RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
29 SETTEMBRE 2021
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
Il Re può stare senza erario, ma non senza amici.
MATTEO RICCI, Dell’amicizia, Quodlibet, 2005, pag. 118
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SOMMARIO
LOGICHE NON EUCLIDEE
I CDC DEGLI STATI UNITI ORA CONTANO I VACCINATI MORTI COME NON VACCINATI
Domanda: e se quasi 4 milioni di lavoratori italiani senza Green pass non
lo facessero, quanto durerebbe l’obbligo?
Quando lo Stato ti è nemico
Green ferocia
Perché si parla di “allarme pasta”: cosa succederà nei prossimi mesi
Le parole della vicequestore che hanno infiammato la piazza
Storia anticomunista della Garbatella.
L’amministrazione Biden aiuta i talebani
“Spudorata interferenza Big Tech, attacchi informatici statunitensi” durante le recenti
elezioni russe, l’ex presidente Medvedev dice a RT
Quel piano della Cia per rapire e assassinare Julian Assange
“Così i servizi segreti hanno bloccato l’avanzata di Afd”
Da dove escono i “festini” di Luca Morisi.
Per le imprese la transizione non sarà un pranzo di gala
La riforma del catasto: una patrimoniale occulta, eterodiretta, sbagliata.
Scandalo alla FED: due presidenti si dimettono per “Problemi etici”, cioè Trading
Dittatura Smart: campagna vaccinale e cronologia del ricatto.
LE VIOLAZIONI COMPARATE DELLO STATO DI DIRITTO PER IL COVID-19
Orban: la migrazione di massa fa parte del “piano globale” per creare un “nuovo proletariato
Strage sul lavoro, sei morti in 24 ore. E’ allarme sicurezza
L’eclissi dell’Europa
DWN: Con il nuovo governo federale, il “Grande Reset” è la condanna a morte per le medie imprese tedesche
Il mondo accademico (USA) sta istituendo una burocrazia di sorveglianza permanente che presto governerà il resto del Paese
L’amministrazione Biden sta cercando di trasformare radicalmente la cittadinanza di questo paese
COVID – I 30 aspetti assolutamente da conoscere
EDITORIALE
LOGICHE NON EUCLIDEE
UN FLORILEGIO DALLA RETE
Manlio Lo Presti 29 09 2021
Complimenti ai creatori di questi utilissimi schemi!
Continua …
IN EVIDENZA
I CDC DEGLI STATI UNITI ORA CONTANO I VACCINATI MORTI COME NON VACCINATI
SPAVENTOSAMENTE, I CDC ORA CONTANO I VACCINATI MORTI COME NON VACCINATI
Del dr. Joseph Mercola, 15 settembre 2021
Secondo i Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie degli Stati Uniti (U.S. Centers for Disease Control and Prevention: CDC) voi non siete contati come completamente vaccinati fino a quando non siano trascorsi 14 giorni interi dalla vostra seconda inoculazione nel caso di Pfizer o Moderna, o 14 giorni dopo la vostra prima dose di Janssen, nonostante il fatto che oltre l’80% delle morti dopo i vaccini avvengano in questo intervallo. Quanto comodo.
Chiunque muoia entro i primi 14 giorni dopo l’inoculazione viene contato come un morto non vaccinato. Non solo questo gonfia in modo inaccurato il tasso di mortalità dei non vaccinati, ma nasconde anche i veri pericoli delle inoculazioni COVID, poiché la grande maggioranza delle morti causate da queste inoculazioni avvengono entro le prime due settimane.
I CDC hanno anche due diverse serie di linee guida per i test: una per i pazienti vaccinati e un’altra per i non vaccinati. Se voi siete non vaccinati, la guida dei CDC dice di utilizzare un cicle treshold (CT) (ciclo soglia) di 40, conosciuto per avere come risultato dei falsi positivi. Se voi siete vaccinati, costoro raccomandano di utilizzare un CT di 28 o meno, che riduce al minimo il rischio dei falsi positivi.
I CDC nascondono anche i fallimenti dei vaccini e puntellano la “pandemia dei non vaccinati” contando solo le infezioni postvaccinali che provocano il ricovero in ospedale o la morte.
Gli ospedali stanno ancora parimenti segnalando le malattie non COVID come COVID-19.
Mentre i funzionari della sanità pubblica e i media mainstream sostengono che la pandemia COVID-19 è ora una “pandemia dei non vaccinati”[1], noi ora sappiamo che questa affermazione è basata su statistiche altamente ingannevoli.
In una conferenza stampa alla Casa Bianca il 16 luglio 2021[2], la direttrice dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie dr.ssa Rochelle Walensky ha sostenuto che “oltre il 97% delle persone che entrano in ospedale adesso sono non vaccinate”. Poche settimane dopo, in una dichiarazione del 5 agosto 2021, ella ha inavvertitamente rivelato come era nata una tale statistica[3].
Come è emerso, i CDC hanno cercato i dati riguardanti l’ospedalizzazione e la mortalità da gennaio a giugno del 2021 – un arco temporale durante il quale la grande maggioranza della popolazione americana era ancora non vaccinata[4].
Ma questo ora non è affatto il caso. I CDC stanno anche giocando con le statistiche in altri modi per creare l’impressione falsa e inaccurata che le persone non vaccinate costituiscano la maggior parte delle infezioni, delle ospedalizzazioni e delle morti. Ad esempio, noi ora scopriamo che l’agenzia sta contando chiunque muoia entro i primi 14 giorni dopo l’inoculazione come non vaccinati.
Non solo questo gonfia in modo inesatto il tasso di mortalità dei non vaccinati, ma nasconde anche i veri pericoli delle inoculazioni COVID, poiché la grande maggioranza di morti da queste inoculazioni avviene entro le prime due settimane[5]. Ora le loro morti vengono contate come morti di non vaccinati piuttosto che venire contate come morti dovute al danno prodotto dal vaccino o come infezioni postvaccinali COVID-19!
Come i CDC conteggiano le infezioni postvaccinali
Secondo i CDC[6], voi non siete contati come completamente vaccinati fino a quando non siano trascorsi 14 giorni dalla vostra seconda inoculazione nel caso di Pfizer o di Moderna, o 14 giorni dopo la vostra prima dose di Janssen. Così i CDC definiscono un caso di infezione postvaccinale:
“un’infezione postvaccinale viene definita come l’individuazione dell’RNA o antigene SARS-CoV-2 in un campione respiratorio prelevato da una persona 14 giorni dopo aver completato tutte le dosi raccomandate di un vaccino COVID-19 autorizzato dalla Food and Drug Administration (FDA) americana”.
In altre parole, se avete ricevuto una dose di Pfizer o di Moderna e avete sviluppato il COVID-19 sintomatico, siete stato ammesso all’ospedale e/o siete morto a causa del COVID, venite contato come un caso non vaccinato. Se avete ricevuto due dosi e vi siete ammalato entro 14 giorni, venite ancora contato come un caso non vaccinato.
Il problema con questo è che oltre l’80% delle ospedalizzazioni e delle morti sembra avvenire per coloro che hanno ricevuto le punture, ma questa realtà è nascosta dal modo in cui i casi vengono definiti e contati. Una strategia davvero furba e comune dei CDC durante la pandemia è stata quella di cambiare le definizioni e i termini della questione in modo da sostenere la propria nefanda narrazione.
Ad esempio, i CDC hanno tranquillamente cambiato la definizione di “vaccino”, apparentemente nel tentativo di convalidare la definizione di vaccino per le terapie geniche mRNA Covid. In una versione[7] di vaccino archiviata il 26 agosto 2021, i CDC lo definiscono come un “prodotto che stimola il sistema immunitario di una persona a produrre immunità nei confronti di una specifica malattia, proteggendo la persona da quella malattia”.
Ma pochi giorni dopo, è apparsa sul sito web[8] dei CDC una nuova definizione che ora dice che un vaccino è una “preparazione che viene usata per stimolare la risposta immunitaria del corpo contro la malattia”. Le differenze nelle definizioni sono sottili ma distinte. La prima ha definito un vaccino come qualcosa che “produrrà immunità”.
Ma, poiché i vaccini COVID-19 non sono concepiti per fermare l’infezione ma, piuttosto, solo per diminuire il grado dell’infezione, diventa ovvio che la nuova definizione è stata creata per coprire i vaccini COVID.
Diverse linee guida per i test per i vaccinati e per i non vaccinati
Non è solo la definizione dei CDC di un caso di infezione postvaccinale che distorce i dati. Anche più madornale e illogico è il fatto che i CDC hanno persino due differenti serie di linee guida per i test: una per pazienti vaccinati e un’altra per i non vaccinati.
Sin dall’inizio della pandemia, i CDC hanno raccomandato un ciclo soglia per il test della PCR di 40[9]. Questo è in aperta contraddizione con il consenso scientifico, che sostiene da lungo tempo che un ciclo soglia superiore a 35 produrrà il 97% di falsi positivi[10], rendendo essenzialmente il test inutile[11][12][13].
Alla metà di maggio 2021, i CDC hanno finalmente abbassato il loro numero raccomandato di ciclo soglia, ma solo per pazienti che hanno ricevuto una o più inoculazioni COVID[14]. Così, se avete ricevuto un’inoculazione COVID, le linee guida dei CDC chiedono che il vostro test PCR sia condotto con un ciclo soglia di 28 o meno. Se non siete vaccinati, il vostro test PCR è condotto con un ciclo soglia di 40, che sovrastima grossolanamente la reale prevalenza dell’infezione.
Il risultato finale è che gli individui non vaccinati che sono stati testati sono MOLTO più inclini a risultare falsi positivi, mentre quelli che hanno ricevuto la puntura hanno più possibilità di ottenere una diagnosi esatta dell’infezione.
Se voi siete inoculati COVID vengono conteggiate solo l’ospedalizzazione e la morte
E questo non è nemmeno tutto. I CDC nascondono anche i fallimenti dei vaccini e puntellano la narrazione della “pandemia dei non vaccinati” conteggiando solo i casi di infezione postvaccinale che provocano l’ospedalizzazione e la morte.
In altre parole, se avete ricevuto la vostra seconda iniezione COVID più di 14 giorni fa e sviluppate sintomi, voi non contate come un caso di infezione postvaccinale a meno che non siate ammessi all’ospedale e/ moriate a causa del COVID-19 nell’ospedale, anche se voi risultate positivo. Così, per riassumere, i casi COVID di infezione postvaccinale vengono conteggiati solo se si verificano tutte le seguenti condizioni:
- Il paziente ha ricevuto la seconda dose del Pfizer o del Moderna almeno 14 giorni fa (o una dose nel caso dell’inoculazione a singola dose della Johnson & Johnson)
- Il paziente risulta positivo per il SARS CoV2 utilizzando un ciclo soglia di 28 o meno, che evita falsi positivi
- Il paziente è ammesso all’ospedale per il COVID-19 e/o muore all’ospedale.
I vaccinati probabilmente costituiscono la maggioranza delle ospedalizzazioni
Se i vaccinati e i non vaccinati non venissero trattati con tali standard variabili, noi probabilmente scopriremmo che i vaccinati ora costituiscono la maggioranza delle ospedalizzazioni, rendendo la pandemia da COVID-19 una pandemia di vaccinati. Una denuncia del The Epoch Times del 30 agosto 2021 rivela ciò che sta realmente succedendo sulle linee del fronte[15]:
“Dopo una serie di test, al mio amico è stata diagnosticata una pancreatite. Ma era più facile per la burocrazia dell’ospedale registrare l’ammissione come un caso COVID…I media mainstream riferiscono che i casi COVID gravi si verificano principalmente tra le persone non vaccinate…Cosa sta realmente succedendo?
Non è certamente il caso di Israele, il primo paese ad aver vaccinato completamente la maggioranza dei suoi cittadini contro il virus. Ora ha uno dei tassi di infezione giornaliera più alti e la maggioranza delle persone che prendono il virus (dal 77% all’83%, a seconda dell’età) sono già vaccinate, secondo i dati raccolti dal governo israeliano.
Dopo l’ammissione [all’ospedale], ho parlato all’infermiera della corsia COVID…L’infermiera mi ha detto che ella aveva ricevuto entrambi i vaccini ma che si sentiva preoccupata: ‘Due terzi dei miei pazienti sono completamente vaccinati’, ella ha detto. Come può esservi una tale disconnessione tra ciò che l’infermiera della corsia COVID mi ha detto e gli articoli dei media mainstream?”
Il cuore del problema è che gli Stati Uniti non stanno nemmeno cercando di effettuare un conteggio accurato. Come osservato da The Epoch Times, “I Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie hanno pubblicamente riconosciuto di non avere dati precisi”.
Così, quando sentite che i casi stanno aumentando, e che la maggior parte di essi sono non vaccinati, avete bisogno di chiedervi: “Si tratta di persone che hanno avuto un vaccino e si sono ammalate, due vaccini e si sono ammalate, o nessun vaccino? Senza ulteriori dettagli, è impossibile sapere ciò che sta davvero succedendo”, sostiene The Epoch Times[16].
Tutto quello che sappiamo, secondo un dottore che ha parlato con The Epoch Times, è che “i vaccini non sono così efficaci come le autorità sanitarie pubbliche ci hanno detto che sarebbero stati”. “Questo è un prodotto che non sta facendo quello che avrebbe dovuto fare. Si presumeva che fermasse la trasmissione di questo virus e non lo sta facendo”.
Conteggiare le malattie non COVID come casi COVID
In cima a tutto questo, gli ospedali stanno ancora riportando le malattie non relative al COVID come casi COVID. Come riferito da The Epoch Times[17]:
“Le autorità sanitarie in tutto il mondo stanno facendo questo dall’inizio della crisi COVID. Ad esempio, un giovane uomo a Orange County, in Florida, che era morto in un incidente motociclistico la scorsa estate venne all’inizio considerato come una morte COVID dalle autorità sanitarie dello stato…
E un operaio edile di mezza età che era caduto da una scala in Croazia è stato parimenti conteggiato come una morte da COVID…Per intorbidare le acque ancora di più, anche persone che sono risultate negative al COVID vengono qualche volta conteggiate come morti COVID.
Consideriamo il caso del ventiseienne Matthew Irvin, padre di tre figli che risiedeva a Yamhill County, nell’Oregon. Come riferito da KGW8 News, Irvin andò al pronto soccorso con dolore di stomaco, nausea, e diarrea il 5 luglio 2020. Ma invece di ammetterlo nell’ospedale, i dottori lo mandarono a casa.
Cinque giorni dopo, il 10 luglio 2020, Irvin morì. Sebbene il suo test COVID fosse risultato negativo due giorni dopo la sua morte e la sua famiglia avesse detto ai giornalisti e alle autorità sanitarie che Irvin non aveva avuto nessun sintomo COVID, l’esaminatore medico presuntivamente disse alla famiglia che un’autopsia non era necessaria, elencando la sua morte come un caso di coronavirus. L’Oregon Health Authority impiegò due mesi e mezzo per correggere l’errore.
In un esempio anche più lampante di super-conteggio delle morti COVID, a una casa di cura nel New Jersey che dispone di soli 90 letti sono stati erroneamente attribuiti 753 morti da COVID. Secondo un portavoce, costoro avevano avuto poco meno di 20 morti. In altre parole, il numero delle morti venne sovrastimato del 3,700 percento”.
Non c’è bisogno di temere la variante Delta se siete non vaccinati
In un’intervista del 29 giugno 2021[18], Fauci ha definito la variante Delta “un cambio di gioco” per le persone non vaccinate, ammonendo che essa devasterà la popolazione non vaccinata mentre gli individui vaccinati sono protetti contro di essa. Ahimè, nel mondo reale si sta rivelando vero l’opposto, poiché la variante Delta è fuori controllo soprattutto tra coloro che hanno ricevuto la puntura COVID.
La variante Delta contiene tre differenti mutazioni, tutte nella proteina spike. Questo permette a tale variante di evitare le risposte immunitarie in coloro che hanno ricevuto le punture COVID, ma non in coloro che hanno un’immunità naturale, che è molto più ampia.
In una apparizione su Fox News
(video al seguente link: https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2021/09/15/cdc-lists-vaccinated-deaths-as-unvaccinated.aspx )
del 30 giugno 2021, l’epidemiologo e cardiologo dr. Peter McCullogh ha fatto notare che “È molto chiaro dalla relazione tecnica del Regno Unito[19] che è stata pubblicata il 18 giugno che il vaccino non fornisce protezione contro la variante Delta”[20].
Anche così, la variante Delta è molto più mite delle precedenti varianti, secondo la relazione tecnica del Regno Unito del 18 giugno 2021[21]. In essa, vengono presentati dati che mostrano che la variante Delta è più contagiosa ma molto meno mortale e più facile da trattare. Come McCullogh ha detto a Fox News:
“Che voi riceviate il vaccino oppure no, i pazienti avranno sintomi molto lievi come un raffreddore e possono essere facilmente trattati…Pazienti che hanno sintomi gravi o ad alto rischio, possiamo usare semplici combinazioni di farmaci a casa e fare loro superare la malattia. Così, non c’è ragione ora di spingere per le vaccinazioni”.
Questo contrasta con la seguente dichiarazione resa dal Presidente Biden durante una riunione a Cincinnati, nell’Ohio, alla fine di luglio del 2021[22]:
“Noi abbiamo una pandemia per coloro che non hanno ricevuto una vaccinazione. È basilare, semplice. Se siete vaccinati, non sarete ospedalizzati, non andrete nell’unità ICU, e non morirete. Non prenderete il COVID se avete queste vaccinazioni”.
Tuttavia, la dr.ssa Leana Wen, medico di emergenza e professore ospite di politica e gestione della salute alla Milken School of Public Health della George Washington University a Washington, D. C., ha contraddetto il Presidente, affermando che egli aveva fuorviato gli americani dicendo loro che non hanno bisogno della mascherina se sono vaccinati, o che non possono prenderlo o trasmetterlo. Come riferito da CNN Health[23]:
“In particolare, Wen è stata in disaccordo con le inesatte affermazioni di Biden secondo cui voi non potete contrarre il COVID-19 o la variante Delta se siete vaccinati. ‘Sono rimasta davvero delusa’, ha detto Wen. “Ho pensato davvero che stava rispondendo alle domande come se si trattasse di un mese fa. Egli non risponde davvero alle realtà che stanno accadendo sul terreno. Ritengo che egli possa aver fuorviato le persone”.
La CNN ha aggiunto che Wen aveva detto al loro commentatore politico Anderson Cooper che “vi sono molte risposte ancora sconosciute relative al Covid-19, e che non si sa ancora quanto siano davvero protetti gli individui vaccinati dalla malattia lieve…[o] se siete vaccinati, se potete essere ancora contagiosi rispetto ad altre persone”.
I pazienti vaccinati inondano gli ospedali di tutto il mondo
I dati del Regno Unito che mostrano che la variante Delta è molto più lieve dei precedenti virus SARS-CoV-2 smontano l’affermazione che il fatto di evitare la malattia grave è un segno che le iniezioni stanno funzionando. Poiché in primo luogo la variante Delta tipicamente non provoca uno stato grave della malattia, non ha senso attribuire una malattia più lieve all’iniezione.
Ma se la Delta è finora la variante più lieve del coronavirus, perché così tante persone “vaccinate” finiscono all’ospedale? Mentre non abbiamo ancora una chiara conferma, questo potrebbe essere un segno che l’Antibody Dependent Enhancement (ADE) (Potenziamento anticorpo-dipendente) è all’opera. Una spiegazione alternativa potrebbe essere che i danni del vaccino vengono riportati erroneamente come casi di infezione postvaccinale.
Qualunque sia la realtà, i dati del mondo reale da zone con alti tassi di punture COVID mostrano una tendenza inquietante. Ad esempio, il 1° agosto 2021, la direttrice dei servizi sanitari pubblici di Israele, la dr.ssa Sharon Alroy-Preis, ha annunciato che metà di tutte le infezioni COVID riguardavano i completamente vaccinati[24]. Stanno anche emergendo segni di malattie più gravi tra i completamente vaccinati, ella ha detto, in particolare presso gli ultra-sessantenni.
Pochi giorni dopo, il 5 agosto 2021, il dr. Kobi Haviv, direttore dell’Herzog Hospital di Gerusalemme, è apparso su Channel 13 News, riferendo che il 95% dei pazienti gravi COVID-19 sono completamente vaccinati, e che essi costituiscono una percentuale dall’85% al 90% delle ospedalizzazioni COVID complessive[25].
In Scozia, i dati ufficiali sulle ospedalizzazioni e sulle morti mostrano che l’87% di coloro che sono morti da COVID-19 nella terza ondata che è iniziata all’inizio di luglio erano vaccinati[26].
A Gibilterra, che ha un tasso di ottemperanza alle punture COVID del 99%, i casi COVID sono aumentati del 2,500% dal 1° giugno 2021[27], e in Islanda, dove oltre l’82% ha ricevuto le iniezioni, il 77% dei nuovi casi COVID riguardano i completamente vaccinati[28].
I dati dal Regno Unito mostrano una tendenza simile tra gli ultracinquantenni. In questo gruppo di età, le persone parzialmente e completamente “vaccinate” contano per il 68% delle ospedalizzazioni e per il 70% delle morti COVID[29].
Un’indagine dei CDC su uno scoppio di contagi a Barnstable County, nel Massachusetts, tra il 6 luglio e il 25 luglio 2021, ha scoperto che il 74% di coloro che hanno ricevuto una diagnosi di COVID-19, e l’80% delle ospedalizzazioni riguardavano i completamente vaccinati[30][31]. La maggior parte, ma non tutti, avevano la variante Delta.
