un Paese potente e ricco”. Il cardinale chiese che le Nazioni Unite avviino un’indagine e che i responsabili siano perseguiti con l’accusa di genocidio e puniti. Lo riferiva il corrispondente del quotidiano italiano Il Messaggero. “Alcuni virus”, osservò, “di cui abbiamo parlato negli ultimi giorni, sono il prodotto di esperimenti senza scrupoli. Dobbiamo vietare esperimenti di questo tipo che portano alla perdita di vite umane e causano dolore e sofferenza per tutta l’umanità… Queste ricerche non vengono condotte da individui in paesi poveri, ma vengono condotti nei laboratori di stati ricchi. Produrre cose del genere è un crimine molto grave contro l’umanità. Prego Dio che aiuti a scoprire chi ha seminato tale veleno. Penso che le Nazioni Unite dovrebbero cercare di capire come è sorto questo caso e punire i responsabili. Tale ricerca va vietata”.
Chi ha creato il virus?
Il cardinale non nominava esplicitamente quale Paese accusava di aver creato il virus, ma non è difficile indovinare a chi intendeva riferirsi per laboratorio di un “Paese ricco e potente”. Come recentemente affermava Larry Romanoff, editorialista del Global Research Center, il coronavirus fu creato negli Stati Uniti. Secondo lui, il virus sicuramente non è apparso nel mercato ittico cinese di Wuhan, dove era scoppiata l’epidemia. Crede che molto probabilmente vi fu portato dall’estero e persino nominò la posizione del laboratorio di armi biologiche. “L’unica possibile fonte del coronavirus sono gli Stati Uniti perché solo tale Paese ha tutte le ramificazioni evolutive dei coronavirus. La fonte originale del virus COVID-19 era il laboratorio militare nordamericano a Fort Detrick”, aveva detto Romanoff. I risultati si basano sulla ricerca di epidemiologi giapponesi e taiwanesi. Ricordava che ad agosto, un’ondata di polmonite si ebbe negli Stati Uniti, la fonte che gli statunitensi dichiararono fosse la vaporizzazione. Diversi casi di malattia furono letali. Al tempo, un medico di Taiwan avvertì gli Stati Uniti che la causa della polmonite poteva essere il coronavirus, ma nessuno l’ascoltò. Romanoff indicava che poco prima dell’inizio dell’epidemia, gli Stati Uniti chiusero il loro principale bio-laboratorio militare, a Fort Detrick.
Laboratorio di morte
Secondo i media, in tale laboratorio sperimentavano microbi e tossine pericolose come il virus Ebola, il vaiolo, l’antrace, la peste e la ricina velenosa. Furono inoltre studiati focolai epidemiologici e realizzati progetti per agenzie governative, università e aziende farmaceutiche. Nell’aprile 2019, il dipartimento di Scienze molecolari e traslazionali dell’Istituto di ricerca medica dell’esercito nordamericano pubblicò un rapporto sui risultati dello studio del coronavirus nei pipistrelli, secondo cui… “una carenza di farmaci in grado di resistere all’attività del pancoronavirus aumenta la vulnerabilità di sistemi della sanità pubblica alla pandemia di coronavirus altamente patogena”. Anche prima dello scoppio dell’epidemia in Cina, il 31 agosto 2019, il New York Times pubblicò un articolo sullo sviluppo negli Stati Uniti di una misteriosa epidemia di malattia polmonare sconosciuta, che al tempo colpì iù di 200 persone. Si sospettarono cannabis, sigarette elettroniche e vaporizzatori. Tuttavia, anche chi non fumava si ammalò. E quindi la natura virale-batterica della grave malattia del sistema polmonare non fu esclusa. Solo dal 1 ° ottobre 2019, 1.080 casi di malattia furono registrati in 48 Stati e nelle Isole Vergini, compresi i decessi. Attirò l’attenzione un altro episodio misterioso legato alla comparsa del virus. Dal 18 al 27 ottobre 2019 Wuhan ospitò i Giochi mondiali militari, in cui il Pentagono inviò una delegazione di centinaia di persone. A questo proposito, Global Research, con riferimento alle pubblicazioni cinesi sui social media, menzionava cinque atleti stranieri o dipendenti ricoverati a Wuhan per un’infezione all’epoca sconosciuta. La successiva esplosione di morbilità corrispose generalmente al periodo d’incubazione standard del coronavirus, secondo i medici (circa 14 giorni).
Il rappresentante del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, dichiarò in proposito su twitter che un coronavirus pericoloso fu portato a Wuhan da militari degli Stati Uniti d’America. Secondo lui, gli Stati Uniti sono obbligati a spiegare perché la malattia apparve a Wuhan. Lijian scrisse che le informazioni apparse dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie di Robert Redfield, affermando che ci furono casi di morti per influenza negli Stati Uniti prima dell’epidemia nella provincia di Wuhan. Tuttavia, dopo tali morti furono trovati avere un coronavirus pericoloso. Negli Stati Uniti, questa accusa da un rappresentante del Ministero deglii Esteri della Repubblica Popolare Cinese causava indignazione. Il presidente Donald Trump accusò la Cina di aver diffuso informazioni false. A un briefing alla Casa Bianca, affermò che “la Cina diffonde false informazioni secondo cui i nostri militari gli portarono questo [virus]. È una bugia. E invece di discutere, devo nominare da dove proviene [il virus]. Veniva davvero dalla Cina”, disse Trump. Tuttavia, non disse nulla di specifico sulle accuse precise fatte dagli esperti. Nel frattempo, la teoria secondo cui il coronavirus avrebbe potuto essere creato in bio-laboratori oltreoceano, dopo di che fu deliberatamente o inavvertitamente rilasciato, è condivisa da esperti russi. Ad esempio, l’ex-aderente della Commissione delle armi biologiche delle Nazioni Unite Igor Nikulin dichiarò che il “COVID-19 è assemblato da tre parti: coronavirus di pipistrello, coronavirus di serpente e un componente dell’HIV (virus dell’immunodeficienza umana), proteina glicoproteica. In natura, una tale combinazione non potrebbe accadere”. Come disse all’agenzia Tsargrad, ci sono motivi più che sufficienti per sospettare che il coronavirus sia una bioarma nordamericana. Innanzitutto, il tempo e il luogo sono ben scelti per essere considerati semplice coincidenza. Attualmente vi è l’apice della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, e il presidente nordamericano Donald Trump disse sei mesi fa che se i cinesi non rinsavivano, se ne sarebbero pentiti. Anche il motivo per cui l’epidemia scoppiò a Wuhan, e non a Pechino, Hong Kong o Shanghai, è approssimativamente comprensibile. C’è una majdan filo-statunitense a Hong Kong. Ci sono molte missioni nordamericane a Shanghai, quasi tutte le compagnie nordamericane e migliaia di statunitensi vi lavorano, se non decine di migliaia. E Pechino è la capitale, dove vi sono misure di controllo ampie, un milione di telecamere che registrano i volti, spiegava l’esperto. Scelsero un posto in cui il controllo è più difficile e il fatto che vi sia un istituto di virologia andava bene; era possibile accusare i cinesi di aver organizzato tutto da soli, con tanto successo durante il nuovo anno, osservava Igor Nikulin. “Inoltre, c’era il consolato nordamericano a Wuhan”, continuava. “Ma lo chiusero prima che i cinesi dichiarassero l’epidemia”, diceva l’esperto. “Quindi lo sapevano in anticipo? Inoltre, le informazioni non sono a loro favore”, osservava Nikulin. “Cioè, ci sono molti dettagli che dimostrano che non si tratta di coincidenza”, osservava l’esperto. E anche ricordava che fino al 2000 il coronavirus non fu mai trasmesso agli umani. E da quando gli statunitensi adottarono un programma di armi biologiche etnicamente specifiche nel 1999, già 8 virus su 38 passarono dagli animali agli umani.
