RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 8 LUGLIO 2022

https://www.wired.it/article/russia-coordinate-pentagono-spazio-minaccia-satelliti/

RASSEGNA STAMPA DETTI E SCRITTI 8 LUGLIO 2022

A cura di Manlio Lo Presti

Esergo

PARADOSSO

La gola si apre, le labbra si muovono, i suoni riempiono l’aria, tutto sembra avere un dinamismo con poche battute di arresto. Le mani seguono le parole. Insieme andiamo con i nostri movimenti e le nostre voci, insieme andiamo in posti comuni con intenti comuni, in spazi comuni, stringendoci l’uno accanto all’altro, non per poesia, ma per mancanza di spazio. Andiamo sperando nel bel varco verso il dopo, verso la sparizione del presente e l’alba del futuro. Andiamo, mentre con una mano ci teniamo alla maniglia di un autobus che ci fa sobbalzare sull’asfalto puntando i piedi sulla terra senza sapere che spesso quell’autobus non sta andando nel posto che desideriamo, ma, probabilmente verso uno migliore.

Francesca Sifola
scrittrice
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Detti e scritti porta all’attenzione le iniziative editoriali di terzi, nell’esclusivo interesse culturale e informativo del lettore, senza scopo di lucro.

 

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SOMMARIO

SI RIPETE IL GIRO DI GIOSTRA

PREPARIAMOCI AL SANGUE!!!

George Soros spende per i media ispanici: votano per Trump, non per Biden

Spopolamento tramite vaccini

Sequestro di un laboratorio d’ecstasy nella base Nato di Kleine-Brogel

Siccità fa rima con austerità. Ed è anche colpa delle privatizzazioni: ecco perché

Mani Pulite non fu una rivoluzione ma guerra civile: le verità di Facci

Ucraina: la propaganda della Nato è alla corda

Soldati mandati dagli Occidentali combattono in Ucraina

Operazione speciale, 7 luglio: Putin ha affermato che la Russia non ha ancora avviato nulla sul serio in Ucraina

Europa: La demografia governa la democrazia

Draghi: Putin non deve vincere…

La Russia ha pubblicato coordinate e immagini satellitari del Pentagono

Quanto spendono i paesi della Nato per armi ed eserciti

Cosa succederà alla terra in caso di conflitto nucleare. Una ricerca della LSU ce lo ricorda

LA TERZA GUERRA MONDIALE SPIEGATA AI PRINCIPIANTI

“Essere-con Martin Heidegger”: ASIA all’Università di Bologna

AUGIAS LAVA PIÙ BIANCO

Videosorveglianza: come informare gli interessati

SCHEDATURE DIGITALI

Perché il Pentagono stermina il suo personale? Nessuna risposta.

IL “SUPERBONUS 110” DIVENTA UNA CARTELLA ESATTORIALE

La Rockefeller Foundation “previde” la scarsità di cibo già due anni fa – Adesso l’ONU la annuncia

PURE “IL FATTO QUOTIDIANO” PARLA DI DEFLAZIONE SALARIALE E DOGMI NEOLIBERISTI.. COSA STA SUCCEDENDO?

IL “SUPER-BANCHIERE” E LA SOLUZIONE AL DEBITO CHE NON RISOLVE

Lo strumento con cui la BCE vorrebbe contenere lo Spread cancellando la sovranità e la democrazia

MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI COGNOMI

Vituperare

Erdogan: Posso ancora bloccare l’entrata di Svezia e Finlandia nella NATO

Paesi Bassi: il governo schiera i blindati contro gli agricoltori, che godono dell’appoggio popolare

La Russia contro Big Pharma

Quanto costerebbe ricostruire l’Ucraina? Una prima stima da paura, come l’idea di come ripagarli

L’intervista di Kissinger al media tedesco Stern di martedì 28 giugno

Kissinger scatenato in interviste/dialogo con Putin. E’ la voce dell’Oligarchia che cerca di evitare una vera guerra dove si può anche perdere

Nuovi documenti sui banderisti

WSJ: i vaccini Covid per i bambini approvati troppo in fretta

La Cina inizia la produzione del primo piccolo reattore nucleare modulare

Junio Valerio Borghese: storia di una vita al limite fra l’eroe patriota e il fantomatico golpe

 

 

EDITORIALE

SI RIPETE IL GIRO DI GIOSTRA

 Manlio Lo Presti 7 07 2022

 

Il martellamento mediatico è costruito sulla riproposizione ciclica dei temi trasmessi con la concitazione di una emergenza e con una fretta continui. Lo stato permanente di emergenza abbassa notevolmente la capacità di ragionamento e di selezione delle informazioni ricevute come proiettili.

Le capacità cognitive vanno distrutte sistematicamente e deve rimanere una paura crescente ed indomabile che tende a paralizzare progressivamente le capacità reattive delle persone che non devono assolutamente capire …

Tutto è ridotto ad immagini, a rappresentazioni e a dibattiti estenuanti che non conducono a nulla!

La catena degli eventi è la seguente:

 

– PSYCHOVAIRUSS

– PSYCHOUCRAINA

– PSYCHOVAIROLA QUADRUMANE

– PSYCHOSICCITA’

– PSYCHOGREEN

– PSYCHOGENDER

– PSYCHOVAIRUSS

– PSYCHOUCRAINA

– PSYCHOVAIROLA QUADRUMANE

– PSYCHOSICCITA’

– PSYCHOGREEN

– PSYCHOGENDER

– PSYCHOVAIRUSS

– PSYCHOUCRAINA

– PSYCHOVAIROLA QUADRUMANE

– PSYCHOSICCITA’

– PSYCHOGREEN

– PSYCHOGENDER

– PSYCHOVAIRUSS

– PSYCHOUCRAINA

– PSYCHOVAIROLA QUADRUMANE

– PSYCHOSICCITA’

– PSYCHOGREEN

– PSYCHOGENDER

– PSYCHOVAIRUSS

– PSYCHOUCRAINA

– PSYCHOVAIROLA QUADRUMANE

– PSYCHOSICCITA’

– PSYCHOGREEN

– PSYCHOGENDER

 

… e così all’infinito!!!

 

TUTTO CALCOLATO, BELLEZZA!!!

 

 

 

IN EVIDENZA

PREPARIAMOCI AL SANGUE!!!

Una bilancia commerciale europea passiva da mesi, abbinata all’aumento dei tassi di interesse ed al fenomeno inflattivo in corso, qualora i governi europei continuino con le stesse “folli” politiche di austerità, potrebbe veramente condurci ai drammatici disordini sociali che mai vorremmo vedere.

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Veniamo subito al punto, il transatlantico rappresentato della UE così com’è strutturato, non può navigare in presenza di una bilancia commerciale dell’Unione, stabilmente con segno negativo.

La folle e dogmatica struttura dell’Eurozona che prevede il seguire pedissequamente le regole dei trattati, quali il fiscal compact ed il pareggio di bilancio, non consente a livello matematico e contabile, ai popoli ed agli stati che la compongono, di avere vita al di fuori di una politica economica strettamente mercantilista.

Con la Banca Centrale Europea indipendente dai governi dei paesi membri, alla quale per regolamento non è consentito finanziare direttamente i deficit dei governi stessi, i flussi di soldi – per finanziare una sperata crescita nella migliore delle ipotesi o per mantenere un minimo di equità sociale per non giungere al peggio – possono arrivare soltanto dal conseguimento di surplus commerciali con i paesi fuori dall’eurozona.

Questo assunto lo si può comprendere in in modo semplice ed efficace, studiando la contabilità dei bilanci settoriali che compongono un sistema economico – cosa che la Modern Monetary Theory spiega alla perfezione.

Per chi volesse approfondire consiglio questo breve articolo (“I bilanci settoriali”), che vi aggiungo anche nelle note in fondo all’articolo. [1]

Stiamo parlando di macroeconomia e per capirne i concetti è necessario comprendere profondamente due aspetti essenziali:

– Come è costituito un sistema economico;
– Che cos’è e come funziona la moneta;

Una volta compresi questi due punti, tutto il resto non è altro che una conseguenza naturale.

La moneta sappiamo bene che è un monopolio dello Stato e che per essere ritirata tramite la tassazione, occorre che prima lo Stato stesso (settore governativo), l’abbia immessa nel settore privato attraverso la spesa pubblica. Non c’è logica nel comune concetto, profuso dal main-stream, nel quale si tenta di far credere che uno Stato monopolista della moneta, debba prima procurarsi la moneta stessa per finanziare la sua spesa. Un soggetto, primo ed unico emettitore di un qualcosa, non può richiedere quel qualcosa indietro se prima non l’abbia lui stesso fornita. Spero che su questo concetto non debba esserci più nessun dubbio, anche se molti ancora, sfidando le leggi della fisica, vengono indotti a credere il contrario.

L’altro aspetto che però dovete aver ben chiaro per capire l’analisi del mio articolo, è il funzionamento dei bilanci settoriali.

In breve, parlando del funzionamento di un sistema economico: per ogni singola nazione si può delineare un perimetro virtuale. Tutto quello che rimane all’esterno rappresenta il resto del mondo, mentre all’interno del perimetro troviamo tutti i soggetti economici che costituiscono quella nazione: i cittadini, le aziende, le banche, il Governo e la Banca Centrale.

Questi soggetti vanno a costituire due settori distinti:

– il settore governativo (o pubblico), composto dal Governo e dalla Banca Centrale

– il settore privato: composto da famiglie (cittadini), imprese e banche

L’interfaccia con le altre nazioni invece va a costituire ilsettore estero.

I tre sottosistemi (pubblico, privato ed estero) interagiscono tra loro attraverso flussi di ricchezza. Ogni settore ha pertanto entrate ed uscite che possono essere schematizzate come nell’esempio della figura postata qua sotto:

La cosa che dovete avere ben chiara, è che la somma algebrica di tutti i flussi finanziari che caratterizzano i tre settori equivale sempre a zero.

Compreso questo possiamo andare avanti con le tesi dell’articolo.

In Europa, quindi (a causa della sua struttura ampiamente esposta), non ci può essere crescita e quindi accumulo di mezzi finanziari netti, eccetto che questi non provengano dal settore estero.

Ovvero, la UE per crescere ha necessità che qualcuno fuori dal continente vada in deficit per consentirne il suo surplus. Questo è un concetto strettamente contabile, sul quale credo nessuno possa obbiettare. Il surplus commerciale, ovvero esportare di più di quello che importiamo, è la caratteristica richiesta ad uno Stato, per attuare appunto quella politica così detta “mercantilista”.

Certo, qualcuno potrebbe obbiettare che la crescita possa avvenire anche attraverso il credito bancario. In linea di principio l’osservazione è giusta, ma come sapete, la moneta credito trattasi di debito ed in quanto tale prevede a scadenza la sua totale restituzione, quindi nel lungo periodo non cambia la quantità netta di mezzi finanziari all’interno del settore privato. Oltre al fatto, come ben sappiamo, la concessione del credito da parte delle banche segue il ciclo dell’economia ed in caso di crisi economiche come ad esempio quella attuale, gli istituti di credito chiudono i loro rubinetti e quindi non sono in grado di sostenere l’economia a livello finanziario.

Se mi avete seguito fin qua nel ragionamento, potrete anche facilmente constatare la “pura follia” di questo tipo di politica, la quale si scontra chiaramente con l’impossibilità logica, matematica e contabile, di poter essere attuata contemporaneamente da tutti i paesi del mondo.

Insomma, tanto per essere più chiari, non possiamo fare in modo che tutto il mondo sia caratterizzato da esportatori se prima non troviamo qualcuno disposto ad importare, da qualche altro pianeta o galassia dell’universo.

Quindi eccoci qua, abbiamo una Unione Europea, che si rifiuta categoricamente di porre in essere quelle politiche fiscali che mirano alla piena occupazione ed alla crescita di un benessere diffuso. Abbiamo una Banca Centrale completamente indipendente dai governi – i quali, come sappiamo, sono gli unici preposti attraverso le politiche fiscali a perseguire tali obbiettivi – oltre al fatto di garantire i debiti pubblici a fasi alterne. E’ infatti palese che la BCE, in fatto di garanzia del debito, operi su preciso indirizzo dell’élite, solo ed esclusivamente quando ricorrono le esigenze di salvare la moneta euro (QE e scudo anti-spread) e non per salvare il lavoro, le famiglie e le imprese. [2]

A questo dobbiamo aggiungere il rialzo dei tassi messo in atto dalle banche del blocco occidentale, che porterà a breve aziende e famiglie a vedersi aumentare le rate dei propri finanziamenti e gli stati membri a dover pagare più interessi sul debito pubblico, soldi che sempre in virtù del rispetto dei famosi parametri verranno presi dalle tasche degli italiani.

Infine, ma non ultimo, il fenomeno inflattivo in corso che di fatto sta colpendo in modo preciso e “scientifico” le classi a più basso reddito che dopo 30 anni di euro, sono la maggioranza del paese. Non dimentichiamoci che già da uno studio di Bankitalia redatto agli inizi del 2021 (quindi prima del fenomeno inflattivo in corso), venne fuori che 6 famiglie su dieci nel nostro paese, non arrivavano a fine mese. [3]

Guardate nel grafico qua sotto, cosa ci diceva già nel 2015 la CIA World Factbook riguardo alle percentuali di popolazione che vive sotto la soglia della povertà nei paesi europei. E stiamo parlando di uno studio che proviene dalla CIA, ovvero da personaggi che, opinione comune, non sono qualificati come dei santi missionari.

Ho usato il termine “scientifico” nel descrivere la caratteristica del fenomeno del caro-prezzi che sta colpendo il mondo occidentale e l’Europa in particolare nei settori strategici dell’energia ed a più alta diffusione inflattiva come quello alimentare, proprio perché dietro al fenomeno stesso si nasconde sempre la voluta e delinquenziale mancanza delle necessarie politiche fiscale dei governi.

Come spesso ricordato, sono i governi stessi (in quanto emettitori della moneta e quindi, primi a spendere), a determinare i livello dei prezzi. Di conseguenza, deve essere chiaro a tutti, che la sanguinosa speculazione in atto da parte di chi gestisce, in regime pressoché di monopolio certi settori, è messa in atto solo perché i governi stessi acconsentono loro di farlo.

Qualsiasi governo attraverso la politica fiscale e con il sostegno della Banca Centrale, è perfettamente in grado di sostenere i redditi più bassi, sia attraverso sussidi che riportando i prezzi ad un livello desiderato, in modo che il sistema economico possa essere florido e non far sì che si infili in una recessione senza fine.

Ma questo sappiamo bene che in Europa non avverrà mai….. e men che meno in Italia, dove la nostra classe dirigente, completamente inginocchiata a Mario Draghi, risponde in toto ai poteri profondi del nostro paese, i quali non hanno la minima intenzione di rinunciare a questo sistema predatorio messo in atto ai danni della gente, ormai attivo e ben oliato da tre decadi. Un sistema predatorio che vede nell’euro e le sue regole, l’arma di distruzione per eccellenza.

Mai la nostra élite accetterà di uscire dalla moneta unica se non costretta da forze esterne potenti ed estremamente convincenti.

Allora, non ci rimane che attendere il sangue, solo quello forse e purtroppo, potrà fare in modo che la gente comprenda quanto sia grave a livello economico e sociale la situazione nel nostro paese.

NOTE

[1] I bilanci settoriali – COMPRENDERE IL MONDO (comprendereilmondomoderno.com)

[2] Con Draghi a Roma garante della Troika può partire lo scudo anti-spread della Bce – Come Don Chisciotte

[3] Famiglie ridotte alla fame: 6 su 10 non arrivano a fine mese – Il Paragone

Covid, gli italiani sono alla fame per colpa della crisi: 6 famiglie su 10 non arrivano a fine mese – Il Tempo

 

FONTE: https://comedonchisciotte.org/prepariamoci-al-sangue/

George Soros spende per i media ispanici: votano per Trump, non per Biden

George Soros è un esperto nell’arte di apportare lentamente ma costantemente cambiamenti alle politiche negli Stati Uniti, perché comprende che il grande cambiamento avviene a livello locale.

Nell’ultimo decennio, il suo obiettivo era una riforma “progressista” della giustizia penale. Come lo raggiungeresti? Donando milioni a membri della Camera e del Senato che hanno a malapena concordato un unico atto legislativo significativo in tutto questo periodo? Ovviamente no. George Soros ha fatto una donazione silenziosa in dozzine di uffici di procuratori distrettuali in alcune delle più grandi città d’America.

George Soros sembra avere un obiettivo diverso: i media ispanici.

I democratici sono saggi a preoccuparsi per lo stato del voto ispanico. Un recente sondaggio YouGov ha mostrato che in un’ipotetica elezione Trump contro Biden, il 38% degli ispanici voterebbe per Trump mentre solo il 29% voterebbe per Biden. E secondo un sondaggio di Quinnipiac , solo un quarto degli ispanici approva la performance di Biden come presidente.

Entra in Latino Media Network, una startup guidata da due agenti del Partito Democratico, Jess Morales Rocketto e Stephanie Valencia, che hanno entrambi lavorato nell’amministrazione Obama, nella campagna di Hillary Clinton e nel DNC.

Il gruppo ha annunciato di aver raccolto 80 milioni di dollari per entrare nei media latini, cosa che ha sollevato alcune sopracciglia. E chi c’è dietro una grossa fetta del finanziamento? A quanto pare, George Soros. Lakestar Finance , un’entità di investimento affiliata a Soros Fund Management, sta fornendo la maggior parte dei finanziamenti per Latino Media Network.

Hanno iniziato con un grande successo, annunciando l’acquisizione da 60 milioni di dollari di 18 stazioni radio di lingua spagnola da Televisa-Univisión nei più grandi centri ispanici negli Stati Uniti come Los Angeles, New York City, Miami, Houston, Dallas e San Antonio, che consentirebbe loro l’accesso a circa un terzo degli ispanici del paese.

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Un’altra nave da guerra russa è stata colpita nel Mar Nerowired

L’acquisizione più significativa è quella di Radio Mambí, la storica stazione ispanica conservatrice di Miami, per lo più finanziata e guidata da cubano-americani del sud della Florida, che aveva già ricevuto minacce e richieste di censura da politici democratici come il rappresentante Darren Soto.

Un insider di Radio Mambí ha detto in esclusiva a El American che Televisa-Univision aveva già accettato di vendere le stazioni a Salem Media Group, un gruppo di media cristiano, per $ 46 milioni, ma Latino Media Network è arrivato con $ 60 milioni e, ovviamente, ha vinto l’appalto . La fonte ha detto a El American che l’acquisto non è altro che “una mossa disperata dei Democratici che, in un anno elettorale in cui hanno tutto da perdere, non potevano permettersi che un’emittente cristiano-conservatrice si prendesse buona parte del mercato radiofonico con raggiungere la comunità latina”.

Il gruppo ha annunciato di aver raccolto 80 milioni di dollari per entrare nei media latini, cosa che ha sollevato alcune sopracciglia. E chi c’è dietro una grossa fetta del finanziamento? A quanto pare, George Soros. Lakestar Finance , un’entità di investimento affiliata a Soros Fund Management, sta fornendo la maggior parte dei finanziamenti per Latino Media Network.

Hanno iniziato con un grande successo, annunciando l’acquisizione da 60 milioni di dollari di 18 stazioni radio di lingua spagnola da Televisa-Univisión nei più grandi centri ispanici negli Stati Uniti come Los Angeles, New York City, Miami, Houston, Dallas e San Antonio, che consentirebbe loro l’accesso a circa un terzo degli ispanici del paese.

L’acquisizione più significativa è quella di Radio Mambí, la storica stazione ispanica conservatrice di Miami, per lo più finanziata e guidata da cubano-americani del sud della Florida, che aveva già ricevuto minacce e richieste di censura da politici democratici come il rappresentante Darren Soto.

Un insider di Radio Mambí ha detto in esclusiva a El American che Televisa-Univision aveva già accettato di vendere le stazioni a Salem Media Group, un gruppo di media cristiano, per $ 46 milioni, ma Latino Media Network è arrivato con $ 60 milioni e, ovviamente, ha vinto l’appalto . La fonte ha detto a El American che l’acquisto non è altro che “una mossa disperata dei Democratici che, in un anno elettorale in cui hanno tutto da perdere, non potevano permettersi che un’emittente cristiano-conservatrice si prendesse buona parte del mercato radiofonico con raggiungere la comunità latina”.

Nonostante tali sforzi per mantenere le apparenze, tuttavia, l’acquisizione di Radio Mambí è un chiaro tentativo di mettere a tacere le voci conservatrici ispaniche.

George Soros opera in modo diverso dalla maggior parte dei donatori politici miliardari. Si concentra principalmente sulle razze e sulla politica locali, cercando di innescare un cambiamento a livello di base, che richiede più tempo ma ha effetti più profondi e duraturi. Dopotutto, gli americani generalmente credono che i loro burocrati locali e funzionari pubblici non siano ideologi, ma normali persone noiose che svolgono normali lavori noiosi. Oltre un decennio fa ha iniziato a fare donazioni alle gare di procuratori distrettuali locali per eleggere pubblici ministeri progressisti che favorivano la riforma della cauzione e altre politiche progressiste. Tra il 2015 e il 2019, Soros e i suoi PAC hanno spesooltre 17 milioni di dollari in gare per procuratori distrettuali, contribuendo a eleggere alcuni dei procuratori distrettuali più controversi del paese, come George Gascon a Los Angeles, Larry Krasner a Filadelfia, Kim Foxx a Chicago e l’attuale procuratore distrettuale di San Francisco Chesa Boudin.

E i risultati sono visibili a tutti. La maggior parte di queste città erano epicentri del movimento Defund the Police e la criminalità è aumentata su tutta la linea. Le sedi di Walgreens stanno chiudendo in tutta San Francisco a causa dei continui taccheggi. C’è stato un aumento del 30% degli omicidi nel 2020 e una diminuzione del 24% degli arresti in tutto il paese. Filadelfia ha registrato 521 omicidi, il numero maggiore dal 1990, e più di New York e Los Angeles. Circa 75 procuratori distrettuali finanziati da Soros controllano l’azione penale per 72 milioni di americani in tutto il paese.

Quando George Soros investe denaro nel cambiamento locale in America, seguono necessariamente due cose: il successo, dal punto di vista di Soros, e il disastro. Questo rende le mosse di Soros sui media ispanici profondamente preoccupanti.

I media conservatori ispanici sono già scarsi. A parte alcune stazioni radio nel sud del Texas e Miami, l’unico canale ispanico conservatore bilingue negli Stati Uniti è El American, un canale digitale lanciato nel 2020 (dove lavoro), che ha anche ricevuto minacce. Evelyn Pérez-Verdia, una consulente della campagna di Nikki Fried, ha invitato l’FBI a indagare su El American, mentre l’ex rappresentante Debbie Mucarsel-Powell ha definito lo sbocco una “minaccia alla sicurezza nazionale”.

Ciò che rende la mossa un ovvio tentativo di mettere a tacere gli organi di stampa ispanici conservatori è il modo in cui Radio Mambí è finanziata. L’outlet si basa su donazioni e annunci di cubanoamericani antisocialisti e conservatori che non contribuiranno più. Inoltre, secondo una fonte contattata da El American, la stazione fa molto affidamento su tre o quattro presentatori conservatori che producono pubblicità per decine di migliaia di dollari grazie alle loro valutazioni elevate. Alcuni di loro stanno già minacciando di andarsene; se lo fanno, Radio Mambí fallirà.

Latino Media Network e Televisa-Univisión stanno cercando di fare una transizione graduale promettendo nessun cambiamento nella programmazione e bonus succosi per alcune delle stelle della stazione. Se donatori, sponsor e presentatori non abboccheranno, tuttavia, George Soros ha appena speso 60 milioni di dollari per far fallire decine di persone e mettere a tacere le voci alternative nelle comunità ispaniche.

Sarà questa una delle prime volte in cui il denaro di Soros si rivelerà inefficace? È difficile da dire, ma i conservatori negli Stati Uniti sarebbero saggi nel sostenere i media di base per gli ispanici. Solo l’iniziativa, non l’inerzia, può costruire una coalizione conservatrice ispanica.

Edgar Beltrán è un giornalista venezuelano e vicedirettore di El American.

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/george-soros-prende-spende-per-i-media-ispanici-votano-per-trump-non-per-biden/

Spopolamento tramite vaccini

Dopo la Germania dove nei primi tre mesi di quest’anno le nascite sono calate di circa il 13 per cento, facendo subito pensare a un ruolo dei vaccini che hanno conseguenze ormai note sull’apparato riproduttivo sia femminile con i noti disturbi del ciclo, sia maschile con la riduzione del numero e della motilità degli spermatozoi. Un calo improvviso e inspiegabile della natalità  vi è anche in altri Paesi europei come Austria e Svizzera anche se per altri le statistiche tardano a venire, ma adesso c’è il caso clamoroso di Taiwan  dove https-_bucketeer-e05bbc84-baa3-437e-9518-adb32be77984-s3-amazonaws-com_public_images_fb4fd116-ed0d-43e2-b10b-64551ab1383a_605x442-3507835il tasso di natalità è sceso del 23,24% a maggio 2022, rispetto a maggio 2021.

Esattamente come in Germania anche a Taiwan come si può vedere dalla tabella il tasso di natalità è rimasto costante per molti anni e poi nel 2022 è letteralmente crollato, un certo numero di mesi dopo le campagne vaccinali a tappeto. I numeri dell’isola sono importanti perché sono talmente alti da non poter essere fatti passare come oscillazioni causali anche se estremi come i difensori dei vaccini alla disperazione potrebbero far tentare di credere: la matematica statistica non lo consente.