I CDC hanno anche scoperto che gli individui completamente vaccinati che contraggono l’infezione hanno una carica virale nei loro passaggi nasali alta quanto gli individui non vaccinati che hanno contratto l’infezione[32]. La stessa cosa è stata scoperta in uno studio britannico, un prestampato del quale è stato postato alla metà di agosto 2021[33][34]. Questo significa che i vaccinati sono contagiosi come i non vaccinati.
È interessante notare che uno studio prestampato di Lancet[35] che ha esaminato le infezioni postvaccinali in lavoratori sanitari in Vietnam che avevano ricevuto l’iniezione COVID AstraZeneca, ha scoperto che “i carichi virali nei casi di infezioni postvaccinali della variante Delta erano 251 volte più alti dei casi infettati con vecchi ceppi rilevati nel periodo tra marzo e aprile 2021”.
Inoltre, il medesimo studio non ha trovato nessuna correlazione tra i livelli di anticorpi neutralizzatori indotti dal vaccino e i carichi virali o lo sviluppo di sintomi. Secondo gli autori:
“Le infezioni della variante Delta postvaccinali sono associate con alti carichi virali, una prolungata positività PCR, e bassi livelli di anticorpi neutralizzatori indotti dal vaccino, il che spiega la trasmissione tra le persone vaccinate”.
Non tutti i vaccinati vengono confermati come vaccinati
Come se tutto questo non fosse abbastanza, vi è un ulteriore fattore di confusione. Solo perché avete ricevuto l’iniezione COVID non significa che vi sia stato confermato che avete ricevuto l’iniezione. Siete confermati “vaccinati” se la vostra iniezione COVID viene aggiunta alla vostra documentazione medica, e questo qualche volta non succede se andate in un centro temporaneo per le vaccinazioni, in un drive-through o in una farmacia, per esempio. Come riportato dalla CNN[36]:
“Se fate parte delle innumerevoli persone che non hanno ricevuto le dosi nell’ufficio di un medico di base, vi potrebbe non essere nessuna traccia della vaccinazione nell’archivio del vostro dottore”.
Per essere davvero conteggiato come un individuo “confermato vaccinato”, dovete inviare la vostra scheda di vaccinazione nell’ufficio del vostro medico di base in modo che venga aggiunta alla vostra cartella clinica elettronica. Se avete ricevuto l’iniezione in una farmacia, dovete verificare che i responsabili abbiano inoltrato la prova della vostra vaccinazione al vostro dottore. Gli uffici dei medici di base sono allora responsabili della condivisione dei dati sull’immunizzazione dei loro pazienti con il sistema informativo sulle immunizzazioni dello Stato.
La prova registrata della vaccinazione del paziente è accettata solo per i vaccini contro l’influenza e contro il pneumococco, non per le inoculazioni COVID-19[37]. Quello che tutto questo significa è che, diciamo che avete ricevuto l’iniezione diverse settimane fa in una clinica di vaccinazione drive-through e che siete stati ammessi all’ospedale con sintomi COVID. A meno che il vostro status di inoculato COVID sia stato effettivamente aggiunto nel sistema medico, voi non sarete conteggiati come “vaccinati”.
Anche questo può distorcere le statistiche, perché sappiamo che i CDC accertano lo status della vaccinazione incrociando i dati della sorveglianza dei casi SARS-CoV-2 e quelli del sistema CAIR2 utilizzando identificatori e algoritmi a livello di persona[38].
Come è stato osservato da John Zurlo, direttore della divisione delle malattie infettive alla Thomas Jefferson University, “la mancanza di registrazioni attendibili sui vaccini complica gli sforzi per capire precisamente l’efficacia dei vaccini e determinare quante ospedalizzazioni e morti locali sono provocate dalle infezioni postvaccinali COVID-19[39].
Stiamo dentro alla più grande sperimentazione clinica nella storia della medicina
In chiusura, vale la pena di ricordare che la campagna di inoculazione COVID è parte integrante di una sperimentazione clinica. Come è stato osservato dalla dr.ssa Lidiya Angelova in un recente articolo su Genuine Prospect[40]:
“Molte persone non sono consapevoli di stare partecipando al più grande esperimento clinico dei nostri tempi. È perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le autorità sanitarie, i politici, le celebrità e i giornalisti promuovono i trattamenti medici sperimentali (erroneamente chiamati vaccini COVID-19) come sicuri ed efficaci mentre in realtà questi trattamenti si trovano nello stadio della ricerca clinica iniziale.
Significa che non ci sono dati sufficienti per tali affermazioni e che le persone che vi partecipano sono cavie”.
Come viene mostrato in un grafico su Genuine Prospect, in circostanze normali, la ricerca clinica segue un protocollo rigoroso che inizia con test su colture cellulari. Dopo di questo è la volta dei test su animali, poi di test su un numero limitato di umani in quattro fasi. Nella Fase 1 dei test sugli umani, sono incluse fino a 100 persone, che vengono seguite ovunque da una settimana fino a diversi mesi.
La Fase 2 tipicamente include diverse centinaia di partecipanti e dura fino a due anni. Nella Fase 3, vengono testati da diverse centinaia fino a 3,000 partecipanti da uno a quattro anni. La Fase 4 tipicamente include diverse migliaia di individui che sono seguiti per almeno un anno o più. Dopo ogni fase, vengono esaminati i dati per valutare l’efficacia e le reazioni avverse.
Le linee temporali per questi stadi e fasi non sono state seguite per i “vaccini” COVID. La maggior parte degli studi della Fase 3 sono stati ultimati alla fine del 2020, e chiunque abbia ricevuto le iniezioni sin dal loro lancio in base all’autorizzazione all’uso di emergenza fa parte di una sperimentazione clinica della Fase 4, che lo capiscano oppure no[41]. E poiché le sperimentazioni non sono completate, voi semplicemente non potete fare affermazioni sulla sicurezza, specialmente sulla sicurezza a lungo termine. Come è stato osservato da Angelova[42]:
“Quando lavoravo al National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) (Istituto Nazionale delle Malattie Allergiche e Infettive) … partecipai al corso Ethical and Regulatory Aspects of Clinical Research (Aspetti Etici e Normativi della Ricerca Clinica) … La prima regola che abbiamo appreso è che ‘la ricerca clinica deve essere etica’ … Tutti gli aspetti etici della ricerca clinica sono liquidati con i vaccini COVID.
Le persone dovrebbero sapere che nessuno può esigere tali vaccini per partecipare alle attività di ogni giorno come usare trasporti pubblici, fare compere, andare a scuola, e persino all’ospedale. Le persone dovrebbero sapere che non devono essere punite per essersi rifiutate di assumere i trattamenti medici sperimentali.
L’uso di massa dei vaccini COVID-19 e le misure COVID-19 sono una violazione degli Articoli 2, 3, 5, 9, 11, 12, 13, 18, 20, 25, 27, 28 della Universal Declaration of Human Rights (UDHR) (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).
Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.globalresearch.ca/cdc-now-lists-vaccinated-deaths-unvaccinated/5755873
FONTE: https://www.andreacarancini.it/2021/09/i-cdc-degli-stati-uniti-ora-contano-i-vaccinati-morti-come-non-vaccinati/
Domanda: e se quasi 4 milioni di lavoratori italiani senza Green pass non lo facessero, quanto durerebbe l’obbligo?
Settembre 28, 2021 posted by Guido da Landriano
I lavoratori italiani senza Green Pass, a fine settembre, sono ancora circa 4,1 milioni: 3,7 milioni nel settore privato e circa 400 mila (il 12% del totale, non quisquilie) nel pubblico. Ovviamente il governo ed i datori di lavoro sperano e confidano sul fatto che questi lavoratori si metteranno in regola entro il 15 ottobre. Una parte poi, lavoratori autonomi che non si recano in luoghi dove siano presenti altri lavoratori dipendenti, avrebbero un obbligo che nessuno controlla. Lo dice la fonte massima di legge della moderna legislatura post covid della Repubblica Italiana: le FAQ ministeriali, altro che Costituzione.
Facciamo un’ipotesi per assurdo: che di questi 4,1 milioni di italiani tutti, o la maggior parte, non facciano il Green Pass. Quindi avremmo un 15%-17% di lavoratori che, in teoria, da un giorno all’altro, non potrebbero recarsi a lavorare. ora so che pensate: con il 9% di disoccupati li sostituiamo in un baleno. Invece non è così:
- i disoccupati non è detto che abbiano il green pass;
- non si possono sostituire figure con licenze e abilitazioni speciali (infermieri, camionisti, carrellisti) o titoli di studio specifici (avvocati, ingegneri geologi) con la prima persona presa per strada.
Molto probabilmente le catene produttive legate all’autotrasporto o le attività con dei risvolti professionali o di certificazione, o anche banali attività come l’immagazzinaggio o l’edilizia, che richiedono però di certificazioni lavorative specifiche, verrebbero a subire de forti ritardi, se non addirittura fermarsi: stiamo vedendo quello che succede nel regno Unito per una carenza nel numero di autotrasportatori per i carburanti. Un cantiere non va avanti se il ruspista deve restare a casa. Un magazzino non lavora se magari un terzo dei lavoratori ai carrelli elevatori non può operare. Poi ci sono i saldatori, gli elettricisti industriali etc.
Quando lo Stato ti è nemico
di Costantino Ceoldo
comedonchisciotte.org
Ci sono momenti nella vita di popoli e Nazioni in cui i loro governi hanno come nemico non lo straniero con cui entrano in guerra ma il loro stesso popolo, o una parte più o meno consistente di esso.
L’esempio più tragico che viene facilmente alla mente è la persecuzione degli ebrei tedeschi da parte del governo del Terzo Reich: una persecuzione immane, in nome di un odio insensato e privo di fondamento, che culminò nel tentativo di genocidio scientifico non solo degli ebrei tedeschi ma anche di tutti quelli rastrellati nei Paesi occupati dalle armate del Terzo Reich. Come è noto, presto non furono solo ebrei.
Vi è un aspetto fondamentale nella vicenda della Shoah che può venire facilmente trascurato anche dalla persona più sensibile: i campi di sterminio non apparvero immediatamente dal nulla ma furono il risultato di una progressiva discesa all’inferno che la società tedesca abbracciò con noncuranza ed indifferenza, a volte perfino con gioiosa fiducia. Non furono gli ebrei tedeschi a morire per primi, uccisi con il gas dai nazisti, ma gli ammalati terminali, i folli, i deformi e tutti gli “indesiderabili” che si trovavano negli ospedali tedeschi. Fu il famigerato programma di eugenetica Aktion T4 1, anticamera dei campi di sterminio, che iniziò prima dell’avvio della Soluzione Finale e che continuò fino alla sconfitta della Germania: il giorno prima i parenti potevano vedere i loro ricoverati in ospedale, il giorno dopo non trovavano più nulla. Tutti uccisi per ordine dello Stato, con medica efficienza, da uomini e donne che avevano accantonato il loro giuramento di Ippocrate. Tutto in nome di un bene più grande.
Segnatevi queste parole: in nome di un bene più grande.
Perché parlare di questa storia? In questi giorni di infinita emergenza pandemica dovuta ad una sindrome influenzale particolarmente pesante ma non invincibile, appaiono dei sinistri parallelismi tra il comportamento dei medici tedeschi durante il Terzo Reich e quello che hanno oggi molti uomini e donne di medicina, in questi giorni covidiani, anche in Italia.
Il Nazismo trovò una valida controparte nella classe medica tedesca di allora, una leale e acritica esecutrice dei suoi piani. Oggi lo schema sembra ripetersi, con governi che non sembrano nazisti e che della propaganda anti-nazista hanno sempre fatto una comoda e abbondante mangiatoia, ma che si appoggiano per le loro politiche anti-covid su una classe medica apparentemente instupidita e sotto incantesimo. Una classe medica che ha accantonato i metodi usuali della Scienza per seguire, una volta ancora acriticamente, delle disposizioni governative che non migliorano la situazione pandemica ma la peggiorano. Il tutto con l’appoggio entusiasta dei grandi media mainstream che celebrano con spensierata gaiezza chiusure, quarantene e lasciapassare green pass.
È come se si fosse aperta una “finestra di opportunità” (come ha ammesso candidamente herr Klaus Schwab parlando di Gran Reset) ma solo per una parte dell’Umanità, forse la peggiore che si ritiene la migliore. Ancora una volta, per un bene più grande.
Se l’altra volta erano i disabili, i pazzi, le minoranze dei diversi e gli ebrei ad essere additati come nemici della società, adesso sono coloro che non vogliono sottostare a vaccini sperimentali anti-covid quando ci sono farmaci che funzionano bene, a quarantene spietate quanto inutili, alla mancanza di quella socialità che è un bene essenziale dell’umanità. Oggi i nemici sono tutti coloro che rifiutano un controllo sociale capillare attraverso programmi telefonici e i patentini di salute che non proteggono nessuno perché i vaccinati si possono infettare a loro volta e possono a loro volta infettare gli altri.
Si dirà: non è la stessa cosa! C’è un virus in circolazione! La gente muore!
Ma è sempre così. Non è mai come l’altra volta. Ogni volta è diverso.
E anche questa volta è diverso: questa volta abbiamo un motivo.
È per un bene più grande.
È per un bene più grande che vogliamo vaccinarvi con sieri sperimentali.
Una volta. Due volte. Tre volte, magari anche quattro volte.
È per un bene più grande che non potete abbracciarvi e dovete stare lontani gli uni dagli altri.
È per un bene più grande che dovete indossare una, due, tre inutili mascherine. Una visiera. I guanti.
È per un bene più grande che vi vogliamo tracciare come animali in un allevamento.
È per un bene più grande che vogliamo costruire delle “aree di contenimento” per voi che non siete ammalati e che rifiutate il vaccino. Come stiamo già facendo in Australia, per esempio.
Nessuno sembra notare che tra i cantori della nuova normalità covidiana ci sono anche quelli che hanno sempre ritenuto la Terra sovrappopolata da un’umanità capace solo di riprodursi e di inquinare. E sono loro quelli che gridano più forte.
Le voci di chi è contrario, di chi solleva dubbi sulla narrativa ufficiale e pone domande scomode, queste voci vengono silenziate da un fronte compatto di guardiani del discorso che agiscono all’unisono. È come se ci fosse da attuare e difendere un’agenda alla fin fine neanche più tanto nascosta e che vuole raggiungere dei traguardi ben precisi: la riduzione dell’inquinamento attraverso la riduzione della popolazione, un ossessivo controllo sociale, la riduzione dell’umanità non elitaria (sic) a mero oggetto di sfruttamento, l’eliminazione di quella cosa chiamata “democrazia” oramai considerata inutile ostacolo sul cammino del nuovo radioso futuro. E tutto, chiaramente, per un bene più grande.
Eppure, ci sono ancora voci che non intendono tacere e farsi silenziare. Vera Sharav2 è una di queste voci e quella che avevo pensato inizialmente come un’intervista classica è diventata invece subito un’altra cosa e l’immensità dell’esperienza vissuta da questa donna tenace, forte e coraggiosa, ha scardinato l’ordine delle domande che avevo preparato.
La Sharav è stata in un campo di concentramento, destinata allo sterminio finale in un campo di sterminio. Il suo salvataggio non è stato quello che il regime nazista aveva pianificato per lei e milioni di altri ebrei ma è sopravvissuta ed è qui come testimone. Una vera e propria memoria vivente di un orrore che può ripresentarsi ancora se non si vigila attentamente. Un orrore che in realtà si è già manifestato altre volte, come a Tuskegee, in terra americana3.
“Ho sperimentato il nazismo.
Lo so riconoscere quanto si manifesta.”
È la frase agghiacciante che la Sharav dice nel corso dell’intervista e che fa a pugni con le opinioni più rassicuranti di Liliana Segre, la sopravvissuta italiana ora idolo della Sinistra al governo qui Italia.
E ancora: “Questa volta non ci saranno gli Alleati a salvarci. Dobbiamo contare su noi stessi”.
Noi tutti dovremmo agire in base ad un principio di prudenza e tenere ben a mente lo scenario peggiore ma la gente, non solo gli Italiani, è ancora sotto l’incantesimo di una paura instillata ad arte. I più sono restii a seguire una strada diversa che quella più rassicurante offerta della propaganda di regime eppure dovrebbero scuotersi dal torpore che li possiede, prima che sia troppo tardi.
L’intervista è in inglese, dura più di un’ora ma vale la pena guardarla fino in fondo. Lo suggerisco ai lettori.
Su YouTube:
https://www.youtube.com/watch?v=4trbmCY504k
Su Rumble:
https://rumble.com/vmf7yf-vera-sharav-when-the-state-is-enemy-to-thee.html
Su Yandex:
https://disk.yandex.com/i/Y9zWf2vkKYgBEQ
1. Aktion T4: https://it.wikipedia.org/wiki/Aktion_T4
2. https://ahrp.org/
3. Su Tuskegee suggerisco l’ottimo articolo di Annalisa Lo Monaco:
https://comedonchisciotte.org/lesperimento-di-tuskegee-la-piu-vergognosa-ricerca-medica-nella-storia-degli-stati-uniti/
Costantino Ceoldo
FONTE: https://comedonchisciotte.org/quando-lo-stato-ti-e-nemico/
di Enza Sirianni
comedonchisciotte.org
Non ha notato il modo in cui la nostra società s’è organizzata per liquidare la gente? Avrà certo sentito parlare di quei minuscoli pesci dei fiumi brasiliani che attaccano a migliaia il nuotatore imprudente, lo ripuliscono in pochi istanti a piccoli e rapidi bocconi, e lasciano solo uno scheletro immacolato? Ebbene, la loro organizzazione è così.«Volete una bella vita ordinata e pulita? Come tutti?» Uno dice di sì, naturalmente. Vuol dire di no? «D’accordo. Vi ripuliremo. Ecco qua un mestiere, una famiglia, gli svaghi organizzati.» E i dentini rodono la carne fino all’osso. Ma sono ingiusto. Non bisogna dire: la loro organizzazione. É la nostra, in fin dei conti: si gareggia a chi ripulirà l’altro.
Albert Camus , La caduta
Il Capitale, giunto ad una delle fasi peggiori delle sue performances, ha messo a punto le sue strategie per il mondo futuro con una pianificazione subdola in cui il leitmotiv è emergenza.
Oggi è quella del virus Sars- CoV2, domani sarà una nuova peste, dopodomani quella climatico-ambientale o l’app-digitalizzazione per un controllo capillare dei dominati (unità cod-digitali di consumo). Poi andando vedendo. Il resto delle pesanti ingiustizie e dei vistosi squilibri planetari, con oppressione, sfruttamento, marginalizzazione e esclusioni di miliardi di invisibili, non è nell’ Agenda 2030 dei tirannosauri terrestri.
Intanto, per quel che concerne la gestione della “pandemia”, il nostro governo guidato dal Divus Marius, si distingue e primeggia per la compressione dei diritti civili, attuata a suon di dpcm, uno più perentorio e coercitivo dell’altro, in un crescendo ingiustificato dal punto di vista scientifico, ma perfettamente in linea con finalità estrinseche al bene degli italiani e intrinseche al profitto, vera stella polare di tutta la sporca faccenda Covid. La funzione del parlamento? Azzerata.
L’effetto immediato dal punto di vista sociale è di averci messo gli uni contro gli altri, vaccinisti e non (detesto la dicotomia semplicistica e riduttiva di vax e no vax), tra quelli che ripongono una fiducia cieca e assoluta nelle decisioni dell’esecutivo e dei pareri di un Cts al suo servizio, e quelli che dicono no, sollevano dubbi, si interrogano, usano filtri critici e problematici per capire, assentire o dissentire dopo un vaglio consapevole che attiene alla libertà del pensiero, non imprigionabile, pur se , nell’Italia di oggi, chi diverge dalle versioni ufficiali del Potere, viene isolato, attaccato, messo all’indice. Il caso di intellettuali famosi che si sono esposti contro l’insensatezza dei provvedimenti del governo, pericolosissima per la democrazia e per lo Stato di diritto, lo dice chiaramente.
La questione green pass su cui ormai le posizioni critiche sono molteplici, sia di destra che di sinistra, benché inizialmente siano state pubblicamente contestate quasi solo da esponenti di destra e ancora, per quanto riguarda il dissenso, si tenti di farle passare come egoistiche e strumentali da parte di una minoranza fascistoide, in questo senso è significativa.
Non mi soffermo sul già detto né sulle varie amenità del coro degli spregevoli cantori del regime, in esibizione sui media controllati e finanziati dai padroni del vapore in modo così smaccatamente servile e menzognero da suscitare conati di vomito, ma su quello che, a mio parere, merita una riflessione più attenta con uno sguardo esteso ai segnali del capitalismo predatorio e al suo progetto per l’umanità di questo millennio.
Il passo di Camus riportato in esergo, in effetti, paragonandoci ai piccoli pesci dei fiumi brasiliani ( piranha) che si ripuliscono gli uni con gli altri in una gara con la vittoria assicurata al più rapido e aggressivo, riproduce una legge di natura in cui, anche nelle comunità di simili, si svolge l’antichissima lotta della sopraffazione. Il più forte vince sul più debole. Nessuna novità.
Mi pare che questa legge, osservata a lungo con una raccolta rigorosa di dati da Charles Darwin, donde le conclusioni che sul pianeta terra sopravvivono le specie che meglio si sanno adattare all’ambiente, i grandi predatori la stiano traducendo concretamente in un darwinismo sociale, già applicato e conosciuto in passato, ma ora sempre più feroce, ammantandolo con la parola green. Verde è la parola chiave in nome della quale si stanno compiendo nefandezze quali il lasciapassare per esercitare il proprio diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione. Ipotecato anche il tempo libero che non è un diritto costituzionale ma che è un tassello importante della nostra vita sociale e di relazione. Inaccettabile, in merito alla scuola, il fatto che il presidente Mattarella, inaugurando il nuovo anno scolastico a Pizzo Calabro, abbia detto che gli studenti rientrano tutti in presenza grazie ai vaccini. Al netto delle scuole che dovranno fare i doppi turni e mantenere classi in dad per motivi di spazio, dopo due anni di “pandemia” ci saremmo aspettati che il Capo dello Stato, avesse piuttosto illustrato gli interventi strutturali attuati sull’edilizia scolastica e sui trasporti per il rientro in sicurezza di tutta la comunità scolastica. Nessun accenno, dal momento che questi nodi cruciali, come per la Sanità, sono elusi.