Come fu creato il vaccino
Anche le relazioni degli Stati Uniti secondo cui furono compiuti progressi nello sviluppo di un vaccino contro il virus posero dubbi. In che modo esattamente gli Stati Uniti riuscivano a battere altri Paesi nello sviluppo del vaccino contro il coronavirus COVID-19 in una situazione in cui è impossibile dal punto di vista del processo tecnologico? Una domanda del genere fu posta dal noto giornalista Sergej Kurginjan nel talk show “Serata con Vladimir Solovjov” sul canale televisivo “Rossija 1”. “Gli statunitensi dichiararono ufficialmente che testeranno il vaccino, giusto? Come hanno fatto? A differenza di molti altri, credo che gli statunitensi siano una grande nazione tecnica… Ma anche gli altri popoli non sono idioti. Né tedeschi, né russi, né cinesi. Quindi, erano così avanti sul vaccino, così tanto che è impossibile procedere tecnologicamente così avanti”, disse Kurginjan. Osservavo che in questo caso si pone la questione di come sia avvenuto un simile progresso in termini tecnologici? Ciò è particolarmente importante in una situazione in cui il virus veniva registrato per la prima volta in Cina, e quando fu apparentemente la prima a iniziare a sviluppare e testare il vaccino. “O salti alcune fasi di controlli sui ratti e così via, oppure non li salti, quindi iniziavi quando? Queste fasi hanno una sequenza cronologica, non possono essere saltate! Interrompono il ciclo tecnologico o hanno capito? E se hanno capito, ed è cosa? Un antidoto? Quindi esiste un prodotto finale?” continuava Kurginjan. Come è noto, oggi ci sono circa 400 centri e laboratori degli Stati Uniti in cui vengono sviluppate armi biologiche. E circa 40 si trovano vicino ai confini russi. Non molto tempo fa, il Ministero della Difesa russo accusò gli scienziati nordamericani che lavoravano nel centro medico georgiano Lugar ad esperimenti su persone. L’esercito rivelò che gli Stati Uniti, col pretesto del “centro di cure”, avevano istituito un laboratorio segreto per armi biologiche in Georgia, vicino ai confini russi. Gli esperimenti vi avevano già ucciso 73 persone. Queste informazioni sensazionali furono rese note per la prima volta dall’ex- ministro della Sicurezza di Stato della Georgia Igor Giorgadze, che fornì dati su 30 persone che sarebbero morte nel dicembre 2015, durante le cure in laboratorio contro l’epatite C. Ad aprile e agosto 2016 morirono rispettivamente 30 e 13 persone. E nella colonna “causa della morte” fu scritto “sconosciuta”, e un’indagine su questo non venne effettuata. Il Ministero della Difesa russo diffuse un rapporto ufficiale sulle attività militari e biologiche statunitensi sul territorio georgiano. Le informazioni confermavano il concetto di guerra senza contatto del Pentagono. La sua essenza è l’uso di “munizioni” non standard, ora attivamente sviluppate dagli statunitensi. Le armi possono anche essere insetti o animali infetti da malattie pericolose per l’uomo.
Se fai uscire il genio dalla bottiglia…
La narrativa del possibile coinvolgimento degli Stati Uniti nella diffusione del virus è descritta da molti come teoria della cospirazione. Ma questo è ciò che è curioso. Con particolare forza, l’epidemia scoppiava per qualche motivo in due Paesi: Cina e Italia. Allo stesso tempo, la Cina è il principale concorrente economico degli Stati Uniti sulla scena mondiale e l’Italia è il suo alleato più recalcitrante nell’Europa occidentale, dove un “amico di Putin”, il capo della Lega Nord Matteo Salvini, sta per tornare al potere. Sarebbe una coincidenza? Forse, ma potrebbe non esserlo. Soprattutto dato che gli Stati Uniti hanno un grande “record” nei tentativi di eliminare gli avversari politici con veleni e persino armi biologiche. Passando dai numerosi attentati a Fidel Castro alla bizzarra morte del noto leader venezuelano Hugo Chávez. Ma se ciò è già accaduto, perché il coronavirus non sarebbe la conseguenza di tali “esperimenti” nordamericani, non più contro un solo leader, ma un intero Paese? Dopotutto, lo fecero già senza esitazione: bombardarono la Serbia e demolirono Iraq e Libia. Possono, tuttavia, obiettare dicendo che l’epidemia è ora scoppiata negli Stati Uniti. Ma è noto che se un genio viene lasciato uscire dalla bottiglia, anche se accidentalmente, inizia a divorare tutti indiscriminatamente, anche chi l’ha liberato. Il politico russo Franz Klintsevich affermava di essere molto cauto sulle teorie della cospirazione relative al coronavirus. Tuttavia, a suo avviso, la maggior parte dei fatti indica un laboratorio degli Stati Uniti. “Le conclusioni sono ovvie: fu deciso che il virus è artificiale e con alto grado di probabilità collegato ai militari nordamericani”, secondo il politico.
FONTE:http://aurorasito.altervista.org/?p=10966
Coronavirus – I fallimenti dei governi occidentali e le possibili terapie
Moon Of Alabama
moonofalabama.org
I servizi di intelligence statunitensi temono di essere messi sotto accusa per non aver tempestivamente lanciato l’allarme sulla pandemia di coronavirus attualmente in corso. Per evitare critiche, hanno chiesto ai loro stenografi preferiti di scrivere un pezzo discolpatorio.
Ecco il titolo del Washington Post:
Le agenzie di intelligence statunitensi, a gennaio e febbraio, avevano già rilasciato rapporti inquietanti e confidenziali sul pericolo globale rappresentato dal coronavirus, mentre il presidente Trump e i legislatori avevano minimizzato la minaccia e non erano stati in grado di prendere i provvedimenti che avrebbero potuto rallentare la diffusione dell’agente patogeno, secondo alcuni funzionari statunitensi che tengono i contatti con le agenzie di intelligence.
I rapporti dell’intelligence non prevedevano quando il virus avrebbe potuto sbarcare negli Stati Uniti e non raccomandavano particolari misure [di prevenzione], compito che toccherebbe ai funzionari della sanità pubblica, visto che si tratta di problemi al di fuori della sfera di competenza delle agenzie di intelligence. Ma [le agenzie] avevano monitorato la diffusione del virus in Cina e, successivamente, in altri paesi e avevano avvertito che i funzionari cinesi sembravano sottostimare la gravità dell’epidemia.
Se i servizi di spionaggio erano davvero preoccupati per il problema, perché non avevano avvertito il pubblico? Invece di far trapelare nuove storie idiote avrebbero potuto diffondere un avvertimento sulla pandemia. Invece abbiamo avuto questo:
• Bernie Sanders è stato informato da funzionari statunitensi che la Russia sta cercando di aiutare la sua campagna presidenziale – 22 febbraio
• La Russia cerca di aizzare le tensioni razziali negli USA prima delle elezioni, affermano alcuni funzionari – 10 marzo
• Come le ingerenze elettorali russe sono ritornate prima del voto del 2020 – 13 marzo
Se i servizi di intelligence avessero preso sul serio la pandemia, avrebbero potuto avvertire il pubblico attraverso i loro numerosi stenografi dei media mainstream. Invece hanno riempito gli organi di informazione di fake news anti-russe e hanno detto a Trump che i Cinesi stavano mentendo, cosa in realtà assolutamente non vera.
Trump, in ogni caso, non avrebbe creduto ai rapporti dell’intelligence. E perché avrebbe dovuto? L’FBI e la CIA hanno cercato per tre anni di metterlo sotto accusa. Hanno creato il Russiagate sulla base di un dossier falso. Hanno mentito per ottenere l’autorizzazione della FISA a spiare la sua campagna elettorale. Quando, alla fine, il Russiagate è andato in pezzi, la CIA ha tirato fuori un falso “informatore” per lanciare l’Ucrainagate. Dal punto di vista di Trump non c’è alcun motivo per credere ad una sola parola di ciò che dicono i “rappresentanti ufficiali dell’intelligence.”
I servizi di intelligence non avevano lanciato nessun allarme. Ma non erano stati gli unici. Tutte le istituzioni dei paesi “occidentali” e i loro leader sono stati carenti nel prepararsi ad una diffusione rapida dell’epidemia.
La Cina ci aveva avvertito in tempo. L’OMS era stata informata già a fine dicembre. Il 3 gennaio, il direttore dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie [CDC] era stato informato dai suoi colleghi cinesi. Dopo aver riconosciuto che il nuovo virus SARS-CoV-2 era realmente in grado di passare da persona a persona, la Cina aveva preso misure radicali per bloccare l’epidemia e questi provvedimenti sembra abbiano funzionato bene. La Cina ha avuto finora solo 3.255 morti, e questo in una nazione di 1,4 miliardi di persone. Oggi tutti i checkpoint sono stati rimossi dalla città di Wuhan e la vita sta lentamente ritornando alla normalità.
Anche altre nazioni asiatiche hanno reagito in modo rapido ed efficace. E’ l’”Occidente” che, nonostante fosse stato avvertito, sta rispondendo male alla crisi.
Nel 2002/2003 i paesi asiatici avevano combattuto l’epidemia di SARS. Nel 2015 in Corea del Sud si era sviluppato grande focolaio, causato dal virus MERS. Questi paesi hanno imparato la lezione dalle precedenti epidemie e hanno lavorato fin dai primi giorni per ridurre al massimo il picco dei contagi. Perché nessun paese occidentale è stato in grado di imparare da loro?
