RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI
6 OTTOBRE 2020
A cura di Manlio Lo Presti
Esergo
La trama del mondo, io la vedo.
Basta che lo sguardo si liberi, ossia cessi di adattarsi.
JACQUES BROSSE, Satori, Studio Tesi, 1994, pag. 250
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SOMMARIO
Pandemie, potere, denari, terrore sociale
GOVERNO SOSPENDE PROPRIETÀ PRIVATA FINO AL 31 LUGLIO
Pandemia e eliminazione dei diritti
ATTACCO PAPALE ALLA PROPRIETÀ PRIVATA A TRENT’ANNI DALLA CADUTA DEL MURO
Francesco Giorgino contro Emanuele Fiano, rissa Giorgino “Non dico ciò che vuole il Pd”
Giornalista Tg1 contro Fiano: “Ho il diritto di dire ciò che penso io, non ciò che vuole il Pd”
Francesco Giorgino attaccato da Fiano: “Difendi la Lega”.
Concorso fotografico DHC 2020
Oliver Stone: “Il gran generale del Vietnam aveva lo sguardo più stupido del mondo”
L’ITALIA DEL REGIME SANITOCRATICO NEL PALLONE
Benvenuti nello Stato repressivo di Zombiland
In tilt il sito di Palazzo Chigi: sparite le carte di Arcuri sui banchi
Wertheimer, Max
IL NEOTEMPLARISMO ALLA “FINE” DEL MONDO
L’enigma del tempo
Il segreto di Stato. Sorvegliare, proteggere, informare
Le mani della Prociv e del governo Conte su case, attività e beni mobili
Lotta al contante, Conte mette in scena la televendita fiscale
LE INQUIETANTI PROCEDURE DEI TRUSTS DEL LIECHTENSTEIN
Dopo la fase di liquidazione forzata l’oro fa il suo lavoro (e il fisico è un pelo introvabile)
CdM: via libera a nuovo decreto sicurezza
Olanda, 200 migranti si fingono omosessuali per ottenere il permesso di soggiorno
Arrestata donna senza mascherina a Napoli
Lavoro dipendente sotto attacco, altro che imprese!
Il diritto secondo Macron. Rapporto di Amnesty
“Clown, bugiardo, stai zitto”, ma quello aggressivo è Trump
Sabino Cassese: “Proroga dello stato d’emergenza o dell’incapacità?”, il duro attacco al governo Conte
L’USO POLITICO DELLA MASCHERINA
ASINTOMATICI, UN ACCANIMENTO DIAGNOSTICO DA GIUSTIFICARE
Ex direttore scientifico di Pfizer: “Seconda ondata falsificata dai test Covid falsi positivi”, “La pandemia è finita”.
CATILINA
EDITORIALE
Pandemie, potere, denari, terrore sociale
Manlio Lo Presti -7 ottobre 2020
Da quanto la popolazione ha cominciato a sospettare che il covid1984 colpiva solo la gentarella demmerda, sono apparsi contagi tra i componenti della élite: parlamentari, generali, ecclesiastici (pochissimi anche se stanno tra la gente come i c.d. contagiati), industriali, finanzieri, gente di spettacolo, pochissimi medici, giornalisti, nessuno dei servizi segreti, ecc.
Va fatto notare che i contagiati della classe dominante si infettano ma guariscono al massimo dopo 3/4 giorni, contrariamente a quanto accade al popolo demmerda che deve subire degenze lunghe, nascoste, lontano dai parenti allontanati britalmente, spesso muoiono e la durata è nettamente superiore!!!!
ANCHE IL COVID 1984 EVIDENZIA CHE IL POSIZIONAMENTO SOCIALE INFLUISCE SUL TASSO DI SOPRAVVIVENZA E SULLA BREVITA’ DEGLI INTERNAMENTI.
AI SOCIOLOGI, CHE IN GIRO NON SI FANNO PIU’ VEDERE, NON SARA’ AFFATTO SFUGGITA LA CORRELAZIONE INVERSAMENTE PROPORZIONALE FRA DURATA DEI RICOVERI E LA RICCHEZZA E/O IL POSIZIONAMENTO SOCIALE DEI PRESUNTI AMMALATI .
Tutto sommato, si tratta di una semplice frazione aritmetic, ma pochi ne parlano come meriterebbe.
Il covid1984 è un’altra leva che scava profonde trincee di separazione e di disuguaglianza sociale, come se le abissali ingiustizie non bastassero!!!
Si ammalano sempre più bambini con età in ribasso per arrivare ai feti, quando hanno affermato che ne erano praticamente immuni.
Il presunto virus si diffonde sempre più quando era stato affermato a gran voce che doveva estinguersi con il caldo estivo che abbiamo avuto in abbondanza.
L’oms è ottimista non per l’estinzione del c.d. vairuss , ma solo per i vaccini che farà vendere per fare incassare oltre 12 miliardi alle 4 farmaceutiche che sono dietro a decine di “centri di ricerca”.
La salute degli umani è solo un dettaglio. Sono una copertura “giusta e condivisibile” per ottenere ricavi!!!!!
Contro le luride elucubrazioni degli increduli (che gli “onusti della verità” vorrebbero in massa sterminare e far divorare dalle cavallette), l’azione dell’Oms e delle gang politiche di cocainomani pedofili corrotti nella loro “lotta alla pandemia” è realizzata sempre nell’interesse dei cittadini, OVVIO!!!!!!!!!!
TUTTO CIÒ PREMESSO
Se la pandemia fosse reale e non costruita sulla pianificata alterazione dei dati statistici diffusi dall’ISTAT realizzata con la catalogazione dolosa di altre patologie come COVID1984, questo governo Badoglio 2.0 si dovrebbe dimettere assieme agli oltre 450 esperti strapagati con NOSTRI soldi. Questo governo deve essere denunciato per PROCURATO ALLARME. (1)
Va ricordato che questi dati, poi manipolati, furono comunicati dal suo presidente di cui, dopo tali dichiarazioni, non si sa più nulla scomparendo totalmente dalle scene.
P. Q. M.
Molte ombre si addensano sempre più sul comportamento e sulla (apparente) inerzia del Morphing del colle: un argomento di cui si dovrà parlare diffusamente, se riteniamo di essere una vera democrazia NON TELEGUIDATA dall’asse infernale anglofrancotedescoUSA.
E non mi venissero a dire, ipocritamente,che anche in questo caso
la titanica sceneggiata planetaria in corso non è
UNA QUESTIONE DI BOTTEGA, DI SOLDI, DI VALSENTE, DI DOLLARI, DI EURO, DI BORSA PIENA.
IN EVIDENZA
GOVERNO SOSPENDE PROPRIETÀ PRIVATA FINO AL 31 LUGLIO
“OGNI BENE MOBILE E IMMOBILE POTRÀ ESSERE REQUISITO”
Il cosiddetto “Cura Italia”, con la scusa del coronavirus, prevede la requisizione di beni mobili e immobili degli italiani.
Le mani della Prociv e del governo Conte su case, attività e beni mobili
La requisizione è un atto giuridico che deve essere motivato da gravi motivi. Ma sappiamo, dall’esperienza immigrati con hotel requisiti, essere quasi sempre un atto di arbitrio dello Stato.
All’articolo 6 si legge che “fino al termine dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, il capo del Dipartimento della Protezione civile può disporre, anche su richiesta del commissario straordinario, la requisizione in uso o in proprietà da un soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere (…). Inoltre “il prefetto può disporre con decreto la requisizione di strutture alberghiere e di altri immobili per ospitare persone in sorveglianza sanitaria o in isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare“. Nell’ultimo caso, chiaramente, non sussistono necessariamente problemi di ordine sanitario e chiunque (migranti compresi) può essere alloggiato nelle abitazioni private o negli alberghi, come già accaduto. In questi casi, si legge, verrà corrisposta un’indennità pari allo 0,42% del valore del bene, così come stimato dall’Agenzia delle entrate.
Le storture dell’articolo 6 del “Cura Italia”
Come detto, la requisizione di ogni bene mobile e immobile, anche di quelli non strettamente correlati alla sanità, è stata prevista per decreto e potrà essere eseguita fino al 31 luglio su disposizione del capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e, localmente, dei prefetti.
In pratica, insieme alla libertà di movimento, che però viene garantita ai clandestini, fino al 31 luglio è sospesa di fatto la proprietà privata. Ogni bene è sulla carta dello Stato.
Perché prevedere la requisizione di ogni bene mobile e immobile, anche di quelli che non hanno nulla a che vedere con la presunta emergenza, come abitazioni o veicoli? Perché toccare i privati o i gestori di alberghi anziché pensare alle riqualificazioni di strutture pubbliche fatiscenti?
Ovviamente, ci sono casi in cui è necessario. Pensiamo ad una clinica privata che oggi a Bergamo avesse a disposizione letti di terapia intensiva che, ipotesi irrealistica, non volesse mettere a disposizione.
Ma quando una legge permette di requisire ogni bene senza specificare le motivazioni, apre la porta all’arbitrio.
Ad esempio, il caso delle decine di clandestini tunisini sbarcati l’altro giorno e piazzati in un hotel requisito. Pensate a giungo e luglio con decine di migliaia di sbarchi, potrebbero requisire casa vostra per metterli in ‘quarantena’.
Altro punto: le requisizioni in uso che si trasformano in proprietà se il bene non viene mantenuto nelle condizioni originali e non viene restituito nello stesso luogo in cui è stato preso. La requisizione diventa, in quel caso, da temporanea a definitiva, e addio bene. Come se si trattasse di una sorta di racket legalizzato, che in realtà non tiene conto della stringente normativa in fatto di requisizioni. Se esiste la possibilità di frenare il provvedimento qualora lo si ritenga ingiusto o forzato?
Non solo: “in caso di contestazione anche in sede giurisdizionale – si legge infine – non può essere sospesa l’esecuzione del provvedimento”.
In pratica, totale arbitrio. Attenzione: fra controllo degli spostamenti con le celle telefoniche e proibizioni assurde di correre, passeggiare e andare in barca nei luoghi di mare, questi ci stanno prendendo gusto.
Il coronavirus è una minaccia reale. Da affrontare in modo razionale. Ma anche lo Stato è una minaccia.
FONTE: https://voxnews.info/2020/03/19/decreto-governo-sospende-la-proprieta-privata-fino-al-31-luglio-ogni-bene-mobile-e-immobile-potra-essere-requisito/
Testo del Decreto Legge qui: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2020/03/17/70/sg/pdf
Pandemia e eliminazione dei diritti
Diego Fusaro – 6 ottobre 2020
Gli argomenti più ricorrenti sono (nell’ordine):
1) “vallo a dire ai morti di Bergamo!”,
2) “l’alternativa è essere intubati!”,
3) “spero ti becchi il Covid così capisci”,
4) “è necessario per salvare la vita, perché la vita vale più di tutto”.
La verità è che l’Occidente non crede più in nulla, se non nella pura sopravvivenza: e in suo nome è pronto a rinunciare a tutto. Anche alla libertà. Salvo poi morire e in catene.
Provate a rileggere la storia con la categoria “la vita vien prima della libertà”: dalle Termopili alla Resistenza.
Cosa sarebbe accaduto se fosse stato adottato quel principio?
E non parlate di responsabilità verso i più deboli: i più deboli sono irresponsabilmente massacrati ogni giorno dal precariato e dallo sfruttamento capitalistico, quindi risparmiamo l’ipocrisia di chiedere loro di essere “responsabili” verso una società irresponsabile e meschina, basata per sua essenza sulla disuguaglianza sociale.
Evitiamo di chiedere loro di morire di lockdown per essere responsabili. Fa ridere chiedere al giovane precario sottopagato e alla partita Iva a rischio di morte da lockdown di essere “responsabile” verso il milionario che campa di rendita.
L’ho detto e lo ridico: non v’è pandemia che valga a mettere in congedo libertà, democrazia e diritti conquistati con fatica e dedizione, tra cui quello di libera assemblea.
FONTE: https://www.facebook.com/1411440259/posts/10225284870334730/
ATTACCO PAPALE ALLA PROPRIETÀ PRIVATA A TRENT’ANNI DALLA CADUTA DEL MURO
Bell’affare che ci abbiamo fatto con la caduta del Muro di Berlino se a trent’anni da questo accadimento abbiamo un Papa terzomondista che attacca la proprietà privata in un’Enciclica.
È la classica eterogenesi dei fini: invece che la fine della storia di cui straparlava illudendosi Francis Fukuyama, con il corollario che l’idea capitalista e liberale fosse ormai ineluttabilmente accettata da tutti, siamo a un passo dal comunismo mondiale.
Stretti tra la prepotenza cinese, lo straripamento geopolitico dell’Islam – e del terrorismo a esso legato che ha preso il posto di quello manovrato negli anni Settanta dal Kgb – e una Chiesa ormai perennemente in ginocchio che cerca solo di mediare con i nuovi possibili padroni del mondo, colpevolizzando l’America e il capitalismo per tutti i mali del mondo.
E la cosa peggiore è che la reazione – ricordate i “reazionari” ? – non è in mano ai conservatori e ai liberali, bensì ai populisti nazionalisti, che oggi hanno preso il posto che negli anni Venti, Trenta e Quaranta del secolo scorso era stato quello del fascismo europeo.
Ora tutti i liberali sanno che il comunismo e il nazionalismo fascista sono la stessa orrenda cosa politica. Solo cambiata di segno: è lo Stato che si mangia l’individuo. Magari instradandolo a una guerra mondiale. Comunque rinchiudendolo in un lager o in prigioni ridotte a segrete per qualunque motivo di dissenso, compreso quello sanitario-pandemico. Cosa che già avviene quasi ovunque. E anche in Italia, come ben sanno quelli che, come i radicali, si occupano di questo problema non secondario che rappresentano i detenuti, i loro detenenti e gli edifici in cui marciscono.
Insomma, la caduta del Muro ha fatto risorgere la barbarie e i fantasmi autoritari che si credevano scomparsi dopo il crollo del Terzo Reich.
E il cosiddetto nuovo ordine mondiale a trazione cinese e con l’incognita dell’Islam geopolitico e del relativo terrorismo ha adesso anche il sigillo papale. Un incubo di cui si vede l’inizio, si intravede lo sviluppo probabile e non si scorge la auspicabile fine.
FONTE: http://opinione.it/editoriali/2020/10/05/dimitri-buffa_papa-francesco-enciclica-attacco-capitalismo-propriet%C3%A0-privata-nuovo-ordine-mondiale-cina-islam/
Francesco Giorgino contro Emanuele Fiano, rissa Giorgino “Non dico ciò che vuole il Pd”
93.400 iscritti
Giornalista Tg1 contro Fiano: “Ho il diritto di dire ciò che penso io, non ciò che vuole il Pd”
Francesco Giorgino attaccato da Fiano: “Difendi la Lega”.
Rai e Tg1 contro il deputato Pd: “Pagelle ai giornalisti, vizio duro a morire”
30 settembre 2020
Sul botta e risposta tra Emanuele Fiano e Francesco Giorgino interviene anche la Rai. Quest’oggi, martedì 30 settembre, durante la puntata di Agorà, il deputato dem ha duramente attaccato il caporedattore del Tg1 per aver dato una sua analisi sulle Regionali. “Peana a difesa della Lega” ha definito Fiano il giornalista che, per tutta risposta, non ha atteso prima di replicare: “Io – ha sentenziato – ho il diritto di dire quello che penso e non ciò che vuole il Pd”. Una lite senza precedenti, tanto che viale Mazzini ha deciso di intervenire a difesa del suo giornalista: “È un vizio diffuso e duro a morire: – hanno tuonato in una dichiarazione il Comitato di redazione del Tg1 e l’esecutivo Usigrai – esponenti politici che danno pagelle ai giornalisti”.
“Le critiche sono sempre legittime – sottolineano -, ma trascinare nelle diatribe tra partiti un giornalista non è un metodo corretto. Lo diciamo ancora una volta a tutti i partiti: tenete i giornalisti e l’informazione fuori dalla polemica politica”. Ma Giorgino non deve difendersi solo da Fiano. Anche il vicecapogruppo del Pd alla Camera Michele Bordo infierisce: “Francesco Giorgino conosce meglio di tanti altri le regole del gioco dei talk show politici visto che vi partecipa. Si rassegni: se è legittima la sua opinione, personale o da giornalista del servizio pubblico, espressa in uno studio televisivo lo è altrettanto quella della politica e degli eletti in Parlamento che si trovano a confrontarsi con lui. Legittime entrambi. È discutibile, piuttosto, voler passare a tutti i costi da vittima“.