Infatti non avendo possibili giustificazioni da questo punto di vista si sta tentando di mettere  assieme un’operazione sul tipo del long Covid, ovvero addebitando alla malattia quella che è una conseguenza dei vaccini.  Ma in questo caso non è così facile imbrogliare la gente  perché, almeno in Europa, come in gran parte del mondo, il fenomeno avrebbe dovuto prodursi già a partire dai primi mesi del 2011 se l’effetto il calo di natalità fosse dovuto all’infezione da coronavirus. Ma a Taiwan la cosa è ancora più impossibile da sostenere, perché l’isola non ha praticamente avuto covid nel 2020 e nel 2021, ma la malattia si è praticamente diffusa con i vaccini, ossia è esplosa a partire da metà aprile quando il 91 per cento della popolazione era già vaccinata grazie alle incessanti campagne di inoculazione del 2021.

Anche l’ultimo dei cretini  capirebbe che il covid non può essere causa di un crollo di natalità nella primavera di quest’anno, visto che a quanto pare dalle ultime ricerche in corso dei virologi da televisione pare che gravidanza duri all’incirca 9 mesi,  ma ci provano lo stesso convinti che in fondo la gente più che credere a queste idiozie, ha una gran paura a disubbidire e soprattutto a mostrarsi disubbidiente. Del resto anche la scienza si è indelebilmente macchiata di infamia e per rendersene conto basta leggere tra le altre cose questo questo fact check del 5 dicembre 2020  pubblicato dalla Reuters in cui si afferma che il vaccino è sicuramente sicuro per la gravidanza “perché non ci sono prove che non sia sicuro”. In realtà sappiamo che non è stato condotto alcuno studio, specifico per la gravidanza e la fertilità, ci è semplicemente stato detto che era sicuro senza saperlo.

Anzi forse no: a questo punto alcuni osservatori indipendenti cominciano a ritenere che la vaccinazione della parte più giovane della popolazione, quella in età fertile, benché del tutto inutile visti gli effetti minimi del covid su di essa, sia stata pianificata appositamente per ottenere proprio lo scopo di un calo delle nascite che del resto è stato uno degli obiettivi proclamati del profeta dei vaccini Bill Gates e di tutta la parte di elite che si riconosce in queste distopie da quattro soldi, da romanzetto in edicola che è poi il succo dei pensamenti di un ceto ricchissimo, ma privo di cultura e di intelligenza.

Ovviamente la stragrande maggioranza delle persone che hanno partecipato alle campagne vaccinali non poteva immaginarsi uno scopo così sinistro, ammesso che esso ci sia stato e questo lo si vedrà dalla durata delle condizioni di difficile fertilità dovuta ai sieri genici. Ma vi dirò, magari due anni fa sarei rimasto perplesso di fronte a queste tesi, ma dopo  24 mesi di assurdità e di bugie, poi smascherate  che mai ci si sarebbe aspettati di dover sopportare, dopo il tentativo da parte della Fed di nascondere la documentazione  sull’approvazione del vaccino Pfizer e poi di rilasciare i documenti a rate in maniera da metterci 75 anni prima di arrivare alla verità, dopo la scoperta dei falsi e delle manipolazioni negli studi clinici nulla può davvero essere escluso. Tranne ovviamente l’onestà e la buona fede

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/spopolamento-tramite-vaccini/

Sequestro di un laboratorio d’ecstasy nella base Nato di Kleine-Brogel

La polizia belga ha fatto irruzione nella base Nato di Kleine-Brogel e ha sequestrato un laboratorio d’ecstasy.

Molte le persone arrestate, poi rilasciate grazie all’immunità diplomatica.

Nella base ci sono armi nucleari statunitensi.

FONTE: https://www.voltairenet.org/article217504.html

 

 

 

BELPAESE DA SALVARE

Siccità fa rima con austerità. Ed è anche colpa delle privatizzazioni: ecco perché

Roma, 2 lug – La siccità che sta colpendo l’Italia nelle ultime settimane (ma che già è iniziata lo scorso inverno), è ormai il tema preponderante sui media – insieme alla guerra in Ucraina – e ha riacceso il dibattito sull’ambientalismo in salsa gretina, oscurando completamente le cause di una delle peggiori conseguenze che potrebbero verificarsi per via di questa situazione: il razionamento dell’acqua. Siccità fa rima con austerità L’Italia arriva, come ben sappiamo, da decenni di riduzione progressiva della spesa pubblica con picchi del 30 e 40%, i tagli sono stati indiscriminati. E in questa tabula rasa ci è finito ovviamente anche il comparto della regimazione delle acque. Nello specifico, per gli investimenti pro capite nel settore idrico, secondo l’ultima rilevazione del 2020 eseguita dal gruppo The European House-Ambrosetti l’Italia è al di sotto della media europea con soli 40 euro spesi per abitante: meno della metà. Se gli investimenti nel pubblico difettano, anche per questo settore strategico il passaggio del pubblico al privato non ha rappresentato la svolta in termini di efficienza tanto decantata dalla narrazione neoliberista. Anzi, il caso di Girgenti Acque insegna che nei pochi casi in cui sono avvenute privatizzazioni, gli utenti sono rimasti a bocca asciutta in tutti i sensi. Non la pensa allo stesso modo il governo che, mentre sta preparando un dpcm per rispondere a questa crisi, “casualmente” lo scorso gennaio ha inserito nel Pnrr l’emendamento 22.6. Esso prevede che entro luglio 2022 dovrà essere valutata la capacità degli enti locali di gestire il patrimonio idrico e in caso di valutazione negativa dovranno essere coinvolti i privati. Acquedotti colabrodo Secondo i dati riportati da La Verità, il totale degli acquedotti italiani comprende un 60% vecchio di 30 anni e un 25% addirittura risalente a 50 anni fa. Vista la loro datazione, le prestazioni degli acquedotti sono preoccupanti: su 300 miliardi di metri cubi di acqua piovuti in un anno, vengono raccolti solo l’11% di essi, con un tasso di dispersione pari al 42%. Mancati investimenti uniti alle falle della burocrazia e resistenza di associazioni ambientaliste, hanno portato nel corso degli anni a più di 30 opere incompiute tra invasi e intere in dighe in tutto il paese. I fondi non bastano Ora come non mai sarebbe necessaria la tanto propagandata pioggia di soldi del Recovery Fund per far fronte alla siccità. Peccato che nel Pnrr la missione la MC24 destina al capitolo specifico “gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo e il miglioramento della qualità ambientale delle acque interne e marine” appena 4,38 miliardi di euro. Da qui fino al 2026 l’Ue metterà sul piatto meno di un miliardo all’anno. Cifre irrisorie rispetto a quanto gli esperti reclamano. Sulla questione è intervenuto Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia, la federazione che riunisce le aziende speciali operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas. “Il piano di ripresa e resilienza prevede due miliardi per mettere in sicurezza l’erogazione dl servizio idrico, 900 milioni per il recupero delle perdite e 600 milioni per la depurazione. Quindi 3,5 miliardi circa. Secondo una stima delle aziende di Utilitalia, per mettere in sicurezza la rete idrica, a fronte del cambiamento climatico, servirebbero 11 miliardi entro il 2026”, ha dichiarato Colarullo. Infine Colarullo ha avvisato di possibili rincari delle tariffe in previsione di maggiori investimenti: “L’acqua in Italia costa meno che nel resto d’Europa proprio perché finora gli investimenti nella rete idrica sono stati molto bassi. A Berlino l’utente spende 6 euro al metro cubo, a Parigi 3,30, a Londra circa 3 euro. A Roma invece 1,50. Nessuno pensa al recupero di questo dislivello ma una partecipazione dell’utenza al servizio è inevitabile”. Riccardo Natale L’articolo Siccità fa rima con austerità. Ed è anche colpa delle privatizzazioni: ecco perché proviene da Il Primato Nazionale.

FONTE: https://www.utilitalia.it/notizia/b7ab2ed9-012d-4077-919c-cc19dc687d64

 

 

 

La scalata della magistratura

Mani Pulite non fu una rivoluzione ma guerra civile: le verità di Facci

Guerra dunque, non rivoluzione, quella di Mani Pulite. Nessuna rivoluzione. Perché tutto nel potere giudiziario è rimasto come prima, anzi tra i rapporti tra i poteri, secondo il racconto che ne ha fatto Palamara, sono diventati ancora più confusi e torbidi. Quanto è stato scritto, detto, spiegato sull’epopea di Mani Pulite e i suoi protagonisti? Moltissimo, anche troppo. Sembra niente, a leggere il libro di Filippo Facci dedicato al tema.

La Guerra dei Trent’anni” è il titolo e fa impressione per la scelta, il volume, la densità dei fatti narrati, la ridefinizione dei personaggi. Stiamo parlando di un’enciclopedia, di un lavoro monumentale, perfino sorprendente da parte di un giornalista, vista l’abitudine della categoria a scrivere instant-book, opere veloci, dedicate ad un singolo argomento, superficiali. In questo caso, si perdoni il paragone forte e irriverente, il contenuto ricorda più alcuni libri di Montanelli, che però scriveva in collaborazione con Gervaso e poi con Biazzi Vergani e Mario Cervi.

Filippo Facci, uno dei giornalisti più eclettici, ma apparentemente disordinati, ha fatto tutto da solo, anche per evidente mancanza di sodali. Ed ha scritto la sua Storia (di questo si tratta) con un lavoro  impressionante di ricostruzione di fatti, dettagli e persone. Non abbiate paura della mole di informazioni, vale la pena prendersi il tempo per leggere 7oo pagine scritte bene, anche per rendere omaggio all’autore che solo per le note divise per anno dal 1992, le fonti e l’indice dei nomi, pur con l’aiuto del computer non può averci messo meno di un mese. Come nella prima metà del ‘600 (1618-1648), una delle guerre più sanguinose si concluse con un riequilibrio precario dei poteri tra principi protestanti impero cattolico, così Mani Pulite viene definita da Facci una Guerra Civile tra i poteri dello Stato. Ma tanti cambiamenti significativi ci furono eccome: «la magistratura debordò e le Procure si attribuirono un ruolo di potere assoluto, l’informazione debordò e se ne attribuì un altro, l’opinione pubblica debordò di conseguenza».

Facci ha scandagliato tutte le crepe di quel terremoto, senza risparmiare nessuno, sulla base dell’archivio del proprio lavoro di giornalista e collaboratore dell’Avanti. E l’aspetto più interessante è proprio quello che riguarda l’informazione, qui descritta con una lapidaria e assolutamente vera citazione di Indro Montanelli: «Gli storici avranno un serio problema. Non potranno attingere da giornali e telegiornali, perché i cronisti durante Tangentopoli hanno seguito il vento che tirava, il soffio della piazza. Volevano il rogo e si sono macchiati di un’infame abdicazione di fronte al potere della folla».

Per chi, come me, ha vissuto nel fuoco delle polemiche quei primi anni, dalla direzione del Giorno, è una citazione da sottoscrivere senza riserve. E Facci ha il merito, con un lungo e certosino lavoro, di ricostruire una base di verità. Intanto, è l’unico, con una tesi inedita a mostrare come questa guerra di poteri inizia in Sicilia, prima che a Milano. E poi ripercorre la scalata delle Procure con minuziosa attenzione. Senza Facci, risulta poco spiegabile l’ascesa del modesto Palamara ai vertici di Csm e Anm.

Significativa la citazione di Piercamillo Davigo in una delle sue battute: «Con la Riforma, vi aspettavate Perry Mason e invece è spuntato Di Pietro». Di Pietro come simbolo ha funzionato per qualche anno, finché non si è schiantato in politica, ma intanto la Guerra dei Trent’anni continuava, proprio come quella reale: e gli Slovacchi e i Danesi e gli Svedesi e i Francesi. Gli episodi ricostruiti da Facci sono decine e affrontano la questione più interessante: il silenzio o, peggio, le menzogne interessate e servili dell’informazione. Per ogni episodio, potrete facilmente confrontare la ricostruzione di Facci con quanto credevate di conoscere e capirete.

Ma, tra tutti, un episodio vale la pena di citare, giudicato “minore” per il protagonista, ma per me gravissimo, perché si tratta di un suicidio e di una persona che ho conosciuto: Renato Amorese, segretario del Psi di Lodi. Fu accusato falsamente sui giornali di aver preso una tangente di 400 milioni, si trattava di tutt’altro e Di Pietro faceva pressione per costringerlo a coinvolgere l’architetto Claudio Dini. Lui non resse e si uccise.

Scrive Facci, in sintesi: «Pareva complicata, ma era semplice. Renato Amorese, pur da morto, era divenuto la chiave per tenere in galera Claudio Dini. La dinamica era raggelante: Di Pietro aveva dato la notizia (falsa) secondo la quale Amorese era un semplice teste e non indagato; venti giorni dopo aveva dato la notizia (falsa) del ritrovamento di 400 milioni nelle cassette, mentre nello stesso giorno i giornali davano la notizia (falsa) dell’apertura delle cassette che in realtà erano ancora sigillate. E quei soldi, neppure trovati, erano diventati la giustificazione di un suicidio. Le cassette di sicurezza di Amorese vennero aperte il 16 e il 23 luglio, ma i soldi non c’erano. La notizia non comparve sui giornali. Neanche sul Corriere della Sera, che pure aveva scritto in prima pagina il contrario». “Mani Pulite, vite spezzate”, titolò il Giorno, dopo il suicidio di Primo Moroni. Filippo Facci spiega bene anche il senso di quel titolo.

FONTE: https://www.ilriformista.it/mani-pulite-non-fu-una-rivoluzione-ma-guerra-civile-le-verita-di-facci-308965/

 

 

 

CONFLITTI GEOPOLITICI

Ucraina: la propaganda della Nato è alla corda

6 luglio 2022

Gli obiettivi dichiarati dalla Russia nella sua invasione dell’Ucraina rimangono il cambio di regime a Kiev e la fine della sovranità ucraina in qualsiasi forma essa sopravviva all’attacco russo, nonostante le battute d’arresto dei militari russi e la retorica che allude a una riduzione degli obiettivi della guerra dopo tali sconfitte”. Questo sarebbe il significato delle dichiarazioni rese ieri dal segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev, secondo l’Institute for the Study of War, il think tank dal quale i media mainstream Usa, e a ricasco quelli europei, dipendono per le loro notizie e analisi di guerra.

La nota dell’ISW, fedele al suo obiettivo guerrafondaio, conclude così la sua analisi: “La dichiarazione di Patrushev aumenta notevolmente l’onere per coloro che suggeriscono che sia possibile un cessate il fuoco tramite compromesso o addirittura una pace basata su limitati guadagni territoriali russi, anche se fosse accettabile per l’Ucraina o desiderabile per l’Occidente (e non è questo il caso)”. Così, quindi, il think tank guidato dai noti guerrafondai neocon sotto la guida di Kimberly e Frederick Kagan, Bill Kristol e i loro compagni di merende.

In realtà, alla notizia della conquista di Severodonetsk, Putin ha dichiarato esplicitamente che l’obiettivo della campagna russa è il Donbass (AdnKronos), facendo seguire a tali parole il ritiro da Snake Island, la porta di Odessa, confermando con i fatti le parole.

Ma alla follia neocon non c’è limite, né si riscontra un limite, se non in via eccezionale, nella dipendenza dei media mainstream dalle loro direttive (a proposito di autoritarismi e democrazie).

Si può riscontrare tale dipendenza da un particolare: per mesi i media hanno accusato la Russia di bloccare il grano ucraino nei porti del Mar Nero (con riferimento specifico a quello di Odessa) e, in tal modo, di essere responsabili del dilagare della fame nel mondo.

Dopo il ritiro da Snake Island, cioè la liberazione del porto di Odessa, questo tema è stato semplicemente rimosso dalla narrazione, nulla importando che, nonostante lo sblocco della situazione, nessuna nave ucraina sia partita col suo carico di grano dal porto in questione per sfamare il mondo; né si hanno notizie di uno sminamento da parte degli ucraini delle acque antistanti, che loro stessi hanno disseminato di tali ordigni… Tant’è.

Intanto, la Russia annuncia che ha distrutto due batterie di lanciamissili HIMARS nella regione di Lugansk… La Nato aveva assicurato, tramite politici e media, che tali sistemi d’arma avrebbero ribaltato le sorti del conflitto (vedi ad esempio AdnKrons: “Lanciarazzi Himars in Ucraina: perché possono cambiare la guerra”).

E su tale assunto hanno fondato la necessità di continuare questa guerra che, se invece è persa, sarebbe inutile, anzi controproducente, proseguire (inutile strage, inutili le sofferenze globali causate delle sanzioni, sprecati i soldi dati alle industrie delle armi).

Ad oggi pare siano stati inviati in Ucraina una decina di HIMARS, otto americani e due britannici (almeno stando agli annunci, troppo spesso caotici). Ma alcuni di essi potrebbero non essere ancora arrivati o, se giunti, non ancora pervenuti al fronte, da cui la possibilità che siano distrutti prima ancora di essere usati in battaglia, come capita ad altri armamenti Nato,

D’altronde era ovvio immaginare che, se anche fossero stati risparmiati dal fuoco preventivo, una volta che fossero giunti destinazione e avessero iniziato a sparare venissero subito individuati, diventando così il target più rilevante per i missili russi.

Invano abbiamo cercato la notizia della distruzione di tali armamenti su fonti d’Occidente, essendo stata rilanciata solo dall’ignoto bulgarianmilitary.com.

Tale oblio può essere spiegato facilmente: non si tratta solo di un rovescio sul piano militare, ma del crollo dell’intera narrativa sulle magnifiche sorti e progressive di questa guerra per procura, che gli HIMARS hanno rilanciato.

Se vera la notizia (e tale sembra), c’è da inventarsi un’altra narrativa sulla vittoria ucraina, ma dopo mesi passati a contrabbandare quella legata all’invio dei magici lanciarazzi, è davvero arduo.

Così trattare col nemico resta l’unica via per evitare un’inutile ulteriore distruzione dell’Ucraina e che la frustrazione di neocon e compagni spinga la Nato a interventi più diretti e incisivi, cioè all’escalation. Non si tratta di essere pacifisti a oltranza, ma semplicemente realisti, come nel caso di Henry Kissinger.

FONTE: https://piccolenote.ilgiornale.it/56580/ucraina-la-propaganda-della-nato-e-alla-corda

Soldati mandati dagli Occidentali combattono in Ucraina

Il presidente Joe Biden l’ha proclamato forte e chiaro: «Niente stivali USA in Ucraina!» e le antenne della Nato non smettono di ripetere: l’Alleanza non è in guerra, sostiene le forze armate ucraine ma non è coinvolta nei combattimenti.

Eppure, secondo il New York Times, sin dagli inizi della guerra in Ucraina, Pentagono e CIA hanno dispiegato unità incaricate di problemi logistici: sovrintendono al trasporto delle armi fino al fronte e danno consigli alle unità combattenti ucraine.

Anche Canada, Francia, Lituania e Regno Unito avrebbero inviato uomini in Ucraina.

Queste informazioni sono trapelate appena prima del vertice Nato di Madrid.

« Allied Commandos in Ukraine Secretly Funnel Aid to Troops », Eric Schmitt & Julian E. Barnes & Helene Cooper, The New York Times, June 16, 2022.

FONTE: https://www.voltairenet.org/article217491.html

Operazione speciale, 7 luglio: Putin ha affermato che la Russia non ha ancora avviato nulla sul serio in Ucraina

Persone in una delle strade di Volnovakha - RIA Novosti, 1920, 07/07/2022
Persone in una delle strade di Volnovakha. Foto d’archivio

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MOSCA, 7 luglio – RIA Novosti. Giovedì, il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto un incontro con i leader delle fazioni della Duma di Stato, dove ha affermato che la Russia non aveva ancora iniziato sul serio in Ucraina. Ha anche osservato che Mosca non rifiuta i colloqui di pace sull’Ucraina, ma più tardi inizieranno, più difficile sarà negoziare.
Inoltre, giovedì, “uno dei principali ideologi della guerra contro la Russia fino all’ultimo ucraino”, il primo ministro britannico Boris  Johnson , si è dimesso .
Presidente della Duma di Stato Vyacheslav Volodin - RIA Novosti, 1920, 07/07/2022

Volodin ha detto che l’operazione speciale ha evitato una catastrofe

Avanzamento dell’operazione

I caccia russi Su-35 hanno abbattuto due aerei ucraini in un giorno: un MiG-29 nella regione di Nikolaev e un Su-25 nella DPR , ha detto giovedì il ministero della Difesa. Il punto di schieramento dei mercenari nella regione di Mykolaiv e il centro di addestramento per le unità ucraine nell’area di Ochakov, oltre a sei posti di comando e tre depositi di munizioni, sono stati distrutti in un giorno da armi di alta precisione delle forze aerospaziali russe .
Le forze aerospaziali hanno colpito anche depositi di munizioni nella DPR, dove erano di stanza fino a 350 militari ucraini . Il Ministero della Difesa ha osservato che in questo contesto, i militari dell’80a Brigata d’assalto aviotrasportato si rifiutano di partecipare alle ostilità e disertano in massa nelle aree di retroguardia.
Il lavoro dell'MLRS Grad durante un'operazione militare speciale in Ucraina. Fermo immagine video - RIA Novosti, 1920, 07/07/2022

L’esercito russo ha colpito tre plotoni di MLRS ucraino “Grad”

Al battaglione Kraken in Ucraina è stato ordinato di avanzare verso Pokrovskoye, ma il comando nazionalista e i militanti si sono rifiutati di obbedire all’ordine, ha affermato il ministero della Difesa russo.
A seguito degli attacchi aerei russi, le truppe ucraine vicino a Soledarsk hanno già perso 2,5 mila persone. La 79a brigata d’assalto aviotrasportata delle truppe ucraine fu quasi completamente distrutta: le sue perdite superarono l’80% della sua forza.
Con un attacco di missili ad alta precisione, le forze aerospaziali russe hanno sventato un tentativo dell’esercito ucraino di consegnare simbolicamente la bandiera all’isola di Zmeiny, parte del personale militare nemico è stato distrutto e i sopravvissuti sono fuggiti.
Mappa dell'operazione speciale delle forze armate russe in Ucraina
Ieri, 15:20

Mappa dell’operazione speciale delle forze armate russe in Ucraina al 07/07/2022

infografica

Aspetto

Putin ha tenuto un incontro con la Duma di Stato

Parlando dell’operazione speciale in Ucraina durante un incontro con i leader delle fazioni della Duma di Stato, Putin ha affermato che la Russia non aveva ancora avviato nulla sul serio. Allo stesso tempo, ha osservato che la Russia non rifiuta i colloqui di pace sull’Ucraina, ma più tardi inizieranno, più difficile sarà negoziare.
Putin ha anche sottolineato che la guerra nel Donbass è stata scatenata dall’Occidente collettivo, sostenendo il colpo di stato armato anticostituzionale in Ucraina nel 2014, e poi incoraggiando il genocidio del popolo del Donbass, e che le dichiarazioni dell’Occidente che vogliono combattere fino all ‘”ultimo ucraino” sono una tragedia per tutti gli ucraini, ma è probabile che questo sia inevitabile.
In modo che le persone abbiano l'opportunità di vivere - Putin sull'aiuto della Russia alla popolazione del Donbass

La Russia aiuterà il Donbass, ha detto Putin

Il presidente russo ha anche osservato che l’inizio dell’operazione speciale della Russia in Ucraina non era collegato al rafforzamento della sovranità, questo è un effetto collaterale. Putin ha aggiunto che i militari rischiano di difendere la Patria, quindi è necessaria un’agenda nazionale per supportare le forze armate.
Il presidente della Duma di Stato Vyacheslav Volodin ha affermato che la decisione di avviare un’operazione speciale ha evitato una catastrofe. Ha anche affermato che i deputati considerano loro dovere aiutare soldati e ufficiali.
Non abbiamo ancora iniziato nulla di serio: Putin sul conflitto con l'Occidente

Putin ha affermato che la Russia non ha ancora iniziato nulla sul serio in Ucraina

Johnson si è dimesso

Giovedì il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato le sue dimissioni, ma ha assicurato che Londra avrebbe continuato a sostenere l’Ucraina. Dopo le sue dimissioni, Johnson telefonò a Volodymyr Zelensky e promise che Londra avrebbe aiutato Kiev in difesa e con lo “sblocco” delle forniture di grano.
Zelensky, alla luce delle dimissioni di Johnson, ha espresso fiducia che la politica del Regno Unito nei confronti dell’Ucraina non sarebbe cambiata. Ha anche detto che tutti gli ucraini sono tristi per la notizia della partenza di Johnson dalla carica di primo ministro britannico e lo ha chiamato amico.
Volodin in seguito definì il primo ministro britannico uno dei principali ideologi della guerra contro la Russia “fino all’ultimo ucraino”, “un clown, un caro amico e mecenate di Zelensky”. Volodin ha aggiunto che Johnson era dietro i bombardamenti delle città civili russe: Belgorod , Kursk .
Il presidente della Duma di Stato ha anche affermato che i vertici degli Stati europei devono pensare alle conseguenze di una politica come quella perseguita dal pensionato Johnson.
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky durante un discorso in videoconferenza davanti al parlamento greco - RIA Novosti, 1920, 07/07/2022

Zelensky ha parlato della tristezza degli ucraini a causa delle dimissioni di Johnson

Nuovi dati sui laboratori biologici

Durante l’operazione speciale, è stato ricevuto un rapporto finale sulle attività dell’agenzia militare statunitense per la riduzione delle minacce (DTRA, una divisione strutturale del Pentagono ) in Ucraina, ha affermato il capo delle Forze di protezione chimica e biologica dalle radiazioni ( RCBZ ) della Russia Forze armate, tenente generale Igor Kirillov .
Secondo i dati ricevuti, gli Stati Uniti hanno rimosso la raccolta nazionale di microrganismi dall’Ucraina. Dai documenti statunitensi ottenuti durante l’operazione speciale, ne consegue che non esisteva un sistema per la protezione di agenti patogeni pericolosi in Ucraina.
La direzione principale dei progetti delle compagnie mediche Black & Veatch e Metabiota, finanziate dal figlio del presidente degli Stati Uniti Hunter Biden , sono state le infezioni da quarantena che potrebbero danneggiare l’agricoltura dei singoli paesi.
La targa sulla porta del laboratorio intitolato a Richard Lugar - RIA Novosti, 1920, 07/07/2022

Il Ministero della Difesa ha stimato la spesa statunitense per la bioricerca in Ucraina

Ci sono prove che la società Metabiota fosse una copertura per risolvere i problemi politici degli Stati Uniti e sia usata dagli americani per svolgere attività finanziarie in vari paesi, ha detto Kirillov. Ha ricordato che il ministero della Difesa russo ha più volte menzionato il ruolo dei rappresentanti del Partito Democratico degli Stati Uniti nel finanziamento delle attività biologiche militari sul territorio dell’Ucraina e delle organizzazioni intermediarie che sono state utilizzate a tale scopo.
Secondo lui, i test sugli anticorpi sui prigionieri di guerra ucraini potrebbero indicare la loro partecipazione al programma biologico statunitense. Giovedì, in un briefing, il generale ha presentato i dati sullo stato di salute dei militari ucraini che hanno volontariamente deposto le armi durante l’operazione speciale.
La raccolta di zecche da parte di specialisti americani nel sud-est dell’Ucraina ha coinciso con un aumento del loro numero nelle regioni di confine della Russia e un aumento dell’incidenza della borreliosi trasmessa dalle zecche nella stessa Ucraina, ha affermato Kirillov.