Iona Craig أيونا كريچ @ionacraig – 18:22 UTC · Mar 21, 2020
Vi rendete conto che il mondo si è capovolto quando la famiglia e gli amici – compresi gli amici yemeniti nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in India – ti dicono di rimanere nello Yemen per la tua sicurezza. E’ la prima volta al mondo. Dopo 10 anni che vivo o scrivo articoli sullo Yemen, 5 passati in tempo di guerra. È una novità assoluta per me.
Nel frattempo impariamo sempre più cose sul nuovo virus e sulle possibili terapie. Questa però non è ragionevole:
Donald J. Trump @realDonaldTrump – 14:13 UTC · Mar 21, 2020
IDROSSICLOROCHINA & AZITROMICINA, presi insieme, hanno una reale possibilità di essere uno dei più grandi punti di svolta nella storia della medicina. La FDA ha mosso le montagne – Grazie! Speriamo che ENTRAMBI (I funziona meglio con A, International Journal of Antimicrobial Agents) …..
… dev’essere utilizzato IMMEDIATAMENTE. Le persone muoiono, muovetevi in fretta e Dio benedica tutti!
@US_FDA @SteveFDA @CDCgov @HSgov
L’affermazione secondo cui il farmaco antimalarico idrossiclorochina aiuterebbe nei casi di infezione da SARS-CoV-2 proviene da due studi cinesi (qui e qui) che si basano solo su test in vitro sul virus e sulle cellule umane. Le dosi erano relativamente alte e si sa che la clorochina ha parecchi effetti collaterali avversi. Inoltre, non esiste ancora alcun modo valido per far arrivare la clorochina alle basi polmonari dove si concentra il virus e dove [il farmaco] sarebbe effettivamente necessario.
Esiste anche un piccolo studio francese con clorochina su pazienti reali, ma purtroppo non è validato. È uno studio non randomizzato fatto solo su 42 pazienti, di cui 6 erano stati ritirati prima della conclusione.
I ricercatori avevano contato i virus prima e dopo il trattamento. Ma avevano usato solo i tamponi faringei per il conteggio della carica virale. Durante l’infezione da SARS-CoV-2 il virus inizia a moltiplicarsi nella gola ma poi migra verso il basso, alle basi polmonari. Solo lì il virus inizia a moltiplicarsi e ad arrivare a numeri veramente grandi e a causare danni. Nel frattempo, il conteggio virale nelle alte vie respiratorie diminuisce. I ricercatori francesi non lo sapevano.
I dettagli sopra riportati sono tratti dal podcast giornaliero n. 17 del professor Dr. Christian Drosten, capo del dipartimento di virologia del Charité di Berlino. Le trascrizioni in tedesco sono disponibili qui. Drosten ha partecipato a diversi studi clinici su casi di Covid-19 in cui venivano valutati in modo dettagliato tutti gli sviluppi. Sa bene come procede la malattia.
Ci sono altre critiche su quello studio francese. Gaetan Burgio, genetista presso la Australian National University, sintetizza così la sua critica:
In breve, tutto questo clamore sulla sperimentazione clinica si basa su una sperimentazione clinica in aperto, non randomizzata e sottodimensionata sull’utilizzo di HCQ nei confronti del # COVID19, dove, come risultato, si valutava una carica virale che non era stata misurata correttamente nei 2/3 del gruppo di controllo !!!
Quindi, per rispondere alla domanda: quali sono le prove che giustificano l’uso di HCQ o CQ come trattamento profilattico o curativo nei confronti del # COVID19? La risposta semplice, o breve, è NESSUNA. Per accertarlo, abbiamo bisogno di uno studio clinico adeguato, randomizzato e statisticamente significativo
Anche se capisco che siamo in una pandemia da # COVID19, non c’è alcun motivo per buttare via tutta la medicina basata sull’evidenza e per non fare della scienza rigorosa o uno studio clinico randomizzato!
Un ricercatore cinese ritiene che si avrà più successo interrompendo le modalità di legame con cui il virus penetra nella cellula:
Il virus utilizza le glicoproteine ‘spike’ di superfice per agganciarsi alla cellula ospite, ma, normalmente, queste proteine sono inattive. La particolare configurazione della loro struttura causa l’attivazione di una idrolasi cellulare, che scinde ed attiva la proteina spike, portando ad una “fusione diretta” delle membrane virali e cellulari.
Rispetto al modo di penetrazione cellulare della Sars, questo metodo di legame è “100-1000 volte” più efficace, secondo lo studio.
…
Ricercatori cinesi hanno affermato che i farmaci specifici per la proteasi furinica potrebbero essere in grado di ostacolare la replicazione del virus nel corpo umano. Questi includono “una serie di farmaci terapeutici per l’HIV-1, come Indinavir, Tenofovir Alafenamide, Tenofovir Disoproxil e Dolutegravir e farmaci terapeutici per l’epatite C, tra cui Boceprevir e Telaprevir,” secondo lo studio di Li.
Questo suggerimento è in linea con le segnalazioni di alcuni medici cinesi si erano auto-somministrati farmaci per l’HIV dopo essere risultati positivi al nuovo coronavirus, ma non esistono ancora prove cliniche a supporto della teoria.
Ora ci sono dozzine di studi in corso con pazienti reali. Migliaia di ricercatori capaci stanno lavorando su una terapia per la patologia da Covid-19 e su un vaccino contro il virus SARS-CoV-2. Tra qualche mese, probabilmente saranno entrambi disponibili.
Nel frattempo, possiamo solo stare in quarantena e imparare come si fanno le mascherine.
Moon Of Alabama
Fonte: moonofalabama.org
Link: https://www.moonofalabama.org/2020/03/coronavirus-on-western-government-failures-and-possible-therapies.html#more
21.03.2020
FONTE:https://comedonchisciotte.org/coronavirus-i-fallimenti-dei-governi-occidentali-e-le-possibili-terapie/
ECONOMIA
Per la Consob non c’è speculazione in Borsa
L’authority spiega che non c’è evidenza di attacchi che abbiano causato gli andamenti negativi di Borsa. Che sono legati a epidemia e prezzo del petrolio. Di conseguenza non verranno sospese le contrattazioni.
NON SI PUÒ SPEGNERE L’INDICATORE DI PREZZO SENZA RIMUOVERE LE CAUSE
«La Consob ritiene che la temporanea sospensione delle contrattazioni di singole azioni, intesa come pausa di riflessione imposta, già operante quando la caduta dei prezzi è in prossimità dei parametri previsti dai trading halt, introdotti per le sedi di negoziazione da Mifid II, stia ben funzionando, pur nei limiti di efficacia dello strumento e tenuto conto del contesto di mercato sfavorevole a livello di andamento delle Borse nel mondo», ha sottolineato la Commissione. «In ogni caso l’adozione del divieto unilaterale di short selling è valutata, secondo il Regolamento europeo (Regolamento Ue 236/2012), se la caduta dei corsi supera mediamente il 10% e in presenza degli altri presupposti. La sospensione di tutte le contrattazioni di Borsa invece sarebbe una decisione che spegnerebbe l’indicatore di prezzo senza rimuovere le cause, generando problemi di mercato di non facile soluzione nell’immediato futuro», conclude la Consob.
Il Fiero Pasto ai tempi del coronavirus e del MES
Non è che ci voglia Nostradamus per capire che per l’Italia la firma del MES significherebbe suicidarsi. La crisi può essere usata da chi ci vuole spolpare.
Coronavirus
Fonti dell’Eurogruppo hanno fatto sapere che è attesa l’approvazione definitiva della riforma del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) per il 16 di Marzo. Ecco, allora, non è che ci voglia Nostradamus per capire che per l’Italia la firma del MES significherebbe suicidarsi. Le nostre banche stanno crollando in borsa e conseguentemente lo spread Btp/Bund sta salendo. E’ evidente che avremo bisogno di finanziamenti e quelli della Bce sono vincolati all’attivazione del Meccanismo Europeo di Stabilità. Herr Weidman ha parlato chiaro: non sono all’orizzonte misure straordinarie di erogazione di liquidità da parte della Banca Centrale Europea. Letto in controluce significa: «Chi ha bisogno di liquidità usi le procedure ordinarie attivando il MES e firmando un Memorandum of Understanding in stile greco».