Insomma, i dem sono fatti sempre della stessa pasta.
FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/news/spettacoli/televisione/24716974/francesco-giorgino-emanuele-fiano-rai-tg1-pagelle-ai-giornalisti-vizio-politici-duro-morire.html
ARTE MUSICA TEATRO CINEMA
Concorso fotografico DHC 2020
Realizzazzione di DIGNITY – NO PROFIT PEOPLE ONLUS
2 ottobre, Museo Fondazione Venanzo Crocetti
Dignity – No Profit People Onlus, in collaborazione con MArte
Grande successo, a Roma, per il Concorso fotografico organizzato dall’Associazione Dignity – No
Profit People Onlus, giunto ormai alla sua terza edizione. Un’emozionante giornata di festa, per
promuovere la dignità della persona e lo sviluppo sostenibile.
Ogni anno l’appuntamento unisce fotografia e solidarietà, chiamando fotografi amatoriali e
professionisti a confrontarsi su un tema legato ad uno degli obiettivi di sviluppo da realizzare in
Mozambico.
Quest’anno è stato scelto “Aria e Fuoco” e tutte le donazioni ricevute in occasione
della manifestazione, che si è svolta il 2 ottobre al Museo Crocetti, saranno utilizzate per la
realizzazione di una rete di forni comunitari in argilla cruda nel villaggio (povoado) di Matambo.
L’evento, che si è svolto in collaborazione con Fondazione Crocetti e Associazione MArte, è stato
inserito in WEFO2020 – Weekend fotografici a Roma e sostenuto da Sapori – Perforesine srl.
La formula adottata dalle organizzatrici Emanuela Bonavolta e Monica Cannizzaro, rispettivamente
coordinatrice progetti di cooperazione e responsabile comunicazione dell’Associazione Dignity –
No Profit People Onlus è stata decisamente vincente, come confermato dalla varietà delle
fotografie esposte (una selezione di trenta immagini, tra quelle pervenute), dall’adesione dei
fotografi, dall’ampia partecipazione dei visitatori.
La giuria, composta da Stefano Coletta (direttore RAIUNO), Giulio D’Ercole (direttore Rome Photo
Fun Tours), Roberta Di Casimirro (regista e presidente MArte), Gilberto Maltinti (presidente della
Casa della Fotografia di Roma), Roberto Orsi (direttore Osservatorio Socialis e docente ERS Lab
Luiss), Marco Palumbo (rappresentante amici e soci Dignity), Marco Tabarini (settore Tecnico –
Processi S.A. Segretariato Regionale del Lazio – MiBACT), ha scelto le prime tre foto e selezionato
le dodici immagini complessive che comporranno il Calendario Dignity 2021, che sarà distribuito a
partire dalla fine del mese di novembre.
Al primo posto si è classificata la foto “La danza del vento” realizzata da Alessandra Carli,
premiata dalla presidente della Fondazione Venanzo Crocetti Prof.ssa Carla Ortolani; il secondo
posto è stato attribuito alla foto “Aria un soffio di vita” di Paola Limena, premiata da Marco Sapori,
presidente di Sapori – Perforesine srl; al terzo posto è risultata la foto “Into the fire” realizzata da
Paolo Benevolo, premiato da Enrica Santoni, presidente dell’Associazione Dignity – No Profit
People Onlus.
L’esposizione delle foto è stata inaugurata alle 11:00 e si è conclusa alle 21:00, la premiazione si è
svolta alle 19:00. Nel corso della mattinata ‘Associazione ha ricevuto la piacevole visita di
Sebastiano Somma e di Morgana Forcella, nel pomeriggio è intervenuto Vittorio Hamarz Vasfi,
attore e testimonial Dignity nella campagna del 5xmille dell’;anno in corso.
I visitatori hanno avuto l’opportunità di conoscere e/o ripercorrere l’interessante itinerario artistico
del Museo Crocetti, che si sviluppa su due differenti livelli e che offre un’apertura veramente unica
sullo studio/laboratorio del Maestro.
https://www.dignitypeople.eu
dignitypeople@gmail.com
FONTE: Comunicato mail dalla Onlus (dignitypeople@gmail.com) il giorno 10 ottobre 2020 – ore 10.19
Oliver Stone: “Il gran generale del Vietnam aveva lo sguardo più stupido del mondo”
La guerra, i ricordi (sofferti) di famiglia, la fama con “Fuga di mezzanotte” e la fatica per girare “Platoon”
Cercando la luce, ma potrebbe anche avere come titoloI miei primi quarant’anni, visto che è concentrato soprattutto su quel periodo della sua vita), è logico aspettarsi qualcosa di simile alle storie che ha scritto per la regia di altri (Fuga di mezzanotte
, il suo primo Oscar) o che ha poi diretto di persona (PlatoonWall Street): vicende dure, giudizi taglienti, capacità di provocare, ritmo serratissimo.Ebbene, le aspettative sono state davvero mantenute. Chi cerca i giudizi forti e irrevocabili ha pane per i suoi denti. Westmoreland, il generale che ha guidato gli Stati Uniti in Vietnam verso l’unica sconfitta militare della loro storia, è indicato senza mezzi termini come «uno che aveva lo sguardo più stupido del mondo». Non va molto meglio a Henry Kissinger, il potentissimo diplomatico che sostenne il conflitto in Vietnam e il golpe di Pinochet, considerato una specie di dottor Stranamore. Gilles Jacob, lo storico direttore del festival di Cannes, viene liquidato come «il mandarino francese» per aver rifiutato il film
Salvador. Se poi si va indietro nel tempo, il generale Patton (eroe nazionale USA) è considerato il vero ispiratore diNatural Born Killers. Insomma, ce n’è per tutti, e senza mezzi termini, senza sfumature.Per fortuna, però, il racconto è molto piu ampio, gli orizzonti sono diversi, il cinema e lo spettacolo prevalgono rispetto alla
vis polemica. Sembra quasi che Oliver Stone si prepari a mettere in scena la propria vita, tanto è attento ai dettagli, preciso nelle descrizioni, affascinato dai sottotesti. A iniziare dalla famiglia: il padre ebreo non praticante, la madre francese (i due si sono conosciuti nella seconda guerra mondiale, il padre vide una ragazza francese in bicicletta, le andò addosso con il suo velocipede e le chiese di uscire con lui: poco dopo si sposarono). Una famiglia in apparenza perfetta, benestante: ma a 14 anni Oliver scopre che padre e madre stanno divorziando, che lui accusa lei di averlo tradito con un amico di famiglia e di aver fatto debiti per 100.000 dollari, mentre la madre ribatte che da tempo il padre ha amanti di ogni tipo e che se gli affari vanno male la colpa è soltanto degli affari che non ha saputo gestire e della sua visione ridotta e meschina del mondo della finanza.
Il colpo è grande, e Oliver reagisce a modo suo. Va in Vietnam prima come insegnante in una missione cattolica, poi come volontario nell’esercito americano. È il 1968, l’anno della grande offensiva che sorprese gli americani facendo presagire la loro sconfitta. Secondo Stone, c’erano molti indizi dell’offensiva del Tet (dal nome del capodanno buddista che diede il via all’offensiva Vietcong) ma furono volutamente ignorati dai generali USA. In compenso, in meno di un anno di permanenza in Vietnam Stone conosce orrori di ogni tipo che lo segnano profondamente. Quando torna viene arrestato, ha fatto uso di droga, finisce in carcere senza un soldo e senza possibilità di difendersi.
Tutto cambierà grazie al padre, che trova i soldi per pagare un avvocato e che riesce a farlo uscire di prigione. Stone torna a New York, ma vive come un hippie e parla come un nero degli slum facendo arrabbiare il padre. Ma ormai ha scelto la sua vita, e vuole raccontare quello che gli è successo. L’esperienza carceraria gli è utile per
Fuga di mezzanotte, che lo porterà a essere uno degli sceneggiatori più richiesti. Ma il suo vero obiettivo è di realizzarePlatoon. Sembra facile, ma ci vorrà ancora molto, molto tempo.Oliver Stone racconta con grande cura tutto l’iter che lo porta a realizzare
Platoon, in origine pensato per William Friedkin ma proposto anche a John Frankenheimer, a Clint Eastwood, a Sidney Lumet. E, come un fiume carsico, appaiono qua e là i suoi incontri e i suoi giudizi sulla gente di cinema che ha incontrato. Andiamo da un Marlon Brando deluso perché Stone non è interessato a un suo progetto, Sand Creek, che mette in scena la strage dei pellerossa raccontata in note anche da Fabrizio De Andrè, a un Billy Wilder ironico e geniale che è il primo destinatario del progetto destinato poi a essere intitolato W all Street.
Si parla anche della sua formazione cinematografica e delle appassionanti lezioni ricevute da Martin Scorsese su Robert Bresson e Joseph von Stenberg, fa inoltre capolino la sua passione cinefila per Sam Peckinpah, per Jean-Luc Godard, per Luis Bunuel (anche se dissente dai francesi Nouvelle Vague che consideravano la sceneggiatura una gabbia dalla quale occorreva affrancarsi). E Stone inoltre si sofferma su un progetto folle ma geniale che per adesso non ha realizzato: un giovane Tom Mix che, prima di diventare la prima star del western, ha combattuto in Messico tra le fila dei rivoluzionari di Pancho Villa. Speriamo che ci ritorni, sarebbe davvero un regalo straordinario.
FONTE: https://headtopics.com/it/oliver-stone-il-gran-generale-del-vietnam-aveva-lo-sguardo-piu-stupido-del-mondo-15358234
ATTUALITÁ SOCIETÀ COSTUME
L’ITALIA DEL REGIME SANITOCRATICO NEL PALLONE
La vicenda della partita Juventus-Napoli si potrebbe archiviare con una boutade: in fondo, nella Nazione dei mille principati burocratici, la Asl di Napoli si è limitata a prendere per un paio d’ore il posto del Tar del Lazio; che volete che sia?!
Invece, nel Paese che, per dirla con Winston Churchill, va alla guerra come alle partite di pallone e alle partite di pallone come alla guerra, questa poco edificante vicissitudine ci dice molto di noi e, en passant, di come stiamo affrontando il coronavirus. Proprio mentre il legalismo sanitario riprende vigore con la gara a chi licenzia l’ordinanza restrittiva per primo, una partita di calcio dimostra che dopo otto (otto!) mesi di stato di emergenza, di lockdown, di fregola regolatoria cui non si sono sottratti neppure gli amministratori di condominio, di restaacasismo fobico e castale (ah, quanto è facile pontificare al calduccio di posto fisso e stipendio assicurato pure se si sta a casetta a fare le crostate), di patetici ducismi locali and so on, nessuno sa cosa si deve fare e nessuno si prende la responsabilità di deciderlo.
Prima o poi, speriamo, avremo un vaccino contro il virus. Per quello contro le burocrazia più inefficiente del mondo occidentale, che da mesi impone un regime sanitocratico per mascherare l’incapacità di risolvere anche un solo problema, passare con calma: il capo-ufficio non c’è e non si sa quando torna.
FONTE: http://opinione.it/editoriali/2020/10/05/massimiliano-annetta_juve-napoli-asl-tar-legalismo-sanitario-burocrazia-ducismi-locali/
BELPAESE DA SALVARE
In tilt il sito di Palazzo Chigi: sparite le carte di Arcuri sui banchi
Adesso ci si mettono anche i guai di natura prettamente informatica, che si vanno a sommare ai tanti già accumulati dal governo Conte in questi mesi di riapertura a dir poco caotica delle scuole. I documenti sulla gara per i banchi sono apparsi sul sito di Palazzo Chigi, dopo gli annunci pomposi del commissario straordinario Domenico Arcuri, per poi sparire però immediatamente nel nulla, non lasciando traccia di sé. Cliccando sulla voce “Elenco partecipanti ed esclusi” l’unica cosa che si ottiene è così una triste pagina di errore, vuota.
Non ci fossero di mezzo milioni di famiglie italiane incredule di fronte al disastro firmato dall’esecutivo giallorosso, capitanato da una mai doma Lucia Azzolina, verrebbe quasi da sorridere pensando a una sorte beffarda che si accanisce anche nell’etere contro il governo, impegnato in una disperata corsa per far arrivare i banchi nelle scuole entro il 31 ottobre. E alle prese con un quadro generale che, da Nord a Sud, non è affatto rassicurante. La lista degli istituti ancora a secco è lunghissima e le soluzioni adottate, nel frattempo, sono tra le più bizzarre mai partorita da mente umana.
A Roma, per esempio, il preside del Socrate ha invitato i ragazzi, in assenza di monoposto, a portare da casa “un piano d’appoggio individuale”. Che non può essere lasciato a scuola, per ovvi motivi, e deve quindi poi tornarsene indietro insieme agli studenti. Il Mattino di Napoli, nel frattempo, pubblicava foto in arrivo dalla Campania e che mostravano gli alunni costretti a usare le sedie come appoggio per libri e quaderni, in assenza d’altro. Un’altra struttura, il Casanova, ha messo al lavoro i propri alunni: i banchi non ci sono? Bene, ce li costruiamo da soli. E giù a lavorare di sega e pialla. Verrebbe da sorridere, come detto, non fosse tutto maledettamente così serio.
Immancabile, ovviamente, che in alcune scuole la situazione fosse tale da spingere alla rabbiosa protesta. Al Copernico di Prato, ad esempio, è già sciopero contro la mancanza di banchi necessari per lo svolgimento delle lezioni. Sommate a tutto questo i problemi relativi al gel consegnato ad alcune scuole e che, dalle analisi, non risulterebbe in linea con le indicazioni necessarie a combattere il Coronavirus, e il quadro è completo: un capolavoro d’arte contemporanea dal titolo “Scuola, un disastro giallorosso”.
FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/in-tilt-il-sito-di-palazzo-chigi-sparite-le-carte-di-arcuri-sui-banchi/
CULTURA
Wertheimer, Max
Wertheimer ⟨véerthaimër⟩, Max. – Psicologo (Praga 1880 – New Rochelle, New York, 1943). Prof. a Francoforte (1929-33) e a New York, alla New school for social research, tra i fondatori della Psychologische Forschung (1922), definì il concetto di Gestalt e sostenne la necessità di indagini concrete, volte alla ricerca e alla determinazione delle leggi specifiche dei fenomeni gestaltici (leggi che troveranno una sistematica enunciazione nel 1923), e l’applicabilità della nuova impostazione “dall’alto verso il basso” a tutti i fenomeni psichici.
VITA E OPERE.Prof. (1929) nell’univ. di Francoforte, che abbandonò nel 1933, all’avvento del nazismo, per recarsi a New York, dove insegnò, fino alla morte, alla New school for social research. W. lavorò dapprima nel campo della psicologia della testimonianza, si occupò poi di alessia alla clinica neuropsichiatrica di Vienna, condusse studi musicologici ed esperimenti sul pensiero dei bambini subnormali. Questi primi studi gettarono le basi per l’introduzione da parte di W. del concetto di Gestalt come supporto teorico per le sue “scoperte” sperimentali. Celebre quella del cosiddetto fenomeno ρ (1911: si tratta di un fenomeno di movimento apparente; presentando come stimoli linee, punti luminosi, ecc. e variando opportunamente l’intervallo di espansione, si vedono le linee, i punti muoversi l’uno nella posizione dell’altro), atto di nascita della scuola gestaltista, che ebbe nella Psychologische Forschung, fondata da W. insieme a K. Koffka, W. Köhler e K. Goldstein, il suo organo. W. doveva poi collaborare a sviluppare le ricerche e le teorie gestaltiste, sia tentando di fornire spiegazioni fisiologiche per i fenomeni scoperti (in termini di attività di un campo elettrico cerebrale), sia individuando le leggi peculiari delle strutture percettive indagate (pregnanza, chiusura, simmetria, ecc.), sia promuovendo studi sul pensiero e sulla soluzione di problemi, sempre in un’ottica gestaltista. Postumo apparve Productive thinking (1945), analisi del pensiero creativo (fortemente polemico contro l’identificazione tra leggi della logica e leggi del pensiero). Opere principali: Psychologische Tatbestandsdiagnostik (in collab. con J. Klein, in Archiv für Kriminalanthropologie und Kriminalistik, 1904); Experimentelle Studien über das Sehen von Bewegung (in Zeitschrift für Psychologie und Physiologie der Sinnesorgane, 1912); Untersuchungen zur Lehre der Gestalt (in Psychologische Forschung, 1923).