Mappa interattiva dell’operazione speciale delle forze armate russe in Ucraina

FONTE IMMAGINE: https://ria.ru/20220707/spetsoperatsiya-1800898575.html?in=t
FONTE: https://ria.ru/20220707/spetsoperatsiya-1801084553.html

 

 

Draghi: Putin non deve vincere…

Medvedev : se la NATO invade la Crimea sarà la terza guerra mondiale

 

Botta e risposta che innalzano sempre più i toni di guerra tra USA, dietro le quinte, Europa con gli Inglesi e Draghi in prima fila contro la Russia.

Questa sembra essere la sintesi di un G7 dove si e’ parlato di tutto ciò che sembra allontanare sempre di più la possibilità di intavolare la benché minima trattativa ad una pace che nessuno dei principali capi di governo dei 7, che si autocelebrano grandi, vuole.

Tralasciamo il ridicolo e quanto mai vergognoso “sfottò” nei confronti di Putin da parte del premier canadese, Justin Trudeau e del premier britannico Boris Johnson.

Le parole pesantissime di Mario Draghi “Putin non deve vincere. Se Kiev perde, sconfitta la democrazia” la dicono lunga come non vi è nessuna intenzione di pace ma la volontà di alimentare uno scontro personale, coinvolgendo le popolazioni sotto le mentite spoglie di difendere una democrazia fortemente discutibile, perché di pochi e con regole che di democratico forse hanno ancora meno

Ciò che accade in Italia è sotto gli occhi di tutti.

Il premier Italiano al G7 in Germania: “L’Ue ha mutato in modo profondo il suo atteggiamento verso i Paesi vicini, la sua strategia di lungo periodo. È un cambiamento molto importante”.

Un clima molto teso quindi, quello che si respira al G7, in attesa della Conferenza Stampa di oggi, dove poi vedremo Draghi partire direttamente per la Spagna, dove si terrà a Madrid il summit della NATO.

La risposta dalla Russia non si è lasciata attendere.

Così il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo  Dmitry Medvedev: “Non ci inchineremo all’Occidente”, e continuando in un’intervista ad Argumenty i Fakty riportata dalla Tass. Medvedev ha poi aggiunto: “Per noi la Crimea fa parte della Russia, e questo è per sempre. Qualsiasi tentativo di invadere la Crimea equivarrebbe a una dichiarazione di guerra contro il nostro Paese. Se uno Stato membro della Nato fa una tale mossa, portera’ a un conflitto contro l’intera Alleanza del Nord Atlantico, la terza guerra mondiale, un disastro totale”.

Risposta dura e determinata anche sulle sanzioni imposte alla Russia che sembrano portare disagi solo ad i paesi europei, Italia compresa.

“Gli oppositori della Russia si aspettano che o si inchinerà a loro o la sua economia crollerà, ma ciò non accadrà”.

L’occidente, continua Medvedev, “sottostima la Russia, come al solito, o piu’ precisamente, prova un pio desiderio”.

Intanto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, potrebbe annunciare un rafforzamento della presenza militare Usa in Polonia e una serie di modifiche al dispiegamento di truppe nei Paesi baltici, nel quadro del vertice dei leader della Nato in programma a Madrid fino al 30 giugno. Lo riferisce l’emittente “Nbc News”, citando fonti informate dei fatti.

Mentre così si avvia a conclusione questo G7 all’insegna della promozione alla guerra,  si riscaldano ulteriormente gli animi per il summit di Madrid.

Erdogan infatti preannuncia: Nessun passo indietro sul no all’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia.

Un vertice che avrà come principale tema l’allargamento a Svezia e Finlandia, al cui ingresso nella Nato il leader turco opporrà ancora una volta il veto, ribadendo la posizione espressa nell’ultimo mese, di per sè sufficiente a impedire l’ingresso nella Nato dei due Paesi. Svezia e Finlandia avevano chiesto di entrare nella Nato lo scorso 18 maggio, sull’onda della preoccupazione suscitata dall’attacco russo all’Ucraina.

Un vertice quindi che potrebbe complicare ulteriormente la questione “guerra” evidenziando ulteriormente come non vi sia la volontà di dialogo e di confronto, ma di fortissima prevaricazione, da chi vuole imporre la propria democrazia.

Non rimane quindi che chiederci se una democrazia, se imposta, possa essere definita democrazia.

I risultati delle precedenti guerre, non incoraggiano assolutamente.

Per di più , l’astensionismo al voto registrato in Francia ed ancor più in Italia, potrebbe essere un importantissimo segnale?

Ettore Lembo

https://www.agi.it/politica/news/2022-06-27/ucraina-g7-premier-draghi-putin-non-deve-vincere-17244948/

https://www.agi.it/estero/news/2022-06-28/ucraina-guerra-diretta-vertice-nato-madrid-17251127/

https://www.adnkronos.com/g7-johnson-e-trudeau-sfottono-putin_7lMAhtcTWTVfnpSAEuhshs

FONTE: https://www.agi.it/estero/news/2022-06-28/nato-turchia-erdogan-veto-ingresso-svezia-finlandia-17246153/

La Russia ha pubblicato coordinate e immagini satellitari del Pentagono

KEVIN CARBONI

SECURITY 29.06.2022

Divulgate anche le informazioni su altri centri decisionali occidentali e Nato dall’agenzia spaziale russa Roscoscmos. Quella del capo dell’agenzia spaziale russa è una ritorsione al sostegno dato all’Ucraina dagli operatori satellitari occidentali
L'immagine satellitare del Pentagono diffusa da Roscosmos
L’immagine satellitare del Pentagono diffusa da Roscosmos TELEGRAM

La Russia ha pubblicato coordinate e immagini satellitari della sede del Pentagono, dell’edificio di Madrid dove si sta tenendo il vertice Nato che deciderà dell’ingresso di Finlandia e Svezia e di altri quartieri generali della difesa occidentale. Lo ha comunicato l’agenzia stampa del Cremlino Ria Novosti, sostenendo come l’azione sia una risposta al supporto dato dagli operatori satellitari occidentali al “nemico della Russia”, cioè l’Ucraina.

Sono passati cinque mesi da quando la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina. Da allora decine di migliaia di civili sono stati uccisi sotto il fuoco delle truppe di occupazione, che non hanno risparmiato ospedali e centri commerciali per portare avanti i loro obiettivi di conquista. Anche se gradualmente, e forse non sempre con la necessaria efficacia, l’occidente si è schierato a sostegno di questa popolazione oppressa, inviando aiuti umanitari, armi, munizioni e informazioni di intelligence all’esercito di Kyiv.

In particolare, le immagini satellitari della società statunitense Maxar hanno consentito all’Ucraina di conoscere alcuni spostamenti delle forze di invasione, prevenire attacchi, tracciare i furti di grano operati nei territori occupati e mostrare le terribili immagini delle fosse comuni scavate dai russi per ammassare i cadaveri dei civili uccisi al loro passaggio, dimostrando così il loro coinvolgimento in diversi crimini di guerra.

Tuttavia, il Cremlino continua a sostenere di aver lanciato quella che definisce “un’operazione militare speciale”di non essere mai entrato in guerra e di non aver invaso l’Ucraina, come dichiarato dal ministro degli esteri russo Sergej Lavrov. Al contrario, Mosca continua a mantenere un atteggiamento vittimistico, sostenendo di essere oggetto dell’odio occidentale. “Oggi si apre il vertice Nato a Madrid, durante il quale i paesi occidentali dichiareranno la Russia il loro peggiore nemico”, ha scritto su Telegram Dmitry Rogozin, capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, pubblicando le coordinate di alcuni dei maggiori quartieri generali della difesa e di governo degli Stati Uniti e dell’Unione europea.

“L’intero conglomerato di gruppi orbitali privati e statali lavora esclusivamente per il nostro nemico. Così Roscosmos ha deciso di pubblicare le immagini satellitari della sede del vertice e dei centri decisionali che sostengono i nazionalisti ucraini – ha continuato Rogozin -. Allo stesso tempo stiamo fornendo anche le coordinate degli obiettivi. Non si sa mai”.

Il post, accompagnato da questa non tanto velata minaccia, include le coordinate e le immagini satellitari della sede del vertice Nato a Madrid, del Pentagono, della Casa Bianca a Washington, degli edifici governativi britannici nel centro di Londra, della Cancelleria tedesca e del Reichstag a Berlino, del quartier generale Nato a Bruxelles, della residenza del presidente francese e altri edifici governativi a Parigi.

A seguito del post, ha riportato Ria Novosti, il sito di Roscosmos è stato colpito da un attacco informatico, che ne ha causato il blocco dei servizi. Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa, l’attacco non sarebbe arrivato dall’estero, ma dall’interno della Russia, precisamente dalla città di Yekaterinburg, quarta città più grande della Federazione, situata vicino al confine con il Kazakhstan.

FONTE: https://www.wired.it/article/russia-coordinate-pentagono-spazio-minaccia-satelliti/

Quanto spendono i paesi della Nato per armi ed eserciti

DATA JOURNALISM 29.06.2022
In vista del summit di Madrid, la Nato ha diffuso alcuni dati relativi agli investimenti militari dei paesi membri, mentre si dibatte di aumentare da 40mila a 300mila i componenti delle forze di risposta rapida dell’alleanza

Alla vigilia del vertice Nato in corso a Madrid, l’Alleanza atlantica ha diffuso alcuni dati relativi alle spese militari dei paesi che ne fanno parte. Il più significativo dei quali è quello relativo alla percentuale del Pil destinato alla difesa. La richiesta dell’organismo guidato da Jens Stoltenberg è quella che qesta quota sia pari ad almeno il 2%. Non dappertutto, però, è così. Nel seguente grafico i dati.

La linea rossa mostra la quota del 2%: come si vede, buona parte dei paesi membri non l’ha raggiunta nel 2022. Tra questi c’è anche l’Italia, ferma all’1,54%. Il valore più alto spetta alla Grecia, con il 3,76%, seguita da Stati Uniti (3,47%) e Polonia (2,42%). Percentuali che, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina, molte nazioni si sono impegnate ad aumentare.

Il primato americano

Sebbene non siano il primo paese per percentuale del Pil, gli Stati Uniti sono la nazione affiliata alla Nato che investe maggiormente nella difesa. La spesa media pro capite di tutti gli alleati, nel 2022, è pari infatti 1.098 dollari americani. Ma basta togliere dal computo Washington perché questo valore scenda a 526 dollari. Quest’infografica mostra il valore della spesa militare pro capite nei paesi alleati:

Le bolle sono dimensionate sulla base dell’investimento pro capite. Il colore vira dal rosso al blu a seconda che questo valore sia superiore o inferiore alla media Nato. Oltre agli Stati Uniti, solo la Norvegia, con 1.242 dollari americani pro capite, ha superato questo valore. Sempre quest’anno, l’Italia ha speso 498 dollari pro capite per la difesa.

La supremazia americana nelle spese militari si apprezza ancora meglio se, invece che di quelli pro capite, si prendono in considerazione gli investimenti complessiviWired lo ha fatto in questa infografica.

FONTE: https://www.wired.it/article/nato-spesa-militare-paesi-dati/

Cosa succederà alla terra in caso di conflitto nucleare. Una ricerca della LSU ce lo ricorda

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L’attuale conflitto tra Russia e Ucraina ha riportato in superficie il rischio potenziale di una guerra nucleare che pensavamo di aver archiviato quasi per sempre dopo la fine della guerra fredda. Nella speranza di far aprire ancora un po’ gli occhi su un futuro incerto, gli scienziati della LSU hanno condotto una simulazione per mostrare quali sarebbero le conseguenze catastrofiche di un simile conflitto per gli esseri viventi sulla Terra.

Risulta che nel mondo ci sono oltre 13.000 armi nucleari pronte per essere lanciate. Questi sono i dati dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma, in Svezia. Un arsenale nucleare controllato da soli nove Paesi.

I ricercatori della Louisiana State University si sono posti la domanda a posteriori. Che impatto avrebbe una guerra nucleare sul mondo in cui viviamo? Per rispondere a questa domanda, hanno effettuato diverse simulazioni al computer. Le simulazioni dipendevano dal fatto che la guerra in questione fosse limitata a una particolare regione o fosse più globale.

C’è un aspetto su cui tutti gli scenari dei ricercatori statunitensi concordano. L’esplosione di bombe nucleari rilascerebbe nell’alta atmosfera una quantità di fuliggine e fumo tale da bloccare una parte significativa dei raggi solari. Non importa chi bombarda. Ciò che accade nell’alta atmosfera si diffonde a livello globale. Il risultato è che nel primo mese la temperatura media si abbassa di circa 10°C. È più di quanto la Terra abbia sperimentato durante l’ultima era glaciale, e magari Greta sarebbe contenta. Di conseguenza, si verificheranno perdite colossali di raccolti in tutto il mondo, anche in aree non direttamente colpite.

Anche le temperature degli oceani si abbasserebbero. Ma non risaliranno rapidamente dopo che il fumo si sarà dissipato. Perché gli oceani impiegano più tempo per riprendersi. Nello scenario più drammatico – una guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia, con 4.400 armi detonate e 150 teragrammi di polvere scaricati nell’atmosfera – ci vorrebbero decenni per riprendersi. E probabilmente ci vorrebbero centinaia di anni per tornare alle profondità che conosciamo oggi.

Quanto al ghiaccio, si estenderebbe fino a bloccare alcuni porti importanti. Tianjin, il più grande porto della Cina settentrionale, Copenaghen (Danimarca) e San Pietroburgo (Russia) sono solo alcuni esempi. In generale, il ghiaccio marino bloccherebbe diverse rotte di navigazione nell’emisfero settentrionale. Ciò renderebbe molto difficile il trasporto di cibo. Migliaia di anni di una vera e propria “era glaciale nucleare” nel caso di un grave conflitto tra Stati Uniti e Russia.

La diminuzione delle temperature e della luce negli oceani ucciderebbe le alghe che sono alla base della catena alimentare. Questo potrebbe mettere in pericolo tutta la vita nel mare e mettere a rischio la maggior parte delle attività di pesca. Tutto questo senza la valutazione diretta dei danni delle esplosioni, le distruzioni di vite e strutture, ma basandosi solo sulle ricadute

Questo lavoro dei ricercatori della Louisiana State University dimostra ancora una volta l’interdipendenza dei sistemi terrestri. Quanto siano fragili i nostri sistemi di approvvigionamento, anche di fronte a conflitti regionali! I ricercatori sperano che le loro simulazioni, come negli anni ’80, aiutino ad avvertire i leader mondiali delle conseguenze catastrofiche di una guerra nucleare per tutti, in modo che sempre più Paesi ratifichino il trattato ONU che vieta le armi nucleari. “Dobbiamo davvero fare tutto il possibile per evitare la guerra nucleare”, concludono i ricercatori.

FONTE: https://scenarieconomici.it/cosa-succedera-alla-terra-in-caso-di-conflitto-nucleare-una-ricerca-della-lsu-ce-lo-ricorda/

 

 

LA TERZA GUERRA MONDIALE SPIEGATA AI PRINCIPIANTI

Gaius Baltar

thesaker.is

Alcune persone informate, tra cui pare ci sia anche il Papa, cominciano a sospettare che nel mondo stia succedendo qualcosa di più della semplice guerra in Ucraina. Dicono che la Terza Guerra Mondiale è già iniziata e che d’ora in poi le cose peggioreranno. Questo potrebbe essere difficile da determinare visto che stiamo partecipando agli eventi in corso e non abbiamo il beneficio della prospettiva storica. È assai poco probabile che nel 1939 la gente si rendesse conto di trovarsi di fronte all’inizio di un grande conflitto mondiale, anche se alcuni potrebbero averlo sospettato.

L’attuale situazione globale è per molti versi come un gigantesco puzzle, in cui il pubblico vede solo una piccola parte del quadro completo. La maggior parte non si rende conto che potrebbero esserci altri pezzi e non si pone nemmeno queste semplici domande: perché sta accadendo tutto questo e perché sta accadendo proprio ora?

Le cose sono più complicate di quanto creda la maggior parte delle persone. Quello che vedono è il malvagio stregone Vladimir Saruman Putin che sta invadendo con il suo esercito di orchi un’innocente Ucraina – senza alcun motivo. Si tratta di una visione a dir poco semplicistica, perché nulla accade senza un motivo. Mettiamo le cose in prospettiva e vediamo cosa sta realmente accadendo – e perché il mondo sta impazzendo sotto i nostri occhi. Vediamo in cosa consiste la Terza Guerra Mondiale.

La pentola a pressione

L’Occidente (che qui possiamo definire come gli Stati Uniti, l’Unione Europea e pochi altri) ha mantenuto per decenni la pressione sul mondo intero. Questo vale non solo per i Paesi al di fuori dell’Occidente, ma anche per gli stessi Paesi occidentali che si sono allontanati dai diktat dei governanti occidentali. Questa pressione è stata ampiamente discussa e definita in modi assai diversi, tra cui neocolonialismo, egemonia finanziaria forzata e così via. Ciò che è interessante, soprattutto negli ultimi 20 anni, è quali Paesi hanno subito pressioni e cosa essi non hanno in comune.

Tra i Paesi oggetto di pressioni troviamo Russia, Cina, Cuba, Venezuela, Libia, Siria, Serbia, Thailandia e Iran, solo per citarne alcuni. Si sono aggiunti di recente anche India e Ungheria. Per capire perché sono stati messi sotto pressione, dobbiamo scoprire cosa hanno in comune. Non è facile, visto che, per molti aspetti, sono estremamente diversi. Ci sono democrazie e non democrazie, governi conservatori e comunisti, Paesi cristiani, musulmani e buddisti, e così via. Eppure, molti di loro sono chiaramente alleati. Ci si deve chiedere perché Paesi conservatori e religiosi come la Russia o l’Iran si siano alleati con i comunisti senza Dio di Cuba e Venezuela.

Ciò che accomuna tutti questi Paesi è il desiderio di gestire i propri affari, di essere Paesi indipendenti. Questo è imperdonabile agli occhi dell’Occidente e deve essere affrontato con ogni mezzo necessario, comprese le sanzioni economiche, le rivoluzioni colorate e la vera e propria aggressione militare.

L’Occidente e il suo braccio militare della NATO hanno circondato la Russia con Paesi ostili e basi militari, hanno armato e manipolato l’Ucraina per usarla come un martello contro di essa e hanno utilizzato sanzioni e minacce. La stessa cosa stava e sta accadendo in Asia, dove la Cina è stata circondata con tutti i mezzi a disposizione. Lo stesso vale, in una certa misura, per tutti gli indipendenti citati in precedenza. Negli ultimi 10 anni circa, la pressione sugli indipendenti è aumentata in modo massiccio e ha praticamente raggiunto il culmine nell’anno precedente l’invasione russa dell’Ucraina.

Nell’anno precedente alla guerra in Ucraina, per aumentare la pressione gli Stati Uniti avevano inviato i loro diplomatici in tutto il mondo. Erano come un circo itinerante o una rock band in tournée, ma, invece di intrattenere, minacciavano: comprate questo da noi e fate quello che vi diciamo o ci saranno conseguenze. L’urgenza era assoluta e palpabile, ma poi è arrivata la guerra in Ucraina e la pressione è salita alle stelle. Nel primo mese di guerra, l’intero corpo diplomatico dell’Occidente è stato impegnato a minacciare il “resto del mondo” affinché isolasse la Russia. Questo non ha funzionato e ha provocato il panico nei circoli politici e diplomatici negli Stati Uniti e in Europa.

Tutte queste pressioni nel corso degli anni, e la paura e il panico scatenati dal loro mancato funzionamento, sono chiaramente collegate agli eventi in Ucraina. Fanno parte della stessa “sindrome” e hanno la stessa causa.

La dimensione del debito

Ci sono state molte spiegazioni per quello che sta succedendo e la più comune è la lotta tra due possibili scenari futuri: un mondo multipolare in cui ci sono diversi centri di potere e un mondo unipolare in cui l’Occidente governa il pianeta. Tutto ciò è corretto, ma c’è un’altra ragione che spiega perché questo sta accadendo proprio ora e tutta l’urgenza e il panico in Occidente.

Recentemente il guru tecnologico neozelandese Kim Dotcom ha twittato un articolo sulla situazione del debito negli Stati Uniti. Secondo lui, tutti i debiti e le passività non finanziate degli Stati Uniti superano il valore totale dell’intero Paese, terreni compresi. Questa situazione non è unica per gli Stati Uniti. La maggior parte dei Paesi occidentali ha un debito che può essere ripagato solo vendendo l’intero Paese e tutto ciò che contiene. Inoltre, la maggior parte dei Paesi non occidentali sono sepolti dal debito denominato in dollari e sono praticamente di proprietà degli stessi finanzieri che possiedono l’Occidente.

Negli ultimi decenni, l’economia degli Stati Uniti e dell’Europa è stata falsificata ad un livello che ha dell’incredibile. Noi Occidentali abbiamo vissuto molto al di sopra delle nostre possibilità e le nostre valute sono state massicciamente sopravvalutate. Siamo riusciti a farlo attraverso due meccanismi:

1. Il primo è lo status di riserva del dollaro e lo status di semi-riserva dell’euro, che hanno permesso all’Occidente di esportare denaro digitale e di ricevere beni in cambio. Questo ha dato all’Occidente un enorme potere finanziario e gli ha permesso di funzionare come un parassita dell’economia mondiale. Abbiamo ricevuto molti beni gratis, per usare un eufemismo.

2. Il secondo meccanismo di falsificazione è l’aumento del debito ad un livello tale per cui abbiamo essenzialmente impegnato tutto ciò che possedevamo, comprese le nostre case e le nostre terre, per mantenere il nostro tenore di vita. Una volta sottratto il debito non possediamo più nulla. Il debito è diventato da tempo inservibile – ben oltre la nostra capacità di pagare gli interessi – il che spiega perché i tassi di interesse in Occidente sono vicini allo zero. Qualsiasi aumento renderebbe il debito inservibile e tutti noi andremmo formalmente in bancarotta in un giorno.

In più, in Occidente la falsificazione ha creato valute artificialmente forti, che hanno aumentato il loro potere d’acquisto per i beni prezzati in divise non occidentali. Questi meccanismi hanno anche permesso all’Occidente di gestire economie di servizio gonfie e disfunzionali, in cui le inefficienze sono inimmaginabili. Nelle nostre economie ci sono gruppi giganteschi di persone che non solo non creano valore, ma che lo distruggono sistematicamente. Ciò che mantiene il tenore di vita dell’Occidente è una piccola minoranza di persone produttive, un costante aumento del debito e il parassitismo sul resto del mondo.

Le persone che possiedono tutto questo debito, in realtà, possiedono tutto ciò che noi pensiamo di possedere. A questo punto, noi Occidentali non possediamo nulla, pensiamo solo di possedere qualcosa. Ma chi sono i nostri veri proprietari? Sappiamo più o meno chi sono, perché si riuniscono ogni anno al World Economic Forum di Davos insieme alle élite politiche occidentali, di cui sono anche i proprietari.

È chiaro che i nostri proprietari sono sempre più preoccupati, e le loro preoccupazioni sono aumentate in sincronia con la crescente pressione esercitata dall’Occidente sul resto del mondo, in particolare sugli Indipendenti. Durante l’ultima riunione di Davos, l’atmosfera era, allo stesso tempo, cupa e tesa , proprio come il panico tra le élite politiche occidentali quando avevano visto fallire l’isolamento della Russia.

Cosa sta per accadere

Il panico dei nostri proprietari e dei loro politici è comprensibile perché siamo arrivati al capolinea. Non possiamo più mantenere i nostri standard di vita aumentando il debito e il parassitismo [sul resto del mondo]. Il debito sta superando il limite di ciò che possediamo come garanzia e le nostre valute stanno per diventare prive di valore. Non saremo più in grado di ottenere beni gratuiti dal resto del mondo, né di ripagare il nostro debito, tanto meno pagarne gli interessi. L’intero Occidente sta per andare in bancarotta e il nostro tenore di vita sta per diminuire di una percentuale enorme. Questo è ciò che ha gettato nel panico i nostri proprietari, che vedono solo due scenari possibili:

1. Nel primo scenario la maggior parte dei Paesi dell’Occidente, e tutto e tutti al loro interno, dichiarano bancarotta e cancellano il debito con un diktat – cosa che gli Stati sovrani sono in grado di fare. Questo cancellerebbe anche la ricchezza e il potere politico dei nostri proprietari.

2. Nel secondo scenario, i nostri proprietari rilevano le garanzie durante la bancarotta. Il collaterale siamo noi e tutto ciò che possediamo.

