RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
25 OTTOBRE 2018
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
La donna può nascondere il proprio viso con un sorriso.
KHALIL GIBRAN, Aforismi, Barbera, 2008, pag. 17
https://www.facebook.com/Detti-e-Scritti-958631984255522/
Le opinioni degli autori citati possono non coincidere con la posizione del curatore della presente Rassegna.
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EDITORIALE
L’Italia cerca altre strade
Manlio Lo Presti – 25 ottobre 2018
Le agenzie di stampa hanno diffuso la notizia che la Russia comprerebbe buona parte del debito pubblico italiano.
Se così fosse, si aprirebbero scenari molto interessanti in ambito comunitario europeo. L’operazione di sottoscrizione esterna sarebbe la certificazione di uno scacco gravissimo a carico dei piani alti di Bruxelles. Un gruppo di pretoriani non eletti da nessuno che hanno da sempre percorso la via delle politiche monetaristiche anticicliche e depressive per la tutela della stabilità dell’euro che – facciamolo presente – non è una moneta, ma una unità di conto, non assolvendo al compito specifico di promuovere e consolidare lo sviluppo economico e sociale dell’Unione.
L’operazione russa, i dubbi dei francesi che scrivono:
Budget: “Et si on écoutait l’Italie?”
“Bilancio: e se si ascoltasse l’Italia?”
il silenzio piuttosto sospetto della Germania con una Merkel piuttosto anguillosa sul tema, sono i segnali che il fronte rigorista monetarista che è responsabile, assieme agli USA:
- di oltre 50.000.000 di disoccupati, che prossimamente diventeranno 75.000.000 con le automazioni dei robot;
- di 43.000 morti in Grecia per le politiche monetaristiche FMI (fa bene ricordare che capo delle operazioni all’epoca era un italiano che è stato ministro del precedente governo “democratico”);
- di oltre 17.000 suicidi in Italia;
- della demolizione del Portogallo,
- della disintegrazione dell’Irlanda
- della frammentazione sanguinaria della ex Jugoslavia con centinaia di migliaia di morti, soprattutto fra i civili;
- del sommovimento delle guerre ucraine, con altre centinaia di migliaia di morti, soprattutto fra i civili;
- dei terremoti geopolitici dei Paesi nordafricani, con oltre 12.000.00 di morti, soprattutto fra la popolazione civile.
morta qualche crepa.
Il “caso Italia” sta obbligando i non-eletti-da-nessuno ad assumere atteggiamenti che evitino la certificazione del loro fallimento nella gestione del continente.
Già gli USA avevano percepito la magnitudine della pressione del tutto preventiva e pregiudiziale di Bruxelles contro l’Italia e contro tutti gli italiani che hanno votato questo governo! Gli americani erano pronti a sottoscrivere il debito italiano, anche contro il parere delle conterranee agenzie di rating controllate da mani private che a nulla importa dei destini delle nazioni colpite, dietro le quali c’è in blocco l’intero apparato globale-finanziario-neomaccartista-antifa-immigrazionista, detto DEEP STATE capeggiato dai fratelli Koch, da Soros, da Bill Gates, da Zuckerberg, dall’immarcescibile Kissinger, da Potesta, dai Clinton, da Obama, dall’attuale pontefice nominato da loro.
Qualcuno sagacemente ha affermato che la battaglia per sterminare l’Italia per farla diventare la SACCA CONCENTRAZIONARIA RAZZIALE DELL’EUROPA, si sviluppa da tempo su due motivi, secondo lo schema Goldman (si, il banchiere fondatore della Goldman Sachs):
- Il motivo apparente dello spread (invenzione arbitraria che l’apparato anglofrancotedescoUSA ci ha imposto grazie alla inerzia di una classe politica italiana fra le più corrotte e screditate del pianeta);
- Il motivo vero è quello di A) rapinare il nostro Paese dei suoi risparmi la cui massa è da sola superiore al totale dei risparmi di tutta l’Europa. Spallando le banche con spread alto, si realizzerebbe il trasferimento delle masse di risparmi italiani verso le banche estere, soprattutto tedesche, con le quali si ripianerebbero gli immensi e nascosti deficit dei loro colossi bancari; B) declassare la qualità del debito pubblico per far rialzare gli interessi i cui proventi andrebbero in cassa ai soliti noti.
Tutto ciò premesso
L’asse anglofrancotedescoUSA non ha nessun interesse ad un risanamento dell’Italia che porterebbe ad un rating più alto e interessi bassi; allo sviluppo economico e alla occupazione. L’Italia diventerebbe il quarto concorrente in Europa. PERCHE’ FARLO?
Meglio che l’Italia rimanga un Paese ridotto in coma farmacologico, ma non al punto di far esplodere rivolte sociali, che la il compito di:
– Pagare gli altissimi interessi al ben noto asse infernale;
– Diventare la sacca razziale dell’Unione quando arriveranno le imminenti ondate di 100-200.000 africani ogni mese.
L’ingresso di un contendente delle dimensioni della Russia può rendere più difficile questo disegno distruttivo nei confronti della ex-italia.
Ne riparleremo!
IN EVIDENZA
DIE WELT: “LA BCE DOVREBBE COMPRARE TUTTO IL DEBITO”
Maurizio Blondet 24 ottobre 2018 58 comme
“Mentre in Italia Corriere, il Sole 24 Ore, Il Fatto Quotidiano insistono che il debito va pagato col sangue, Die Welt ha un articolo in cui si discute sulla soluzione di FAR COMPRARE ALLA BANCA CENTRALE TUTTO IL DEBITO PUBBLICO
lhttps://www.welt.de/wirtschaft/article182541188/Euro-Zone-Oekonom-Tooze-schlaegt-eine-Schuldenunion-vor.html?wtmc=socialmedia.twitter.shared.web … “ segnala Gianni Zibordi il trader.
Effettivamente sul Die Welt il direttore delle pagine economiche intervista Adam Tooze, oggi docente a Yale, il massimo storico dell’economia vivente.
Sommario:
Lo storico economico britannico Adam Tooze dice che l’austerità dell’UE è fuorviante. Senza una politica sociale e finanziaria comune e senza una potente banca centrale, la zona euro rimarrebbe nella crisi permanente.
Articolo (traduzione automatica):
Da storico dell’economia inglese Adam Tooze ha lavorato fino alla crisi finanziaria del 2008 e nel suo libro “Crashed: come ha cambiato il mondo crisi finanziaria di dieci anni”. In esso, registra anche come è avvenuta la crisi del debito in euro . Per il famoso scienziato è chiaro dalla sua ricerca che solo una grande soluzione è in grado di risolvere la lunga crisi in Europa. Gli italiani non avrebbero, da soli, la possibilità di togliere le orrende eredità del passato e di rimettersi in piedi.