IL NEOTEMPLARISMO ALLA “FINE” DEL MONDO
di Stefano E. Erario
Un fenomeno, quello del neotemplarismo, che alcuni vorrebbero far risalire addirittura alla morte dell’ Ultimo Gran Maestro dei Cavalieri Templari, Jaques de Molay, messo al rogo assieme al compagno di prigionia Geoffrey de Charnay il 18 marzo del lontano 1314, sull’ isola dei “judei” della Senna a Parigi.
Un atto ignobile compiuto per mano del famigerato re Filippo IV di Francia, goliardicamente detto il “bello”, e dell’inutile e – ignavo dell’anti inferno – papa Clemente V, citato dall’Illustre contemporaneo Dante Alighieri nella “divina commedia”, accusato di simonìa, di espoliazione dei Templari e della cattività Avignonese, inserito nel 19° canto dell’ inferno – nella terza bolgia dell’ ottavo cerchio – assieme agli altri papi “simonìaci”. Rimandati tutti dal sommo Poeta alla “condanna di Pietro” in paradiso. Dante fu un immite critico di una Chiesa che, secondo lo spirito riformatore medievale, aveva perso la natura autentica del vangelo. Una vicenda controversa quella dei Poveri Cavalieri di Cristo, divenuti in 21anni Cavalieri del Tempio di Gerusalemme, che li vedeva condannati individualmente in Francia, Inghilterra e Cipro, e assolti da sinodi provinciali in Portogallo, Germania, Spagna, Italia, ecc. Una anomala differenza di “giustizia ecclesiastica” che sembrerebbe indicare dei casi parziali di eresia, estraniando di fatto il più discusso e “romanzato” Ordine monastico-cavalleresco della storia, espressione della spiritualità “crociata” medievale.
Le accuse con le quali Filippo il bello e Clemente V cercarono di giustificare la soppressione dell’ Ordine si fondavano sui costumi e sulle evidenze di alcuni rituali dalla dubbia efficacia ma che agli occhi degli accusatori si evidenziavano come spregiudicate Eresie. Il Matter, storico francese dello gnosticismo e studioso del fenomeno Templare, riassume tutte le testimonianze che si produssero nel corso dell’inchiesta, formulando le seguenti conclusioni:
- Che i Templari – sarebbe più esatto il dire: una parte dei Templari – ebbero dei rapporti «più intimi che non convenisse» con i Maomettani e le dottrine dissidenti dei loro tempi;
- Che il loro atto di abiura concerneva il Cristo considerato come Dio crocifisso e redentore o salvatore dell’Umanità;
- Ch’essi contestavano la morte espiatoria del Cristo e negavano il dogma della transustanziazione (termine che indica la conversione della sostanza del pane nella sostanza del corpo di Cristo);
- Che i “veri iniziati” professavano fede al Padre Eterno, rigettando la credenza del Dio Figlio (secondo lo stesso Matter, la testa barbuta detta di Bafometto, era una rappresentazione di Dio Padre).
Si può dire che per conseguenza, questo storico francese ricostituisce così la dottrina “segreta” Templare: 1. stretto monoteismo; 2. rifiuto di riconoscere la divinità del Cristo; 3. rifiuto del dogma della transustanziazione; 4. antipatia per il sacerdozio della Chiesa e per alcune delle sue pratiche. All’ epoca di Matter non si conoscevano che le sole indagini francesi, delle quali Raynuard aveva pubblicato i documenti, ma di seguito, gli storici Prutz e Schottmüller, utilizzando i documenti, ancora inediti delle inchieste eseguite a Cipro, negli Stati della Chiesa, nella Terra d’Otranto, in Inghilterra ecc… attestarono che in modo inequivocabile, secondo loro, in molti casi non si ricorse alla tortura ma che fosse un modus-operandi “rituale” dei Cavalieri Templari quello di praticare le supposte accuse. Difficile poter resistere all’opinione che si contrappone a quella di Matter, cioè che eresie vi furono non da parte dell’ Ordine ma di una parte, più o meno considerevole, dei suoi membri. Pochissimi furono i riferimenti ai sequestri dei beni e delle poderose ricchezze trasferite, in parte, alla custodia dei Cavalieri Ospitalieri, Ordine già esistente e dedito alla cura dei pellegrini e degli stessi Cavalieri Templari dal ritorno delle Crociate. Non faccio alcun riferimento alla dubbia, a mio avviso, assoluzione papale a Chinon, nella più famosa Bolla, perché lo ritengo un argomento complesso che andrebbe approfondito con scienza e parzialità, e che rimando ad un prossimo articolo.
A seguito dei processi protratti anche dopo la morte dell’ Ultimo Gran Maestro ufficiale, J. de Molay, alcuni vogliono i Templari sfuggiti o liberati dall’inquisizione, ricostituiti in – Ordini Laici – come ad esempio la – Massoneria – e ancor prima negli – Ordini Muratori o degli Scalpellini medievali – dove avrebbero scritto la loro “vendetta” tra le colonne delle stesse Chiese chiamati a costruire. All’ epoca gli unici ad avere permessi speciali per poter circolare in Europa, senza alcun divieto, erano i così detti “Freemasons” abili costruttori di Cattedrali che si tramandavano una conoscenza architettonica ed “esoterica” accessibile solo a Iniziati.
Supponendo che gli “scampati” all’inquisizione Templare possano aver costituito nuove confraternite o essersi aggregati in quelle già esistenti dei Liberi Muratori, nonpossiamo affermare con assoluta certezza la loro continuità come Cavalieri del Tempio, in quanto non esisterebbero documenti ufficiali che proverebbero il contrario. Bernard Raymond Fabré-Palaprat (1773 – 1838), nel 1804 dichiara di avere scoperto, insieme con i suoi confratelli della – Loggia dei Cavalieri della Croce – documenti che proverebbero una successione ininterrotta di “Gran Maestri Templari” in clandestinità dalla soppressione del 1307 fino al 1792 (l’anno in cui sarebbe morto, massacrato a Versailles dai giacobini, l’ ultimo Gran Maestro “nascosto”, il duca Louis-Hercule Timoléon de Cossé-Brissac (1734 – 1792).
I Cavalieri della Croce dichiarano che un documento, ritrovato nel cassetto di un mobile (?) del duca, autorizza la stessa Loggia a procedere all’ Elezione di un nuovo Gran Maestro, una volta passata la tempesta rivoluzionaria.
Così, nel 1805, la Loggia nomina B. R. Fabré-Palaprat, Gran Maestro dell’ Ordine (pro-tempore) e ricostruisce di “fatto” l’Ordine del Tempio.
L’ idea di un – Ordine Templare – autonomo e indipendente dai gradi templari esistenti nella Massoneria, piace e interessa lo stesso Napoleone Bonaparte (1769 – 1821), che autorizza una solenne cerimonia nel 1808.
Da questi due riferimenti possiamo dedurre l’assoluta “sedicenza” di Tutti gli – Ordini Neo e Post Templari – e delle piùnoteassociazioni moderne che si rifanno alla tradizione degli antichi, e soppressi, Cavalieri del Tempio di Gerusalemme.Queste associazioni in buona fede, non possono definirsi derivanti per legittimità e discendenza Templare, fugando ogni riferimento di appartenenza e di vera vocazione, che ci fa ricordare i voti a cui avevano Giurato i monaci-cavalieri, cioè quelli di: <obbedienza, povertà e castità>. Sulla base di questi Giuramenti, unici ad essere documentati in modo soddisfacente, sfidiamo chiunque ad asserire di essere, oggi, un vero Cavaliere Templare.
Storicamente, sempre per “sedicenza”, si possono annoverare solo pseudo associazioni che danno vita ad un fervente movimento sorto sotto il nome di – templarismo o neotemplarismo – già a partire dal 1700, in coincidenza con la diffusione dell’Illuminismo. Tra le più importanti, vi è l’Organizzazione Mondiale dei Templari – OR.MO.TE., che nasce nel 1965 in Belgio e che si propone di unire i – Gruppi Templari Mondiali – che si ispirano agli ideali dell’Antico O.S.M.T.J. quale unico simbolo e ragione di continuità.
Moltissime sono invece le consorterie dal “mantello facile” e dalla dubbia moralità, che si susseguono dal dopo – Napoleone – in cerca di accrediti spesso localizzati, non ultimo quello di pochi giorni fa titolato dai giornali nazionali come “il ritorno dei Templari in Vaticano, dopo 700 anni”, un “titolone” hollywoodiano sul quale stendiamo un velo pietoso. Queste fantomatiche associazioni “scappate dal catechismo” molto probabilmente nemmeno riconosciute dallo stesso OR.MO.TE. sopra citato, in alcuni rarissimi casi, dimostrano una certa serietà e passione tali da poter affermare che, al di là di ogni ragionevole dubbio, creano e rigenerano l’ innato senso umano dell’ appartenenza alla “regola” e che, in queste particolari associazioni dalle “potenti e patenti” croci, si rivendica un forte sentimento Cristiano fino ad asserire di essere pronti a difendere, non si sa bene come, la Cattolica madre Chiesa. Un sentimento legittimo e per alcuni aspetti condivisibile, retaggio culturale e Religioso tipicamente occidentale che in questi ultimissimi anni si sente minacciato da una ondata di “vento nuovo”, che di nuovo ha ben poco, e che non solo deve fare i conti con l’aumentare in modo spropositante di manifestazioni pubbliche e assolutamente inquietanti, di un numero altrettanto spropositato di Musulmani in suolo Europeo (notoriamente nemici dei Cristiani), il che sarebbe gestibile da una sana tolleranza in nome della nostra Costituzione e una preventiva organizzazione locale, ma che invece sembra essere sfuggita di mano, come ad esempio con i fatti delittuosi in nome di “Allah Akbar” accaduti in Belgio e Svezia.
Tutto questo supportato dal più preoccupante pericolo che viene dalle stanze ormai “aperte” del Vaticano e proprio dal loro leader e altissimo rappresentante sulla “terra”, quel Jeorge Mario Bergoglio, papa Francesco I, poco apprezzato dai più ortodossi, difficile da interpretare per la sua apertura mondialista e indirizzata all’Unicità delle Religioni sotto un non ben definito Dio “spray”, un Dio che “non esiste” perché incarnato nei tre Uomini, padre, figlio e spirito santo (parole dette durante la messa mattutina a Santa Marta proprio da Papa Francesco). Il Papa preso “alla fine del mondo”, mai frase fu più chiara. Il Vescovo di Roma del Transumanesimo e dei “Fratelli Tutti”, titolo della sua Enciclica presentata ufficialmente ieri ad Assisi, la città dello “scomunicato” ma santo Francesco.
Concludo scusandomi con coloro che avrò offeso dubitando della veridicità di alcune questioni storiche e soprattutto documentarie che, oltretutto, sono frutto dei miei più appassionati studi ma che non devono spegnere quel sentimento di pace, di fratellanza e di convivialità palpabile in quelle associazioni in cui mi sono onorato di presenziare approfittando della loro “benevola sopportazione” nonostante le mie critiche ma che chiudo sempre con un messaggio di speranza nel cuore, quello che, se il mondo “Deve” cambiare, lo si faccia sempre e solo per il bene dell’ Umanità e per il bene della nostra Unica salvezza che è la nostra Amata terra. Con mantelli, sciarpe e grembiuli o in nome di chi … decidetelo Voi, ma nessuno più uccida o pensi di Governare il nuovo mondo con metodi criminali in nome di Dio.
“Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da Gloriam”
Salmo 115:1 – NNNSSSNNN
FONTE: invio diretto dall’Autore
L’enigma del tempo
Del poeta Rainer Maria Rilke ritrovo le Elegie duinesi (1923) e dall’Ottava il verso, a me subito caro, ‘Così noi viviamo per dire sempre addio’ (‘So leben wir und nehmen immer Abschied’, possiedo l’edizione con il testo a fronte). Di origine boema (Praga, 4 dicembre 1875) lo si considera fra i più grandi di lingua tedesca e di quella stagione ove l’Europa – e il crollo e la disintegrazione dell’Impero asburgico rimane il simbolo più straziante – andava dissolvendosi nella ‘guerra civile’ di cui paghiamo tuttora le conseguenze. Ospite della nobile famiglia dei Thurn und Taxis a Duino, in provincia di Trieste, con un bel castello sul mare e una passeggiata, che da lui prende il nome e che ho percorso molti anni addietro, compone appunto le Elegie da cui ho tratto il verso di cui sopra. Sempre di Rilke lessi – e, in qualche scaffale si nasconde, presente e assente – altra sua opera, I quaderni di Malte Laurids Brigge (1910), da cui ricavai considerazioni sulla natura della poesia del tempo dei ricordi – e qualcosa mi rimane su uno sgualcito e residuato quadernetto di appunti.
Due citazioni e le trascrivo volentieri: ‘Anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare, quando sono molti, e si deve avere la grande pazienza di aspettare che ritornino’ (nella vecchiaia, poi, li ritrovi in ogni caso anche se è il segno che il tempo a tua disposizione volge al termine). ‘Poiché i ricordi di per sé ancora non sono. Solo quando divengono in noi sangue, sguardi e gesto, senza nome e non più scindibili da noi, solo allora può darsi che in una rarissima ora sorge nel loro centro e ne esca la prima parola di un verso’ (carne e ossa e sangue e il soffio dello spirito si trovano nel luogo dell’incontro. Che sia analogo alla morte, come voleva Mishima Yukio in Sole e Acciaio?).
Scrivevo, la volta scorsa, di Adriano imperatore e suoi sono i versi: ‘Animula vagula, blandula, – hospes comesque corporis – quae nunc abibis in loca – pallidula, rigida, nudula, – nec, ut soles, dabis locos’ (‘Piccola anima, errabonda, scherzosa – ospite e compagna del corpo, – dove andrai ora, – pallida, fredda, ignuda, priva dei consueti sollazzi?’). Qui l’Addio si rende definitivo e la parola ‘sempre a vincere il tempo’ si fa inganno svelato. Nel suo fluire, però, ad ogni Sì abbiamo preceduto gli innumerevoli No e rimane il dubbio, l’incertezza che ad altro Sì potevamo accedere trasformando un qualsiasi No anteposto. Solo il verso non tradisce, se appunto è eco e il centro del nostro vissuto – immagini emozioni sentimenti -, se imperioso si leva, fragile vessillo di seta, ad indicarci la barricata, il luogo (effimero?) della buona battaglia. Il tempo, qui, si eternizza – quel fluire incessante in me e fuori di me – e, per un istante, tutto si fa immobile tace come prima dello stormire del vento fra i rami le gocce di pioggia sempre più fitte la tempesta con i suoi scuri nuvoloni in arrivo. E il viandante, come ci suggerisce Nietzsche, va errando lungo i sentieri del Nulla…
FONTE: http://www.ilpensieroforte.it/cultura/3990-l-enigma-del-tempo
CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE
Il segreto di Stato. Sorvegliare, proteggere, informare
di Maria Gabriella Pasqualini
Questo è il titolo di una mostra di documenti originali realizzata dagli Archivi Nazionali di Francia, presso la sede di Parigi, lo splendido Hôtel de Soubise nel Marais, con la collaborazione del Servizio Storico della Difesa francese, sito nel Castello di Vincennes.