Calpestati, stracciati i diritti civili fondamentali, vilipesa la nostra Costituzione in nome del profitto di pochi e non della nostra salute, vengono imposti stili di comportamento uniformati alla religione vaccinista. Chi non vuole vedere il deragliamento dallo stato di diritto verso lo stato etico, tipico dei totalitarismi, o non ci ha capito niente o è in malafede.
Non insisto sulla sozzura che deborda da tutto il pentolone del Sars-CoV 2. Le incongruenze, le omissioni, le reticenze, le contraddizioni, le misure illogiche, gli interessi torbidi, sono così manifesti e se ne sta scrivendo così tanto, che ciondolarci ancora sopra, credo non sia più necessario, mentre urge passare all’azione. Il tempo delle dissertazioni è scaduto. Ora occorre agire e organizzarsi con costanza, coraggio, pazienza, determinazione. I servi del liberismo vorace devono sapere che ci sono milioni di teste pensanti in un paese che ha subito e sta subendo un bombardamento mediatico senza precedenti, fondato sull’amplificazione del virus e la santificazione del vaccino come unica salvezza per sconfiggerlo. Nel mentre, il lavoro è sotto attacco spregiudicato, in una linea di continuità con i demolitori precedenti, fautori del processo di privatizzazione e delocalizzazione industriale.
In una parola, bisogna tornare alla lotta e non importa se non si riempiono le piazze con i grandi numeri. Basterebbe accendere centinaia se non migliaia di focolai di protesta attiva, pacifica, da nord a sud, senza desistere fino a fare vacillare questo fronte compatto di ex “apritori” di scatolette di tonno, di opportunisti e più realisti del re come gli scaltri leghisti che abbaiano ma non mordono, di “patrioti” affratellati dalla pappa, degli usurpatori della sinistra e dei resti della decomposizione berlusconiana.
Gli oppressi in questo paese di caste e privilegi intoccabili, sono la stragrande maggioranza, sol che ne prendano coscienza, escano dai loro piccoli cenacoli e individuino il nemico comune: il neoliberismo sfrenato.
Riprendo, a questo punto, il discorso iniziale intorno all’aggettivo green.
Che abbia un carattere di ferocia lo dimostra ampiamente il cinismo ricattatorio del pass. Ma la posta in gioco non sono solo gli enormi profitti assicurati a una oligarchia di cannibali. Vi è dell’altro. Vi è qualcosa di più, come recitava una canzone della cantautrice Alice.
Stanno testando la nostra capacità di acquiescenza e supinazione per imporci, nel futuro immediato, altre misure odiose. Del resto, pochi giorni fa, Draghi, citando Andreatta ha dichiarato: “Bisogna fare quel che si deve fare anche se è impopolare”.
I carri armati, dunque, procedono e procederanno, senza fermarsi davanti a nulla.
Questo nelle loro intenzioni. Sono uomini gelidi, privi di qualsiasi risonanza emotiva, che non mandano in avanscoperta neanche più una Signora delle lacrime come la Fornero con accanto l’ineffabile Mario Monti, premiato per i suoi altissimi meriti verso il popolo italiano, usque ad mortem, con un seggio in senato.
L’annuncio del ministro Cingolani del possibile aumento, dal mese prossimo, del 40% della bolletta elettrica, è stato buttato là, senza brividi, “sans soucis”, come dicono i francesi.
La ripresa (balzo del gatto morto viste le numerose crisi aziendali aperte in tutta Italia e altri dati che lasciamo agli economisti seri) avrebbe fatto schizzare il prezzo delle materie prime per la forte domanda . Questa una delle spiegazioni. E poi il costo delle emissioni di Co2 che devono pagare soprattutto gli europei, più dipendenti dagli approvvigionamenti esteri.
Un terremoto per i bilanci risicatissimi degli italiani che non rubano, non campano di politica e di affari delle consorterie masso-mafiose, con ripercussioni pesanti sul costo della vita.
Pur vero che le menti al governo stanno cercando delle soluzioni per contenere i famigerati aumenti ma, da quel che si legge, per ora saranno presi provvedimenti tampone e non definitivi e comunque non sarà possibile scendere ai costi della bolletta luce e gas, già aumentata si rammenti, dell’estate appena trascorsa.
Che il clima e l’ambiente sul pianeta non godano di buona salute, è evidente. Quali le soluzioni, a parte le responsabilità negli stili di vita individuali? Nessuna che sia democratica e risolutiva.
Realisticamente, come per i vaccini contro Covid 19, un mondo ingiusto non può né intende pensare a vie di salvezza eque e accessibili per 8 miliardi di persone.
I vaccini contro la tubercolosi, destinati ad aree povere e sottosviluppate, sono vecchi di oltre un secolo e abbastanza inefficaci in quanto i colossi farmaceutici non hanno investito in ricerca per migliorarli. Sapete quante vittime fa ogni anno il mal sottile? Un milione e quattrocentomila vittime. Non sono poche ma non interessano, non rendono.
A chi sono andati invece i preparati genici contro il Covid? Per l’80% ai paesi più ricchi e industrializzati, solerti ad esborsare e fare contratti capestro con Big Pharma. Il rimanente 20% ai “meno fortunati”. Questo squilibrio distributivo, già di per sé, dovrebbe fare pensare a qualcosa che non quadra nella faccenda del morbo. E se la ragione e un insopprimibile senso di solidarietà avessero albergo dentro di noi, non si scatenerebbe il ring tra coloro che si affidano ciecamente alla narrazione dei governi sulla ” pandemia” e coloro che ne dubitano fortemente.
Il senso della cura per i nostri simili e per il pianeta, ha le stesse false ed errate premesse, con il medesimo inquietante filo conduttore: il green. Green pass, green economy, green transition…
Da questo postulato, ne trarranno vantaggio solo le classi dominanti imponendo misure draconiane e impraticabili a tutti per la salvaguardia climatico-ambientale.
Dove mai le élite potranno imporre, tanto per dire, il lavoro agile (tralascio le problematiche ad esso legate), se non nei paesi che per capacità digitale sono già avanti?
Dove si daranno inviolabili direttive per abitazioni ecosostenibili dai materiali, alla produzione di caldo e di fresco a seconda le stagioni, se non in aree in cui gli abitanti potranno sostenere i costi della transizione e abbiano innanzitutto i mezzi per una casa? Qui in Italia, considerata tra i venti paesi “migliori al mondo”, in una prossima legislazione ambientale, quanti dei suoi 60 milioni di abitanti, saranno in grado di adeguarsi e quanti non potranno? E la tanto invocata riduzione dei gas ad effetto serra lascerà indenni i profitti dei colossi industriali o piuttosto ricadrà su noi tutti con costi sociali significativi, come ha dichiarato Draghi nel vertice di Atene di pochi giorni fa ?
Il solco tra i ceti abbienti e i poveri con l’aggiunta certa dei nuovi, diverrà una faglia e provocherà sconvolgimenti inevitabili. Chi aziona le leve del potere che farà? Ciò che stanno facendo ora i governi occidentali, Italia in primis. Aizzeranno i “salvati” contro i “sommersi”. Metodiche da lager, ben descritte da Primo Levi.
Urgenza e emergenza daranno man forte a misure vessatorie e discriminatorie verso i più deboli e quelli che non si adeguano.
Si prefigura una società di avidissimi predatori con una corte di servi pronti, flessibili, adatti alle trasformazioni che verranno dettate dall’alto. Hai la vaccinazione semestrale? Ok. Potrai avere in cambio un lavoro giugulare e il contentino di qualche ora di aria dalla tua cella ipercontrollata.
Hai la macchina elettrica? Ti sarà permesso circolare. Hai la casa eco e fornita di rinnovabili? Ok, allora potrai riscaldarti o refrigerarti. Sono alcune delle cose che mi vengono in mente.
Un capitalismo darwiniano sempre più spietato e selettivo a colpi di tessere e salvacondotti. Perché? Per la sua stessa sopravvivenza.
In conclusione, si scrive green ma si legge ferocia.
Ho aperto con Camus e chiudo con lui per la sua urgente attualità.
Tutto è accaduto e tutto si ripete.
«Un’altra cosa abbiamo imparato, ed è che non possiamo accettare nessuna concezione ottimistica dell’esistenza, nessuna specie di lieto fine al dramma della storia. Tuttavia, se crediamo che essere ottimisti è una stoltezza, sappiamo anche che dichiararsi pessimisti quanto alla possibilità di agire in mezzo ai nostri simili per diminuire i mali che ci affliggono e procurare qualche bene, è una viltà. Ci siamo opposti al terrore perché il terrore è la situazione nella quale la sola alternativa è uccidere o essere uccisi. Questa è la ragione per cui rifiutiamo ogni ideologia che pretenda a diritti globali sulla vita umana, cioè il diritto permanente al terrore.
Ma ci siamo opposti al terrore in nome di qualcosa di sempre positivo che è il diritto dell’individuo alla parte di felicità che ogni vita può trovare sulla terra.»
Albert Camus agli studenti della Columbus University, New York, febbraio 1946.
Enza Sirianni
FONTE: https://comedonchisciotte.org/green-ferocia/
ATTUALITÀ SOCIETÀ COSTUME
Perché si parla di “allarme pasta”: cosa succederà nei prossimi mesi
Da una parte il calo delle esportazioni a causa della Brexit, dall’altro il rincaro per i cittadini che fanno la spesa in Italia: cos’è l'”allarme pasta”
26 Settembre 2021
Coldiretti, ossia la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, ha lanciato un ‘allarme pasta‘. Sostiene infatti che, a causa della Brexit, gli inglesi stiano abbandonando anche la dieta mediterranea, dicendo addio a un pacco di pasta italiana su quattro: un trend che, se confermato, farebbe crollare una grossa fetta delle esportazioni dall’Italia.
Perché si parla di “allarme pasta”: il ruolo della Brexit e quanto rischia di perdere l’Italia
La Brexit sta incidendo sulle scorte di benzina e di cibo, dato che entrambe stanno scarseggiando a tal punto da spingere il primo ministro britannico, Boris Johnson, a dichiarare di essere pronto a concedere un visto temporaneo a 5 mila camionisti stranieri per ripristinare le scorte ed evitare le lunghe file.
L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea però non riguarda solamente i britannici, ma anche l’Italia: si è già registrato un calo del 2% in valore degli arrivi di cibo e bevande Made in Italy nel corso del primo semestre dell’anno. In netta controtendenza all’aumento del 12% che si è registrato sul mercato mondiale.
Di fatto, dopo la Brexit sono cambiate anche le abitudini alimentari dei britannici, con un netto calo delle importazioni dall’Italia di salsa di pomodoro (-14%), formaggi (-6%), vini e spumanti (-2%). A pesare sull’export alimentare ci sono:
- difficoltà burocratiche e amministrative relative alle nuove procedure doganali;
- aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli.
Tradotto in euro, quanto rischia di perdere l’Italia? La situazione può arrivare a mettere a rischio, per Coldiretti, fino a 3,4 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari annue Made in Italy con il Regno Unito, attualmente al quarto posto tra i partner commerciali per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Si rischia un crollo delle esportazioni fino al 27%.
Perché si parla di “allarme pasta”: rincari in vista
Ma di ‘allarme pasta‘ si parla, in Italia, anche in vista di possibili rincari. Gli aumenti al supermercato si sono già verificati, ma secondo Coldiretti una crescita ancora più pronunciata del prezzo potrebbe arrivare a Natale, con aumenti fino a 20 centesimi di euro al pacco.
Per Coldiretti la strategia per contrastare l’aumento dei prezzi è stabilire un piano che preveda una maggior produzione di grano duro italiano: questo perché il nostro Paese importa circa il 40% del grano di cui ha bisogno, facendo inevitabilmente lievitare il costo del singolo pacco.
FONTE: https://quifinanza.it/info-utili/video/allarme-pasta/536664/
BELPAESE DA SALVARE
Le parole della vicequestore che hanno infiammato la piazza
La dott.ssa Nunzia Alessandra Schilirò, senza uniforme, da libera cittadina, al di fuori del suo orario di lavoro, ha parlato a braccio, emozionata ed emozionando, nel corso di una manifestazione. Il suo intervento, che non era ufficialmente previsto, ha provocato un terremoto.
di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
Non si placano le polemiche, con strascichi disciplinari, in seguito all’intervento della vicequestore della polizia di Stato, Nunzia Alessandra Schilirò – già capo della sezione violenze sessuali della Squadra Mobile romana e adesso in forza alla Criminalpol – che sabato scorso, a sorpresa, ha preso la parola in piazza San Giovanni a Roma davanti a migliaia di manifestanti riuniti come ogni sabato per protestare contro il lasciapassare verde (3 mila persone per la Questura, 100 mila secondo gli organizzatori).
E’ salita sul palco e ha incendiato i cuori con il suo discorso. Ora, ovviamente, si trova in una posizione difficile: scattata l’istruttoria, rischia di essere sospesa. Ma, intanto, qualcosa di importante è rimasto nell’aria dopo quelle parole.
Qui di seguito la trascrizione integrale dell’intervento e, alla fine, il video.
* * *
Io sono qui oggi come libera cittadina per esercitare i miei diritti previsti dalla Costituzione e non rappresento alcun partito. Io sono qui oggi e ho deciso di partecipare a questa manifestazione perché il momento storico che stiamo vivendo è di una gravità senza precedenti e a chi mi dice che manifestare è inutile io rispondo che manifestare è un po’ come denunciare un delitto: a volte puoi scegliere se farlo oppure no, ma se lo fai hai qualche possibilità di uscire dall’ingiustizia, se non lo fai hai già perso perché ti sei già arreso.
E ancora a chi mi dice che manifestare è inutile io ricordo che il primo atto che ha compiuto Gandhi per liberare il proprio paese è stato quello di manifestare perché Gandhi sapeva che il primo atto di disobbedienza civile è quello di manifestare. E Gandhi stesso ci dice che cosa significa atto di disobbedienza civile. La disobbedienza civile è un dovere sacro quando lo Stato diventa dispotico o corrotto. E il cittadino che scende a patti con un simile Stato diventa complice di quella corruzione e di quel dispotismo.
Ieri ho chiamato una mia amica e le ho detto che oggi sarei stata qui. Lei si è allarmata tantissimo e mi ha detto: “Tu sei pazza! Tu hai un buon lavoro, una carriera assicurata, da domani forse non ce l’avrai più, rischi di perdere tutto. Per che cosa? Tanto il male ha già vinto. Che cosa devi fare?” . E io le ho detto: “NO, il male non ha vinto perché il male nella storia non ha mai vinto”. E questo ce lo ricorda sempre Gandhi perché l’amore e la verità hanno sempre trionfato, anche quando sembrava impossibile. Allora lei ha obiettato: “No, non è vero, il male ha già vinto perché Gesù, Falcone, Borsellino e tutte le vittime di genocidi hanno fatto la fine che hanno fatto, una bruttissima fine”. Le avrei voluto rispondere parlando della morte, ma poi ho pensato che avrei dovuto darle delle prove piuttosto aleatorie così, visto che sono una donna concreta e pratica, le ho risposto semplicemente “NO il male non ha vinto, perché se il male avesse vinto noi oggi non saremmo qui perché ci saremmo già estinti”.
E allora io oggi sono qui anche per ricordarci che esistono “i divergenti”, coloro cioè che la pensano in modo diverso dal pensiero dominante e nonostante questo hanno lo stesso diritto di tutti gli altri di esprimere il loro pensiero. Io sono qui oggi e avete ragione a gridare libertà. La Costituzione tutela tutte le minoranze e ricordiamoci sempre che erano in minoranza anche primi cristiani, i primi partigiani e tutti coloro che si sono opposti a regimi dittatoriali. Erano in minoranza sì, però hanno avuto il coraggio di fare ciò che è giusto, non ciò che è più conveniente e anch’io avrei potuto fare ciò che è più conveniente, quindi fare come la maggior parte delle persone, farmi rilasciare con estrema facilità questa tessera di discriminazione, questo marchio di discriminazione. Invece ho scelto di andare contro i miei interessi. Contro solo in apparenza perché, in realtà, quello che oggi è un male per pochi domani sarà un male per tutti perché noi, che ci piaccia o no, siamo tutti collegati, che ci crediamo oppure no.
E quindi oggi sono qui per dissentire con il lasciapassare verde che è assolutamente incompatibile con la nostra Costituzione perché nessun diritto può essere subordinato al possesso di un certificato, un certificato che tra l’altro non esiste in nessun altra parte del mondo con questa severità. Un certificato che non ha basi costituzionali, un certificato che non ha alcuna base scientifica e questo ce lo dicono i dati reali, dati che arrivano dai media di Israele, Islanda, Australia, dati che ci dicono che i i vaccinati si ammalano, contagiano e a volte si ammalano anche gravemente, come tutti gli altri. E questa cosa dovrebbe essere chiara anche in Italia visto che il primo caso eclatante lo abbiamo avuto a luglio di quest’anno quando dei 360 membri dell’equipaggio dell’Amerigo Vespucci, la nave militare, tutti vaccinati, alcuni di loro si sono contagiati e ammalati.
E allora io oggi sono qui per dire che sì, è vero, esiste un virus pericolosissimo e potentissimo che si chiama PAURA. È la paura che genera odio, divisioni sociali, stupide etichette. E’ la paura!
E allora noi tutti insieme dobbiamo superare questa paura perché è sempre la paura che disintegra la libertà. E che senso ha una vita senza libertà e dunque senza dignità?
Io oggi sono qui anche per ricordarci una cosa fondamentale, che noi dobbiamo tornare a informarci sul serio perché presupposto indispensabile per l’esercizio di qualsiasi diritto e libertà è l’informazione libera, quell’informazione che, se esistesse nel nostro paese nei media mainstream, oggi qua le televisioni dovrebbero riprendere in diretta questa manifestazione.
Invece no, non ci sono. E sapete perché non ci sono le televisioni e i media mainstream? Perché sono troppo impegnati a trasmettere gli spot governativi perché non dobbiamo mai dimenticarci che il governo ha stanziato moltissimi soldi per tutte quelle radio e per tutte quelle televisioni disposte a trasmettere gli spot creati dal Governo e addirittura agli orari indicati dal Governo. E allora soltanto in un mondo alla rovescia questa propaganda può essere chiamata informazione.
Io oggi sono qui per ricordare a tutte le forze dell’ordine che NOI abbiamo giurato sulla Costituzione. E la Costituzione è ancora in vigore e, tra l’altro, la Costituzionale è fonte di diritto preminente e cioè sovraordinata rispetto a tutte le altre leggi dello Stato. E allora come si fa a limitare il diritto al lavoro, il diritto alla libertà, il diritto alla circolazione, il diritto alla vita sociale di un cittadino, come si fa? Non è possibile perché bisognerebbe cambiare la Costituzione!
E a chi ci dice che noi forze dell’ordine siamo chiamate a far rispettare le leggi, io dico che è assolutamente vero. Peccato che il green pass italiano sia assolutamente illegittimo perché viola l’articolo 36 del decreto 953 dell’Unione Europea istitutivo del green pass. E quindi è il green pass italiano che è illegittimo perché le norme europee sono fonti di diritto sovraordinato rispetto alle fonti del diritto italiano.
E allora uniamoci tutti insieme per chiedere, adesso, la revoca di questa tessera verde. Forse il motivo principale per cui io sono qui è per chiedere a tutti voi di unirci perché soltanto se noi uniamo le nostre energie possiamo illuminare una via per un mondo migliore e anche coloro che sono rimasti indietro potranno scorgere quella luce e raggiungerci.
Per concludere io vorrei fare una domanda ai nostri governanti, se mi vogliono ascoltare, vorrei sapere cosa accadrà il 15 ottobre quando loro saranno impegnati ad aprire “La porta dell’Inferno”, mi riferisco alla nota mostra che si terrà alle scuderie del Quirinale.
Cosa avverrà se molti milioni di Italiani dovessero decidere di rimanere a casa e di dire no alla tessera verde? Cosa farete? Cosa farà l’Italia?
Sono molto emozionata.
Vi ingrazio per avermi ascoltato e voglio lasciarvi con una domanda:
che cosa temono gli onesti?
Niente, niente, niente.
Ricordiamocelo sempre.
VIDEO QUI: https://youtu.be/C-nEyv3IJBI
FONTE: https://comedonchisciotte.org/le-parole-della-vicequestore-che-hanno-infiammato-la-piazza/
Storia anticomunista della Garbatella.
Un compleanno tra lotti, coatti e sovranisti
Garbatella, le origini “marinare” e leggendarie
Se avete la sensazione, quando siete alla Garbatella, di essere quasi in un borgo marinaro ne avete ragione; in fondo, quasi tutte le vie di questo storico quartiere romano portano nomi di armatori o navigatori. Ed è perché fu concepita per ospitare coloro che avrebbero dovuto lavorare al porto fluviale poco distante (che non si è mai fatto). E così, nella fatidica data del 18 febbraio 1920, Vittorio Emanuele III posò la prima pietra della Garbatella in piazza Benedetto Brin.