Ancora meno si può parlare di approvazione di norme capestro quali quella della dell’Unione Bancaria che prevedono la ponderazione del peso dei titoli di stato nazionali nel portafoglio titoli delle banche. Il cosiddetto doom loop tra banche e governi” è un concetto tortuoso e illogico che solo gli economisti – categoria maestra di pensiero gregario – può accettare. In una situazione di crollo generalizzato la logica dello spalmare il rischio sia nello spazio che nella diversificazione degli asset class non funziona: crolla tutto. Il concetto di Risk-Weighted Assets (RWA) è stato semplicemente demolito come concetto dal crollo del 2008. I tedeschi fanno finta di crederci e vorrebbero imporlo perché è funzionale ai loro disegni. L’Italia ha un un’allocazione dei risparmi/capitali fortemente concentrata sui titoli di stato italiani e questa situazione va smontata (dal loro punto di vista) con la scusa dell’effetto contagio banche-governo. Ma le banche spagnole che hanno una distribuzione più incentrata sull’estero sono messe meglio? Non mi pare proprio, hanno centinaia di miliardi impelagati in quell’Argentina che non riesce manco a pagare le rate dell’FMI e in quella Turchia impegnata in due guerre a bassa intensità (Siria e Libia) e come se non bastasse che rischia uno scontro con la Grecia. E’ forse questa un allocazione delle risorse più razionale e meno rischiosa? Non mi pare proprio.
Perché i tedeschi vorrebbero una allocazione meno incentrata sul nazionale da parte dell’Italia? Siamo alle solite: comportarsi alla prussiana mantenendo una parvenza di correttezza con la quale fare pistolotti morali agli altri. Ovviamente loro con questa manovra intendono attivare un meccanismo virtuoso per loro e mortale per l’Italia: convogliare verso gli asset tedeschi parte del risparmio italiano abbassando i tassi sui bund che sono già negativi e sottoponendo i capitali esteri che vi sono convogliati a una patrimoniale di fatto. Ovvero sia, le spese per l’emergenza sanitaria glielo pagano i risparmiatori italiani (che però non possono pagarle per se stessi). I tassi dei titoli italiani saliranno vista la mancanza dell’afflusso di risparmio italiano? Non c’è problema secondo loro, lo stato italiano può tranquillamente attivare il MES firmando un Memorandum of Understanding che ci vincolerà per decine di anni a ciò che decide una società privata di diritto lussemburghese (questo è il MES).
Questo è il meccanismo.
Non entro neanche nel discorso su come definire il vincolo del parlamento italiano e del governo alle decisioni di una società privata di diritto lussemburghese, dico solo che io nella costituzione italiana non vedo questa opzione che vincola il parlamento italiano nell’approvazione della legge finanziaria al placet di una società privata. Un colpo di Stato bello e buono.
Semplicemente con l’attivazione di questo meccanismo mortale si vedrebbe la riedizione di quanto è accaduto con la crisi finanziaria partita nel 2008: il primo che cade viene usato come fiero pasto dagli altri che si rafforzano ed evitano così a loro volta di cadere semplicemente spolpando come degli avvoltoio il malcapitato. Chiedere ad Atene in cosa si sostanzia questo concetto. Solo che questa volta a rischiare di essere i primi a cadere siamo noi.
VIDEO QUI: https://youtu.be/QvSX2l3fsVM
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Consob dia più visibilità alla Black e alla Grey List
I due elenchi comprendono le società per le quali si richiede l’obbligo di fornire specifiche informazioni, a cadenza mensile o trimestrale: posizione finanziaria netta, i debiti scaduti e i rapporti verso parti correlate. Dati importanti per gli investitori che dovrebbero avere maggiore evidenza.
Giuseppe Rebecca- 23 marzo 2020
La Consob prevede, tra le altre sue attività, anche la comunicazione con il pubblico degli investitori.
In questo ambito, da tempo pubblica sul suo sito, tra le varie rubriche, due elenchi molto importanti, le cosiddette black e grey list delle società quotate a Piazza Affari.
Si tratta di elenchi che interessano tutti gli investitori. Ma non ne viene data una adeguata pubblicità. Nel sito questi dati non si trovano immediatamente: si deve cliccare alla voce “Emittenti-Società quotate“, e poi sulla dicitura “Obblighi di informativa periodica“.
LA RICHIESTA DI INFORMAZIONI CON CADENZA MENSILE O TRIMESTRALE
Tra l’altro non risulta che venga data comunicazione specifica al pubblico delle variazioni, essendo il tutto limitato a due elenchi che comprendono le società per le quali la Consob richiede l’obbligo di fornire specifiche informazioni, a cadenza mensile o trimestrale. Mensile per le società nella cosiddetta black list e trimestrale per quelle della grey list. I dati più rilevanti di questa richiesta di informazioni sono la posizione finanziaria netta, la posizione dei debiti scaduti e i rapporti verso parti correlate. Nel passato, più di qualche società già inserita in questa lista ha poi fatto ricorso a una procedura concorsuale. In un mercato sempre più difficile, queste società dovranno dare dimostrazione di avere un futuro e quindi anche una situazione finanziaria non in peggioramento.
CI SONO SOCIETÀ PRESENTI NELLA LISTA DA 10 ANNI
Stupisce peraltro riscontrare come ci siano società inserite in queste liste da oltre 10 anni: la A.S. Roma dal 2009 è nella lista grigia e ben due società nella lista nera, Tiscali e Seri Industrial (ex K.R. Energy). Come può essere possibile che non abbiano variato la posizione da allora? Segnaliamo i nuovi ingressi del 2019
Informativa mensile: Fullsix
E non si può che auspicare che Consob dia maggiore evidenza al mercato per queste rilevanti e importanti informazioni.
La Black List (Dal sito della Consob).
La Grey List (dal sito della Consob).
FONTE:https://www.lettera43.it/consob-societa-black-list/?refresh_ce
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Jeff Bezos vi chiede di aiutare i dipendenti di Amazon
Alan Macleod
Mintpressnews.com
LATE STAGE CAPITALISM – Un uomo che vale più di 100 miliardi di dollari, che guadagna in media 230.000 dollari al minuto chiamando il pubblico ad aiutare i propri dipendenti impoveriti, non è stato accolto bene da molti.
L’amministratore delegato di Amazon Jeff Bezos, la prima persona al mondo superare i 100 miliardi di dollari di patrimonio, un uomo che si batte con Bill Gates per il titolo di individuo più ricco del pianeta, sta chiedendo al pubblico donazioni per fornire un sostegno di base ai suoi 800.000 dipendenti che stanno soffrendo la povertà a causa della pandemia COVID-19. Bezos ha annunciato:
“Stiamo istituendo l’Amazon Relief Fund con un contributo iniziale di 25 milioni di dollari focalizzato sul sostegno ai nostri partner indipendenti del servizio di consegna e ai loro autisti, ai partecipanti di Amazon Flex e ai dipendenti stagionali in difficoltà finanziarie in questo difficile periodo”.
Il fondo sosterrà anche i dipendenti e gli appaltatori di tutto il mondo che si trovano ad affrontare difficoltà economiche dovute a disastri naturali o a circostanze personali impreviste. Coloro che si qualificano possono richiedere una sovvenzione fino a 5.000 dollari.
“Non sono mai stato così orgoglioso dei nostri team in tutto il mondo. Le persone si sostengono a vicenda, si prendono cura di se stesse e degli altri e al tempo stesso fanno ciò che sappiamo fare meglio, ovvero servire i clienti”, ha dichiarato Beth Galetti, Senior Vice President of Human Resources di Amazon.
Amazon ha istituito un fondo di soccorso per i suoi dipendenti e ci chiede di fare una donazione. Amazon vale quasi mille miliardi di dollari. Amazon ha pagato un’aliquota negativa dell’imposta federale sul reddito nel 2018. Non ha pagato nulla ma ha ha ricevuto milioni di dollari in sussidi governativi. Come può essere reale. https://amazonrelieffund.org
Un uomo che vale oltre 100 miliardi di dollari e che guadagna in media 230.000 dollari al minuto chiedendo al pubblico di aiutare i propri dipendenti impoveriti non è stato accolto bene da molti. Amazon stessa vale oltre 1.000 miliardi di dollari, e alcuni hanno ritenuto che lo stesso Bezos fosse in una posizione migliore di altri, soprattutto i membri del pubblico colpiti anche economicamente dalla pandemia COVID-19, per aiutare il proprio personale. Inoltre, l’azienda è nota per essere un cattivo datore di lavoro. Costretti a rinunciare alle pause bagno, molti magazzinieri dell’azienda sono effettivamente costretti a indossare i pannolini durante i loro turni. Altri dipendenti riferiscono di lavorare in ambienti non sicuri e di essere stati puniti per gli infortuni subiti sul lavoro. L’azienda, inoltre, non fornisce ai propri dipendenti l’accesso regolare all’acqua pulita.