Come si legge nel pannello di apertura, l’obiettivo principale dell’esposizione è quello di sfatare i luoghi comuni che circondano lo spionaggio e i Servizi informativi e riuscire a rendere più chiare alcune zone d’ombra che ne hanno nel passato oscurato la necessaria trasparenza. Sono presentati dei documenti segreti d’archivio veramente interessanti, insieme a cartelloni, poster, brani di film e un documentario sul concetto di ‘segreto di stato’ con interviste ai maggiori esperti della storia dei Servizi francesi d’informazione e di quale sia stata la politica dello Stato a questo riguardo. Ci sono quindi varie testimonianze sonore, tra le quali quella che più impressiona i non addetti ai lavori è la ricostruzione virtuale dell’interno del sottomarino nucleare Le Redoutable, entrato in linea nel 1967 e dismesso nel 1991 con la riproduzione dei rumori ‘misteriosi’ che si ascoltano all’interno di un sottomarino. Attualmente il sottomarino è nella Cité de la Mer a Cherbourg, e ne rappresenta uno degli elementi più importanti di visita.
L’interesse spasmodico per tutto ciò che è segreto è rappresenta l’ansia di sapere cosa sia il segreto; un’ansia che divora tutti. Pochi sanno che l’attività informativa, identificata erroneamente con un termine dal connotato negativo, ‘spionaggio’, è sempre stata molto ben praticata fin da tempi lontanissimi, non solo in campo militare.
Il ‘segreto dello Stato’ e l’allegoria del silenzio
L’esposizione inizia con una magnifica riproduzione di un quadro di Elisabetta I d’Inghilterra del 1600, conosciuto come il ‘Ritratto dell’arcobaleno’. La Regina aveva nel fedele Sir Francis Walsingham un attento consigliere ma anche il suo informatore più attento che gestiva una rete capillare di spie. Nel quadro vi sono numerose allegorie che si riferiscono appunto al ‘silenzio’.
La prima parte dell’esposizione propone, infatti, ‘il segreto dello Stato’ come raffigurato nell’immaginario artistico, anche utilizzando la mitologia, e nella satira caricaturale.
Tra i primi reperti in esposizione vi sono due medaglie in argento del 1661, raffiguranti il profilo di Luigi XIV e sul rovescio Arpocrate, il Dio egizio del Silenzio figlio di Iside e Osiride, in quell’Egitto quando i segreti erano appannaggio della sola casta sacerdotale; una divinità che anche nella mitologia greca e latina ha mantenuto la sua caratteristica principale venendo spesso raffigurato con due dita sulla bocca. Arpocrate si ritrova su numerose monete antiche in esposizione.
Da non mancare il volumetto di Cesare Ripa (Padova, 1555-1620), Della più che novissima Iconologia, nella riedizione del 1630 di Donato Pasquardi, conservato nella Biblioteca Nazionale di Francia. La pagina aperta è quella sull’incisione della ’spia’, che avanza nel vento avvolto da un mantello che ne copre la figura e il volto; ha due ali ai piedi e, accanto, un cagnolino, normalmente raffigurante nell’allegoria di quei tempi il segno della fedeltà. Sul mantello sono disegnati occhi e orecchie: non vi sono dubbi sull’attività del soggetto così allegoricamente raffigurato.
Il segreto è anche oggetto di caricature soprattutto dal XIX secolo con i nuovi mezzi di diffusione, la stampa e, in seguito il cinema, che hanno molto utilizzato la figura della spia o messo in ridicolo gli organi dei Servizi. Come scritto in un pannello: «ciò che è segreto è sempre ritenuto importante. L’ignoranza della realtà favorisce la caricatura e nutre la denuncia. ». A sostegno di questo vi sono numerosi documenti come cartelloni di film, ritagli di giornale, libri scritti anche nel secolo passato da ufficiali francesi del controspionaggio, possibilità di ascoltare alcuni brani di serie televisive sull’argomento: un ricco panorama sull’argomento, sia serio che satirico.
Gli ‘operatori del segreto’ e la raccolta informativa
Segue una Sezione dedicata agli operatori e alle pratiche della raccolta informativa. Dal Padre Joseph, fedele collaboratore di Richelieu ai servizi segreti della nostra era, sottolineando che alla fine del XIX secolo si concreta quella che viene riconosciuta come una burocrazia specializzata del settore, perché fino a quegli anni coloro che avevano fatto ‘informazione’ diciamo istituzionale, erano diplomatici, militari e agenti incaricati di particolari missioni.
Nel periodo di Luigi XIV, XV e XVI, il famoso secret du roy era una rete dedicata all’informazione in stretto contato con il sovrano. Il Re dà le istruzioni, con missive segrete. Tra le varie lettere manoscritte esposte ve n’è una particolarmente interessante diretta al conte Charles François de Broglie (tratta dalla collezione della corrispondenza segreta tra il Conte e il Re), che riguarda le prescrizioni di comportamento, da dare all’agente de la Rosière nel caso di un suo arresto in Inghilterra. Una lettera che, come sottolinea il ben fatto libretto di visita dell’esposizione, testimonia la diretta implicazione di Luigi XV nell’allestimento di una rete spionistica all’estero. L’agente doveva lasciare i suoi effetti personali e eventuali documenti presso la casa londinese del Cavalier d’Eon de Beaumont, ivi accreditato come diplomatico, ma in realtà anche incaricato di spionaggio proprio dal sovrano. Questi sono solo alcuni esempi di ciò che i curatori scientifici della mostra hanno scelto per illustrare l’evoluzione del ‘segreto dello stato’ e dello spionaggio nel tempo.
Altri documenti altrettanto importanti del periodo della Prima Repubblica indicano le spese che furono sostenute per i vari agenti inviati all’estero: se ne trae così l’idea chiara della rete informativa costituita presso le varie Corti europee e presso quella russa. Le liste dei pagamenti sono sempre la reale documentazione di ciò che avveniva nel settore.
Non viene dimenticata l’attività della polizia nel settore della sicurezza nelle città e nelle campagne e l’occhiuta sorveglianza anche sui costumi e sulle idee politiche dei cittadini. La Luogotenenza generale di Polizia fu creata a Parigi nel 1667: sotto il regime napoleonico e successivamente vengono istituite delle polizie specializzate centralizzate con potenti organi di polizia dediti alla raccolta delle informazioni interne al territorio e quindi alla sicurezza dello stesso.
I ‘luoghi del segreto’
Il ‘segreto’ ha anche una geografia dei luoghi a loro volta ‘segreti’, semplicemente la geografia del potere. Un esempio è il Cabinet des dépêches nel Castello di Versailles che era il luogo dove Luigi XV leggeva le informative degli agenti che inviava fuori dal territorio francese e redigeva le istruzioni relative. Ebbene questo Cabinet era la sede del ‘segreto del Re’ ovvero di quella diplomazia che il Re attuava segretamente in prima persona, oltre alla politica estera ufficiale.
Anche Napoleone aveva un suo Cabinet, un luogo riservato dove riceveva i suoi agenti o scriveva lettere segrete. Sotto Napoleone, come ha ben dimostra in un suo saggio Michel Roucaud nel bel volume che accompagna la mostra (più di un catalogo, un volume di saggi sul segreto dello stato redatto sotto la direzione di Sébastien-Yves Laurent, in vendita a 26 euro) si è forse avuto proprio il momento più alto della costruzione del ‘segreto dello stato’, con quattro attività importanti: «la ricerca dell’informazione, l’opposizione alle raccolta informativa sul territorio francese fatta da una potenza straniera, l’azione ‘clandestina e le ‘operazioni speciali’. Il termine ‘segreto’ nella corrispondenza di Napoleone è impiegato con diverse accezioni: raccolta informativa, lotta contro lo spionaggio nemico neutralizzando alcune volte di sospetti e agire nel più grande segreto». Numerosi documenti e reperti interessanti sono nelle vetrine della mostra a dimostrazione di come ‘il segreto dello Stato’ fosse sentito e praticato nel Primo Impero.
Il segreto tra cifratura e decifratura
L’ultima importante Sezione della mostra riguarda la cifratura e relativa decifratura dei messaggi segreti, e contiene tavole di cifratura e regole su come diventare una buona spia e saper usare le cifre. Alcuni pezzi esposti sono molto antichi e rari come la boîte a chiffrer et déchiffrer in forma di libro con gli emblemi di Enrico II, oggetto del 1557; una relazione di Jean Hellot (Accademico delle Scienze nel 1735 e inventore per le ceramiche francesi di un colore conosciuto come il ‘blu Hellot’) del 1747 su un nuovo inchiostro simpatico da lui messo a punto; tavole di cifratura del 1612; tavole di cifrature usate da Napoleone; uno spartito musicale del compositore Maurice de Raoulx con un nuovo codice sotto forma di note musicali del 1854; un pezzetto di carta dove Geneviève Tillon, della Resistenza francese, deportata a Ravensbrück, redige una lista di nomi di medici operanti nel campo sotto forma di ricette di cucina, in realtà codici.
Accanto a queste curiosità storiche, anche elementi contemporanei della cifratura. Tra gli altri, da una macchinetta generante vapore per aprire le lettere e richiuderle senza che il ricevente se ne accorgesse a un orologio di fabbricazione tedesca che conteneva un microfono, del 1955; un esemplare della macchina cifrante Hagelin usata durante la seconda guerra mondiale; la griglia di decifratura dei messaggi in codice trasmessi dai servizi segreti sovietici al loro contatto francese; una macchina Enigma a tre rotori; una ventosa a muro per l’ascolto usata durante il periodo della guerra fredda (1950-1960); il telefono criptato rosso MATRA utilizzato dallo Stato Maggiore della Marina del 1988; la linea criptata che permetteva al generale De Gaulle e a Leonid Breznev di comunicare direttamente. Quest’ultimo era un TAREC elettronico 4B impiegato all’epoca, 1960-1968; il telefono cellulare cifrante costruito per il Presidente della Repubblica francese, chiamato TEOREM, realizzato con la competenza della dalla Direzione Generale degli Armamenti dalla società Thales Group nel… 2010!
Una mostra ricca di materiali, informazioni e storia per neofiti ed esperti
Per sintetizzare questa esposizione, 311 oggetti sono nelle vetrine, con allestimento tecnico assolutamente fruibile anche per i non addetti ai lavori, pannelli esplicativi chiari, sintetici e ben strutturati, un libretto di visita, prestato gratuitamente ai visitatori veramente esaustivo per chi ha voglia di leggere non solo l’indicazione degli oggetti ma anche le dotte schede che spiegano l’origine e l’importanza del documento o del reperto mostrato.
Un percorso facile e anche divertente per chi non ha proprio dimestichezza con questi concetti e questa storia ma che può scoprire come l’attività informativa fosse in realtà un ‘segreto dello Stato’ necessario per la stabilità e in seguito la sicurezza interna del Paese. Nei tempi attuali ovviamente è richiesta una trasparenza dovuta al Parlamento che rappresenta i cittadini e che ormai è stata accolta con leggi relative.
Un percorso invece di grandissimo interesse e relativa curiosità per chi ha fatto di questi argomenti l’obiettivo dei suoi studi o semplicemente è un operatore nel settore.
Forse per gli storici dei Servizi informativi i documenti e i reperti più interessanti sono quelli che si situano nel secolo XVII, XVIII e XIX. Documenti d’epoca, spesso di non facile lettura, che dimostrano l’evoluzione del concetto di ‘segreto del Re’,‘segreto dello Stato’ e intelligence, senza togliere alcun merito alla parte contemporanea.
Una mostra ben fatta, intelligente, fruibile.
L’autrice ringrazia personalmente Eric Landgraf, commissario tecnico dell’esposizione, per la sua cortesia.
Tutte le informazioni sulla mostra e il relativo libretto sono disponibili sul sito degli Archivi nazionali francesi dove è possibile anche visitare la mostra virtualmente.
FONTE: https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/storia-dintelligence/le-secret-de-letat-surveiller-proteger-informer-xvii-xx-siecle.html
ECONOMIA
Le mani della Prociv e del governo Conte su case, attività e beni mobili
Il “Cura Italia” curerà determinati interessi ma non quelli degli italiani e dei privati che, da oggi, potranno vedersi sottrarre terre, auto e abitazioni in nome della presunta emergenza
Immagine il Sole 24 web
La questione girava da settimane ed è spuntata persino nella bozza dell’ultimo decreto, il cosiddetto “Cura Italia”: ma pochi pensavano che potesse essere confermata nella sua durezza. Ma stanotte (anche se il provvedimento è comparso nella GU di ieri, quella del 17 marzo) è arrivata l’ufficialità. Conte, Borrelli e gli altri sono pronti a requisire i beni mobili e immobili degli italiani in favore di un’emergenza che secondo personalità come Puoti e Sgarbi (non sono i soli, anzi) è inesistente. Ma vediamo che significa.
Che cos’è la requisizione
La requisizione è un atto giuridico che deve essere motivato da gravi motivi (il coronavirus, che in Italia ha una “mortalità” che per esperti come Stefano Montanari è pari allo zero, è un grave motivo o un pretesto?). Con essa, una persona può essere privata di un bene. La requisizione può essere “in proprietà”, nel qual caso il bene si perde per sempre e al suo posto spunta un indennizzo, un risarcimento. Oppure può essere “in uso”: in questo caso si viene indennizzati per i mesi in cui il bene è stato sottratto.
Cosa prevede il decreto in materia di requisizioni
Il decreto licenziato la notte del 18 marzo ma inserito nella Gazzetta Ufficiale del giorno prima, è disponibile in versione integrale in alto in formato Pdf. All’articolo 6 si legge che “fino al termine dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, il capo del Dipartimento della Protezione civile può disporre, anche su richiesta del commissario straordinario, la requisizione in uso o in proprietà da un soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere (…). Inoltre “il prefetto può disporre con decreto la requisizione di strutture alberghiere e di altri immobili per ospitare persone in sorveglianza sanitaria o in isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare“. Nell’ultimo caso, chiaramente, non sussistono necessariamente problemi di ordine sanitario e chiunque (migranti compresi) può essere alloggiato nelle abitazioni private o negli alberghi, come già accaduto. In questi casi, si legge, verrà corrisposta un’indennità pari allo 0,42% del valore del bene, così come stimato dall’Agenzia delle entrate.
Le storture dell’articolo 6 del “Cura Italia”
Come detto, la requisizione di ogni bene mobile e immobile, anche di quelli non strettamente correlati alla sanità, è stata prevista per decreto e potrà essere eseguita fino al 31 luglio su disposizione del capo della Prociv Angelo Borrelli, del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e, localmente, dei prefetti. Ma perché prevedere la requisizione di ogni bene mobile e immobile, anche di quelli che non hanno nulla a che vedere con la presunta emergenza, come abitazioni o veicoli? Perché toccare i privati o i gestori di alberghi anziché pensare alle riqualificazioni di strutture pubbliche fatiscenti? Altro punto: le requisizioni in uso che si trasformano in proprietà se il bene non viene mantenuto nelle condizioni originali e non viene restituito nello stesso luogo in cui è stato preso. La requisizione diventa, in quel caso, da temporanea a definitiva, e addio bene. Come se si trattasse di una sorta di racket legalizzato, che in realtà non tiene conto della stringente normativa in fatto di requisizioni. Se esiste la possibilità di frenare il provvedimento qualora lo si ritenga ingiusto o forzato? Per “l’avvocato del popolo”, no: “in caso di contestazione anche in sede giurisdizionale – si legge infine – non può essere sospesa l’esecuzione del provvedimento”.
Caro amico prima che caro lettore, Rec News ti ricorda che nella Costituzione sono regolati i Diritti inviolabili del cittadino. Essi riguardano il proprio domicilio, cioè il posto dove si abita: è il padrone o la padrona di casa che decide chi vi può accedere e cosa si può fare al suo interno. Ogni cittadino può circolare liberamente all’interno del territorio nazionale (Art.16), riunirsi pacificamente anche in pubblico (Art. 17), professare la propria religione (Art.19) senza limitazioni (Art. 20). Diritto inviolabile è l’espressione del proprio pensiero in forma scritta o parlata (Art.21). Secondo l’Articolo 32 della Costituzione, nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario (tamponi, vaccini, test, ecc.) se non è previsto dalla legge per gravi e documentati motivi. Allo stesso modo, può astenersene se le sue convinzioni religiose o sociali non gli consentono di ricevere trattamenti sanitari. Uno governo Democratico consente il confronto tra le varie forze politiche e include anche le forze d’opposizione. Un premier che agisce secondo principi democratici non fa le leggi da solo o con i tecnici, ma le sottopone al Parlamento
FONTE: https://www.recnews.it/2020/03/18/le-mani-della-prociv-e-del-governo-conte-su-case-attivita-e-beni-mobili/
FINANZA BANCHE ASSICURAZIONI
Lotta al contante, Conte mette in scena la televendita fiscale
Se avete bisogno di una qualche consulenza per promuovere un prodotto, potete rivolgervi senza indugiare a questo governo, da oggi ufficialmente maestro delle sponsorizzazioni pubblicitarie.