Il saggio di Adam Tooze.
Die Welt: quali sono gli insegnamenti della crisi finanziaria?
Adam Tooze: la grande crisi finanziaria si è risolta con alcuni enormi errori. La fine della storia è stata proclamata non solo per la struttura del mondo politico, ma anche per i mercati finanziari. Fino ad allora, la maggior parte della gente pensava che i prezzi di mercato in ascesa e in calo avessero un’influenza disciplinante sulla politica. Quanto è stata sbagliata questa idea è stata rivelata solo un anno dopo. La crisi economica e finanziaria ha rivelato che semplicemente non si potevano lasciare gli attori a se stessi. A quel tempo, furono necessari massicci interventi da parte di politici e banche centrali per prevenire una catastrofe.
DW: Vuoi dire che una funzione disciplinare dei mercati è un vero e proprio equivoco?
Tooze: una mano invisibile dei mercati finanziari non esiste comunque. Siamo venuti a sapere qualcos’altro:
Continua qui: https://www.maurizioblondet.it/die-welt-la-bce-dovrebbe-comprare-tutto-il-debito/
TUBERCOLOSI, ESPERTO OMS: “MIGRANTI SI PORTANO BACILLI DA CASA”
Sulla correlazione tra immigrati e tubercolosi è intervenuto il Prof. Giovanni Battista Migliori, Direttore Centro di Collaborazione OMS per la Tubercolosi, nel corso del programma Genetica Oggi condotto da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus.
“I migranti – ha spiegato il Prof. Migliori – hanno due cose: arrivano portandosi dietro una infezione dal loro paese, hanno dei bacilli dormienti nei loro polmoni e di solito si ammalano da noi per le difficoltà del viaggio e
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Schiavi globali mondiali
Diego Fusaro
In prima serata nella trasmissione turbomondialista di Fabio Fazio il messaggio passato è forte e chiaro: il profilo interessante, l’unico all’altezza del nuovo ordine mondiale globalizzato, è quello del migrante.
Che il capitale finge di voler accogliere e integrare (vedi Riace), e che in realtà è il nuovo profilo antropologico ideale dell’homo globalis senza cittadinanza e senza radicamento, schiavo ideale della mondializzazione infelice. La trasmissione, con il suo elogio della figura del migrante, era in pari tempo una velata accusa al cittadino italiano del ceto medio e della classe
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ARTE MUSICA TEATRO CINEMA
Il cinema dagli anni Settanta agli anni Novanta.
di Giovanni Sessa – 24 ottobre 2018
Nessuno mette più in dubbio che il cinema sia la modalità artistica che meglio e più di altre, non solo è consustanziale al nostro tempo, ma riesce a descriverlo in profondità. I fotogrammi della pellicola, nel loro scorrere più o meno velocemente nel proiettore, riproducono i ritmi e i movimenti della vita. In quanto ‘specchio’ della nostra epoca, il cinema, come le altre arti, risente del clima esistenziale nel quale è stato prodotto. Nei momenti storico-politici di ‘acque basse’, le produzioni filmiche non possono che registrare fedelmente l’orizzontalità nella quale vivono gli uomini. È quanto accade ai nostri giorni, in cui abbiamo sacrificato ogni slancio creativo sull’altare mercatista. Così non è stato nel ventennio che va dal ’70 all’inizio degli anni Novanta. Lo ricorda opportunamente un recente volume di Giuseppe Del Ninno, Piombo, sogni e celluloide. Gli anni Settanta, Ottanta e Novanta al cinema, nelle librerie per OAKS editrice (per ordini: info@oakseditrice.it, euro 16,00).
Si tratta di un libro scritto dall’autore nel corso del tempo e raccoglie una trentina di saggi critici dedicati ad altrettanti film, che in quel frangente storico ormai idealmente lontano, segnarono significativamente di sé il senso comune di un’intera generazione. Sappia il lettore che il volume non è l’ennesimo esempio diamarcord generazionale. Eventualmente, il rimpianto che emerge dalle sue pagine, peraltro di gradevolissima lettura, è indotto dalla constatazione del calo della tensione esistenziale e politica al cambiamento, manifestatosi con il riflusso alla fine degli anni Ottanta e che si evince dai film raccontati ed analizzati.
Per avere accesso alle tesi di Del Ninno è, quindi, indispensabile tener conto che gran parte della produzione cinematografica aveva alle spalle, nei mitici anni Settanta, il mondo ideale, le speranze, ma anche le aspettative frustrate della contestazione studentesca. Il cinema registrò, innanzitutto, quanto fosse impellente ed irrinunciabile mettere in atto un’azione di ‘revisionismo’ storico. Lo si comprende da tre pellicole di successo: Un uomo chiamato cavallo, Piccolo grande uomo e Soldato blu. In quest’ultima, veniva presentato, sic et simpliciter, il cambio di ruoli tra vinti e vincitori nell’epopea western.
Continua qui: https://www.lintellettualedissidente.it/letteratura-2/giuseppe-del-ninno-cinema/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Migliaia di bimbi italiani sono senza mensa, ma il PD pensa agli stranieri
BELPAESE DA SALVARE
Così i grandi dell’economia decidono la politica dell’Italia
ANDREA MURATORE – 24 ottobre 2018
Negli ultimi anni, caratterizzati da una crisi di fiducia e di sviluppo nel sistema economico italiano, la grande impresa pubblica ha rappresentato, in diverse occasioni, il fiore all’occhiello del Paese. A partire dalla fine della Prima Repubblica, l’ondata di privatizzazioni portata avanti, in particolare, dai governi del centro-sinistra, primo fra tutti quello di Romano Prodi, ex direttore-liquidatore dell’Iri, ha smantellato un sistema economico a trazione mista che, nel secondo dopoguerra, con tutte le sue inefficienze si era comunque dimostrato valido per proiettare l’Italia nel gotha delle economie mondiali.
Secondo Giuseppe Berta, le privatizzazioni non garantirono il passaggio da un’economia mista a un sistema concorrenziale di libero mercato ma nei settori privatizzati, come si legge in Che fine ha fatto il capitalismo italiano, “il grado di concorrenza è diminuito” e si è avviato un “depauperamento del sistema produttivo di cui l’Italia reca ancora le conseguenze”.
Casi come quelli di Telecom e esempi recenti e drammatici come quello delle Autostradesegnalano come alle privatizzazioni o alla concessione di servizi di interesse strategici a oligopoli o monopoli privati si sia, sul lungo periodo, associato un decadimento nelle prospettive strategiche delle aziende interessate e delle loro potenzialità di investimento. Per una pubblicistica editoriale che da oltre 25 anni mitizza la privatizzazione come via maestra allo sviluppo, risulta difficile da credere il fatto che, allo stato attuale delle cose, a
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CONFLITTI GEOPOLITICI
Pubblicato in italiano «Sous nos Yeux»
RETE VOLTAIRE | 24 OTTOBRE 2018
Il libro di Thierry Meyssan, Sous nos yeux, è uscito in italiano con il titolo Sotto i nostri occhi. La grande menzogna della «Primavera araba». Dall’11 settembre a Donald Trump, pubblicato dalle Edizioni La Vela.
