RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 25 FEBBRAIO 2022
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Come impedire le guerre?
Non si possono impedire le guerre.
La guerra è il risultato della schiavitù nella quale gli uomini vivono
D. OUSPENSKY, Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto”, Astrolabio, 1976, pag. 117
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SOMMARIO
SEN. CRUCIOLI: IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI E DELL’EUROPA SULLA NATO
Le regole del club degli schiavi.
Rischi bellici in Ucraina? In Donbass la guerra c’è già da 8 anni nell’indifferenza generale dell’occidente!
Sergio Romano: “E’ stato un errore avere reso ipoteticamente possibile l’ingresso dell’Ucraina nella Nato”
Le mani del complesso militare-industriale sul Next Generation Eu
Il risiko dei “santuari” del terrorismo
Il Ministero della Difesa ha promesso di non colpire le aree residenziali di Kiev
Washington suona la tromba di guerra, ma gli alleati desistono
Come impedire le guerre
PROVA A PENSARE IN MODO DIVERSO
DENTRO LA TANA DEL BIANCONIGLIO. DIALOGO CON LEONARDO BIANCHI, AUTORE DI “COMPLOTTI!”
GIORNALISTA CORAZZATA E UNA PASSANTE SENZA PRECAUZIONI IN UCRAINA
BARBARA & CLAUDIA – Concerto il 17 marzo 2022 presso Auditorium – Roma
Stato d’emergenza illegittimo: la sentenza da manuale del tribunale di Pisa
IN TERRA INCOGNITA.
Ma mi faccia il piacere Miss Aspen Institute!
SCHWAB E LENIN
Quando la nave affonda
Intel ha bloccato l’accesso al suo sito Web per i russi
Metaverso, una rivoluzione di internet è alle porte. Quali sono i rischi?
EDITORIALE
SEN. CRUCIOLI: IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI E DELL’EUROPA SULLA NATO
Il parlamentare MATTIA CRUCIOLI è il primo e forse l’unico a criticare l’ipocrisia italiana che non tratta ma anzi occulta il problema della NATO.
Per 76 ore al giorno si sta narrando solo l’azione degli sporchi russi trinariciuti mangiatori di bambini a cui si addebitano le vicende ucraine che hanno radici lontane. Una riedizione di una guerra fredda che stigmatizza la nazione russa che non è sovietica. La differenza è notevole, anche se – giornalisticamente – l’ordine di scuderia è quello di accomunare le due russie!
La NATO ha agito per indurre i russi a ripulire l’Ucraina dai mercenari che ha inviato e pagato per creare disordini sul suolo ucraino,. Perché i mercenari? Perché la NATO è ufficialmente, non può agire direttamente con proprie divisioni sul suolo ucraino perché è una struttura difensiva.
La NATO ha avuto una metamorfosi quasi e volutamente ignorata. È diventata lo strumento dei colossi mondiali che intendono costruire un nuovo mondo popolato da due miliardi di inebetiti MECCATRONICI INCHIODATI 20 ORE AL GIORNO DAVANTI AD UN PC.
Gli altri 5 miliardi sono spazzatura, nutlöse munde (bocche inutili) e dovranno essere sterminati entro pochissimi anni grazie alla svolta robotica che sta rendento superflua il 70% dell’umanità.
A tutti noi le debite considerazioni!
Con la NATO girerai il mondo!!!
IN EVIDENZA
Le regole del club degli schiavi.
Realtà, inganno e manipolazione 20 02 2022
1.) la prima regola del club degli schiavi è quella di reclutare gli altri. La cosa più importante del club degli schiavi è quello di ottenere il maggior numero di altri iscritti. Conformarsi e ripetere è il mantra dello schiavo.
2.) la seconda regola del club degli schiavi è quella di votare. Nulla dà proprio l’illusione della libertà come il voto. Non vi preoccupate che i vostri governanti siano selezionati o il fatto che nulla cambi mai, basta che vi fate vedere ogni paio d’anni per lanciare il vostro voto per l’impero di sto cazzo.
3.) la terza regola del club degli schiavi è ricevere il vaccino di influenza annuale. Ti rendono più malato di quanto tu lo sia mai stato, ma è un impegno annuale di fedeltà al club, ed è richiesto.
4.) la quarta regola del club degli schiavi è quella di bere, prendere droga, usare farmaci o cercare distrazioni. Essere consapevoli del proprio dolore può farti affrontare la realtà, invece vieni sedato dal dolore per essere il miglior schiavo possibile.
5.) la quinta regola del club degli schiavi è quella di guardare tanta televisione. Rimanere distratti dal vero funzionamento dei vostri governanti è importante, quindi vi saranno fornite tante opportunità per tenere la mente ipnotizzata dalla verità.
6.) la sesta regola del club degli schiavi è quella di ripetere ciò che il governo, i media e le scuole ti dicono, senza domandare, perché ripetere è intelligenza. Il Club degli schiavi non è per i pensatori liberi.
7.) la settima regola del club degli schiavi è quella di ignorare le false bandiere e lo stato di guerra che cresce intorno a te. Il Club degli schiavi è una democrazia e fornirà “libertà” a chiunque e a qualsiasi luogo. Uno schiavo non mette mai in discussione il proprio governo.
8.) l’ottava regola del club degli schiavi è quella di comprare quante più cose possibile. Anche se non ne hai bisogno devi comprare, perché i beni materiali rendono felici gli schiavi e il debito fa bene ai padroni degli schiavi.
9.) la nona regola del club degli schiavi è quella di dare la colpa di tutte le vostre malattie e malanni agli altri. Uno schiavo non è mai responsabile della propria salute o della propria vita e i governanti forniranno interventi e pillole per correggere quello schiavo malato. Gli schiavi malati sono buoni ma quelli morti non rendono una minghia.
10.) la decima regola del club degli schiavi è che si può mangiare tutto quello che si vuole. Gli alimenti con 50 ingredienti e sostanze chimiche che non si possono pronunciare sono sempre sicuri e sani.
11.) l’undicesima regola del club degli schiavi è che dovete buttare via i vostri libri e promettere di non ascoltare mai i media alternativi. I padroni degli schiavi forniranno tutte le informazioni di cui avrete bisogno.
12.) la dodicesima regola del club degli schiavi è: qualsiasi cosa tu faccia non fare domande. Vai in accordo per andare d’accordo. Rimani addormentato e segui ogni parola del maestro. Tutto andrà a fin di bene. Pensare è difficile. Basta solo essere un ripetitore. Segui la mandria. Il veleno è buono. Obbedisci ai tuoi ordini. Pensa solo al tuo lavoro. I malati sono tutti una grande coincidenza.
Benvenuto nel club degli schiavi.
(C’era una volta il Mc Julian’s Pub)
Matrix (1999) non è mai stato un film ma un documentario (come disse bene K. Reeves). Vogliono COLTIVARCI, intere distese di esseri umani proni e paralizzati dalla paura di ammalarsi (da 10 anni il numero totale di decessi oscilla tra i 550.000 ai 650.000 all’anno). Cosa coltivano?
Il loro cibo ovvero:
– paura
– rabbia
– divisione
– giudizio (delazione)
– colpa
– tristezza
– depressione
– solitudine.
Relazioni lacerate, massimo grado di diffidenza gli uni verso gli altri, affettività demolita…”guai ad abbracciarsi” dice il Partito, “guai ad incontrarsi” dice il Partito, “guai a festeggiare” dice il Partito, “guai a riunirsi” dice il Partito, “Mantenete le distanze” dice il Partito, “Al massimo in sei” dice il Partito. È dignitoso vivere cosí? NO. È onorevole? NO. Saperlo è già qualcosa. Far passare come virtuosa l’obbedienza ad un regime (avallato da esperti, giornalisti e filosofi prezzolati) e come viziosa la difesa equilibrata e PROPORZIONATA dei nostri diritti ELEMENTARI sanciti nella Costituzione, è un capolavoro. Non sarà facile ma non è finita, tutt’altro. Non è la fine ma un inizio per chi lo vede e VUOLE VEDERE…”Beati gli occhi che vedono..”.
Nuovo canale telegram
Realtà, inganno e manipolazione
FONTE: https://www.facebook.com/LaGrTruffa/posts/2062668330560894
Rischi bellici in Ucraina? In Donbass la guerra c’è già da 8 anni nell’indifferenza generale dell’occidente!
di Enrico Vigna*
Da due mesi i “distrazionisti” professionali hanno concentrato luci e attenzioni mediatiche su una presunta e ipotetica invasione russa dell’Ucraina, sapendo bene che la Russia, non ha nessuna progettualità di guerra, semplicemente perché non è un suo interesse strategico, uno scontro militare con USA, NATO e Unione Europea. Salvo naturalmente qualche inaccettabile provocazione degli “ucro” neonazisti, pretoriani del governo golpista di Kiev e della NATO. Mentre la realtà tragica è la guerra che, da otto anni è in atto contro la popolazione del Donbass, di cui solo pochi organi informativi e realtà occidentali hanno finora documentato. Ora che c’è il rischio di un dispiegamento a domino di questo conflitto…fa notizia.
I media occidentali sono una forza che può favorire una guerra, sono un’arma potente, il loro lavoro è un segnale di azione che deve arrivare, che essi preparano in anticipo.
Gli ululati di guerra occidentali, da mesi hanno decretato che Putin intende invadere l’Ucraina. Ma per quale motivo dovrebbe farlo, nessuno sa dirlo. L’ex ufficiale dell’intelligence statunitense e membro di un’associazione di ex professionisti dell’intelligence e dell’utilizzazione dell’intelligence USA (VIP), Raymond Mcgovern, considera un’invasione russa dell’Ucraina, tanto probabile quanto l’arrivo tanto annunciato del sinistro “Godot” nell’opera teatrale di Beckett “Aspettando Godot ”.
In ogni caso…nella dichiarazione congiunta all’inaugurazione delle Olimpiadi invernali del 2022, i presidenti Xi Jin-ping e VladimirPutin hanno sottolineato che “Russia e Cina si opporranno a qualsiasi tentativo di forze esterne, di minare la sicurezza e la stabilità in regioni confinanti e “un ulteriore espansione della NATO “!
Nel frattempo il conflitto armato nel Donbass continua a mietere vittime: morti, feriti e centinaia di edifici bombardati e distrutti ogni anno. Secondo R. Savchenko dell’Ufficio per i diritti umani nella RP di Donetsk, il numero delle vittime nel 2021è aumentato del 46% rispetto al precedente anno.
Questa situazione persiste nonostante il 27 luglio 2020, sia entrato in vigore un cessate il fuoco globale nell’area del Donbass. Kiev, Donetsk e Luhansk si erano impegnati a non usare armi e ad astenersi da qualsiasi provocazione. Ma già dopo pochi mesi sono ripresi gli attacchi e i bombardamenti degli insediamenti delle Repubbliche Popolari sulla linea di contatto.
Oggi la situazione si sta ampliando con bombardamenti quotidiani, occupazioni di villaggi delle Forze armate di Kiev oltre la linea di contatto stabilita negli accordi di Minsk, ed è palese che si sta cercando di provocare un conflitto armato, incolpando la Russia per questo.
Mai, dalla firma degli accordi di cessate il fuoco nel luglio 2020, la situazione in Donbass è stata così esplosiva. La Missione OSCE, pur in un suo ruolo estremamente “pigro” nel prendere posizione o denunciare molte situazioni, rileva sempre più violazioni del cessate il fuoco e nei vertici politici e militari delle Repubbliche Popolari, c’è sempre più la consapevolezza che le forze armate ucraine (APU) potrebbero presto attaccare il Donbass, altro che invasione russa dell’Ucraina.