Durante il Festival dell’Economia di Trento più che ad una esposizione, tenuta dal premier di una nazione sui provvedimenti presi, sembra di assistere ad una delle migliori televendite.
Il premier illustra quelli che saranno gli incentivi per il programma della lotta al contante, raccolti in un ampio e colorantissimo ventaglio di optionals. Piovono dal cielo bonus e premi, studiati a tavolino per provare ad accalappiare gli elettori più dubbiosi.
Si passa dallo slogan più classico e cauto che dice: ”Dal primo dicembre, chi paga in modalità digitale se farà almeno 50 transazioni in 6 mesi potrà recuperare il 10%: con un minimo di 1500 euro di spesa potrà recuperare 150 euro. Non solo, ci sarà il superbonus”.
Per passare a quello più goliardico che recita: “Se una persona spende tanto e fa tanti acquisti continuativi, i primi 100.000 sms avranno 1500 euro a testa”. Per poi proseguire con il celebre ritornello ‘ma non finisce qui’, perchè “in più ci sono 50 milioni all’anno con estrazioni periodiche”.
E per i più scettici, che a conclusione del teatrino non si sentono ancora convinti dell’efficacia del provvedimento, l’’avvocato del popolo’ chiude la presentazione del pacchetto con la formula: “Creeremo un meccanismo in cui ci sarà solo da guadagnare con tantissimi incentivi”.
Non c’è che dire, alcuni hanno proprio le capacità e la faccia tosta di provare a vendere aria fritta. Se le televendite sono la risposta ai problemi fiscali del nostro Paese, allora stiamo freschi.
FONTE: https://www.ilparagone.it/attualita/lotta-al-contante-conte-mette-in-scena-la-televendita-fiscale/
LE INQUIETANTI PROCEDURE DEI TRUSTS DEL LIECHTENSTEIN
Procedure di costituzione e gestione di un Trust nel Principato del Liechtenstein risultano essere particolarmente preoccupanti.
Il Principato del Liechtenstein conta poco più di 34mila abitanti, sono insediati circa 14mila tra Trusts e Fondazioni e vi operano circa 500 tra Trustees e Law Firms.
Fin qui nulla di strano, ciascun Paese punta e sviluppa i settori produttivi nei quali riscuote maggior successo. Nel Principato del Liechtenstein però sembrebbe possibile costituire e registrare presso il locale Company Register, Trusts Testamentari stabiliti tramite Atto Costitutivo nel quale interviene in sostituzione del Disponente Reale, una fiduciaria del Principato. In aggiunta sembrebbe possibile trasferire a tale Trust testamentario i beni del Disponente Reale tramite semplici documenti, formati da due o tre righe, che non integrano alcuno dei requisiti di garanzia posti dalle Normative Successorie o semplicemente civilistiche degli Stati cui sono soggetti i Disponenti Reali.
Non finisce qui, in quanto nel Principato del Liechtenstein sembrerebbe possibile la registrazione di Trusts Testamentari a cura della fiduciaria che firma l’Atto Costitutivo senza il minimo accertamento: sulla capacità mentale del Disponente Reale, vengono registrati Trusts nei quali il Disponente Reale è notoriamente soggetto alcolizzato o soggetto a patologie che ne compromettono la capacità mentale; sulla capacità di agire del Disponente Reale, vengono registrati Trusts che violano in maniera eclatatante le Norme Successorie dello Stato del Disponente Reale, dello stesso Principato del Liechtenstein e quelle stabilite dalle Convenzioni Internazionali di Diritto Privato, di Diritto Sucessorio e Trusts; sulla effettiva volontà del Disponente Reale, se il Disponente chiede uno strumento successorio è chiaro che il Trust debba essere un Trust Testamentario e non un normale Trust inter-vivos; sulla violazione della legge del Principato del Liechtenstein del 19 settembre 1996 (Iprg) che ha ratificato le Convenzioni Internazionali in materia di Diritto Privato e Diritto Successorio; sulla violazione di Norme del Codice Penale del Principato del Liechtenstein ed in particolare dell’art. 93 (Indotta disperazione di Incapace), dell’art. 155 (Circonvenzione di Incapace), dell’art. 153 (Abuso di Fiducia), dell’art. 146 (Frode), dell’art. 127 (Tentato Furto) e dell’art. 144 (Tentata Estorsione); sulla violazione di Norme Civilistiche del Principato del Liechtenstein ed in particolare dell’art. 2 del Pgr e dell’art. 2 della Legge sulla Proprietà n. 214 del 31 dicembre 1922 (Buona Fede Contrattuale).
Se dopo la costituzione del Trust venisse a mancare il Disponente Reale sembrerebbe consentito ai Trustees di ignorare la previsione contenuta nell’articolo 785, comma 3 del Codice Civile del Principato del Liechtenstein che disciplina la revocabilità delle assegnazioni al Trust costituito nei due anni prima della morte del Disponente Reale.
Inoltre, risulterebbe consentito ai Trustees di ignorare la revoca del Trust disposta dal Disponente Reale con successivo Testamento conforme alle Norme dello Stato di sua ultima residenza.
Tutto ciò sembrerebbe non solo possibile, ma anche normale e ricorrente. Durante la vita del Trust può poi capitare che l’avvocato di presunta Fiducia del Disponente Reale, fatto nominare anche quale Trustee Professionale, ad un certo punto decida di perseguire finalità e interessi diversi da quelli del Disponente Reale (nel frattempo deceduto) e dei beneficiari del Trust e che nel suo duplice ruolo di avvocato e Trustee, decida di revocare il Family Trustee del Trust voluto dal Disponente Reale, di revocare tale Family Trustee anche dalle cariche direttive dei veicoli del Principato del Liechtenstein che detengono le azioni di una multinazionale con il proposito anche dichiarato di favorire la conferma della governance in carica della stessa. Sarebbe poi consentito a tale Trustee e Avvocato di Famiglia di portare in giudizio per anni, di fronte alle locali Corti del Principato, i Beneficiari ed il Family Trustee del Trust, sottoponendoli a stress e pressioni inaudite e compromettendone anche la salute psicofisica senza che ciò comporti l’intervento di alcuna delle Autorità del Principato del Liechtenstein.
Purtroppo la mini-riforma sulla disciplina delle attività dei Trustees, in vigore da luglio 2020, non risulta neanche lontanamente in grado di porre fine alle ricorrenti pratiche poste in essere dai Trustees del Liechtenstein, anche in chiara ed inequivocabile violazione di diritti umani inviolabili.
(*) In foto Bruno Capone, Fouding Partner Law Firm Lextray Luxembourg
FONTE: http://opinione.it/esteri/2020/10/05/bruno-capone_principato-del-liechtenstei-trusts-fondazioni-trustees-law-firms-atto-costitutivo-disponente-reale-fiduciaria-diritto-privato-successorio/
Dopo la fase di liquidazione forzata l’oro fa il suo lavoro (e il fisico è un pelo introvabile)
Oooops. Come previsto e prevedibile dopo la fase di furiosa liquidazione per margin call e per paura fottuta (termine altamente tecnico, ci scusiamo per l’inconveniente) gli investitori cominciano a farsi alcune semplici domande:
- Se tutte le banche centrali sono in modalità stampa infinità e disperata, e se a questo giro i governi distribuiranno denaro, non è che potrebbe perfino esserci una diminuzione del potere di acquisto del denaro?
- Se le obbligazioni governative e AAA sono a tassi negativi, non è che per caso non ci sono più margini per guadagnare e solo margini per perdere.
- Quando le aziende quotate faranno “le trimestrali” non è che per caso si scoprirà che anche dopo questi crolli di brosa sono ancora molto sopravvalutate.
Ecco, nel dubbio, e visti i precedenti storici una quota di soldi investiti in oro, improvvisamente non sembra più una cattiva idea, almeno fino a quando il mondo non troverà un modo di di reflazionare qualche bolla su cui saltare su. A questo giro poi c’è anche il magico mondo delle criptovalute che guarda caso stanno salendo furiosamente proprio come l’oro.
Il punto è che questa crisi economica e finanziaria è diversa da tutte le altre avvenute nella storia dell’economia moderna, non sappiamo quanto profonda possa essere ( ieri l’IFO tedesco ha battezzato per la Germania da -7% a -20% di PIL per il 2020 a seconda degli scenari), ma sappiamo che sarà piuttosto lunga e avrà strascichi sui sistemi finanziari e monetari di portata enorme.
Ieri ZeroHedge riportava che lingotti d’oro e monete presso Apmex sono tutti esauriti in un amen e in questi giorni il prezzo dell’oro fisico è rimasto molto più alto di quello di ETF (sapete quella merda che millanta di avere oro fisico nei forzieri, si come no) e futures.
Cosa potrebbe mai andare storto? (se l’oro non ce l’hai)
FONTE: https://funnyking.io/archives/5881
GIUSTIZIA E NORME
CdM: via libera a nuovo decreto sicurezza
5 Ottobre 2020
Via libera al nuovo decreto sicurezza nel Consiglio dei Ministri tuttora in corso, appuntamento cruciale anche in vista del prossimo DPCM
Dal Consiglio dei Ministri tuttora in corso arriva il semaforo verde per il nuovo decreto sull’immigrazione, che di fatto va a sostituire i cosiddetti decreti Salvini.
Si va così verso l’annullamento di una delle misure politiche più criticate e sotto i riflettori negli ultimi mesi, e che invece segna ora l’elemento spartiacque del nuovo esecutivo Conte, che sta andando a ritoccare pesantemente molti dei provvedimenti presi nel corso della fase gialloverde.
Un deciso cambio di rotta che ha reso il premier oggetto anche di numerose critiche, ma che per molte tra le principali figure che ruotano attorno all’attuale governo è da accogliere in maniera decisamente positiva.
Lo pensa ad esempio il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, il primo a commentare la notizia – trapelata a CdM ancora in corso – con parole di accoglienza e favore:
“Approvato ora in Consiglio dei ministri il decreto immigrazione. I decreti propaganda/Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista”.
CdM in corso: lontana ipotesi coprifuoco
L’ok al nuovo decreto sull’immigrazione che va a sostituire i decreti Salvini non è l’unico provvedimento in ballo nel CdM in corso.
Quest’ultimo potrebbe infatti rivelarsi cruciale sia in ottica nuovo DPCM che dal punto di vista della proroga allo stato di emergenza.
Ma se ci sono molte più certezze riguardo il secondo punto, il nuovo Dpcm lascia ancora notevoli dubbi circa i suoi tratti. Appare infatti sicura la proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio 2020, che il governo introdurrà seguendo le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico.
Più difficile è però cercare di delinearne i contenuti, con tutte le possibili ulteriori misure restrittive imposte sul territorio. Indicazioni da questo punto di vista sono arrivate solo poco fa, a consiglio ancora non avviato, quando fonti di Palazzo Chigi hanno assicurato che non ci sarà nessun coprifuoco.
In risposta soprattutto ai timori di un nuovo lockdown, sono quindi arrivate rassicurazioni circa l’assenza di nuovi provvedimenti volti a limitare orari o modalità di lavoro di attività come bar, locali e ristoranti.
Il nodo mascherine
Fonti di Palazzo Chigi hanno parlato della possibilità che si vada verso “chiusure selettive”, nel caso in cui il numero di positivi dovesse far registrare aumenti ancora maggiori e la situazione apparisse al limite.
Il punto cruciale e più attenzionato resta quello legato alle mascherine. Già Lazio e Campania hanno introdotto da ormai 48 ore un provvedimento che impone di indossarle anche all’aperto, e sembra più che verosimile che la misura sarà estesa su tutto il territorio.
Lo aveva in parte già fatto capire lo stesso premier Giuseppe Conte, qualche ora prima del consiglio, evidenziando come la tutela della salute dei cittadini “significa preservare anche l’economia e il nostro tessuto produttivo”.
Nel Consiglio dei Ministri in corso ora si discute quindi dell’ipotesi mascherina obbligatoria in ogni circostanza, eccetto che per l’attività motoria all’aperto, per i minori di 6 anni e per chi ha patologie incompatibili con simili misure.
Per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è innegabile un ritorno del virus, che impone di non abbassare la guardia e continuare a mostrare la giusta risposta:
“Il virus sta tornando, ma noi siamo più forti, lo abbiamo già dimostrato. E per questo motivo non dobbiamo abbassare la guardia. Usiamo le mascherine e rispettiamo tutte le norme anti-covid. Dimostriamo al mondo chi siamo. Anche perché grazie al senso civico e all’atteggiamento responsabile degli italiani abbiamo superato già una volta questa crisi sanitaria”.
FONTE: https://www.money.it/CdM-via-libera-nuovo-decreto-sicurezza
IMMIGRAZIONI
Olanda, 200 migranti si fingono omosessuali per ottenere il permesso di soggiorno
Per le autorità di Amsterdam, tuttavia, sarà molto difficile provare l’effettiva falsificazione delle dichiarazioni.
Il Servizio di immigrazione e naturalizzazione (SIN) dei Paesi Bassi ha aperto un fascicolo d’inchiesta in relazione a gruppi di migranti di origine ugandese, che si sarebbero finti omosessuali pur di avere accesso alla procedura facilitata per l’ottenimento del permesso di soggiorno.
Lo riferisce il portale neerlandese NRC. Secondo quanto si apprende, negli ultimi anni oltre 400 cittadini dell’Uganda hanno fatto domanda per il permesso di soggiorno, e molti di loro hanno dichiarato la propria omosessualità, a quanto pare proprio per approfittare della maggior facilità di ottenimento del permesso di soggiorno per cittadini di orientamento LGBT.
Le indagini avrebbero identificato almeno 200 persone che avrebbero falsificato le proprie dichiarazioni al fine di ottenere questa chiara agevolazione.
I rappresentanti del SIN hanno confrontato i racconti di diverse persone e hanno constatato una sospetta somiglianza tra di esse. Inoltre, l’agenzia ha ricevuto diverse lettere anonime, in cui veniva fatta menzione di corsi nei quali ai migranti ugandesi sarebbe stato insegnato come fingersi omosessuali.
Le autorità, tuttavia, difficilmente potranno revocare la maggioranza dei documenti di residenza, in ragione dell’enorme difficoltà nel provare l’effettiva falsificazione degli atti da parte dei dichiaranti.
In Uganda l’omosessualità è considerata un reato ed è punita con la pena dell’ergastolo.
FONTE: https://it.sputniknews.com/mondo/202010069622499-olanda-200-migranti-si-fingono-omosessuali-per-ottenere-il-permesso-di-soggiorno/
Arrestata donna senza mascherina a Napoli
Federica Francesconi – 6 ottobre 2020
FONTE: https://www.facebook.com/federica.francesconi.3/posts/10220478834178624
LAVORO PENSIONI DIRITTI SOCIALI
Lavoro dipendente sotto attacco, altro che imprese!
FONTE: http://micidial.it/2020/10/lavoro-dipendente-sotto-attacco-altro-che-imprese/
PANORAMA INTERNAZIONALE
Il diritto secondo Macron. Rapporto di Amnesty
“Migliaia di arresti arbitrari”
Amnesty France ha (finalmente) pubblicato, il 29 settembre, il suo rapporto sulla repressione delle manifestazioni, non solo di quelle dei Gilet Gialli.
FRANCE: COMMENT DES MILLIERS DE MANIFESTANTS PACIFIQUES ONT ÉTÉ ARBITRAIREMENT ARRÊTÉS ET POURSUIVIS
Che esordisce così:
“Dalla fine del 2018, in Francia, la repressione delle manifestazioni è stata su una scala senza precedenti. Dimostrare pacificamente espone al rischio di violenza da parte della polizia, ma anche di finire arrestati. In effetti, le autorità hanno utilizzato leggi contrarie al diritto internazionale per verbalizzare, arrestare arbitrariamente e perseguire persone che non hanno commesso alcuna violenza. Indagine.