L’opera contiene correzioni rispetto all’edizione francese e aggiornamenti rispetto alle edizioni in lingua spagnola, russa e turca.
L’opera è preceduta da un invito alla lettura in cui Giulietto Chiesa presenta l’autore ai lettori. Chiesa è un giornalista. È stato corrispondente per L’Unità e La Stampa da Mosca, dove ha stretto amicizia con Mikhail Gorbaciov, con cui ha fondato il World Political Forum. Ha partecipato alla conferenza Axis for Peace del 2005. Oggi è membro del Club di Valdaï. Chiesa è altresì un politico, è stato deputato europeo e oggi anima il sito Megachip nonché la televisione internet Pandora TV.
La prefazione è stata redatta da Germano Dottori, che scrive per la
Continua qui: http://www.voltairenet.org/article203616.html
Mil€x 2018 – Secondo rapporto annuale sulla spesa militare italiana
5 maggio 2018
L’Osservatorio Mil€x adotta come definizione di “spesa militare” quella elaborata dal SIPRI di Stoccolma, e lavora per stimarne portata e dinamica nel corso degli anni utilizzando la metodologia di valutazione specificamente sviluppata dall’Osservatorio stesso.
SCARICA QUI IL RAPPORTO MIL€X 2018 IN PDF
INDICE
Di seguito l’indice del Rapporto con i link alle sezioni pubblicate (a breve) anche su questo sito.
PUNTI CHIAVE
PREVISIONI DI SPESA PER IL 2018
MISSIONI INIFINITE
SPESA PER LA BASE ITALIANA DI GIBUTI
SPESE NATO, BASI USA E NUCLEARE
IL PUNTO SUL PROGRAMMA F-35
LA CORSA ITALIANA AGLI ARMAMENTI
IL TESORETTO DEL FONDO INVESTIENTI
LO SCIVOLO D’ORO E ALTRI PRIVILEGI
PRETI CON LE STELLETTE
RACCOMANDAZIONI
POSTFAZIONE – E’ possibile aumentare la trasparenza internazionale sulle spese militari
Pubblichiamo un estratto dalla postfazione di Francesco Vignarca
Il 20 ottobre 2017 il Primo Comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha discusso la relazione annuale del Segretario generale delle Nazioni Unite contenente i dati sulle spese militari presentati dagli Stati membri delle Nazioni Unite. In linea con la tendenza osservata negli ultimi anni, il numero di Stati membri delle Nazioni Unite che hanno partecipato al processo di rendicontazione per il 2017 è stato relativamente basso. Tuttavia, l’analisi del SIPRI indica che molti stati membri non partecipanti, compresi i paesi dell’Africa sub-sahariana, ora diffondono gran parte dei dati rilevanti liberamente nel pubblico dominio. Pertanto, la sfida per il Primo Comitato è quella di incoraggiare gli Stati membri a presentare questi dati direttamente all’ONU.
Bassi livelli di segnalazione
Il rapporto annuale del Segretario generale delle Nazioni Unite viene pubblicato sin dal 1981. Il meccanismo di segnalazione è stato creato dopo un accordo tra gli Stati membri che ritenevano la condivisione di informazioni sulla spesa militare
Continua qui: http://sbilanciamoci.info/milex-2018-secondo-rapporto-annuale-sulla-spesa-militare-italiana/
“L’Establishment europeo ha appena dichiarato guerra all’Italia”
è il titolo con cui Zero Hedge (forse il più importante sito economico alternativo americano) commenta un’intervista alla CNBC di Jeroen Dijsselbloem, l’ex ministro delle finanze olandese che è stato presidente dell’Eurogruppo.
Nell’intervista, D. invita apertamente la speculazione (i mercati) a lanciare un attacco alle finanze italiane, spiegando loro (ai mercati) esattamente come devono fare.
La cosa gravissima è che questo individuo non compie questi inviti teppistici e criminali in veste di privato cittadino aggiotatore: lo fa essendo stato nominato “consigliere strategico (sic) del Meccanismo Europeo di Stabilità, EMS”, ossia all’istituzione europea che dovrebbe fornire assistenza ai paesi dell’area euro che sono in crisi economica, ed al quale l’Italia partecipa – fra l’altro pagando lo stipendio di D. – con un impegno di oltre 125 miliardi di euro, di cui oltre 14 miliardi effettivamente già versati.
“Non abbiamo mai visto nemmeno lontanamente qualcosa di simile”, commenta Zero Hedge: “un uomo in questa posizione che mostra pubblicamente le debolezze negoziali dell’Italia e fa l’allarmista. Per noi, lo scopo di questa
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CULTURA
Il dio del 36° piano: riflessioni
Il dio del 36° piano è un’antologia di racconti di fantascienza curata da Carlo Fruttero e Franco Lucentini, uscita nel 1968 per i tipi di Mondadori, nella collana Oscar. Potremmo definirli racconti di “fantascienza sociale”, quel particolare sottogenere della science fiction che si occupa di curvare gli interessi letterari tipici del genere all’analisi e alla speculazione sugli possibili sviluppi – in un’ottica fortemente critica e denunciatoria – dei problemi della società umana.
Il mio primo contatto con quest’opera si verificò alle scuole medie, attraverso la mediazione di un testo scolastico – quando ancora i libri di letteratura italiana si preoccupavano di svolgere la funzione etimologica del concetto di antologia, cioè quantomeno tentare di selezionare opere qualitativamente valide e rappresentative della realtà circostante e dei generi letterari esistenti. Tale funzione, purtroppo e in modo estremamente deleterio, si è adesso largamente persa a favore di opere che scelgono piuttosto di antologizzare unicamente testi e autori “impegnati” (a loro dire), “popolari” oppure semplicemente consoni al costume o alla moda culturale. Ma questo sarebbe un discorso che ci porterebbe fuori strada e pertanto lo accantoneremo. Va sottolineato però che, a tale proposito, all’epoca c’era almeno l’intenzione di proporre sui manuali scolastici accanto ai classici inamovibili della letteratura – un altro concetto cardine che si è purtroppo perso – dei testi rappresentativi di autori importanti in relazione ai vari generi letterari, manifestazione delle tendenze più interessanti in atto.