I lavoratori di Amazon sono poveri. Davvero poveri. In Arizona, per esempio, i dati dell’azienda stessa suggeriscono che un dipendente su tre dipende dai buoni pasto per mettere il cibo in tavola. È il ventottesimo datore di lavoro più grande dello stato. Tuttavia, si è classificato al quinto posto nella lista per il maggior numero dei dipendenti iscritti al Supplemental Nutritional Assistance Program (SNAP). In tutti gli Stati Uniti, è una storia simile. In Pennsylvania, per esempio, Amazon è il diciannovesimo più grande datore di lavoro, ma è al quinto posto nella lista dei dipendenti SNAP delle società. E in mezzo alla mortale pandemia COVID-19 che sta dilagando in tutto il mondo, il lavoro è uno dei più pericolosi, dato che i lavoratori sono costantemente in movimento, maneggiando un gran numero di pacchi e nelle immediate vicinanze di altri. Nonostante la sua scarsa retribuzione, il lavoro è considerato essenziale per il mantenimento della società
Non riesco nemmeno a elaborarla questa… Amazon – sapete, quella gestita dall’uomo più ricco, quello le cui vendite sono aumentate durante una pandemia – sta facendo una raccolta di fondi online. Chiedendo a tutti noi di fare una donazione per sostenere i suoi magazzininieri temporanei e gli autisti con contratti flessibili colpiti da Covid. https://amazonrelieffund.org
Le donazioni caritatevoli di Bezos gli procurano spesso notevoli elogi da parte dei media. La sua donazione di un milione di dollari australiani per aiutare gli incendi di gennaio ha generato titoli di giornale che proclamano la sua generosità. Ma, come ha riferito MintPress, ciò equivaleva ad appena tre minuti di reddito, generoso come una persona che guadagna 20.000 dollari all’anno donando un centesimo. Linsey McGoey, professoressa di sociologia all’Università dell’Essex, Regno Unito, ha detto a MintPress che “la filantropia può essere e viene usata deliberatamente per distogliere l’attenzione dalle diverse forme di sfruttamento economico che oggi sono alla base della disuguaglianza globale”.
In altre notizie, i dipendenti di Amazon a Chicago hanno annunciato ieri che, attraverso un’azione collettiva, hanno costretto l’azienda ad accettare di pagare le ferie per tutti i magazzinieri statunitensi, cosa che sarà particolarmente utile nelle attuali circostanze. “Quasi un anno fa, nell’estate del 2019, un piccolo gruppo di noi si è stufato delle stronzate di Amazon e si è riunito fuori dal lavoro perché sentiva di dover fare qualcosa”, hanno detto, proclamando la vittoria.
Negli Stati Uniti, l’azienda sta attualmente aumentando le assunzioni per far fronte a un forte aumento delle vendite. D’altra parte, il governo francese ha sospeso tutte le consegne non essenziali di Amazon nel tentativo di ridurre i tassi di contagio. L’azienda è stata anche obbligata a fermare la l’aumento dei prezzi sul suo sito web di prodotti chiave come i disinfettanti per le mani.
Mentre Bezos chiede donazioni, sembra che non abbia davvero considerato di utilizzare le proprie ricchezze per aiutare chi ne ha bisogno. Nel 2018 si è lamentato che “l’unico modo in cui posso vedere utilizzare queste risorse finanziarie è quello di convertire le mie vincite su Amazon in viaggi spaziali. Questo è fondamentalmente tutto”. I suoi dipendenti potrebbero avere altre idee su come potrebbe usare la sua fortuna.
Fonte: https://www.mintpressnews.com/jeff-bezos-wants-donations-help-amazon-employees-coronavirus/265962/
FONTE:https://comedonchisciotte.org/jeff-bezos-vi-chiede-di-aiutare-i-dipendenti-di-amazon/
PANORAMA INTERNAZIONALE
Tutti in gara per aiutarci, anche Pornhub. Tranne la Chiesa
Ragazzi, persino Pornhub ha donato denaro: ha deciso di dedicare gli incassi di una mensilità degli abbonamenti al sostegno di quelle realtà che cercano di fronteggiare l’emergenza coronavirus. Persino Pornhub, che è un sito porno: persino loro stanno raccogliendo soldi per chi si sta impegnando in quest’emergenza. La Chiesa cattolica, no. In alchimia è noto che, quando si alza la temperatura, in una reazione, le varie sostanze in un certo qual modo si distillano, quindi esaltano le loro identità. Immaginate quando si distilla un macerato, per farci dell’acquavite: si estraggono un po’ alla volta le varie sostanze, si separano; si aumentano certe combinazioni, e altre si separano. Al pari, in questo momento, la grande pressione che sta aumentando (lo vedete, c’è una grande pressione nell’aria) sta facendo evidenziare le caratteristiche di certi soggetti – un po’ di tutti, ma di alcuni in particolar modo. Ed ecco che, in questo momento, la Chiesa cattolica dichiara, palesa, rende evidente la sua identità. Getta la maschera, come non aveva mai fatto, in passato.
Pensate: il Papa, tramite il dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale (notizia ben evidenziata dall’Ansa), ha donato centomila euro alla Caritas. Una cifra enorme, ragazzi: centomila euro – alla Caritas, che è uno strumento della compagine catto-cristiana. E’ praticamente un semplice giroconto. Di più invece ha fatto la Cei, la conferenza episcopale italiana, ma non di sua iniziativa: accogliendo una richiesta della fondazione Banco Alimentare Onlus ha deciso di “donare” (attenzione al termine) 500.000 euro dei soldi presi dall’8 per mille. Cioè: non si sono tolti niente. L’8 per mille è quel meccanismo furbo, attraverso il quale la Chiesa cattolica riesce a stillare qualcosa come sei, sette, otto miliardi di euro l’anno – e sono soldi nostri. Non hanno cavato una lira, ragazzi. Pensate: Berlusconi, 10 milioni di euro. Gli Agnelli, 10 milioni di euro. Caprotti, 10 milioni di euro. Lavazza, 10 milioni di euro. Persino la Campari (un milione di euro) ha donato più della Chiesa cattolica. L’Unione Buddista Italiana ha donato qualcosa come 3 milioni di euro. “Loro” invece si è sono limitati a girare una piccola parte dei soldi ricevuti dallo Stato italiano.
Eppure stiamo parlando della Chiesa cattolica, cioè quella che può essere considerata la realtà più ricca al mondo. Anni fa pubblicai un testo, “La messa è finita”, nel quale spiego quanto sia falso e sbagliato associare alla Chiesa la figura di Gesù. Se è esistito (e chi lo sa?), Gesù ha lanciato un messaggio e fatto alcune cose; la Chiesa cattolica è ben altro. Giusto per farsi un’idea, si ritiene che ad oggi la Chiesa cattolica possieda il secondo più grande tesoro, in oro, al mondo, secondo solo a quello degli Stati Uniti (e si limita a dare centomila euro alla Caritas). Il patrimonio finanziario della Chiesa è immenso, e spazia da azioni presso i più importanti istituti finanziari: i Rothschild di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, la Banca Ambrose, il Crédit Suisse di Londra e Zurigo, la banca Morgan, la First National Bank e altre, e azioni in multinazionali come Shell, General Motors, Betlehem Steel, General Electric, International Business Machine e tante altre, che non vi sto a leggere. Aggiungiamo l’impressionante patrimonio immobiliare, le proprietà terriere, agricole e boschive (che in tutto il mondo raggiungono quote imbarazzanti) e tutte le opere d’arte.
A tutti gli effetti, possiamo tranquillamente considerare la Chiesa cattolica come il maggior possessore di ricchezze materiali esistenti, e il Papa – in quanto amministratore – l’uomo più facoltoso del pianeta. Centomila euro alla Caritas, e cinquecentomila (sempre di soldi pubblici, presi col meccanismo dell’8 per mille) dati a sostegno, sulla base di richieste ricevute. Per il resto, non hanno fatto niente. E continuano a non fare niente. Ma c’è un dato ancora più grave, a mio avviso: invece di dare una mano, privandosi di un po’ di quei soldi accumulati nei secoli (quando rischiavi di essere bruciato, se non credevi nella Chiesa, e comunque dovevi cederle i tuoi beni), stanno addirittura approfittando di questo momento per dare forza ai loro strumenti. Per esempio: un simbolo fortissimo che la Chiesa cattolica utilizza è il crocifisso. La prima cosa che ha fatto, il Papa (gesto utilissimo, che infatti ha salvato milioni di vite), è stato andare a far visita al crocifisso che, si racconta, nel XVII secolo “ha fermato la peste”. La gente segregata in casa, e lui in giro per Roma (tranquillo, senza mascherina).