Bilancio di Amnesty, in breve : « 11 morti, 4439 feriti, 12 mila arresti, 25 occhi persi, 5 mani amputate, 236 feriti alla testa di cui 144 gravi”.
VIDEO QUI: https://twitter.com/i/status/1311025454674063362
Macron dov’è? in Lituania, per incontrare Svetlana Tikhanovskaya leader dell’opposizione bielorussa, perché come sapete Lukashenko deve imparare da Macron – e dalla Merkel – come rispettare il diritto di manifestare ed esprimere opinioni contrarie. Non come in Europa dove è tutta pace e libertà.
Qui a Madrid, dove il governo socialista ascolta le istanze del popolo:
VIDEO QUI: https://twitter.com/i/status/1309828674624122881
Galera per negazionismo. Bestemmiare invece è un diritto
Le Parisien: “ Hervé Lalin, nom del plume Ryssen, è stato incarcerato venerdì con tre condanne a pene detentive per espressioni antisemite o negazioniste. Hervé Lalin è stato convocato giovedì dalla polizia giudiziaria e poi portato davanti a un magistrato che ha ordinato l’esecuzione di queste condanne pronunciate tra il 2017 e il 2020, per un totale residuo di 17 mesi di reclusione, ha precisato l’accusa”. Nel gennaio scorso aveva subito un’altra condanna sempre per lo stesso motivo.
Nell’ottobre 2017 il tribunale lo ha dichiarato colpevole di post ritenuti antisemiti su Twitter e Facebook. “Nel giugno 2018 gli era stato inflitto un anno di reclusione, pena massima subita, per messaggi antisemiti in un video sulla piattaforma YouTube, dal titolo “Ebrei, incesto e isteria”.
Cosa diceva questo video? Lo spiega Libé brevemente: “Una voce fuori campo esponeva le ragioni che suggerivano che il popolo ebraico sarebbe stato un popolo incestuoso”. Libération ci informa che Ryssen anche “nel 2016 era stato condannato a cinque mesi di reclusione per numerosi passaggi del suo libro Comprendre le judaïsme-comprendre l’antisémitisme.”
Condanne che prima non venivano eseguite, adesso sono diventate effettive
Bruno Gollnisch (del direttivo del partito della Le Pen) deplora: “Dunque ci sono dei prigionieri per delitto d’opinione nella Francia d’oggi”.
Fréderic Haziza, giornalista di Forum Radio J, si rallegra: “L’anno 5781 comincia bene: il guru antisemita @HerveRyssen è stato incarcerato in esecuzione di tre condanne per frasi antisemite o negazioniste. Ora la volta dei due amici Alain Soral e Dieudonné ».
Alain Soral (« Sinistra del lavoro, destra dei valori ») sta organizzando una raccolta di firme e una manifestazione in favore del carcerato. Non senza ricordare la frase pronunciata appena il 2 settembre scorso dal presidente Macron, in difesa delle vignette di Charlie Hebdo :
« C’è in Francia la libertà di bestemmiare che è connessa alla libertà di coscienza. Io sono qui per proteggere tutte le libertà ». Qualche mese prima aveva detto : « La legge è chiara : abbiamo il diritto alla bestemmia, a criticare e caricaturare le religioni » . Con una sola eccezione.
Macron ha fatto la sua lezione sul diritto di bestemmia in Libano, dove ha insegnato ai governanti libanesi: “Sono qui per proteggere tutte queste libertà… In Francia si possono criticare governi, un presidente, bestemmiare” (Je suis là pour protéger toutes ces libertés. (…) En France on peut critiquer des gouvernants, un président, blasphémer).
Perché l’Europa è la libertà, l’Europa è giustizia, l’Europa è pace.
FONTE: https://www.maurizioblondet.it/il-diritto-secondo-macron-rapporto-di-amnesty/
“Clown, bugiardo, stai zitto”, ma quello aggressivo è Trump
Il mainstream ci ha abituato a tutto, anche a negazioni frequenti dell’evidenza. Non c’è da stupirsi, allora, che per tg e i giornali il dibattito tra Donald Trump e Joe Biden sia diventato un occasione per il primo per dare sfoggio della propria “aggressività”. Ma è stato davvero così?
Il mainstream ci ha abituato a tutto, anche a negazioni frequenti dell’evidenza. Non c’è da stupirsi, allora, che per tg e giornali il dibattito tra Donald Trump e Joe Biden sia diventato un’occasione per il primo per dare sfoggio della propria “aggressività”. Ma è stato davvero così? L’impressione è che il presidente in carica abbia reagito alle provocazioni dell’avversario “democratico”, più che altro ricorrendo ad interruzioni piuttosto frequenti.
E Biden? Ha chiamato Trump “clown” e “bugiardo”, gli ha intimato di stare “zitto” (in un dibattito che serve proprio a confrontarsi) e ha fatto ricorso frequente a insinuazioni sulla mancanza di un programma, sugli “scoop” ad orologeria delle testate vicine ai dem e, ovviamente, su tutto l’armamentario tipico della loro retorica, sempre propensa a vedere razzisti e omofobi ovunque. Altro aspetto, le telecamere sempre puntate su un Biden concentrato solo sui telespettatori, in palese disprezzo del proprio interlocutore. Più bonario e tollerante l’atteggiamento di Trump, che si è rivolto a Biden chiamandolo per nome e guardandolo negli occhi. Abitudine che in genere ai (veri) bugiardi non piace. Meglio concentrarsi sulle innocue telecamere o sul moderatore – Wallace – complice. L’unico ad aver messo tutti d’accordo, trasversalmente considerato “il peggiore di sempre”.
Di certo, Biden ha dato prova di scarsezza di argomentazioni, mostrando nervosismo nel momento in cui si sono affrontati temi spinosi come l’Ucraina Gate che ha travolto il figlio Robert Hunter. Al mainstream, ovviamente, non interessa né questo né la vicenda dei presunti brogli elettorali. Figurarsi l’occupazione messa in pericolo dalle chiusure, l’aggressività e gli atti di vandalismo dei BLM. L’aggressività che interessa è un’altra: quella immaginata.
Caro amico prima che caro lettore, Rec News ti ricorda che nella Costituzione sono regolati i Diritti inviolabili del cittadino. Essi riguardano il proprio domicilio, cioè il posto (inviolabile) dove si abita: è il padrone o la padrona di casa che decide chi vi può accedere e cosa si può fare al suo interno. Ogni cittadino può circolare liberamente all’interno del territorio nazionale (Art.16), circolare, riunirsi e manifestare in pubblico (Art. 17), professare la propria religione (Art.19) senza limitazioni (Art. 20). Diritto inviolabile è l’espressione del proprio pensiero in forma scritta o parlata (Art.21). Secondo l’Articolo 32 della Costituzione, nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario (tamponi, vaccini, test, utilizzo della mascherina ecc.) se non è previsto dalla legge – non dai Dpcm e dalle ordinanze – per gravi, documentati e passeggeri motivi. Allo stesso modo, ognuno può astenersi da un trattamento in forza delle sue convinzioni religiose o sociali. L’obiezione di coscienza è un diritto. Uno governo Democratico consente il confronto tra le varie forze politiche e include anche le forze d’opposizione. Un premier che agisce secondo principi democratici non fa le leggi da solo o con i tecnici, ma le sottopone al Parlamento.
FONTE: https://www.recnews.it/2020/09/30/clown-bugiardo-stai-zitto-aggressivo-trump-biden/
POLITICA
Sabino Cassese: “Proroga dello stato d’emergenza o dell’incapacità?”, il duro attacco al governo Conte
Parole pesantissime, quelle del costituzionalista Sabino Cassese, contro il governo e contro Giuseppe Conte. Nel dettaglio, contro la decisione di prorogare lo stato di emergenza fino al prossimo 31 gennaio. Ospite in collegamento a Omnibus, Cassese parte in quarta: “Proroga dell’emergenza o proroga dell’impotenza? O peggio ancora proroga dell’incapacità? Emergenza non c’è, siamo in una situazione largamente prevista – premette -: si sapeva che ci sarebbe stata una recrudescenza dei contagi, la vita è ricominciata, il virus circola, si sapeva che ci sarebbe stato questo. In questa situazione, dichiarare uno stato di emergenza è qualcosa di eccessivo, non serve per fronteggiare questa situazione, serve soltanto perché all’interno della macchina statale c’è un’impotenza nell’affrontare i problemi ordinari. In Italia abbiamo sempre bisogno di dichiarare un’emergenza per fare cose ordinarie. Perché molti altri paesi nel mondo non hanno dichiarato lo stato di emergenza?”, conclude Sabino Cassese in un pesantissimo intervento.
FONTE: https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/24778324/sabino-cassese-omnibus-proroga-stato-emergenza-incapacita-giuseppe-conrte.html
L’USO POLITICO DELLA MASCHERINA
In un interessante video registrato questa estate realizzato dall’economista Michele Boldrin, il virologo Guido Silvestri ha sostenuto che nessuno studio era riuscito a dimostrare l’efficacia dell’uso massivo della mascherina nel contenere il contagio del coronavirus. Tanto è vero che Paesi, ad esempio la Svezia, i quali non ne hanno obbligato l’uso o che l’hanno imposta in modo estremamente limitato, vedi l’Olanda, attualmente vantano risultati migliori dei nostri sul piano della mortalità per milione di abitanti.
Eppure, in Italia la stessa mascherina sembra divenuta una sorta di feticcio intoccabile. Non c’è talk-show o telegiornale in cui non venga sostenuta l’esigenza improcrastinabile di utilizzarla in ogni luogo chiuso che non sia la propria abitazione, sebbene il genetista Andrea Crisanti, punta di diamante degli scienziati catastrofisti, a suo tempo consigliava di mettersi la mascherina anche all’interno delle mura di casa.
Ma in questi giorni alcune regioni italiane, tra cui il Lazio e la Campania, quest’ultime governate da due personaggi di sinistra, hanno imposto l’obbligo anche all’aperto in ogni luogo e nell’arco delle 24 ore. Tutto questo, si badi bene, per qualche centinaio di nuovi contagi rilevati; contagi che nella stragrande maggioranza dei casi nulla hanno a che vedere con la malattia. Ciononostante due noti campioni della democrazia del calibro di Nicola Zingaretti e Vincenzo De Luca non si sono fatti alcuno scrupolo nel varare una misura che molto poco ha di scientifico, ma che invece somiglia maledettamente ad un surrettizio tentativo di assoggettamento di massa, al pari di alcuni sinistri regimi d’antan, i quali imponevano forme coatte di omologazione attraverso abiti e divise di una medesima foggia e di uno stesso colore.
In tal senso pare che l’avvocato del popolo, l’ineffabile premier Giuseppe Conte, stia valutando l’opportunità di estendere a tutto il Paese questa intollerabile scemenza liberticida, anche considerando il bassissimo rischio di contagio che, come dimostrano i principali studi a riguardo, si corre nei contatti all’aria aperta.
A questo proposito mi sembra doveroso citare proprio l’esempio dell’Olanda, anch’essa alle prese col previsto aumento autunnale dei contagi. Pensate che il primo ministro Mark Rutte, nel caso di far indossare ai cittadini le mascherine anche nei negozi – perché di questo si parla nel Paese dei tulipani – si è limitato ad invitare gli stessi cittadini a farlo, in quanto le leggi di questa nazione ne impediscono l’obbligo. Da noi invece, in cui basta qualche centinaio di nuovi “casi” per farci mettere il bavaglio anche per una semplice passeggiata all’aria aperta, Costituzione e leggi ordinarie vengono tranquillamente eluse da uno stato d’emergenza senza emergenza nella contentezza quasi generale.
Qualcuno a questo punto potrebbe nutrire il sospetto che nell’uso così coercitivo della mascherina via sia uno scopo non dichiarato di natura politica. Sospetto che per me non esiste affatto. A mio avviso obbligare le persone a respirare la propria anidride carbonica anche all’aperto e per tutto il tempo non può che rispondere ad una logica di natura politica. L’intento è quello di imporre un trattamento sanitario obbligatorio, perché di questo si tratta, all’intera popolazione, utilizzando la mascherina come un puro e semplice strumento politico di asservimento di massa.
La strada verso l’inferno di una feroce dittatura sanitaria è naturalmente lastricata delle migliori intenzioni. L’unica risposta possibile che i cittadini possono dare è quella di una resistenza ferma ma civile. Non arrendiamoci!
FONTE: http://opinione.it/editoriali/2020/10/05/claudio-romiti_obbligo-politico-mascherina-coronavirus-stato-emergenza-massa/
SCIENZE TECNOLOGIE
ASINTOMATICI, UN ACCANIMENTO DIAGNOSTICO DA GIUSTIFICARE
Gli asintomatici nelle “attività virali” sono una norma di cui nessuno si accorge se non effettuando eventualmente un esame diagnostico che ne riveli la presenza o la risposta anticorpale. Migliaia di virus quotidianamente ci colpiscono e non portano a malattia (asintomatico significa senza sintomi: senza malattia), questo è ciò che accade da millenni. Ad oggi non c’è mai stato un “accanimento diagnostico” nel cercare quante persone siano asintomatiche ai coronavirus ed ai vari virus dell’influenza se non con SARS-CoV-2.
L’errore che viene commesso quotidianamente durante i vari “quesiti diagnostici” su soggetti assolutamente sani è considerarli “Covid positivi”: Covid significa Corona Virus Disease ovvero Malattia da Coronavirus che di fatto e per assioma della medicina e della biologia non è presente nell’asintomatico.
La diffusione di un virus è assolutamente normale così come le sue mutazioni che vengono replicate continuamente se e solo se l’ospite vive (non malato mortalmente) inducendo così l’immunità di gregge e ciò avviene proprio grazie agli asintomatici ed agli ammalati.
Un virus che uccide non potrà più replicarsi dato che l’ospite non c’è più, un virus mutato che non uccide più si replicherà e farà si che l’immunità di gregge si completi naturalmente, questo è nella natura delle cose (di medicina e di biologia) da sempre. Se un parassita uccide l’ospite non potrà andare avanti, se un parassita mutando non uccide più l’ospite, sarà la specie (virale batterica etc…) che continuerà ad essere presente su questa Terra.
L’accanimento diagnostico sugli asintomatici è una scelta politica (ovviamente non sta a me né giudicare né valutare una scelta politica) che non ha un fondamento scientifico soprattutto se, come dimostrato negli ultimi mesi, esistono terapie adeguate anche a persone con diverse comorbidità (altre malattie).
E’ altresì una scelta politica (ribadisco che non ho da giudicare) ma non scientifica far si che i decessi (ogni giorno muoiono persone perché l’immortalità non fa parte dell’essere vivente) vengano registrati come Covid qualora, indipendentemente dalla vera causa di morte (incidente stradale, cancro, patologie dell’apparato cardio-vascolare) il paziente deceduto non abbia effettuato alcuna diagnostica per SARS-CoV-2 o sia risultato positivo al contatto con SARS-CoV-2. Se queste scelte sono indirizzate al governo dal comitato tecnico scientifico è opportuno che vengano giustificate scientificamente e non politicamente da tale comitato “scientifico” (che però è stato selezionato dalla politica, sigh!): in medicina ed in biologia si chiama “rationale” ovvero il motivo (scientifico, né amministrativo né politico) per il quale si giustifica un accanimento diagnostico o una terapia.
Inserisco una nota di rammarico rispetto ai nostri connazionali cremati durante il trimestre orribilis°°°: in scienza se un fatto non è immediatamente spiegabile o dimostrabile va spiegato secondo il criterio del “metodo scientifico” (Galileo Galilei) da circa 400 anni.
Il metodo scientifico si basa su alcuni presupposti, ad esempio che gli eventi naturali osservati hanno delle cause precise ed identificabili, che ci sono degli schemi utilizzabili per descrivere quanto accade in natura, che se un evento si verifica con una certa frequenza alla base c’è la stessa causa, che ciò che una persona percepisce può essere percepita anche da altri, che si applicano le stesse leggi fondamentali della natura, indipendentemente da dove e quando si verificano determinati eventi.