Sì, Garbatella ha una precisa data di fondazione, proprio come Roma – pure se non nacque dall’idea di un mitico re ma per mano di un Savoia. Il nome del quartiere, così dolce ed evocativo, fu a lungo dibattuto. Qualcuno suggerì di chiamare il quartiere Remuria, dando credito alla leggenda secondo la quale Remo avrebbe voluto fondare sul colle della Garbatella la sua città (e non sull’Aventino). L’origine del nome Garbatella, leggenda vuole che deriverebbe dal soprannome di un’ostessa, di nome Carlotta (proprio come la fontana storica del quartiere), che era “Garbata Ostella” o “Garbata e Bella”, poi abbreviato in “Garbatella”. Il quartiere accolse gli sfollati di Spina di Borgo dopo gli sventramenti del centro. Ha in sé, quindi, una parte della romanità più antica.
La storia alternativa a quella “rossa”
La Garbatella nasce da un sogno di Paolo Orlando, genovese, cattolico, vicino agli ambienti nazionalisti. Scrive nel suo il 31 gennaio 1920, quando sa già che il suo progetto è vicino a realizzarsi: “Ho dato il bando ai casermoni economici, si devono costruire casette isolate di tre alloggi al massimo, dotati ciascuno di un piccolo terreno coltivabile. La casa è sacra come base indispensabile alla famiglia; deve perciò essere gradita e moralizzatrice”. Il sogno di far diventare Garbatella un luogo per “marinai”, però, presto sfumò e a realizzare la quasi totalità del quartiere fu il Fascismo. A tenere fede al sogno di Paolo Orlando fu infatti proprio il regime mussoliniano il cui apporto all’architettura della Garbatella viene spesso ridotto dalla vulgata di sinistra alla costruzione dei famosi Alberghi suburbani (quello Rosso e quello Bianco) di piazza Biffi – che sono, comunque, simboli del quartiere e rispondevano alle esigenze derivate da sovraffollamento della città.
Il contributo del Fascismo
La chiesa di San Francesco Saverio in piazza Damiano Sauli fu costruita nel 1933 su progetto di Alberto Calza Bini, uno dei più famosi architetti del ventennio e di chiara fede fascista; la meravigliosa scuola adiacente risale anch’essa agli anni trenta e, qualora non fossero chiari i richiami architettonici, ha pure delle aquile imperiose come fregio. Il Fascismo continuò completando i lotti iniziati dall’Istituto Case Popolari, e costruì i nuovi edifici dei lotti che si dislocano su via Guglielmo Massaia. Come non ricordare poi il pittoresco teatro Palladium e l’edificio polifunzionale inserito nel lotto 13, quello che al pian terreno ospitava i bagni pubblici (attivi a pieno regime fino agli anni sessanta) e nei piani intermedi abitazioni popolari. Ai nostri amici Cesaroni “de sinistra” non piace ricordare, comprensibilmente, il contributo schiacciante che il Fascismo ha dato alla nascita del quartiere Garbatella, un esperimento così ben riuscito da fare da apripista per altre zone di Roma, come la Città Giardino di Monte Sacro vecchio. Il 13 dicembre 1931, in pieno Fascismo, persino Gandhi visitò la Garbatella; fu proprio il Mahatma a voler vedere coi propri occhi questo prodigio architettonico rimanendo piacevolmente impressionato dall’opera Maternità e Infanzia di piazza Biffi. Ma questo non lo leggerete nei libri che trovate da Eataly – e lo troverete liquidato in poche righe persino su Wikipedia.
Garbatella, ovvero Msi, Giorgia Meloni, Simone Di Stefano
Avere certe idee alla Garbatella è molto punk perché il quartiere è sempre stato rosso (sebbene ora abbia più virato sul viola, colore della lista dell’attuale presidente del Municipio); c’è uno dei più importanti centri sociali di Roma, il Csoa La Strada. Poco distante c’è La Villetta che ora viene definito “social lab” – un centro che ovviamente sostiene Ong, iniziative Lgbt e quant’altro. Sovente il centro sinistra ha vinto a Garbatella con percentuali bulgare. Ma dall’essere continuamente accerchiati si impara la caparbietà; lo sa Giorgia Meloni, nata e cresciuta alla Garbatella. “Qui sono nata, questo quartiere è un pezzo di vita” dichiarò la Meloni nel 2016. “una piazza che per me ha un valore affettivo, qui ho fatto la prima comunione”. La Meloni ha iniziato a farsi le ossa nella sede del Msi di Garbatella, fondata tra gli altri da Ennio Rosati; uno che a 15 anni si arruolò per la Repubblica Sociale Italiana e che ha sempre vissuto nei lotti del quartiere. Grazie a lui e ai suoi compari nella Garbatella “rossa”, al comizio di Giorgio Almirante, parteciparono migliaia di persone. In questa sezione militò anche Simone Di Stefano, uno dei fondatori di CasaPound, mentre al liceo Socrate nacque il nucleo primigenio di quello che sarebbe diventato il Blocco Studentesco …
Cento anni e sei sempre la più bella
Qualcosa nel quartiere parla e dice la verità, nonostante nelle celebrazioni che in questi giorni animano il quartiere non venga mai menzionato niente di quanto avete appena letto; i muri parlano. Fino a una manciata di anni fa, parlavano anche di stadio, di simpatie scorrette, di scudetti (sì, decisamente di più dello scudetto della Roma che non di quello della Lazio) di semplice coattagine e di aggressività, tutte cose che poco hanno a che fare con l’epos radical chic di oggi che la “vita violenta” la relega ai libri di Pasolini. Fino a pochi anni fa a piazza Biffi c’erano i coatti col doppio taglio sul motorino e certe scuole erano riformatori sotto mentite spoglie. Ma comunque tanti auguri Garbatella, altri cento di questi anni – e chissà che ora non cambi qualcosa, già che siamo di nuovo negli anni venti ….
Ilaria Paoletti
L’articolo originale, “Storia anticomunista della Garbatella. Un compleanno tra lotti, coatti e sovranisti” è uscito il 18 febbraio 2020 per il centenario della Garbatella
FONTE: https://www.ilprimatonazionale.it/cultura/storia-anticomunista-della-garbatella-146103/
CONFLITTI GEOPOLITICI
L’amministrazione Biden aiuta i talebani
FONTE: https://rumble.com/vlt15i-biden-administration-helping-the-taliban.html
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
“Spudorata interferenza Big Tech, attacchi informatici statunitensi” durante le recenti elezioni russe, l’ex presidente Medvedev dice a RT
C’è stata un’interferenza diffusa e palese nelle recenti elezioni russe, che vanno da raccomandazioni mirate e censura da parte della Silicon Valley ad attacchi informatici palesi sui server provenienti dagli Stati Uniti, ha detto Dmitry Medvedev a RT.
L’ex presidente e primo ministro della Russia è ora vicepresidente del Consiglio di sicurezza, che serve direttamente sotto il presidente Vladimir Putin.
In un’intervista esclusiva trasmessa martedì, Medvedev ha detto a RT che durante il voto del 17-19 settembre, i server della Commissione elettorale centrale “erano sotto costante attacco” e che circa la metà degli attacchi provenivano dagli Stati Uniti , secondo il ministero dello sviluppo digitale.
“Questo è un motivo sufficiente per litigare, giusto?” Egli ha detto.
Oltre alla palese ingerenza, c’è stata un’interferenza indiretta da parte delle società Big Tech con sede negli Stati Uniti, ha aggiunto.
“Quando controllo i consigli di Twitter su chi seguire – ovviamente, la prima persona che viene fuori è Navalny, che sta scontando una condanna penale. Non è questa interferenza negli affari di un paese straniero? È un’interferenza palese”, ha detto Medvedev .
Navalny, blogger e attivista considerato dai media occidentali il ‘leader dell’opposizione russa’, si trova attualmente in una colonia penale per scontare la sua pena sospesa per appropriazione indebita. I suoi sostenitori affermano che le accuse sono motivate politicamente.
Lo stesso Navalny, questo mese, ha denunciato Apple e Google come “complici” del Cremlino dopo che le due società hanno ritirato il suo cosiddetto “Voto intelligente” per conformarsi alle leggi locali. Medvedev dice che i colossi della Silicon Valley sono una legge a sé stante, comunque.
“Tutti sono stanchi della Big Tech, compresi gli Stati Uniti”, dice a RT. “La Big Tech gioca secondo le proprie regole aziendali. Le hanno inventate, e ora è così che decidono le cose. Hanno tolto i guai ad alcuni, danno il colpo ad altri. Hanno bloccato l’ex presidente degli Stati Uniti ovunque. Aveva 85 o 90 milioni di follower … ciao ciao! Perché? [Loro] non gli piace.”
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/spudorata-interferenza-big-tech-attacchi-informatici-statunitensi-durante-le-recenti-elezioni-russe-lex-presidente-medvedev-dice-a-rt/
Quel piano della Cia per rapire e assassinare Julian Assange
Un clamoroso e spregiudicato piano – mai attuato – maturato ai tempi dall’amministrazione Trump per rapire e magari assassinare il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange. È quanto emerge da un’inchiesta pubblicata su Yahoo News da tre giornalisti investigativi di grande fama, Zach Dorfman, Sean D. Naylor e Michael Isikoff. Nel corso del 2017, prima che – nell’aprile 2019 – il giornalista australiano venisse arrestato e poi incarcerato alla Her Majesty Prison Blemarsh e sulla sua testa pendessero fino a 175 anni di carcere per accuse di spionaggio e pirateria informatica, stava iniziando il suo quinto rinchiuso nell’ambasciata dell’Ecuador, a Londra.
Donald Trump era stato eletto da pochi mesi e i funzionari della sua amministrazioni, si legge nell’inchiesta, erano impegnati in una lunga diatriba sulla legittimità e legalità di un’operazione che prevedeva il rapimento del fondatore di WikiLeaks. Alcuni funzionari della Cia e della Casa Bianca presero persino in considerazione l’idea di assassinare Julian Assange, al punto di richiedere una serie di “opzioni” su come farlo fuori. Il dibattito su questo piano segreto si è svolto “ai più alti livelli” dell’amministrazione Trump, spiega un ex funzionario che ha parlato con i tre giornalisti autori dell’inchiesta. Tali conversazioni, ha spiegato la fonte, facevano parte di una campagna senza precedenti della Cia contro WikiLeaks e il suo fondatore. I piani dell’agenzia includevano anche un’ampia attività di spionaggio sui soci di WikiLeaks, inclusa l’idea di seminare discordia tra i membri del gruppo e rubare i loro dispositivi elettronici.
La vendetta della Cia
All’inizio del 2017 WikiLeaks aveva cominciato a pubblicare migliaia di file segreti riguardanti l’agenzia (Vault 7). L’allora direttore della Cia fresco di nomina, Mike Pompeo – poi Segretario di Stato – voleva vendicare l’agenzia rispetto a quella che riteneva una figuraccia epocale e una fuga di notizie intollerabile. Fu proprio Pompeo uno dei promotori di questo piano mai messo in pratica dall’amministrazione Trump. “È tempo di chiamare WikiLeaks per quello che è veramente: un servizio di intelligence ostile non statale, spesso aiutato da attori statali come la Russia”, spiegò Pompeo dinanzi alla platea del Center for Strategic and International Studies di Washington, nel 2017.
Dall’ambasciata dell’Ecuador al carcere
Julian Assange ottenne asilo politico e protezione sotto la presidenza di Rafael Correa. Come già evidenziato da InsideOver, tutto cambiò con l’elezione del suo successore Lenin Moreno, il quale accusò ben presto Assange di aver “ripetutamente violato” i termini dell’asilo nell’ambasciata dell’Ecuador dove era rinchiuso dal 2012. Una settimana dopo le dichiarazioni di Mike Pompeo su WikiLeaks, l’allora procuratore generale Jeff Sessions annunciò che arrestare Julian Assange era una “priorità”. Secondo quanto riferito dal New York Times, il dipartimento di Giustizia stava lavorando a un memorandum che conteneva possibili accuse contro Wikileaks e Assange. Il 20 ottobre 2017, Mike Pompeo paragonava Wikileaks ad al-Qaida e allo Stato Islamico (Isis). L’amministrazione Trump prese poi una posizione sempre più aggressiva nei confronti di Assange e del governo Moreno. Il Sottosegretario agli Affari Politici Thomas A. Shannon Jr. visitò l’Ecuador a febbraio 2018, e fu seguito a marzo dal vice comandante del Comando Sud degli Stati Uniti, il generale Joseph DiSalvo, il cui compito era discutere la cooperazione di sicurezza con il leadership militare ecuadoriana.
Il giorno dopo la visita di Di Salvo, il governo di Quito prendeva la sua prima azione importante per ridurre la libertà di Assange presso l’ambasciata di Londra. Secondo l’Ecuador, Assange aveva violato un impegno scritto, sottoscritto nel dicembre 2017, di non “emettere messaggi che implicavano interferenze nei confronti di altri stati”. La conseguenza fu che i funzionari ecuadoriani interruppero il suo accesso a Internet e vietarono ogni visita. La dichiarazione del governo alludeva all’incontro di Assange con due leader del movimento indipendentista catalano. Gli Usa, consci della difficile economica dell’Ecuador, soprattutto dopo la visita nel Paese dei funzionari del Fondo Monetario Internazionale, nell’estate 2018 fecero ulteriori pressioni sul governo di Lenin Moreno, sino a quando no fu ritirato l’asilo politico che lo aveva tutelato per anni. Oggi Assange è detenuto in un carcere di massima sicurezza inglese, per via di una sua possibile – quanto improbabile – fuga, in attesa che Washington prepari l’appello contro la sentenza che lo scorso 4 gennaio ne ha vietato l’estradizione.
FONTE: https://it.insideover.com/politica/quel-piano-della-cia-per-rapire-e-assassinare-julian-assange.html
“Così i servizi segreti hanno bloccato l’avanzata di Afd”
Chi aveva previsto una disfatta dell’ultradestra di Alternative für Deutschland alle urne ha dovuto ricredersi. Se è vero che i sovranisti tedeschi perdono circa due punti percentuali rispetto alle ultime elezioni federali del 2017, cosa che ha portato una serie di esponenti del partito a fare pubblica ammenda (l’eurodeputato Jorg Meuthen, portavoce della formazione, contraddicendo pubblicamente la leader Alice Weidel davanti ai giornalisti, ha definito il risultato “non certo un successo”), chi esce davvero con le ossa rotte dalle ultime consultazioni elettorali è la Cdu orfana di Angela Merkel.
L’Unione di Armin Laschet deve fare i conti con una vera e propria emorragia di voti, fagocitati dall’Spd, dai Verdi e dai liberali dell’Fdp. La destra euroscettica, che nei mesi scorsi ha duramente criticato la gestione della pandemia da parte della Grosse Koalition, strizzando l’occhio ai no-mask, resta comunque su percentuali a due cifre. Se è andata male ad Amburgo, in Baviera o nel Nord Reno Westfalia, dove in alcune circoscrizioni non è stata superata neppure la soglia di sbarramento del 5%, nei land dell’Est, la ex Ddr, l’AfD si conferma un vero e proprio Volkspartei. Un partito del popolo, che fa presa tra gli operai e i disoccupati, come tra i colletti bianchi.
In Sassonia e in Turingia, dove a guidare il partito sono gli esponenti dell’ala più radicale, l’Alternativa per la Germania è il partito più votato, mentre in Brandeburgo e Meclemburgo Pomerania i sovranisti si sono piazzati subito dopo i socialdemocratici. Un risultato che infiamma il dibattito interno alla leadership del partito, divisa tra l’anima liberale e quella più radicale, che fa presa nei land più poveri, intercettando il malcontento. Non a caso Stefan Moeller, il coordinatore dell’Afd in Turingia assieme a Bjorn Hoecke, considerato il leader dell’ala più oltranzista della formazione, ha subito esortato i colleghi ad “imparare” dai land orientali, dove il partito non ha fatto “concessioni alla propria linea”.
“Siamo soddisfatti perché ci siamo affermati nel migliore dei modi. Mentre la Cdu ha subito una sconfitta storica e la Linke è riuscita a superare la soglia di sbarramento soltanto attraverso accordi speciali, noi abbiamo raggiunto un risultato a due cifre, e questo è un successo”, media Sebastian Münzenmaier, vice-presidente del gruppo dell’Afd al Bundestag. Secondo il deputato, raggiunto da Inside Over subito dopo la chiusura delle urne, il partito ha perso almeno due punti percentuali rispetto al voto del 2017 per effetto della crescita di formazioni politiche nuove, come Die Basis, o i Liberi Elettori (Freie Wähler), che avrebbero accresciuto il proprio peso proprio pescando nel bacino elettorale dell’Afd.
Ma a frenare l’ascesa dei sovranisti potrebbe essere stata anche la decisione dell’Ufficio federale per la difesa della Costituzione (BfV), i servizi segreti interni della Germania, che lo scorso marzo ha deciso di mettere “sotto osservazione” il partito, considerandolo un “pericolo per la democrazia”. Una sorta di stigma, che potrebbe aver avuto l’effetto di allontanare in parte l’elettorato più moderato. “I nostri cittadini sono abbastanza maturi per vedere attraverso manovre di questo tipo – minimizza il politico tedesco – ma è comunque uno scandalo: in quante democrazie liberali il più grande partito di opposizione è attaccato da un servizio segreto con informatori e intercettazioni nell’anno in cui si tengono le elezioni?”.
L’ombra gettata dagli 007 non è riuscita però a frenare l’avanzata nelle roccaforti dell’Est, dove l’AfD ha sfiorato il 25%. “Le persone lì hanno esperienze molto particolari e notano quando chi è al potere si allontana dal popolo, – spiega Münzenmaier – valori come la nazione, la patria e la coesione, che sono i valori dell’AfD, sono più presenti lì, e i nostri amici dell’est sanno parlare all’anima della gente”. Insomma, il fenomeno politico dell’Alternativa per la Germania, esploso nel 2017 sull’onda della crisi migratoria che ha travolto l’Europa nel 2015, sembra essere tutt’altro che passeggero.
Il voto di “protesta” rimane una variabile di peso nello scenario politico tedesco. E anzi, per qualche osservatore la sonora sconfitta registrata dalla Cdu potrebbe aprire a nuovi scenari e ad un parziale sdoganamento dei sovranisti tedeschi. Uno spostamento a destra dell’Unione, orfana della guida della cancelliera, potrebbe portare ad una revisione della “dottrina Merkel”, che vedeva come fumo agli occhi possibili alleanze con l’ultradestra.
Un esperimento politico di questo tipo era andato in scena circa un anno fa in Turingia, dove il liberale Thomas Kemmerich era stato eletto governatore, strappando la regione alla sinistra, con i voti dei cristiano-democratici e dell’AfD. Fu costretto a dimettersi dopo neppure un mese, per le pressioni dei vertici del suo partito e della stessa Merkel. La “defezione” degli esponenti locali della Cdu costò il posto anche all’allora presidente dell’Unione, Annegret Kramp-Karrenbauer, accusata di aver avallato di fatto l’operazione.
Il vice-presidente del gruppo parlamentare, però, si mostra scettico: “La Cdu non ha a cuore gli interessi dei tedeschi, per questo è improbabile che nel prossimo futuro ci sia un ritorno ad una politica patriottica. Se un nuovo slittamento a sinistra li porterà al potere con i Verdi, sopporteranno anche questo”.
L’era Merkel, insomma, non è finita. “Proseguirà – scommette Münzenmaier – con altri mezzi e forme”. “La Germania – protesta – continuerà ad essere il finanziatore dell’Europa, ad accogliere ogni richiedente asilo e a ospitarlo a vita, a chiedere ai cittadini di pagare per questioni assurde attraverso tasse e costi della vita sempre più alti, e continuerà ad essere sottomessa agli interessi di attori lontani dal popolo”.
“Il compito del nuovo governo – spiega ancora il deputato sovranista – dovrebbe essere quello di tornare a fare di nuovo politica per i cittadini tedeschi: usare i soldi delle tasse tedesche per la Germania, riconoscere che lo Stato e il governo devono prima di tutto essere al servizio del proprio popolo”. “I vecchi partiti – accusa – stanno già fallendo in questo e non troveranno soluzioni sostenibili a tutte le sfide che vanno dalla sicurezza interna, alla protezione delle frontiere, fino alla giustizia sociale, ai salari equi e agli affitti accessibili per i cittadini tedeschi”.
FONTE: https://it.insideover.com/nazionalismi/cosi-i-servizi-segreti-hanno-bloccato-lavanzata-di-afd.html
Da dove escono i “festini” di Luca Morisi.
Maria Giovanna Maglie: come opera la “macchina del fango”
Tiene banco sui giornali e nelle trasmissioni tv il caso di Luca Morisi, l’uomo alla base della comunicazione social di Matteo Salvini – la temutissima “Bestia” – finito al centro di una inchiesta per droga. Morisi è indagato per detenzione di stupefacenti (i pm di Verona parlano di modica quantità) ma anche di cessione in base alle accuse di tre persone, trovate in possesso di una sostanza che ancora deve essere identificata e che puntano il dito sul guru della comunicazione politica.
La vicenda non può che scuotere il Carroccio e sulle sue ripercussioni politiche è l’argomento di apertura della puntata di martedì 28 settembre de L’aria che tira, il programma di La7 condotto da Myrta Merlino, tornata in studio dopo il forfait di ieri.
La giornalista Maria GIovanna Maglie si scaglia contro la gestione del caso a livello mediatico e non solo. Non si sa neanche di che sostanza si tratta, ma sorprende in primis il tempismo dell’avviso di garanzia, che arriva a distanza di quasi un mese dai fatti. Ma soprattutto “a meno di una settimana dal voto” per le elezioni amministrative in città chiave come Roma, Milano e Napoli.