Ricordo che sulla mia antologia pullulavano, infatti, Heinlein, Van Vogt, Sheckley e altri famosi autori fantascientifici, pervenuti in larga misura attraverso l’ottimo lavoro preventivo svolto, per esempio, dalle importanti selezioni mondadoriane (guru delle quali erano appunto quasi sempre Fruttero e Lucentini). Ovviamente il sottoscritto era ignaro di ogni cosa in proposito e, per quello che lo riguardava, gli autori di science fictionsuccitati avrebbero potuto essere di pari livello rispetto al ben meno noto Herbert D. Kastle de “Il dio del 36° piano”; purtuttavia il racconto in questione lo colpì particolarmente fra tutti gli altri, incentrato com’era sulla sorte finale dell’ultimo uomo sulla terra per mano di una società di androidi meccanizzata, massificata e spersonalizzata, sulla figura triste e un po’ patetica dell’androide “buono” Tzadi – una versione alternativa del robot asimoviano dal sapore molto amaro, si potrebbe dire. Questo racconto in particolare, poi, è restato nei miei
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CYBERWAR SPIONAGGIO DISINFORMAZIONE
L’antiterrorismo versione Trump
di Thierry Meyssan
Pur non modificando granché nella lotta al terrorismo, la nuova strategia degli Stati Uniti modifica in profondità le regole di lavoro del Pentagono e del segretariato per la Sicurezza della Patria. Non si tratta di una razionalizzazione di quel che è stato costruito dopo il 2001, ma di una ridefinizione dei compiti dello Stato federale.
RETE VOLTAIRE | DAMASCO (SIRIA) | 16 OTTOBRE 2018
La Casa Bianca ha pubblicato il 4 ottobre 2018 la nuova «Strategia nazionale contro il terrorismo» (National Strategy for Counterterrorism) [1]. Il documento è presentato come un testo di rottura con il precedente, che risale all’amministrazione Obama e che fu divulgato nel 2011. In realtà è un compromesso tra il presidente Trump e il Pentagono.
Il terrorismo è un metodo di combattimento cui ogni esercito si riserva il diritto di ricorrere. Le cinque potenze permanenti del Consiglio di Sicurezza ne fecero un uso mirato durante la guerra fredda.
In quel periodo gli atti terroristici erano sia messaggi che gli Stati si inviavano sia operazioni segrete che miravano a neutralizzare l’avversario. Oggi sono invece generalizzati, non rientrano più nel dialogo segreto tra Stati, bensì mirano a indebolirli.
Per i lettori francesi ricordiamo, come esempio, che durante la guerra civile in Libano il presidente François Mitterrand, per ritorsione all’uccisione dell’ambasciatore francese a Beirut, Louis Delamare, ordinò l’attentato contro l’ufficio nazionale della coscrizione militare a Damasco, che causò 175 morti [1981]. E nel 1985 ancora il presidente Mitterrand fece saltare una nave di Greenpeace, il Rainbow Warrior, che impediva il proseguimento dei test nucleari nel Pacifico, causando un morto.
Nella retorica USA post-2001 permangono tre ambiguità costanti:
La nozione di «Guerra mondiale contro il terrorismo» (GWOT), formulata da George Bush Jr., non ha mai avuto alcun senso. Il termine «terrorismo» non designa nemici, bensì un metodo di combattimento. La «guerra al terrorismo»
Continua qui: http://www.voltairenet.org/article203504.html
DIRITTI UMANI – IMMIGRAZIONI
DUE PESI DUE MISURE
Ale Tzu – 4 ottobre 2018
Adam Kabobo ganese, uccide a picconate tre bianchi italiani.
Non sussiste aggravante razziale.
Innocent Osegale nigeriano sevizia, stupra, uccide, fa a pezzi e mangia organi interni di una bianca italiana.
Non sussiste aggravante razziale.
Mamadou Kamara, ivoriano, uccide anziani coniugi bianchi, lui italiano lei spagnola, sgozza lui e getta lei dalla finestra dopo averla stuprata.
Non sussiste aggravante razziale.
Continua qui:
MILANO: PD APRE DORMITORI A CLANDESTINI, SENZATETTO ITALIANI FUORI PER PAURA
Il Comune di Milano apre dormitori per diverse migliaia di senzatetto, clandestini compresi. Che infestano Milano proprio ‘grazie’ al governo del colore dell’attuale giunta milanese.
“I clandestini hanno riempito Milano e di conseguenza si sono moltiplicati sbandati e delinquenti che poi son finiti a dormire per strada: non serve molto per capirlo”, ha subito attaccato Silvia Sardone, consigliere regionale e comunale di opposizione.
“Gli immigrati irregolari, di cui le cronache cittadine sono piene non certo per fatti positivi, li hanno voluti a Milano Majorino e compagni, incentivandone l’arrivo anche con le varie marce per l’accoglienza e la tavolata multietnica”.
Beh, perché poi i senzatetto italiani non ci vanno. Nei dormitori è segnalata una
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DESIRÉE, TESTIMONE: «ERA CON QUATTRO AFRICANI E ARABI»
23 ottobre 2018
QUESTO E’ UN NUOVO CASO PAMELA
Un testimone: «Con lei c’era una ragazza e quattro tra africani e arabi»
«C’erano africani e arabi: un po’ di gente sette persone o sei. L’altra ragazza era italiana: penso pure fosse romana, parlava romano. Urlava che l’hanno violentata, poi lei ha anche preso qualche droga perché lì si vende la droga. È stata drogata perché aveva sedici anni. Da quello che diceva lei sono stati tre sicuramente o quattro».
È un nuovo caso Pamela. Non è cambiano nulla. Urgono retate. Urgono sgomberi dei palazzi occupati da questa feccia. Urgono espulsioni di massa verso l’Africa di questa massa di spacciatori che le ong hanno traghettato in Italia.
Virginia Raggi, che è tanto veloce e solerte quando la Cirinnà le ordina di rimuovere i
Continua qui: https://voxnews.info/2018/10/23/desiree-testimone-era-con-quattro-africani-e-arabi/
ECONOMIA
Così i guai della Cina possono arrivare in Usa e Ue
Attenzione alla Cina, l’epicentro del mondo (e del caos potenziale) è lì. I suoi guai possono quindi colpire anche Europa e Stati Uniti e contagiare il globo
24 OTTOBRE 2018 – MAURO BOTTARELLI
C’è poco da sperare in un cambio di politica – quantomeno a breve o salvo eventi davvero eccezionali – da parte della Banca centrale cinese. E il perché ce lo mostrano questi due grafici, di fatto perfetta allegoria del mantra di “affamare la bestia” e sua certificazione. il primo grafico ci mostra come, in base ai dati ufficiali, il Total Social Financing, ovvero la quantità di credito immessa in circolo nell’economia, a settembre sia stato decisamente robusto, visto che è passato dal 1.929 miliardi di agosto a 2.205 miliardi di yuan, molto più della stima attesa di 1.550 miliardi e la lettura più forte da gennaio. Insomma, stando ai dati ufficiali, la Cina non sta contraendo la sua politica monetaria. Anzi. Semplicemente, pare più mirata all’interno del sistema e meno orientata sull’impulso creditizio globale, garantito dal circolante di dollari offshore immesso nel sistema finanziario e commerciale. Ma il secondo grafico ci mostra il trucco, decisamente degno del miglior Fausto Tonna e della sua contabilità creativa. Cosa hanno inserito, infatti, nel computo del Total Social Financing i cinesi nella loro revisione del metodo di definizione appena approvata? Proprio le emissioni obbligazionarie speciali dei governi locali, quelle di cui vi ho parlato ieri e che stanno facendo default come fossero birilli in una partita di bowling! Et voilà, il gioco è fatto: quello che sembra un total financing in contrazione dello 0,2% in settembre su base annua (arrivando al 10,6% totale), grazie alla revisione del metodo di calcolo, sempre a settembre appare in crescita dello 0,3% a 11,2% su base annua. Insomma, ufficialmente la Cina non sta contraendo la politica monetaria. Come dire al mondo, prendetevela con la Fed se la liquidità comincia pericolosamente a scarseggiare.