Il metodo scientifico o sperimentale si articola in due fasi
Fase induttiva (cioè dallo studio di dati sperimentali si giunge alla formulazione di una regola universale)
Fase deduttiva
La fase induttiva si divide inoltre in:
Osservazioni e misure (in questa fase si utilizza la strumentazione opportuna e si raccolgono i dati)
Formulazione di un’ipotesi, si tenta cioè di spiegare il fenomeno, mediante la “lettura” dei dati sperimentali.
La fase deduttiva si distingue in:
Verifica dell’ipotesi (si sottopongono i dati ad una verifica rigorosa, si fanno delle controprove, ecc.)
Formulazione di una teoria, nel caso in cui l’ipotesi venga confermata.
In pratica il metodo scientifico è un modo di conseguire informazioni sul meccanismo di eventi naturali proponendo delle risposte alle domande poste: per determinare se le soluzioni proposte sono valide si utilizzano dei test (esperimenti) condotti in maniera rigorosa.
La rigorosità del metodo scientifico risiede nel fatto che una teoria NON è MAI DEFINITIVA MA è SUSCETTIBILE DI MODIFICHE E SOSTITUZIONI, qualora vengano alla luce nuovi aspetti non ancora considerati.
Il metodo scientifico richiede una ricerca sistematica di informazioni e un continuo controllo per verificare se le idee preesistenti sono ancora supportate dalle nuove informazioni. Se i nuovi elementi di prova non sono favorevoli, gli scienziati scartano o modificano le loro idee originarie.
Il pensiero scientifico viene quindi sottoposto ad una costante critica, una modifica ma anche ad una rivalutazione: è questo che lo rende così grande ed universale. (Bibliografia: Enger – Ross – Concepts in biology – McGraw Hill 2002 —- Lilia Alberghini – Franca Tonini – Biologia – Arnoldo Mondadori Scuola 2005 (ISBN 88-247-2452-3) —- Isaac Asimov – Breve storia della biologia – Zanichelli 2005 (ristampa) (ISBN 88-08-02472-5)
°°°Far “sparire” cremandole, le persone decedute durante il trimestre orribilis ha di fatto cancellato 400 anni di storia dell’umanità riguardo al metodo scientifico sul quale ci si basa per ogni scoperta scientifica in qualsiasi ambito. Non mi permetto quindi di giudicare la politica, ma di certo un comitato tecnico scientifico, che ha consigliato tutto questo alla politica, è tutto fuorché scientifico nelle sue risultanze e decisioni.
Nel 2020 e non ai tempi del colera: rispondo già adesso riguardo i “rischi che avrebbero comportato i pazienti deceduti”: il <<Biorischio di livello 4>> e gli agenti di rischio biologico <<Categoria A UN 2814 >> sono previsti nelle attività di ricerca (in questo millennio e non nel secolo della peste quando si bruciava tutto). Cancellare con la cremazione ha significato eliminare la possibilità di capire cosa stesse succedendo, è stata eliminata la possibilità di utilizzare correttamente il metodo scientifico da parte di chi, ancora oggi, NEGA l’evidenza di ciò che oggi, e non tre mesi fa, stia succedendo. Negare l’evidenza degli errori commessi e molti ancora in corso NON fa parte del metodo scientifico checché il nome, e solo questo, del comitato resti ancora oggi “tecnico scientifico”.
Daniele Tedeschi BSc PhD
Biologo iscr. albo ONB AA_043982
Dottore di Ricerca e post-Doc
Direttore Scientifico Progetto Genobioma
Nato a Ragusa, Diploma Liceo Classico, Laurea in Biologia Università degli Studi di Pisa, Dottore di Ricerca Università di Pisa e Università di Messina, Post-Doc Università di Pisa, Albo dei Biologi, Pathobiology of Aging (UniPI Ita – NIH USA), Perfezionato in Citometria Clinica (Università di Pisa), Accreditamento Nazionale 5371-217998 in Genetica della Nutrizione Nutrigenetica e Nutrigenomica.
Dedica la propria vita scientifica alla Fisiopatologia e all’Epigenetica della Nutrizione e dell’Ambiente e la loro applicazione precoce dalla ricerca alla clinica. Non ha legami con movimenti o partiti politici, si considera un tecnico al servizio delle Persone e per il benessere e la ricerca della Cura per le Persone.
È Direttore Scientifico Naz. di Progetto GenobiomaTM, Scientific Advisor del Centre for Experimental Research on Human Microbiome (MI), componente per la Ricerca Scientifica del Gruppo Operativo Innovazione (GOI progetto mal secco) della Regione Sicilia. Coordinatore Scientifico Naz. Della ONLUS OSA per la ricerca scientifica etica dal 2015 al 2018 (MI), Consigliere Scientifico AIRMO dal 2013 al 2016 (Associazione Italiana Ricerca Malattie Oncologiche), Docente esterno Master di Biotecnologie Applicate alle BioBanche per i Tessuti Umani Facoltà di Medicina e Chirurgia di Messina 2016-17, Responsabile Naz. per la nutrizione dell’IVF Mediterranean Centre per gli studi sulla Infertilità, membro dell’International CoenzymeQ10 Association e della ISANH (International Society of Antioxidants for Nutrition and Health).
Dal 2014 è External Expert della Commissione Europea (codice iscrizione EX2014D213025) e per le Agenzie esecutive della CE: Technology Initiatives and joint research programmes; Public research funding bodies in Member States and Associated Countries; European Parliament Structural Reform Support Service.
FONTE: https://cheventochetira.altervista.org/asintomatici-un-accanimento-diagnostico-da-giustificare/
Ex direttore scientifico di Pfizer: “Seconda ondata falsificata dai test Covid falsi positivi”, “La pandemia è finita”.
Ralph Lopez
Hubpages.com
In una dichiarazione sorprendente, l’ex direttore scientifico del gigante farmaceutico Pfizer affferma che “non c’è scienza che suggerisca che una seconda ondata debba arrivare”. L’insider di “Big Pharma” sostiene che i risultati falsi positivi dei test COVID, intrinsecamente inaffidabili, vengono utilizzati per inventare una “seconda ondata” basata su “nuovi casi”.
Il dottor Mike Yeadon, che è stato vicepresidente e Chief Science Officer di Pfizer per 16 anni, afferma che metà o addirittura “quasi tutti” i test COVID sono falsi positivi. Il dottor Yeadon sostiene inoltre che la soglia per l’immunità di gregge potrebbe essere molto più bassa di quanto si pensasse in precedenza, e potrebbe essere già stata raggiunta in molti paesi.
In un’intervista della scorsa settimana è stato chiesto al dottor Yeadon:
“stiamo basando una politica di governo, una politica economica, una politica delle libertà civili, in termini di limitazione delle persone a sei persone in una riunione… il tutto basato su, cosa può essere, dati completamente falsi su questo coronavirus?”
Il dottor Yeadon ha risposto con un semplice “Sì”.
Lo scienziato ha detto nell’intervista che, dato il “modello” di tutti gli indicatori importanti in una pandemia mondiale, come i ricoveri ospedalieri, l’utilizzo di terapia intensiva e i decessi, “la pandemia è fondamentalmente finita”.
Yeadon ha dichiarato nell’intervista:
“Se non fosse per i dati dei test che si ottengono sempre dalla TV, si potrebbe giustamente concludere che la pandemia è finita, dato che non è successo nulla di grave. Certo, la gente va in ospedale, si sposta nella stagione dell’influenza autunnale… ma non c’è nessuna scienza che suggerisca che una seconda ondata possa accadere”.
Un articolo pubblicato questo mese, di cui Yeadon è co-autore di due suoi colleghi, “How Likely is a Second Wave?”, dichiara:
“E’ stato ampiamente osservato che in tutti i paesi fortemente infetti in Europa e in diversi stati degli Stati Uniti allo stesso modo, che la forma delle morti quotidiane rispetto alle curve temporali è simile alla nostra nel Regno Unito. Molte di queste curve non sono solo simili, ma quasi sovrapponibili”.
Nei dati relativi al Regno Unito, alla Svezia, agli Stati Uniti e al mondo, si può notare che in tutti i casi i decessi sono aumentati da marzo fino a metà o fine aprile, per poi iniziare a diminuire in una pendenza morbida che si è appiattita verso la fine di giugno e continua fino ad oggi. Le percentuali dei casi, basate su prove, salgono e oscillano selvaggiamente verso l’alto e verso il basso.
La messaggistica mediatica negli Stati Uniti sta già aumentando le aspettative di una “seconda ondata”.
Tasso di sopravvivenza di COVID ora stimato al 99,8%, simile all’influenza, immunità alle cellule T precedenti
Il tasso di sopravvivenza di COVID-19 è stato aggiornato da maggio al 99,8% delle infezioni. Questo si avvicina all’influenza ordinaria, il cui tasso di sopravvivenza è del 99,9%. Anche se COVID può avere gravi effetti successivi, lo stesso vale per l’influenza o per qualsiasi malattia respiratoria. L’attuale tasso di sopravvivenza è di gran lunga superiore alle ipotesi iniziali di marzo e aprile, citate dal dottor Anthony Fauci, del 94%, ovvero da 20 a 30 volte più letali. Il valore del tasso di mortalità da infezione (IFR) accettato da Yeadon et al. nel documento è dello 0,26%. Il tasso di sopravvivenza di una malattia è del 100% meno l’IFR.
Il dottor Yeadon ha sottolineato che il “nuovo” contagio COVID-19 è nuovo solo nel senso che si tratta di un nuovo tipo di coronavirus. Ma, ha detto, ci sono attualmente quattro ceppi che circolano liberamente in tutta la popolazione, il più delle volte legati al comune raffreddore.
Nel documento scientifico, Yeadon et al:
“Ci sono almeno quattro membri della famiglia ben caratterizzati (229E, NL63, OC43 e HKU1) che sono endemici e causano alcuni dei comuni raffreddori che si verificano, soprattutto in inverno. Hanno tutti una sorprendente somiglianza di sequenza con il nuovo coronavirus”.
Gli scienziati sostengono che gran parte della popolazione ha già, se non anticorpi contro COVID, un certo livello di immunità delle cellule T dall’esposizione ad altri coronavirus correlati, che circolano da molto prima di COVID-19.
Gli scienziati scrivono:
“Una componente importante del nostro sistema immunitario è il gruppo di globuli bianchi chiamati cellule T, il cui compito è quello di memorizzare un breve pezzo di qualsiasi virus con cui siamo stati infettati, in modo che i tipi di cellule giuste possano moltiplicarsi rapidamente e proteggerci se otteniamo un’infezione correlata. Le risposte al COVID-19 sono state mostrate in decine di campioni di sangue prelevati da donatori prima dell’arrivo del nuovo virus”.
Introducendo l’idea che alcune immunità precedenti a COVID-19 esistevano già, gli autori di “How Likely is a Second Wave?” scrivono:
“È ormai accertato che almeno il 30% della nostra popolazione aveva già il riconoscimento immunologico di questo nuovo virus, prima ancora che arrivasse… COVID-19 è nuovo, ma i coronavirus non lo sono”.
Continuano dicendo che, a causa di questa resistenza precedente, solo il 15-25% di una popolazione infetta può essere sufficiente per raggiungere l’immunità del gregge:
“…studi epidemiologici mostrano che, con l’estensione dell’immunità precedente che possiamo ragionevolmente supporre, solo il 15-25% della popolazione infetta è sufficiente a fermare la diffusione del virus…”.
Negli Stati Uniti, accettando un numero di morti pari a 200.000, e un tasso di mortalità per infezione del 99,8%, questo significherebbe che per ogni persona che è morta, ci sarebbero circa 400 persone che sono state infettate e sono sopravvissute. Questo si tradurrebbe in circa 80 milioni di americani, ovvero il 27% della popolazione. Il valore supera la soglia di Yeadon e dei suoi colleghi per l’immunità del gregge.
Gli autori dicono:
“Secondo la letteratura attuale, tra il 20% e il 50% della popolazione mostra questa reattività pre-pandemica delle cellule T, il che significa che potremmo adottare un valore di popolazione inizialmente suscettibile dall’80% al 50%. Più bassa è la reale suscettibilità iniziale, più siamo sicuri che sia stata raggiunta una soglia di immunità del gregge (HIT)”.
La seconda ondata falsa positiva
Del test PCR, il test COVID prevalente usato in tutto il mondo, scrivono gli autori:
“più della metà dei positivi sono probabilmente falsi, potenzialmente tutti”.
Gli autori spiegano che ciò che il test PCR misura effettivamente è “semplicemente la presenza di sequenze parziali di RNA nel virus intatto”, che potrebbe essere un pezzo di virus morto che non può far ammalare il soggetto, e non può essere trasmesso, e non può far ammalare nessun altro.
“…un vero positivo non indica necessariamente la presenza di un virus vitale. In studi limitati fino ad oggi, molti ricercatori hanno dimostrato che alcuni soggetti rimangono positivi alla PCR molto tempo dopo la scomparsa della capacità di coltura del virus da tamponi. Lo definiamo un “positivo a freddo” (per distinguerlo da un “positivo a caldo”, qualcuno effettivamente infettato da un virus intatto). Il punto chiave dei ‘positivi a freddo’ è che non sono malati, non sono sintomatici, non diventeranno sintomatici e, inoltre, non sono in grado di infettare gli altri”.
Nel complesso, il dottor Yeadon costruisce il caso che qualsiasi “seconda ondata” di COVID, e qualsiasi caso governativo di blocco, dati i ben noti principi dell’epidemiologia, sarà interamente fabbricato.
A Boston, questo mese, un laboratorio ha sospeso l’esecuzione dei test per il coronavirus dopo la scoperta di 400 falsi positivi.
Un’analisi dei test basati sulla PCR sul sito web medico medrxiv.org afferma:
“i dati sui test basati sulla PCR per virus simili mostrano che i test basati sulla PCR producono abbastanza risultati falsi positivi da rendere i risultati positivi altamente inaffidabili in una vasta gamma di scenari del mondo reale”.
Il professor Carl Heneghan, direttore del Centro di Oxford per la Medicina basata sulle prove, scrive in un articolo di luglio “Quante diagnosi COVID sono falsi positivi?”
“uscendo dalle attuali pratiche e dai risultati dei test, la Covid-19 potrebbe non scomparire mai”.
Naturalmente, l’incidenza più famosa dell’inaffidabilità dei test PCR fu quando il Presidente della Tanzania rivelò al mondo che aveva inviato di nascosto campioni di una capra, una pecora e un frutto a un laboratorio di analisi COVID. Tutti i campioni sono risultati positivi al COVID.
Prodotto in Cina
In agosto, il governo svedese ha scoperto 3700 falsi positivi al COVID provenienti da kit di test realizzati dalla BGI Genomics cinese. I kit sono stati approvati a marzo dalla FDA per l’uso negli Stati Uniti.
Seconda ondata di coronavirus non normale
Il dottor Yeadon ha contestato l’idea che tutte le pandemie avvengano in ondate successive, citando altri due focolai di coronavirus, il virus della SARS nel 2003 e il MERS nel 2012. Quelle che possono sembrare due ondate possono essere in realtà due singole ondate che si verificano in regioni geografiche diverse. Si dice che i dati raccolti dalla SARS 2003 relativamente recente e dalle epidemie di MERS sostengono la loro tesi.
Nel caso del MERS:
“si tratta in realtà di più ondate singole che colpiscono popolazioni geograficamente distinte in momenti diversi mentre la malattia si diffonde. In questo caso il primo picco maggiore è stato osservato in Arabia Saudita, con un secondo picco alcuni mesi dopo nella Repubblica di Corea. Analizzate singolarmente, ogni area ha seguito un singolo evento tipico…”.
Nell’intervista, quando è stato interrogato sull’epidemia di influenza spagnola del 1918, che si è verificata in ondate successive durante la prima guerra mondiale, Yeadon ha sottolineato che si trattava di un tipo di virus completamente diverso, non della famiglia dei coronavirus. Altri hanno dato la colpa alla malnutrizione generale di inizio secolo e alle condizioni insalubri. I soldati della Prima Guerra Mondiale, duramente colpiti, vivevano nel fango freddo e in condizioni peggiori per la resistenza immunitaria.