Nosiglia, l’arcivescovo di Torino, ha addirittura esortato tutte le chiese e far suonare le campane all’unisono. Sempre nel mio libro mostro i risultati degli ultimi studi condotti dall’epigenetica: è per comprendere cos’è il suono delle campane, che effetto produce in noi, che tipo di ricordo attiva (grave e minaccioso, ndr). Quindi: invece di darci una mano, loro approfittano della situazione. E pensate: in questo periodo di crisi “Radio Maria”, l’unica radio che si sente in tutta Italia, persino nelle gallerie, grazie al più potente emettitore italiano, ha addirittura esortato a rafforzare le donazioni. E per farci cosa? Per tenersele per sé. Concludo: la storia dà sempre grandi lezioni, è una grande maestra. Basterebbe studiare la storia, per riuscire a far fronte al nostro presente in maniera molto più saggia. Quella che ci lascia questa volta è una lezione inesorabile, e il mio invito è quello di ricordarcela. Osserviamo la bellezza della natura, che sta riemergendo, essendosi abassati tutti i livelli di inquinamento: l’acqua che torna limpida a Venezia; i delfini che giocano nei porti; questa primavera con un’aria molto più leggera; questo silenzio nutrito solo da suoni armonici, dal canto degli uccellini, dal volo di qualche insetto.
Ricordiamoci di questa bellezza, che stiamo vivendo. Ma ricordiamoci anche che in questa vicenda c’è un grande sconfitto. Hanno vinto in tanti: hanno vinto i medici, gli infermieri; hanno vinto le associazioni di volontariato; hanno vinto le forze dell’ordine; hanno vinto i sindaci, che si stanno impegnando in una maniera incredibile. Ha vinto la gente, che tira la cinghia e rimane in casa, e va avanti, e si inventa qualcosa per sopportare questo stato di stress che a volte è veramente difficile. Ha vinto la Cina, occorre dirlo: la Cina ha stravinto, in tutto questo; ha vinto con la sua tecnologia, con il suo modo di riuscire a gestire la situazione. Ha vinto la solidarietà, ha vinto l’impegno. Ha vinto l’inarrestabile processo evolutivo. Vince addirittura anche il governo italiano che, seppur strangolato nella morsa, nel ricatto monetario dell’euro e del debito, è riuscito comunque a trovare qualche soldo per la gente. L’unica sconfitta – per la sua inadeguatezza, l’incapacità e l’avarizia – è la Chiesa cattolica. L’unico vero sconfitto è il grande impero della Chiesa cattolica, al quale dedico questa ultima frase: persino una spremuta d’arancia, con la sua vitamina C, in questo momento è più utile di te.
(Michele Giovagnoli, estratto del video-editoriale “La Chiesa non dà nulla, anzi…“, pubblicato il 20 marzo 2020 sul canale YouTube di “Border Nights”, su cui Giovagnoli conduce la rubrica settimanale “L’uomo che parla con gli alberi”. Naturalista e alchimista, Giovagnoli ha pubblicato saggi come “Alchimia selvatica” e “Impara a parlare con gli alberi”. Quest’anno ha avviato un’iniziativa formativa speciale, chiamata Accademia Genitore Albero. Il libro citato nel video, “La messa è finita” – 175 pagine, euro 12,90 – è stato pubblicato nel 2017 da UnoEditori).
VIDEO QUI: https://youtu.be/9PxzHP2KcN0
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FONTE:https://www.libreidee.org/2020/03/tutti-in-gara-per-aiutarci-anche-pornhub-tranne-la-chiesa/
L’epidemia del neoliberismo
Per moltiplicarsi, diffondersi e dilagare, i virus che fanno tanta paura hanno bisogno delle condizioni adatte. Questo insegna da secoli la storia sociale della medicina. Nel nostro tempo, quelle condizioni sono state create da un sistema dominante “libero” di servire un solo signore: il denaro (e la sua insaziabile accumulazione). Per questo sono state devastate le foreste e invasi gli habitat, fino a sconvolgere gli equilibri dell’ecosistema; e per questo si continua ad alimentare un’economia che produce enormi mutazioni del clima. L’epidemia che sta terrorizzando il mondo, dicono alle Nazioni Unite, è “riflesso della degradazione ambientale”. Per la stessa ragione di cui sopra i governi italiani hanno sottratto decine di miliardi alla spesa pubblica per la nostra salute e, poco più di un mese fa, quando il virus era solo “cinese”, la Spagna ha mandato a casa 18 mila lavoratori della sanità. Oggi ci viene chiesto di sospendere ogni diritto e ogni relazione sociale fino all’isolamento dei corpi. Sarebbe troppo pretendere, visto che non possiamo più neanche uscire di casa, che si cessi di consegnare le nostre speranze di vivere alla volubilità dei mercati e che la salute di tutti, ma proprio tutti, compresi gli anziani e i detenuti, diventi davvero più importante dell’accumulazione di denaro? Se davvero l’Italia ha tagliato almeno 37 miliardi dalla spesa pubblica per la nostra salute, cominci a pensare di rimettercene 74, perché non è difficile prevedere che a questa letale crisi, più prima che poi, ne seguiranno diverse altre. Dove andarli a prendere, quei soldi, dovrebbe ormai essere piuttosto evidente: ovunque ce ne sono troppi in mano a pochi
Sono trascorsi secoli da quando abbiamo imparato a conoscere l’importanza dei contesti sociali e naturali in cui si radicano e moltiplicano i virus, anche perché conviviamo con essi e non sempre ci minacciano. La peste nera ci ha insegnato che virus preesistenti si moltiplicano e diffondono quando si creano le condizioni appropriate perché ciò avvenga. Nel nostro caso, quelle condizioni sono state create dal neoliberismo.
In “La peste nella storia” (Einaudi, 2012), William McNeill rileva alcune questioni, ancora di grande attualità, quando analizza la peste nera che infuriò in Europa dal 1347. I cristiani, a differenza dei pagani, si prendevano cura degli infermi, “si aiutavano tra loro in epoche di pestilenza” e in quel modo contenevano gli effetti della peste. La “saturazione di esseri umani”, la sovrappopolazione, è stata invece un fattore chiave nell’espansione della peste.
LEGGI ANCHE L’antivirus è partire da sé (Lea Melandri), Virus e militarizzazioni delle crisi (Raul Zibechi), Il parassita (Ascanio Celestini), Contro chi sminuisce l’emergenza (Wu Ming), Tu resti fuori (Roberto de Lena)
La povertà, una dieta poco variata e la non osservanza delle “superstizioni”, cioè dei costumi locali delle popolazioni, a causa dell’arrivo di nuovi abitanti, trasformarono le pestilenze in disastri. Fernand Braudel aggiunge che la peste, l”idra dalle mille teste”, costituisce una costante, un elemento strutturale della vita degli uomini (“La struttura del quotidiano”).
Quanto poco abbiamo imparato!
La peste nera ha distrutto la società feudale a causa dell’acuta scarsità di mano d’opera in seguito alla morte, avvenuta in pochi anni, della metà della popolazione europea, ma anche a causa della perdita di credibilità delle istituzioni. È soprattutto il timore di quella stessa perdita di credibilità che oggi spinge gli Stati a rinchiudere milioni di persone.
L’epidemia di coronavirus (ora dichiarata ufficialmente pandemia dalla OMS, ndr) in corso ha alcune particolarità. Provo a focalizzare lo sguardo su quelle sociali, anche perché non ho competenze su questioni scientifiche elementari.
L’epidemia attuale non avrebbe l’impatto che ha se non fosse per i tre lunghi decenni di neoliberismo che abbiamo alle spalle. Essi hanno causato danni ambientali, sanitari e sociali probabilmente irreparabili.
Le Nazioni Unite, attraverso l’Unep, riconoscono che l’epidemia “è riflesso della degradazione ambientale“. Il rapporto segnala che “le malattie trasmesse da animali a esseri umani stanno crescendo e peggiorano man mano che gli habitat selvaggi vengono distrutti dall’attività umana”, perché “gli agenti patogeni si diffondono più rapidamente verso le mandrie o le greggi e gli esseri umani“.
Per prevenire e limitare le zoonosi (le malattie infettive degli animali, ndt), bisogna fermare “le molteplici minacce agli ecosistemi e alla vita selvaggia, tra le quali (spiccano, ndt) la riduzione e la frammentazione di habitat, il commercio illegale, la contaminazione e la proliferazione di specie invasive e, in misura sempre maggiore, il cambiamento climatico“.
All’inizio di marzo, le temperature in alcune regioni della Spagna hanno superato di 10 gradi i valori normali. L’evidenza scientifica mostra inoltre un vincolo tra “l’esplosione delle infermità virali e la deforestazione“.
La seconda questione che moltiplica le epidemie sono i forti tagli al sistema sanitario. In Italia, negli ultimi 10 anni, si sono persi 70 mila posti letto ospedalieri con 359 reparti chiusi, oltre ai numerosi piccoli ospedali che sono stati abbandonati. Tra il 2009 e il 2018 la spesa sanitaria è cresciuta del 10 per cento, contro il 37 della media dei paesi dell’Ocse. Oggi in Italia ci sono 3,2 letti per ogni mille abitanti mentre in Francia 6 e in Germania 8.