E ovviamente, quest’ultimo trend non potrà che peggiorare, se proprio la Federal Reserve continuerà nella sua politica di aumento dei tassi, la quale già nelle ultime settimane ha portato a una prima fiammata a livello globale dei rendimenti obbligazionari. E contemporaneamente, dalla Ckgsb Business School di Pechino, è arrivata la conferma: i 300 dirigenti di piccole e medie aziende totalmente private intervistati in una ricerca demoscopica hanno infatti detto chiaramente che le condizioni di business attuale in Cina sono le peggiori di sempre, aggravate di fatto anche dai primi ricaschi reali della guerra commerciale. E questi due grafici danno la conferma sia del trend reale che del grado di disperazione del mondo, visto che a fronte di una palese ammissione di doppiezza delle autorità cinesi, nessuno pare né fiatare, né fare un plissé. La ragione? La “bestia”, intesa come sistema finanziario, ha bisogno di nuovo impulso creditizio cinese come dell’aria che respira e che già scarseggia. Quindi, alla Pboc possono anche dichiarare che la Terra sia piatta o l’acqua asciutta: nessuna avrò di che ridire. Almeno per ora.
E, non a caso, la stampa al di fuori dell’Asia non fa cenno ai tracolli dei mercati azionari o ai default obbligazionari tamponati in silenzio dalla Stato: non sta accadendo nulla, va tutto bene. E invece, i due grafici finali ci dicono che stando ai dati diffusi ufficialmente lo scorso venerdì, non solo l’economia cinese è in rallentamento (ovvio, rallentare al 6,5% farebbe gola a tutti, ma le cose vanno viste in prospettiva), ma se il dato macro “reale” parla di una striscia negativa ormai dal 2015, il secondo grafico ci dice che in base a tutte le metriche principali, siamo di fronte ai peggiori risultati dal 2009. Ovvero, dalla crisi finanziaria. E attenzione, perché a settembre contemporaneamente a questi dati, quello dell’inflazione ha segnato un +2,5% su base annua. Cosa significa? Che l’economia-motore del mondo sta flirtando con una leggera ipotesi di ingresso in stagflazione relativa, il tutto in piena fase di aumento delle pressioni ribassiste sulla crescita.
Nulla che lasci intravedere i prodromi del mitologico e tanto temuto hard landing, chi solo oggi avanza questa ipotesi è un allarmista in cerca di titoli e visibilità, ma un combinato che, se posto in relazione alla politica monetaria col contagocce della Pboc e con i rischi connessi a un mercato lasciato per ora in caduta libera “controllata”, potrebbe creare dei rischi potenziali. Il primo, quello che qualcosa vada fuori controllo, un’ipotesi che non si può escludere neppure nella ultra-pianificata economia e società cinesi. E attenzione, perché un primo ricasco a livello di tensione sociale è già stato innescato dal crollo del valore degli immobili, visto che a Shangrao, la scorsa settimana, sono scoppiate violente manifestazioni di piazza fra proprietari di casa e polizia.
Il motivo? Aver scoperto che a chi intende comprare case oggi nel comparto residenziale Xinzhou Mansion viene offerto lo sconto del 30% rispetto al prezzo pieno pagato da loro non più tardi di un anno fa. In cinese si chiamano fangnao, per ora sporadici, ma che potrebbero fungere da potenziale fertilizzante per rivendicazioni sociali più profonde e che potrebbe contagiare, oltre ai grandi insediamenti urbani, anche le aree rurali sempre più abbandonate a se stesse.
E, dulcis in fundo, un qualcosa che può avere una ricaduta immediata anche per
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La disuguaglianza nelle società capitalistiche contemporanee
Il 25 ottobre 2018, alle ore 18.30 al Circolo dei Lettori di Torino, Andrea Brandolini – Capo del Servizio Analisi statistiche, nel Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia – per il ciclo Parole del contemporaneo: salario.
Nel 2015 appena 62 individui disponevano della stessa ricchezza di 3,6 miliardi di persone – la metà più povera dell’umanità (Oxfam, 2016). La disuguaglianza dei redditi e della ricchezza è tema di grande attualità. Non passa giorno senza che il rapporto di un’organizzazione internazionale, un’inchiesta giornalistica, un blog ne sottolineino il valore elevato o l’inesorabile tendenza crescente, nei paesi avanzati e a livello globale. L’espressione “1 per cento” è entrata nel lessico quotidiano per indicare i ricchissimi, in contrapposizione alla massa assai più povera costituita dal rimanente 99 per cento della popolazione. Il successo di pubblico, oltre che accademico, del monumentale volume di Thomas Piketty Il capitale nel XXI secolo è l’esempio forse più rappresentativo di un’attenzione impensabile fino a un decennio fa.
È in larga parte una conseguenza della Grande Recessione del 2008-09 e della difficoltà dell’economia globale di tornare su un sentiero di crescita sostenuta, pur nella grande diversità tra le varie aree del mondo. Probabilmente rimane minoritaria la posizione di chi individua nella sperequazione dei redditi negli Stati Uniti uno dei fattori principali all’origine della Grande Recessione, ma non v’è dubbio che la crescita debole, se non ristagnante, abbia considerevolmente aumentato la preoccupazione per le disparità economiche all’interno dei paesi avanzati. All’indomani della Grande Recessione, un commentatore autorevole come Martin Wolf scriveva sul Financial Times che la riduzione della disuguaglianza è una delle sette sfide che il capitalismo dovrà affrontare per sopravvivere. Qualche mese dopo, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, indicava disuguaglianza e qualità della crescita fra le tre priorità della politica economica mondiale: “la crescita è essenziale per il futuro dell’economia globale, ma deve essere una crescita di tipo differente. Una crescita che non sia semplicemente la conseguenza indiretta di una globalizzazione senza freni. Una crescita che sia inclusiva”.