“Leggo cronache fantasiosissime che ricostruiscono festini solo da alcuni rumori di passi sentiti da una vicinia di casa” di Morisi, un appartamento ricavato in una antica villa veneta, a Belfiore, paese a est di Verona.
“Conosco la macchina del fango della sinistra da oltre trent’anni, in passato colpì anche me”. In quanto a Luca Morisi lo ritengo un genio, gli voglio bene e lo stimo. Per il resto sono d’accordo con Antonio Polito. L’editorialista del Corriere della sera è ospite in studio e poco prima aveva rigettato l’idea di una legge del contrappasso forzata. “Morisi ha fatto il suo lavoro, a volte crudelmente. Se queste cose le avesse fatte Salvini il discorso sarebbe stato diverso”.
FONTE: https://www.iltempo.it/attualita/2021/09/28/news/laria-che-tira-festini-luca-morisi-maria-giovanna-maglie-affondo-macchina-del-fango-matteo-salvini-28841228/
ECONOMIA
Per le imprese la transizione non sarà un pranzo di gala
La transizione energetica è oggigiorno una questione fondamentale per tutte le società a economia avanzata, i governi e i settori produttivi più strategici. Mentre gradualmente, tra ricerca di nuovi paradigmi, un crescente sentimento ecologista e la diffusione di nuove tecnologie, prende piede la più complessa e articolata ristrutturazione industriale mai promossa nella storia umana comincia ad apparire chiaro che questo processo non sarà, parafrasando Mao Zedong, un “pranzo di gala”.
In particolare, è sicuramente indubbio che i nuovi paradigmi produttivi, i nuovi settori legati all’energia rinnovabile, l’efficienza come nuovo driver dell’industria e i nuovi servizi in via di sviluppo (pensiamo solo agli smart charger e alla domotica) presuppongono una crescente ibridazione tra espansione produttiva e tutela ambientale, ma d’altronde le aspettative devono esser mediate con la realtà. Giancarlo Giorgetti e Roberto Cingolani, i ministri del governo Draghi più attenti alle dinamiche della transizione ecologica sul fronte scientifico e industriale hanno avvertito che l’ideologia ambientalista più radicale può portare a fare della transizione ecologica un “bagno di sangue” per le economie avanzate. E al contempo va sottolineato che anche nel contesto di una programmazione strutturata e realista, come in parte quella italiana è, i danni fisiologici non sono da escludere.
Questo per un’ampia e complessa serie di ragioni strutturali. Gli investimenti per la transizione, in primo luogo, costano: i piani miliardari di Enel e Terna per le reti elettriche di ultima generazione e le proposte di investimento di Paesi come la Germania sull’idrogeno lo testimoniano. Questo presuppone per le imprese una necessità crescente di programmazioni di medio-lungo periodo cui vanno fatti seguire cicli di assunzioni di figure specializzate, questioni burocratiche con cui fare i conti, analisi di mercato complesse, piani di finanziamento che devono essere ben oculatamente strutturati. Pena flop potenzialmente rovinosi.
Questo si lega direttamente al secondo tema nel disegnare un quadro che rende come unica strada percorribile quella dell’ambientalismo pragmatico: le imprese e le altre creature del mondo economico possono pensare sul lungo periodo a piani radicali, ma si trovano a vivere in un “qui e ora” fatto di mix energetici ancora dipendenti dal contesto governato dalle fonti non rinnovabili. Parlando con Affari Italiani l’imprenditore e manager Domenico Greco, che attraverso la holding Gestioni Industriali è un attore di primo piano nella chimica italiana e si è fatto a lungo interprete della linea pragmatica sulla transizione, lo ha testimoniato: “Le nostre aziende operano attraverso processi elettrolitici che, se da una parte si possono definire “puliti” perché impiegano acqua, sale ed energia elettrica come principali materie prime, dall’altra vedono il loro posizionamento competitivo direttamente connesso al costo dell’energia elettrica e del gas (in quanto materia prima per la produzione della stessa energia elettrica)”.
Greco sottolinea dunque l’impossibilità di scindere la transizione dalle dinamiche attuali di mercato. La dipendenza delle imprese dal bilancio, dalla necessità di evitare shock sistemici e interruzioni nelle disponibilità di flussi di cassa continui e dalla capacità di programmare organicamente le rende strutturalmente sensibili a problematiche legate al balzo del prezzo dell’energia. Questioni potenzialmente in grado di inficiare e rallentare le strategie di lungo periodo come il piano europeo Fit for 55, dato che i costi dell’energia, soprattutto quella elettrica, dipendono fondamentalmente dalle materie prime e dal processo con cui questa viene prodotta.
Questo ci introduce al terzo e ultimo punto che imprese e governi dovranno affrontare nel gestire la transizione: quello delle catene logistiche, che Greco nel suo dialogo con Affari Italiani tocca. “L’unica maniera di far fronte a questa emergenza”, nota, “è di privilegiare il più possibile fornitori locali cercando di costruire una supply chain europea che quindi possa in parte contenere i rischi di discontinuità logistiche e di costo”. Il reshoring industriale e la trasformazione strutturale delle catene del valore globali non potrà non riguardare anche i settori chiave per la transizione, che impattano anche su filiere fortemente strategtiche come quella delle tlc, dei semiconduttori e delle infrastrutture di connessione, in cui la capacità di proiezione degli Stati strateghi intenti a privilegiare i propri campioni nazionali si sta facendo sempre più attiva dopo il Covid-19.
FONTE: https://it.insideover.com/ambiente/per-le-imprese-la-transizione-non-sara-un-pranzo-di-gala.html
La riforma del catasto: una patrimoniale occulta, eterodiretta, sbagliata.
Il momento per vedere chi sta con gli Italiani e chi li odia
Settembre 29, 2021 posted by Guido da Landriano
Il governo intende introdurre la riforma del catasto nella prossima manovra di bilancio, nella delega per la riforma fiscale? Questa è la domanda che attanaglia il 70% circa degli italiani proprietari di un’abitazione. Perché?
Prima di tutto la revisione del catasto, e quindi dei valori immobiliari, è il presupposto per l’applicazione di una patrimoniale sugli immobili.Non è un caso che la revisione più pesante degli ultimi decenni avvenne con il governo Monti, che tout court, aumentò gli stessi del 60%. Anche il cosiddetto “Ricalcolo a somma zero” è un pericolo perché:
- da un lato è comunque una redistribuzione del carico fiscale fra i cittadini e , non essendo basato sul reddito, potrebbe essere ingiusto;
- nessuno francamente crede nella volontà del governo, di qualsiasi governo, di operare a somma zero.
Perchè questa sfiducia nel governo? Semplice:
- sotto spinta della Germania Bruxelles vuole tassare la ricchezza degli italiani per una questione di pura invidia. Dato che le famiglie posseggono il 70% del patrimonio Immobiliare, contro cifre molto più basse in Germania, per loro siamo solo dei ricchi furbi;
- vi è un pregiudizio ideologico piddini per cui il proprietario di case, anche della prima casa, è sempre comunque uno sporco redditiero.
Proprio ieri c’è stata un’interrogazione al MEF sulla materia e la sottosegretaria Castelli ha risposto che “il 26 gennaio 2021 il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha disposto l’attivazione progressiva su tutto il territorio nazionale del Sistema Integrato del Territorio – SIT, la nuova piattaforma digitale dell’Agenzia delle Entrate nella quale saranno conservati gli atti e gli elaborati catastali”. Bene, ma dobbiamo fidarci?
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Scandalo alla FED: due presidenti si dimettono per “Problemi etici”, cioè Trading
Settembre 28, 2021 posted by Leoniero Dertona
Uno scandalo colpisce la Federal Reserve e obbliga due presidenti, membri del FOAMC, a dare le dimissioni.
Il presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan dà le dimissioni con effetto nel prossimo futuro, secondo un annuncio della banca centrale arrivato poche ore dopo la notizia che il capo della Fed di Boston, Eric Rosengren, si sarebbe dimesso presto “Per motivi di salute”.
Entrambi i presidenti regionali sono stati costretti a dimettersi dopo che le informazioni finanziarie hanno mostrato una loro intensa attività di trading lo scorso anno, attirando forti criiche circa la commistione di interessi dei due alti funzionari
“È stato un grande onore servire come presidente e amministratore delegato della Federal Reserve Bank di Dallas negli ultimi sei anni e lavorare con i professionisti di grande talento della banca che stanno aiutando a costruire un’economia più forte per tutte le comunità in Undicesimo distretto e la nostra nazione”, ha detto Kaplan in una dichiarazione che accompagna l’annuncio della sua partenza l’8 ottobre.
Ha aggiunto: “Durante il mio mandato, ho aderito a tutti gli standard e le politiche etiche della Federal Reserve. Le mie attività e divulgazioni di investimento in titoli hanno rispettato le regole e gli standard di conformità della banca”.
Nell’annunciare il ritiro di Rosengren all’inizio della giornata, la Fed di Boston ha dichiarato in una dichiarazione che “In un messaggio al personale della Banca, il dott. Rosengren ha rivelato per la prima volta di essersi qualificato per l’elenco dei trapianti di rene nel giugno del 2020, durante la pandemia. , dopo il peggioramento di una condizione renale che ha avuto per molti anni”, affermando che “il ritardo nella necessità della dialisi potrebbe essere migliorato se ora apportasse modifiche allo stile di vita per ridurre i rischi della sua condizione”. Un evento molto opportuno..
Rosengren doveva già ritirarsi tra nove mesi, ma ora si ritirerà giovedì dopo 35 anni alla Boston Fed. Kaplan era un decano associato senior presso la Harvard Business School prima di entrare alla Fed di Dallas.
Sebbene né Kaplan né Rosengren abbiano infranto nessuna delle regole a cui i funzionari della Federal Reserve devono sottostare, le loro operazioni hanno attirato l’attenzione dei legislatori, anche perchè è evidente che, manovrando la politica monetaria e conoscendone le evoluzioni, potevano anticipare il mercato e trarre forti profitti. Nessuno regola della FED glielo vietava, tanto che Jerome Powell, il governatore, ha subito richiamato alla necessità di cambiare proprio la normativa per i più alti funzionari. I quali, evidentemente, hanno dei forti interessi personali..
FONTE: https://scenarieconomici.it/scandalo-alla-fed-due-presidenti-si-dimettono-per-problemi-etici-cioe-trading/
GIUSTIZIA E NORME
Dittatura Smart: campagna vaccinale e cronologia del ricatto.
“L’ignoranza afferma o nega rotondamente; la scienza dubita.”
Voltaire.
Roma, 14 dicembre 2020 – Sileri: “Se solo il 40% si vaccina sarà necessario qualche obbligo, non potremmo vaccinare 60 milioni di italiani a gennaio: ci sarà procedura organizzata e accelerata, con il virus ci dovremo convivere”. 1
L’arrivo del siero anticovid 19, sancisce l’inizio dei proclami della politica. Nonostante l’allineamento di tutti i mezzi di comunicazione, le vaccinazioni primaverili non raggiungono grandi numeri, i primi mesi oltre alle scarse dosi consegnate, arriva una minaccia peggiore per la smart dittatura che rischia di compromettere tutto: gli effetti avversi. Offensiva la minimizzazione, in alcuni casi colpevolizzando la vittima per avere “altre patologie”. Chi sono dunque i “più fragili”?
La platea degli effetti avversi si allarga ai giovani e ai più anziani, con o senza patologie. AIFA l’11 marzo 2021 dispone il divieto di utilizzo di un lotto del vaccino anticovid 19 AstraZeneca 2, somministrato alla maggioranza del personale scolastico.
10 maggio 2021 – Sileri: “Con 30 milioni di vaccinati niente mascherina, sarà sensato metterla solo in caso di assembramenti”. 3
30 maggio 2021 – Sileri sul vaccino anticovid: “Dal 3 giugno arriva davanti casa”.4
31 maggio 2021 – “Nessun obbligo per il vaccino ai ragazzi, ma una forte raccomandazione a farli. La vaccinazione contro Covid-19 non è obbligatoria, è fortemente consigliata. E soprattutto è sicura”. 5
Il 5 giugno 2021, muore Camilla Canepa, aveva ricevuto la somministrazione del farmaco Vaxzevria (AstraZeneca) il 25 maggio durante un open day. La procura di Genova ha aperto un fascicolo su “omicidio colposo a carico di ignoti“.
2 giugno 2021 – Zingaretti, Costituzione a maturandi in fila per vaccino – “Passiamo testimone a Italia del futuro, lavoro è base Repubblica”.6
Giugno. Arrivano dosi massicce di siero anticovid 19. Si aprono gli hub vaccinali presi d’assalto dai più giovani, ma l’avvento dura qualche ora.
21 luglio 2021 – I dati distribuiti dal governo italiano sulle vaccinazioni nel mese di luglio raggiungono un numero su base nazionale di 3 milioni di italiani. Una regione in particolare proprio in data 21 luglio fa un balzo in avanti, la Toscana: un picco di 27.785 somministrazioni con capofila Pfizer/BioNTech.7
Tutto procede verso la vaccinazione di massa e Draghi dichiara il 22 luglio 2021: “Invito tutti a vaccinarsi, l’appello a non vaccinarsi è l’appello a morire. Senza protezione si deve chiudere tutto di nuovo, non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire. Non ti vaccini, contagi, lui o lei muoiono”.8
Secondo il quotidiano La Stampa subito dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio si ha l’“Effetto Draghi” sul Green pass: boom di prenotazioni per i vaccini, oltre 150 mila in un giorno.9
Ma non c’è nessun boom di prenotazioni il 23 luglio ma un picco di somministrazioni, dopo le prenotazioni avvenute in precedenza, che calano proprio dopo le dichiarazioni.
23 luglio 2021 – Il Sole 24 Ore, il giorno dopo il discorso di Mario Draghi, pubblica tempestivamente i numeri e le percentuali dell’avvenuta copertura vaccinale.
In questa data, gli italiani risultano vaccinati al 50 per cento, di cui il 48,20 con due dosi, 14,10 in attesa della seconda dose, il 62,30 per cento parzialmente protetto.10
Il mese di giugno-luglio raggiunge quote altissime di somministrazioni di “vaccino anticovid-19”, cioè il siero a mRNA messaggero e ad adenovirus modificato. Un’innovazione accolta con molta diffidenza e poi conclusa con una partecipazione di massa, ma solo dal mese di giugno e luglio. I mesi che anticipano le ferie degli italiani, ovvero il mese di agosto.
Agosto. Si registrano i primi casi di positività nei vaccinati. Ma gli esperti replicano: è l’effetto paradosso. Il «Paradosso di Simpson», cioè i ricoveri al 60 per cento sono i vaccinati: “in un gruppo con il 95% di vaccinati, le infezioni tra i vaccinati supererebbero quelle tra i non vaccinati semplicemente perché ci sono molte più persone vaccinate tra cui il virus può diffondersi. In un gruppo con il 20% di vaccinati in cui tutti siano esposti al virus, la maggior parte dei non vaccinati verrebbe infettata e la maggior parte dei vaccinati no.”11
Come si riconosce dunque la positività? In quali soggetti è considerata pericolosa e in altri innocua?
15 agosto 2021 – L’Italia si è trasformata in mezzo ad uno stato di emergenza rinnovato fino al 31 dicembre 2021: le spiagge sono gremite, e gli ospedali vuoti. Ma la campagna per la vaccinazione prosegue con altisonanti inviti ma poche sono le somministrazioni e le prenotazioni.
Arriva il 24 agosto, appena rientrati dalle vacanze, gli amministratori del Nuovo Regno d’Italia, annunciano pene severe attraverso proclami: stavolta arriva dal ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini, che dichiara: “La mia opinione è che occorre attendere i dati. Se dovessimo giudicare irraggiungibile la copertura dell’80% della popolazione non vedrei alternative all’obbligo”.12
Si è passati dunque dal 40 per cento dichiarato a marzo 2021 e dalla copertura dei “più fragili” a l’obiettivo dell’80 per cento.
16 settembre 2021 – Si annuncia il GP, il certificato verde esteso a tutto il popolo italiano. Perché su cosa è fondata la Repubblica italiana? Sul lavoro ed è il lavoro che viene colpito duramente. Una sferrata di violenza inaudita, si attaccano gli “indecisi”. Per far cadere gli italiani rimasti, obiettivo convincere la minoranza.
Ma c’è un fatto che i dati pubblicano, ovvero l’80 per cento di popolazione vaccinata è già stata raggiunta nel mese di settembre, prima dell’annuncio del Green pass sui luoghi di lavoro. Ma si insite sui lavoratori pubblici, dove il 90 per cento è già inoculato con due dosi.
Si raggiunge quota 75,52 per cento della popolazione over 12 completamente vaccinata, quasi 41 milioni di italiani, con un totale del 87,5 per cento di dosi somministrate.13
17 settembre 2021 – Il ministro Gelmini dichiara: “Grazie al green pass sul lavoro l’obbligo vaccinale non sarà necessario”.14
Dunque non basta l’80 per cento? A quanto pare no.
18 settembre 2021 – Gli indecisi rispondono al ricatto. Volano le prenotazioni.
Le ultime intimidazioni arrivano dal ministro della pubblica amministrazione che intima agli italiani la vaccinazione forzata, al restante cioè 10 per cento. Non si “invita” più solo il personale pubblico, ma soprattutto quello privato che dovrà munirsi di una “patente”.
Si tratta dell’effetto annuncio: una pratica conosciuta come l’ANNOUNCEMENT EFFECT
che indica l’effetto prodotto sui mercati finanziari o su singoli titoli dalla comunicazione di notizie riguardanti la situazione economica di un paese, le strategie e gli obiettivi della politica economica,
ma anche esiti e previsioni su singole società quotate in borsa.
Ce lo spiega il ministro Brunetta il 16 settembre 2021: “Il fatto che il decreto sia stato approvato oggi e che viene pubblicato domani o dopodomani, ma entra in vigore dal 15 di ottobre e cioè usi queste 4 settimane, non solo per la preparazione dei meccanismi di controllo di verifica di entrate e così via, ma soprattutto per un grandissimo enorme serissimo effetto annuncio, cioè vaccinatevi, fate il Green pass. Ed è molto probabile che l’effetto annuncio legato alla nuova regolazione ai nuovi…., a un impegno sulla nuova estensione del Green pass, porti nelle 4 settimane all’accelerazione certamente dei Green pass, ma anche dei vaccini. Il risultato potrebbe essere già conseguito già all’inizio dell’entrata in vigore del decreto.”15
Il 16 settembre viene votato infatti il Green pass che si riferisce al decreto legge convertito del 21 luglio 2021, per l’acceso ai ristoranti, musei, piscine, feste e sagre.16
L’effetto annuncio si riferisce soprattutto alla proposta di legge 127 del 2021 che ha validità dal 15 ottobre, votata dalla Camera dei deputati con 413 SI e 48 NO.
Citando la Costituzione italiana, articolo 77:
“Il Governo non può, senza delegazione delle Camere [cfr. art. 76], emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni [cfr. artt. 61 c. 2, 62 c. 2].
I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.”
Perché dunque posticipare questa patente? L’emergenza sanitaria è dunque un fatto imprevedibile o prevedibile?
Tale disposizione cita i seguenti articoli della Costituzione italiana:
Articolo 87
Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.
Articolo 32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Articolo 117
La potestà legislativa è esercitata dallo Stato [70 e segg.] e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.
Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l’Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; perequazione delle risorse finanziarie;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo;
g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali;
h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale;
i ) cittadinanza, stato civile e anagrafi;
l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa;
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
n) norme generali sull’istruzione;
o) previdenza sociale;
p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane;
q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale;
r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale; opere dell’ingegno;
s) tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
Questa proposta di legge, è dunque una forzatura costituzionale, un attacco alla resistenza e un atto intimidatorio, l’estrema mossa di un potere psicopatico.
La cronologia del ricatto è determinante per comprendere la metodica della manipolazione dei mezzi d’informazione e la mercificazione dei principi della nostra Repubblica. Una violenza stratificata senza scampo, un martellante rituale che getta le basi per il controllo della dissidenza e addirittura della messa al bando con offese, forzature e minacce. La smart dittatura si nutre della politica emergenziale sanitaria, decisa a tavolino.
In questi mesi, ovvero dall’avvento del vaccinismo, alcuni esponenti si sono espressi con frasi offensive e razziste, che non vengono riportate in questo articolo che ha solo l’umiltà di elencare le minacce mascherate, la propaganda e l’assoluta e fondata determinazione del controllo della popolazione. L’omissione delle dichiarazioni di tali esponenti di un pensiero distopico, è dunque volontaria nel rispetto delle norme della community in quanto contengono frasi che possono ledere la sensibilità del lettore.
L’Articolo 1 della Costituzione Italiana rimane in vigore anche dopo il 15 ottobre:
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
di Laura G.
1. https://www.quotidiano.net/cronaca/coronavirus-vaccino-1.5814701
2. https://www.aifa.gov.it/-/aifa-dispone-divieto-di-utilizzo-di-un-lotto-astrazeneca-accertamenti-in-corso-in-coordinamento-con-ema
3. https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/05/10/sileri-con-30-milioni-vaccinati-a-meta-giugno-italia-in-bianco_c8b09878-715d-4eb5-83e9-7985fa16955a.html
4. https://www.adnkronos.com/vaccino-covid-sileri-dal-3-giugno-arriva-davanti-casa_3oG5IsF3EcbjuBMh958Tvx
5. “The Breakfast Club’, Radio Capital.
6. https://www.ansa.it/lazio/notizie/2021/06/02/2-giugnozingaretticostituzione-a-maturandi-in-fila-per-vaccino_d4724e73-1f3e-4e6a-9018-68a8f564250c.html
7. https://vaccinazioni.sanita.toscana.it/
8. https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/07/22/lappello-a-non-vaccinarsi-e-lappello-a-morire-draghi-gela-salvini-senza-protezione-si-deve-chiudere-tutto-di-nuovo-video/6270717/
9. https://www.lastampa.it/cronaca/2021/07/23/news/effetto-draghi-sul-green-pass-boom-di-prenotazioni-per-i-vaccini-1.40528961.