Tra gennaio e febbraio, già durante la piena espansione del coronavirus, il settore sanitario spagnolo ha perso 18.320 lavoratori. I sindacati delle categorie denunciano: “l’abuso della contrattazione temporanea (interinale, ndr) e della precarietà nell’occupazione”, mentre le condizioni di lavoro si fanno ogni giorno più dure.
Questa politica neoliberista è una delle cause per le quali l’Italia è stata costretta a mettere in quarantena tutto il paese e la Spagna potrebbe seguire lo stesso cammino.
La terza questione è l’epidemia di individualismo e disuguaglianza, coltivata dai grandi media che si dedicano a diffondere la paura, informando in maniera distorta. Per oltre un secolo abbiamo subito una potente offensiva del capitale e degli Stati contro gli spazi popolari di socializzazione, mentre vengono invece benedette le cattedrali del consumo, come quelle dello shopping.
Il consumismo spoliticizza, provoca una sorta di smarrimento di sè e comporta una “mutazione antropologica” (come denunciò Pasolini). Al giorno d’oggi, come segnala invece un’indagine dell’università colombiana, ci sono più persone che desiderano avere animali da compagnia che figli. È questo il mondo che abbiamo creato e del quale siamo responsabili.
Le misure che vengono prese aggravano l’epidemia. Lo Stato sospende la società nell’isolare e confinare la popolazione nelle sue case, proibendo perfino il contatto fisico.
La disuguaglianza è la stessa del Medioevo, quando i ricchi correvano nelle loro case di campagna al momento in cui si annunciava la peste, intanto i poveri “restavano soli, prigionieri nella città contaminata, dove lo Stato li alimentava, li isolava, li bloccava, li vigilava” (Braudel).
Il modello del panopticon carcerario digitalizzato, che sospende le relazioni umane, sembra essere l’obiettivo strategico del capitale per non perdere il controllo nell’attuale transizione sistemica.
Traduzione per Comune-info: marco calabria
FONTE:https://comune-info.net/lepidemia-del-neoliberismo/
POLITICA
Salvini chiede al premier Conte stop a Mes e tasse
Il leader della Lega Matteo Salvini, accompagnato da Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Antonio Tajani (Forza Italia), è a Palazzo Chigi per incontrare il premier Giuseppe Conte con il ministro dei Rapporti col Parlamento Federico D’Incà e in videoconferenza il ministro della Salute Roberto Speranza.
I presenti all’incontro indossano una mascherina e secondo le norme anti Covid-19 sono a distanza di sicurezza.
La prima richiesta del leader del Carroccio a nome di tutto il centrodestra unito è direttamente legata all’emergenza coronavirus e consiste nel fornire “mascherine e camici SUBITO a medici, farmacisti, operatori sanitari, forze dell’ordine e lavoratori.”
Respiratori e ossigeno SUBITO a tutti gli ospedali che ne hanno fatto richiesta da tempo. Sperimentazione di TUTTI I FARMACI che possono essere utili per fermare il combattere il virus”, prosegue Salvini.
La terza richiesta, come già sostenuto in precedenza, contempla lo stop delle tasse per tutti i cittadini, liberi professionisti compresi.
“Tutela economica di TUTTI i lavoratori, partite IVA comprese, non solo di alcuni. Liquidità e stop alle tasse per le imprese, soprattutto quelle più piccole. Soldi SUBITO ai Comuni, per aiutare i Sindaci ad essere vicini a tutti i loro cittadini.”Il centrodestra guidato da Salvini chiede in aggiunta la “difesa delle aziende italiane, che rischiano di essere comprate sottocosto da multinazionali straniere. Riapertura e piena operatività del Parlamento, che deve lavorare giorno e notte come fanno tante altre aziende italiane.”
Infine il leader del Carroccio è deciso nel ribadire il “no al Mes sotto qualsiasi forma, trattato infernale che mette a rischio i risparmi ed il futuro degli italiani”.
Secondo quanto riportato da Adnkronos, i rappresentanti del centrodestra avrebbero criticato e bacchettato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per aver annunciato sabato le nuove misure draconiane solo all’ultimo momento, senza coinvolgere l’opposizione. Concetto che si trova espresso in un post su Facebook della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
“Siamo una democrazia, è fondamentale che ogni limitazione della libertà individuale o di movimento sia decisa dal Parlamento e non con decreto del governo”, ha scritto.
FONTE:https://it.sputniknews.com/italia/202003238895685-salvini-chiede-al-premier-conte-stop-a-mes-e-tasse/
STORIA
L’uso politico dei parassiti
La storia dimostra che la difesa dai microparassiti che abitano i nostri corpi è sempre intrecciata con la resistenza ai macroparassiti, coloro che sono in alto e sfruttano, schiavizzano, umiliano. La storia mostra anche come gli effetti dei virus sono spesso utilizzati dai macroparassiti per disciplinare le moltitudini. Tuttavia, ricorda Massimo De Angelis, possono essere usati anche dal basso contro i macroparassiti, come accaduto con la peste nera nel XIV secolo. La crisi attuale può dunque migliorare qualcosa? Sì, se sapremo fare tesoro, ad esempio, della solidarietà emersa nei collettivi condominiali e negli ospedali, ma anche dei comportamenti più sobri e di cura verso noi stessi e gli altri che abbiamo cominciato a praticare
In questi giorni è circolata sui social network una vecchia recensione di Peter Linebough di un libro del 1976 di William McNeill, Plagues and Peoples, pubblicato nello stesso anno e tradotto in italiano come La Peste nella Storia (Einaudi 1981). La cosa che mi interessa qui di mettere in rilievo dell’approccio di McNeill è la struttura generale del suo ragionamento storico, che parte dalle società preistoriche per arrivare alla fine del 1700.
McNeill nota che la nostra sopravvivenza dipende dalla resistenza a due tipi di parassiti, i microparassiti che abitano i nostri corpi (batteri, virus) e i macroparassiti (le classi dominanti) che in diversi contesti sfruttano, tassano, uccidono, schiavizzano, umiliano, ristrutturano dall’alto delle loro ragioni economiche. Qualsiasi tipo di parassita dipende dal suo ospite, dalla sua vitalità, e quindi è interesse del parassita non indebolire il suo ospite fino alla morte. Invece, un bilanciamento deve essere ottenuto e all’ospite deve essere permesso di vivere nella misura in cui produce un surplus per il parassita, micro o macro che esso sia.
Ci sono chiaramente molte differenze tra questi due tipi di parassiti. Per esempio, per il microparassita il corpo da attaccare è in primo luogo quello dell’individuo, mentre per il macroparassita, il corpo è in primo luogo quello composito e sociale. Ma nonostante questa e altre ovvie differenze, questa immagine pone le nostre vite e la nostra sopravvivenza nel mezzo di due campi di forza, uno a una scala superiore e uno a una scala inferiore, formando due contesti di azione e reazione, cioè di relazione, tra noi e due tipologie di parassiti. Nel mezzo di questi due campi di forza, ci sono le soggettività della moltitudine, le tante soggettività che si muovono vis-á-vis con questi due parassiti in determinate fasi storiche, coi loro tempi di ricomposizione e (re)azione, negli spazi e nelle reti che sono state in grado di produrre, seguendo i propri immaginari di vita e intagliando prospettive di sopravvivenza.
Così, se si guarda alla storia, una pestilenza può avere generato come conseguenza lo spostamento dei rapporti di forza a vantaggio delle classi subalterne (come per esempio in Europa dopo la Peste Nera nel XIV secolo, dalla quale nel 1381 scaturì in Inghilterra la rivolta dei contadini che produsse una crisi storica del feudalesimo). Al contrario, le epidemie portate dai conquistatori europei nelle Americhe hanno contribuito all’indebolimento della resistenza di popolazioni indigene sterminate da agenti patogeni mai sperimentati sui loro corpi come il vaiolo, il morbillo e l’influenza. Tra il 1492 e il 1600, è morto il 90 per cento delle popolazioni indigene nelle Americhe, cioè circa 55 milioni di persone, a causa sia della violenza dei conquistadores che degli agenti patogeni mai sperimentati prima dai corpi indigeni.
La lotta contro i macroparassiti
Il punto che vorrei sottolineare è che gli effetti dei microparassiti possono essere usati dalle moltitudini contro i macroparassiti, o al contrario possono essere usati dai macroparassiti per disciplinare le moltitudini. Chiamiamo questo, l’uso politico dei parassiti. Questo uso può avvantaggiare le moltitudini a lottare per vivere in un mondo migliore, o i parassiti a sopravvivere in un ambito dove meglio possono adattarsi e continuare a fare i parassiti.