Che esistano grandissime disparità economiche all’interno e tra i paesi del mondo è indiscutibile. La citata stima dell’Oxfam si basa su ipotesi di calcolo ardite e basi statistiche frammentarie, ma il suo significato non muterebbe se anche il numero dei ricchissimi fosse 100 o 1000 volte quello indicato. Non è però un fatto nuovo. Le stime della distribuzione dei redditi tra gli abitanti del mondo, anch’esse da prendere con grande cautela, indicano come la disuguaglianza globale abbia probabilmente raggiunto i valori più elevati, assai maggiori di quelli osservati in qualsiasi singola nazione, intorno ai primi anni Novanta.
In gran parte dei paesi avanzati è da oltre un trentennio che la disuguaglianza dei redditi è in aumento. Lo segnalano sia i dati raccolti con le indagini campionarie sia le informazioni desunte dai dati fiscali. Questi ultimi, alla base dei lavori di Piketty, mostrano come la quota sui redditi prima delle imposte dell’1 per cento più ricco della popolazione diminuisca dagli anni tra le due guerre mondiali fino alla fine degli anni Settanta (Figura 1). Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada questa tendenza discendente si inverte bruscamente negli anni Ottanta e la quota è oggi sui valori anteguerra. Anche in Italia e in Svezia la dinamica cambia negli anni Ottanta, ma l’aumento seguente è assai più contenuto. In Germania l’inversione nel trend si manifesta in modo pronunciato più tardi, negli anni Duemila. In Francia la tendenza alla crescita è appena percettibile. Gli indici di concentrazione di Gini per i redditi disponibili equivalenti che riflettono l’effetto perequativo della tassazione e la condivisione delle risorse all’interno della famiglia, danno indicazioni qualitativamente simili per il lungo periodo, sebbene vi siano differenze su intervalli temporali più brevi.
Perché la disuguaglianza preoccupa e perché solo ora? Per rispondere a queste domande occorre volgersi all’intreccio tra fatti e teorie e tra spinte politiche e forze economiche.
Vizi privati, benefizi pubblici
… se un popolo aspira a essere grande, il vizio è necessario allo Stato quanto la fame per mangiare. La virtù da sola non può far vivere le nazioni nello splendore; coloro che vorrebbero far tornare l’età dell’oro insieme con l’onestà debbono accettare le ghiande.
Bernard Mandeville, 1714
Bernard Mandeville era un medico olandese, nato a Rotterdam nel 1670, specializzato in isteria e ipocondria. Passò gran parte della vita adulta a Londra, dove divenne famoso per un pamphlet politico pubblicato nel 1714 con il titolo La favola delle api: ovvero vizi privati benefizi pubblici. Il pamphlet raccontava di una società di api ricca e prospera, invidiata e temuta dagli alveari vicini, nonostante che vi fossero grandi disparità: molti che svolgevano lavori faticosi, altri che vivevano nell’ozio e nel lusso. Un giorno, per intervento divino, tutte le api divennero probe e oneste. Scomparvero sprechi, lusso e ingiustizie, ma alla fine le api, tese a produrre solo ciò che era necessario senza alcuna concessione al superfluo si ridussero in miseria. Non gli rimase altro che essere contente della propria onestà.
Il pamphlet destò scandalo, perché considerato portatore di idee libertine, ma ebbe grande influenza sull’agenda degli economisti nei decenni successivi. Il suo influsso trapela nella famosa descrizione che Adam Smith diede della divisione del lavoro: “Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del
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Il potere dei super-ricchi significa tirannia o rivoluzione
23 ottobre 2018
All’età di dieci anni, ero stato mandato, come studente borsista, in un collegio per super-ricchi, in Massachusetts. Negli otto anni successivi avevo vissuto in mezzo agli Americani più facoltosi. Avevo ascoltato i loro pregiudizi e avevo visto tutto il loro nauseabondo egocentrismo. Asserivano di essere ricchi e privilegiati perché erano i più intelligenti e i più dotati. Disprezzavano e deridevano tutti quelli al di sotto della loro condizione economica e sociale, anche chi era semplicemente benestante. La maggior parte di questi super-ricchi non riusciva a provare empatia o compassione. Formavano gruppetti elitari che ridicolizzavano, tormentavano e provocavano tutti i non conformisti che non si adeguavano o non trovavano posto nel loro autocompiacente universo.
Era stato impossibile costruire un’amicizia con la maggior parte dei figli dei super-ricchi. Per loro l’amicizia significava “e io che cosa ci guadagno?” Fin dal momento in cui erano venuti al mondo erano stati circondati da persone che provvedevano ai loro bisogni e alle loro necessità. Erano incapaci di tendere una mano ad un estraneo in difficoltà, qualunque insignificante capriccio o problema momentaneo dominava il loro universo e aveva la precedenza sulle sofferenze altrui, anche su quelle dei loro familiari. Sapevano solo prendere. Non riuscivano a dare. Erano persone deformi e profondamente infelici, in preda ad un insaziabile narcisismo.
E’ essenziale comprendere le patologie dei super-ricchi. Hanno conquistato il potere assoluto. Queste patologie influenzano le scelte di Donald Trump, dei suoi figli, dei Brett Kavanaugh e dei miliardari che gestiscono la sua amministrazione. I super-ricchi non riescono a vedere il mondo da nessun’altra prospettiva che non sia la loro. Le persone che li circondano, comprese le donne, prede designate per chi se ne arroga il diritto, sono oggetti destinati alla soddisfazione di piaceri momentanei o ad essere manipolati. I super-ricchi sono
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FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Dietro il rating, i conflitti d’interessi. È l’ora di portarli in Tribunale
Arrivare sull’orlo del baratro, annusare il default e immaginare poveri i propri figli per rendersi conto della colossale truffa internazionale perpetrata da 30 anni dal capitalismo finanziario globale
23 ottobre 2018 di Glauco Benigni.
Gli italiani dovevano arrivare sull’orlo del baratro, annusare l’aspro odore di tragico default e immaginare poveri i propri figli per rendersi conto della colossale truffa internazionale che è stata – e continua – ad essere perpetrata da 30 anni ai danni dell’Italia dal capitalismo finanziario globale? Evidentemente sì!
Venerdì 19 ottobre l’agenzia di rating Moody’s (vedi di seguito di chi si tratta) rilascia una “valutazione” (Rating Action), controfirmata dalla signora Kathrin Muehlbronner (dal 2010 Senior Vice President di Moody’s , Londra). La “valutazione” declassa il Governo italiano – da Baa2 a Baa3 – nel suo ruolo di emettitore (“issuer”) di moneta e titoli di Stato perché nel suo programma il deficit ipotizzato per il 2019 è troppo alto e le riforme fiscali non sono adeguate a garantire la crescita nel medio termine. In sostanza: attenti italiani, perché l’eventuale prossimo declassamento vi identifica come nazione non affidabile, impedirà la compravendita dei vostri Titoli di Stato e aprirà la porta al commissariamento. La Grecia docet, ecc.