Non ci vuole un genio per capire quale scenario abbiano scelto. Il piano per il secondo scenario è pronto e sta venendo attuato in questo momento. Si chiama “Grande Reset” ed è stato costruito dalle persone che stanno dietro al World Economic Forum. Questo piano non è un segreto e può essere esaminato in una certa misura sul sito web del WEF.

Il Grande Reset è un meccanismo per il sequestro di tutte le garanzie del debito, che include i vostri beni, i beni della vostra città o del vostro comune, i beni del vostro Stato e la maggior parte dei beni aziendali che non sono già in mano ai nostri proprietari.

Questo meccanismo di sequestro dei beni ha diverse componenti, ma le più importanti sono le quattro seguenti:

1. Abolizione della sovranità. Un Paese sovrano (indipendente) è un Paese pericoloso perché può scegliere di non onorare il proprio debito. La diminuzione della sovranità è stata una priorità per i nostri proprietari e sono stati tentati vari schemi come il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti e il Partenariato trans-pacifico. Lo schema di maggior successo è senza dubbio quello dell’Unione Europea.

2. Il down-tuning dell’economia. L’economia occidentale (e, di fatto, l’economia globale) deve essere ridotta di una percentuale molto significativa. Questa riduzione è necessaria perché l’economia occidentale ora è enormemente sovrastimata e deve essere portata al suo livello reale, che potrebbe essere anche la metà o più di quello attuale. Il lento smantellamento ha anche lo scopo di evitare un crollo improvviso che causerebbe gravi disordini sociali, una minaccia per i nostri proprietari. Una implosione controllata è quindi preferibile ad un crollo incontrollato. Questa implosione controllata sta già avvenendo ed è in corso da tempo. Si possono citare molti esempi di questo smantellamento, tra cui la politica energetica dell’UE e degli Stati Uniti, progettata per sabotare l’economia occidentale, e gli ovvi tentativi di distruzione della domanda durante e dopo l’epidemia, compresi i problemi logistici, piuttosto bizzarri, che erano emersi improvvisamente dal nulla.

3. Accaparramento di beni (non possiederete nulla e sarete “felici”). Tutti i beni che possono essere presi a garanzia del nostro debito privato e collettivo/pubblico verranno acquisiti. Questo è un obiettivo chiaramente dichiarato del Grande Reset, ma è meno chiaro come verrà realizzato. A tal fine sembrerebbe necessario il controllo totale da parte dei governi occidentali (e di tutti i governi). Questa precondizione è più vicina di quanto si possa pensare, perché, a questo punto, la maggior parte dei governi occidentali sembra essere asservita a Davos. Il processo sarà venduto come una ristrutturazione sociale necessaria per far fronte alla crisi economica e al riscaldamento globale e si tradurrà in una massiccia riduzione degli standard di vita per la gente comune, anche se non per le élite.

4. Oppressione. A molte persone questo non piacerà e una rivolta è una risposta probabile, anche se il ridimensionamento dell’economia viene portato avanti in modo graduale. Per evitare che ciò accada, si sta implementando un meccanismo di controllo sociale che cancellerà la libertà personale, la libertà di parola e la privacy. Inoltre, creerà una dipendenza assoluta dell’individuo dallo Stato. Questo dovrà essere fatto prima che la distruzione economica possa essere completata o ci sarà una rivoluzione. In Occidente, questo meccanismo viene già portato avanti con entusiasmo, come può vedere chiunque abbia occhi e orecchie.

Russia, Cina e altri indipendenti

Come si inseriscono in tutto questo la Russia e la Cina e la guerra in Ucraina? Perché tutte le pressioni esercitate dall’Occidente nel corso degli anni e perché tutto questo panico ora? Parte della ragione della pressione sugli indipendenti, in particolare su Russia e Cina, è semplicemente il fatto che hanno resistito all’egemonia occidentale. Questo è sufficiente per entrare nella lista occidentale dei cattivi. Ma perché questa maggiore pressione negli ultimi anni?

Il motivo è che la Russia e la Cina non possono essere sottomesse attraverso la bancarotta e il prelievo dei loro beni. Non hanno grossi debiti in valute occidentali, il che significa che le persone che possiedono l’Occidente attraverso il debito, attualmente non possiedono la Russia e la Cina (come possiedono l’Occidente e il “Terzo Mondo” indebitato) e non possono acquisirle attraverso il debito. L’unico modo per farlo è con il cambio di regime. I loro governi devono essere indeboliti con ogni mezzo, comprese le sanzioni economiche e, se necessario, i mezzi militari – da qui l’uso dell’Ucraina come ariete contro la Russia e di Taiwan contro la Cina.

Sottomettere la Russia e la Cina è una questione esistenziale per i nostri padroni di Davos, perché, quando distruggeranno l’economia occidentale, anche tutto il resto dovrà essere distrutto. Se l’economia occidentale viene abbattuta e un grande blocco economico non partecipa alla caduta, sarà un disastro per l’Occidente. Il nuovo blocco acquisirà un enorme potere economico, e forse una sorta di egemonia unipolare, mentre l’Occidente scenderà in una oscura età feudale e nell’irrilevanza. Perciò, affinché il Grande Reset possa funzionare, il mondo intero deve crollare. Russia e Cina devono essere sottomesse con ogni mezzo, così come l’India e le altre nazioni ostinate.

Questo è ciò che ha portato alla situazione in cui ci troviamo ora e che alimenterà la continuazione della Terza Guerra Mondiale. Le élite proprietarie occidentali vanno in guerra per mantenere la loro ricchezza e il loro potere. Tutti quelli che si oppongono devono essere soggiogati e costretti a seguire l’Occidente nella programmata Grande Età Oscura del Reset.

La ragione dell’attuale panico tra le élite occidentali è che il progetto Ucraina non sta andando come previsto. Invece di svenare la Russia sul campo di battaglia, sono l’Ucraina e l’Occidente a sanguinare. Invece di un crollo dell’economia russa che avrebbe portato alla sostituzione di Putin con un leader compatibile con Davos, è l’economia dell’Occidente a crollare. Invece di isolare la Russia, è l’Occidente ad essere sempre più isolato. Niente sta funzionando e, come se non bastasse, l’Europa ha dato ai Russi i mezzi e i motivi per distruggere l’economia europea, chiudendo in parte la sua industria. Senza risorse russe, non c’è industria europea, e senza industria non ci sono tasse per pagare i sussidi di disoccupazione, le pensioni, i sussidi ai rifugiati e praticamente tutto ciò che tiene insieme le società europee. I Russi hanno ora la capacità di organizzare un crollo incontrollato in Europa, che non è quello che Davos aveva previsto. Un crollo incontrollato potrebbe far rotolare le teste di Davos, letteralmente, e questo sta causando paura e panico negli ambienti dell’élite. L’unica soluzione per loro è andare avanti con la Terza Guerra Mondiale e sperare per il meglio.

Cosa fare

Il Grande Reset dell’economia mondiale è la causa diretta della Terza Guerra Mondiale – ammesso che sia quello che sta accadendo. Cosa si può fare al riguardo? Dall’interno dell’Occidente si può fare ben poco. L’unico modo è quello di eliminare in qualche modo Davos dall’equazione, ma questo molto probabilmente non accadrà per due motivi: il primo è che i grandi ‘resetter’ di Davos sono troppo legati all’economia e alla politica occidentale. Davos è come una piovra, con i suoi tentacoli e le sue ventose all’interno dei circoli elitari, dei media e del governo di ogni Paese. Sono troppo radicati per essere facilmente rimossi. La seconda ragione è che la popolazione occidentale è troppo ignorante ed è stata sottoposta al lavaggio del cervello. Il livello di questo lavaggio è tale che gran parte di loro vuole effettivamente diventare povera – anche se usano la parola “verde” al posto di “povero” perché suona meglio. Tuttavia, ci sono alcune indicazioni secondo cui potrebbero esserci delle divisioni all’interno delle élite occidentali. Alcune di esse, in particolare negli Stati Uniti, potrebbero opporsi al Grande Reset progettato principalmente dall’Europa, ma resta da vedere se questa opposizione sarà reale o efficace.
Tuttavia, al di fuori dell’Occidente, ci sono alcune misure che possono e devono essere prese. Alcune di queste sono drastiche e altre sono in corso di attuazione proprio in questi giorni. Tra queste misure ci sono le seguenti:

1. Gli Indipendenti, guidati da Russia, Cina e India, devono creare un blocco per isolarsi dall’Occidente radioattivo. Questo isolamento non deve essere solo economico, ma anche politico e sociale. I loro sistemi economici devono essere separati dall’Occidente e resi autonomi. Le loro culture e la loro storia devono essere difese dalle influenze e dal revisionismo occidentale. Questo processo sembra essere in corso.

2. Gli indipendenti devono immediatamente bandire nei loro Paesi tutte le istituzioni e le ONG sponsorizzate dall’Occidente, indipendentemente dal fatto che siano sponsorizzate da Stati o individui occidentali. Inoltre, devono bandire tutti i media che ricevono sponsorizzazioni occidentali e privare tutte le scuole e le università della sponsorizzazione e dell’influenza occidentale.

3. Devono abbandonare tutte le istituzioni internazionali, comprese le Nazioni Unite, perché tutti gli organismi internazionali sono controllati dall’Occidente. Devono quindi sostituirli con nuove istituzioni all’interno del loro blocco.

4. Devono, ad un certo punto, dichiarare non grate le valute in dollari e euro. Ciò significa che dovranno dichiarare il default su tutti i debiti denominati in queste valute, ma non su altri debiti. Questo avverrà molto probabilmente in una fase successiva, ma è inevitabile.

In questo modo si creerà una situazione in cui l’Occidente scenderà nelle tenebre senza trascinare gli altri con sé – se riusciremo a sfuggire all’incendio nucleare.

Gaius Baltar

Fonte: thesaker.is
Link: https://thesaker.is/world-war-3-for-dummies/
18.06.2022

FONTE: https://comedonchisciotte.org/la-terza-guerra-mondiale-spiegata-ai-principianti/

 

 

 

CULTURA

“Essere-con Martin Heidegger”: ASIA all’Università di Bologna

11 Dicembre 2015

Mercoledì 2 dicembre, presso l’Università di Bologna, il presidente di ASIA Franco Bertossa e Manuela Ritte, ricercatrice in ambito filosofico del Centro Studi ASIA, hanno presentato il documentario Essere-con Heidegger. Martin Heidegger attraverso lo sguardo di chi lo ha conosciuto, prodotto dall’Associazione ASIA.

Nell’aula V della Scuola di Lettere e Beni Culturali oltre duecento studenti hanno partecipato al dibattito sul documentario e sono stati così introdotti alla terza parte del corso di Estetica tenuto dal dott. Francesco Cattaneo – corso che verterà appunto sul pensiero di Martin Heidegger. In un momento tanto difficile per il pensiero heideggeriano, svilito da polemiche spesso più vicine a uno sterile sensazionalismo che non a un reale interesse per le questioni ultime della filosofia, il dott. Cattaneo ha inteso, con questa iniziativa, riportare il filosofo tedesco sotto la luce di un’analisi approfondita e di reale interesse culturale.

Heidegger dialoga col Buddha

Dopo una breve presentazione, da parte del docente, dell’Associazione ASIA e del suo Centro Studi, che ne anima le attività e le iniziative culturali, il presidente Bertossa ha raccontato come sia nato e abbia preso vita il documentario che i ragazzi stavano per vedere: «Da molti anni, ormai, l’Associazione ASIA si occupa di comprendere a fondo la filosofia heideggeriana. Tuttavia, il nostro sforzo non sarebbe stato completo senza l’ascolto di coloro che hanno non solo approfondito i testi, ma anche conosciuto l’uomo Heidegger; ci siamo dunque rivolti agli allievi diretti, ai figli e alla nipote Gertrud, che con entusiasmo hanno accettato di partecipare al progetto. È stato commovente, per noi, raccogliere l’acume delle argomentazioni, il profondo rispetto per il filosofo, il ricordo sentito di tutti loro.»

Franco Bertossa ha inoltre spiegato il motivo per cui l’Associazione ASIA, incentrata su pratiche orientali come la meditazione, si sia interessata proprio alla filosofia heideggeriana: «Lo stesso Martin Heidegger individuò interessanti affinità fra il proprio pensiero e lo Zen. La mia personale riflessione a riguardo mi ha portato a riconoscere, nella formulazione heideggeriana della Differenza ontologica, la base filosofica del significato buddhista di “vacuità”: secondo quanto ho potuto comprendere nel corso degli anni, Heidegger e il Buddhismo possono realmente costituire, per l’Occidente, un perno fondamentale per affrontare la grande questione della mancanza di senso.

Il valore della domanda

La visione del documentario è avvenuta in un clima raccolto e interessato. Un interesse che si è poi riversato in una serie di domande appassionate da parte degli studenti sulla relazione fra vita e pensiero del filosofo. Ai molti interrogativi, proposti dai ragazzi e sostenuti dal metodo dialogante del dott. Cattaneo, Franco Bertossa ha risposto con altrettanto entusiasmo. Le domande degli studenti sono state forse il modo migliore per ricordare il filosofo: lo stesso prof. Walter Biemel, nel documentario, ricorda una frase spesso pronunciata dal filosofo durante le proprie lezioni: «Cosa ho detto io, lo so. Mi interessa cosa pensi tu!».

FONTE: http://www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=2354

 

 

 

CYBERWAR SPIONAGGIO INFORMAZIONE DISINFORMAZIONE

AUGIAS LAVA PIÙ BIANCO
Di Marco Travaglio.

Mercoledì il Fatto rivela ciò che tutti sanno: un convegno organizzato alla Camera da Pd e +Europa per presentare l’ennesima lista di proscrizione di “putiniani” a opera di due strane fondazioni (“Disinformazione sul conflitto russo-ucraino”) e moderato da Jacopo Iacoboni della Stampa, noto allevatore di bufale travestito da cacciatore di fake news (una specie di Riotta minore, ove mai fosse possibile essere meno di Riotta). Nessun altro giornale ne parla, tanto i putiniani all’indice saranno i soliti: Orsini, Spinelli, Di Cesare, insomma la gentaglia del Fatto e dintorni già schedata da Riotta su Rep, da Claudio Gatti sulla Stampa (in una lista con un solo nome: Orsini) e dalla joint venture Dis-Copasir-Sarzanini-Guerzoni sul Corriere. Invece stavolta sulla colonna infame è scolpito anche il nome di Augias, volto Rai e firma di Repubblica, per non parlare di Oliver Stone (un tocco di classe internazionale). Apriti cielo. Augias legge il Fatto e giovedì protesta su Rep (“Putiniano a chi?”), omettendo però gli sponsor dell’iniziativa (i Pd Romano e Quartapelle e il più europeista Magi, anche se la seconda e il terzo si sono sfilati in extremis, lasciando solo quel genio del primo). E la stessa Rep, come se non avesse pubblicato la lista di Riotta e difeso quella del Dis rimpolpata dal Corriere), scopre improvvisamente che è uno scandalo “mischiare tutto in un pentolone: opinioni, fatti, versioni e interviste”, senza “distinguere tra opinioni personali e fake news”. Cioè fare come Rep e il Corriere.

Ieri, buon’ultima, si sveglia la Stampa, che aveva criticato le black list precedenti, ma sull’ultima aveva osservato un pietoso silenzio per non dover nominare il suo imbarazzante Iacoboni. Però, avendo in pagina la replica della giornalista Rai Eva Giovannini, anche lei finita nella lista per una vecchia intervista a Dugin, deve pur spiegare ai lettori di che si sta parlando. Nella cronaca si legge che è “un paradosso etichettare come filoputiniani una bella fetta di giornalisti e persino due divulgatori di indiscussa indipendenza intellettuale quali Augias e Barbero”, nonché “famosi commentatori come Orsini, Di Cesare e Spinelli… ben difficili da etichettare come agenti della disinformazione putiniana”. Non è meraviglioso? Per tre mesi i giornaloni spacciano Orsini per un vero “putiniano” e un falso esperto (Gatti sulla Stampa: “Non ha titoli per parlare della guerra”). Poi basta che finisca in lista con Augias e altra gente che piace, e diventa un “famoso commentatore” indipendente. Per contagio. Nelle migliori redazioni atlantiste, i valori liberaldemocratici ricordano quelli delle cosche: se toccano uno dei nostri, è uno sgarro da lavare col sangue; se toccano uno degli altri, festeggiamo.

FONTE: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/07/02/augias-lava-piu-bianco/6647265/

Videosorveglianza: come informare gli interessati

Presupposto essenziale è la trasparenza

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Nelle attività che coinvolgono sistemi di videosorveglianza un’attenzione particolare va destinata non solo all’aspetto della valutazione sin dalla fase di progettazione della liceità delle attività di trattamento ma anche del livello di trasparenza che deve essere garantito agli interessati coinvolti. Come più volte confermato da autorità di controllo e EDPB, la trasparenza è il presupposto essenziale per consentire agli interessati l’esercizio dei propri diritti.

Il criterio di orientativo da seguire per essere adempienti rispetto agli obblighi di informazione in tali contesti è, innanzitutto, che l’interessato deve essere consapevole di essere videosorvegliato. La declinazione operativa si attua tramite la stratificazione dell’informativa (il c.d. layered approach) secondo le modalità suggerite dalle linee guida WP260 per cui il primo livello deve rendere le informazioni fondamentali (quali ad esempio: l’indicazione del titolare, i dati di contatto, le finalità del trattamento e i diritti esercitabili) e dunque rinviare all’informativa completa.

Per quanto riguarda la videosorveglianza, il posizionamento dei cartelli costituisce per l’appunto il primo livello e deve seguire la logica di poter ragionevolmente informare prima dell’ingresso nell’area videosorvegliata, in modo tale che l’interessato possa decidere di non accedere alla stessa. Il segnale così posto deve contenere le indicazioni essenziali, come avviene con il modello semplificato proposto dallo stesso Garante e dall’EDPB, in cui sono indicate le informazioni già citate nonché eventuali ulteriori dettagli significativi quali ad esempio la trasmissione ad ulteriori soggetti e l’eventuale registrazione. In assenza di tale seconda indicazione, l’interessato può presupporre che non ve ne sia alcuna.

L’informativa completa deve essere facilmente accessibile da parte degli interessati: è opportuno che trovi una collocazione presso un luogo (fisico e, se del caso, anche online) facilmente raggiungibile (ad es. front desk, reception, ingresso, sito web) e che sia resa disponibile senza particolari formalismi od ostacoli.

Tenendo conto di questi criteri è possibile declinarli operativamente anche nei sistemi di maggiore complessità che coinvolgono attività di videoripresa, andando a rispettare il principio di trasparenza e le correlate garanzie.

È ragionevole attendersi ulteriori indicazioni e precisazioni da parte dell’autorità di controllo? Molto probabilmente sì, nel momento in cui si provvederà ad un aggiornamento del provvedimento generale in materia di videosorveglianza – in relazione al quale sono presenti solo delle FAQ esplicative e il riferimento alle linee guida 3/2019 EDPB – anche e soprattutto come conseguenza dei rilievi svolti durante l’attività ispettiva condotta durante il primo semestre 2022.

FONTE: https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/1712680

 

 

 

SCHEDATURE DIGITALI

Romana Mercadante Di Altamura  29 06 2022

 

Bisogna ridurre l’impatto dello Stato nella vita dei cittadini. Senza se e senza ma. (Tasse, iva, imposte varie, leggi che impongono la schedatura digitale  di persone e imprese, etc).

Subito dopo quello delle multinazionali bancarie e dell’energia che sono vampiri della libertà.

Eliminare il controllo capillare delle persone e dei loro movimenti fisici ed economici tramite il telefonino. (Comprese le ” autenticazioni”).

Vietare la cessione dei dati personali, ogni cessione, non solo quelle per profilazione e marketing.

Rendere l’acqua totalmente pubblica. (Mai stata a favore delle privatizzazioni  ma qui si parla di un bene essenziale irrinunciabile, tocca specificare per il  polemico di turno che sembra vedere un’incongruenza).

Chiudere le varie CRIF e altre sanguisughe su circuiti privati che impediscono alle imprese e alle persone di vivere.

Per una volta mi esprimo categoricamente.

E nel mio piccolo attendo trepidante il registro delle opposizioni per i cellulari in mancanza di una legge che VIETI il telemarketing – ed ogni forma di recupero crediti che non sia per iscritto- e lo derubrichi a MOLESTIA.

* Ho oltre 300 numeri di call center bloccati, ne blocco una media di due al giorno.

FONTE: https://www.facebook.com/lamercadante/posts/pfbid0347AtSRD3u4P2bgbhaqBXK957PiuZxYdbjLhnkJ8ESYo8xPr3VBQ2bhc2MuuCPFJGl?__cft__[0]=AZUp6iZ-9fvfcTRwtNJgDaDIMtLmr_BlgK7xT_CtHuWKrj-Zsy5BKP20UjbhmIhaxTX7h0BJKABIJQqVqG0BaovGhCuEzovlFGTc6X50qVFZWik6Pf0twTufc-6sc203oSOILYVSPAgWDBZM-ti-YvnW&__tn__=%2CO%2CP-R

Perché il Pentagono stermina il suo personale? Nessuna risposta.

Nel febbraio scorso il senatore Ron Johnson (R-Wis.), membro della sottocommissione permanente per le indagini, ha inviato una lettera al segretario del Dipartimento della Difesa (DOD) Lloyd Austin evidenziando le segnalazioni di tre informatori del DOD sulle lesioni ai militari e donne potenzialmente correlate ai vaccini COVID-19. Alla tavola rotonda del senatore del 24 gennaio intitolata COVID-19: A Second Opinion, il senatore ha ascoltato una testimonianza sui dati di un database DOD che mostravano aumenti drammatici delle diagnosi mediche tra il personale militare.

Il senatore ha scritto : “Sulla base dei dati del database di epidemiologia medica della difesa (DMED), Thomas Renz, un avvocato che rappresenta tre informatori del Dipartimento della Difesa (DoD), ha riferito che questi informatori hanno riscontrato un aumento significativo delle diagnosi registrate su DMED (il database dei malati militari, più preciso di quello civile) per aborti spontanei , cancro e molte altre condizioni mediche nel 2021 rispetto a una media quinquennale dal 2016 al 2020. Ad esempio, alla tavola rotonda Renz ha affermato che le diagnosi registrate per problemi neurologici sono aumentate di 10 volte da una media quinquennale di 82.000 a 863.000 nel 2021”.

Il senatore Johnson ha anche espresso preoccupazione per il fatto che “alcuni dati DMED che mostravano diagnosi registrate di miocardite fossero stati rimossi dal database”.

Il testo completo della lettera può essere trovato  qui  e sotto. Per saperne di più copertura per quanto riguarda gli sforzi di supervisione del senatore a The Blaze: il portavoce militare afferma che 5 anni casuali di sistema di sorveglianza medica DOD sono stati afflitti da un gigantesco problema tecnico

1 febbraio 2022

L’onorevole Lloyd J. Austin III

segretario

Dipartimento della Difesa

Caro Segretario Austin:

Il 24 gennaio 2022 ho tenuto una tavola rotonda con medici ed esperti medici di fama mondiale che hanno condiviso le loro prospettive sull’efficacia e sulla sicurezza del vaccino COVID-19 e sulla risposta generale alla pandemia. A quella tavola rotonda, ho sentito la testimonianza di Thomas Renz, un avvocato che rappresenta tre informatori del Dipartimento della Difesa (DoD), che ha rivelato informazioni inquietanti riguardo a un drammatico aumento delle diagnosi mediche tra il personale militare. La preoccupazione è che questi aumenti possano essere correlati ai vaccini COVID-19 che i nostri militari e donne sono stati incaricati di assumere.

Sulla base dei dati del Defense Medical Epidemiology Database (DMED), Renz ha riferito che questi informatori hanno riscontrato un aumento significativo delle diagnosi registrate su DMED per aborti spontanei, cancro e molte altre condizioni mediche nel 2021 rispetto a una media di cinque anni dal 2016-2020 . Ad esempio, alla tavola rotonda Renz ha dichiarato che le diagnosi registrate per problemi neurologici sono aumentate di 10 volte da una media quinquennale di 82.000 a 863.000 nel 2021. Ci sono stati anche aumenti delle diagnosi registrate nel 2021 per le seguenti condizioni mediche:

  • Ipertensione: aumento del 2.181%.
  • Malattie del sistema nervoso: aumento del 1.048%.
  • Neoplasie maligne dell’esofago – aumento dell’894%.
  • Sclerosi multipla: aumento del 680%.
  • Tumori maligni degli organi digestivi – aumento del 624%.
  • Sindrome di Guillain-Barre: aumento del 551%.
  • Cancro al seno: aumento del 487%.
  • Demielinizzante – aumento del 487%.
  • Tumori maligni della tiroide e di altre ghiandole endocrine – aumento del 474%.
  • Infertilità femminile: aumento del 472%.
  • Embolia polmonare – aumento del 468%.
  • Emicrania: aumento del 452%.
  • Disfunzione ovarica – aumento del 437%.
  • Cancro ai testicoli: aumento del 369%.
  • Tachicardia: aumento del 302%.

Renz mi ha anche informato che alcuni dati DMED che mostravano diagnosi registrate di miocardite erano stati rimossi dal database. A seguito dell’accusa di falsificazione dei dati DMED, le ho immediatamente scritto il 24 gennaio chiedendole di conservare tutti i record riferiti, relativi o segnalati a DMED. Devo ancora sapere se hai ottemperato a questa richiesta.