Attraverso tutti i contatti quotidiani con i referenti dei nostri Progetti in loco, dai Veterani, ad analisti militari, deputati, responsabili scolastici e sanitari, ai miliziani, alle Associazioni delle vedove di guerra, agli attivisti per la pace, giungono considerazioni e la coscienza che, se non si attenua la tensione, un conflitto dispiegato e devastante può succedere in qualsiasi momento e in questo caso la Russia non potrebbe restare passiva, sia per la difesa della popolazione russofona (il 90%) del Donbass, che per preservare la sua sicurezza nazionale. Voglio sottolineare che queste mie righe sono fondate sulla sintesi e le documentazioni che mi vengono mandate da quei luoghi, non sono esternazioni personali.
Elena Shishkina, deputata del Consiglio popolare della RPD, ha dichiarato che, in ogni caso la Repubblica è pronta a qualsiasi scenario e ad una escalation conflittuale, e che le Forze armate e le Milizie sono in piena allerta. “Ci sono state dichiarazioni su una possibile provocazione con armi chimiche. Questo, ovviamente, ci allarma e ci preoccupa, ma abbiamo adottato tutte le misure necessarie per proteggerci in caso di una tale provocazione. Sulla base delle dichiarazioni dei funzionari ucraini e dei bombardamenti in corso, temiamo un’escalation del conflitto armato…Possiamo aspettarci tutto dall’Ucraina, sappiamo che le RPDL sono uno strumento della lotta dell’Occidente contro la Russia. Tutto dipende dall’Ucraina. Noi chiediamo solo uno status speciale al Donbass,il ritiro delle forze e dei mezzi militari dalla linea di contatto. Su queste basi un accordo pacifico è possibile“, ha detto la Shiskina.
La situazione nel Donbass si è trasformata in un processo di provocazioni continue, che hanno l’intento di alzare la posta, come ha dichiarato il politologo russo G. Pavlovsky. L’Ucraina golpista sta cercando di aumentare il livello di escalation e di coinvolgere il maggior numero possibile di paesi nel conflitto, attraverso la NATO, così quello che sta accadendo nel Donbass è diventata una questione di politica internazionale.
Analisti dal lato ucraino così inquadrano la situazione: Il capo del consiglio del Centro ucraino per la ricerca politica “Penta” V. Fesenko ritiene che: “ l’aggravamento della situazione in Ucraina sia possibile, la situazione è peggiorata, ma già dal 2014, in Ucraina si sa che qualsiasi tentativo di risolvere il problema del Donbass con mezzi militari provocherebbe un intervento militare russo. Nessuno combatterà per l’Ucraina, ne siamo coscienti, non ci sono illusioni su questo. Ma siamo fiduciosi che ci sosterranno quei paesi occidentali che già ora supportano l’Ucraina”, ha affermato.
Secondo M. Pogrebinsky, direttore del Centro di studi politici e dei conflitti di Kiev, un aggravamento del conflitto nel Donbass può verificarsi se saltano i negoziati tra il Cremlino e la Casa Bianca. “ La ricerca di un compromesso, è l’interesse sia di Mosca che di Washington, ed è lo scenario più probabile…”, ha dichiarato.
Il giornalista e politologo russo Mikhail Demurin, ha domandato: “ perché la Russia non avrebbe il diritto di agire in Donbass, secondo lo scenario e la prassi della NATO in Jugoslavia e in Serbia poi?”.
Chi sta cercando la pace e la negoziazione, e chi cerca la guerra.
QUI, dati, fatti, documenti inoppugnabili. Non opinioni, valutazioni, analisi personali di esperti e pensatori vari. Questo lo scenario della realtà sul campo:
In questo momento i 3/4 dell’esercito ucraino è concentrato nel Donbass.
Dal 2014 al 2021 i paesi occidentali hanno fornito a Kiev munizioni e armamenti per un valore di 2,5 miliardi di dollari, comprese armi letali. Su richiesta del presidente ucraino Zelensky alla NATO, tonnellate di armamenti continuano ad entrare nel Paese, anche dagli Stati Uniti. Il tutto in violazione palese degli accordi di Minsk.
Biden ha annunciato il trasferimento di altre forze armate statunitensi nell’Europa orientale e nei paesi della NATO. Il Senato statunitense ha presentato un disegno di legge per fornire all’Ucraina aiuti militari nell’ambito della legge Lend-Lease (affitti e prestiti), per proteggersi dalla Russia.
Gli Stati Uniti hanno anche consentito ai paesi baltici di fornire assistenza militare all’Ucraina trasferendo armi di fabbricazione americana.
L’UE chiede l’introduzione preventiva di sanzioni anti-russe, sulla base di una invasione che non c’è.
Il portavoce del presidente della Federazione Russa Peskov, ha invitato tutte le parti a evitare di creare una maggiore tensione attorno alla situazione nel Donbass: “ nelle condizioni attuali che si sono sviluppate intorno al Donbass, occorre evitare provvedimenti che provochino un aumento della tensione nella regione , che è altissima in questo momento. E’ molto importante essere consapevoli della responsabilità di passi equilibrati che tengano conto dell’attuale situazione di tensione “, ha affermato Peskov.
L’ex deputato ucraino della Verkhovna Rada, A. Zhuravko, ha dichiarato che: “Quando la Russia conduce esercitazioni sul suo territorio, l’Occidente e gli Stati Uniti sono isterici. Ma quando l’Ucraina, in prossimità del confine con la Crimea, spara con i sistemi a lancio multiplo BM-21 Grad, nessuno strilla. Perché gli standard sono doppi. Non ci sono soldi nel paese, le persone sono per metà affamate e per metà infreddolite, la disoccupazione dilaga, le infrastrutture stanno cadendo a pezzi davanti ai nostri occhi, lo stato sta sprofondando nel baratro e questi idioti continuano a sparare soldi al cielo. Questa è un’ assurdità pazzesca. Semplicemente non si adatta a una mente normale. L’ Ucraina è povera, impoverita e questo stolto regime di Kiev chiama la guerra a casa sua“, ha detto Zhuravko .
Il 1 ottobre 2021, il comandante in capo delle forze armate ucraine Zaluzhny ha consentito l’uso di tutte le armi disponibili sulla linea di contatto del Donbass. In questo modo i comandanti delle unità sul fronte non hanno bisogno di coordinarsi con il comando centrale. Inoltre, i droni d’attacco turchi Bayraktar sono stati schierati in prima linea.
Il 21 gennaio il presidente della Bielorussia Lukashenko ha dichiarato che la situazione ai confini meridionali è allarmante: “…l’Ucraina sta rafforzando pesantemente il suo contingente militare. Con il dolore nel cuore, stiamo osservando tutto ciò che sta accadendo in Ucraina. La sua attuale leadership politica, essendo sotto il controllo straniero, si comporta in modo imprevedibile e inadeguato. Pertanto, nei casi di imprevedibilità e inadeguatezza, e nel caso, Dio non voglia, di azioni militari, noi dobbiamo prendere decisioni. Abbiamo quasi un migliaio e mezzo di chilometri di confine meridionale tra Bielorussia e Ucraina. Qualunque sia l’onere, dobbiamo non solo vedere cosa accadrà e sta accadendo su questo confine, ma dobbiamo essere pronti a proteggerci in modo affidabile. Sappiamo come rispondere a questo. Oggi, dobbiamo prevedere la situazione per il futuro: cosa accadrà domani e dopodomani. Pertanto, la massima “Se vuoi la pace, preparati alla guerra“, brutale, ma realistico è presente nei nostri pensieri. Dobbiamo fare di tutto per garantire di non essere colti di sorpresa e che possiamo rispondere al momento giusto. Sono assolutamente convinto che i nostri uomini in divisa, sanno cosa bisogna fare per proteggere la nostra terra“, ha osservato il leader bielorusso.
Il 21 gennaio 2022 un drone e un aereo da ricognizione strategica statunitense hanno sorvolato il territorio contiguo all’area del conflitto armato e pattugliano il cielo nella regione nel Donbass. Questo è stato documentato dai dati del servizio di tracciamento dei voli dell’aviazione Flightradar.
Il 24 gennaio il Dipartimento della Milizia popolare della Repubblica Popolare di Lugansk ha comunicato che, secondo il loro lavoro di Intelligence, le forze armate ucraine si stanno preparando per un’offensiva nel Donbass, per la quale stanno rafforzando i gruppi d’assalto. L’ informazione è stata confermata dal rappresentante ufficiale della Milizia popolare della RPD, il colonnello Basurin.
Il 30 gennaio il primo ministro britannico Johnson ha ordinato ai militari inglesi di essere pronti a schierarsi sul fianco orientale della NATO vicino ai confini dell’Ucraina. Aerei da trasporto RAF C-17A hanno portato armi anticarro NLAW, il cui numero, secondo indiscrezioni, sarebbe di circa 2000 pezzi. La Gran Bretagna ha anche inviato Rangers della “Army Special Operations Brigade” per addestrare le forze armate ucraine.
Il 4 febbraio, giorno di apertura delle Olimpiadi invernali in Cina, l’esercito americano ha trasportato i suoi rinforzi da Ramstein via Görlitz, a Rzeszow-Jasionka in Polonia, vicino al confine ucraino. Pochi giorni prima, gli Stati Uniti avevano già spostato caccia F-16 a ?ask, in Polonia.Nello stesso tempo, si svolgevano nel Mediterraneo le manovre Neptune Strike 22 della NATO, che hanno coinvolto più di 140 navi e 10.000 soldati. Il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin ha poi deciso di lasciare la portaerei “USS Harry Truman” nel Mediterraneo, per “rassicurare” gli europei alla luce del conflitto con la Russia. La sua funzione è che i droni da ricognizione, possono monitorare l’area di crisi dalla portaerei. Inoltre, la nave potrebbe anche spostarsi rapidamente nel Mar Nero.Il 9 febbraio, in una tumultuosa sessione parlamentare, i deputati slovacchi hanno votato a favore di un accordo militare con gli Stati Uniti: nel quale è previsto che la Slovacchia metterà a disposizione i due aeroporti militari di Sliac e Kuchyna, sotto il pieno controllo delle forze statunitensi per i prossimi dieci anni. Alla fine, 79 parlamentari su 140 presenti hanno votato a favore di questo “Accordo di cooperazione per la difesa” (DCA), mentre i due terzi della popolazione sono contrari, prevedendo la perdita di sovranità, lo stazionamento di armi nucleari sul proprio territorio e il pericolo di essere coinvolti in un possibile conflitto armato tra la vicina Ucraina e la Russia.Dal 9 febbraio, in Germania nella regione della Sassonia, la popolazione è stata informata che convogli militari dell’esercito USA stavano spostando 500 veicoli militari verso l’Europa orientale principalmente di notte per le esercitazioni “Saber Strike 2022“.
Il 17 febbraio, le forze armate ucraine per tutta la notte hanno effettuato pesanti attacchi di artiglieria sul territorio del Donbass controllato dalle Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk, non solo con l’uso di mortai, ma anche con pezzi di artiglieria di grosso calibro e, secondo diverse fonti, con l’uso di 122 mm., con più sistemi di lancio di razzi. I colpi sono stati sferrati quasi lungo l’intera linea del fronte, infliggendo danni significativi alla prima linea di difesa delle milizie. L’intera parte occidentale della RPD e la parte settentrionale della RPL sono sotto bombardamento.
In risposta all’attacco di Kiev, le forze militari delle Repubbliche popolari hanno reagito utilizzando non solo l’artiglieria, ma anche carri armati, veicoli da combattimento di fanteria e altre armi per attacchi di ritorsione, provocando grosse perdite alle forze ucraine.