I lockdown non funzionano
Un’altra argomentazione avanzata da Yeadon et al. nel loro documento di settembre è che non ci sono state differenze nei risultati relativi ai blocchi.
Dicono:
“La forma delle morti rispetto alla curva del tempo implica un processo naturale e non un processo che deriva principalmente da interventi umani… Famosamente, la Svezia ha adottato un approccio quasi laissez faire, con consigli qualificati, ma nessun isolamento generalizzato. Eppure il suo profilo e quello del Regno Unito sono molto simili”.
Il gentile Yeadon Demolisce l’uomo che ha iniziato tutto, il professor Neil Ferguson
L’ex dirigente e scienziato della Pfizer individua un ex collega per il suo ruolo nella pandemia, il professor Neil Ferguson. Ferguson insegnava all’Imperial College mentre Yeadon era affiliato. Il modello informatico di Ferguson ha fornito ai governi la motivazione per lanciare ordini draconiani che hanno trasformato da un giorno all’altro le società libere in prigioni virtuali. Oltre a quello che ora è stimato dal CDC come un virus con un tasso di sopravvivenza del 99,8%.
Il Dr. Yeardon ha detto nell’intervista che “nessuno scienziato serio dà alcuna validità” al modello di Ferguson.
Parlando con sottile disprezzo per Ferguson, il Dr. Yeardon si è impegnato a far notare al suo intervistatore:
“E’ importante che sappiate che la maggior parte degli scienziati non accetta che [il modello di Ferguson] avesse anche solo vagamente ragione… ma il governo è ancora legato al modello”.
Yeardon si unisce ad altri scienziati nell’incitare i governi a seguire il modello di Ferguson, su cui si basano tutti i blocchi mondiali. Uno di questi scienziati è il dottor Johan Giesecke, ex capo scienziato del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, che ha definito il modello di Ferguson “il più influente documento scientifico” in memoria, e anche “uno dei più sbagliati”.
È stato il modello di Ferguson a ritenere che fossero necessarie misure di “mitigazione”, cioè di distanziamento sociale e di chiusura di imprese, per evitare, ad esempio, che oltre 2,2 milioni di persone morissero a causa del COVID negli Stati Uniti.
Ferguson aveva previsto che la Svezia avrebbe pagato un prezzo terribile per la mancata chiusura, con 40.000 morti COVID entro il 1° maggio e 100.000 entro giugno. Il conteggio dei morti in Svezia è ora di 5.800. Il governo svedese dice che questo coincide con una leggera stagione influenzale. Anche se inizialmente più alto, la Svezia ha ora un tasso di mortalità pro capite inferiore a quello degli Stati Uniti, che ha raggiunto senza i terribili danni economici ancora in corso negli Stati Uniti. La Svezia non ha mai chiuso ristoranti, bar, sport, la maggior parte delle scuole o cinema. Il governo non ha mai ordinato alla gente di indossare maschere.
Il dottor Yeadon parla con amarezza delle vite perse a causa delle politiche di isolamento, e delle innumerevoli vite “salvabili” che andranno ulteriormente perse, a causa di importanti interventi chirurgici e di altri interventi sanitari rimandati, nel caso in cui l’isolamento venisse reimposto, .
Yeardon è un imprenditore di successo, fondatore di una società biotecnologica che è stata acquisita da Novartis, un altro colosso farmaceutico. L’unità di Yeadon presso Pfizer era l’unità di ricerca sull’asma e la respirazione. (Yeadon, elenco parziale delle pubblicazioni).
Perché sta succedendo tutto questo? Il membro del Congresso degli Stati Uniti dice di essere convinto del “Piano del governo” di continuare le misure di blocco fino all’introduzione di un vaccino obbligatorio. Teorie di cospirazione?
Cresce l’elenco delle notizie che si riflette negativamente sulla narrazione che si sta svolgendo sulle maggiori reti televisive, di un misterioso, “romanzo” virus che è stato controllato solo da un assalto senza precedenti ai diritti e alle libertà individuali, ora pronto a colpire ancora, su popolazioni già sofferenti che non hanno altra scelta se non quella di sottomettersi ad ulteriori ordini del governo.
I governatori hanno tranquillamente esteso i loro poteri a tempo indeterminato spostando il palo della porta, senza dirlo, da “appiattire la curva” per alleviare la pressione sugli ospedali, a “nessun nuovo caso”. Da “pandemia”, a “casi epidemici”.
In Germania si è formata un’organizzazione di 500 medici e scienziati, che affermano che la risposta del governo al virus COVID è stata ampiamente sproporzionata rispetto all’effettiva gravità della malattia.
Le prove dell’esistenza di un inganno crescono. Sia il CDC, sia la US Coronavirus Task Force guidata dalla dott.ssa Deborah Birx, sono convinti che la definizione di morte da COVID sia stata flessibile, e che le regole favoriscono la definizione di COVID quando possibile. Questo apre la possibilità di un conteggio dei decessi enormemente gonfiato. A New York, l’amministrazione del governatore Andrew Cuomo è sotto indagine federale per tutti, tranne che per la firma della condanna a morte di migliaia di anziani delle case di cura, quando lo Stato ha inviato i pazienti COVID nelle case di cura, tra le obiezioni impotenti dei dirigenti e del personale delle case di cura.
Perché i principali media ignorano quello che sembra essere un articolo eminentemente degno di nota, una rockstar del settore come Yeadon, che chiama in causa le più grandi figure del mondo della sanità pubblica? I talk show della domenica, i talk show di Chris Wallaces e Meet the Press, non vorrebbero sfruttare un uomo del genere per un pubblico di record?
Qui il discorso finirebbe in una questione di agende oscure, e non di incompetenza, ottusità e stupidità.
Un’opinione è stata espressa dal rappresentante degli Stati Uniti Thomas Massie (R-KY) quando ha detto al Tom Woods Show del 16 agosto:
“Il segreto che il governo vi sta nascondendo è che ha intenzione di tenerci chiusi fino a quando non ci sarà un qualche tipo di vaccino, e poi, che sia obbligatorio a livello federale, o a livello statale, o forse persuaderanno i vostri datori di lavoro attraverso un altro programma PPP per cui non sarete qualificati a meno che non facciate ottenere il vaccino ai vostri dipendenti, penso che questo sia il loro piano. Qualcuno mi convinca che non è il loro piano, perché non c’è un finale logico per ciò che sta accadendo, a parte questo”.
Un’altra teoria è che la crisi COVID viene utilizzata per consolidare livelli mai visti prima d’ora di controllo sugli individui e sulla società da parte delle élite. Questo viene proposto dal nipote del presidente ucciso, Robert F. Kennedy Jr., figlio dell’anche-assassinato Bobby Kennedy. In un discorso a un massiccio raduno di vaccinazione contro le misure di blocco per COVID in Germania, Bobby Jr. ha messo in guardia contro l’esistenza di un disegno:
“l’agenda della bio-sicurezza, l’ascesa dello Stato autoritario di sorveglianza e il colpo di stato sponsorizzato da Big Pharma contro la democrazia liberale… La pandemia è una crisi di convenienza per l’élite che detta queste politiche”.
In una causa legale, i testimoni medici di Kennedy Jr. avvertono che il vaccino antinfluenzale obbligatorio può rendere molti bambini più sensibili al COVID.
Gli avvertimenti delle terribili intenzioni dell’”élite” di Kennedy provengono da fonti più tradizionali. Il dottor Joseph Mercola, del sito di informazioni mediche Mercola.com, altamente affidabile e con un grande traffico di informazioni mediche, ha scritto un’attenta analisi delle affermazioni di un medico sui vaccini geneticamente modificati che ci stanno arrivando.
E non placa i timori che un sito web della difesa, Defense One, riferisca che i biochip permanenti sotto la pelle, iniettabili con la stessa siringa che contiene un vaccino, potrebbero presto essere approvati dalla FDA. Non aiuta la teoria anti-cospiratoria il fatto che, secondo Newsweek, il dottor Anthony Fauci ha effettivamente dato finanziamenti dell’NIH al laboratorio cinese di Wuhan, per una ricerca sul coronavirus dei pipistrelli così pericolosa che è stata osteggiata da 200 scienziati, e vietata negli Stati Uniti.
Nel 1957, una pandemia colpì l’influenza asiatica H2N2 con un tasso di mortalità per infezione dello 0,7%, che uccise tante persone pro capite negli Stati Uniti quante ne ha rivendicate ora il COVID. Non se ne parlò mai una sola volta nei notiziari dell’epoca, per non parlare dello straordinario sconvolgimento che vediamo ora. Nel 1968 l’influenza di Hong Kong colpì gli Stati Uniti (.5% IFR,) prendendo 100.000 persone quando gli Stati Uniti avevano una popolazione nettamente inferiore. Non è stato lanciato un solo allarme, non è stato chiuso un solo negozio e nemmeno una notizia di rete. L’estate successiva si svolse il più grande raduno della storia degli Stati Uniti, Woodstock.
L’isteria di massa non è mai casuale, ma va a beneficio di qualcuno. L’unica domanda che resta da fare è: chi?
Intervista al dott. Mike Yeadon
VIDEO QUI: https://youtu.be/Ch7wze46md0
FONTE: https://comedonchisciotte.org/ex-direttore-scientifico-di-pfizer-seconda-ondata-falsificata-dai-test-covid-falsi-positivi-la-pandemia-e-finita/
STORIA
CATILINA
Roma, anno 62 a.C. In una repubblica marcia, tra il proletariato urbano e i grandi nomi della storia si erge una figura: Lucio Sergio Catilina. Un hostis publicus o il canto del cigno della res publica?
La repubblica del 62
Nel 62 la repubblica romana, che durava dal 508 a.C. ed era destinata a resistere per ancora 35 anni, aveva appena affrontato un periodo tumultuoso. Tra il III e il II secolo Roma, infatti, si era espansa notevolmente e i contadini piccoli proprietari terrieri erano stati arruolati e mandati a combattere in Sicilia, Spagna e Africa. Ciò causò una crisi culturale (uno scontro valoriale tra il pragmatico mos maiorum di Catone e i valori della “corrotta” Grecia che porterà alla nascita dell’humanitas ciceroniana) e soprattutto economico-sociale. Nel frattempo infatti le famiglie dei soldati erano costrette a vendere a grandi latifondisti la loro proprietà, che veniva poi spesso data da lavorare agli schiavi ottenuti con la sottomissione dei popoli vinti. Le opzioni per la famiglia a quel punto erano due: lavorare al pari degli schiavi o spostarsi in città. La scelta più frequente, si capisce, era la seconda. Così, ai bordi delle città, si formavano grandi periferie popolate dal cosiddetto proletariato urbano, che viveva alla giornata e votava a favore delle grandi famiglie patrizie in cambio di protezione e denaro. Il malcontento cresceva e si preparava il terreno a grandi cose.
Marco Tullio Cicerone
Marco Tullio Cicerone, un avvocato venuto dalla provincia, aveva solo 26 anni quando nell’80 a.C. difese un uomo ingiustamente accusato di parricidio in un losco affare che coinvolgeva anche un liberto di Silla, all’epoca dittatore a vita. Cicerone vinse la causa con la storica formula «Cui prodest?» ma, nonostante il suo trascorso militare al fianco di Silla, il rischio di ritorsioni era palpabile. Cicerone decise perciò di esiliarsi fino alla morte del tiranno. Tornato a Roma, iniziò da homo novus la carriera politica nel 76, promuovendo la “concordia ordinum“. La sua carriera politica culminò nell’elezione a console nel 63, anno in cui il suo destino si incrociò fatalmente con quello di un altro protagonista della politica romana: Lucio Sergio Catilina.
Lucio Sergio Catilina
Lucio Catilina proveniva da una delle gens più illustri e antiche di Roma, la gens sergia, caduta da tempo in disgrazia. Catilina non stava simpatico agli ottimati (conservatori) e alla nobilitas senatoria, composta per la maggior parte da latifondisti, dato che il suo programma prevedeva la redistribuzione della terra e l’annullamento dei debiti. Per questa ragione il suo cursus honorum venne incessantemente ostacolato da processi e accuse (farsa per opera dell’élite ottimate). Già alla prima candidatura, nel 66, oltre alle accuse di cannibalismo e figlicidio, venne accusato di cospirazione. L’accusa però era talmente ridicola che anche Cicerone, con il quale aveva combattuto al fianco di Silla, aveva intenzione di difenderlo. Venne assolto, così come quando lo accusarono dello stupro di una vestale. Nel 63 si ricandidò, con l’appoggio della plebe, contro Cicerone, che lo accusò con le sue Catilinarie, basandosi su “alcune lettere anonime”, di congiura.
La congiura di Catilina
Non sappiamo se davvero Catilina, dopo aver perso le elezioni a causa dei brogli, avesse in mente un piano sovvertitore dell’ordine costituito, ma probabilmente non lo sapeva neppure Cicerone. Eppure Cicerone chiese e ottenne i pieni poteri. Arrestò gli ultimi due “fedelissimi” di Catilina rimasti a Roma e, dopo un breve processo, li fece strangolare. Su pressione del Senato, negò loro anche la possibilità di appello alla clemenza del popolo che, forse, li avrebbe assolti (affronto gravissimo alle consuetudini del diritto romano). Catilina nel frattempo era fuggito verso Nord, nel tentativo di raggiungere la Gallia Cisalpina, con uno sparuto seguito di nobili decaduti e membri del proletariato urbano.
La battaglia di Pistoia e la morte di Catilina
Cicerone mandò l’esercito in attacco contro Catilina, che non si sottrasse alla lotta. Si scontrò con l’esercito romano e, come si poteva prevedere, perse. Ritrovarono il suo corpo sul campo di battaglia, dice Sallustio, “con in volto l’indomita fierezza che aveva da vivo”. Dopo la sua morte, il giudizio storico su Catilina è stato molto contraddittorio: le uniche fonti dell’epoca sono praticamente solo quelle ciceroniane e, un po’ per questo un po’ per le pressioni successive del Senato, nessuno storico romano lo assolse o negò l’esistenza della congiura. Tuttavia sia Sallustio che Cicerone stesso, anche se in età avanzata, lo dipingono come uomo virtuoso. Cicerone infatti parlerà, nel Pro Caelio, di Catilina come di “un buon cittadino, appassionato ammiratore degli uomini migliori, amico sicuro e leale”.
La crisi della Repubblica dietro Catilina
Una cosa è certa: se Catilina cospirò non lo fece da solo e non per futili motivi. Catilina infatti si ritrovò ad affrontare una repubblica devastata dalle crescenti diseguaglianze economiche e sociali tra latifondisti e proletariato urbano, con una magistratura al servizio degli ottimati, oligarchia dal potere assoluto. E se Catilina cospirò lo fece perché ogni tentativo di inserirsi nel gioco democratico fu ostacolato da brogli e false accuse. E, infine, se Catilina ebbe un tale seguito, fu a causa di politiche sconsiderate che avevano portato alla disperazione la “classe media” creando un esplosivo malcontento. Nessuno vuole tessere le lodi di Catilina ma, dato che i paragoni con l’Italia odierna fioccano, sarebbe utile conoscere lo sfondo storico-sociale nel quale si colloca l’episodio perché forse, ad oggi, ci sono tra noi più Catilina di quanti non vorremmo. E sarebbe bene anche ricordare ciò che scrisse Sallustio, proprio nel De Catilinae coniuratione:
L’intera plebe, desiderosa di cambiamenti, approvava i propositi di Catilina. Così sembrava facesse ciò secondo il suo costume abituale. Infatti in uno Stato i poveri invidiano sempre i ricchi ed esaltano i malvagi; odiano le cose antiche, desiderano vivamente le novità; a causa dell’avversione alla loro situazione aspirano a sovvertire ogni cosa; si nutrono di tafferugli e di disordini, visto che la povertà rende facilmente senza perdite
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Con Uomini in Rivolta raccontiamo i gesti che hanno cambiato il corso della storia. Perché dietro quei gesti ci sono quasi sempre delle ragioni, dei fatti e delle vite. Questo vogliamo raccontare: personaggi, contraddizioni, fatti e vite di epoche più o meno lontane partendo da un punto di vista insolito.
FONTE: https://www.frammentirivista.it/catilina-congiura-storia/
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