Alla tavola rotonda, Renz ha rivelato i nomi dei coraggiosi informatori che hanno scoperto queste informazioni in DMED: Drs. Samuel Sigoloff, Peter Chambers e Theresa Long. Qualsiasi azione di ritorsione intrapresa nei confronti di queste persone non sarà tollerata e sarà immediatamente indagata. Al fine di comprendere meglio cosa, in caso di consapevolezza, il Dipartimento della Difesa ha sulle lesioni da vaccino COVID-19 ai membri del servizio, chiedo di fornire le seguenti informazioni:

  1. Il Dipartimento della Difesa è a conoscenza dell’aumento delle diagnosi registrate di aborti spontanei, cancro o altre condizioni mediche in DMED nel 2021 rispetto a una media quinquennale dal 2016 al 2020? In tal caso, spiegare quali azioni ha intrapreso DoD per indagare sulla causa principale dell’aumento di queste diagnosi.
  2. Le diagnosi registrate di miocardite in DMED sono state rimosse dal database da gennaio 2021 a dicembre 2021? In tal caso, spiega perché e quando queste informazioni sono state rimosse e identifica chi le ha rimosse.

Si prega di fornire queste informazioni il prima possibile e non oltre il 15 febbraio 2022. Grazie per l’attenzione prestata a questo argomento.

Cordiali saluti,

Senatore Ron Johnson

Non c’è stata nessuna risposta. La mente si perde davanti a un simile enigma del Male: rendere i propri militari invalidi, malati gravissimi, divorati dai cancri, inservibili per la Difesa, a quale scopo- e a quale ordine superiore – obbedisce?Non è controproducente per gli stessi programmi bellicisti USA così erettiziamente vantati ed esibiti? Con quale personale pensano di combattere la Cina dopo aver “sistemato” la Russia?

E l’ultima domanda: perché i soldati e gli ufficiali non si ribellano in massa? E abbattono il regime che li sta uccidendo?

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/perche-il-pentagono-stermina-il-suo-personale-nessuna-risposta/

 

 

 

ECONOMIA

IL “SUPERBONUS 110” DIVENTA UNA CARTELLA ESATTORIALE

Il “Superbonus 110” diventa una cartella esattorialevari superbonus, messi in campo dai governi emergenziali (Conte-Draghi), si erano subito dimostrati debolucci agli occhi di molti magistrati contabili e tributaristi. Osservando le grandi città italiane (abbiamo esaminato Roma) emerge come la procedura per ottenere il superbonus non sia stata azionata nei condomini dove insistono immobili di proprietà di dirigenti di stato. Forse una semplice casualità. Unanime il parere di più commercialisti e avvocati interpellati: comunque i lavori rimangono a carico della committenza, del proprietario di casa. Il governo Draghi ha dichiarato di non rinnovare la detrazione per il miglioramento energetico degli edifici, il noto “Superbonus 110 per cento”L’Esecutivo ha trovato, sotto emergenza bellica ed energetica, il coraggio necessario per ammettere che i fondi a disposizione sono esauriti, o forse non ci sono mai stati.

In verità, negli ultimi due anni, quei fondi sono stati erogati in piccolissima parte: più del novantasette per cento delle richieste di “Superbonus 110” non sono state evase, o non hanno avuto alcuna risposta anche se i condomini hanno anticipato a tecnici e ingegneri le spese di perizia e fattibilità del progetto. Questi ultimi sono poca cosa, soldi persi ma benedetti: perché su quello scarso tre per cento di condomini, che ha beneficiato gratis dei lavori d’efficientamento e delle ristrutturazioni, ora pende la mannaia di dover pagare le imprese. Queste ultime, poiché hanno lavorato con debite garanzie statali e bancarie, ora si stanno rivolgendo agli avvocati. Siccome l’onere ultimo ricade sulla committenza, e certamente lo Stato non è tenuto a regalare nulla, ora a fianco (ma anche contro) di chi ha lavorato gratis c’è l’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima era già stata allertata dall’enorme giro di cessioni del credito, generato dai consulenti che fiancheggiano le imprese nate per usufruire del Superbonus. L’ampliamento delle possibilità di cedere i diritti al rimborso ha fatto il resto, favorendo imprese edilizie che si sono finte in difficoltà.

Si è così generato per pochissimi imprenditori un enorme giro di danaro, su cui Fisco e procure stanno indagando. Risultano già indagate gran parte delle imprese che hanno lavorato in regime di Superbonus: avrebbero quadruplicato i prezzi e il costo delle materie prime, poi avrebbero effettuato interventi non necessari per il solo fine di giustificare inutili manutenzioni straordinarie. Ben si comprende che, in quest’ultimo caso, imprenditori e tecnici vengono indagati mentre i proprietari degli immobili, che hanno tacitamente accettato i lavori, stanno già ricevendo le richieste di rimborso bonus dall’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia delle Entrate ha avuto mandato ministeriale d’indagare sull’acquisto dei crediti, per identificare i contribuenti con responsabilità solidale. Per questo motivo a tutti coloro che hanno beneficiato di bonus è prevedibile arrivi la lettera d’accertamento, o direttamente la richiesta di danaro da parte dell’Agenzia. Quest’ultima utilizzerà il canale telematico digitale, ovvero notificherà via cassetto fiscale o Pec (posta certificata) gli importi da restituire. C’è già chi prevede una sorta d’ecatombe, ovvero mitragliate d’iscrizioni ipotecarie e pignoramenti sulle case di chi ha usufruito dei vari bonus.

Qualcuno ci scherza anche sopra: “Ora l’Agenzia delle Entrate può finalmente collaudare il nuovo pignoramento veloce europeo”. Del resto il superbonus non potrebbe mai rivelarsi gratuito, quasi una lotteria per chi volesse rifarsi casa: da un paio di giorni il Fisco sta presentando il conto. In proposito l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la “Circolare numero 23 del 23 giugno 2022”, in cui vengono ribadite le attività di verifica sulla responsabilità d’aver acquisito crediti da superbonus, ma anche d’aver usufruito gratuitamente dei lavori. L’accusa è d’indebita fruizione del credito da parte del contribuente nel settore bonus edilizi. Quindi per le imprese che hanno fatto i lavori è frode fiscale, mentre per i più o meno inconsapevoli proprietari di casa c’è solo da pagare il conto, evitando che l’Agenzia passi a misure esecutive. Per tutti c’è un beneficio indebitamente percepito, quindi tutti dovranno pagare sanzioni e interessi aggiuntivi.

Il Fisco ha appurato come tutte le imprese che hanno lavorato con i bonus abbiano maggiorato sia il prezzo dei lavori che quello delle materie prime. Una frode che elide ogni beneficio per il contribuente. L’indagine dell’Agenzia era iniziata in silenzio già un paio d’anni fa, con la verifica del sussistere delle condizioni di accesso al “Superbonus 110”. L’indagine aveva appurato che tutti i soggetti coinvolti non avevano i requisiti di legge. Ecco perché oggi l’Agenzia delle Entrate procede al recupero delle illecite detrazioni maggiorate di interessi e sanzioni. Con molta probabilità l’unico a pagare sarà il soggetto beneficiario, quindi il contribuente a cui è intestato l’immobile: quest’ultimo si conferma la sola certezza per il Fisco di recuperare sostanze. Per il Fisco la responsabilità in solido del proprietario di casa si basa sul principio di diligenza: ovvero il condomino beneficiario dei lavori avrebbe dovuto evitare la violazione e l’erogazione di liquidità volta a far arricchire l’impresa responsabile dell’illecito.

Nell’indagine vengono coinvolti anche eventuali tecnici, come ingegneri, architetti, geometri e intermediari finanziari che hanno favorito il passaggio di risorse. Per l’Agenzia delle Entrate sarà anche l’occasione per valutare il contribuente su eventuali incoerenze reddituali e patrimoniali: questo perché il Fisco dovrà appurare il valore del bene e gli interventi eseguiti, facendo emergere la sproporzione tra importo dei crediti ceduti e il valore dell’unità immobiliare. Va detto che Mario Draghi non ha mai nascosto la sua contrarietà all’incentivo che permette di recuperare (a spese dello Stato) il 110 per cento. Incentivo già costato quasi trentaquattro miliardi di euro, e lo stanziamento è ormai esaurito. Draghi ha anche avvertito i partiti che non ci sarà alcuna proroga. Di fatto queste parole hanno ulteriormente sguinzagliato i segugi del Fisco: perché è il proprietario di casa che ha dato il diritto all’impresa edile d’ottenere il rimborso statale tramite la banca.

Qualcuno ricorda che sarebbe bastato dimezzare l’Imu per indurre i proprietari a fare i lavori di tasca propria: le cosiddette manutenzioni ordinarie e straordinarie, che i proprietari hanno ridotto dal governo Monti del 2012 al lumicino, perché Imu e Tasi sono diventate insopportabili. Intanto, causa il superbonus, l’intera filiera edile è oggi in difficoltà. La stretta del Fisco contro le truffe ha fatto si che le banche non accettino più i crediti del Superbonus.

Secondo Confartigianato circa trentamila imprese sarebbero oggi a rischio fallimento, perché l’illusione del superbonus ha distratto le energie delle ditte verso i facili guadagni da efficientamento energetico e bonus facciate. Ora le imprese non possono completare i lavori, e i proprietari di casa non solo pagheranno per portare a termine la ristrutturazione, ma dovranno anche rendere conto del pregresso al Fisco. È facile prevedere che nuovi immobili finiranno in pancia alle banche, e il governo chiuderà così la partita. I vari bonus saranno serviti a far calare la percentuale dei proprietari di casa, come richiesto dall’Ue.

FONTE: https://www.opinione.it/economia/2022/06/30/ruggiero-capone_superbonus-110-per-cento-governo-agenzia-delle-entrate/

La Rockefeller Foundation “previde” la scarsità di cibo già due anni fa – Adesso l’ONU la annuncia

dr Mercola

STORIA A COLPO D’OCCHIO

  • Ci è stato detto che l’incombente carenza di cibo è principalmente il risultato del cambiamento climatico e del conflitto Russia-Ucraina. Eppure, nel luglio 2020, la Rockefeller Foundation lo aveva già previsto e chiedeva un rinnovamento del sistema alimentare nel suo insieme per affrontarlo
  • “Reset the Table: Meeting the Moment to Transform the US Food System”, pubblicato dalla Rockefeller Foundation il 28 luglio 2020, descrive come la pandemia di COVID abbia causato “una crisi di fame e nutrizione” negli Stati Uniti “diversamente da qualsiasi altro paese abbia visto in generazioni”
  • Secondo The Rockefeller Foundation, la pandemia ha rivelato profondi problemi nel sistema alimentare statunitense che devono essere “ripristinati”. “Reset the Table” è stato pubblicato appena un mese dopo che il World Economic Forum (WEF) ha annunciato ufficialmente i suoi piani per un “Great Reset” e molti dei contributori al documento della Fondazione sono membri del WEF
  • Mentre il rapporto sottolinea la necessità di “diete sane” e produzione alimentare “sostenibile”, le parole “naturale”, “biologico” o “nutrito con erba” sono assenti, quindi non è a questo che si riferiscono
  • Il WEF, da anni, promuove l’idea che gli insetti dovrebbero essere riconosciuti come un’alternativa proteica sana e sostenibile in grado di salvare l’ambiente e risolvere la fame nel mondo

Sembra che nulla sfugga alle menti profetiche degli autoproclamati designer del futuro. Prevedono accuratamente i “calamità naturali” e predicono casuali “atti di Dio”. Sanno tutto prima che accada. Forse sono veramente profeti. O forse stanno semplicemente descrivendo gli esiti inevitabili delle proprie azioni.

In questo momento, ci viene detto che l’incombente carenza di cibo è principalmente il risultato del cambiamento climatico e del conflitto Russia-Ucraina. Eppure, nel luglio 2020, la Rockefeller Foundation lo aveva già previsto e chiedeva un rinnovamento del sistema alimentare nel suo insieme per affrontarlo.

“Reset the Table” fa parte del Great Reset

Il documento in questione, intitolato “Reset the Table: Meeting the Moment to Transform the US Food System”, 1 pubblicato dalla Rockefeller Foundation il 28 luglio 2020, descrive come la pandemia di COVID abbia causato “una crisi di fame e nutrizione” negli Stati Uniti “diversamente da qualsiasi altro che questo paese abbia visto da generazioni”.

Intendiamoci, il COVID è stato dichiarato pandemia l’11 marzo 2020, quindi quando è stato pubblicato questo rapporto Rockefeller, la pandemia esisteva solo da quattro mesi e mentre alcuni gruppi ad alto rischio hanno sperimentato insicurezza alimentare, come i bambini il cui pasto principale è un pranzo scolastico, la diffusa carenza di cibo, in termini di scaffali vuoti, non era ampiamente diffusa o particolarmente grave negli Stati Uniti

Il rapporto rileva anche che è nato da “discussioni in videoconferenza a maggio e giugno 2020”, quindi dobbiamo credere che a due mesi dall’inizio della pandemia, queste menti profetiche avevano già tutto il futuro capito. Secondo la Fondazione, la pandemia ha rivelato profondi problemi nel sistema alimentare statunitense che devono essere “ripristinati”.

Come notato da ThreadsIrish su Substack, 2 “Reset the Table” è stato pubblicato solo un mese dopo che il World Economic Forum (WEF) ha annunciato ufficialmente i suoi piani per un “Great Reset” e molti dei contributori al documento della Fondazione sono membri del WEF.

Nella prefazione, il presidente della Fondazione Rockefeller 3 , il dottor Rajiv Shah, sottolinea anche che “un playbook completo” per affrontare il sistema alimentare dovrebbe anche affrontare altre questioni, “come il salario di sussistenza, l’alloggio e i trasporti” e che “tutti noi ” – che significa gli autoproclamati designer del futuro – “devono scrivere insieme quel playbook nel prossimo anno”.

Problema, reazione, soluzione

Ci sono curiosità interessanti in questo documento. Ad esempio, a pagina 3, si afferma che “il 94% dei decessi per COVID-19 tra gli individui con una condizione sottostante, la maggior parte dei quali è correlata alla dieta”. Ciò è sorprendente, considerando che dieta e nutrizione erano essenzialmente assenti dalle discussioni pubbliche e dai rapporti sull’infezione.

Altrettanto sorprendente è che, a pagina 4, la Fondazione ammetta effettivamente il proprio ruolo nel creare i problemi che attualmente affliggono il nostro sistema alimentare:

“La Rivoluzione Verde – che la Fondazione Rockefeller ha svolto un ruolo nella semina e nel ridimensionamento – è stata efficace e ha avuto successo nell’affrontare la fame basata sulle calorie e scongiurare la fame di massa. Ma ha lasciato un’eredità che vediamo chiaramente oggi, inclusa l’eccessiva enfasi sui cereali di base a scapito di cibi più ricchi di sostanze nutritive, la dipendenza dai fertilizzanti chimici che impoveriscono il suolo e l’uso eccessivo dell’acqua”.

A pagina 10, la Fondazione si spinge fino a dichiarare che “il cibo è una medicina” e che “investendo in diete sane e protettive”, gli americani saranno in grado di “prosperare e abbattere i costi sanitari soffocanti della nostra nazione”.

Il rapporto chiede anche l’espansione dei programmi di prescrizione dei prodotti ortofrutticoli, poiché “la salute alimentare e gli esiti di COVID-19 sono chiaramente collegati”. Questo è stato fondamentalmente il mio sermone negli ultimi decenni, e ancora di più durante la pandemia, che mi ha finalmente guadagnato l’onore di essere etichettato come uno dei principali divulgatori di disinformazione negli Stati Uniti

Anche se si è tentati di vedere questo documento come un segno di sanità mentale, se hai esaminato il piano Great Reset del WEF, noterai che “Reset the Table” è solo un altro ingranaggio di una ruota destinata a travolgerci. Come notato da ThreadsIrish: 4

“Il documento è molto inquadrato nella dialettica hegeliana di problema, reazione, soluzione. Ecco il problema che hanno creato (COVID) e ora vogliono implementare la soluzione (Transforming the global food supply). Naturalmente si tratta di tutti i legami con la distruzione delle terre, il cambiamento climatico e il tentativo di riportare le persone nelle città intelligenti (Pagina 5). Sorpresa sorpresa.”

Come intendono prendere il controllo della catena di approvvigionamento

“Reset the Table” descrive sostanzialmente come intendono prendere il controllo dell’approvvigionamento alimentare e della catena di approvvigionamento con il pretesto di “equità”, “equità” e “protezione ambientale”. Una chiave per questa impresa è la raccolta dei dati. Vogliono raccogliere dati sulle abitudini di spesa e alimentari di tutti. L’espansione dell’accesso alla banda larga fa parte di questo.

“Quarantadue milioni di americani non hanno l’accesso alla banda larga, essenziale per passare all’iscrizione online, all’acquisto online di cibo, all’acquisto diretto dal produttore al consumatore, alla telemedicina, ai teleconsulti, nonché all’istruzione, alla finanza e all’occupazione”, osserva il documento 5 , aggiungendo: “Si tratta di un divario di resilienza ed equità fondamentale e dobbiamo colmarlo urgentemente”.

Come puoi vedere solo da questi paragrafi, vogliono che tutto si sposti in un ambiente online, compresa l’istruzione, la medicina e l’acquisto di cibo. Questo, ovviamente, rende tutto ciò che fai molto più facile da monitorare e tracciare. Un’altra chiave è assicurarsi che i partner globali del WEF in più settori lavorino in tandem per formare un “movimento di advocacy collaborativa”.

Una terza chiave per il successo sono le “modifiche alle politiche, alle pratiche e alle norme” e tali modifiche sono “numerose”. L’obiettivo finale è centralizzare il controllo dell’approvvigionamento alimentare in un unico ufficio esecutivo, che è proprio in linea con l’idea di un “governo mondiale”. Come disse una volta il membro del WEF Henry Kissinger, “Chi controlla l’approvvigionamento alimentare controlla le persone; chi controlla l’energia può controllare interi continenti; chi controlla il denaro può controllare il mondo”.

Qual è la loro definizione di “dieta sana”?

Quanto alle “diete salutari e protettive” che la Fondazione chiede, ci è già stato detto di cosa si tratta. Negli ultimi anni, il WEF ha promosso l’idea che dovremmo abituarci a mangiare erbacce e insetti e bere liquami recuperati.

Come notato in un articolo del WEF del luglio 2021 intitolato “Perché dobbiamo dare agli insetti il ​​ruolo che meritano nei nostri sistemi alimentari”: 6

“Entro il 2050, l’approvvigionamento alimentare mondiale dovrà sfamare altri 2 miliardi di persone. L’allevamento di insetti per alimenti e mangimi potrebbe offrire una soluzione ecologica all’imminente crisi alimentare…

Grazie alle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI) e l’Internet of Things (IoT), siamo a un punto di svolta e finalmente siamo in grado di industrializzare l’allevamento degli insetti in un ambiente contenuto. L’allevamento di insetti è un’agroindustria incentrata sui dati con molti punti in comune con l’agricoltura di precisione.

Sono emerse diverse start-up di agricoltura indoor … Ÿnsect, ad esempio, con oltre 300 brevetti tecnologici e processi agricoli basati sull’intelligenza artificiale completamente unici, sta costruendo il primo allevamento di insetti verticale completamente automatizzato al mondo, in grado di produrre 100.000 tonnellate di prodotti a base di insetti all’anno”.

Secondo questo articolo, gli insetti sono “una fonte proteica alternativa credibile ed efficiente che richiede meno risorse rispetto all’allevamento convenzionale” e “un ingrediente sano” altamente digeribile e particolarmente adatto alla nutrizione degli anziani. L’allevamento di insetti è anche molto meno costoso, richiede poche risorse naturali come l’acqua e potrebbe ridurre l’inquinamento agricolo di quasi il 99%.

L’ultimo ostacolo per rendere gli hamburger di insetti la norma sono “idee preconcette sugli insetti come fonte di cibo e legislazione sull’uso e il consumo di proteine ​​​​derivate dagli insetti”. Per anni, il WEF ha anche promosso l’idea che gli alimenti animali coltivati ​​in laboratorio e le colture geneticamente modificate siano l’unico modo per nutrire il mondo e salvare il pianeta.

Non sorprende che la parola “biologico” non compaia una sola volta nel rapporto della Fondazione, e la parola “naturale” sia usata solo in riferimento a “calamità naturali”. Questo nonostante la parola “sano” sia usata 33 volte e la parola “sostenibile” 17 volte.

Il termine “proteine ​​​​alternative” compare una volta e non si fa menzione di “nutriti con erba”. In altre parole, le loro versioni di “dieta sana” e “agricoltura sostenibile” non includono nessuno dei criteri di base per un approvvigionamento alimentare veramente sano, nutriente, sostenibile e rigenerativo.

Considerando la sua stretta rete con il WEF, sembra ragionevole concludere che la “dieta sana” a cui la Fondazione Rockefeller continua a fare riferimento sia quella di erbacce e insetti, e che i tipi di modifiche alla legislazione e alle norme che intendono applicare sono quelli relativi a ciò che costituisce “cibo”. Come notato da ThreadsIrish: 7

“Questo rapporto è travestito da interesse pubblico, ma è tutt’altro che. Per 2 anni il COVID è stato al centro dell’attenzione. Era la fase 1 dell’Agenda 2030.

La distruzione totale e totale dell’approvvigionamento alimentare sembra ormai essere a buon punto. Questo è fin troppo evidente soprattutto quando i Fact Checker devono ridimensionare il numero di incendi negli impianti di trasformazione alimentare nell’ultimo anno.

A ciò si aggiunge l’abbattimento delle mandrie di bovini in Kansas (fino a 10.000) che viene sottoposto a temperature elevate e siccità. Gli agricoltori lo confutano e sembra molto più sinistro”.

È inevitabile perché è un piano intenzionale

Più e più volte, il WEF e i suoi collaboratori globali hanno “predetto” il futuro con una precisione sorprendente, a volte con anni di anticipo, e poi quando le previsioni si avverano fanno finta di non avere nulla a che fare con esso.

Ma non dimentichiamo che il fondatore del WEF Klaus Schwab, durante l’incontro del maggio 2022 a Davos, ha affermato chiaramente che il futuro non arriva solo, è “COstruito, da noi. Da una potente comunità… in questa stanza. Non commettere errori, credono veramente di avere il diritto di decidere il destino del mondo e che tu e io non abbiamo voce in capitolo.

Le nostre opinioni e preferenze sono loro da plasmare, e lo faranno, o almeno tenteranno di farlo, utilizzando le più potenti tecnologie di ingegneria sociale che siano mai esistite.

E, se non ci svegliamo ai loro piani e resistiamo, abbiamo scelto di accettare la loro versione del futuro, un futuro in cui vivremo tutti in multiplex intelligenti dove non ci sono spazi privati, nessuna proprietà privata e tutto ciò che fai viene registrato, tracciato e punito o premiato secondo un algoritmo di credito sociale che determina cosa significa essere un “buon cittadino”.

Al momento, tutti i dati indicano una grave carenza di cibo, e mentre le carenze incombenti sono attribuite a tutto, dai cambiamenti climatici e COVID all’invasione russa dell’Ucraina, il fatto è che gli alleati del WEF, come la Fondazione Rockefeller, hanno pubblicato documenti e ritenuto fittizio esercizi, in anticipo, dettagliando tutto ciò che stiamo attualmente affrontando.

Quindi, mentre fingono di essere profeti dei giorni nostri, con le risposte che emergono alla stessa velocità dei problemi, è piuttosto facile fare previsioni quando si sta lavorando a un piano intenzionale ed è abbastanza semplice elaborare soluzioni a velocità record quando si è creato il problemi come mezzo per raggiungere un fine in primo luogo.

Tutto ciò vale a dire, non dubitare che la carenza di cibo e la carestia stiano arrivando. È inevitabile perché è intenzionale. Lo stesso vale per la carenza di energia. Sono intenzionati a portarci nel “nuovo accordo verde” (poiché fa parte di The Great Reset) anche se le alternative su larga scala a petrolio, gas e nucleare sono inesistenti.

Preparati per l’inevitabile

Se qualcosa è inevitabile, ti converrebbe prepararti. Alla fine, credo che la resistenza di massa fermerà molti di questi piani diabolici, ma quella resistenza probabilmente non si manifesterà fino a quando la maggioranza non sentirà davvero la stretta.

Ricorda, The Great Reset include un sistema alimentare reinventato che non si basa sul bestiame o richiede un’ampia impronta di terra. Ecco perché possiamo essere così sicuri che nessuno dei problemi attuali sarà affrontato o contrastato in modo efficace.

Intendono che l’attuale sistema alimentare vada in pezzi, in modo che possano quindi “risolvere” il problema introducendo un nuovo sistema basato su alimenti sintetici brevettati coltivati ​​in laboratorio e geneticamente modificati e enormi allevamenti di insetti.

L’unica via d’uscita da questo caos intenzionale è a) diventare più autosufficienti a breve termine e b) creare sistemi alimentari paralleli alternativi a livello locale, al di fuori del controllo dei globalisti, per una maggiore indipendenza a lungo termine. In questo momento, saresti saggio affrontare la tua sicurezza e sicurezza alimentare a breve termine. Ecco alcuni suggerimenti di base:

• Garantire una fonte di acqua potabile e i mezzi per purificare fonti d’acqua non ideali — Esempi includono fare scorta di pastiglie o gocce per la purificazione dell’acqua e/o sistemi di filtrazione dell’acqua indipendenti come Berkey che possono filtrare agenti patogeni e altre impurità (che significa un sistema di filtrazione che non è legato al rubinetto della tua casa, nel caso in cui le pompe si interrompano e tu non abbia acqua del rubinetto).

Anche un piccolo sistema di filtraggio dell’acqua di sopravvivenza è meglio di niente, poiché bere acqua contaminata può provocare gravi malattie e/o morte. Avere un barile di pioggia collegato al pluviale della grondaia è una buona idea. Puoi usarlo per annaffiare il tuo giardino e, nel peggiore dei casi, hai una fonte di acqua fresca da bere, cucinare e fare bagni di spugna.

• Acquista cibi sfusi stabili e non deperibili: gli alimenti liofilizzati, ad esempio, hanno una durata di 25 anni o più. Cibi in scatola e alimenti di base come riso e fagioli possono anche rimanere vitali molto oltre la data di scadenza nelle giuste condizioni.