Negli ultimi giorni il numero dei bombardamenti e egli attacchi sul territorio del Donbass è aumentato di 8 volte e, a giudicare dalla continua intensificazione, la tensione continuerà a crescere. Per questo le autorità delle RP hanno annunciato una evacuazione generale dei civili dagli insediamenti situati lungo la linea di contatto verso la Russia. L’evacuazione è in corso senza esercitare pressioni sui residenti locali ma come indicazione per la loro sicurezza.
L’evacuazione è rivolta a diverse decine di insediamenti. Le milizie locali hanno riferito che attacchi così su larga scala da parte delle forze armate ucraine non succedevano dal 2015. Da notare che, gli attacchi ucraini sono iniziati subito dopo che le truppe russe hanno iniziato ad allontanarsi dal confine ucraino.
Oggi un conflitto complesso e destabilizzante per il mondo intero, come quello del Donbass, potrebbe esplodere in modo incontrollabile, ma questa guerra non può essere ridotta a un confronto tra l’Ucraina e le Repubbliche non riconosciute o solo contro la Federazione Russa. Questo è solo il livello micro, in realtà, la contraddizione è molto più profonda: può diventare uno scontro di civiltà. Uno scontro che attraversa l’umanità, come già si è sviscerato nei teatri conflittuali del pianeta. Da una parte i paesi occidentali, sottomessi e soggiogati, anche culturalmente ed eticamente al ruolo imperialista e banditesco degli USA e della NATO, dall’altra parte paesi e popoli che chiedono solo di restare liberi, indipendenti e sovrani a casa propria, con differenze e radici storiche anche completamente diverse, ma uniti dalla scelta che solo in un mondo Multipolare e di conseguenza, con un processo di resistenza a un MONDO UNIPOLARE, è possibile sopravvivere liberi, per qualsiasi paese, popolo e società.
Questa guerra potrebbe travolgere tutti, compresi noi abitanti di questo paese, sottomesso a interessi stranieri e contrapposti a chi lavora e vive onestamente, la guerra è nemica dei lavoratori, tranne che sia una lotta di liberazione nazionale. La guerra, così come la NATO, comporta sacrifici, costi e rischi per tutti, ma è sempre interesse SOLO di una piccola parte di speculatori, approfittatori, difensori del proprio status sociale ed economico, o seguaci di ideologie fasciste e scioviniste. Il nostro paese, come nelle aggressioni alla Jugoslavia, all’Afghanistan, all’Iraq, alla Siria, alla Libia, allo Yemen, è sempre stato complice e corresponsabile della sofferenza, della morte, della devastazione di quei paesi e popoli. Anche in questa guerra “obliata” del Donbass l’Italia sarà complice e responsabile di ciò che potrebbe succedere.
Facendomi portavoce, come da loro richiestomi, di tutte le Associazioni, le istituzioni, i Veterani antifascisti, volontari per la pace, i padri ortodossi, i mutilati, le vedove, i nostri bambini orfani, tutte le vittime che già da otto anni soffrono, e che con le nostre Associazioni di Solidarietà concreta di SOS Donbass Italia, da otto anni cerchiamo di supportare e sostenere, trasmetto questo Appello: MOBILITIAMOCI, INFORMIAMO, sosteniamo PROGETTI di SOLIDARIETA’ CONCRETA, non lasciamoli soli.
Come dicevano i nostri vecchi “la solidarietà è un’ arma per i popoli”, mettiamolo nelle nostre pratiche e battaglie quotidiane e strategiche.
Mettiamo in discussione e mobilitiamoci contro alleanze militari aggressive e oppressive come la NATO, che non hanno alcuna motivazione legittima di esistere, e sono un fattore di divisione e aggressione ai popoli e stati indipendenti e sovrani, e sono contro gli interessi dei lavoratori e della gente onesta. Tutto questo deve essere un compito e un impegno etico, sociale e politico.
Come ci hanno scritto i Veterani antifascisti: “NON PASSERANNO!”.
FONTE: https://www.sinistrainrete.info/estero/22356-enrico-vigna-rischi-bellici-in-ucraina-in-donbass-la-guerra-c-e-gia-da-8-anni-nell-indifferenza-generale-dell-occidente.html
CONFLITTI GEOPOLITICI
Sergio Romano: “E’ stato un errore avere reso ipoteticamente possibile l’ingresso dell’Ucraina nella Nato”
Ucraina, Sergio Romano: le mosse sbagliate dell’Occidente
Secondo l’autore del libro ‘Putin e la ricostruzione della grande Russia’ (Hoepli Editore), il tema della neutralità dell’Ucraina posto da Mosca “mi è parso sempre molto corretto e l’ho sempre sostenuto”. Per l’ex ambasciatore, scrittore ed editorialista sarebbe opportuno che Kiev non entri nella Nato. “Dovremmo farci un esame di coscienza e chiederci se sia stato saggio prendere in considerazione l’ingresso nella Nato di Paesi che hanno fatto parte dell’ex blocco sovietico. Si tratta di una mossa molto sbagliata perché la Russia li considererebbe potenziali avversari”, spiega”; in quanto “è inevitabile” aver generato “sospetti e preoccupazioni della Russia”.
Ucraina, Sergio Romano: “La soluzione è la neutralità”
“La soluzione è la neutralità”, ribadisce Romano, definendo “un errore” aver reso “ipoteticamente possibile l’ingresso dell’Ucraina nella Nato”; in quanto “è inevitabile” aver generato “sospetti e preoccupazioni della Russia”. La Nato, prosegue, è un’organizzazione creata per contrastare la Russia; ma “la guerra fredda è finita, o almeno dovrebbe esserlo, e invece si vuole ancora conservare uno strumento di quei tempi: deve essere sciolta o incaricata di obiettivi diversi, utilizzata in altro modo”.
Quadro inevitabile
L’ex ambasciatore a Mosca evidenzia quindi che, a suo parere, l’obiettivo di Putin non sarebbe quello di conquistare l’Ucraina; sostenendo che si tratterebbe di una mossa “non comprensibile nemmeno nella prospettiva russa”. “Ho sempre avuto l’impressione che la Russia avrebbe cercato con gradualità di ricostituire quel potere che aveva nel passato. E’ sempre stata una grande potenza, che avesse quell’ambizione mi sembrava comprensibile e persino inevitabile”, chiosa Romano.
FONTE: https://www.secoloditalia.it/2022/02/sergio-romano-e-stato-un-errore-avere-reso-ipoteticamente-possibile-lingresso-dellucraina-nella-nato/
Le mani del complesso militare-industriale sul Next Generation Eu
I fondi europei saranno utilizzati per una conversione sociale ed ecologica della società o per sostenere l’industria militare italiana? Il documento votato dalle Commissioni Difesa fa pensare al peggio.
Giorgio Pagano 12 Aprile 2021
“Non c’è un mondo di ieri a cui tornare, ma un mondo di domani da far nascere rapidamente”: così è scritto nell’introduzione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). il Governo Draghi sarà coerente con questo assunto? I fondi europei del Next Generation Eu saranno utilizzati per una conversione sociale ed ecologica della società oppure la pandemia sarà considerata solo un incidente di percorso e gli investimenti saranno dirottati su una semplice modernizzazione “green” e “digital” dell’attuale modello fondato sulle diseguaglianze crescenti e sulla predazione della natura?
Il documento votato all’unanimità nei giorni scorsi dalle Commissioni Difesa di Camera e Senato fa pensare al peggio. La priorità a cui destinare i fondi europei sarebbe infatti l’industria militare: “incrementare, considerata la centralità del quadrante mediterraneo, la capacità militare dando piena attuazione ai programmi di specifico interesse volti a sostenere l’ammodernamento e il rinnovamento dello strumento militare, promuovendo l’attività di ricerca e di sviluppo delle nuove tecnologie e dei materiali, anche in favore degli obiettivi che favoriscano la transizione ecologica, contribuendo al necessario sostegno dello strategico settore industriale e al mantenimento di adeguati livelli occupazionali nel comparto”.
Occorre, continua il documento, “promuovere una visione organica del settore della Difesa, in grado di dialogare con la filiera industriale coinvolta, in un’ottica di collaborazione con le realtà industriali nazionali, think tank e centri di ricerca”. Viene inoltre ipotizzata la realizzazione di cosiddetti “distretti militari intelligenti” per attrarre interessi e investimenti.
La proposta ha riscosso l’assenso del Governo Draghi: il Sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè ha subito espresso apprezzamento sottolineando che “nei contenuti e perfino nella scelta dei vocaboli, corrisponde alla visione organica che ha il Governo del Piano di Ricostruzione e Resilienza”.
Non si può non convenire con la Rete Italiana Pace e Disarmo (che raduna 70 associazioni della società civile) nel considerare inaccettabile il documento. Innanzitutto perché propone obiettivi che sono l’esatto contrario di quella rinascita rispetto al “mondo di ieri” che il Next Generation EU intende perseguire. Un solo esempio: la sanità. Il nostro Paese è totalmente dipendente dall’estero per le tecnologie medico-sanitarie e per gli stessi medicinali: importiamo apparecchiature mediche per 7 miliardi. Ma è sostanzialmente autosufficiente nella produzione di sistemi per la Difesa armata: esportiamo annualmente sistemi militari e di sicurezza per 5 miliardi di euro all’anno. Sono dati che dimostrano quanto la proposta delle Commissioni Difesa sia insensata e quanto il complesso militare-industriale e la sua “ideologia delle armi” influenzino la politica di tutti gli schieramenti.
Non a caso – come ha documentato Francesco Vignarca dell’Osservatorio Milex, ed è il secondo motivo per opporsi – al comparto militare-industriale è già indirizzato un flusso sovradimensionato di soldi pubblici: i Fondi pluriennali di investimento e sviluppo infrastrutturale destinano alla Difesa ben 36,7 dei 143,9 miliardi di euro stanziati, e di questi almeno 27 miliardi per l’acquisto di nuovi armamenti. Mentre nel solo budget 2021 del Ministero per lo Sviluppo Economico oltre il 70% del programma di “Promozione e attuazione di politiche di sviluppo, competitività e innovazione” per le imprese finisce in nuovi sistemi militari (da soli quasi il 30% del bilancio complessivo del Ministero).
C’è poi un “mito” che va sfatato. Per le Commissioni Difesa l’industria militare sarebbe “strategica dal punto di vista industriale” e per la “competitività del Paese”. I dati ufficiali, diffusi proprio dal settore industriale, evidenziano in realtà il contrario: il comparto armiero vale meno dell’1% sia del Pil che delle esportazioni nazionali e anche per tasso occupazionale. Si tratta di un settore importante in alcune realtà territoriali, ma marginale per l’economia italiana.
C’è ancora di più. Come evidenzia spesso Giorgio Beretta dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL), l’industria militare da diversi anni è sempre più calibrata sulle richieste dei “mercati esteri” rispetto alle reali esigenze del nostro Paese. La gran parte della produzione di sistemi militari è infatti destinata all’export. È il settore in cui c’è stata la miglior performance del Governo Renzi. Nei 1024 giorni di permanenza a Palazzo Chigi, Matteo Renzi ha raggiunto un primato storico: ha sestuplicato le autorizzazioni per esportazioni di armamenti, da poco più di 2,1 miliardi ad oltre 14,6 miliardi di euro, con un incremento del 581%.
Ma – ecco la questione – più della metà dell’export di armamenti non è per gli alleati dell’UE e della Nato, ma è diretta ad altri Paesi, soprattutto nella zona di maggior tensione del mondo: Nord Africa e Medio Oriente.
Conseguentemente è cresciuta sempre più la distanza tra la lettera della legge 185 – con il suo divieto ad esportare armi verso Paesi in stato di conflitto armato, sotto embargo internazionale, con politiche in contrasto con l’articolo 11 della nostra Costituzione, con gravi violazioni dei diritti umani e comunque sempre seguendo la direzione della nostra politica estera- e la sua applicazione, soprattutto recente.