10. https://www.ilsole24ore.com/art/vaccini-luglio-solo-quinto-sono-prime-dosi-inversione-ultimi-giorni-AEKUVdY
11. https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/21_agosto_18/covid-israele-ricoverati-vaccinati-vaccino-pfizer-delta-68d56662-0038-11ec-8344-5725a069e6ae.shtml
12. https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Green-pass-Gelmini-Puo-essere-esteso-Obbligo-vaccinale-Non-e-eresia-1d88c24e-3c7f-4917-a5e1-10f35fd9d193.html
13. https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/
14. https://www.genova24.it/2021/09/green-pass-la-ministra-gelmini-se-il-salone-nautico-si-puo-svolgere-e-grazie-ai-vaccini-276166/
15. http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/ministro/05-09-2021/greenpass-patente-di-validita-lintervista-del-ministro-brunetta
16. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/07/23/21G00117/sg
FONTE: https://comedonchisciotte.org/dittatura-smart-campagna-vaccinale-e-cronologia-del-ricatto/
LE VIOLAZIONI COMPARATE DELLO STATO DI DIRITTO PER IL COVID-19
Dopo le ripetute restrizioni governative, con l’ennesima decretazione di urgenza degli aggiornamenti sul Green pass, non possiamo esimerci dal fare un raffronto con ciò che accade, con i relativi provvedimenti legislativi statuiti, nelle altre nazioni, per fronteggiare la pandemia del Covid-19. Nelle altre nazioni europee i provvedimenti presi sono stati decisamente meno stringenti e meno duri, in quanto il Green pass non è un certificato obbligatorio in tutta Europa. L’Unione europea ha scelto di non prendere una decisione univoca e di conseguenza ogni Stato ha stabilito delle proprie regole e norme interne. Tra i diversi Stati che hanno scelto di intraprendere una politica che non prevedesse l’istituzione del certificato verde, oltre al Regno Unito, ormai estraneo all’Unione europea, si possono annoverare gli stati europei come la Danimarca e la Spagna. Infatti nel Regno Unito, mentre il governo di Boris Johnson ha deciso di non rendere obbligatorio il certificato verde in Inghilterra, in Scozia, invece, a partire dal 1° ottobre 2021, entrerà in vigore l’obbligo di possedere il Green pass per frequentare i locali e le discoteche e per partecipare ad eventi sportivi, spettacoli e concerti.
In Danimarca hanno preso la decisione drastica di abolire tutte le misure relative al contrasto della pandemia del Covid-19, compresa l’abolizione dell’obbligo del Green pass. In Svezia, verranno abolite quasi tutte le restrizioni per fronteggiare il Covid-19 entro il 29 settembre, riservando l’obbligo di possedere il certificato verde solo a coloro che provengono dall’estero. In Svizzera, a partire dal 13 settembre, è obbligatorio mostrare il Green pass, fin dai 16 anni di età, per frequentare i luoghi chiusi, gli alberghi e gli esercizi di ristorazione in generale, oltre a musei, teatri, concerti, piscine, sale da gioco e zoo e tutti quegli eventi siano svolti in locali pubblici.
I datori di lavoro possono obbligare i propri dipendenti ad avere il Green pass, come personale obbligo di tutela. La Francia ha imposto il Green pass ovunque, con relative sospensioni senza stipendio per i dipendenti che non si vaccineranno, ma ha ritirato l’obbligo della mascherina. La Germania ha non ha imposto l’obbligo vaccinale, prevedendo l’obbligo del Green pass per accedere agli ospedali, alle case di cura, alle palestre, piscine e ristoranti al chiuso e per gli alberghi, ma ciascun lander può decidere autonomamente sulle restrizioni riguardanti la scuola.
In Austria è previsto l’obbligo del Green pass per accedere ai musei, ristoranti, alberghi e locali notturni, ma non c’è l’obbligo di indossare la mascherina, mentre i turisti devono mostrare un tampone negativo o il Green pass. In Estonia, Lituania e Lettonia, vige l’obbligo del Green pass per la frequentazione di palestre, cinema, teatri e ristoranti. In Portogallo è obbligatorio mostrare il Green pass in ogni luogo con più di mille persone all’aperto e con oltre 500 persone al chiuso e alle feste e battesimi con più di 10 persone. In Grecia vige l’obbligo di utilizzo del Green pass per fruire dei treni a lunga percorrenza e per frequentare i teatri e tutti i luoghi pubblici (dal 13 settembre) e non basta mostrare la certificazione di un tampone negativo. Per i lavoratori pubblici o privati vige l’obbligo della vaccinazione o del doppio tampone settimanale e l’obbligo vaccinale per il personale delle Rsa e per tutti gli operatori sanitari.
In Spagna non vige alcun obbligo del Green pass, prevedendo solo l’utilizzo delle mascherine al chiuso e lasciando alle singole regioni il potere decisionale sull’obbligo del Green Pass per frequentare bar, ristoranti e i locali notturni. Infine, dulcis in fundo, in Italia vige il sistema più restrittivo e illegittimo di tutta Europa e non solo, il presidente del Consiglio Mario Draghi, ha esteso l’obbligo del Green pass a tutte le categorie e in ogni dove, con poche eccezioni, dimostrando tutta la sua indifferenza nei confronti del rispetto dei principi costituzionali e dell’articolo 32 della Costituzione italiana, riguardo in particolare all’ultimo comma in cui si afferma che “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Dopo più di un anno di reiterata violazione della Costituzione con il Governo Conte che ha legiferato norme riguardanti principi inviolabili come la libertà di circolazione e la libertà economica con degli atti amministrativi, come sono i Dpcm, che hanno esautorato completamente il Parlamento e quindi la sovranità popolare, che esso, per la stessa Costituzione, rappresenta, perché eletto direttamente dal popolo, assistiamo all’invereconda reiterata violazione delle nostre libertà inviolabili e anche alla violazione del diritto alla salute, cercando di imporre la somministrazione di un farmaco, chiamato impropriamente vaccino, che è ancora sperimentale almeno fino al 2023 ( secondo quanto stabilisce l’Ema) e la cui efficacia nel tempo ed i suoi effetti collaterali nel medio e lungo termine sono sconosciuti, come afferma lo stesso protocollo consegnato all’Aifa dalla Pfizer, riguardo al suo farmaco a mRna. La situazione è tanto surreale quanto preoccupante, la progressiva deriva impositiva che viola ogni conquista costituzionale dei principi inviolabili si sta dimostrando senza limiti, tanto quanto la pusillanime accettazione di tutto ciò, da parte di una popolazione terrorizzata e disinformata da una stampa e dai mas media in generale, complici e acritici e pronti a silenziare o ghettizzare qualsiasi voce autorevole scientifica o intellettuale che pone dei dubbi a tutta questa macchina da guerra di certezze, che tutto sono tranne che scientifiche, ma semmai esclusivamente politiche.
L’Italia è una nazione ormai commissariata da un potere non rappresentativo di nessun interesse e volontà popolare, ma esecutore e rappresentativo di interessi che appartengono a lobby sovranazionali, è ormai una nazione negletta senza neanche più quella tutela costituzionale che avrebbe dovuto svolgere l’Organo costituzionale della presidenza della Repubblica, (il maggiore garante del rispetto della Costituzione), una nazione progressivamente sempre più indebitata e impoverita con il Pil che cade a picco e il numero di poveri che cresce in modo esponenziale, mentre ogni giorno viene raggiunta illegalmente da centinaia di clandestini, a cui non viene imposta nessuna restrizione e nessun vaccino o Green pass, pur trovandosi l’Italia in un forzato stato di emergenza, prorogato dall’attuale Governo fino al 31 dicembre del 2021.
L’Italia, che è un Paese in cui è sempre più difficile ricorrere al voto popolare, quando cade un Governo, perché viene sempre procrastinato dai “giochi di palazzo”, ormai è una nazione stanca, depressa, con un tasso di natalità quasi inesistente e inversamente proporzionale al tasso di senilità, che cresce sempre maggiormente, con in relativi costi, che il nostro sistema pensionistico contributivo non può sostenere. Il nostro Paese vive una situazione sociale ed economica tanto stagnante quanto drammatica, che le politiche governative illegittime e le sue altrettante restrizioni incostituzionali hanno peggiorato, portando sul lastrico milioni di italiani e le loro rispettive famiglie, mentre l’atavico strumento del “Panem et circenses” (più circenses che panem), come quello dei Campionati di calcio e delle Olimpiadi, viene utilizzato per assuefare e distrarre la massa dalla consapevolezza del proprio progressivo “de profundis”.
Nihil est incertius vulgo (dal “Pro Murena” di Cicerone)
FONTE: http://www.opinione.it/politica/2021/09/28/fabrizio-valerio-bonanni-saraceno_green-pass-covid-19-europa-regno-unito-danimarca-spagna-svezia-svizzera-francia-germania/
IMMIGRAZIONI
Orban: la migrazione di massa fa parte del “piano globale” per creare un “nuovo proletariato
Parlando alla 4a Conferenza demografica di Budapest, organizzata come un forum sulle politiche a favore della famiglia e altre misure per invertire il declino della popolazione senza ricorrere all’immigrazione di massa, Orbán si è rivolto ai partecipanti – tra cui l’ex vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence , il presidente della Serbia , il presidente serbo di Bosnia, e i primi ministri della Slovacchia e della Slovenia – osservando che la causa del conservatorismo nazionale ha “sofferto sensibili perdite politiche” negli ultimi anni. “Il presidente Trump non è stato in grado di continuare il suo lavoro” negli Stati Uniti dopo il gennaio 2021, …- “e Dio sa cosa accadrà in Germania questa domenica” quando Angela Merkel è teoricamente il partito di centro-destra potrebbe essere sostituito da un governo di sinistra che includa possibilmente il partito comunista di sinistra marxista nelle elezioni nazionali.
[…]
“È un problema che la popolazione sia in declino?” chiese.
“L’Occidente… semplicemente non vuole mantenersi. Non giriamoci intorno: certe civiltà sono in grado di riprodursi; la civiltà occidentale non è in grado di riprodursi, al punto che non sono in grado di decidere se questo sia un problema.
“Alcuni [ i miliardari del deep state e Forum di Davos, ndr. ] sono dell’opinione che questo non sia un problema e sostengono che aumentando la produttività e sviluppando la tecnologia meno persone saranno in grado di generare più beni, più beni pubblici. Produzione meccanizzata, intelligenza artificiale, economia automatizzata: il lavoro umano non conta più. Questa è la soluzione tecnocratica della Silicon Valley “, ha spiegato.
“E ci sono altri che avvertono il problema del declino demografico e per questo vogliono la migrazione. Credono che i popoli alieni da terre lontane dovrebbero essere trasferiti e questo fermerà il declino demografico. Ma la migrazione di massa… i milioni di persone che sono state attirate qui, sono fondamentalmente un piano globale di formazione di un nuovo proletariato”, ha accusato, aggiungendo che i promotori di questa visione del mondo “non tengono conto dell’aspetto culturale della democrazia”.
La migrazione, ha spiegato Orbán, “è una questione di identità” – e “un paese sarà vitale solo se i suoi cittadini condividono in gran parte gli stessi valori – in caso contrario, la nazione, il paese, cadrà a pezzi..”
Il piano dell’Ungheria per invertire il declino demografico rifiutando la migrazione di massa per mantenere la sua identità culturale e coesione sociale, ha detto Orbán alla conferenza, è costruito attorno al principio fondamentale che “lo stato deve proteggere la famiglia e lo stato deve eliminare tutte le ostacoli alla costituzione di famiglie” come elementi costitutivi della società.
Come risultato delle politiche, ha affermato Orbán, “abbiamo quasi raddoppiato i matrimoni” e goduto di un “calo del 41% dell’aborto” dal 2010 –
“Devo dirti onestamente, ci stiamo difendendo, l’Ungheria si sta difendendo, contro gli attacchi della sinistra occidentale; stanno attaccando il modello familiare tradizionale” ha avvertito.
Questi attacchi non sono arrivati solo sotto forma di critiche dirette alle politiche economiche volte a consentire alle coppie di creare una famiglia – e salvare il paese in generale da una bomba demografica a orologeria – che sono spesso dipinte in modo piuttosto ingeneroso come un complotto retrogrado per trasformare le donne in “baby machine” – ma attraverso una parte di una più ampia spinta culturale a “relativizzare la nozione di famiglia”.
Lo “strumento” preferito per questo, ha affermato Orbán, è “l’Lgbtq e la lobby di genere”.
Il leader ungherese ha ricevuto dalla Kommissione UE attacchi feroci e autoritari per la legislazione approvata di recente volta ad affrontare questo problema rendendo illegale la promozione di contenuti LGBTQ su cose come il cambio di genere per i minori nelle scuole e nei media, ma crede che la posizione ungherese non sia così lontana da quello del pubblico dell’Europa occidentale, come suggerirebbe la protesta.
“Nell’Europa occidentale e a Bruxelles, nessuno ha mai chiesto alla gente della propaganda LGBTQ o della migrazione”, ha detto.
Di seguito il lucido commento di Cesare Sacchetti
Alla quarta conferenza demografica tenutasi a Budapest, Viktor Orban ha descritto molto chiaramente il vero scopo dell’immigrazione di massa. Le immigrazioni dai Paesi afro-asiatici non sono un fenomeno spontaneo. Sono un fenomeno orchestrato ed eterodiretto dalle ONG finanziate e dalle istituzioni più rappresentative del disegno mondialista, quali le Nazioni Unite. L’idea è quella di creare un ammasso di genti senza alcuna identità. Orban ha parlato a questo proposito della creazione di un “nuovo proprietariato”. È il disegno originario del conte Kalergi, il nobile austriaco che già negli anni’20 venne finanziato dai Rothschild e dai Warburg.
Kalergi auspicava la costruzione degli Stati Uniti d’Europa popolati non dai tradizionali popoli etnici europei ma piuttosto dalla fusione di africani, asiatici ed europei.
È il proletariato senza identità e cultura di cui parla Orban. È un piano di distruzione scientifica della vera Europa e del mondo Occidentale che attraverso la secolarizzazione e la scristianizzione ha accelerato e favorito questo processo di disgregazione etnica e culturale. L’ideologia liberalmarxista ha polverizzato l’idea della famiglia naturale, ovvero il pilastro sul quale ha sempre poggiato tutta l’Europa. Una volta rimosse le sue fondamenta, l’Europa ha iniziato il viaggio verso la sua autodistruzione. Il male dell’Occidente è proprio questo. Non si fanno figli perché la famiglia è stata minata attraverso un’aggressione culturale e un’altra economica che ha privato i popoli europei dei mezzi necessari per sostentare i figli. Per guarire, l’Occidente deve fare soltanto una cosa. Liberarsi di questi falsi valori imposti dal femminismo e dal marxismo. Per guarire, l’Occidente deve tornare ad essere ciò che è sempre stato per oltre duemila anni.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/orban-la-migrazione-di-massa-fa-parte-del-piano-globale-per-creare-un-nuovo-proletariato/
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Strage sul lavoro, sei morti in 24 ore. E’ allarme sicurezza
In 24 ore sei morti sul lavoro in Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana e Sicilia
Nel milanese due operai quarantenni che lavoravano per una ditta esterna sono morti mentre rifornivano l’ospedale Humanitas di azoto: una fuga di gas li avrebbe intossicati e congelati. La procura indaga per omicidio colposo. A Nichelino, in provincia di Torino un uomo di 72 anni, titolare di un’officina è morto dopo essere scivolato da una scala. A Loreggia, in provincia di Padova, un operaio di 50 anni che lavorava per una ditta del luogo è deceduto cadendo da un’impalcatura di cinque metri. Disposti gli accertamenti per eventuali violazioni in tema di sicurezza sul lavoro. A Capaci, in provincia di Palermo, un camionista di 52 anni è rimasto schiacciato dal tir mentre stava effettuando delle verifiche fuori dal mezzo. In provincia di Pisa è morto decapitato da una trebbiatrice un uomo di 54 anni: l’incidente è avvenuto attorno alle 20.40 a Pontasserchio.
Mancanza di sicurezza e negligenze del datore di lavoro le cause principali
Età e nazionalità differenti ma un’unica tragica sorte: sono morti per negligenze del datore di lavoro e soprattutto per mancanza di sicurezza. Su questo fronte poi come non puntare il dito contro la carenza di personale nei vari ispettorati del lavoro. Un problema strutturale, ormai cronicizzato, che torna alla ribalta puntualmente quando purtroppo muore qualcuno. Secondo l’Onu, nel mondo sono quasi due milioni l’anno le vittime sul lavoro e gli incidenti sono la terza causa di morte, dopo le malattie croniche. Le regioni con più casi sono quelle del sud cui segue per numero di vittime il nord est, il centro e infine il nord ovest. Persone spesso costrette a lavori faticosi e pericolosi. Oltre ai mancati requisiti di sicurezza, pesa anche il tipo di contratto: l’86% delle aziende ispezionate l’anno scorso è stata trovata con lavoratori irregolari o in nero.
Landini: “Vanno aumentate ispezioni e sanzioni. Aziende non in regola vanno chiuse”
A sentire Maurizio Landini, leader della Cgil, “vanno aumentati i poteri ispettivi e le sanzioni. Con Draghi abbiamo condiviso la necessità che nelle imprese che non rispettano norme, o che sono soggette a incidenti, le attività possano essere sospese sino a che non si ripristinino le condizioni di sicurezza. Questo vuol anche dire, da subito, effettuare migliaia di nuove assunzioni negli ispettorati del lavoro, nelle Asl e servizi territoriali. L’incidente di Pieve Emanuele avviene nell’ambito di un appalto e, troppo spesso, le vittime sono lavoratori precari o neoassunti. Non si può restare a guardare”, afferma Landini in una intervista alla Stampa. La patente a punti della sicurezza aziendale “è la nostra richiesta – spiega il sindacalista -. Il governo si è reso disponibile a lavorarci a partire dal coordinamento delle banche dati. Abbiamo condiviso più ampi poteri ispettivi e sanzioni per chi non rispetta le regole. Nessuna azienda deve rimanere senza rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza. Il nodo è prevenzione e formazione. La sicurezza deve essere considerata un investimento, non un costo“, fa presente Landini. E sulla chiusura delle aziende non a norma non ha dubbi: “Sì. Senza sicurezza non si può lavorare”.
Ludovica Colli
FONTE: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/strage-lavoro-sei-morti-24-ore-allarme-sicurezza-208941/
PANORAMA INTERNAZIONALE
L’eclissi dell’Europa
Per secoli, fino al 20° compreso, l’Europa è sembrata il perno centrale della storia mondiale.
Poi venne la Grande Guerra Civile d’Occidente, la nostra Guerra dei Trent’anni (1914-1945), dove tutte le grandi potenze europee — Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Russia — insieme a quasi tutte le altre, combatterono alcuni dei le più grandi battaglie della storia.
Risultato: le più grandi nazioni europee erano tutte insanguinate. Tutti gli imperi d’Europa caddero. I popoli coloniali furono tutti in gran parte liberati e iniziarono la grande migrazione verso le madrepatrie. E l’Europa era divisa tra un Occidente guidato dagli Stati Uniti e un blocco sovietico dominato da Mosca.
Eppure, anche durante quei quattro decenni di Guerra Fredda, l’Europa era vista come il premio nella lotta.
Quando la Guerra Fredda finì in trionfo per il Mondo Libero, stava sorgendo un’Unione Europea modellata sull’Unione Americana, e quasi tutte le nazioni europee appena liberate iniziarono ad aderire all’alleanza della NATO.
Eppure oggi si avverte che il ruolo dell’Europa nella storia del mondo sta passando, che il perno americano verso la Cina e l’Indo-Pacifico è sia storico che permanente, e che come il passato appartiene all’Europa, il futuro appartiene all’Asia.
L’Asia, dopo tutto, ospita le nazioni più popolose del mondo, Cina e India; a sei delle nove potenze nucleari del mondo; e a quasi tutte le sue principali nazioni musulmane: Indonesia, India, Pakistan, Bangladesh, Turchia e Iran, nonché alle maggiori economie mondiali al di fuori degli Stati Uniti: Cina e Giappone.
E l’Europa?
Nel 2016, la Gran Bretagna ha votato per il ritiro dall’UE. Quest’estate, gli inglesi si sono uniti agli australiani e agli Stati Uniti in un patto AUXUS che ha distrutto un caro accordo francese per costruire una dozzina di sottomarini diesel e per sostituirli con sottomarini nucleari di fabbricazione britannica e statunitense.
Parigi ha visto questo come un “tradimento”, una “pugnalata alla schiena” da parte di alleati che il generale Charles De Gaulle aveva denigrato come “les Anglo-Saxons”. Eppure AUXUS era anche una dichiarazione innegabilmente chiara su dove gli australiani vedevano il loro futuro, e non era accanto alla Francia, ma agli Stati Uniti.
Tuttavia, questo è stato il peggior affronto degli Stati Uniti al nostro alleato francese da quando il presidente Dwight Eisenhower ha ordinato agli inglesi e ai francesi di uscire da Suez.
Ma, almeno allora, Ike poté dire nel 1956 che non era stato allertato dell’invasione franco-britannica dell’Egitto e che i nostri partner della NATO avevano agito senza che lui ne fosse a conoscenza o avesse dato il suo consenso.