Altre buone opzioni includono salmone in scatola, fegatini di merluzzo in scatola, sardine in acqua (evitare quelle conservate in olio vegetale), noci, latte in polvere e siero di latte e altre polveri nutrizionali che puoi mescolare con l’acqua.

Idealmente, ti consigliamo di conservare il cibo in un luogo fresco e buio con bassa umidità. Le confezioni sfuse di riso e fagioli sono meglio conservate in un secchio sigillato per alimenti con alcuni assorbitori di ossigeno. Il confezionamento sottovuoto degli alimenti può anche prolungare la durata di conservazione.

• Acquista backup di energia: per prepararti a eventuali carenze energetiche, brownout, blackout continui o uno spegnimento completo della rete elettrica, prendi in considerazione uno o più backup di energia, come generatori a gas e/o kit di generatori solari come Jackery o Inergy. Avere un’alimentazione di riserva può prevenire la perdita di cibo per centinaia di dollari se la tua casa perde elettricità per più di un paio di giorni.

Aumenta e diversifica in base a ciò che puoi permetterti. Idealmente, vorresti più di un sistema. Se tutto ciò che hai è un generatore a gas, cosa farai se c’è una carenza di gas e/o se il prezzo sale alle stelle in doppia cifra? D’altra parte, cosa farai se il tempo è troppo nuvoloso per ricaricare la tua batteria solare?

• Ottieni backup di cottura: hai anche bisogno di un modo per cucinare acqua e cibo durante un blackout. Qui, le opzioni includono (ma non sono limitate a) cucine solari, che non richiedono né elettricità né fuoco, piccole stufe a razzo, stufe da campeggio alimentate a propano e pentole e padelle da 12 volt che puoi collegare a una batteria di backup.

• Avvia un orto e impara alcune abilità di base — Più cibo puoi produrre a casa, meglio starai. Come minimo, fai scorta di semi che germogliano e coltiva alcuni germogli. Sono piccole centrali elettriche quando si tratta di nutrizione, sono facili da coltivare e sono pronte da mangiare in pochi giorni anziché mesi.

Se hai lo spazio, prendi in considerazione l’idea di avviare un giardino e, se le normative locali lo consentono, puoi aggiungere polli per una scorta costante di uova. (Ricorda solo che anche loro potrebbero aver bisogno di feed aggiuntivo.)

Inoltre, inizia ad apprendere alcune abilità di base per la conservazione degli alimenti come l’inscatolamento e il sottaceto. Anche se all’inizio può sembrare intimidatorio, non è poi così difficile. Ad esempio, le uova crude, non lavate e coltivate in casa possono essere conservate in acqua di calce – 1 oncia di calce (idrossido di calcio, noto anche come “calce decapante”) a 1 litro di acqua – estendendo così la loro durata a circa due anni senza refrigerazione. 8

L’acqua di calce sigilla sostanzialmente le uova per evitare che si deteriorino. Prima di usare le uova, assicurati di lavare via il lime. Questo non funziona con le uova commerciali, tuttavia, poiché il rivestimento protettivo, chiamato “bloom”, viene rimosso durante il lavaggio.

Anche le verdure fermentate sono facili da realizzare e ti permetteranno di conservare i proventi del tuo orto per lunghi periodi di tempo. Per ispirazione, dai un’occhiata alla mia ricetta vegetariana fermentata . Nel video qui sotto, spiego i vantaggi dell’utilizzo della coltura starter e dei coperchi dei vasetti di coltura cinetica. Non sono una necessità, ma ridurranno l’odore rilasciato mentre le verdure fermentano.

Secondo le istruzioni  ricevute, il segretario dell’ONU annuncia

Il segretario delle #NazioniUnite ha appena avvertito che ci stiamo dirigendo verso una “crisi globale di #carestia senza precedenti”

e le persone stanno già morendo di fame in Africa. Per mesi ho documentato i segnali di una grave carenza di cibo in arrivo, e ora sono iniziati. Naturalmente ci sono molte ragioni per cui ci troviamo di fronte a una situazione così grave. I modelli meteorologici sono andati completamente in tilt in tutto il pianeta, la pandemia di COVID ha devastato le catene di approvvigionamento globali e la guerra in Ucraina sta limitando notevolmente il flusso di risorse agricole da uno dei principali panifici del mondo intero. Sfortunatamente, ciò che abbiamo vissuto finora è solo la punta dell’iceberg.

Guterres ha indicato che il conflitto in Ucraina ha esacerbato le interruzioni causate da “cambiamenti climatici, pandemia di coronavirus e disuguaglianza” per produrre una “crisi della fame globale senza precedenti” che già colpisce centinaia di milioni di persone.

Secondo Google, “senza precedenti” significa “mai fatto o conosciuto prima“.

In altre parole, Guterres sta dicendo che ciò in cui ci stiamo dirigendo sarà diverso da qualsiasi cosa nessuno di noi abbia mai visto.
#SaDefenza

https://sadefenza.blogspot.com/2022/06/la-carestia-globale-avanza-grandi-passi.htmlu0yiu’

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/la-rockefeller-foundation-previde-la-scarsita-di-cibo-gia-due-anni-fa/

PURE “IL FATTO QUOTIDIANO” PARLA DI DEFLAZIONE SALARIALE E DOGMI NEOLIBERISTI.. COSA STA SUCCEDENDO?

Il quotidiano diretto da Marco Travaglio, da sempre “eurista”, dopo che da tempo attacca pesantemente Draghi sulle fallimentari politiche del suo governo, ora comincia a picchiare anche sulle politiche messe in atto da Bruxelles e Francoforte. Cosa sta succedendo alla stampa di regime?

 

IL “SUPER-BANCHIERE” E LA SOLUZIONE AL DEBITO CHE NON RISOLVE

«Noi in Italia non abbiamo un problema di sostenibilità del debito pubblico» «i fondamentali economici dell’Italia sono solidi come una roccia» queste le incoraggianti parole del CEO di Intesa Sanpaolo di fronte alla ripartenza della speculazione sul nostro debito. Ma quando espone la sua soluzione per non essere più dipendenti dalla BCE cadono le braccia

19 Giugno 2022

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

 

Il cambio di politica monetaria sui tassi da parte della BCE, ma soprattutto la decisione di togliere di fatto la garanzia sui debiti dei paesi membri, ha messo in moto i più esperti nell’ennesimo tentativo di trovare la soluzione ideale per non essere più dipendenti da Francoforte.

Come al solito si tentano tutte le soluzioni, tranne che indicare quella unica e giustaovvero la garanzia di una banca centrale dipendente dal governo.

Tra questi spicca l’intervento a dir poco ottimistico di un super-banchiere, il CEO di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. [1]

“Niente panico”. L’Italia ha fondamenta robuste ed è in grado di resistere a turbolenze ben più violente di quelle innescate dal maldestro balletto della Bce sulle prossime mosse di politica monetaria. Neanche la recessione deve spaventare più di tanto, perché il Paese, tassi o non tassi, dimostrerà di saper crescere anche in un contesto avverso.

Fa piacere e fa bene all’umore leggere dalle colonne di Libero Quotidiano, che ancora nel nostro paese ci siano persone autorevoli che nonostante la drammaticità della situazione, sprizzino ottimismo ed al popolo seduto sul lettino dello psicologo, gridino con forza: “non mollate, ce la faremo”.

A dire il vero se analizziamo attentamente i presupposti con cui il manager della più grande banca italiana – intervenendo al convegno Young Factor organizzato a Milano dall’Osservatorio permanente Giovani -Editori – ha posto la questione relativa alla soluzione per il nostro debito, resta difficile non trovarsi d’accordo.

Leggiamoli, i presupposti:

«Noi in Italia non abbiamo un problema di sostenibilità del debito pubblico»

«Il tema, però, è se vogliamo essere liberi e indipendenti. Che si parli solo di indipendenza energetica e alimentare e non si parli anche di indipendenza finanziaria mi pare un’idiozia».

Esatto Egregio Dott. Carlo Messina, il punto è proprio questo: nel nostro paese da tre decadi è vietato persino parlare, oltre che prendere in considerazione l’eventualità di far tornare i nostri governi ad essere indipendenti dall’Eurotower. O addirittura quando a qualcuno, come nel Suo caso, è consentito parlarne, lo si permette solo attraverso soluzioni approssimative e non risolutive, per non dire completamente sbagliate.

Intanto, visto che il Dott. Messina ci ha immersi nell’immaginario di questa propedeutica seduta psicologica, prendiamoci il buono di quello che lui stesso fa emergere: finalmente un manager autorevole si accorge che il problema dei problemi, quello che va risolto immediatamente per fare in modo che il nostro paese possa ricominciare a vivere, è la sua dipendenza finanziaria da soggetti esterni.

Il famoso “vincolo esterno”ne avrete certamente sentito parlare.

Per lungo tempo, in Italia, autorevoli esponenti delle istituzioni e stampa di regime a seguito, ci hanno narrato una favola: quella secondo cui il “vincolo esterno” imposto dall’Unione monetaria europea sulla gestione della moneta, del tasso di cambio e del bilancio pubblico, avrebbe finalmente costretto i piccoli “ranocchi” del frammentato e arretrato capitalismo italiano a crescere, rafforzarsi e diventare grandi “principi” del capitalismo globale contemporaneo.

Oggi sappiamo che le cose sono andate diversamente.

L’aver ceduto la nostra sovranità monetaria alla Banca Centrale Europea, ovvero non essere più emettitori in regime di monopolio della moneta che usiamo, in aggiunta alle folli regole dei trattati, ha letteralmente legato le mani ai nostri governi nelle scelte di politica fiscale.

Ma continuiamo la seduta nella speranza di alzare ancora il nostro umore attraverso le altre affermazioni di Messina:

«L’Italia è forte, ha la forza e le condizioni strutturali per fare le cose in autonomia»

«e deve fare le cose in autonomia senza essere attaccata al bocchettone di Francoforte, soprattutto considerato che è un Paese che ha dieci trilioni di risparmi. Servono piani che accelerino la crescita, ma riducano la dipendenza dalla Bce. Partiamo da quello che abbiamo nel nostro Paese, sempre nella logica di avere sostenibilità e indipendenza». E nell’Europa bisogna starci, ma bisogna starci da leader, perché altrimenti «diventeremo completamente marginali e lo diventerà anche l’Europa stessa», e quindi «rimarranno solo Cina e Usa».

Qualcosa comincia a non tornare e la depressione ricompare improvvisa. I più esperti già cominciano ad intravedere la soluzione che Messina sta per proporre: ricorrere al risparmio degli italiani per riportare dentro i confini nazionali tutta la proprietà del nostro debito.

La solita storia!

Intanto cominciamo a dire che più della metà delle famiglie italiane, esattamente 6 su 10, secondo uno studio del 2021 di Banca d’Italia, non riesce ad arrivare a fine mese [1]. Certamente per loro sarà impossibile avere accumulato risparmio per comprare i titoli del debito italiano.

Andiamo poi a vedere chi detiene il debito italiano e chi materialmente lo potrebbe ricomprare e soprattutto se lo potrebbero ricompare cittadini e famiglie.

Questo qua sotto è un grafico che ci fa vedere chi deteneva il nostro debito nel 1988 e chi lo detiene nel 2018. Non ho i dati ad oggi, ma certamente non saranno molto diversi, di sicuro non sarà aumenta la quota in mano ai cittadini italiani, che è quello che ci interessa per il nostro ragionamento. Sarà aumentata invece la quota in mano alla BCE in virtù dei noti massicci programmi di acquisto dei titoli intrapresi da quest’ultima durante la pandemia.

Guardando queste due torte, quello che balza subito all’occhio è il grosso cambiamento avvenuto nei colori amaranto, verde e giallo.

Si può notare con estrema facilità il dato che più ci interessa, ovvero che i possessori italiani di TDS dal 1998 al 2018 sono passati dal 57% ad un misero 6%, a vantaggio appunto dei colori giallo e verde che sono investitori stranieri e fondi ed assicurazioni.

Questo dimostra in modo inequivocabile come dal 1998 ad oggi un paese con risparmio diffuso si sia trasformato in un paese dove la ricchezza è sempre più concentrata in poche mani (6%) e nel mondo finanziario (46%).

Il fatto che nel 1999 il nostro paese abbia aderito all’euro e che questo processo di trasferimento di risparmio abbia coinciso proprio con gli anni di appartenenza alla moneta unica, certamente non è frutto del caso.

Ma torniamo alla proposta del super-banchiere di Intesa Sanpaolo. In pratica Messina vorrebbe riportare in mani italiane quel 32% in giallo della torta, in una sorta di ritorno ad uno status come avevamo nel 1988, quando appunto solo il 4% del nostro debito era in mani straniere.

Anche se questa operazione come vedremo dopo, non risolve il problema dell’indipendenza dalla BCE, ritornare ad una situazione come nel 1988 non è possibile per i motivi che ho evidenziato sopra, ovvero oggi gli italiani non dispongono più di quel risparmio diffuso da potere ritornare a quel 60%.

Chi invece possiede questo risparmio sono banche, fondi ed assicurazioni, ovvero tutto quel parco di soggetti che rappresenta il panorama del mondo finanziario.

A questo punto però dovremmo chiederci e la risposta dovrebbe darcela Messina: cosa cambierebbe a livello di “ricatto” dei mercati e di dipendenza dalla BCE, se un BTP invece che detenerlo Deutsche bank lo detenesse Intesa Sanpaolo?

Perché di questo tratta la Sua proposta.

Ecco, non cambierebbe niente: assolutamente niente

La BCE continuerebbe a svolgere la funzione di prestatore di ultima istanza a suo piacimento – e non perpetua come nel caso fosse dipendente dal governo – noi saremmo sempre utilizzatori di una moneta che non emettiamo e dipendenti come lo siamo adesso dalla BCE per quanto concerne le politiche monetarie e quindi il livello dei tassi che dovremmo pagare sul nostro debito. Cambierebbe solo il soggetto a cui dover pagare gli interessi: se ora li paghiamo a Deutsche bank, con la proposta di Messina andrebbero ad Intesa Sanpaolo.

Stante il fatto che pagare interessi per uno stato è una misura di politica fiscale, potrebbe cambiare qualcosa qualora potessimo realmente tornare ad una situazione simil 1988, ovvero tornare ad un risparmio diffuso dove lo stato pagherebbe interessi al 60% degli italiani anziché al 6%. In questo caso il pagamento di interessi si configurerebbe in un reddito aggiuntivo per la maggioranza degli italiani che potrebbe trasformarsi molto probabilmente in un benefico aumento dei consumi per la nostra economia.

Purtroppo abbiamo visto che non può essere così.

Per far comprendere al meglio la nullità della proposta fatta da Messina – non solo a livello di politica monetaria ma anche riguardo a quella fiscale – vi voglio ricordare ancora una volta, che il debito pubblico sono soldi che lo Stato ha già speso, ossia soldi che ha già messo nelle tasche del settore privato attraverso la spesa pubblica.

Quindi torno a dire che, cambiare la proprietà di un BTP non fa aumentare la quantità di denaro all’interno del settore privato stesso. Come non contribuisce ad una redistribuzione della ricchezza, anzi stante l’attuale concentrazione fa in modo che al contrario la ricchezza si concentri ancora di più in poche mani.

Si parla tanto della misura del “reddito di cittadinanza” a beneficio dei meno abbienti e della sua inutilità, tanto che certi leader politici ne urlano a gran voce la sua rimozione. Ma nessuno dice che di fatto il pagamento di interessi sul debito in una situazione di concentrazione di ricchezza, non è altro che un reddito di cittadinanza per i ricchi.

In conclusione, possiamo ben affermare che la proposta di Carlo Messina è da rimandare al mittente, visto che non assolve a nessuno degli obbiettivi che si prefigge, anzi lascerebbe intatta, così come è, la situazione del nostro paese.

Quello che ancora non trova spiegazione è perché si propone di tutto tranne che quella che è realmente l’unica soluzione corretta: una propria moneta ed una Banca Centrale alle dipendenze del governo.

 

NOTE

[1] Bce, il “vaffa” del super-banchiere italiano: “Ricompriamo il nostro debito”, qui crolla l’Europa – Libero Quotidiano

[2] Famiglie ridotte alla fame: 6 su 10 non arrivano a fine mese – Il Paragone

FONTE: https://megasalexandros.it/il-super-banchiere-e-la-soluzione-al-debito-che-non-risolve/

Lo strumento con cui la BCE vorrebbe contenere lo Spread cancellando la sovranità e la democrazia

Luglio 1, 2022 posted by Leoniero Dertona

La BCE inizierà con lo stampare moneta per 750 miliardi per salvare l’Euro (non noi) Li creerà dal nulla con un computer, ma in quali tasche andranno a finire?

Ecco il famoso “Strumento antifrazionamento” della BCE, e dovete avere paura. La Banca Centrale Europea acquisterà obbligazioni di Italia, Spagna, Portogallo e Grecia con parte dei proventi derivanti dalla scadenza del debito tedesco, francese e olandese, nel tentativo di ridurre gli spread tra i loro costi di prestito, hanno dichiarato fonti a Reuters.

La BCE darà il via a questo riequilibrio venerdì per evitare che la frammentazione finanziaria tra i Paesi dell’eurozona ostacoli il suo piano di rialzo dei tassi d’interesse – con un ulteriore piano che sarà presentato il mese prossimo. continua a leggere

La banca centrale ha diviso i 19 Paesi dell’eurozona in tre gruppi – donatori, beneficiari e neutrali – in base all’entità e alla velocità dell’aumento dei loro spread obbligazionari nelle ultime settimane, secondo quanto emerso dalle conversazioni con una mezza dozzina di persone presenti al forum annuale della BCE a Sintra, in Portogallo. Gli spread sono misurati rispetto ai titoli tedeschi, che fungono da benchmark de-facto per l’area della moneta unica, cosa che già di per se risulta una forzatura perché lega tutti i calcoli finanziari della UE ad un singolo paese.

La BCE convoglierà verso i destinatari parte della liquidità proveniente dalle obbligazioni in scadenza acquistate dai Paesi “donatori” nell’ambito del suo Programma di acquisto di emergenza per le pandemie, mentre i neutrali fungeranno da cuscinetto, hanno dichiarato le fonti. Praticamente abbandonerà progressivamente il criterio del capital key.

Gli elenchi, che saranno rivisti mensilmente, rispecchiano la divisione tra Paesi periferici e Paesi core emersa all’epoca della prima crisi del debito della zona euro, un decennio fa. Tra i destinatari figurano una manciata di Paesi percepiti dagli investitori come più rischiosi a causa dell’elevato debito pubblico o della scarsa crescita, come Italia, Grecia, Spagna e Portogallo, hanno dichiarato le fonti. Il gruppo dei donatori è composto da circa una mezza dozzina di Paesi cosiddetti “core”, considerati più sicuri, e comprende Germania, Francia e Paesi Bassi.

Fino qui tutto bene, anche se il meccanismo è forzato, complesso e fa la solita divisione fra “Buoni” e “Cattivi”.  Però le notizie positive, si fa per dire, finiscono qui, perché, con il solito pasticcio politico, l’intervento della BCE non sarà generale e “Sterile”, ma vi sarà solo se saranno rispettate certe condizioni scritte in collaborazione con la Commissione europea, o sulla base di “Valutazioni sulla sostenibilità del debito”, come  accadde per la Grecia alcuni anni fa. Potete capire che tipo di minaccia sia questa per qualsiasi governo democratico che, in modo istituzionale, verrebbe esautorato di qualsiasi potere a favore di enti sovrannazionali e non eletti. 

La BCE potrebbe quindi drenare liquidità dal sistema bancario per compensare gli acquisti di obbligazioni, probabilmente attraverso aste speciali in cui le banche possono ottenere tassi di interesse più favorevoli se parcheggiano i fondi presso la banca centrale. leggi tutto

Quindi lo strumento sarebbe comunque il solito pasticcio di autoritarismo economico. Qualcosa da evitare in modo assoluto e un invito a lasciare l’area Euro quanto prima!

FONTE: https://scenarieconomici.it/lo-strumento-con-cui-la-bce-vorrebbe-contenere-lo-spread-cancellando-la-nostra-sovranita/

 

 

 

GIUSTIZIA E NORME

MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI COGNOMI

Pubblicato 4 days ago | by Dott.ssa Mary Sequino

La negoziabilità del cognome, argomento che ha destato stupore soprattutto sotto il profilo culturale e del buon costume nonché di rilevante interesse dal punto di vista giuridico, risulta centrale nella comprensione della mutazione sociale a cui il legislatore deve necessariamente adeguarsi con risultati proporzionati alla richiesta e con una tutela rispettosa degli interessi coinvolti.

Si è discusso del superamento della norma consuetudinaria ex art. 262 c.c. in quanto non rappresentativa della realtà sociale nella misura in cui prevede l’attribuzione automatica  del cognome paterno ai figli.

La Corte Costituzionale si è espressa [1]  asserendo la fondatezza della questione nella misura  in cui tale norma risulta non esaustiva degli interessi coinvolti; precisamente si sottolinea come tale automatismo non rappresenta più le aspettative di unità familiare e di riconoscimento di identità del figlio e pertanto apporre il cognome materno oppure entrambi, risulterebbe invece espressione di bisogni attuali.

La posizione della Corte, anche se ispirata a valori costituzionali, genera non poche perplessità di ordine giuridico rispetto alla funzione di razionalizzazione dei rapporti tanto che per dissipare contrasti è ricorsa al principio dell’accordo. C’è da dire però che è un principio che soffre nell’ambito di relazioni non patrimoniali ed in secondo luogo non dà vita ad una soluzione efficiente.

In linea di principio la Corte ha affermato la regola generale che prevede l’assunzione da parte del figlio del cognome di entrambi i genitori, salvo accordo tra le parti sull’unico cognome da attribuire. Diventa l’accordo criterio elettivo e non sussidiario. In mancanza di accordo resta salvo l’intervento del giudice.

Le novità non sono poche se si tiene in considerazione la demolizione della vecchia regola –  figlio assume il cognome del padre salvo accordo tra i genitori – e le ragioni di incostituzionalità che hanno portato a tale risultato.

In primis, i riferimenti normativi sono: art. 2, 3, 117 Cost. [2]  e art. 8 e 14 CEDU [3] .

Gli articoli 2 e 3 Cost. sono richiamati per affermare la piena parità dei genitori sul riconoscimento della discendenza del figlio; diversamente opinando appare diseguagliativa la scelta del solo cognome paterno.

Formante internazionale è l’art. 8 CEDU che contemplerebbe, su base giurisprudenziale, il diritto all’identità.

L’Art. 14 è una clausola fondamentale cd.‘’Grundnorm’’, idonea a creare il diritto e ad affermare il principio di non discriminazione.

La Corte di Cassazione nel 2006 [4]  aveva già sancito come il diritto all’identità venisse soddisfatto dalla funzione di tutela del nome. L’ordinamento tutela il nome come affermazione dell’identità personale, pertanto la tutela si estende alla persona e non solo alla famiglia intesa come costituzione sociale.

Tuttavia il riferimento della Corte Costituzionale all’identità del figlio non convince perché nel momento in cui si introduce come principio generale nell’attribuzione del cognome, l’accordo tra le parti, viene confermata l’identità personale.

Se si ritiene che l’identità sia meglio salvaguardata dalla previsione che salvo diverso accordo l’attribuzione di entrambi i cognomi sia più idonea al raggiungimento di tale risultato, si dovrebbe spiegare come in mancanza di accordo valgono entrambi i cognomi ma se c’è accordo sull’attribuzione di uno soltanto dei cognomi – eventualmente quello paterno – non vi sarebbe più connessione tra esigenza di salvaguardare l’identità e quella di applicare la regola del doppio cognome salvo accordi visto che ben potrebbe continuare ad  aversi uno solo perché i genitori cosi avranno deciso. E allora discendenza ed identità vengono salvaguardate in tal caso? Appare contraddittorio.

In lettura degli artt. 2 e 3 Cost., le ragioni di iscrizione del solo cognome maschile risiedevano in ragioni di unità familiare oltre che di evitabilità del doppio cognome. Pur nella discriminazione, si riteneva che questa fosse una deroga prevista dall’art. 29 Cost. il quale rendeva possibile al legislatore di stabilire limiti per salvaguardare la Famiglia.

Famiglia fondata come unione naturale sul matrimonio ed espressiva della concezione patriarcale.

Cadendo però di fatto tale ideologia, ossia la famiglia formata non solo su padre ma su due genitori – come nel 2016 è stato legiferato [5]  – dovrebbe cadere tale questione. L’evoluzione dell’ordinamento sottolinea che la disparità di trattamento non è giustificabile; a meno che non si tratti di situazioni diverse a cui non possono applicarsi trattamenti uguali peccando di irragionevolezza.

Si riteneva inoltre che il patronimico garantisse una maggiore riconoscibilità della stirpe nel ruolo sociale, ma si è formata una forma mentis che ha lasciato andare questa riconoscibilità ed ha abbracciato l’idea di riconoscibilità nel nome maschile avulsa dal ruolo sociale del padre.

Oggi prescindendo da un ruolo sociale che non c’è più, tendiamo a ravvisare nel patronimico il segno distintivo di una discendenza.

Se la logica è la violazione del principio di uguaglianza, non è soddisfacente la sola introduzione di questa previsione, ma bisognerebbe dire che l’unità della famiglia che si reggeva sulla regola del patronimico viene ugualmente assicurata dalla regola che si è introdotta.

La regola primaria è l’attribuzione del cognome frutto dell’accordo tra i genitori.

In assenza di accordo si attribuiscono entrambi i cognomi (regola suppletiva). Se non c’è l’accordo deve intervenire il Giudice.

In che ordine, nel caso di entrambi i cognomi, questi vengono scritti? E cosa succede se due genitori con doppio cognome decidano di attribuire entrambi i loro cognomi? Vi sarebbe un raddoppio progressivo, verosimilmente.