I casi più eclatanti sono le forniture di armamenti a Paesi in conflitto come l’Arabia Saudita – durante il Governo Renzi la maggiore licenza per esportazione di bombe aeree, 19.675, ha riguardato il Governo dell’amico Mohammad bin Salman – e a Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, come la Turchia e l’Egitto.
L’Egitto presieduto dal generale Abdel Fatah Al Sisi, salito al potere nel luglio 2013 quando, con un colpo di Stato, ha rovesciato il presidente democraticamente eletto Mohamed Morsi, è il maggior acquirente di armi italiane. Non gli stiamo facendo mancare nulla. Nonostante la violazione sistematica dei diritti umani, nonostante il rifiuto a fare chiarezza sull’omicidio di Giulio Regeni, nonostante la prigionia di Patrick Zaki, abbiamo fornito e stiamo fornendo all’Egitto tutto l’arsenale necessario per la repressione interna e per la guerra. Proprio in questi giorni stiamo consegnando la seconda nave Fremm: siamo l’unico Stato al mondo che vende armamenti a un regime coinvolto nell’omicidio di un suo cittadino.
Più in generale, il paradosso è evidente: l’industria militare italiana, che dovrebbe servire alla nostra difesa e sicurezza, fornendo buona parte della propria produzione a regimi autoritari e a Paesi in conflitto, alimenta le tensioni e l’insicurezza dalle quali dovrebbe difenderci. Se pensiamo al nostro export di armi verso certi Paesi africani, alla fine il giro si chiude: con interi popoli ridotti alla fame o in fuga anche grazie alle guerre combattute con le nostre armi. È un circolo vizioso, che porta profitti soprattutto alle aziende e agli azionisti delle maggiori industrie a controllo statale (Leonardo e Fincantieri), ma che non contribuisce alla nostra sicurezza.
Non è un fenomeno solo italiano, ma europeo. Anche per questo i fondi UE del “Next Generation” dovrebbero essere destinati alla riorganizzazione dell’industria militare europea dismettendo i settori obsoleti, tagliando i doppioni e riconvertendo al settore civile – tra l’altro molto più remunerativo – le produzioni ridondanti. Un sistema di difesa europeo sarebbe più efficiente e meno costoso dei ventisette sistemi di difesa dei singoli Stati e il risparmio di ciascun Paese potrebbe favorire la riconversione di tanta parte dell’industria militare.
L’occasione del Next Generation Eu va utilizzata così, combattendo ogni irresponsabile subalternità al complesso militare-industriale. Altrimenti dovremmo cambiargli nome: vorrebbe dire che non vediamo futuro se non come ripresa di un passato inaccettabile.
FONTE: https://www.micromega.net/le-mani-del-complesso-militare-industriale-sul-next-generation-eu/
Il risiko dei “santuari” del terrorismo
Attualità, Civica, I Pensieri di Giovanni Fasanella, Politica e Geopolitica
| |Un lettore scrive a Giovanni Fasanella sui santuari del terrorismo:
«(…) Per quale motivo gran parte dei terroristi riconducibili alle BR e agli anarchici trovarono riparo in territorio francese fino ai giorni nostri?
C’è stata forse qualche commistione tra le accademie francesi o centri-studi e il grande scacchiere europeo?
Gentile Lettore,
la Francia ha una lunga tradizione di accoglienza nei confronti di esuli politici, cospiratori e terroristi stranieri (in particolare italiani), tre categorie non sovrapponibili, anche se in alcune fasi storiche il confine tra l’una e l’altra era piuttosto labile. Le ragioni della generosa ospitalità sono diverse.
La più importante è sicuramente quella di natura ideologica o ideale, ed è legata ai principi che hanno ispirato e modellato la democrazia francese dalla rivoluzione del 1789 in poi. Ma, com’è sempre accaduto, i luoghi di rifugio di cospiratori si sono trasformati inevitabilmente anche in terreni di guerre segrete tra polizie politiche, intelligence e centri d’influenza occulta.
Così è stato anche per la Francia.
Che spesso ha utilizzato i suoi ospiti come manovalanza terroristica o serbatoio di reclutamento per lo spionaggio e la propaganda, il più delle volte attraverso canali pseudo-massonici, “centri-studi” e Accademie.
Lo stesso discorso vale per le altre nazioni con una tradizione simile, diciamo così, a quella francese. Per restare in Europa, penso alla Gran Bretagna, alla Spagna, al Portogallo, alla Grecia, alla Jugoslavia, all’Urss, alla Cecoslovacchia, alla Svizzera…
Gentile Lettore, le consiglio un gioco molto semplice e divertente.
E’ una specie di Risiko. Prenda una mappa del mondo, metta una bandierina con relative “armate” sui Paesi “ospitali” (versione gentile e arcaica di “Stati canaglia”) e avrà una mappa dei santuari del terrorismo italiano di diversi colori, senza ricorrere a teorie complottiste.
La storia, infatti, è di per sé illuminante: i complotti sono sempre esistiti come strumenti occulti della politica, è sufficiente smascherarli e documentarli.
Giovanni Fasanella
FONTE: https://www.civica.one/i-santuari-del-terrorismo/
Il Ministero della Difesa ha promesso di non colpire le aree residenziali di Kiev
Il rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa, il maggiore generale Igor Konashenkov, ha fatto appello ai cittadini dell’Ucraina con l’assicurazione che l’esercito russo non colpirà le aree residenziali di Kiev.
“Faccio appello ai cittadini ucraini. La vostra leadership nazionalista usa gli stessi metodi dei terroristi. Vogliono usarti come scudo umano. Le forze armate russe non effettueranno alcun attacco alle aree residenziali della capitale ucraina”, ha detto in un appello regolare.
Ha osservato che la leadership militare ucraina, su consiglio del Pentagono e della CIA, ha schierato sistemi di artiglieria a razzo nelle aree residenziali per provocare il fuoco di ritorno sui residenti locali – secondo i rapporti di intelligence, installazioni di sistemi di razzi a lancio multiplo Grad sono state schierate in Piazza Shevchenko a Kiev per colpire l’aeroporto di Gostomel.
“L’uso da parte del regime di Kiev di aree residenziali per coprire le posizioni di tiro della sua artiglieria è un crimine di guerra. Questa enfasi ci è ben nota. Queste tecniche sono utilizzate attivamente dai terroristi supervisionati dalla CIA in Medio Oriente e in altri paesi”, ha detto Konashenkov.
Il rappresentante del Ministero della Difesa ha anche parlato dei progressi dell’operazione speciale:
- Unità della Repubblica popolare di Lugansk e della Repubblica popolare di Donetsk avanzarono per 11-12 chilometri in profondità nella difesa.
- Le unità delle forze armate dell’Ucraina non partecipano alle ostilità per la maggior parte. La feroce resistenza è fornita solo da battaglioni di nazisti ucraini. Sono stati registrati casi di linciaggi e rappresaglie da parte dei nazionalisti contro i coscritti che non volevano combattere per intimidire il personale delle forze armate ucraine.
- Le forze armate russe hanno completato il blocco di Chernihiv.
- Il giorno prima, un’operazione di atterraggio di successo è stata effettuata nell’area dell’aeroporto di Gostomel nella periferia di Kiev. Più di 200 elicotteri russi sono stati coinvolti nell’operazione. Il successo dell’atterraggio è stato assicurato dalla soppressione dell’intero sistema di difesa aerea nell’area di atterraggio.
- Durante la cattura dell’aeroporto di Gostomel, più di 200 nazionalisti delle unità speciali dell’Ucraina sono stati uccisi.
- Non ci sono perdite nelle forze armate della Russia.
- Attualmente, le principali forze delle truppe aviotrasportate si sono unite alle unità dei paracadutisti russi presso l’aeroporto di Gostomel, garantendo il blocco della città di Kiev da ovest.
FONTE: https://www.km.ru/v-rossii/2022/02/25/ministerstvo-oborony-rf/895651-minoborony-poobeshchalo-ne-nanosit-udary-po-zhily
Washington suona la tromba di guerra, ma gli alleati desistono
L’amministrazione Biden chiama alla pugna, annunciando l’imminente attacco e la disfatta certa della Russia. Tuttavia, uno dopo l’altro gli alleati storcono il naso. Dal canto suo la Russia ribadisce le pretese avanzate il 17 dicembre 2021, cioè il rispetto del diritto internazionale da parte degli Stati Uniti; ed esibisce la propria superiorità militare. Lo strappo è vicino.
Questo articolo è il seguito di:
1. «La Russia vuole costringere gli USA a rispettare la Carta delle Nazioni Unite», 4 gennaio 2022.
2. «In Kazakistan Washington porta avanti il piano della RAND, poi toccherà alla Transnistria», 11 gennaio 2022.
3. «Washington rifiuta di ascoltare Russia e Cina», 18 gennaio 2022.
4. «Washington e Londra colpite da sordità», 1° febbraio 2022.
5. “Washington e Londra tentano di preservare il dominio sull’Europa”, 8 febbraio 2022.
6. “Due interpretazioni della vicenda ucraina”, 15 febbraio 2022.
Sul proscenio gli Stati Uniti – che insistono nel rifiuto di rispettare il diritto internazionale, in particolare la Carta delle Nazioni Unite – alla proposta russa di un Trattato che garantisca la pace hanno risposto in modo da guadagnare tempo e, accusando la Russia di preparare una guerra, fanno salire la tensione in Ucraina. Dietro le quinte Washington prepara invece nuovi terreni di scontro in Tansnistria e Medio Oriente.
La Russia ha smentito le affermazioni degli Stati Uniti e per tutta risposta ha messo alla prova la propria superiorità militare.
TRANSNISTRIA
Gli Stati Uniti vanno avanti nel piano della Rand Corporation e tentano di organizzare un conflitto in Transnistria. Il blocco di questa piccola repubblica indipendente, ma non riconosciuta, non funziona. Nonostante la polizia di frontiera ucraina, istituita dall’Alto rappresentante dell’Unione Europea, Josep Borell, il confine con la Moldavia continua a essere aperto. La presidente Maia Sandu, che sostiene l’ingresso della Moldavia nell’Unione Europea, vuole evitare a tutti i costi una guerra. Vuole sostituire il contingente russo di Tiraspol con una forza civile dell’OSCE e non rinuncia a riprendersi la Transnistria.
Sabato 12 febbraio le autorità transnistriane hanno chiesto all’incaricato d’affari statunitense di vigilare affinché cessi l’invio di armi USA alla Moldavia, attraverso Paesi terzi. Hanno inoltre rimarcato come questi trasferimenti minaccino la pace e contraddicano il dettato degli accordi internazionali.
Mercoledì 16 febbraio una delegazione della Transnistria si è recata a Mosca per chiedere aiuto, adducendo che l’apertura della frontiera con la Moldavia potrebbe non durare a lungo: l’esercito moldavo, inquadrato da ufficiali del Pentagono e dell’Unione Europea, si dispiega nella zona neutra, violando gli impegni internazionali.
Venerdì 18 febbraio a Tiraspol, nella sede dell’OSCE, si è svolto un incontro fra Moldavia e Transnistria (“1+1”). I negoziati hanno riguardato solo dettagli. Non è più possibile uscire con un veicolo dalla Transnistria senza cambiare targa al confine: la targa d’immatricolazione infatti riporta simboli secessionisti. Inoltre non è più possibile entrare in Transnistria con medicinali, anche salvavita. Una decisione che non ha giustificazione. Tutti i medicinali vengono sequestrati dalla dogana moldava sotto lo sguardo irridente di funzionari dell’Unione Europea.