Per protestare contro il trattamento riservato alla Francia nell’accordo sui sottomarini, il presidente Emmanuel Macron ha richiamato il suo ambasciatore negli Stati Uniti, cosa che non era mai stata fatta da quando la Francia ha riconosciuto le colonie americane ed è venuta in loro aiuto durante la nostra guerra d’indipendenza.
In effetti, l’accordo sottomarino ha costretto alla cancellazione di una grande festa presso l’ambasciata francese a Washington, DC, per celebrare il 240esimo anniversario della Battaglia dei Capes.
Questa fu la critica battaglia navale franco-britannica alla foce del Chesapeake nel 1781, dove prevalse una flotta francese, che le consentì di fornire copertura all’esercito del generale George Washington mentre circondava, bombardava e costringeva la resa dell’esercito del generale Lord Cornwallis a Yorktown.
Ma se gli inglesi sono fuori dall’UE e i francesi sono estraniati dai loro alleati della NATO, la Germania ha tenuto ieri un’elezione, dove, per la prima volta nella sua storia, l’Unione cristiano-democratica di Konrad Adenauer, Helmut Kohl e Angela Merkel è stata ridotto a un quarto del voto nazionale.
Il nuovo leader della Germania, dopo mesi di trattative, potrebbe essere il leader dei socialdemocratici, di concerto con i Verdi. Ma anche quel governo potrebbe non essere messo insieme entro Natale.
Nessuno dei futuri cancellieri dell’Unione Cristiano Democratica o del Partito socialdemocratico ha la statura della Merkel, che è stata leader della Germania nell’ultimo decennio e mezzo, ma anche leader di fatto dell’Europa.
E si consideri l’attuale condizione della NATO, una volta celebrata come l’alleanza di maggior successo nella storia per aver dissuaso qualsiasi invasione sovietica dell’Europa della NATO per l’intera Guerra Fredda.
Nel 2001, invocando l’articolo V che un attacco a uno è un attacco a tutti, la NATO si è unita agli americani nel loro tuffo in Afghanistan per affrontare gli autori dell’11 settembre.
Questo agosto, 20 anni dopo, tutti i nostri alleati della NATO si sono ritirati mentre l’esercito afghano si sbriciolava e scompariva e il regime afghano crollava. I nostri alleati della NATO hanno così condiviso l’ignominia della ritirata americana e della sconfitta.
Non solo il baricentro politico si sta spostando dall’Europa all’Asia, ma l’unità europea sembra una cosa del passato.
Poiché la Gran Bretagna ha lasciato l’UE, la Scozia sta valutando la secessione dall’Inghilterra.
La Catalogna pensa ancora alla secessione dalla Spagna.
La Sardegna sta valutando la secessione dall’Italia.
Polonia e Ungheria sono in contrasto con l’UE per le riforme politiche interne che si dice siano in conflitto con le richieste dei burocrati di Bruxelles.
Per quanto riguarda le nazioni della fascia meridionale dell’UE e della NATO, Spagna, Italia e Grecia, la loro principale preoccupazione non è tanto un’invasione da parte della Russia quanto l’invasione in corso da tutto il Mediterraneo dall’Africa e dal Medio Oriente.
FONTE: https://www.zerohedge.com/geopolitical/eclipse-europe
DWN: Con il nuovo governo federale, il “Grande Reset” è la condanna a morte per le medie imprese tedesche
L’agenda è sostenuta dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ( QUI ). Gli obiettivi climatici dell’UE sono coerenti con l’agenda del WEF. Ma i nuovi piani climatici della Commissione europea in realtà significano il divieto dei motori a combustione interna. Diverse voci pesanti dall’industria automobilistica avvertono quindi di massicce dislocazioni per prosperità e posti di lavoro se i piani vengono attuati ( QUI ).
Non solo il presidente della Commissione Ue, numerosi capi di Stato e di governo, ma anche papa Francesco alle prese con il “Grande Reset” ( QUI ). Dalla sua più recente enciclica sociale ” Fratelli tutti ” emerge:
“Ancora una volta faccio mie le parole di san Giovanni Paolo II e le ripeto qui perché forse non se ne comprendeva la portata: ‘Dio ha donato la terra a tutto il genere umano senza escludere o preferire nessuno perché nutrisse tutto il suo membri. ‘ In questo contesto ricordo che «la tradizione cristiana […] non ha mai riconosciuto il diritto alla proprietà privata come assoluto o inalienabile e ha sottolineato la funzione sociale di qualsiasi forma di proprietà privata». Il principio dell’usufrutto comune dei beni creati per tutti è il “principio fondamentale di tutto l’ordine etico-sociale”, è un diritto naturale, naturalmente dato e prioritario. Tutti gli altri diritti sui beni che sono necessari per la realizzazione olistica delle persone, compresa la proprietà privata e tutte le altre, «non deve rendere più difficile la sua realizzazione, ma anzi deve facilitarla», come diceva san Paolo VI. stressato. “
Il nuovo governo federale si orienterà sicuramente verso questi standard globali.
Maggiori informazioni sul tema: “Grande Reset”: il Vaticano stringe una grande alleanza con i più ricchi del mondo
Nel nuovo mondo dopo il “Grande Reset” i cittadini non possiedano nulla, ma “prenderanno in locazione” tutto. Tutte le cose della vita quotidiana dovrebbero provenire da un prestito. Ma questo approccio è una contraddizione in termini. Se il cittadino deve prendere in prestito qualcosa, ciò che è preso in prestito deve appartenere a qualcuno – sotto forma di un bene di proprietà.
Secondo le loro stesse dichiarazioni, i membri elitari del WEF stanno pianificando una fusione di capitalismo e socialismo nel “Grande Reset” nel senso di prosperità per tutte le persone ( QUI ).
Ciò che realmente intendono, tuttavia, è una sorta di “socialismo corporativo”. Al vertice della piramide, secondo questo pensiero, dovrebbe esserci una piccola e ricchissima élite che controlla le aziende agricole, finanziarie e farmaceutiche, mentre non c’è più ceto medio o ceto medio. Queste corporazioni dovrebbero possedere tutti i tipi di beni per prestarli a titolo oneroso ai cittadini. La maggior parte dei cittadini sarebbe impiegata nelle corporazioni o riceverebbe un reddito di base universale perché non può o non vuole partecipare al processo di creazione di valore. Le aziende fornirebbero anche corsi per garantire che i loro dipendenti rappresentino i punti di vista e le opinioni desiderati dalla società. Il mondo di cui stiamo parlando qui sarebbe completamente digitalizzato, rendendo il controllo dell’individuo un gioco da ragazzi. Twitter e altri social media hanno già dimostrato quanto velocemente le grandi aziende della “grande tecnologia” possano “spazzare via” un individuo che non rappresenta l’opinione della maggioranza data dal mondo digitale.
Maggiori informazioni sul tema: La protezione del clima come pretesto: la cooperazione tra politica e industria automobilistica è un ottimo esempio del Grande Reset
Il problema cruciale è: in un mondo in cui tutto è digitalizzato, sarebbe possibile per le agenzie governative o le agenzie “big tech” non governative tagliare la vita a una persona. Nel peggiore dei casi, non sarebbe più possibile fare la spesa, utilizzare i mezzi pubblici o fare altre cose essenziali. Questo ordine minaccioso è molto simile al famoso romanzo di George Orwell “1984” ( QUI ).
Inoltre, si pone la questione di come si debba realizzare l’espropriazione dei cittadini per attuare il progetto di espropriazione. Quali metodi e tattiche fiscali dovrebbero essere utilizzate per far perdere tutto ai cittadini?
La Cina funge da modello per le menti di questo nuovo ordine economico e sociale. Il Regno di Mezzo sta già chiedendo l’introduzione di un sistema di codici QR globale per consentire alle persone di attraversare i confini nel bel mezzo della pandemia di coronavirus. Coloro che possono dimostrare di essere in buona salute con il codice possono viaggiare. In molti luoghi della Cina, i cittadini possono entrare o uscire da comunità, supermercati e altri locali commerciali solo con un codice QR sanitario ( QUI ).
Se si pensa alle attuali misure Corona in relazione alla nuova visione futura 2030 del WEF, di cui lo stesso WEF riporta in dettaglio testualmente sul proprio sito Web, tutti gli sviluppi attuali colpiranno la Germania particolarmente duramente dal punto di vista economico – anche prima di tutti gli altri paesi il globo. Perché questa agenda colpirà in particolare le medie imprese tedesche di fama mondiale: ” Oltre il 99 per cento di tutte le imprese in Germania sono PMI (piccole e medie imprese, ndr), forniscono più della metà di tutti i posti di lavoro e generano più di ogni secondo euro (valore aggiunto netto). Per la Confederazione sono PMI tutte le imprese con un massimo di 499 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro. ”
O come dice letteralmente il fondatore del WEF Klaus Schwab nel suo libro “Covid-19: The Great Reset” :
“In Francia e nel Regno Unito, diversi esperti del settore stimano che fino al 75% dei ristoranti indipendenti potrebbe non sopravvivere ai blocchi e alle successive misure di allontanamento sociale. D’altra parte, le grandi catene ei colossi del fast food sopravviveranno. Ciò suggerisce che le grandi aziende stanno diventando più grandi mentre le più piccole si stanno riducendo o scomparendo del tutto”.
Collega inequivocabilmente e letteralmente il “Grande Reset” con la pandemia della corona. Schwab aveva precedentemente dichiarato alla rivista ” Schweizer Illustrierte ” quanto sia influente e potente il WEF :
“Dopo la caduta del muro di Berlino, abbiamo unito l’Europa orientale e occidentale, abbiamo impedito una guerra tra Turchia e Grecia e abbiamo annunciato la fine dell’apartheid quando Nelson Mandela era a Davos”.
Tutte le misure finora decise hanno rafforzato le grandi imprese e danneggiato le medie imprese. Questa tendenza si intensificherà nella prossima legislatura.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/dwn-con-il-nuovo-governo-federale-il-grande-reset-e-la-condanna-a-morte-per-le-medie-imprese-tedesche/
Il mondo accademico (USA) sta istituendo una burocrazia di sorveglianza permanente che presto governerà il resto del Paese
Scritto da Michael Tracey tramite Substack,
Avendo ora ricevuto uno tsunami di messaggi da persone negli Stati Uniti (e alcuni a livello internazionale) sui regimi di sorveglianza permanentemente installati nelle loro istituzioni educative, contravvenendo alle precedenti assicurazioni che l’anno accademico in corso avrebbe segnato un tanto atteso “ritorno alla normalità “, grazie all’inizio della vaccinazione di massa – ci sono alcune conclusioni da trarre.
Primo: a meno che e fino a quando i “casi” COVID non saranno abbandonati come metrica in base alla quale l’azione politica è presumibilmente dettata, queste istituzioni sono destinate a continuare a fluttuare da misura irrazionale a misura irrazionale per il prossimo futuro. Basta rivolgere lo sguardo a uno dei motivi pedagogici più consacrati d’America: dal 17 settembre, la Columbia University ha recentemente vietato studenti dall’ospitare ospiti, visitare residenze diverse dalla propria e riunirsi con più di dieci persone. La motivazione dichiarata per queste restrizioni? Gli amministratori hanno estrapolato dai dati di “tracciamento dei contatti” che hanno obbligatoriamente sequestrato che un recente aumento della trasmissione virale è attribuibile a “studenti che socializzano smascherati durante le riunioni nelle residenze e negli appartamenti, bar e ristoranti fuori dal campus”. (Socializzando in appartamenti, bar e ristoranti nel mezzo di Manhattan – accidenti, non riesco a immaginare niente di più atroce.)
Proprio come il Connecticut College e così tante altre istituzioni su cui ho ricevuto raffiche di messaggi, la Columbia ha già imposto la vaccinazione per tutti gli studenti, i docenti e il personale e si sta avvicinando al 100% di conformità. Ma come è stato ora abbondantemente chiarito, per molte persone in posizioni di autorità burocratica, la vaccinazione universale non sarebbe mai stata sufficiente per una transizione dalla modalità di “emergenza permanente” della teologia esegetica COVID. Gli incentivi perversi sono facili da cogliere. Questi amministratori hanno investito così tanto nell’infrastruttura di rilevamento dei “casi” che hanno costruito nell’ultimo anno e mezzo – per non parlare del più ampio progetto ideologico di “fermare la diffusione” a tutti i costi – che è impossibile immaginare condizioni in che muoverebbero volontariamente per smantellare i sistemi di sorveglianza su cui presiedono.
No, l’infrastruttura non verrà smantellata a breve perché per farlo sarebbe necessario accettare un importante cambiamento di paradigma nel modo in cui viene compreso il COVID. E per alcuni segmenti della società, l’intero sistema di pensiero è semplicemente troppo divorante. I casi benigni di trasmissione – cioè la trasmissione che non porta a malattie gravi, che è quasi invariabilmente il caso di giovani adulti vaccinati a rischio astronomico basso di COVID – dovrebbero smettere di essere descritti come “focolai” allarmanti, che richiedono un flusso infinito di frenetici incontri strategici di Zoom e tattiche interventiste rapide e a tutto tondo. Probabilmente anche la stessa parola focolaio dovrebbe essere abbandonata, date le sue connotazioni allarmistiche. Suggerirei invece quell’epidemia essere applicato a queste frenetiche ondate di eccessiva reazione burocratica. Forse le origini epidemiologiche di questa mentalità malata potrebbero essere “rintracciate per contatto”.
Perché qualcuno dovrebbe allarmarsi per un presunto “focolaio” di “casi” prevalentemente asintomatici o lievi tra una popolazione di studenti universitari sani vaccinati – “casi” che non sarebbero mai stati rilevati se non per le strutture superflue di “test di sorveglianza” che questi istituzioni richiedono che gli studenti si sottomettano? E prima che qualcuno intervenga con la risposta standard “perché possono trasmettere agli altri”: gli “altri” da cui sono circondati hanno avuto l’opportunità di farsi vaccinare gratuitamente negli ultimi otto mesi. Anche i prestigiosi media statunitensi sta cominciando a rifiutare l’utilità di usare “casi” come punto di riferimento per qualsiasi cosa importante, quindi penseresti che gli amministratori del college alla fine seguiranno l’esempio, ma una combinazione di inerzia burocratica e zelo stranamente sgargiante sembra impedire che ciò accada.
Avendo letto fin troppo gergo amministrativo di recente, ci sono una serie di odiose strategie retoriche che impiegano per generare l’accettazione di editti che sempre più persone sembrano riconoscere come selvaggiamente, prepotentemente arbitrari. “Dobbiamo tutti ritenerci responsabili l’un l’altro”, diranno spesso questi amministratori, o qualche sua variazione, il che li protegge ironicamente dalla responsabilità per le proprie azioni capricciose e invadenti. I loro ordini sono spesso stucchevolmente pieni di appelli artificiali alla “comunità”, il che solleva la questione di chi abbia eletto questi sorveglianti e spioni come portavoce della “comunità” e come definiscano persino “comunità”, che sembrano contenere segmenti in crescita di abitanti involontari.
Una cosa fondamentale da sapere è che, nonostante la loro pretesa di agire sotto la direzione di epidemiologi “esperti” e funzionari della sanità pubblica, le decisioni quotidiane sull’attuazione pratica in questi luoghi spesso dipendono dalla discrezione individuale dei funzionari che in nessun modo mondo sano di mente sarebbe mai stato rinviato a questioni di protocollo sulle malattie infettive, o davvero qualsiasi altra cosa significativa.Le ultime restrizioni alla Columbia sono state promulgate dal “Dean of Undergraduate Student Life”, uno di quei titoli che, come sai, devono racchiudere un’intera sfilza di trucchi inutili e indecifrabili – e ora tende a includere un ciclo infinito di monitoraggio COVID. Nella sua biografia ufficiale, Dean Cristen Scully Kromm della Columbia è descritto come avente uno stimato background in qualcosa chiamato “vita di residenza e supervisione della leadership”. Non so voi, ma mi vengono in mente poche cose più sgradevoli del fatto che la mia attività personale sia sorvegliata da ficcanaso ufficiali che hanno dedicato la loro carriera all’apprendimento delle maestà della “sovraintendenza alla leadership”, che suona come un campo inventato appositamente per persone a cui piace davvero ricevere e-mail da LinkedIn.
Grazie alla mia fidata rete di informatori, sono stato in grado di ascoltare una riunione Zoom tenuta domenica sera dal Dean Victor Arcelus, il capo delle decisioni COVID nel mio vecchio terreno del Connecticut College . Mi scuso ancora per l’incessante attenzione su questo oscuro college di arti liberali nel Connecticut sudorientale, ma è diventato irresistibile. Dean Arcelus ha convocato un panel di tutti i suoi Decani subordinati coinvolti nella creazi
Sono sicuro che sia una persona adorabile, ma non è chiaro perché Rotramel dovrebbe essere dotato dell’autorità per emettere dichiarazioni politiche relative alla virologia. Ad ogni modo, hanno dato qualche indicazione che forse non sono all’altezza del compito, descrivendo l’intera situazione come “estenuante” – quel familiare grido di battaglia esasperato di attivisti che chiedono acquiescenza.
Dimostrando le sue ineguagliabili capacità di leadership, tuttavia, Dean Arcelus ha dichiarato di essere “abbastanza deluso” dalle notizie secondo cui le feste si erano svolte in modo rude lo scorso fine settimana in una struttura residenziale del campus. “Ci saranno conseguenze sulla condotta”, ha avvertito. “La sospensione è sicuramente sul tavolo.” Sebbene la variazione più estrema del blocco in stile australiano sia stata revocata poche ore dopo la mia visita della scorsa settimana , agli studenti viene ancora ordinato di non partecipare alle normali riunioni sociali come feste (gasp) o andare al bar (gasp).
“Se fai feste, se vai nei bar, non potrai avere tutto il resto” , ha esortato il preside, minacciando che chi si comporta male potrebbe far tornare tutti al lockdown. Tuttavia, ha lasciato un barlume di speranza, allettando gli studenti che “se fossimo in grado di vedere che stavate davvero bene” nell’accedere ai suoi divieti, allora “le cose potrebbero potenzialmente cambiare”.
“Il potere di impedire che ciò accada di nuovo è in te e nel ritenerti l’un l’altro responsabile”, Dean Arcelus continuò. C’è quella caratteristica onnipresente del gergo contemporaneo dell’amministratore del college – presumibilmente adattata alla sensibilità dei giovani adulti orientati alla “responsabilità”. Ancora una volta con l’ulteriore ironia che queste invocazioni di “responsabilità” servono a deviare il controllo da parte di coloro che detengono il vero potere decisionale. In nome della “responsabilità”, gli studenti diventano capri espiatori per le scelte politiche irrazionali delle persone effettivamente in carica. La “responsabilità” di solito viene richiesta anche per conto di una “comunità” immaginaria, quindi non devi obbedire solo per volere di Dean Arcelus, ma piuttosto per volere di un raduno diffuso di individui che si dice rappresentino una comunità unificata.
“Andando avanti, nessuno di voi dovrebbe essere d’accordo con le persone che non hanno una maschera all’interno, o che non la indossano correttamente” , ha inveito il preside, facendo nuovamente appello alla cultura scioccante e pervasiva che viene fertilizzata in questa e in altre istituzioni accademiche. Anche i rettori della Georgetown University e dell’Università della California del sud hanno inviato queste imperiose ingiunzioni agli studenti per smascherare i presunti trasgressori tra di loro, o come ha detto la USC Law School Andrew T. Guzman in quello stile tipicamente manipolativo: “non conforme membri della nostra comunità”. Cos’è esattamente un “membro non conforme” della “comunità” dell’USC? Qualcuno che si impegna in una “idratazione” indoor non autorizzata. No, non sto scherzando.
Trovi tutto questo arbitrario o ridicolo? Sfortuna difficile. Perché al giorno d’oggi tutti i funzionari pubblici e privati apparentemente devono fare è incantare la parola magica “Delta”, e le persone i cui dettami sul corretto comportamento interpersonale sarebbero altrimenti ignorati sono improvvisamente imbevute di questo potere impressionante e incontestabile. I loro decreti devono essere obbediti, preferibilmente con effusioni di gratitudine. Forzare le mascherine ai bambini di due anni che piangono? “Delta.” Vietato rimuovere la maschera per alcuni secondi per bere un sorso d’acqua all’USC, anche se una stravagante e smascherata Emmys si è appena svolta lungo la strada? “Delta.” chiudere una scuola per bisogni speciali a East Harlem a meno di una settimana dall’inizio dell’anno accademico? “Delta.” Preoccupato per le implicazioni sulla privacy dell’essere costretti a camminare con le proprie informazioni sanitarie memorizzate su app per smartphone obbligatorie, come è l’attuale politica presso l’ Università del Michigan , e di dover visualizzare queste informazioni a comando? “Delta.” Inoltre, ho appena risparmiato un sacco di soldi sulla mia assicurazione auto passando a Delta.
Nonostante tutte le sue debolezze, almeno Dean Arcelus racchiude bene la mentalità che ora dilaga nelle principali istituzioni educative statunitensi, le stesse istituzioni che producono i laureati che presto governeranno il resto del paese. Alla riunione disciplinare di Zoom, il buon Dean ha ammesso: “So che tutti noi pensavamo, andando a vaccinarci ad aprile e maggio, pensavamo che saremmo stati in grado di tornare al campus e vivere il campus in modo diverso [sic] essendo stati vaccinati. … Ma come ho già detto più volte, la variante Delta ci presenta un nuovo livello di sfida. Ed è per questo che non possiamo fare quello che pensavamo di poter fare quando siamo stati vaccinati ad aprile e maggio”.