Si nota la densità di difficoltà esplicative che non soddisfano né la logica della discendenza né quella dell’art. 29 Cost [6].

In mancanza di accordo, si è detto, si rimetterebbe al Giudice la scelta in una materia cosi discrezionale.

Per empirica evidenza, in un negozio bilaterale personalistico con oggetto eventuale ossia la scelta del nome, non appare funzionare adeguatamente e soprattutto quale sarà l’inevitabile scelta che il legislatore deve compiere per far venire meno un cognome? Il principio dell’accordo vale come regola primaria, ma sembra valere anche come regola secondaria in virtù di questa riflessione. Le parti quindi si accordano per eliminare una di esse.

La decisione del giudice sembrerà sempre, per la sua elevata discrezionalità, irragionevole.

Nel diritto il principio fondamentale è la regolazione dei rapporti. Il principio si applica però secondo la sensibilità di un popolo; ma è anche vero che il diritto è un dover essere e non deve solo uniformarsi all’essere ma deve quantomeno orientarlo.

Se si ha avesse a che fare con le leggi naturali, nulla quaestio. Per le leggi sociali, invece, il legislatore deve disciplinare la materia a seconda dell’impatto sociale e della sua applicazione fattuale.

 


[1] Sent. Corte Cost. n. 131 del 27.4.2022, in gazzettaufficiale.it
[2] Art. 2 Cost.: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale’’; Art. 3 Cost.: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’’; Art. 117 Cost.: ‘’La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali’’
[3] Art. 8 Cedu: ‘’Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza’’; Art. 14 Cedu: «Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione». All’art. 14 della CEDU corrisponde l’art. 21 (non discriminazione) della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 e adattata a Strasburgo il 12 dicembre 2007
[4] Sent. Corte di Cass. n. 61 del 2006  in giurcost.org
[5] Legge 20 maggio 2016, n. 76 in gazzettaufficiale.it
[6] Art. 29 Cost.: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare’’

FONTE: http://www.salvisjuribus.it/moltiplicazione-dei-pani-e-dei-cognomi/

 

 

LA LINGUA SALVATA

Vituperare
vi-tu-pe-rà-re (io vi-tù-pe-ro)

SIGNIFICATO Biasimare in modo aspro, oltraggiare, insultare; coprire di disonore

ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino vituperare ‘biasimare, denigrare, rovinare’, composto da elementi derivati da vitium ‘difetto’ e parare ‘procurare’.

«La mia scelta di venire scalzo al matrimonio è stata vituperata.»
Questa è una parola molto alta: fa parte di quella famiglia di termini ricercati e correnti, di un registro elevato e in vista, che sa dichiarare, oltre al suo significato stretto, anche un’aura, una sfumatura psicologica. Ma come non di rado accade a questo genere di parole blandamente difficili, si è anche ricavata degli usi ricorrenti stereotipati in cui può essere usata in modo più facile.

‘Vituperare’ significa muovere una critica aspra e offensiva, infamante — screditare col biasimo più acceso. È (o vuole essere) a un livello di intensità nettamente superiore a tutto quell’arcipelago di parole di riprensione di cui ci capita non di rado di parlare. Addirittura, il vituperare latino sorgeva in una dimensione religiosa, relativa agli àuguri, e si compone in maniera terribilmente esplicita con elementi da ricondurre a vitium e a parare, col senso di un ‘procurare un difetto’. Il vituperare spariglia una situazione, mette sul tavolo qualcosa che non c’era, con una censura che non ha molto di correttivo — ha molto dell’improperio, del giudizio che rovina.

Quando diciamo che la vicina di casa vitupera quelli del piano di sopra, intendiamo che imputa loro comportamenti non meno che spregevoli, attributi di netta viltà; quando la zia ci vitupera, dopo la partita di briscola, per aver buttato un carico senza aver capito che quello sopra ce l’aveva l’altra coppia, l’intento della sequela di parole che ci indirizza è lo schietto oltraggio, il fermissimo vilipendio, volto a coprirci di disonore; se un film, facciamo conto uno di Guerre stellari, viene vituperato, non ottiene delle critiche negative che siano accettabili parte del gioco, ma viene giudicato un’infamia, un tradimento, una vergogna.
Il fatto che tutto questo sia significato con una parola alta dà un insolito vantaggio di spendibilità — non di rado questa è materia di parole irripetibili.

Ed è qui, in questa intensità apicale, che si accomoda un vituperare più alla mano: il tanto vituperato — espressione che contiene il participio passato del vituperare e che statisticamente copre una porzione importante del suo uso.
Forse sfuggendo il calor bianco del vituperare, nel discorso comune si è fatto strada l’attributo specifico del tanto vituperato, il cui effetto è proprio un ridimensionamento del vituperio, l’ammissione che forse è esagerato, almeno in parte ingiustificato. Posso parlare delle virtù quasi taumaturgiche delle tanto vituperate bietole, di come io, con la tanto vituperata amministrazione pubblica, mi sia trovato bene, di quali siano i meriti ubiqui della tanto vituperata chimica. È un’espressione cristallizzata, che però ci dà l’intelligenza di un dubbio sul vituperare.

Una parola di storia lunga e nobile, perfetta per la serietà più severa, per l’ironia più scanzonata, e che sa esagerare e misurare.

Parola pubblicata il 06 Luglio 2022

FONTE: https://unaparolaalgiorno.it/significato/vituperare

 

 

 

PANORAMA INTERNAZIONALE

Erdogan: Posso ancora bloccare l’entrata di Svezia e Finlandia nella NATO

Luglio 3, 2022 posted by Guido da Landriano

 

Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato giovedì che la Svezia e la Finlandia potrebbero ancora vedersi bloccare le loro candidature alla NATO dalla Turchia se i Paesi nordici non seguiranno un memorandum firmato all’inizio della settimana.

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La Turchia ha ritirato la sua obiezione all’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO dopo che i tre Paesi hanno firmato martedì un accordo in 10 punti. In base all’accordo, i Paesi nordici hanno accettato di rispondere alle richieste di estradizione della Turchia, di eliminare i controlli sulle esportazioni turche e di non sostenere i gruppi militanti curdi, tra cui il PKK.

Erdogan ha dichiarato che se l’accordo non verrà rispettato, il parlamento turco potrebbe bloccare la loro adesione. “Questo accordo non funzionerà se non verrà approvato dal nostro parlamento”, ha dichiarato Erdogan durante l’ultimo giorno del vertice NATO a Madrid.

“Prima di tutto Svezia e Finlandia devono adempiere ai loro doveri, che sono già nel testo… Ma se non li adempiono, allora, ovviamente, non c’è modo di inviare il testo al nostro parlamento”, ha avvertito.

La questione più importante per Erdogan è che Finlandia e Svezia accettino di estradare i sospetti membri del PKK. Erdogan ha affermato che la Svezia ha accettato di estradare 73 persone, anche se una versione trapelata del memorandum non lo dice.

“La Svezia ha promesso di consegnarci queste 73 persone con questo testo. Potranno o non potranno, seguiremo il testo e prenderemo la nostra decisione”, ha dichiarato il leader turco.

Per quanto riguarda l’estradizione, il memorandum dice che Svezia e Finlandia hanno concordato di affrontare le “richieste di deportazione o estradizione pendenti della Turchia in modo rapido e approfondito”. I Paesi nordici hanno inoltre concordato di “stabilire i necessari quadri giuridici bilaterali per facilitare l’estradizione e la cooperazione in materia di sicurezza con la Turchia”.

Il governo svedese potrebbe subire forti pressioni interne per l’accordo con la Turchia. I socialdemocratici al governo sono recentemente sopravvissuti a un voto di sfiducia che contava sul sostegno di un deputato indipendente di origine curda, Amineh Kakabaveh, secondo il quale il governo avrebbe accettato di non cedere alle richieste della Turchia di entrare nella NATO.

FONTE: https://scenarieconomici.it/erdogan-posso-ancora-bloccare-lentrata-di-svezia-e-finlandia-nella-nato/

 

 

 

Paesi Bassi: il governo schiera i blindati contro gli agricoltori, che godono dell’appoggio popolare

Luglio 4, 2022 posted by Giuseppina Perlasca

 

Nei Paesi Bassi la situazione si fa sempre più caotica. Gli agricoltori questa mattina hanno ingannato la polizia olandese muovendosi in anticipo per bloccare i principali centri logistici e di distribuzione delle catene di supermercati, per protestare contro la legge che vorrebbe far loro fortemente ridurre l’attività per limitare le emissioni di composti d’azioto nell’ambiente, il tuto in un paese che è il quinti esportatore mondiale di prodotti agricoli.

Come potete vedere ieri la polizia aveva addirittura mosso blindati delle forze dell’ordine e dell’esercito, accompagnati da autogru pesanti, verso l’aeroporto di Schiphol, uno degli obiettivi dei manifestanti, per evitarne il blocco.

Gli imprenditori agricoli sono stati più astuti e hanno aggirato il blocco, semplicemente recandosi a rendere inutilizzabili tutti i punti di accesso ai centri di distribuzione logistica. Loro dispongono di migliaia di trattori e altri mezzi pesanti, mentre il governo non ha migliaia di blindati e carri attrezzi.

Poi i contadini sono abituati a svegliarsi la mattina presto, evidentemente i poliziotti olandesi molto meno.

Dal punto di vista delle trattative siamo ad uno stallo. il Parlamento ha chiesto al governo che si nominasse un “Mediatore” che però non ha ricevuto dal governo Rutte nessun vero potere di mediare, cioè di fare concessioni sui tempi o sui modi di applicazione della legge che vuole la riduzione delle emissioni di composti azotati che porterebbe alla riduzione di 1/3 della produzione agricola olandese. Rutte ha definito questa figura “Conversatore”, cioè uno che parla , ma non fa nulla, e gli agricoltori lo hanno capito molto bene.

La protesta sta avendo anche un certo appoggio nella popolazione, come dimostra questa manifestazione spontanea avvenuta ieri a Eindhoven di appoggio agli agricoltori.

Oggi i pescatori del porto di Lauwersoog si sono uniti agli agricoltori e hanno bloccato l’acceso allo scalo marittimo

Cosa fa un governo quando è in difficoltà e non sa che pesci prendere? Chiede aiuto alla Commissione Europea per avere un appoggio alle proprie politiche repressive!

Il governo ha dato la notizia che la politica olandese sugli allevamenti sarebbe sotto inchiesta da parte della Commissione. Un po’ come fanno a noi paura con il babau dello spread. Cambia il paese, ma non cambia la natura repressiva delle politiche europee.

FONTE: https://scenarieconomici.it/paesi-bassi-il-governo-schiera-i-blindati-contro-gli-agricoltori-che-godono-dellappoggio-popolare/

 

 

 

La Russia contro Big Pharma

Il 27 giugno 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha deplorato le manovre delle grandi società farmaceutiche occidentali finalizzate a corrompere i medici russi più insigni per vendere i propri farmaci.

Putin ha chiesto all’FSB di combattere queste pratiche lobbystiche.

FONTE: https://www.voltairenet.org/article217557.html

 

 

 

Quanto costerebbe ricostruire l’Ucraina? Una prima stima da paura, come l’idea di come ripagarli

Luglio 8, 2022 posted by Giuseppina Perlasca

I funzionari ucraini hanno annunciato un nuovo budget per il “piano di recupero” post-bellico del Paese, pari a 750 miliardi di dollari. L’enorme somma è stata anticipata nel corso di una conferenza di due giorni sulla ricostruzione dell’Ucraina, iniziata lunedì in Svizzera. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato in un discorso virtuale che la ricostruzione del Paese è un “compito comune di tutto il mondo democratico – tutti i Paesi, tutti i Paesi che possono dirsi civili”. Ha aggiunto: “Stiamo unendo il mondo democratico… La prospettiva dei popoli liberi prevale sempre”.

“La ricostruzione dell’Ucraina è il più grande contributo al sostegno della pace globale”, ha detto Zelensky al vertice, dove il Primo Ministro Denys Shmyhal ha identificato la cifra di 750 miliardi di dollari come parte di un piano in tre fasi.

È interessante notare che parte di questo piano consiste nell’utilizzare i beni russi confiscati, come scrive RFE/RL a proposito delle parole di Shmygal: “Il primo ministro ucraino Denys Shmygal ha detto il 4 luglio all’inizio della conferenza di due giorni sulla ripresa dell’Ucraina a Lugano, in Svizzera, che Kiev ritiene che una fonte sostanziale di finanziamento per la ripresa dovrebbe provenire dai beni confiscati agli oligarchi russi, che ha stimato tra i 300 e i 500 miliardi di dollari”.

“Crediamo che la fonte principale di recupero debba essere costituita dai beni confiscati alla Russia e agli oligarchi russi”, ha dichiarato il primo ministro ucraino alla conferenza. “Le autorità russe hanno scatenato questa guerra sanguinosa. Hanno causato questa massiccia distruzione e devono risponderne”.

Inoltre, i finanziamenti dovranno provenire da nazioni alleate che accettino di concedere sovvenzioni e prestiti, oltre che da società e istituzioni internazionali indipendenti.

Una prima fase sarà incentrata sulla riparazione di elementi che influiscono sulla vita quotidiana, come le forniture idriche comunali.

La seconda fase sarà una fase di “recupero rapido” da avviare non appena finiranno i combattimenti e comprenderà elementi come alloggi temporanei, ospedali e scuole.

La terza fase sarebbe finalizzata alla trasformazione del Paese a lungo termine.

Miliardi sono già stati promessi dai Paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti, e da importanti istituzioni come la Banca europea per gli investimenti dell’UE, che ha dichiarato di aver raccolto oltre 100 miliardi di dollari per gli sforzi di ricostruzione. Il mese scorso la BEI ha stimato che la ricostruzione dell’Ucraina potrebbe costare 1.100 miliardi di dollari.

Ma resta il fatto che i funzionari statunitensi, compresi i generali del Pentagono, sono concordi nel ritenere che la guerra in Ucraina si protrarrà ancora per molti mesi, o forse addirittura per anni, per cui questa stima è solo parziale.

Poi la soluzione presenta alcuni problemi: giuridicamente, come potranno i beni degli oligarchi russi essere collegati al governo russo? Vedremo la più grande violazione dei diritti personali della storia, fatta proprio in nome della giustizia?

FONTE: https://scenarieconomici.it/quanto-costerebbe-ricostruire-lucraina-una-prima-stima-da-paura-come-lidea-di-come-ripagarli/

 

 

 

L’intervista di Kissinger al media tedesco Stern di martedì 28 giugno

C. Marchesi 2 07 2022, dal gruppo Adelphi di WhatsApp

 

1 di 4- LA STRATEGIA DISPERATA DI KISSINGER PER SALVARE DALLA DISFATTA LE ELITE DI DAVOS e del NWO

 

Come ho sostenuto stasera nel corso della trasmissione Dietro al Sipario su Visione TV, ritengo molto significativa l’intervista di Kissinger al media tedesco Stern di martedì 28 giugno. Henry Kissinger, constatando sullo scacchiere mondiale la nuova guerra fredda tra USA e CINA causata dalla spiazzante mossa di Cavallo Putin in Ucraina, ha detto:

“…questo, nelle attuali circostanze, potrebbe distruggere la vita civile”.

 

2 di 4 LA STRATEGIA DI KISSINGER……

Ovviamente per ‘vita civile’ il potentissimo politologo americano intende implicitamente il dominio delle elite di Davos nel Mondo, e per questo motivo è utilissimo analizzare il suo pensiero per comprendere il tentativo di ‘salvare’ una situazione imprevista che sta pregiudicando le basi concrete e filosofiche di un ordine mondiale insediatosi da circa tre secoli.

L’ex Segretario di Stato americano nato in Germania oggi ha 99 anni e ne sono passati oltre 50 rispetto ai tempi in cui accompagnava il presidente Nixon in Cina per inaugurare quella diplomazia del Ping Pong che spaccò in due blocchi l’Asia, così divaricando il cammino della Cina da quello della Russia.

Kissinger allo Stern ha dichiarato: “Non si può vedere la storia dell’Europa dall’inizio del XVII secolo senza la comparsa della Russia in ogni momento chiave. Quindi, trattarla come un’emarginata non è compatibile con la mia visione dell’Europa perché la si renderebbe uno stabile alleato della Cina. Se dovesse accadere questo dobbiamo resistere e impedirlo. Quando questa guerra finirà – e credo che finirà – se l’Alleanza atlantica potrà dire di aver raggiunto gli obiettivi tradizionali e la Russia non avrà raggiunto i suoi, la NATO dovrebbe sentirsi abbastanza forte da elaborare un nuovo rapporto con la Russia come l’Europa ha fatto dopo le guerre napoleoniche. Non è contro la storia dell’Europa.”

Kissinger ha poi proseguito: “La Cina in realtà è la mia preoccupazione più grande. Penso che la Cina e gli Stati Uniti siano due superpotenze in grado di distruggere l’umanità e che stiano aumentando queste capacità ogni anno e le stiano incrementando con l’intelligenza artificiale che crea una forma di guerra per la quale nessuno ha alcuna esperienza. Quindi, hanno l’obbligo unico di evitare questo tipo di guerra e di limitare la loro competizione a ciò che può essere sostenuto dall’umanità. Sì, abbiamo un po’ di retorica da guerra fredda, ma avrete notato che la settimana scorsa il consigliere per la sicurezza del Presidente ha parlato per quattro ore con i leader cinesi in Lussemburgo e che la conversazione è stata descritta come costruttiva. Abbiamo due compiti. In primo luogo, essere strategicamente forti e non essere soggetti al dominio di un altro Paese. Ma in secondo luogo, condurre queste relazioni in modo tale da non entrare in crisi come gli europei prima della Prima Guerra Mondiale, quando si sono trovati in guerra come sonnambuli e poi non sapevano come finirla. Questa condizione, nelle circostanze attuali, potrebbe distruggere la vita civile.”

Henry Kissinger ha poi riconosciuto l’affermazione di Putin in questa fase storica e perciò si oppone a quanti scioccamente propugnino un colpo di Stato contro il leader russo (si riferisce a George Soros e alle élite radicali americane ed europee che controllano gran parte delle multinazionali). Kissinger spiega: “È probabile che si debba fare necessariamente un accordo di pace con Putin” – ma l’Occidente non dovrebbe “tollerare” una minaccia nucleare russa”. Il politologo americano ha poi sostenuto la necessità di instaurare il dialogo con la Russia e con il suo presidente Putin affermando che: “La guerra finirà un giorno. Dopo la guerra, il rapporto dell’Ucraina con la Russia dovrà essere ridefinito. Anche il rapporto dell’Europa con la Russia dovrà essere ridefinito alla fine della guerra, perché la Russia continuerà a svolgere un ruolo importante nelle relazioni internazionali. Ma se la Russia dovesse dissolversi a seguito della guerra, il caos che si creerebbe in Asia centrale e in Medio Oriente sarebbe un altro elemento di disturbo”.

Ha poi continuato precisando ancora meglio: “Se Putin venisse rovesciato, questo faciliterebbe certamente i negoziati. Ma quando si raggiungono tutti gli altri obiettivi e si continua la guerra allo scopo di rovesciare Putin, non ci sarebbe il sostegno dell’opinione pubblica, per quanto si possa dire che Putin sia impopolare al momento”. continua……

3 di 4 LA STRATEGIA DI KISSINGER….

Kissinger ha inoltre affermato che: “È una situazione molto fragile quando due potenze nucleari si contendono il territorio di una potenza non nucleare. Per quanto riguarda l’uso della minaccia delle armi nucleari da parte della Russia, non possiamo assolutamente cedere. Per due motivi. In primo luogo, l’ironia dell’evoluzione storica dalla Seconda Guerra Mondiale è che sono state spese enormi somme per le armi nucleari, sono state perfezionate molte volte, eppure nessun Paese è stato disposto a usarle perché non sapeva come controllare le conseguenze. Quindi, se Putin, se la Russia ha oltrepassato quella linea, questo deve essere respinto. Non si può tollerare che un accordo venga preso sotto la minaccia nucleare perché cambierebbe il mondo.”

Kissinger infine ha rispedito al mittente Zelenskyj le critiche di appeasement, cioè di cercare una pace utopistica facendo così rafforzare gli avversari,  un attacco mossogli contro dal presidente Zelenskyj dopo che il vecchio americano aveva sostenuto al World Economic Forum di Davos che per l’Ucraina ci sarebbe dovuta essere una soluzione attraverso i negoziati. Kissinger nel corso dell’intervista allo Stern ha lisciato il capo del presidente dell’Ucraina prima di dargli un massacrante ceffone: “Gli ucraini si sono comportati in modo eroico e stanno svolgendo una grande funzione nella difesa della loro libertà. Ma altri Paesi hanno delle loro considerazioni storiche preminenti, e non possono essere esattamente le stesse ucraine. Questa è l’essenza di tutta la politica”. Kissinger ha proseguito: “Sono a favore della libertà dell’Ucraina e credo, come ho detto a Davos, che lo status quo ante prima della guerra debba essere ristabilito, e che la Russia non debba avere alcun beneficio geografico o di altro tipo dalla sua invasione. Questa è la mia posizione di base. Il modo in cui raggiungere questo obiettivo è aperto alla discussione. L’Ucraina dovrebbe avere una voce molto importante, ma altri leader considereranno inevitabilmente la situazione generale dal loro punto di vista. Spero che questi punti di vista si concilino e che si possa raggiungere un obiettivo di base”.

Kissinger ha spiegato che ritiene necessario un grande programma di aiuti per l’Ucraina e l’adesione all’Unione Europea, ma l’adesione di fatto alla NATO ha costituito l’essenza della crisi internazionale in corso: “Sì, penso che l’Ucraina debba essere un membro dell’Unione Europea. Nel 2014 ho scritto un articolo sul Washington Post in cui mettevo in guardia sull’adesione dell’Ucraina alla NATO. All’epoca dicevo che la mia visione di un futuro positivo sarebbe stata un’Ucraina che fosse un ponte tra l’Europa e la Russia e non una linea di fronte. Pertanto, pensavo che l’Ucraina avrebbe potuto svolgere un ruolo simile a quello della Finlandia. Un impegno molto forte nella difesa, ma anche una disponibilità al dialogo. Questo non è più possibile perché l’Ucraina è ormai un membro della NATO dal punto di vista operativo e sarà molto difficile tornare indietro. Ciò che mi attrae è un concetto di controllo degli armamenti lungo il confine russo-europeo in cui vi siano limitazioni reciproche, ma che avrà bisogno di un grande sviluppo intellettuale e pratico. “

Questa intervista è molto significativa e ci fa capire cosa sta realmente accadendo e in quale senso le divisioni interne alle élite del Nuovo Ordine Mondiale, stanno consegnando alla Storia la loro sconfitta.

4 di 4 CONCLUSIONI

Nel Great Reset era contenuta una  provocazione imbastita dal Deep State angloamericano che ha osato spingere l’Ucraina a diventare oltre che UE anche parte della NATO. Essa era finalizzata allo scontro militare e quindi al tentativo di rovesciare Putin, nonché a fornire i pretesti per la distruzione degli ordinamenti democratici reali in Occidente. E’ andata malissimo per loro.  Il tentativo di perseguitare le élite russe e il popolo, isolando la Russia così come avvenne un secolo fa a seguito dell’inaspettata ascesa di Stalin al posto di Trotsky dopo la morte di Lenin, è andato ancora peggio di quella volta. Anche cento anni fa le èlite globaliste sfruttando la grande carestia ( l’Holodomor) e la II° Guerra Mondiale provarono a ribaltare la Russia che invece si rinsaldò e continuò i suoi piani di industrializzazione e di sganciamento dal controllo dei gioghi finanziari internazionali, sebbene con un modello economico pianificato handicappato e sempre in affanno.

Il calcolo questa volta era più o meno lo stesso sognando di attirare la Russia in una guerra Ucraina che potesse essere una “trappola” come quella dell’Afghanistan  anni 80, una guerra che sappiamo propedeutica all’escalation di corsa alle armi e quindi al crollo dell’URSS negli anni 90, con l’ottenimento di un burattino del NWO come Eltsin, predecessore di Putin. Ed invece l’asse dei paesi Brics poggiato su un’alleanza tra Cina, Russia ma anche India, sta trasformando la trappola per Putin in una trappola boomerang per le élite di Davos. Le nuove alleanze con accordi tecnico finanziari annessi, stanno agendo come detonante di tutte le contraddizioni ed i limiti del sistema capitalistico poggiato sul dollaro fiat, sull’economia gonfiata dai debiti e su una forza militare americana che non è più sotto il controllo delle élite massonica soprastante le élite di Davos. In questo senso si è innestata una spaccatura tra i due vecchi: Kissinger e Soros, con il primo che vuole cedere subito a Putin e salvare il salvabile, e il secondo che vuole giocarsi il tutto per tutto in una guerra estesa e perciò in una ricostruzione che sarebbe migliore, dal loro punto di vista, di una vittoria di Putin (e Trump) sui vari tavoli politici.

Q disse che la soluzione sarebbe stata militare e l’ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO favorito dalla Turchia, sembra presagire ad una redde rationem in cui gli eserciti scenderanno in campo ma chissà se per farsi guerra tra loro, come si illudono i sorosiani fiduciosi nel potere mediatico di condizionare l’opinione pubblica, oppure per togliere il potere a chi lo aveva in Occidente, come ora teme  chiaramente Kissinger.

 

 

 

POLITICA

Kissinger scatenato in interviste/dialogo con Putin. E’ la voce dell’Oligarchia che cerca di evitare una vera guerra dove si può anche perdere

Umbero Pascali

Il punto è’ che 1) la temutissima oligarchia mondialista non è invincibile ne’ invulnerabile e 2) essa ama organizzare guerre di saccheggio dall’esito scontato e “divide et impera” infiniti, MA TEME LE VERE GUERRE. Quelle dove il risultato non è’ scontato, dove si PUÒ ANCHE PERDERE.