SIRIA E LIBANO
La tensione sale, in particolare in Siria e Libano. Da fine ottobre Stati Uniti e Turchia hanno ripreso ad arruolare jihadisti, recuperandoli da quelli che sono sotto il loro controllo a Idlib. Alcune reclute sono state mandate in Ucraina, ma la maggior parte è stata arruolata per riprendere servizio contro la Siria e lo Hezbollah libanese. È tuttavia risaputo che si tratta per lo più di combattenti mediocri, a eccezione degli affiliati di Al Qaeda o Daesh.
Per addestrarli la CIA ha organizzato l’attacco a una prigione di Hassaké, in cui mercenari curdi sorvegliavano 3.500 membri di Daesh. I curdi hanno accondisceso alla messinscena, approfittandone per reclamare più armi e sostegno USA al fine di custodire meglio i prigionieri. La maggior parte degli jihadisti sono fuggiti e si sono uniti alla CIA. L’esercito statunitense ha poi trasferito i pochi capi di Daesh ricatturati dai curdi in un’altra prigione, in una località sconosciuta dove… li attendeva la CIA. Le apparenze sono salve, ma la realtà è che gli Stati Uniti stanno riorganizzando Daesh.
La riorganizzazione di Al Qaeda è avvenuta in modo più palese. Abu Mohammed al-Julani, capo di Al Qaeda in Siria, nonché emiro di Tahrir al-Sham, ha cambiato look. I britannici gli hanno insegnato a indossare abiti occidentali e a parlare senza minacciare di tagliare la testa a chi dissenta, ma non per questo non è più alla guida di Al Qaeda in Siria.
In questo contesto il 15 febbraio il ministro della Difesa russo, Serguei Shoigu, si è recato a Damasco, dove ieri era atteso anche il ministro degli Esteri, Sergueï Lavrov.
Hassan Nasrallah, segretario generale dello Hezbollah, ha confermato ad Al-Alam TV che la rete di Resistenza si è già procurata mezzi di difesa antiaerea per proteggere il Libano dall’aviazione israeliana, che ogni giorno vìola lo spazio aereo del Paese. Lo Hezbollah ha inoltre rivelato che un suo drone ha sorvegliato a lungo Israele senza venire abbattuto. Poco tempo prima l’aeronautica militare siriana aveva pattugliato il Golan siriano, illegalmente occupato da Israele, senza provocare una reazione di Tel Aviv.
UCRAINA
Per capire la posta in gioco in Ucraina occorre tornare indietro di alcuni giorni. L’11 febbraio il presidente Joe Biden ha riunito in videoconferenza i principali alleati per annunciare un’imminente invasione russa dell’Ucraina. L’agenzia Bloomberg ha riferito che la comunità dell’intelligence ne prevedeva l’attuazione nella notte fra il 15 e il 16 febbraio. Il presidente Biden si è poi rivolto agli statunitensi in un discorso televisivo, spiegando che se la Russia attaccasse ne pagherebbe le conseguenze e che gli Stati Uniti e i loro alleati sono pronti.
Prima dell’intervento in televisione di Biden, la Russia aveva annunciato il ritiro delle truppe in Bielorussia e alla frontiera ucraina perché le esercitazioni erano terminate. Un fatto che Washington non aveva avuto il tempo di verificare. Mosca affermava che elementi della Nato stavano preparando una provocazione; alcune settimane prima il Pentagono aveva mosso alla Russia analoga accusa. In ogni vaso, per gli alleati era diventato difficile accusare la Russia di voler invadere l’Ucraina.
Il 15 febbraio la Duma federale adottava una risoluzione, presentata dal Partito Comunista (ossia dai nazionalisti), in cui si chiedeva al presidente Putin di riconoscere l’indipendenza delle due Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. In altri termini: se l’Ucraina avesse approfittato del ritiro militare russo per attaccare il Donbass, la Russia avrebbe riconosciuto l’indipendenza delle due repubbliche e sarebbe stata costretta a intervenire, giacché la Costituzione attribuisce al presidente la responsabilità della vita dei concittadini. Ebbene, la maggior parte degli abitanti del Donbass ha triplice nazionalità: ucraina, indipendentista e russa.
Lo stesso giorno, ossia il 15 febbraio, il presidente Putin riceveva il cancelliere tedesco, Olaf Sholz. Come già con il presidente francese Emmanuel Macron, l’incontro è stato particolarmente lungo. Sembra che la Russia abbia esposto in dettaglio la visita della sottosegretaria di Stato Victoria Nuland al Cremlino. Di ritorno a Berlino, il cancelliere, sconcertato come prima lo era stato il presidente francese, si è astenuto da ogni dichiarazione contro la Russia. Lo stesso scenario si è ripresentato il 19 febbraio con il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro.
Nella notte fra il 15 e il 16 febbraio le forze armate russe non hanno invaso alcuno Stato. La stampa USA ha chiesto al consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, di spiegare perché avesse indicato data precisa. Sullivan ha fatto marcia indietro, dichiarando di non aver mai indicato date.
Inaspettatamente, il 17 febbraio 2022 il segretario di Stato Antony Blinken ha partecipato alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, accusando la Russia di «violazioni continue» degli Accordi di Minsk, sebbene sia Kiev a non riconoscerne la validità. Ha affermato d’intervenire per difendere «l’ordine internazionale fondato su regole che proteggono la stabilità nel mondo», ossia non il diritto internazionale, ma il diritto degli Occidentali. E ha rivelato il piano segreto del Cremlino: «La Russia vuole fabbricare un pretesto che giustifichi l’attacco. Potrebbe trattarsi di un fatto violento di cui la Russia fa ricadere la responsabilità sull’Ucraina, oppure di un’aberrante accusa al governo ucraino. Non sappiamo esattamente cosa stia preparando, potrebbe trattarsi di un sedicente attentato “terrorista” in Russia, della scoperta di una falsa carneficina, della messinscena di un attacco di droni contro civili, o di un falso – o anche vero – attacco con armi chimiche. È possibile che la Russia definisca l’avvenimento pulizia etnica o genocidio, tenendo in poco conto un concetto che noi invece non prendiamo alla leggera nell’istituzione in cui mi trovo e che io personalmente non prendo alla leggera, visto il passato della mia famiglia».
Con questa divagazione Blinken si riferiva al patrigno che lo allevò a Parigi, Samuel Pisar, sopravvissuto alla “Soluzione finale della questione ebrea”. Un’esperienza da cui Pisar non trasse odio, bensì un’acuta consapevolezza del Male. Divenne consigliere del presidente Kennedy, poi avvocato internazionale delle più grandi società. Era disgustato dalle tesi del professor Strauss, che affermava fosse indispensabile per il popolo ebreo istaurare una dittatura mondiale per sfuggire a una «nuova Shoà». Sicuramente Pisar sarebbe sconvolto dall’evoluzione del figliastro e del gruppo da lui formato con la collaboratrice Victoria Nuland, nonché con il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jacob “Jake” Sullivan.
L’OSCE conferma che in Donbass sono ripresi i combattimenti. Elementi dell’esercito ucraino, inquadrati dagli Stati Uniti – probabilmente il battaglione Azov e un altro gruppo – bombardano i separatisti. I presidenti delle due repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk hanno chiamato alla mobilitazione generale la popolazione fra i 18 e i 55 anni, nonché invitato le donne, i bambini e gli anziani che abitano in prossimità della linea di contatto a rifugiarsi all’estero. La Russia ha dichiarato di essere disposta ad accoglierli tutti. Una dopo l’altra, tutte le regioni della Federazione stanno preparando le strutture per accoglierli. Lo Stato federale assegnerà loro anche una piccola somma per la sistemazione provvisoria.
Per il dipartimento di Stato – che da parte sua ha ingiunto ai propri concittadini di lasciare l’Ucraina – lo spostamento della popolazione è la prova che Mosca sta per passare all’offensiva… Qualunque informazione viene interpretata in modo diametralmente opposto dalle parti.
Rifiutandosi di prendere posizione nel conflitto, Israele ha rinunciato a istallare per conto di Kiev una “cupola di ferro” (sistema antimissile) contro il Donbass.
Il 18 febbraio il presidente Biden si è rivolto ai parlamentari e alla vicepresidente Kamala Harris, che a Monaco rappresentavano gli USA alla Conferenza sulla Sicurezza. Ha poi convocato in videoconferenza i principali alleati transatlantici, rallegrandosi per aver ritardato l’attacco russo e accusando Mosca di non rinunciare ai propri piani. Ha poi affermato che tutti gli alleati sono pronti e che la Russia, se passasse all’azione, ne pagherebbe le conseguenze.
Il presidente Putin ha risposto a Biden dando il via a una dimostrazione delle forze nucleari della Federazione. Dalla terraferma, da un sottomarino, da navi di superficie, nonché da aerei sono stati lanciati molti missili di diversa portata. Erano caricati con armi convenzionali e tutti hanno raggiunto l’obiettivo; erano presenti osservatori stranieri, fra gli altri un ufficiale statunitense.
Gli Stati Uniti fanno salire la tensione con le parole, la Russia con i fatti. A tal proposito ripetiamo ancora una volta che le forze armate USA non sono in grado di sostenere una guerra ad alta intensità. Se riescono senza problemi a distruggere Paesi del Terzo Mondo tenuti sotto embargo per almeno un decennio, non sono affatto preparate per affrontare un esercito moderno. I principali alleati (Regno Unito, Francia e Turchia) sono nella stessa situazione. Per esempio, il 16 febbraio, a Parigi, è stato presentato alla Commissione per la difesa nazionale e le forze armate un rapporto sul degrado delle forze armate francesi. I deputati hanno dovuto prendere atto che, considerato lo stato dei mezzi a disposizione, l’aeronautica militare non resisterebbe più di cinque giorni alle forze russe. È quindi chiaro a tutti i protagonisti che la Nato non è assolutamente in grado di fare guerra alla Russia e alla Cina.
Con generale sorpresa, a Monaco gli Stati Uniti non sono riusciti a imporre un’atmosfera marziale. Gli europei erano piuttosto irritati per le fortissime pressioni della Casa Bianca. Il cancelliere Scholz è intervenuto con un tono di voce piatto, facendo attenzione a non dire qualcosa di compromettente. Tutti in sala sapevano che un’inchiesta su una sordida vicenda, in cui è stato coinvolto quando era sindaco di Amburgo, è stata curiosamente rilanciata. Molti hanno perciò creduto parlasse sotto ricatto. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che la Casa Bianca aveva cercato di persuadere a non venire, calamitava l’attenzione di tutti: chiedeva di continuo aiuto, meno per far fronte a Mosca che per far fronte a Washington.
CONCLUSIONE PROVVISORIA
Uno scontro è sempre possibile in Ucraina, o domani in Transnistria o in Medio Oriente, ma non risponderebbe alla domanda preliminare posta il 17 dicembre 2021 dal Cremlino: in che modo gli Stati Uniti intendono mettersi in regola con il diritto internazionale e rispettare la parola data?
Per la prima volta due grandi media tedeschi, Der Spiegel [1] e Die Welt [2], hanno dimostrato che la Russia ha ragione a proposito dell’estensione della Nato al di là del territorio dell’ex Germania dell’Est. Citando un esperto, il professore associato Joshua Shifrinson dell’Università di Boston, questi giornali hanno rivelato l’esistenza di un documento datato 6 marzo 1991, appena uscito dagli archivi segreti del Regno Unito, in cui il rappresentante tedesco dichiara: «Non possiamo proporre alla Polonia e agli altri Paesi di aderire alla Nato» e il rappresentante degli Stati Uniti sottolinea che l’Alleanza non deve allargarsi a Est, in modo «formale o informale» che sia. Come se non bastasse, l’ex segretario di Stato alla Difesa tedesco, nonché vicepresidente dell’OSCE, Willy Wimmer, ha dichiarato in un’intervista a Russia Today – immediatamente tradotta in inglese e diffusa negli Stati Uniti prima che in Germania [3] – di aver partecipato ai negoziati per la riunificazione tedesca e di aver egli stesso redatto il Protocollo aggiuntivo che vieta alle forze Nato, una volta attuata la riunificazione, d’insediarsi sul territorio dell’ex Germania dell’Est.