Nel contesto attuale, l’uso politico dei parassiti passa in primo luogo per l’emergenza, che è legata alle forme di governance della nostra sopravvivenza. Ma in questo clima che ci vuole blindare anche necessariamente nel circuito casa-lavoro-consumo è importante attivarsi per ripensare la “normalita’” del post-emergency, contro quindi l’istituzionalizzazione dell’emergenza, ma anche contro le vacua speranza che il ritorno a ritmi e modalità di lavoro e consumo delle classi medie siano una normalità accettabile dal punto di vista sociale ed ecologico. Per cominciare a ragionare sul post-emergency, dobbiamo soffermarci ancora un po’ su ciò che questa emergenza ha messo in rilievo.
LEGGI ANCHE L’antivirus è partire da sé (Lea Melandri), Virus e militarizzazioni delle crisi (Raul Zibechi), Alla fine il mostro è alla porta (Mike Davis), Il parassita (Ascanio Celestini), Contro chi sminuisce l’emergenza (Wu Ming), Tu resti fuori (Roberto de Lena)
Il coronavirus ha fatto sul modo di osservare la società quello che un evidenziatore fa sulla carta stampata: evidenzia differenze e relazioni.
Mentre il capitalismo neoliberista pone le responsabilità unicamente sugli individui, il coronavirus (così come altri casi di emergenza di salute, economica ed ecologica) rende ovvio l’impatto multiscalare differenziato sul corpo sociale, e il fatto che al neoliberismo, che in questi decenni ha intensificato la stratificazione sociale, ha ristrutturato ospedali riducendone le risorse e aumentandone i costi per i pazienti, le ragioni della cura non interessano molto. Nella normalità di oggi, l’impatto di riprodurre il corpo sociale non è distribuito in maniera equa. Così come non c’è equità negli effetti del coronavirus su diverse sezioni della popolazione. Ma questa mancanza di equità non è dovuta solo alla differenziazione qualitativa del corpo sociale che distribuisce iniquamente probabilità di contagio, guarigioni o morte (giovani e anziani, infermieri o cybernautici), ma anche nella differenziazione di accesso a risorse sociali e di quella di esistenti modalità relazionali.
I primi a essere contaminati sono nelle aree più globalizzate, a differenza di quelle meno globalizzate e interconnesse, ponendo in questione il dogma della globalizzazione neoliberale. Quelli che muoiono di più sono persone anziane, a differenza dei giovani, una differenza che si fa stridente nel momento in cui il medico deve decidere chi può vivere o morire assegnando la priorità dell’unico ventilatore polmonare per la rianimazione rimasta. Le categorie più deboli, come i precari della gig economy, sono i più colpiti nel reddito e nella sicurezza economica a seguito della misure restrittive al movimento prese dal governo. Per chi non gode della libertà e vive nelle prigioni sovraffollate, queste misure restrittive sono l’ultima goccia di una situazione da tempo insostenibile, vuol dire non poter vedere i propri cari, e, grazie al sovraffollamento, essere maggiormente esposti al virus. E via dicendo. Inoltre, bisogna ricordare che la governance di questa pandemia si fonda in gran parte sul lavoro (pagato male o non pagato) di molti lavoratori che assicurano la sopravvivenza del corpo sociale.
E se cambiamo contesto?
L’altra cosa evidenziata da questa emergenza è che la prevenzione e il contenimento della diffusione del virus dipende dall’essere consapevoli dei nostri contatti col mondo, con altre persone, cioè delle nostre relazioni sociali. L’enfasi sulla modalità delle relazioni sociali da intrattenere nel contesto di questa emergenza – stai a distanza, lavati le mani ecc. – è misura del virtuosismo del nostro stare al mondo insieme agli altri, nel contesto dato. Usciamo dall’emergenza, cambiamo dunque contesto, ed entriamo in quello di altre emergenze del nostro tempo: cambio climatico, giustizia sociale, precarietà, migrazioni. Cosa vuol dire in questi contesti concentrarsi sui rapporti sociali, e scoprire nuovi virtuosismi relazionali tra le persone e con la biosfera?
C’è dunque un grande bisogno di soggettività dirompente e creativa che si metta nella prospettiva di ricostruire la “normalità” sul principio relazionale di cura (per il corpo degli individui, per il corpo sociale e per ricomporre le sue stratificazioni, e il corpo politico, responsabile negli ultimi decenni di aver fatto man bassa di diritti acquisiti con lotte passate). La domanda che ci si pone è dunque questa: come può una nuova “normalità” essere costruita alla luce della crisi presente e nell’anticipazione urgente della necessità di affrontare le altre crisi, quella ecologica e quella sociale, che fanno più vittime di quella corrente in una prospettiva relazionale e di cura? Voglio sottolineare un nodo in particolare evidenziato dall’allerta del coronavirus. Il nodo della necessità di una narrativa sulla ridondanza.
Narrazione della ridondanza e fare comune
La parola ridondanza è generalmente associata a elementi di sistemi che non offrono utilità. Per esempio, gli esuberi di personale nelle ristrutturazioni, al fine di conseguire l’efficienza economica, sono chiamati appunto redundancies in inglese. Tuttavia, secondo altre ragioni legate alla cura del corpo sociale, e dei corpi individuali, la ridondanza è quello che ci permette non solo di affrontare la normalità con meno stress (contribuendo a rafforzare il sistema immunitario dei singoli), ma anche quella di affrontare la crisi di qualsiasi natura con molta più serenità. Con la ridondanza di persone e di elementi in sovrappiù rispetto alle mere logiche di profitto si genera una flessibilità più alta di quella misurata con logiche economiche e contabilistiche, aumentando la resilienza dei sistemi. I sistemi con maggior ridondanza possono anche avere maggior capacità creativa, stabilire reti più estese e intense di collaborazioni e, quando nasce il bisogno, mobilitarle con più efficacia. Questo al contrario dei modelli burocratici delle gerarchie di controllo dove i lavori sono ben definiti con un minimo di ridondanza e flessibilità non economica. Nella crisi corrente, la ridondanza la si sta costruendo grazie alla partecipazione di molti in circuiti di solidarietà, dai collettivi condominiali che si organizzano per fare la spesa alle persone più anziane, fino al multitasking di operatori sanitari che non si sentono di dover essere confinati nelle loro funzioni. Il fare in comune che generalmente segue i momenti di crisi è il segno che il corpo sociale ha bisogno di ridondanza.
A una scala più alta delle singole realtà produttive il nodo della ridondanza significa anche due altre cose. In primo luogo, la necessità di un reddito minimo per tutti, cioè di un algoritmo sociale, un meccanismo automatico, volto a contrastare l’impatto negativo di ogni possibile crisi (sanitaria, ambientale ecc.) sulle figure più deboli che, di volta in volta, si vengono a profilare a seconda del tipo di emergenza e della distribuzione sociale e territoriale dei suoi effetti. Agli occhi della logica neoliberale e di molti macroparassiti, un tale reddito incondizionato dalla ricerca di lavoro, è sinonimo di spreco di risorse. Tuttavia, in una prospettiva di governance della crisi, tale reddito è necessario non solo per gestire una nuova normalità con maggiore serenità, meno stress e maggiori risorse da investire in una nuova ondata di fare in comune costitutivo, ma anche in caso di nuove emergenze, sapere dal primo momento che, almeno fino a una certa misura, tutti sono tutelati.
Infine, occorre anche pensare alla ridondanza come principio di apertura della politica alla partecipazione plurale che occorre incentivare e promuovere. La partecipazione qui non come mero momento consultivo, ma come potenza relazionale costitutiva che trasformi sempre più gerarchie di controllo in sistemi multiscalari partecipati dove vige il principio della sussidiarietà.
Questa crisi può migliorare qualcosa?
La crisi di salute pubblica attuale ci ha messo davanti l’importanza cruciale di stare attenti alle relazioni. Allo stesso tempo, ci ha fatto notare come il neoliberismo abbia aumentato la vulnerabilità di corpi individuali stratificati e del corpo sociale in generale. Ci ha fatto accettare una certa razionalità di comportamenti più sobri e di cura verso noi stessi e gli altri.
Questa crisi finirà, ma non migliorerà nulla se alla sconfitta di un microparassita, lasciamo continuare ai macroparassiti la governance delle nostre vite, magari proprio attorno a quelle tecniche di controllo sociale sperimentate per combattere i microparassiti. Una governance che guarda alle relazioni si deve basare sulla cura e rifondare la nostra socialità e produttività su di essa.
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Docente di Economia politica e sviluppo presso la University of East London, Massimo De Angelis vive tra l’Appennino modenese e Londra. È autore di un testo al centro della discussione mondiale sui commons: Omnia Sunt Communia: On the Commons and the Transformation to Postcapitalism. Ha aderito alla campagna di sostegno di Comune “Ricominciamo da 3“. Altri suoi articoli sono leggibili qui.
FONTE:https://comune-info.net/luso-politico-dei-parassiti/
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