Quella che la Russia sta conducendo e’ una di queste rarità storiche.

Non e’ una “guerra dell’Ucraina”, anche se il casus belli, il trigger point, e’ stata proprio la provocazione imbastita da quelli della NATO e del Deep State angloamericano.

Il calcolo – megalomane e dilettantesco  – era quello di attirare la Russia in una “trappola” come quella dell’Afghanistan  1989.

Il fatto che l’alta oligarchia abbia affidato a questi mafiosi da strapazzo un’operazione (per loro) così importante, dimostra che la stessa oligarchia sta arrivando alla fine della corda.

La Russia di Putin li ha sorpresi, scioccati. Lo stesso sedicente genio Kissinger si e’ detto sorpreso della decisione di Putin di intervenire militarmente in Ucraina.

Come per l’elezione di Trump nel

2016, questa possibilità non era stata contemplata. Quindi, il piano “perfetto”- studiato a tavolino e confermato al computer – e’ saltato in aria. Dopodiché, e’ rimasta solo l’arma della propaganda, non certo per confondere i Russi che hanno un profondo disprezzo per questi magliari napoletani, ma per cercare di mantenere il controllo sulle menti delle popolazioni occidentali.

Se i soggetti occidentali capiscono che quelli che si presentano come onnipotenti, non sono altro che un gruppo di dittatori falliti che si arrabattano maldestramente giorno per giorno, sarebbe il tracollo, la fine di quell’aura di potere, unica cosa rimasta loro.

La continua, metodica, inarrestabile marcia dei Russi -sia sul piano militare, che su quello economico e culturale — provoca una crescita geometrica del senso di insicurezza in cui sta precipitando l’oligarchia. La quale si deve preoccupare anche della corsa suicida dei loro corrotti e incapaci servi — quelli del Deep State, le mafie politico/ massoniche dei Bush/Clinton.

I loro vassalli nei vari paesi occidentali chiedono a gran voce protezione e soldi. E si agitano e fanno agitare istericamente e in modo imbarazzante il pupazzetto di jour, Zelensky. Ma ormai Zelensky e i vassalli stanno diventando ridicoli agli occhi della gente comune. Le loro grida moralistiche contro Putin, la patetica operazione del congresso americano contro la “insurrezione” dei trumpisti, stanno perdendo qualsiasi mordente che aveva avuto nel passato.

Ed e’ il panico.  E quindi? E quindi si rispolvera l’unica arma che sembra rimasta: Henry Kissinger.

E il vecchio rottame -ha compiuto 99 anni il 27 maggio – si deve rimettere in moto. Come il vecchio criminale supercorrotto Biden, anche Kissinger non può avere nessun riposo. Dopo aver venduto l’anima all’oligarchia, il “genio diplomatico” – quello che informo’ Aldo Moro, con compiaciuta ferocia,  di ciò che gli sarebbe successo se avesse difeso la sovranità italiana – deve alzarsi dalla sedia a rotelle e ballare.

Kissinger deve convincere il suo “amico” Putin a accettare una tregua.

Deve fermare i pazzi scatenati (e terrorizzati di poter essere sganciati) della NATO e del Deep State, e nello stesso tempo deve mediare con Putin!

Ma i Russi chiariscono ogni giorno con calma determinazione che loro andranno avanti “fino a quando gli scopi originali dell’operazione saranno stati raggiunti”.

Questo e’ il senso della mobilitazione del grottesco circo equestre dei decrepiti grand commis già da tempo sull’orlo della fossa, da Biden a Kissinger fino a Bergoglio…

Qualcuno dirà: ma questa non può essere la potentissima oligarchia globalista, questa non può essere la cospirazione planetaria di cui si e’ parlato, il grande reset, l’Agenda 2030, il grande Piano…!

Invece si. Come spiegava il pugile Mike Tyson: tutti hanno un piano finché ti prendi una paragona in piena faccia. Allora il piano scompare…

Questo è quello che succede quando un gruppo oligarchico che ha creduto di aver raggiunto l’onnipotenza – e ha convinto il mondo della sua invincibilità – si scontra con una forza decisa a non farsi distruggere e saccheggiare. Una forza decisa a sacrificare tutto pur di non farsi assoggettare.

Cioè quando un’oligarchia si trova  a dover fronteggiare una vera guerra.

Il centenario Kissinger – i Biden e i Bergoglio  non possono fare granché. Lo sgretolamento è in corso.

https://finance.yahoo.com/news/stern-magazine-exclusive-henry-kissinger-132500452.html

Esclusiva della rivista tedesca Stern: Henry Kissinger mette in guardia da una nuova guerra fredda tra USA e Cina: “…questo, nelle attuali circostanze, potrebbe distruggere la vita civile”.

Amburgo, Germania

In un’intervista rilasciata alla rivista Stern, l’ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger ha messo in guardia dalla possibilità di fare della Russia un alleato della Cina – e di inasprire così il conflitto tra gli Stati Uniti d’America e la Cina.

Kissinger ha dichiarato: “Non si può vedere la storia dell’Europa dall’inizio del XVII secolo senza la comparsa della Russia in ogni momento chiave. Quindi, trattarla per sempre come un’emarginata non è compatibile con la mia visione dell’Europa e la renderà un alleato della Cina. Se si comportano in questo modo, dobbiamo resistere e impedirlo. Se questa guerra finirà – e credo che finirà – se l’Alleanza atlantica potrà dire di aver raggiunto gli obiettivi tradizionali e la Russia non avrà raggiunto i suoi, la NATO dovrebbe sentirsi abbastanza forte da elaborare un nuovo rapporto con la Russia come l’Europa ha fatto dopo le guerre napoleoniche. Non è contro la storia dell’Europa.

Kissinger ha proseguito: “La Cina in realtà è la mia preoccupazione ancora più grande. Penso che la Cina e gli Stati Uniti siano due superpotenze in grado di distruggere l’umanità e che stiano aumentando queste capacità ogni anno e le stiano incrementando con l’intelligenza artificiale che crea una forma di guerra per la quale nessuno ha alcuna esperienza. Quindi, hanno l’obbligo unico di evitare questo tipo di guerra e di limitare la loro competizione a ciò che può essere sostenuto dall’umanità. Sì, abbiamo un po’ di retorica da guerra fredda, ma avrete notato che la settimana scorsa il consigliere per la sicurezza del Presidente ha parlato per quattro ore con i leader cinesi in Lussemburgo e che la conversazione è stata descritta come costruttiva. Abbiamo due compiti. In primo luogo, essere strategicamente forti e non essere soggetti al dominio di un altro Paese. Ma in secondo luogo, condurre queste relazioni in modo tale da non entrare in crisi come gli europei prima della Prima Guerra Mondiale, quando si sono trovati in guerra come sonnambuli e poi non sapevano come finirla. Questa condizione, nelle circostanze attuali, potrebbe distruggere la vita civile.

Henry Kissinger si oppone a un colpo di Stato contro Putin: “È probabile che si debba fare un accordo di pace con Putin” – ma l’Occidente non dovrebbe “tollerare” una minaccia nucleare russa

L’ex segretario degli Stati Uniti Henry Kissinger ha sostenuto in un’intervista alla rivista stern la necessità di continuare il dialogo con la Russia e con il suo presidente Wladimir Putin. Kissinger ha affermato che: “La guerra finirà un giorno. Dopo la guerra, il rapporto dell’Ucraina con la Russia dovrà essere ridefinito. Anche il rapporto dell’Europa con la Russia dovrà essere ridefinito alla fine della guerra, perché la Russia continuerà a svolgere un ruolo importante nelle relazioni internazionali. Ma se la Russia dovesse dissolversi a seguito della guerra, il caos che si creerebbe in Asia centrale e in Medio Oriente sarebbe un altro elemento di disturbo”.

Rispondendo alla domanda se la pace sarà possibile solo dopo la rimozione di Putin, ha detto: “È probabile che l’accordo debba essere fatto con Putin. Se Putin venisse rovesciato, questo faciliterebbe certamente i negoziati. Ma quando si raggiungono tutti gli altri obiettivi e si continua la guerra allo scopo di rovesciare Putin, a mio parere non ci sarebbe il sostegno dell’opinione pubblica, per quanto Putin sia impopolare al momento”.

Kissinger ha inoltre affermato che: “È una situazione molto fragile quando due potenze nucleari si contendono il territorio di una potenza non nucleare. Per quanto riguarda l’uso della minaccia delle armi nucleari da parte della Russia, non possiamo assolutamente cedere. Per due motivi. In primo luogo, l’ironia dell’evoluzione storica dalla Seconda Guerra Mondiale è che sono state spese enormi somme per le armi nucleari, sono state perfezionate molte volte, eppure nessun Paese è stato disposto a usarle perché non sapeva come controllare le conseguenze. Quindi, se Putin, se la Russia ha oltrepassato quella linea, questo deve essere respinto. Non si può tollerare che un accordo venga preso sotto la minaccia nucleare perché cambierebbe il mondo.

Henry Kissinger si difende dalle accuse di politica di appeasement mosse dal presidente Selenskyj: “Non ho detto nulla sulla Crimea”.

L’ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger ha reagito in un’intervista alla rivista stern alle accuse rivoltegli dal Presidente ucraino Selenskyj. Selenskyj lo aveva accusato di politica di appeasement dopo che Kissinger aveva detto a un pubblico del World Economic Forum di Davos che per l’Ucraina ci sarebbe dovuta essere una soluzione attraverso i negoziati.

Ora Kissinger ha dichiarato alla rivista Stern, poco prima dell’inizio del vertice della NATO a Madrid: “Gli ucraini si sono comportati in modo eroico e stanno svolgendo una grande funzione nella difesa della loro libertà. Ma altri Paesi hanno le loro considerazioni storiche e immediate, e non possono essere esattamente le considerazioni ucraine. Questa è l’essenza di tutta la politica”.

Kissinger ha proseguito: “Sono a favore della libertà dell’Ucraina e credo, come ho detto a Davos, che lo status quo ante prima della guerra debba essere ristabilito, e che la Russia non debba avere alcun beneficio geografico o di altro tipo dalla sua invasione. Questa è la mia posizione di base. Il modo in cui raggiungere questo obiettivo è aperto alla discussione. L’Ucraina dovrebbe avere una voce molto importante, ma altri leader considereranno inevitabilmente la situazione generale dal loro punto di vista. Spero che questi punti di vista si concilino e che si possa raggiungere un obiettivo di base”.

Riguardo alle critiche dirette rivoltegli da Selenskij, ha detto: “Guardate cosa ha detto dopo. Ha rilasciato un’intervista al FT in cui ha accettato una descrizione precisa di ciò che ho cercato di dire a Davos. L’equivoco è nato dal fatto che ho detto che la linea di demarcazione dal cessate il fuoco dovrebbe essere lungo la linea dello status quo ante, che alcuni hanno interpretato nel senso che l’Ucraina dovrebbe rinunciare alla rivendicazione della quantità relativamente piccola di territorio che la Russia ha conquistato nel 2014. Ma non ho detto questo. Intendevo dire che la linea di immersione per il cessate il fuoco dovrebbe essere lungo lo status quo ante. Prima dell’inizio della guerra. Il territorio che rappresentava l’Ucraina a livello internazionale. Non ho detto nulla sulla Crimea”.

Kissinger ritiene inoltre necessario un grande programma di aiuti per l’Ucraina e l’adesione all’Unione Europea: “Sì, penso che l’Ucraina debba essere un membro dell’Unione Europea. Nel 2014 ho scritto un articolo sul Washington Post in cui mettevo in guardia contro l’adesione dell’Ucraina alla NATO. E in cui dicevo che la mia visione di un futuro positivo sarebbe stata un’Ucraina che fosse un ponte tra l’Europa e la Russia e non una linea di fronte. Pertanto, pensavo che l’Ucraina avrebbe potuto svolgere un ruolo simile a quello della Finlandia di allora. Un impegno molto forte nella difesa, ma anche una disponibilità al dialogo. Questo non è più possibile perché l’Ucraina è ormai un membro della NATO dal punto di vista operativo e sarà molto difficile tornare indietro. Ciò che mi attrae è un concetto di controllo degli armamenti lungo il confine russo-europeo in cui vi siano limitazioni reciproche, ma che avrà bisogno di un grande sviluppo intellettuale e pratico. ”

L’intervista è stata condotta da: Gregor Peter Schmitz, Jan Christoph Wiechmann Contatti: Oliver Creutz creutz.oliver@stern.de +49 40 3703 7248

FONTE: https://www.maurizioblondet.it/kissinger-scatenato-in-interviste-dialogo-con-putin-e-la-voce-delloligarchia-che-cerca-di-evitare-una-vera-guerra-dove-si-puo-anche-perdere/

Nuovi documenti sui banderisti

I servizi di sicurezza russi (FSB) hanno declassificato nuovi documenti sui banderisti del periodo fra le due guerre.

Uno di questi documenti, il giornale Estremo Oriente, attesta che nel 1939 i “nazionalisti” ucraini di Stepan Bandera pensarono di lasciare l’attuale Ucraina per fondare uno Stato ucraino indipendente, sotto la protezione dei nazisti, nel Krai Primorsky (Manciuria), dove viveva un’importante comunità ucraina.

Come abbiamo ripetutamente spiegato, l’intenzione dei “nazionalisti” ucraini è mai stata quella di difendere il loro territorio, ma la loro “razza”. Si ritengono di stirpe scandinava, discendenti dei variaghi, ma soprattutto non si considerano slavi.

L’ucraino-lituano Yevhen Konovalets, che fondò e presiedette l’OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini) e comandò l’UVO (Esercito Popolare Ucraino, finanziato dai servizi segreti tedeschi e in seguito dai nazisti) fino alla sua uccisione, nel 1938, incontrò due volte Adolf Hitler. Quando nazisti e giapponesi attaccarono l’Unione Sovietica, fu Konovalets a negoziare la creazione di uno Stato ucraino nel Krai Primorsky.

Il nuovo regime ucraino ha trasferito le sue spoglie, insieme a quelle di Stepan Bandera e Andriy Melnyk, nel cimitero di Leopoli.

Il 17 giugno 2011 la Commissione Affari esteri della Lituania gli ha reso omaggio.

L’alleanza di CIA, MI6 e banderisti”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 12 aprile 2022.
Ucraina: la seconda guerra mondiale non è finita”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 26 aprile 2022.
L’ideologia dei banderisti”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 21 giugno 2022.

 

FONTE: https://www.voltairenet.org/article217538.html

 

 

 

SCIENZE TECNOLOGIE

WSJ: i vaccini Covid per i bambini approvati troppo in fretta

7 luglio 2022

lI Wall Street Journal ha pubblicato un articolo che pone domande inquietanti sull’approvazione da parte della Food and drug administration dei vaccini Covid-19 di Pfizer e Moderna diretti ai bambini. A firmarlo è Allysia Finley, membro del Comitato editoriale del giornale, non una quisling qualsiasi. Riportiamo ampi stralci della nota dell’autorevole media americano.

“Questa è una storica pietra miliare, un passo avanti monumentale”, ha dichiarato la scorsa settimana il presidente Biden dopo che la Food and drug administration ha autorizzato i vaccini Pfizer e Moderna per i più piccoli. “Gli Stati Uniti sono ora il primo Paese al mondo a offrire vaccini Covid-19 sicuri ed efficaci per bambini di appena 6 mesi”.

In realtà, non sappiamo se i vaccini siano sicuri ed efficaci. L’approvazione frettolosa della FDA si basa su prove estremamente deboli. Un conto è avere flessibilità normativa durante un’emergenza. Ma per i bambini il Covid non c’è un’emergenza. La FDA ha piegato i suoi standard a un livello insolito e ha spazzato via prove preoccupanti che meritano ulteriori indagini.

Come inizialmente fatto per gli adulti, la FDA ha concesso ai vaccini per i più piccoli di Pfizer e Moderna un’autorizzazione all’uso di emergenza, consentendo all’agenzia di accelerare l’accesso a prodotti che “prevengono malattie o condizioni gravi o pericolose per la vita”. Mentre i vaccini Covid per adulti rientravano chiaramente in questo standard già alla fine del 2020, i vaccini per i bambini più piccoli no.

Solo 209 bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni sono morti per Covid: circa lo 0,02% di tutti i decessi causati dai virus negli Stati Uniti. Tra ottobre 2020 e settembre 2021sono stati ricoverati in ospedale con Covid circa la metà dei bambini piccoli rispetto a quelli ricoverati in ospedale a causa dell’influenza nell’inverno precedente.

Altri bambini sono stati ricoverati in ospedale durante l’ondata di Omicron lo scorso inverno, ma i tassi di ospedalizzazione erano ancora più o meno in linea con la stagione influenzale 2019-2020. Nessuno dei circa 5.400 bambini piccoli coinvolti nei trial della Moderna è stato ricoverato in ospedale per Covid. Eppure almeno 15di essi sono stati ricoverati in ospedale per infezioni non Covid.

I due bambini del trial di Pfizer che si sono ammalati maggiormente di Covid sono risultati positivi anche ad altri virus. È possibile che molti ricoveri attribuiti al Covid questo inverno siano stati effettivamente stimolati o aggravati da altri virus. I medici avevano infatti avvertito che i bambini più “immunologicamente deboli ” avrebbero rischiato di ammalarsi una volta riaperte le scuole e revocato il blocco.

Le prove a sostegno dell’efficacia dei vaccini Moderna e Pfizer negli adulti, al momento dell’approvazione, erano molto forti. Entrambi gli studi erano abbastanza ampi e robusti da dimostrare un’efficacia del 95% contro le infezioni con un buon grado di sicurezza.

La FDA ha invece autorizzato i vaccini per i bambini piccoli sulla base di un confronto degli anticorpi che hanno generato rispetto alla variante originale di Wuhan, comparandoli con quelli dei giovani adulti che avevano ricevuto due dosi. Ma le sole due dosi offrono poca o nessuna protezione contro l’infezione da Omicron negli adulti e anche la protezione contro il ricovero è solo del 40%-60% circa.

Se non altro lo studio della Moderna ha mostrato un’efficacia, anche se modesta, contro l’infezione sintomatica di Omicron: il 37% tra i bambini di età compresa tra 2 e 5 anni e il 51% per quelli di età compresa tra 6 mesi e 2 anni.

Pfizer, invece, ha affermato che il suo vaccino era efficace all’80%, ma questo è fuorviante. Per prima cosa Pfizer ha contravvenuto a numerose convenzioni proprie degli studi clinici.

Il suo protocollo iniziale prevedeva solo due dosi, ma queste non sono riuscite a generare i livelli di anticorpi richiesti per l’approvazione della FDA. Allora Pfizer ha aggiunto una terza dose, che la FDA ha generosamente approvato. Di solito l’agenzia non permette ai produttori di farmaci di apportare una correzione di rotta quando un processo si è concluso con un fallimento.

Pfizer ha quindi pianificato di monitorare almeno 21 casi per stabilire l’efficacia [del vaccino], invece, Moderna ne ha monitorato più di 250. Poi Pfizer ha troncato la sua raccolta dati il ​​29 aprile, il giorno dopo che Moderna aveva annunciato di aver presentato la domanda di autorizzazione all’uso di emergenza, anche se i casi registrati con la terza dose erano solamente 10 [si riferisce sempre a Pfizer ndr].

È difficile non concludere che Pfizer abbia cercato ogni scorciatoia per evitare di essere battuta da Moderna. Ma di conseguenza ha documentati troppo pochi casi per misurare con un certo grado di sicurezza l’efficacia del vaccino Pfizer.

Nonostante ciò, Pfizer ha affermato che il suo vaccino è efficace all’80%. Gli scienziati dovrebbero insorgere. Un portavoce della Pfizer afferma che la FDA era più interessata ai dati sull’”immunogenicità” del vaccino che sulla sua efficacia riguardo i bambini piccoli e farà un’altra analisi di efficacia allorquando si saranno accumulati più casi.

Più preoccupante ancora, I bambini vaccinati dello studio di Pfizer avevano maggiori probabilità di ammalarsi gravemente di Covid rispetto a quelli che hanno ricevuto un placebo. Pfizer ha affermato che i casi più gravi non erano “clinicamente significativi”, qualunque cosa questo significhi, era un motivo in più perché la FDA richiedesse un follow-up più lungo prima di autorizzare il vaccino.

Ulteriore preoccupazione: la maggior parte dei bambini che hanno sviluppato infezioni multiple durante il processo sono stati vaccinati. Risultano pertanto giustificate ulteriori indagini, perché i vaccini sperimentali a volte aumentano la predisposizione alle infezioni proprie di altre malattie.

Gli scienziati stanno anche scoprendo che gli adulti con tripla dose di vaccino  e che erano stati precedentemente infettati dalla variante di Wuhan hanno una risposta immunitaria più debole all’Omicron, rendendoli più suscettibili alla reinfezione. Questo fenomeno, chiamato “imprinting immunologico”, potrebbe spiegare perché i bambini che hanno ricevuto tre dosi di Pfizer avevano maggiori probabilità di essere reinfettati.

La FDA ha ignorato il rischio che l’inoculazione dei bambini contro una variante che non circola più potesse attenuare le loro risposte immunitarie all’Omicron e ai suoi derivati. C’è un motivo per cui le sperimentazioni sui vaccini di solito richiedono un decennio. Alcuni passaggi possono essere accelerati, ma spesso è necessario un follow-up esteso per garantire che i potenziali effetti collaterali non vengano trascurati.

Lo standard della FDA per l’approvazione dei vaccini in persone sane, in particolare se si tratta di bambini, dovrebbe essere superiore a quello dei farmaci che curano i malati. Ma la FDA ha vistosamente abbassato i suoi standard per approvare i vaccini Covid per i più piccoli. Come mai? Forse ha sentito la pressione della Casa Bianca e dei genitori ansiosi. Il Covid response coordinator della Casa Bianca Ashish Jha ha ripetutamente detto ai genitori che si aspettava che i vaccini per i bambini più piccoli fossero approvati e disponibili entro giugno.

Ricordiamo come Biden abbia accusato Donald Trump di fare pressioni sulla FDA per affrettare l’approvazione del vaccino Covid, suggerendo che avrebbero potuto essere disponibili prima delle elezioni di novembre 2020 [furono annunciati il giorno dopo le elezioni! ndr].

L’ipocrisia del signor Biden è difficile da digerire. La FDA, a suo merito, ha accelerato i trattamenti e i vaccini contro il Covid quando erano disperatamente necessari. Ma per bambini sarebbe stati meglio se la FDA avesse impiegato più tempo per garantire che i vaccini fossero davvero sicuri ed efficaci, anche se questo significava che l’America non sarebbe stata la prima ad averli.

Ps. Ciò che è approvato in America, sarà approvato senza riserve anche nella Ue…

FONTE: https://piccolenote.ilgiornale.it/56596/wsj-i-vaccini-covid-per-i-bambini-approvati-troppo-in-fretta

La Cina inizia la produzione del primo piccolo reattore nucleare modulare, cioè il futuro commerciale dell’energia atomica

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La Repubblica Popolare Cinese ha iniziato la costruzione del primo SMR, il “Piccolo reattore modulare” che potrebbe costituire il futuro dell’energia atomica a uso commerciale.

Il 6 luglio 2022, nella provincia cinese meridionale di Hainan, è stato issato il cilindro superiore di questo impianto innovativo, il Linglong No.1. Il Linglong No.1 è un reattore multifunzionale ad acqua pressurizzata (PWR) sviluppato dalla China National Nuclear Corporation (CNNC) con diritti di proprietà intellettuale. È anche il primo reattore commerciale modulare di piccole dimensioni al mondo in costruzione e che quindi diventerà operativo.

Gli SMR si presentano come delle soluzioni “Chiavi in mano” più semplici, piccole e, teoricamente, più sicure rispetto ai grandi impianti sinora utilizzati La tecnologia utilizzata dai cinesi in questo caso, il raffreddamento ad acqua ad alta pressione, è derivata dai reattori tradizionali, mentre altri progetti simili, non ancora in costruzione avanzata, prevedono il raffreddamento con metallo fuso (piombo o sodio), che premette di lavorare senza involucri a  pressione e con una sicurezza relativamente maggiore.

I reattori modulari hanno dimensioni e produzione relativamente più contenuta rispetto ai reattori normalmente realizzati, ma hanno il vantaggio di poter essere montanti in più unità, quindi con la possibilità di spegnerli per le necessarie manutenzioni senza problemi, Inoltre possono essere prodotti con processi industriali più simili a “Linee di montaggio”, per cui sono realizzabili con costi unitari molto più bassi rispetto a quelli degli impianti tradizionali. dato che nell’energia nucleare sono proprio i costi di realizzazione quelli rilevanti, avremmo una soluzione economicamente competitiva con quella delle altre energie rinnovabili .

FONTE: https://scenarieconomici.it/la-cina-inizia-la-produzione-del-primo-piccolo-reattore-nucleare-modulare-cioe-il-futuro-commerciale-dellenergia-atomica/

 

 

 

STORIA

Junio Valerio Borghese: storia di una vita al limite fra l’eroe patriota e il fantomatico golpe

Luglio 6, 2022 posted by Guido da Landriano

La biografia di Junio Valerio Borghese è un bel mistero: ufficiale di marina coraggioso e innovativo, eroe di guerra, grande comandante militare, alleato dei nazisti, collaborazionista, patriota, golpista. A seconda delle persone informate che interrogherete potrete avere una diversa descrizione di questo personaggio.

Eppure molti, troppi, non conoscono questa figura controversa, incursore, fra i fondatori della X MAS, oppositore di Mussolini nella RSI e poi esponente della destra italiana. Per questo, per farvi capire chi era, vi presentiamo questo video di God Save the Vintage, perché possiate capire chi veramente e farvi una personale idea sulla sua figura.

VIDEO QUI: https://youtu.be/aDcCp_lCkAg

FONTE: https://scenarieconomici.it/junio-valerio-borghese-storia-di-una-vita-al-limite-fra-leroe-patriota-e-il-fantomatico-golpe/

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