Nel testo si precisa (meno male) che chi scrive non è Dio, ma quanto espresso è «in Moody’s view» cioè solo ed esclusivamente “a parere di Moody’s”. Cosa importante: nel testo si definisce “not available ” cioè “non disponibile”, la parte di debito pubblico italiano dovuto agli strozzini stranieri (external debt /GDP). Strano, perché tutti conoscono questo dato, che nel 1988 era il 4% e che a maggio 2018 è pari (fonte: Banca d’Italia) al 32% dell’attuale debito totale da 2,3 trilioni di euro. Moody’s si arroga dunque (tra le tante) anche la facoltà di “valutare”, per conto solamente di un terzo dei creditori, ma esprime un’opinione (“in Moody’s view) per conto di tutti i creditori
Il Sole 24 ore, a firma di Morya Longo, si affretta a scrivere al riguardo:
«…perché mai il destino dell’Italia deve essere determinato da valutatori che in passato non hanno sempre azzeccato le previsioni?» Sembrerebbe un’apertura al contenzioso, un’ipotesi di dialogo tra umani in cui si devono considerare – non dico i diritti – ma gli interessi, i voleri, le aspettative delle parti chiamate in causa. Si tratta pur sempre della settima potenza mondiale, nella quale i risparmi dei suoi cittadini ammontano ad una cifra compresa tra 4 e 8 trilioni di euro. E invece no! Perché l’articolista aggiunge
GIUSTIZIA E NORME
Strage di Erba: Le Iene intervistano Olindo Romano in carcere
24 ottobre 2018
L’esordio dell’incontro in carcere di Antonino Monteleone con Olindo Romano, condannato all’ergastolo assieme alla moglie Rosa Bazzi per la strage di Erba. Domenica prossima manderemo in onda tutta l’intervista esclusiva
Le Iene intervistano in carcere Olindo Romano, condannato all’ergastolo assieme alla moglie Rosa Bazzi, per la strage di Erba dell’11 dicembre 2006 in cui hanno perso la vita Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. L’unico a salvarsi, anche se raggiunto da una coltellata alla gola, è stato Mario Frigerio, il marito di Valeria.
Dopo 12 anni di silenzi, Olindo Romano ha finalmente deciso di parlare con un giornalista, il nostro Antonino Monteleone. Qui sopra vedete l’esordio dell’incontro, domenica prossima manderemo in onda l’intervista integrale che arriva come sesto servizio dell’inchiesta sul caso di Marco Occhipinti e Monteleone.
Siamo partiti dai dubbi di Azouz Marzouk, che nella strage ha perso la moglie Raffaella e il figlio Youssef, e di molti esperti e giornalisti. Abbiamo analizzato poila testimonianza dell’unico superstite, Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, che ha riconosciuto Olindo come colpevole. In realtà, nelle sue prime parole al risveglio avrebbe parlato di un’altra persona, di carnagione
Continua qui: https://www.iene.mediaset.it/video/le-iene-incontrano-olindo-romano-in-carcere_210124.shtml
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Pensioni, disinnescare la bomba sociale
Felice Roberto Pizzuti – 22 ottobre 2018
Visti i tagli all’assegno è ragionevole pensare che le adesioni a “quota 100” non potranno riguardare una parte consistente della platea potenziale. Inoltre per disinnescare la bomba sociale futura bisognerebbe iniettare nei giovani ed ex giovani di oggi qualche rassicurazione per il loro futuro. Altrimenti si corre il rischio di non ottenere neanche un effetto […]
I sistemi pensionistici vanno disegnati in rapporto sia alle esigenze previdenziali cui devono corrispondere sia al contesto dei più complessivi equilibri economici e sociali, tenendo conto che i due livelli interagiscono e che gli assetti stabiliti o i loro cambiamenti generano effetti che, da un lato, si proiettano nel lungo periodo, d’altro lato, ingenerano aspettative che influenzano gli equilibri sociali ed economici anche nel breve periodo. Purtroppo, gli interventi pensionistici che il governo sta proponendo e il dibattito che li accompagna trascurano queste interrelazioni e continuano ad eludere, da un lato, il disastro sociale che sta maturando in campo previdenziale e, d’altro lato, i suoi effetti negativi anche immediati.
La questione di grande rilievo che si sta trascurando può essere riassunta nel fatto che quasi la metà dei lavoratori dipendenti entrati nel mercato del lavoro dopo il 1995, avendo sperimentato retribuzioni saltuarie e basse, per le quali non si prospettano miglioramenti risolutivi, matureranno una pensione del tutto inadeguata. Attualmente, questi lavoratori sono “distratti” da esigenze di sussistenza molto più immediate che già pregiudicano scelte rilevantissime e più ravvicinate come mettere su casa e fare figli; ma quando fra qualche anno
Continua qui: http://sbilanciamoci.info/pensioni-come-disinnescare-la-bomba-sociale/
LA LINGUA SALVATA
Debito
DIRITTO ED ECONOMIA
Obbligo del debitore di adempiere una determinata prestazione a vantaggio del creditore, consistente di solito nel dare o restituire qualcosa, soprattutto denaro. Anche la prestazione stessa, considerata dal punto di vista del soggetto tenuto ad adempiere.
- Rapporto obbligatorio
Tradizionalmente, il termine d. designava l’aspetto passivo del rapporto obbligatorio e cioè il dovere del soggetto (debitore) di eseguire la prestazione. Sulla traccia della dottrina tedesca, con il d. si è venuto a indicare uno dei due elementi nei quali si scompone il lato passivo del rapporto obbligatorio, contrapponendolo all’altro chiamato responsabilità: mentre il d. ha per oggetto la specifica prestazione da adempiere, la responsabilità investe di regola l’intero patrimonio del debitore, che risponde dell’adempimento della prestazione con tutti i suoi beni presenti o futuri (art. 2740 c.c.). Tale scomposizione è, secondo una tendenza della dottrina, in particolar modo evidente e praticamente
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PANORAMA INTERNAZIONALE
Trovate due bombe indirizzate a Clinton e Obama
Pacchi intercettati prima di essere consegnati agli uffici dell’ex presidente e dell’ex segretario di Stato. Evacuata anche la sede della Cnn.