È perciò logico porsi una domanda: perché l’amministrazione Biden, che non è sostenuta dagli alleati, insiste nelle accuse alla Russia e le amplifica con il rischio di provocare lo scoppio di un conflitto? Potrebbe darsi che l’inchiesta del procuratore speciale John Durnham sull’affare delle intercettazioni della Casa Bianca faccia precipitare le cose. Secondo Fox News [4], il procuratore sospetta Hillary Clinton di aver spiato il presidente Donald Trump alla Casa Bianca e al suo domicilio, intercettandone tutte le attività in internet. L’operazione sarebbe stata organizzata dal consigliere di politica estera della Clinton, Jake Sullivan, attuale consigliere per la Sicurezza nazionale. Sulla base dei dati illegalmente intercettati e manipolati il Congresso aveva avviato una procedura di destituzione contro Trump, il RussiaGate.
FONTE: https://www.voltairenet.org/article215802.html
CULTURA
Come impedire le guerre
“C’era una domanda intorno alla guerra: Come impedire le guerre? Non si possono impedire le guerre. La guerra è il risultato della schiavitù nella quale gli uomini vivono. Ad essere esatti, le guerre non avvengono per colpa degli uomini. Alla loro origine stanno forze cosmiche, influenze planetarie. Ma negli uomini non vi è alcuna resistenza a quelle influenze, e non vi può essere, perché gli uomini sono schiavi. Se fossero degli uomini, se fossero capaci di “fare”, sarebbero capaci di resistere a queste influenze, e di trattenersi dall’uccidersi l’un l’altro.
<Ma coloro che comprendono questo, non possono fare qualcosa?> domandò la persona che aveva posto la domanda sulla guerra. <Se un numero sufficiente di uomini arrivassero alla conclusione categorica che non vi debbono essere più guerre, non potrebbero influenzare gli altri?>.
Coloro che non amano la guerra l’hanno tentato quasi dal tempo della creazione del mondo, disse G. E tuttavia non vi è mai stata una guerra paragonabile a quella attuale (1938/45). Le guerre non diminuiscono, ma crescono e non possono essere fermate con mezzi ordinari. Tutte queste teorie sulla pace universale, le conferenze per la pace, ecc., non sono che pigrizia e ipocrisia. Gli uomini non vogliono pensare a sé stessi, non vogliono lavorare su di sé, non pensano che ai mezzi per indurre gli altri a servire i loro capricci, a fare ciò che desiderano. Se si costituisse effettivamente un gruppo sufficiente di uomini desiderosi di arrestare le guerre, essi comincerebbero a fare la guerra a coloro che non sono della loro opinione. Ed è ancora più certo che farebbero la guerra a uomini che vogliono anch’essi impedire le guerre, ma in un altro modo. Finirebbero così col battersi. Gli uomini sono ciò che sono, e non possono fare altrimenti. La guerra ha moltissime cause che ci sono sconosciute. Alcune risiedono negli uomini stessi, altre sono esteriori. Bisogna cominciare dalle cause che sono nell’uomo stesso. Come può l’uomo essere indipendente dalle influenze esteriori, dalle grandi forze cosmiche, quando è schiavo di tutto ciò che lo circonda? Egli è in balia di tutte le cose intorno a lui. Se fosse capace di liberarsi dalle cose, potrebbe anche liberarsi dalle influenze planetarie.
Libertà, liberazione. Questo deve essere lo scopo dell’uomo. Diventare libero, sfuggire alla schiavitù – ecco ciò per cui un uomo dovrebbe lottare allorché è diventato, anche solo per un poco, cosciente della sua situazione. Questa è la sola via d’uscita per lui, poiché nient’altro è possibile finché resta uno schiavo, interiormente ed esteriormente.
Ma non può cessare d’essere schiavo esteriormente finché resta schiavo interiormente. Così, per diventare libero, deve conquistare la libertà interiore.
La prima ragione della schiavitù interiore dell’uomo è la sua ignoranza, e soprattutto l’ignoranza di sé stesso. Senza la conoscenza di sé, senza la comprensione del moto e delle funzioni della sua macchina (l’uomo non libero è solo una macchina), l’uomo non può essere libero, non può governarsi e resterà sempre uno schiavo, in balia delle forze che agiscono su di lui.
Ecco perché negli insegnamenti antichi, la prima richiesta a chi si metteva sulla via (iniziatica) della liberazione, era: Conosci te stesso…”
D. OUSPENSKY, Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto”, Astrolabio, 1976, pag. 117
PROVA A PENSARE IN MODO DIVERSO
Realtà, inganno e manipolazione 16 02 2022
“Prova a pensare in modo leggermente diverso dalla gente e tutti cominceranno a sospettare di te: c’è qualcosa che non va, sei pazzo. Se fai parte della massa, sei considerato sano di mente. Può darsi che la massa sia in preda alla follia, ma il punto non è quello. Tu devi semplicemente far parte della massa e comportarti come si comportano tutti gli altri. Non sono ammesse eccezioni. Non c’è spazio per l’individualità. Gli individui vengono rinchiusi in manicomio. La gente ha definito pazzo Gautama il Buddha, ha dato del pazzo a Gesù Cristo, ha dato del pazzo a Socrate. Le masse considerano pazzo chiunque non sia parte della follia collettiva, chiunque vada oltre questa follia. Ma quella pazzia è l’unico modo di purificarsi.
L’uomo non è un essere ma un processo, non un essere ma un divenire. Il cane nasce e muore cane. La situazione non è necessariamente la stessa per quanto riguarda l’uomo. L’uomo può nascere uomo e morire come Gautama il Buddha. Nessun altro essere, eccetto l’uomo, si evolve tra la nascita e la morte. Ma per raggiungere questo stato devi essere il fulmine che brucia tutto ciò che è marcio in te; devi essere abbastanza pazzo da andare oltre tutte le ipocrisie, tutti i manierismi, tutte le maschere che l’uomo ha creato per rimanere dov’è, per non crescere.
La massa, la gente, condannerà tutti i ribelli, tutti gli spiriti ribelli, dirà che sono dei distruttori. Ma per creare bisogna distruggere. Se non si distrugge ciò che è brutto e spregevole, non si può creare la bellezza. Se non si distruggono le menzogne, non si può far posto alla verità. Ma è molto difficile non odiare questo tipo di persone, che disturbano il vostro sonno, le vostre menzogne, comode, convenienti, le vostre consolazioni. È naturale che la gente odi l’uomo di verità: egli è un disturbatore… con le tue menzogne ti senti al sicuro, e all’improvviso arriva lui ad istigare il dubbio in te, a disturbare la tua fede. La verità è sempre in contrasto con i dogmi delle masse. La verità è individuale, e le masse non hanno alcun interesse per la verità. Alle masse importano le consolazioni, le comodità.
Le masse non consistono di esploratori, di avventurieri, di individui che si inoltrano nell’ignoto, senza paura, e rischiano la vita per scoprire il significato della loro vita e dell’esistenza intera. Le masse vogliono semplicemente sentir raccontare bugie dolci, comode e convenienti. Senza fare alcuno sforzo, possono rilassarsi in quelle menzogne che servono solo come consolazioni. La folla odia chi vuole essere un individuo, chi vuole seguire un suo cammino particolare, uno stile di vita. Le masse vogliono che tu sia semplicemente “uno di loro”. La tua separazione li rende consapevoli della loro inferiorità. Vogliono che tu sia mite, remissivo, sottomesso. Se in qualche modo le oltrepassi, le superi, non sarai mai perdonato.”
(Osho)
Nuovo canale telegram
Realtà, inganno e manipolazione
FONTE: https://www.facebook.com/LaGrTruffa/posts/2059765934184467
DENTRO LA TANA DEL BIANCONIGLIO. DIALOGO CON LEONARDO BIANCHI, AUTORE DI “COMPLOTTI!”
23 02 2022
Dai Protocolli dei Savi di Sion alla pandemia, passando per QAnon e l’assalto al Congresso degli Stati Uniti. Dentro più dentro la tana del Bianconiglio… Abbiamo dialogato sul tema con Leonardo Bianchi, autore di “Complotti!”.
Le teorie del complotto sono contrassegnate da tre principi di base: nulla è come sembra; nulla accade per caso; tutto è connesso.
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
GIORNALISTA CORAZZATA E UNA PASSANTE SENZA PRECAUZIONI IN UCRAINA
Rosanna Ruscito 25 02 2022
La giornalista di Mentana in Ucraina con elmetto e giubbotto antiproiettile, mentre la signora alle sue spalle cammina tranquillamente con le buste della spesa
FONTE: https://www.facebook.com/rosanna.ruscito/posts/10221825302034562
EVENTO CULTURALE
BARBARA & CLAUDIA – Concerto il 17 marzo 2022 presso Auditorium – Roma
RHYTHM
Si sono da sempre distinte per l’originalità’ dei loro programmi ( arrangiati per loro dal M° G. D’Angelo) dove l’impostazione classica si fonde con i più’ diversi stili musicali. E’ proprio da qui che nasce RHYTHM, un viaggio in giro per il mondo attraverso i ritmi piu’ travolgenti dall’Europa al Sud America.
LUOGO: https://www.auditorium.com/evento/barbara_cattabani_claudia_agostini-25113.html
GIUSTIZIA E NORME
Stato d’emergenza illegittimo: la sentenza da manuale del tribunale di Pisa
- Sospesi e compressi diritti costituzionali
- Lo stato d’emergenza non è nella Costituzione
- Diritto “tiranno” sopprimere alcuni diritti a favore di altri
- La pandemia non è un rischio igienico-sanitario
- Stato d’emergenza privo di copertura normativa
- Illegittimi tutti i provvedimenti emessi per il contenimento dell’epidemia
- Parlamento “mero ufficio di conversione” dei decreti del Governo
- Stringenti limitazioni dei diritti in violazione dei principi costituzionali
- Fine dello stato d’emergenza, fine delle restrizioni: raggiunto il limite massimo di tollerabilità
Sospesi e compressi diritti costituzionali
Lo stato di emergenza è una condizione particolare, che però non è prevista dalla nostra Costituzione. Questa una delle prime precisazioni contenute nella ben motivata e strutturata sentenza n. 1842 del Tribunale Monocratico di Pisa, nella persona del giudice onorario Dott.ssa Lina Manuali, depositata il 17 febbraio 2022 (sotto allegata in versione integrale), chiamata a decidere sulla condanna per il reato ex art. 650 c.p. nei confronti di due prevenuti che avevano violato il primo lockdown di marzo 2020.
Assolvendo nella “formula più ampia e favorevole” entrambi perchè il fatto non sussiste e non è più previsto dalla legge come reato, questo coraggioso giudice partendo dal Dpcm 8.3.2020 (non reputato dalla stessa provvedimento legalmente dato dall’autorità come richiesto dall’art. 650 c.p.) ripercorre e confuta tutte le disposizioni legislative emanate nel biennio dello stato d’emergenza instaurato con la pandemia.
Ciò perchè a causa del Covid-19, esordisce infatti, “al fine di tutelare la salute pubblica, sono state emanate disposizioni che hanno comportato la sospensione e compressione di alcune libertà garantite dalla nostra Carta Costituzionale, come previsti dagli artt. 13 e seguenti della stessa”. Libertà non da poco visto che concernono i diritti fondamentali dell’uomo e costituiscono il “nucleo duro” della Costituzione stessa, tanto da ritenersi non revisionabili nemmeno con il procedimento di revisione costituzionale, “ragion per cui – secondo la stessa – occorre verificare se, a quali condizioni e con quali modalità, in situazioni emergenziali, tali diritti possano essere compressi a tutela di altri anch’essi costituzionalmente previsti”.