Beh, il gioco è fatto. La vaccinazione non è mai stata la porta verso la normalità come è stata presentata, e l’unica opzione è apparentemente quella di istituire protocolli di “Emergenza Permanente” senza alcuna “via di uscita” riconoscibile in vista, come un “esperto” della Duke University ha utilmente concesso questa settimana. Rinnegare queste assicurazioni precedenti è descritto come un fatto compiuto intrinsecamente inevitabile , piuttosto che una scelta politica consapevole intrapresa con l’esclusione di altre opzioni molto più sensate. Scegliere un’altra opzione significherebbe rivalutare la logica sottostante di sorvegliare costantemente una popolazione vaccinata al 99% di giovani adulti sani con questi “test” sempre più dubbi e raccogliere i loro dati privati in modo da opinare sulla liceità delle loro attività sociali. Gli amministratori del college sono totalmente impegnati – politicamente, professionalmente, metafisicamente – a quella logica. C’è anche un’intera infrastruttura finanziaria che è stata eretta per sostenere la fornitura infinita di servizi di test senza senso. In definitiva, questi funzionari non possono o non vogliono districarsi dal paradigma della sorveglianza dei rimproveri – e perché dovrebbero? Ciò comporterebbe la rinuncia al potere.
FONTE: https://www.zerohedge.com/political/academia-establishing-permanent-surveillance-bureaucracy-will-soon-govern-rest-country
L’amministrazione Biden sta cercando di trasformare radicalmente la cittadinanza di questo paese
SCIENZE TECNOLOGIE
Kit Knightly
off-guardian.org
Riceviamo un sacco di e-mail e di messaggi privati del tipo “avete una fonte per X?” o “potete indicarmi degli studi sulle mascherine?” o “so di aver visto un grafico sulla mortalità, ma non riesco più a trovarlo.” E lo capiamo, sono stati 18 lunghi mesi e ci sono così tante statistiche e dati da cercare e da tenere a mente.
Così, per far fronte a tutte queste richieste, abbiamo deciso di fare un elenco puntato e con fonti per tutti i punti chiave. Una sorta di “Bignamino.”
Ecco i fatti chiave e le fonti sulla presunta “pandemia,” che vi aiuteranno a capire cosa è successo nel mondo dal gennaio 2020, e vi potranno dare una mano ad “illuminare” i vostri amici ancora intrappolati nelle nebbie della Nuova Normalità
Parte I: “Decessi da Covid” & mortalità
1.Il tasso di sopravvivenza dalla “Covid” è superiore al 99%. I consulenti medici del governo avevano sottolineato, fin dall’inizio della pandemia, che la stragrande maggioranza della popolazione non è in pericolo di vita per la Covid.
[sottotitoli in italiano]
Quasi tutti gli studi sul rapporto infezione-fatalità (IFR) della Covid hanno dato risultati tra lo 0,04% e lo 0,5%. Ciò significa che il tasso di sopravvivenza della Covid è almeno del 99,5%.
2. Non c’è stato alcun eccesso di mortalità fuori dalla norma. La stampa ha chiamato il 2020 “l’anno più mortale per il Regno Unito dalla Seconda Guerra Mondiale,” ma questa definizione è fuorviante perché ignora il massiccio aumento della popolazione avvenuto nel frattempo. Una misura statistica più significativa della mortalità è il tasso di mortalità standardizzato per età (ASMR):
In base a questi dati, il 2020 non è stato assolutamente l’anno con la peggiore mortalità, infatti dal 1943 solo 9 anni sono stati migliori del 2020.
Allo stesso modo, negli Stati Uniti, l’ASMR per il 2020 è ai livelli del 2004:
Per una ripartizione dettagliata di come la Covid ha influenzato la mortalità in Europa Occidentale e negli Stati Uniti, cliccate qui. Gli aumenti di mortalità che abbiamo visto potrebbero essere attribuibili a cause diverse dalla Covid [punti 7, 9 e 19].
3. I conteggi delle “morti da Covid” vengono gonfiati artificialmente. I Paesi di tutto il mondo hanno definito una “morte da Covid” come una “morte per qualsiasi causa entro 28/30/60 giorni da un test PCR positivo.”
I funzionari sanitari di Italia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Irlanda del Nord e di altri Paesi hanno tutti ammesso questa pratica:
[Ngozi Ezike, direttrice del Dipartimento della salute dell’Illinois, spiega come vengono conteggiati i morti Covid – Sottotitoli in italiano]
Rimuovere ogni distinzione tra morire di Covid e morire di qualcos’altro dopo essere risultati positivi alla Covid ha portato, naturalmente, ad un numero eccessivo delle “morti da Covid.” Il patologo britannico John Lee, già la scorsa primavera, metteva in guardia su questa “sostanziale sovrastima.” Anche altre fonti mainstream lo avevano riferito.
Considerando l’enorme percentuale di infezioni “asintomatiche” da Covid [punto 14], la ben nota prevalenza di gravi comorbidità [punto 4] e la possibilità di test falsi positivi [punto 18], questo rende i dati delle morti da Covid una statistica estremamente inaffidabile.
4. La stragrande maggioranza dei morti di covid ha gravi comorbidità. Nel marzo 2020, il governo italiano aveva pubblicato statistiche che mostravano come il 99,2% dei loro “morti di Covid” avesse almeno una grave comorbidità.
Queste includevano cancro, malattie cardiache, demenza, Alzheimer, insufficienza renale e diabete (tra le altre cose). Oltre il 50% di questi pazienti aveva tre o più gravi condizioni preesistenti.
Questo modello si è mantenuto in tutti gli altri Paesi nel corso della “pandemia.” Una richiesta FOIA dell’ottobre 2020 all’ONS del Regno Unito ha rivelato che, in quel momento, meno del 10% delle morti ufficiali “per Covid” aveva Covid come unica causa di morte.
5. L’età media delle “morti per Covid” è superiore all’aspettativa di vita media. L’età media di una “morte per Covid” nel Regno Unito è di 82,5 anni. In Italia è di 86. In Germania, 83. In Svizzera, 86. In Canada, 86. Negli Stati Uniti, 78. In Australia, 82.
In quasi tutti i casi, l’età media di una “morte da Covid” è superiore all’aspettativa di vita per quella nazione.
Come tale, nella maggior parte del mondo, la “pandemia” ha avuto poco o nessun impatto sull’aspettativa di vita. All’opposto dell’influenza spagnola, che, negli Stati Uniti, aveva causato un calo del 28% dell’aspettativa di vita in poco più di un anno [fonte].
6. La mortalità da Covid segue passo passo la curva della mortalità naturale. Studi statistici del Regno Unito e dell’India hanno dimostrato che la curva dei “decessi da Covid” segue quasi esattamente la curva della mortalità naturale:
Il rischio di morte “da Covid” segue, quasi esattamente, il rischio di fondo di morte in generale.
Il piccolo aumento per alcuni dei gruppi di età più avanzata può essere spiegato da altri fattori [punti 7, 9 & 19].
7. C’è stato un massiccio aumento nell’uso di DNR “illegali”. Commissioni di vigilanza e agenzie governative negli ultimi venti mesi hanno riportato un enorme aumento delle direttive di non rianimazione (DNR).
Negli Stati Uniti, gli ospedali hanno preso in considerazione “DNR universali” per ogni paziente positivo alla Covid, e molti infermieri hanno denunciato a New York l’abuso del sistema DNR.
Nel Regno Unito c’è stato un aumento “senza precedenti” dei DNR “illegali” per i disabili; gli studi medici hanno inviato lettere a pazienti non terminali, raccomandando loro di prefirmare ordini DNR, mentre altri medici hanno firmato “DNR a tappeto” per intere case di riposo.
Uno studio dell’Università di Sheffield ha scoperto che oltre un terzo di tutti i “sospetti” pazienti Covid avevano un DNR allegato alla loro cartella clinica entro 24 ore dal ricovero ospedaliero.
L’uso generalizzato di ordini DNR forzati o illegali basterebbe, da solo, a spiegare gli aumenti di mortalità nel 2020/21. [Fatti 2 & 6].
Parte II: Lockdown
8. I lockdown non impediscono la diffusione della malattia. Ci sono poche prove (o nessuna) che i lockdown abbiano un qualche effetto nel limitare le “morti di Covid.” Se si confrontano le regioni che hanno imposto i lockdown con quelle che non l’hanno fatto, non si vede alcuna differenza
9. I lockdown uccidono. Ci sono evidenti prove che i lockdown – producendo danni sociali, economici e di salute pubblica – sono più letali del “virus.”
Il dottor David Nabarro, inviato speciale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Covid-19, nell’ottobre 2020 aveva descritto i lockdown come una “catastrofe globale”:
“Noi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non sosteniamo i lockdown come mezzo primario di controllo del virus[…] sembra che potremmo avere un raddoppio della povertà mondiale entro il prossimo anno. Ci potrebbe anche essere un raddoppio della malnutrizione infantile […] Questa è una terribile, spettrale catastrofe globale.”
Un rapporto dell’ONU dell’aprile 2020 avvertiva che 100.000 bambini avrebbero potuto morire per le conseguenze economiche dei lockdown, mentre altre decine di milioni avrebbero probabilmente dovuto affrontare povertà e carestia.
Disoccupazione, povertà, suicidi, alcolismo, uso di droghe e altre crisi sanitarie sociali/mentali stanno aumentando in tutto il mondo. Mentre gli interventi chirurgici e gli screening mancati e ritardati causeranno nel prossimo futuro un aumento della mortalità per malattie cardiache, cancro ecc.
L’effetto dell’isolamento spiegherebbe i piccoli aumenti della mortalità in eccesso [Punti 2 e 6].
10. Gli ospedali non sono mai stati più affollati del solito. L’argomentazione principale a difesa dei lockdown è che “appiattire la curva” impedirebbe un rapido afflusso di casi e proteggerebbe i sistemi sanitari dal collasso. Ma la maggior parte dei sistemi sanitari non è mai stata vicina al collasso.
Nel marzo 2020 era stato riferito che gli ospedali in Spagna e in Italia erano strapieni di pazienti, ma questo accade in ogni stagione influenzale. Nel 2017, gli ospedali spagnoli erano al 200% della capacità, e, nel 2015, i pazienti erano arrivati a dormire nei corridoi. Un articolo di JAMA del marzo 2020 faceva notare che gli ospedali italiani “nei mesi invernali tipicamente funzionano all’85-90% della capacità.”
Nel Regno Unito, il NHS, durante l’inverno, è regolarmente vicino al punto di rottura. Come parte della sua politica Covid, il NHS, nella primavera del 2020, aveva annunciato che avrebbe “riorganizzato la capacità ospedaliera secondo nuove modalità per trattare separatamente i pazienti Covid e non-Covid” e che “come risultato gli ospedali avrebbero avuto tassi di occupazione globali inferiori a quelli registrati in precedenza.”
In questo modo avevano rimosso migliaia di letti. Durante una presunta pandemia mortale, avevano ridotto la disponibilità dei letti di degenza. Nonostante questo, la pressione a cui era stato sottoposto l’NHS non aveva mai superato quella di una tipica stagione influenzale, con, a volte, il quadruplo di letti liberi rispetto al normale.
Sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti sono stati spesi milioni in ospedali di emergenza temporanei che non sono mai stati utilizzati.
Parte III: Test PCR
11. I test PCR non sono stati progettati per diagnosticare la malattia. Il test di reazione a catena della polimerasi a trascrizione inversa (RT-PCR) è descritto dai media come il “gold standard” per la diagnosi della Covid. Ma l’inventore del processo, vincitore del premio Nobel, non aveva mai inteso usarlo come strumento diagnostico, e lo aveva detto pubblicamente:
“La PCR è solo un processo che ti permette di ottenere un sacco di cose da qualcosa. Non ti dice se sei malato o se quello che hai ti danneggerà o cose del genere.”
12. I test PCR hanno fama di essere imprecisi e inaffidabili. I test PCR “gold standard” per la Covid sono noti per produrre molti risultati falsi positivi, reagendo con materiale genetico (DNA) non specifico del Sars-Cov-2.
Uno studio cinese aveva scoperto che lo stesso paziente poteva ottenere due risultati diversi dallo stesso test nello stesso giorno. In Germania, i test sono noti per aver reagito ai comuni virus del raffreddore. Uno studio del 2006 aveva scoperto che i test PCR per un virus rispondevano anche ad altri virus. Nel 2007, l’essersi affidati al test PCR aveva portato ad un “focolaio” di pertosse che, in realtà, non era mai esistito. Negli Stati Uniti, alcuni test avevano persino reagito ai campioni di controllo negativi.
Il defunto presidente della Tanzania, John Magufuli, aveva fatto sottoporre a test PCR campioni prelevati da capre, pawpaw e olio per motori, tutti erano risultati positivi al virus.
Già nel febbraio del 2020, gli esperti avevano ammesso che il test era inaffidabile. Il dottor Wang Cheng, presidente dell’Accademia cinese delle scienze mediche aveva detto alla televisione di stato cinese: “La precisione dei test è solo del 30-50%.” Il sito web del governo australiano aveva dichiarato: “Esistono scarse prove per valutare la precisione e l’utilità clinica dei test COVID-19 disponibili.” E un tribunale portoghese aveva stabilito che i test PCR erano “inaffidabili” e non avrebbero dovuto essere usati per la diagnosi.
Potete leggere le analisi dettagliate dei fallimenti dei test PCR qui, qui e qui.
13. I valori CT dei test PCR sono troppo alti. I test PCR sono eseguiti in cicli [raddoppi successivi], il numero di cicli usati per ottenere il risultato è noto come “soglia di ciclo” o valore CT. Kary Mullis aveva detto: “Se dovete fare più di 40 cicli […] c’è qualcosa di seriamente sbagliato nella vostra PCR.”
Le linee guida MIQE PCR sono d’accordo, affermando che: “valori [CT] superiori a 40 sono sospetti a causa della bassa efficienza implicita e, generalmente, non dovrebbero essere riportati,” lo stesso dottor Fauci aveva ammesso che qualsiasi cosa rilevata oltre i 35 cicli non era quasi mai riproducibile in colture di laboratorio.
La dottoressa Juliet Morrison, una virologa dell’Università della California, Riverside, aveva detto al New York Times:
“Qualsiasi test con una soglia di ciclo superiore a 35 è troppo sensibile… Sono scioccata dal fatto che la gente pensi che 40 [cicli] possano rappresentare una positività… Una soglia più ragionevole sarebbe da 30 a 35.″
Nello stesso articolo, il dottor Michael Mina, della Harvard School of Public Health, aveva affernato che il limite dovrebbe essere 30, e l’autore continua a sottolineare che la riduzione del CT da 40 a 30 in alcuni stati avrebbe diminuito i “casi di Covid” almeno del 90%.
Gli stessi dati del CDC suggeriscono che nessun campione oltre i 33 cicli potrebbe essere riprodotto tramite coltura, e l’Istituto Robert Koch tedesco sostiene che tutto quello che viene rilevato oltre i 30 cicli è improbabile che sia infettivo.
Nonostante questo, è noto che quasi tutti i laboratori negli Stati Uniti eseguono i loro test ad almeno 37 cicli e a volte fino a 45. La “procedura operativa standard” del NHS per i test PCR fissa il limite a 40 cicli.
Sulla base di quello che sappiamo sui valori di CT, la maggior parte dei risultati dei test PCR sono, nel migliore dei casi, discutibili.
14. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (per due volte) ha ammesso che i test PCR producono falsi positivi. Nel dicembre 2020 l’OMS aveva pubblicato una nota informativa sulle modalità di esecuzione della PCR, che istruiva i laboratori a diffidare di alti valori di Ct, proprio perchè causano risultati falsi positivi:
“Quando i campioni restituiscono un alto valore Ct, significa che sono stati necessari molti cicli per rilevare il virus. In alcune circostanze, la distinzione tra il rumore di fondo e la presenza effettiva del virus target è difficile da accertare.”
Poi, nel gennaio 2021, l’OMS aveva pubblicato un altro promemoria, questa volta avvertendo che i test PCR positivi “asintomatici” dovrebbero essere ritestati perché potrebbero essere falsi positivi:
“Quando i risultati del test non corrispondono al quadro clinico, dovrebbe essere prelevato un nuovo campione, che andrebbe ritestato usando la stessa o una diversa tecnologia NAT [nucleic acid test ].”
15. La base scientifica del test PCR per la Covid è discutibile. Il genoma del virus Sars-Cov-2 sarebbe stato sequenziato da scienziati cinesi nel dicembre 2019 e la sequenza pubblicata il 10 gennaio 2020. Meno di due settimane dopo, alcuni virologi tedeschi (Christian Drosten et al.) avevano presumibilmente utilizzato questo genoma per creare i primer per il test PCR.
Avevano redatto un documento, Detection of 2019 novel coronavirus (2019-nCoV) by real-time RT-PCR, che era stato presentato per la pubblicazione il 21 gennaio 2020 e poi accettato il 22 gennaio.
Questo significa che il documento sarebbe stato sottoposto a revisione paritaria in meno di 24 ore. Un processo che, in genere, richiede settimane.
Successivamente, un consorzio di oltre quaranta tra biologi e scienziati aveva presentato una petizione per il ritiro dell’articolo, scrivendo un lungo rapporto che illustrava in dettaglio 10 gravi errori nella metodologia dell’articolo. Avevano anche richiesto la divulgazione del rapporto di peer-review della rivista, come dimostrazione che l’articolo era veramente stato sottoposto a revisione paritaria. La rivista deve ancora rispondere.
Il protocollo Corman-Drosten è la base di tutti i test PCR Covid nel mondo. Se il documento è discutibile, anche i test PCR sono discutibili.
Parte IV: “L’infezione asintomatica”
16. La maggior parte delle infezioni Covid è “asintomatica.” Già nel marzo 2020, studi fatti in Italia mostravano che il 50-75% dei pazienti con test Covid positivo non presentava sintomi. Un altro studio britannico dell’agosto 2020 aveva rilevato che l’86% dei “pazienti Covid” non aveva alcun sintomo [di infezione] virale.
È letteralmente impossibile stabilire la differenza tra un “caso asintomatico” e un risultato falso-positivo del test PCR.
17. Ci sono pochissime prove a sostegno del presunto pericolo rappresentato dalla “trasmissione asintomatica.” Nel giugno 2020, la dottoressa Maria Van Kerkhove, capo dell’unità malattie emergenti e zoonosi dell’OMS, aveva detto:
“Dai dati in nostro possesso, sembra assai improbabile che una persona asintomatica possa effettivamente trasmettere [il virus] ad un’altra persona.”
Una meta-analisi di studi Covid, pubblicata dal Journal of the American Medical Association (JAMA) nel dicembre 2020, aveva trovato che i portatori asintomatici hanno una probabilità inferiore all’1% di infettare le persone all’interno della loro famiglia. Nel 2009, un altro studio sulla comune influenza aveva trovato:
“…prove limitate a sostegno dell’importanza della trasmissione [asintomatica]. Il ruolo di individui asintomatici o presintomatici infettati dall’influenza nella trasmissione della malattia può essere stato sovrastimato…”
Dati i noti difetti del test PCR, molti “casi asintomatici” potrebbero essere falsi positivi [punto 14].
Parte V: Ventilatori polmonari
18. La ventilazione NON è un trattamento per i virus respiratori. La ventilazione meccanica non è, e non è mai stata, un trattamento raccomandato per le infezioni respiratorie di qualsiasi tipo. Nei primi giorni della pandemia, molti medici avevano messo in dubbio l’uso dei ventilatori per trattare la “Covid.”
Scrivendo su The Spectator, il dottor Matt Strauss aveva dichiarato:
“I ventilatori non curano nessuna malattia. Possono riempire i polmoni d’aria quando non si è in grado di farlo da soli. Nell’immaginario collettivo vengono associati alle malattie polmonari, ma questa, in realtà, non è la loro applicazione più comune o più appropriata.”
Un pneumologo tedesco, il Dr Thomas Voshaar, presidente dell’Associazione delle Cliniche Pneumatologiche aveva detto:
“Quando abbiamo letto i primi studi e i primi rapporti dalla Cina e dall’Italia, ci siamo subito chiesti perché in quei Paesi la pratica dell’intubazione fosse così comune. Questo contraddiceva la nostra esperienza clinica con la polmonite virale.”
Nonostante questo, l’OMS, il CDC, l’ECDC e l‘NHS hanno tutti “raccomandato” di ventilare i pazienti Covid invece di usare metodi non invasivi.
Questa non era una prassi medica studiata per curare al meglio i pazienti, ma, piuttosto, per ridurre l’ipotetica diffusione della Covid, impedendo ai pazienti di esalare goccioline di aerosol.
19. I ventilatori uccidono la gente. Attaccare ad un ventilatore qualcuno che soffre di influenza, di polmonite, di una malattia polmonare ostruttiva cronica o di qualsiasi altra condizione che limita la respirazione o colpisce i polmoni, non allevierà nessuno di quei sintomi. Infatti, quasi certamente peggiorerà la situazione e ucciderà molti di loro.
Le cannule per intubazione sono una fonte di possibile infezione, conosciuta come “polmonite associata al ventilatore,” che, secondo alcuni studi, colpisce fino al 28% di tutti i pazienti sotto ventilazione forzata e uccide il 20-55% di quelli infettati.
La ventilazione meccanica è anche dannosa per la struttura fisica dei polmoni, con conseguenti “lesioni polmonari da ventilatore,” che possono avere effetti drammatici sulla qualità della vita, a volte anche mortali.
Gli esperti stimano che muoia il 40-50% dei pazienti ventilati, indipendentemente dalla malattia. In tutto il mondo, sono deceduti tra il 66 e l’86% di tutti i “pazienti Covid” ventilati.
Secondo questa “infermiera sotto copertura,” a New York i ventilatori venivano usati in modo talmente improprio da distruggere i polmoni dei pazienti.
FONTE: https://comedonchisciotte.org/covid-i-30-aspetti-assolutamente-da-conoscere/
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