24 ottobre 2018
Due bombe sono state intercettate prima di essere recapitate a Hillary Clinton e Barack Obama. Il Secret service, l’agenzia federale degli Stati Uniti, ha parlato di ordigni rinvenuti nelle procedure di controllo della posta. Dovevano essere inviati agli uffici dell’ex segretario di Stato e dell’ex presidente, e non nelle residenze private. I congegni sono simili a quello rinvenuto lunedì 22 ottobre nella cassetta della posta dell’abitazione del miliardario filantropo George Soros, la cui abitazione si trova poco fuori dalla città di New York. Il pacco sospetto inviato ai Clinton sarebbe costituito da un tubo riempito di polvere esplosiva ed è stato intercettato nel centro di smistamento postale della contea di Westchester County, nello Stato di New York. Lo riferisce l’Ap citando una fonte investigativa. Il pacco sospetto è stato controllato in loco, e non in prossimità della residenza dell’ex coppia presidenziale. Nessuna rivendicazione è giunta alle autorità, come per il caso di Soros. Secondo il Secret service, che ha avviato un’indagine a tutto campo, dietro le bombe potrebbe esserci la stessa mano. Al lavoro anche l’Fbi per identificare i responsabili.
NEL MIRINO BRENNAN, EX NUMERO 1 DELLA CIA
Sempre a causa di un allarme bomba, anche il Time Warner Center di New York è stato evacuato per la presenza di un sospetto ordigno. All’interno si trovano gli studi della Cnn e l’allarme è andato in diretta tivù, con la sirena che ha cominciato a suonare mentre gli anchorman stavano raccontando delle bombe indirizzate a Hillary Clinton e Barack Obama. L’ordigno è stato trovato nella stanza di distribuzione della posta. Era indirizzato a John Brennan, ex numero uno della Cia spesso ospite negli studi della Cnn come commentatore, e notoriamente critico sulle politiche del presidente Donald Trump. A Brennan, che ha prestato servizio nell’amministrazione Obama, erano
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UE contro ITALIA. L’Europa della paura gioca la carta della Grecia
“La Francia ha lo stesso stock di debito dell’Italia. Perché noi siamo bocciati e loro no? La Commissione tratta l’Italia come la Grecia”, ma è un errore per tutta l’Europa
24 OTTOBRE 2018 INT. LUIGI CAMPIGLIO
La bocciatura Ue della manovra del governo giallo-verde, attesa e scontata, è arrivata. “È con molto dispiacere che sono qui oggi, per la prima volta la Commissione è costretta a richiedere a uno Stato di rivedere il suo Documento programmatico di bilancio. Ma non vediamo alternative. Sfortunatamente i chiarimenti ricevuti ieri non erano convincenti”, ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, nella conferenza stampa al termine della riunione dei commissari. E Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici, ha aggiunto: “Deficit e debito elevato non portano crescita e rendono il Paese più vulnerabile a nuove crisi”. “Qui stiamo morendo per una divisione: debito su Pil – commenta Luigi Campiglio, professore di Politica economica all’Università Cattolica di Milano -. Un debito italiano il cui stock è uguale a quello francese, ma per la Francia nessun problema, per noi sì. Stiamo assistendo a un copione che non è incoraggiante: trattano l’Italia come la Grecia e pensano di costruire un’Europa fondata sulla paura. Ma è questa l’Europa che vogliamo?”.
Professore, la bocciatura è stata motivata con il fatto che deficit e debito elevati “lasciano senza fiato l’economia”, rendono “il Paese più vulnerabile a nuove crisi” e “ci preoccupa l’impatto sui cittadini”. Che ne pensa?
L’appello sulla questione del debito elevato e sull’onere che pesa sulle future generazioni è enfatizzato, per non dire drammatico. Ma vorrei ricordare una cosa: 2.052 miliardi è lo stock del debito pubblico – ultimo dato del secondo trimestre 2018 – della Germania e 2.300 è quello della Francia. Lo stock di debito dell’Italia è 2.323 miliardi. Mi si deve spiegare, allora, perché i bambini tedeschi e i bambini francesi non
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Merkel alleata dell’Italia?
Perché Berlino non ci accusa
24 ottobre 2018
Tra Germania e Italia non corre spesso buon sangue. Anzi, è molto più facile che Angela Merkel e il uso governo attacchino Roma piuttosto che ricevere sostegno di fronte alle scelte anti-austerity italiane. Ma in questi giorni, quando tutti si aspettavano una reazione durissima da parte di Berlino riguardo alle scelte del governo giallo-verde sulla manovra economica, dalla Germania non sono arrivate parole di fuoco.
E gli europeisti di casa nostra, che speravano nella rigidità teutonica per fermare la deriva sul deficit proposta da Lega e Movimento Cinque Stelle, si sono dovuti ricredere. Niente assist dai tedeschi, che si sono trincerati in un silenzio quasi incredibile vista la storia recente delle bacchettate di Wolfgang Schäuble e compagnia.
Angela Merkel, interrogata sulla manovra economica italiana, si è svincolata. “Ho incontrato il premier Conte brevemente”, ha commentato la cancelliera tedesca, “mi ha illustrato le riforme, soprattutto quelle contro la corruzione, sulla trasparenza digitale e sulla pubblica amministrazione, che sono un esempio molto buono che punta nella giusta direzione e ho detto che è
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STORIA
Robert Faurisson e lo studio del passato
Gilad Azmon – 24 ottobre 2018
La storia delle idee ci offre i nomi di quei pochi uomini e donne che hanno sfidato i limiti della tolleranza. Il professor Robert Faurisson era uno di questi uomini. Faurisson, scomparso domenica scorsa all’età di 89 anni, era un accademico francese che non credeva nella validità di alcune parti del racconto dell’Olocausto. Ha sostenuto che le camere a gas di Auschwitz sono state la “più grande menzogna del 20° secolo” ed ha messo in discussione che gli ebrei deportati siano morti per malattie e malnutrizione. Faurisson ha anche messo in dubbio l’autenticità del diario di Anna Frank molti anni prima che la stessa fondazione svizzera che detiene il copyright del famoso diario “avesse avvisato gli editori che il padre di Anna (Otto Frank) non è stato solamente “redattore ” ma è legalmente anche ” coautore ” del celebre libro” (NY Times).
Nella Francia della fine degli anni ’60 -’70 Faurisson aveva motivo per credere che il suo atteggiamento anticonformista nei confronti del passato avrebbe ricevuto una benedizione-kosher, ma si sbagliava.
Forse Faurisson non è riuscito a cogliere per intero il ruolo giocato dall’Olocausto nella politica e nella cultura ebraica contemporanea e non ha capito che il potere ebraico ha letteralmente il potere di mettere a tacere ogni opposizione contro lo stesso potere ebraico.
Nella Francia degli anni ’90 il revisionismo dell’olocausto divenne un crimine per negazione della storia. Faurisson fu processato più volte, picchiato, multato per i suoi scritti e, nel 1991, licenziato dal suo incarico di Accademico
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