Lo stato d’emergenza non è nella Costituzione
Partendo, si diceva, dallo stato di emergenza, la sentenza evidenzia in primis che l’ordinamento costituzionale italiano “non contempla nè lo stato d’eccezione, nè lo stato d’emergenza, che è una declinazione dell’eccezione, al di fuori dello stato di guerra, previsto all’art. 78 della Cost.”.
L’assenza di una disciplina specifica dello stato di emergenza nella Costituzione, che non è riconducibile allo stato di guerra, precisa ancora la sentenza, è stata una scelta precisa dei Costituenti, proprio per scongiurare la compressione dei diritti fondamentali.
Diritti fondamentali che, anche in presenza di uno stato emergenziale in cui è necessario attuare i principi precauzionali del primum vivere e del salus rei publicae, non possono essere classificati in base a un ordine gerarchico, perché non c’è gerarchia tra principi fondamentali. Non sussiste, quindi, alcuna presunzione assoluta di prevalenza di un diritto su tutti gli altri.
Diritto “tiranno” sopprimere alcuni diritti a favore di altri
Questa premessa per sostenere che qualora l’esercizio di un diritto comporti, in caso di necessità ed urgenza, la limitazione di altri, ciò deve avvenire comunque “nel rispetto dei principi della legalità, riserva di legge, necessità, proporzionalità, bilanciamento e temporaneità”.
Sopprimere alcuni diritti per dare prevalenza ad altri finisce altrimenti per dare vita a un “diritto tiranno”, la cui prevalenza pone in una situazione deteriore tutti gli altri, con conseguente non solo violazione della Costituzione ma addirittura superamento del perimetro delineato dalla carta costituzionale.
La pandemia non è un rischio igienico-sanitario
Poiché durante la fase emergenziale la salute pubblica è divenuta in sostanza il diritto tiranno e la sua tutela è stata attuata con la dichiarazione dello stato di emergenza, almeno questo, si interroga il giudice ha una copertura normativa?
A questa domanda la sentenza risponde negativamente, in quanto la pandemia è cosa ben diversa dal rischio igienico sanitario (di competenza regionale) contemplato dal Codice della Protezione civile, così come dalle calamità naturali. La pandemia, rispetto a questi fenomeni, ha infatti la capacità di espandersi e invadere interi continenti.
Alla luce di queste ulteriori riflessioni ne consegue che lo stato di emergenza legato a un fenomeno pandemico, non ha un fondamento neppure nella legge, rappresentata in questo caso dal codice della protezione civile.
Stato d’emergenza privo di copertura normativa
Riflessioni a cui consegue, da parte del Tribunale Monocratico pisano la seguente affermazione: “La delibera dichiarativa dello stato di emergenza adottata dal Consiglio dei ministri il 31.1.2020 è illegittima per essere stata emanata in assenza dei presupposti legislativi, in quanto non è rinvenibile alcuna fonte avente forza di legge, ordinaria o costituzionale, che attribuisca al Consiglio dei Ministri il potere di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario”.
Illegittimi tutti i provvedimenti emessi per il contenimento dell’epidemia
Illegittimità che conduce, dunque, al reputare “illegittimi tutti i successivi provvedimenti emessi per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19, nonchè tutte le successive proroghe dello stesso stato d’emergenza”.
I DPCM, come rileva la giudice di Pisa e prima di lei altri giudici di merito, sono solo atti di natura amministrativa (tra l’altro non motivati, in violazione dell’obbligo di motivazione previsto dalla legge), che hanno limitato in modo del tutto illegittimo diritti che, la Costituzione, prevede possano essere compressi solo in casi determinati e in forza di un provvedimento legislativo.
Violate quindi, in virtù dei DPCM emanati, le riserve di legge assolute e relative previste dalla Costituzione a tutela di alcuni diritti fondamentali come la libertà personale e quella di circolazione.
Durante la pandemia è stato infatti imposto nella sostanza e in modo del tutto illegittimo un obbligo di permanenza domiciliare che, lo ricordiamo, solo un giudice con atto motivato e in base a una norma di legge, può disporre.
Ma non solo. Anche il ricorso alla decretazione d’urgenza, con cui sono state adottate misure più stringenti e limitative dei diritti fondamentali degli individui, anche rispetto a quanto previsto negli stessi decreti legge: primo fra tutti il n. 6/2020 che costituisce una “delega in bianco” a favore del governo, “dotando se stesso e lo stesso presidente del consiglio dei ministri di poteri extra ordinem”.
Nel corso della gestione della situazione emergenziale, il governo ha proceduto inoltre a ripetute e successive proroghe dello stato d’emergenza, che ha come termine ultimo il 31 marzo 2022, il che dimostra, prosegue il giudicante, “il passaggio dallo stato d’emergenza epidemiologico alla gestione ordinaria dell’epidemia, con il conseguente venir meno dei presupposti di temporaneità e di straordinarietà giustificativi dell’adozione dei decreti legge e conseguentemente dei Dpcm”.
Parlamento “mero ufficio di conversione” dei decreti del Governo
L’aver protratto lo stato di emergenza e l’aver continuato ad adottare la decretazione d’urgenza è un modus operandi che ha determinato “una lesione delle prerogative del Parlamento, a cui viene di fatto assegnato il ruolo di mero ufficio di conversione in legge dei decreti del Governo.”
E peraltro, a due anni dal suo inizio, “uno stato d’emergenza prorogato per accordo politico – anzi per negoziazione fra parti dello Stato – è una contraddizione in termini, in quanto ‘normalizza’ l’eccezionalità, per cui non servono più situazioni impreviste ed eventi fuori dall’ordinario e basta il principio della precauzione per invocare poteri speciali e non più emergenziali”.
Stringenti limitazioni dei diritti in violazione dei principi costituzionali
Con il susseguirsi di decreti legge e Dpcm, spesso in sovrapposizione tra loro, si è assistito, rincara il tribunale pisano, “all’introduzione di sempre più stringenti restrizioni e limitazioni nell’esercizio delle libertà e dei diritti fondamentali, fino ad arrivare ad incidere sul diritto al lavoro e ad un’equa retribuzione, con violazione dell’art. 36 Cost., il quale riconosce al lavoratore il diritto ad una retribuzione in ogni caso sufficiente ad assicurare a sè e alla propria famiglia una esistenza libera e dignitosa; nonchè fino ad escludere una categoria di persone dalla vita sociale, e dunque, da tutte quelle attività che attengono alla sfera della libertà personale, intesa quale diritto di svolgere attività che sviluppino la propria dimensione psicofisica (come riconosciuta dal combinato disposto degli artt. 2 e 13 Cost.), piuttosto che alla sfera della libertà di circolazione”. Il tutto, ovviamente, in violazione dell’art. 3 Cost.
Pertanto quando si introducono misure potenzialmente lesive del principio di eguaglianza e della dignità sociale, afferma la sentenza, occorre far riferimento al rispetto della persona umana, “limite invalicabile” che non può essere superato.
Il suo superamento infatti oltre a porsi in contrasto con la Costituzione, si spinge il giudice, “può condurre alla violazione dei Trattati internazionali e della Carta Europea dei Diritti Fondamentali dell’Uomo, che sanciscono l’inviolabilità dei diritti fondamentali dell’uomo e della dignità della persona umana”.
Fine dello stato d’emergenza, fine delle restrizioni: raggiunto il limite massimo di tollerabilità
Per cui conclude la Manuali, pur ribadendo tutte le considerazioni svolte in merito alle questioni di illegittimità, “gli effetti delle misure restrittive, non possono certo protrarsi oltre il periodo della vigenza dello stato d’emergenza, in quanto esso ha costituito e costituisce il presupposto che ne ha giustificato l’adozione”.
Quando la situazione emergenziale giunge al suo termine, dunque, “i diritti e le libertà fondamentali devono riespandersi nel loro alveo originale”, poichè la loro compressione ha “raggiunto e superato il limite massimo di tollerabilità“. Una compressione che non può ulteriormente protrarsi ad libitum, altrimenti, tutte le libertà e i diritti fondamentali riconosciuti e garantiti dalla Costituzione, “verrebbero svuotati nel loro nucleo essenziale e degradati, come tali, a meri simulacri”.
Scarica pdf Trib. Pisa sentenza depositata 17.2.2022
PANORAMA INTERNAZIONALE
IN TERRA INCOGNITA.
Pino Cabras 24 02 2022
L’azione militare in Ucraina disegna uno scenario che suscita inevitabile preoccupazione per il futuro della stabilità e della sicurezza in Europa. Oggi entriamo in una terra incognita piena di insidie e sviluppi inattesi che impongono a chi governa una estrema dose di precauzione.
La reazione della Russia ai tanti anni della crisi ucraina, tuttavia, non era inattesa. Il conflitto, seppure a bassa intensità, era infatti già presente in Ucraina a partire dal 2014. La postura della Nato nei confronti della Federazione Russa, tra una rivoluzione colorata e l’altra nelle repubbliche ex sovietiche, è stata percepita da Mosca come aggressiva e minacciosa della sua sicurezza più profonda. Mentre tutto ciò accadeva, le nostre classi dirigenti, italiane ed europee, si sono dimostrate totalmente irresponsabili e inadeguate nell’ignorare un focolaio di guerra pronto a divampare al primo vento di crisi.
Coloro che oggi denunciano la violazione del diritto internazionale sono gli stessi che in questi ultimi trent’anni non hanno mosso un dito per le tante guerre scatenate dal cosiddetto “Occidente” nella ex-Jugoslavia, in Iraq, in Afghanistan, in Siria, in Libia, solo per citarne alcuni. E, coerentemente, sono gli stessi che oggi utilizzano parole di guerra per invocare reazioni durissime.
Di fronte al drammatico salto in un’epoca diversa impresso da Putin con un azzardo dai costi umani e politici imprevedibilmente ampi, è impossibile non fare i conti con gli errori commessi dalle classi dirigenti occidentali in Ucraina. Lo sintetizza bene Simone Santini: «Chi, in questi anni, ha lavorato per una Ucraina neutrale, ha lavorato per la pace. Chi, in questi anni, ha lavorato per rafforzare in seno all’Ucraina le forze ultranazionaliste e russofobe, ha lavorato per la guerra.»
Nel momento in cui suonano le trombe della guerra, nessuna autocritica all’orizzonte. Ma sarebbe proprio il momento di avviarla prima di commettere errori peggiori e più disastrosi.
Oggi più che mai, ciò che serve sono gli strumenti della diplomazia, del dialogo e della comprensione delle reciproche posizioni. Strumenti che, come riferito ieri al Parlamento, il nostro ministro degli esteri Luigi Di Maio ha deciso di non utilizzare, abdicando formalmente a quello che dovrebbe essere il suo ruolo e la sua unica funzione. Ciò di cui non abbiamo bisogno è un governo che si tappi le orecchie e insegua le parole di guerra che soffiano travolgendo ogni mediazione.
È innanzitutto un principio di realismo politico considerare le cause delle guerre. Ma prima occorre dissipare la nebbia della propaganda. Non dobbiamo farci arruolare nel clima cupo e conformistico della trance agonistica bellica, nemmeno quando sembra che sia impossibile dissentire dal rumore di fondo dominante.
La via della pace è stretta. Di certo non passa per le sanzioni, per ulteriori escalation, per soluzioni militari impossibili.
FONTE: https://www.facebook.com/100057758151077/posts/383558450246090/
IN TERRA INCOGNITA.
Tonio de Pascali 24 02 2022
Un grande, grandissimo, errore che si compie in questi giorni osservando gli eventi dell’Ucraina è l’equivalenza che si fa tra Urss comunista e Russia di Putin.
Sbagliato, sbagliatissimo.
L’Urss era un impero a vocazione universalistica, cioè mirato a papparsi il mondo intero sotto l’egida del comunismo e a guida russa. Stop.
Il nazionalismo russo non esisteva o comunque era coperto da altre mille istanze molto più importanti.
Si puntava, magari ad una guerra, sicuri di un armamento magari tecnologicamente inferiore a quello occidentale ma molto, molto, più robusto. E comunque volto a distruggere il capitalismo. E per di più la Cina manco esisteva.
Oggi tutto questo non esiste più.
La Russia è uno Stato sovrano senza più stati succubi, con un’economia capitalistica e con un sistema politico che magari non è la democrazia che si studia come modello teorico nelle università occidentali ma certamente ci sono elezioni e partiti. E’ pervasa da un nazionalismo come mai s’è visto su tutto il pianeta e non ha ambizioni imperialiste.
Putin, poi, ed è la cosa più importante, non è comunista. Anzi. E’ tutto il contrario. Vuole una Russia nazionalista che torni al suo passato di Terza Roma, non schiava delle lobby massoniche che con l’ubriacone Eltsin, schiavo dell’altro ubriacone Clinton, s’erano comprata la nazione con privatizzazioni che avevano trasformato l’industria russa in una dependance americana.
Vuole solo tutelare i suoi confini e non vuole “Il nemico alle porte” come non lo voleva l’America di Kennedy con i missili a Cuba. Un’istanza più che legittima.
Soprattutto non ha ambizioni imperialistiche. E per tanti motivi:
– pur avendo un ottimo esercito non può minimamente paragonarsi per potenza tecnologica e numerica a quello occidentale;
– il mondo è cambiato e la supremazia della finanza sulla storia e sulla politica ha portato tutti a pensare che una guerra non serve a nessuno, soprattutto se pure tu, Putin, hai a casa un sistema capitalistico;
– oggi c’è anche la Cina, che è molto più potente della Russia e dell’Occidente messi insieme.
Putin non è stupido. Vuole solo tutelarsi. Come farebbe chiunque. Si riprende l’Ucraina anche se sa benissimo che gli costerà tantissimo in termini di soldi. E sicuramente chiuderà trattati per cui la Nato farà un passo indietro dai suoi confini.
Ma non perchè è bravo e bello. Ma perchè “tiene l’Europa per le palle” grazie al gas. e senza il gas l’Europa muore. E senza l’Europa muoiono gli Usa.
“Morire per Danzica?” si diceva in Francia e Inghilterra quando Hitler invase la Polonia. Cioè: valeva la pena di scatenare una guerra mondiale per difendere la Polonia invasa dai Tedeschi?
No, non conveniva. Ed infatti scoppiò la Guerra mondiale.
Oggi la Ue e gli Usa sanno benissimo che non conviene morire per Kiev.
FONTE: https://www.facebook.com/100015824534248/posts/1160622134475260/
POLITICA
Ma mi faccia il piacere Miss Aspen Institute!
Federica Francesconi 24 02 2022
FONTE: https://www.facebook.com/federica.francesconi.3/posts/10223638001595835
SCHWAB E LENIN
Pietro Missiaggia 21 02 2022
Ho visto un po’ di ignoranza in questo articolo: https://www.ideeazione.com/perche-non-e-ininfluente…/… a firma di Lorenzo Centini
Prima di farsi ventimila elucubrazioni mentali bisognerebbe comprendere due punti:
- Bisognerebbe capire se la foto è vera o meno e da dove è stata ripresa. Viene dai siti dell’Alt-right ? È un fotomontaggio? Anche se fosse vera non vedo il nesso fra la teoria leninista e Schwab infatti come scrivo nel punto seguente…
- Egli applicherà la teoria rivoluzionaria di Lenin od un Mao per i suoi progetti, come facevano pure i militanti di destra radicale (vedasi C.Graziani, “La guerra rivoluzionari”, Passaggio Al Bosco Edizioni , 2020) applicandola all’anti comunismo… Ma ciò non fa di lui un bolscevico russo come il possedere un busto di Lenin o leggerne e farne proprie alcune sue tesi per usarle a proprio vantaggio.
Mi sorprende che, ci si inventi (ancora! Basta dopo un secolo!) lo spauracchio del bolscevismo… Più che altro; in Italia escludendo elucubrazioni varie non c’è resistenza a differenza di altri paesi.
Vediamo dove si andrà… Dubito che dietro a Schwab ci sia Lenin… C’è di molto peggio…
FONTE: https://www.facebook.com/scarabeuslupia/posts/1355870151527275
Quando la nave affonda
Federica Francesconi 21 02 2022
È proprio vero che quando la nave affonda i topi scappano. Prima Fratelli d’Italia che qualche giorno fa ha lanciato un appello per dismettere il Green Pass (ma lo stesso partito un anno fa era a favore della sua introduzione), ora la Lega, che oggi in Commissione Affari sociali ha presentato un emendamento in cui chiede la soppressione del GP a partire dal 31 marzo, seguita dal moribondo Forza Italia, che vorrebbe un suo superamento graduale.
Eh no, cari cialtroni e viscidi traditori della Patria, non funziona così. Chi ha memoria lunga, come la sottoscritta e tanti altri italiani che non hanno venduto l’anima per un tozzo di pane, non dimenticheranno mai che voi siete stati gli artefici complici, insieme al PD e al M5S, dell’infamia chiamata Passaporto Verde.
Non dimenticheremo mai che da due anni avete instaurato in Italia, grazie a decreti illegittimi votati anche da voi, uno stato di polizia in cui le garanzie costituzionali sono sospese.
Non dimenticheremo mai che l’anno scorso avete dato il vostro voto favorevole all’istituzione del GP, che ha creato una bolgia infernale in cui sono finiti milioni di cittadini che non vogliono diventare mere identità digitali con diritti a scadenza.
Non dimenticheremo l’ignavia, il menefreghismo e la vigliaccheria che avete mostrato quando giravate la testa dall’altra parte mentre migliaia di cittadini si ammalavano dopo aver fatto uno, due, tre dosi, mentre padri e madri di famiglia perdevano il lavoro perché sprovvisti del GP, mentre i bambini non bucati venivano discriminati nella società.
No, noi persone intellettualmente oneste non dimenticheremo il vostro schifoso collaborazionismo dettato da opportunismo spicciolo.
Siete solo feccia, residuato subumano che in vista delle elezioni si imbelletta la faccia per nascondere lo schifo che siete. Purtroppo per voi le maschere sono cadute rivelando lo squallore che rappresentate a livello politico, ma soprattutto a livello umano.
Potete provare a rifarvi la verginità, ma per quanto mi riguarda voi dovreste finire sul banco degli imputati, esattamente come i dirigenti e i parlamentari del PD e del M5S e come i sicari del mondialismo come Draghi, reclutati per distruggere l’Italia.
Siamo in guerra, non si fanno sconti a nessuno. In guerra la fine che fanno i collaborazionisti è ben nota. Salvini, Meloni, Berlusconi e tutte le anime nere di questi partiti stiano attenti: un giorno arriverà anche per loro la resa dei conti.
Fonte: https://www.facebook.com/federica.francesconi.3/posts/10223624232051605
SCIENZE TECNOLOGIE
Intel ha bloccato l’accesso al suo sito Web per i russi
Технологии и медиа , 25 фев, 15:50
L’accesso al sito Web Intel dalla Russia è stato bloccato. La società non commenta il motivo, ma in precedenza la funzionalità di alcune applicazioni mobili era limitata per i russi a causa delle sanzioni o della decisione dei loro sviluppatori.
Foto: David Becker/Getty Images
La società informatica americana Intel venerdì 25 febbraio ha bloccato l’accesso al suo sito per gli utenti dalla Russia, il corrispondente di RBC era convinto. Quando si tenta di aprire il sito, il sistema scrive “l’accesso è negato”. In questo caso, gli utenti di altri paesi o che utilizzano una VPN possono aprire il sito Web dell’azienda.
Intel è uno dei maggiori produttori di chip al mondo, con un fatturato di 74,7 miliardi di dollari nel 2021.
RBC ha inviato una richiesta a Intel.
Il 24 febbraio, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha annunciato che stava inasprendo le regole per l’esportazione in Russia di microelettronica, apparecchiature per le telecomunicazioni, sensori, apparecchiature di navigazione, avionica, attrezzature marittime e componenti per aeromobili. Dettagli sulla portata delle restrizioni, le autorità statunitensi intendono stabilire nel pertinente atto normativo del 25 febbraio.
Apple Pay e Google Pay smetteranno di funzionare per le carte delle banche sanzionate
Finanza
In Russia, oltre ai personal computer, vengono utilizzati i processori Intel, ad esempio, nei supercomputer “Sbera” Christofari e Lomonosov-2 dell’Università statale di Mosca – entrambi utilizzano un processore server di Intel Xeon Platinum.
Giovedì, diverse applicazioni di Promsvyazbank sono state rimosse dall’App Store e da Google Play in relazione alle sanzioni imposte alla banca a causa del riconoscimento da parte della Russia dell’indipendenza del DPR e dell’LPR.
Leggi su RBC Pro
Quale delle persone deve riferire all’ufficio delle imposte nel 2022
Zona di morte: quando il tuo miglior dipendente decide di smettere – Fast Company
“Riavvio del mercato azionario”. Cosa possono aspettarsi gli investitori dopo le nuove sanzioni
Gli investitori sono in preda al panico. Come evitare errori quando tutto cade a pezzi
Successivamente, l’applicazione americana UAV Forecast, che mostra il tempo e le zone sicure per i voli dei droni, ha bloccato il libero accesso agli utenti dalla Russia “a causa dell’invasione dell’Ucraina in violazione del diritto internazionale”. L’editore dei programmi di grafica Insydium ha bloccato gli utenti russi “in connessione con l’invasione russa dell’Ucraina” dall’utilizzare i suoi plug-in per il programma Cinema 4D, che fornisce agli sviluppatori strumenti per la modellazione 3D. E gli ultimi due sviluppatori lo hanno fatto su base volontaria.
Подробнее на РБК:
https://www.rbc.ru/rbcfreenews/6218c1779a7947a7c5789029
Metaverso, una rivoluzione di internet è alle porte. Quali sono i rischi?
Un rifugio dalla realtà. Il Metaverso, la nuova rivoluzione di internet è ormai alle porte. Vediamo di cosa si tratta nell’ultimo servizio di China in Focus.
Controspionaggio britannico: allarme Cina
Quanto può avvicinarsi una spia cinese a un politico di una delle più importanti nazioni alleate degli Stati Uniti? Da questa foto, si potrebbe dire a un soffio.
Servizi canadesi lanciano allarme Cina
Per la prima volta nella storia recente, anche i servizi segreti canadesi allertano i propri politici del pericolo di diventare obiettivo dello spionaggio cinese.
Telefoni usa e getta per gli atleti
Alle Olimpiadi invernali, i partecipanti dei vari paesi, compresi gli Stati Uniti, potrebbero ritrovarsi senza i propri telefoni cellulari.
Software di censura negli smartphone Xiaomi
Un nuovo rapporto della Commissione per la sicurezza informatica di Taiwan, denuncia sette app integrate in modo occulto in un modello di smartphone cinese.
I video integrali in inglese:
-18 gennaio https://youtu.be/iNQ8twL7oAs
-20 gennaio https://youtu.be/BIcBS2i5m10
NTD Italia su Youmaker: https://youmaker.com/c/NTDItalia
NTD Italia su Rumble: https://rumble.com/c/c-409364
NTD Italia su Telegram: https://t.me/s/ntditaly
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FONTE: https://www.epochtimes.it/news/metaverso-rivoluzione-internet/
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